Marco e il mare

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Marco e il mare

di Serenella Gabutti Talleri illustrazioni di Giulia Fonti

Edizioni Svizzere per la GioventĂš N.2226


Per Anna e Marco

Š 2005 ESG Edizioni Svizzere per la GioventÚ Riproduzione del contenuto o di parte di esso solo con il permesso dell'editore Tipografia: Leins Ballinari, Bellinzona


Marco non lo aveva mai visto il mare. Lo conosceva grazie alle storie di non no Giacomo e attraverso i libri che cu stodiva in camera sua. Nonno Giacomo, il nonno materno,

era stato poche volte al mare, ma le storie che raccontava erano magiche.

Parlavano di pirati crudeli, ladri del mare con un occhio solo e una gamba di legno, di sirene, creature metĂ don ne e metĂ pesce e di orche diventate assassine da quando l'uomo ne aveva

invaso il territorio. Marco non si stancava mai di ascoltare quell'omino minuto ed energico che era il nonno Giacomo. I capelli argen tati, ancora folti, un po' vecchio e un po' bambino.

Da quando il nonno era andato in pen sione, Marco trascorreva tutti i mer

coledĂŹ pomeriggio insieme a lui, con grande disappunto di nonna Sofia, la

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nonna paterna. Moglie di un uomo d'affari ricco e famoso, la nonna nutri va poca stima per nonno Giacomo, che si era guadagnato da vivere facendo il lattoniere. Marco era fiero di poter di re che il suo nonno lavorava sui tetti, perchĂŠ vicino al cielo, se stai zitto zitto,

puoi capire i discorsi degli uccelli e puoi sentire l'odore di temporale delle nuvole. Sai, Marco, gli uccellini ripe tono mille volte la stessa cosa, un po' come la mamma e la nonna quando ti

ricordano di lavarti le mani prima di mangiare: Ti sei lavato le mani? Ti sei lavato le mani? Ti sei lavato le mani? E sono sempre allegri e giocherelloni. Marco abitava in una casa moderna,

costruita da un architetto famoso, amico del papa. PiÚ che a una casa, quella lunga costruzione grigia dal tetto piano e le finestre rotonde come gli oblò di un aereo, sembrava la fab-

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brica di tubi che si vede dall'autostra da. Al fondo di un lungo corridoio, c'era la sua camera: un piccolo grande mare pieno di libri, di poster, di conchi

glie e di sassolini levigati dalle acque. Una vecchia rete da pesca andava dal la finestra alla porta. Contro la parete, un modellino della Pinta, una delle ca ravelle di Cristoforo Colombo. Certe sere a Marco sembrava perfino di sentirlo l'odore aspro del mare, e al lora inspirava forte forte e, con quel l'odore di alghe nelle narici, si addor mentava.

Per il suo decimo compleanno aveva convinto la mamma a regalargli una fodera di piumone: un mare di stoffa

pieno di pesci colorati; sulla fodera, stampati, c'erano inquietanti cavalluc ci marini, nobili pesci imperatori e di vertenti pesci pagliaccio. Dentro quel la fodera Marco si lasciava trasportare

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fino a perdersi, al punto che i suoi so gni sembravano veri. E sognava. Mar

co sognava di essere capitano di un ga leone confiscato ai pirati e di navigare su un mare calmo come l'olio, tra

branchi di balene, alla ricerca dell'isola che non c'è. Sognava di salvare un gio vane tonno rimasto imprigionato in un sacchetto di plastica, buttato a ma re per noncuranza. Sognava di ripulire un cormorano avvolto dalla marea ne ra provocata dalla famosa petroliera in avaria. Nel suo mare tutto inventa to, i delfini non smettevano mai di gio care a nascondino.

Ogni notte, all'insaputa dei genitori, la sua camera si animava e Marco par lava con Oscar, il suo amico pesciolino rosso che viveva beato in una enorme

palla di vetro ai piedi del letto. Parlava della nonna Sofia, la mamma del pa pa, che possedeva una villa al mare ma

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non gli aveva mai permesso di andarci in vacanza: Un bambino cosĂŹ maledu cato e sporco non entrerĂ mai nella mia casa. O cambia o non se ne par

la!. In veritĂ la nonna non aveva mai approvato il matrimonio di suo figlio, ricco e laureato, con una ragazza di paese che non aveva studiato e non aveva il becco di un quattrino. Nonno Giacomo, parlando con gli amici, ripe teva spesso che il fare di nonna Sofia era assurdo: neppure i principi sposa no piĂš le principesse. Marco conversava con gli amici pesci del suo acquario raccontando loro del l'amore sconsiderato di nonna Sofia per Saverio, il cugino. Occhi azzurri e capelli biondi, undici anni, Saverio co nosceva a memoria i nomi di tutte le capitali del mondo, eseguiva le divisio ni con quattro cifre dopo la virgola, parlava italiano, francese, inglese e

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bicicletta. La sola cosa che lo disturba va, di Saverio, era che potesse andare al mare, nella villa della nonna, quan do gli pareva. Così cominciò a crescer gli un odio smisurato nei confronti del cugino, che gli procurava infiniti sogni di vendetta. L#odio crebbe soprattutto dopo la morte di nonno Giacomo, av venuta all'improvviso, in una tiepida giornata di primavera. Se ne era anda to senza dirgli nulla, nonno Giacomo. Al ritorno dalla scuola aveva visto l'ambulanza davanti alla casa. Quando il nonno morì, morì anche qualcosa in Marco. Quel giorno Marco si era precipitato in camera sua e, sul suo letto, aveva pianto. Solo il ricordo restò fisso nella sua testa insieme al l'immagine del nonno con la pipa in bocca, la matita dietro un orecchio e lo sguardo ammiccante. Il nonno, da vi

vo, era stato suo alleato e gli voleva

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bene. Gli aveva insegnato a riconosce re le orme degli animali, a colpire il bersaglio con il tirasassi, a lavorare il legno, a sentire l'odore della terra e a rispondere al canto degli uccellini. Lo aveva spinto a essere curioso, ad ap

prezzare il silenzio. Lui e il nonno Gia como erano capaci di rimanere ore senza parlare, magari seduti sul greto del fiume. II nonno gli permetteva quello che la mamma e la nonna gli proibivano. Con il nonno, Marco si confidava. Gli raccontava tutta la rab bia che nutriva nei confronti del cugi no. Con il nonno fantasticava di essere mozzo su un brigantino, alla caccia della balena bianca, o sommozzatore alla ricerca dei tesori perduti. Con il nonno, Marco aveva ideato un piano

per vendicarsi di Saverio. Ma la morte di nonno Giacomo lo ave va sconvolto e rattristato cosĂŹ tanto da

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fargli desiderare di annegare nel suo mare. Ora, di notte, Marco sognava

una spiaggia e sulla spiaggia il nonno che camminava e gli ripeteva: Vieni, Marco, adesso puoi venire al mare, lo

ti aspetto!. CosĂŹ che al risveglio era sempre piĂš deciso a partire. E poichĂŠ nonno Giacomo gli aveva raccontato

tante volte che il fiume del suo villag gio andava a finire nel mare, decise che al mare ci sarebbe andato da solo passando per il fiume.

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PartĂŹ la vigilia del compleanno di Saveriof quando tutti erano indaffarati con i preparativi della festa. UscĂŹ di casa che il sole non era ancora apparso dietro la montagna: quante volte era partito a quell'ora per anda re nei boschi con nonno Giacomo!



Gli uccellini erano giĂ svegli e si tra smettevano parole d'amicizia, il forna io aveva completato il giro di conse

gna del pane lasciando dietro di sĂŠ un buon odore di farina e il vecchio Sandro aveva giĂ munto la sua Carolina, l'ultima mucca rimasta in paese, co

stretta a pascolare in un lembo di pra to e priva di campanaccio perchĂŠ, a detta di qualcuno, il campanaccio di sturbava la quiete pubblica. Marco avrebbe tanto voluto entrare nella casa del nonno, che si trovava sulla strada, per un ultimo saluto. Ma non l'avrebbe mai fatto: gli mancava il coraggio. Fosse entrato, si sarebbe at tardato sulla panca, davanti al camino, dove il nonno gli raccontava con gran de passione la sua vita fatta di lavoro,

di stenti, di affetti; di quando nei pae si vicini c'era la seconda guerra mon diale, di come aveva conosciuto la

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nonna e di quanto avesse sofferto per non aver potuto studiare. Fosse entra

to, si sarebbe fermato a sfogliare l'al bum delle fotografie dove c'era anche lui piccolino che, tondo come una pal la, muoveva i primi passi, la mano nel la mano del nonno. Fosse entrato,

avrebbe perso tempo nel laboratorio, dove le lunghe mani del nonno addo mesticavano il legno per creare i gio cattoli con i quali Marco era cresciuto. Non poteva fermarsi: doveva partire al più presto. La barca rossa, Marina, lo aspettava

con la stessa sua voglia di viaggio. Ar rivato al fiume la salutò e, senza più voltarsi, lo zaino in spalla, le saltò in braccio impugnando i remi così come gli aveva insegnato il nonno. Un me tro, poi due, poi tre, Marina e il suo passeggero si allontanarono felici dal la sponda diretti al mare: là, Marco

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avrebbe rivisto il nonno! A casa un bi glietto molto chiaro: Vado al mare. Vado dal nonno. Tornerò solo quando l'avrò visto, il mare.

Marco remava e remava con una gioia infinita nel cuore. La sua voglia di ma re era tale e tanta, che non sentiva né la fame né la sete. Sull'acqua del fiume tutto era straordinariamente azzurro: i pesci che venivano a salutarlo, i piop pi longilinei della riva, le creature ala te del cielo. Tutto era immerso in uno strano silenzio. Nemmeno i remi che affondavano nell'acqua terrosa del fiume producevano rumore. Arrivò a

destinazione quando un sole vermi

glio stava per tuffarsi dietro la riga dell'orizzonte. Solo allora Marco ab bandonò i remi. Si lasciò cullare a lun

go dalle onde pesanti del mare, finché il cielo cominciò a tingersi di rosa. Come era grande e pacifico e misterio-

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so il suo mare! Ogni onda era diversa dall'altra. Chissà quanti lo avevano sol cato quel mare! Chissà quanti lo ave vano amato, lo avevano temuto, lo

avevano odiato. Era proprio come glielo aveva descritto il nonno, il mare. Il ragazzo si sporgeva dalla barca per procurarsi l'acqua che si buttava sul vi so, sul corpo e che gustava odorando la a fondo. L'acqua era davvero salata, il suo odore era davvero aspro. E men

tre il suo mare lo cullava, il nonno gli era accanto e gli parlava con la sua vo ce suadente: Sarò con te ogni volta che ne avrai bisogno. Non temere, Marco, non ti lascerò mai solo. Marco

era felice. Felice come quando lui e il nonno erano rimasti a dormire al l'aperto per vedere le stelle cadenti, felice come quella volta che un uccelli no aveva fatto i suoi bisogni sulla testa di Saverio, felice come un re.

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Mentre il sole terminava la sua lenta immersione^ Marco approdò sulla spiaggia e lasciò Marina vicino a una vecchia imbarcazione di pescatori. Pre se lo zaino, guardò ancora una volta il mare e poi si incamminò con passo si curo guadagnando la spiaggia. Ora poteva far ritorno a casa, aveva visto il mare e il nonno era con lui.

Là, dove finisce la pineta, c'era nonna Sofia, con una sciarpa in testa per ripa rarsi da una leggera brezza marina e il

suo inconfondibile cipiglio. Gonfia di orgoglio aveva un panino appetitoso tra le mani. Da una finestra della sua casa, al paese, la nonna aveva visto

Marco dirigersi verso il fiume. Capito che cosa frullava per la testolina del ni pote, aveva chiamato il papa. Insieme lo avevano trasportato fino al mare quando Marco si era addormentato sulla barca. Vieni Marco, Saverioti sta

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aspettando per festeggiare il suo com pleanno nella mia casa al mare. Ci fer meremo alcuni giorni. Tuo cugino vor rebbe che tu gli insegnassi tante cose,

ma prima di tutto ad andare in bici cletta!.

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L'autrice Mi chiamo Serenella Gabutti Talleri. Dopo aver insegnato per diversi anni nella scuola elementare, un po' per necessità e un po' per diletto mi sono diplomata bibliotecaria. La mia grande passione è il teatro, soprattutto quello dialetta le. Ho una compagnia che recita da dieci anni in Ticino e nella vicina Italia. Per questa compagnia scrivo io stessa le comme die. Ma mi piace anche scrivere storie dove sono protagonisti i bambini, come Marco e il mare.

L'illustratrice Mi chiamo Giulia e amo dipingere. Amo anche il mare con i suoi abitanti e ho sempre creduto che le sirene esistano vera mente.

Del mare amo i colori e il mistero. Mi piace contemplarlo in ogni stagione, specialmente durante la notte. Il suo rumore ispira un'infinitĂ di storie. Questi disegni li ho creati con la collaborazione di Naime che ha 8 anni. Ora abito ad Arzo con i miei figli Elia e Naime.


Serenella Gabutti Talleri, Giulia Fonti Marco e il mare Serie: Racconti da 9 anni Marco non ha mai visto il mare perché nessuno non l'ha mai portato a vederlo. Nemmeno nonna Sofia, che ha

una casa sull'Adriatico: Un bambino così maleducato e sporco non entrerà mai nella mia casa. O cambia o non se

ne parla. Sicché il mare è tutto nella sua fantasia, grazie alle storie raccontate da nonno Giacomo e ai libri letti. La passione di Marco per il mare cresce ogni giorno fin ché, quando il nonno tanto amato non sarà più al suo fianco, il bambino decide di andare a scoprirlo da solo. Scendendo il fiume su una barca a remi, ancora una volta

aiutato dagli insegnamenti di nonno Giacomo.


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