D gatto e il Diavolo esiste anche in: tedesco: N. 2344 francese: N. 2345 retoromano: N. 2347 inglese: N. 2346
Traduzione di Ottavio Fatica Introduzione di Stephen James Joyce Publicato con il sostegno della Fondazione Oerdi
© Stephen James Joyce © Éditions GALLIMARD, 1978, illustrazioni di Roger Blachon
ESG N. 2374 ISBN 978-3-7269-0563-7 © 2010 ESG Edizioni Svizzere per la Gioventù www.sjw.ch, office@sjw.ch Riproduzione del contenuto o di parte de esso solo con il permesso dell'editore Stampa FO-Fotorotar AG Egg/ZH
il Diav James Joyce Traduzione di Ottavio Fatica Illustrazioni di Roger Blachon
Parigi, febbraio 1989 Caro lettore,
Permetti che mi presenti. Io sono lo Stevie al quale è indi rizzata questa lettera, per il quale più di cinquant'anni fa suo Nonno, come si faceva chiamare in italiano, ha scritto questa storia incantevole. All'epoca avevo quattro anni, vale a dire
che oggi, con tanto di capelli e barba grigi, potrei essere il nonno di molti di coloro che leggeranno questa storia.
Sentirai parlare di una cittadina in riva al fiume più lungo della Francia; di come nel giro di una notte si costruì un ponte per attraversarlo; dello strano accordo preso tra un sindaco pom poso ma molto intelligente dalle strane abitudini notturne e un Diavolo in fondo innocuo che non solo legge sempre i giornali ma è anche gentile e premuroso con gli animali; e di molte altre cose...
Nonno era uno scrittore famoso. Quello che ha scritto era considerato da molti, allora come oggi, complesso e difficile. Eppure trovò il tempo per sedersi e raccontarmi questa meravigliosa storia usando un linguaggio molto semplice e
diretto, il linguaggio che un bambino (o una bambina) di quattro anni può capire con facilità. Nonno si era dato perfino la briga di trovare una carta speciale per bambini sulla quale scrivere questa storia. L'originale che si è miracolosamente conservato intatto attraverso gli anni è il mio bene più prezioso.
In questa storia del ponte sulla Loira c'è qualche stranezza.
Perché ad esempio il sindaco di una città francese dovrebbe avere un nome irlandese, anzi quello di uno dei sindaci
di Dublino? Il Diavolo, quando è molto arrabbiato, sa parlare un francese assai scorretto con un forte accento dublinese! Troverai risposta a questi interrogativi quando sarai grande,
quando leggerai Gente di Dublino, Ritratto dell'artista da giovane (Dedalus), Ulisse. Questi libri che hanno reso famoso Nonno parlano tutti di Dublino, l'attuale capitale dellTrlanda.
Nonno è nato e cresciuto a Dublino. Pur amando l'Irlanda i contrasti con le istituzioni, sia religiose sia statali, erano pro fondi e se ne andò a ventidue anni per far ritorno soltanto tre volte nell'arco dei successivi 37 anni. Lui e la nonna erano
ritenuti degli esuli. So che questa storia ti piacerà e la rileggerai spesso, come ho fatto e faccio ancora io. Potrai visitare la città di Beaugency e vedere il bel ponte solido che unisce le due sponde della Loira, e sognare... In seguito, quando sarai grande, ricorderai il tuo amico James Joyce che ti ha raccontato questa storia e ti met terai a leggere gli altri libri che ha scritto - o almeno lo spero.
Con l'augurio di ogni bene.
Stephen James Joyce
P.S.: Nonno mi ha raccontato altre storie, specialmente durante l'ultimo anno di vita. Al mattino mi sedevo vicino al suo letto
e lui mi raccontava tutto dei viaggi, delle prove e delle tribola zioni di Ulisse, un eroe della Grecia antica; sempre col linguag gio semplice e diretto del bambino di otto anni che ero allora. Capirci, per noi, non è mai stato un problema.
A STEPHEN JOYCE
10 agosto 1936 Villers s/Mer
Mio caro Stevie, Qualche giorno fa ti ho mandato un gattino pieno di dolci ma forse non conosci la storia del gatto di Beaugency.
Beaugency è un'antica cittadina sulle
sponde della Loira, il fiume più lungo della Francia. È anche un fiume molto largo, almeno per la Francia.
A Beaugency è così largo che se volessi attraversarlo da una sponda all'altra dovresti fare come minimo mille passi.
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Tanto tempo fa, quando gli abitanti di Beaugency volevano attraversarlo, siccome non c'era neanche un ponte dovevano rendere una barca. E non potevano
Il Diavolo, che legge sempre i giornali, venne a sapere della loro triste condizione e, messosi in ghingheri, andò a far visita al sindaco di Beaugency, un certo Monsieur
Alfred Byrne.
Il sindaco in questione teneva anche lui all'abbigliamento. Indossava una veste scarlatta e al collo aveva sempre una grande catena d'oro, perfino quando era
a letto e dormiva come un ghiro con le ginocchia in bocca. Il Diavolo riferĂŹ al sindaco quanto aveva letto sul giornale e si disse disposto a fare un ponte per dar modo agli abitanti di Beaugency di attraversare il fiume ogni volta che volevano. Si disse in grado di farlo com di chiunque altro e d
impiegarci piĂš di una nottata.
Il sindaco gli chiese quale fosse il prezzo per costruire un ponte del genere.
13
Non voglio soldi, disse il Diavolo, ma la prima persona che attraverserĂ il ponte appartiene a me, non chiedo altro.
Scese la sera e tutti gli abitanti di Beaugency andarono a letto e dormirono.
Venne il mattino. E quando si affacciarono alla finestra esclamarono: O Loira, che bel
PerchĂŠ a unire le due sponde del largo fiume c'era un bel ponte di solida pietra.
E accorsero tutti in cima al ponte e guardarono dall'altra parte.
LĂŹ, al capo opposto del ponte, c'era il Diavolo,
in attesa della prima persona che lo avrebbe attraversato. Ma nessuno osava
attraversarlo per paura del Diavolo.
Quand'ecco squillare le trombe - a quel segnale la gente doveva far silenzio - e il sindaco, Monsieur Alfred Byrne, fece la sua comparsa con indosso la superba veste scarlatta e al collo la pesante catena d'oro. In una mano aveva un secchio d'acqua e sotto il braccio - l'altro braccio - teneva un gatto.
Quando dall'altra sponda del fiume il Diavolo lo vide, smise di ballare e puntò il suo lungo cannocchiale. Fra gli abitanti corse un mormorio e il gatto alzò gli occhi per guardare il sindaco, perché nella città di Beaugency a un gatto era consentito guardare un sindaco. Poi, una volta stanco
di guardare il sindaco (perché anche un gatto si stanca di guardare un sindaco) si mise a giocare con la pesante catena d'oro del sindaco.
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Quando il sindaco giunse in cima al ponte tutti gli uomini trattennero il fiato e tutte le donne tennero a freno la lingua.
Il sindaco depositò il gatto sul ponte e, con la rapidità del pensiero, splash! svuotò tutto il secchio d'acqua sulla bestia.
II gatto, che adesso si trovava tra il Diavolo e il secchio d'acqua, non ci pensò due volte e a orecchie basse attraversò di gran carriera il fiume finendo in braccio al Diavolo.
Il Diavolo aveva un diavolo per capello. Messieurs les Balgentiens, urlò attraverso il ponte, vous n'ètes pas de belles gens du tout! Vous n'ètes que des chats!* E disse al gatto: Viens ici, mon petit chat! Tu as peur, mon petit chou-chat? Tu as froid, mon pau petit chou-chat? Viens ici, le diable t'emporte! On va se chauffer tous les deux.**
E filò via con il gatto.
E da allora gli abitanti di quella città si chiamano les chats de Beaugency.
Ma il ponte è sempre lì e i bambini ci camminano, ci vanno in bicicletta, ci giocano.
Spero che la storia ti piacerà.
Nonno
Nel tempo dei tempi, ed erano bei tempi davvero, c'era una muuucca che veniva giù per la strada e questa muuucca che veniva giù per la strada incontrò un ragazzino carino detto grembialino... >• Questo è l'incipit di Ritratto dell'artista da giovane, un'opera semiautobiografìca che lo scrittore irlandese James Joyce cominciò a scrivere ancora ventenne. Joyce coniò migliaia di parole nuove nei suoi libri, com presa la parola Belzebubbola nel Gatto e il Diavolo. Queste parole non si trovano in nessun dizionario e sono spesso composte sulla base di varie lingue, fra cui il tedesco svizzero e il retoromano. James Joyce, Zurigo, 1938. ©Joyce Foundation/Carola Giedion-Welcker/Keystone James Joyce è nato il 2 febbraio 1882 in una zona periferica di Dublino, la capitale dell'Irlanda, primo di tredici figli. A ventidue anni lasciò il paese con Nora Barnacle, la futura moglie, intenzionato a insegnare inglese a Zurigo. Quando il progetto non andò in porto, proseguì per Pola (in Istria, Croazia) e poi per Trieste. Durante la Prima Guerra Mondiale Joyce e Nora dovettero lasciare la città con i due figli, Giorgio e Lucia. Cercarono asilo a Zurigo nel 1915, e nel 1920 si trasferirono a Parigi. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la famiglia fuggì di nuovo a Zurigo, dove Joyce arrivò il 17 dicembre 1940, accompagnato dalla moglie Nora, dal figlio Giorgio, e dal nipote Stephen, che avrebbe di lì a poco compiuto nove anni. Joyce aveva scritto II gatto e il Diavolo per Stephen nel 1936. Soltanto quattro settimane dopo, il 13 gennaio 1940, Joyce moriva in seguito a una dif ficile operazione. È sepolto nel cimitero di Fluntern, nei pressi dello zoo di Zurigo. Nel 1966 la città ha fatto erigere una tomba onoraria per Joyce e la moglie; è stata inaugu rata il 16 giugno, in coincidenza con la commemorazione mondiale del grande autore irlandese James Joyce, la cui opera più celebre, Ulisse, descrive gli avvenimenti di una singola giornata - il 16 giugno 1904 - in più di mille pagine. Roger Blachon (1941-2008) è un artista francese illustratore di libri per l'infanzia. La sua opera è presente in una vasta gamma di pubblicazioni, fra cui la rivista giovanile Okapi; e l'artista ha disegnato caricature sportive su giornali e riviste per venti anni, soprattutto su L'Equipe, il principale quotidiano sportivo francese. Roger Blachon ha ricevuto il Grand prix de l'humour blanc nel 1987 e il Grand prix de l'humour noir nel 1992.
ESGN. 2374 ISBN 978-3-7269-0563-7 ESG Edizioni Svizzere per la Gioventù www.sjw.ch, offi ce@sjw.ch