La fiducia comprata

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La fiducia comprata da un'antica leggenda ticinese^



La fiducia comprata da un'antica leggenda ticinese

adattamento di Gerry Mottis illustrazioni di Tiziano Garbani-Nerini

7S Edizioni Svizzere per la GioventĂš N. 2270


1 2007 ESG Edizioni Svizzere per la GioventĂš Riproduzione del contenuto o di parte di esso solo con il permesso dell'editore

Tipografia Leins Ballinari Bellinzona


In un tempo non molto lontano, in un paese non

precisato del Mendrisiotto, situato sul Monte San Giorgio (e chiamato dalla gente locale semplice mente Montagna), viveva un popolo di conta

dini e allevatori, semplici e tranquilli. Chi si occupava delle bestie, chi si dedicava alla semina e al raccolto, chi educava i propri figli e chi pregava per l'intera comunitĂ .


Si viveva con poco a causa della vita sempre più dura. Il clima era cambiato negli ultimi anni, la terra si faceva sempre più arida, le vacche davano sempre meno vitelli e latte, mentre le pecore da vano meno agnelli e lana, gli inverni si allungava

no sempre più e diventavano più freddi e bui. Il prete del villaggio se la prendeva con i bestem miatori, mentre da tempo il sindaco cercava una soluzione ai crescenti problemi dei suoi paesani. Fu così che un giorno, a seguito di una frana che aveva spazzato via una stalla e il muro di una ca sa - fortunatamente senza feriti - il sindaco con vocò la popolazione in assemblea comunale.



-Cari compaesani - iniziò serio ma bonario il sindaco - ci troviamo di fronte ad una situazio ne nuova. Da tempo ormai fatichiamo tutti ad andare avanti. Quello che ci manca non sono le zappe, le vanghe oppure i campi da lavorare. Ci manca la fiducia. E senza fiducia non c'è futuro per noi. -Ha ragione lei, signor sindaco, commentò il pre

te del villaggio - anch'io ho già notato da tem po che la chiesa si svuota sempre di più. Di anno in anno celebro sempre meno matrimoni e sem pre meno battesimi, mentre aumentano i fune

rali. La fiducia di cui lei parla è l'unico valore che può salvarci.



-Signor sindaco, - prese coraggio un contadino -lo sappiamo tutti che lei ha ragione. Ma non si può comperare la fiducia come si compera un chilo di pane, due uova o un litro di latte. E nem meno possiamo trovarla per strada, questa fidu cia che ci manca. -Amico mio, - gli rispose il sindaco, - ci ho ri

flettuto sopra moltissimo in queste lunghe notti fredde e nere. E ho trovato una soluzione! -Evviva il nostro sindaco! - sfuggĂŹ, dopo un atti mo di sorpresa, ad un gruppo di donne dal fon do della sala.



-Lasciamolo parlare - disse uno dei compaesani piĂš vecchi - il signor sindaco ha trovato una so

luzione! -Notti fa, dopo la caduta della frana, ho avu to un sogno strano. Ho visto quattro di voi che chiacchieravano con un signor avvocato di Mi lano. Il signor avvocato diceva di poter vende re quanta fiducia voleva a chiunque. Solo ieri ho avuto la conferma che questo tizio esiste davve ro. Lo chiamano dottor Scatolina. -Che cosa ci consiglia di fare, signor sindaco? chiese allora impaziente il prete. -Ho deciso di mandare quattro uomini a Milano dal dottor Scatolina. Daremo un soldo ad ognu

no di loro per l'acquisto della fiducia di cui ne cessitiamo.

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I paesani applaudirono la decisione del sindaco e festanti rientrarono nelle loro case, tranne quat tro uomini prescelti che restarono ancora nella sala comunale per le istruzioni del caso. Il giorno seguente, mentre i paesani si erano radunati di

fronte alla chiesetta del villaggio, i quattro uomi ni si incamminarono verso Mendrisio. Si spinsero ancora verso sud ed entrarono nella

zona paludosa ma ben agibile della pianura pa dana. Lontano da casa i quattro si sentirono ini

zialmente spaesati e perduti in quello spazio am pio e pieno di luce. Gli odori e i rumori, assieme ai colori della natura, erano completamente di versi. Cammina e cammina, da lontano si intrav-

videro finalmente le mura della cittĂ di Milano. Dopo altre ore di cammino finalmente entrarono in cittĂ , rumorosa e sporca.

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Ai primi passanti i montanari chiesero del dottor Scatolina, ma nessuno seppe dire nulla. Al quinto tentativo un'anziana signora rispose con un ampio sorriso:

-Il dottor Scatolina? Ma certo. Abita proprio vi cino a me. Se volete vi accompagno da lui. Ma vi avverto che è molto occupato. Molte persone si recano da lui di questi tempi, ma non so per qua le ragione. L'anziana signora li accompagnò in una viuzza se

mideserta e semioscura nei pressi dei Navigli e poi indicò un portone di legno robusto e pittu rato di rosso. -Il dottor Scatolina abita proprio qui - disse, e scomparve all'interno di un altro edificio lÏ accan to.

-Molte grazie, signora - fecero appena in tempo a dirle i montanari. I quattro bussarono ed entrarono.

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Nell'atrio c'erano altri uomini e donne che parla vano sottovoce, mentre dalle scale scendeva col sorriso una fila di persone. Attesero con pazien za che la carovana di persone si esaurisse e infine salirono al piano superiore e bussarono ad una porta, sulla quale si trovava una targhetta in ar gento con scritto dottor Scatolina. La porta si aprÏ e dinnanzi a loro comparve un ometto vecchissimo, certamente ultracentenario, vestito con giacca e pantaloni neri, camicia bian ca e cravatta rossa. -Venite avanti, cari amici del nord - li invitò l'ometto - vi stavo aspettando. I quattro uomini entrarono con rispetto in quella dimora e si sedettero su un divano, di fronte ad

una scrivania piena di carte ingiallite. -Che cosa posso fare per voi? - chiese con tono dolce l'anziano.

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-Veniamo dalla Svizzera italiana, dal Mendrisiotto - iniziò il contadino più anziano - siamo venuti

da lei, perché il nostro sindaco ha sentito dire che lei vende fiducia a coloro che ne necessitano. L'anziano ometto respirò profondamente e sorri se compiaciuto. -Il vostro sindaco è una persona intelligente e attenta. Ha notato come siete sfiduciati e vi ha mandati da me. lo ho la soluzione che fa per voi -disse dopo una breve pausa.

Si alzò lentamente dalla sua scrivania e si dires se verso un gigantesco quadro appeso alla pare te. Lo aprì come fosse una porta di un armadio e dietro di esso comparve un'enorme cassaforte. L'ometto ruotò una manovella inserendo uno

speciale codice segreto e la porta della cassaforte si aprì senza rumore. Ne tolse qualcosa e i paesa ni notarono che tra le mani aveva una scatoletta

luccicante e piccola come quella dei fiammiferi. L'ometto si avvicinò ai quattro e mostrò l'ogget to prezioso.

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-Questa scatoletta in metallo contiene la fiducia

di cui la vostra comunità ha bisogno - iniziò a di re il vecchietto - portatela al vostro sindaco. Lui saprà come utilizzarla. I quattro montanari erano eccitati e felici. Aveva no trovato la soluzione ai loro problemi. Diedero i quattro soldi all'ometto, ma questi, che era un uomo di grande cuore, ne prese so lo uno. -Tenete per voi gli altri tre soldi - disse l'omet to - ma ricordatevi di una cosa: non dovete apri

re questa scatoletta prima di essere giunti al vo stro paese. Intesi? -Intesi! - risposero i quattro e si incamminarono sulla strada del ritorno. Verso sera i quattro paesani furono presi dal l'agitazione di non riuscire ad arrivare a casa pri ma di notte.

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-Non ce la faremo mai prima di notte - disse il

più giovane dei quattro. -Hai ragione - rispose il secondo - non ce la pos siamo fare. -Dimenticate forse che abbiamo con noi la sca

toletta che risolverà tutti i nostri problemi? - os servò il terzo. -Ma non possiamo aprirla adesso - disse ancora

il più giovane. -E perché no? - chiese il terzo - Ne abbiamo bi sogno adesso, altrimenti non riusciremo ad arri

vare al villaggio prima di notte. -Va bene, allora, - concordarono i quattro - ma non diremo niente al sindaco. D'accordo? Il più anziano dei quattro prese in mano la sca

toletta di metallo e l'aprì lentamente, mentre gli altri gli si erano messi attorno curiosi. Quando la scatoletta fu completamente aperta, i quattro ri masero per un attimo senza parole.

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-lo non vedo niente! - disse il più anziano. -Non vedi niente, perché non c'è niente! - gridò

il più giovane. -Quell'imbroglione! - intonarono gli altri due. Richiusero la scatoletta e si incamminarono silen ziosi e sfiduciati verso la Montagna.

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Giunsero a casa in piena notte e si recarono tristi

e stanchi direttamente dal sindaco che li accolse a braccia aperte, festante e sereno. - Allora come è andata? - chiese il sindaco ai suoi paesani, appena furono nel suo salotto. I quattro non riuscirono ad alzare la testa né a parlare. Il più anziano dei quattro prese la scato letta e la porse in silenzio al signor sindaco.

Questi la prese nelle mani e si lustrò gli occhi per lo stupore. La aprì lentamente, osservò a lungo al suo interno e poi si mise a ridere, sempre più forte, con crescente gioia, a tal punto che i quat tro rimasero meravigliati e si misero a ridere an che loro.

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-Cosa ha visto, signor sindaco? - chiese il piĂš gio vane dei contadini.

-Il mio volto riflesso sul fondo della scatola di latta! - rispose fiero il sindaco. - Questo sono io! -disse e rise ancora piĂš forte.

Come dire che la fiducia la trovi sempre e solo in te stesso! E questa fu una grande lezione per tutti.

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L'autore

Sono un giovane docente di 30 anni che in segna italiano e storia alle scuole medie di Roveredo GR. Ho sempre avuto la passione per la scrittura. Ho pubblicato poesie e rac conti su varie riviste e opere letterarie. Da due anni, assieme ad un gruppo di amici, ho creato una compagnia di teatro chiamata Siparios a Lostallo GR, dove risiedo, per la quale curo la regia e scrivo i copioni da reci tare. Sono pure sempre stato attratto dalle leggende popolari, di cui qui trovate un mio adattamento.

L'Illustratore

Sono nato nel 1963 e, da quando ho saputo tenere in mano una matita, mi è sempre pia ciuto disegnare. Conseguita la patente magistrale ho iniziato ad insegnare nella scuola elementare aven do cosÏ il privilegio di riscoprire il mondo at traverso gli occhi dei bambini, assaporando racconti e gustando illustrazioni che hanno cominciato ad appassionarmi sempre piÚ. Vivo e lavoro nel Gambarogno e tutte le mattine, recandomi a scuola, ho la fortuna di trovarmi davanti un lago e delle monta gne che formano uno stupendo dipinto, con colori e sfumature che ogni giorno sono di versi, ed è forse per questo che non ho anco ra smesso di amare le matite e i pennelli.


La fiducia comprata da un'antica leggenda ticinese Serie: il nostro Paese da 8 anni

Tanti anni fa, in un paesino del Mendrisiotto, gli abitanti erano diventati tristi e avevano perso la fiducia in loro stessi. Come fare per ritrovarla? Il Sindaco pensa di aver trovato la soluzione.

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Edizioni Svizzere per la Gioven www.sjw.ch E-Mail: office@sjw.ch

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