Motto Balocco ovvero, piccole magie scolastiche

Page 1

r, A .'

Gerry Mottis, Adriano Crivelli

Motto Balocco ovvero, piccole magie scolastiche

o

2339



Motto Balocco ovvero, piccole magie scolastiche

di Gerry Mottis illustrazioni di Adriano Crivelli

Edizioni Svizzere per la GioventĂš N.2339



Mi chiamo Andrea Bonanima, detto II Balocco.

Sono un ragazzo di dodici anni e frequento il primo corso alle Scuole Medie di Montefoscolo. Sono appa rentemente normale, ma - come i miei compagni di classe ormai sanno - ho il dono innato di compiere delle piccole magie scolastiche. Queste consistono in

sostanza nella capacitĂ di far dire o agire i miei do centi come io desidero, per permettere ai miei com

pagni di divertirsi un poco durante le noiose lezioni di lingua, di matematica o geometria, di storia o geo grafia, ecc.

Nel limite del possibile, cerco di non abusare del mio potere. Mio nonno - che possedeva doti ben piĂš importanti delle mie - mi ha sempre sussurrato nel

le orecchie che le parole magiche sono come delle potenti medicine che vanno somministrate in piccole dosi e mai tutte assieme, altrimenti potrebbero esse re nocive. Mio nonno era una persona in gamba, gli volevo molto bene, e perciò ho sempre preso sul se rio le sue parole.

La magia che so compiere si rifa ad una veloce for mula magica: il Motto Balocco, che - per come si è

sempre detto - proviene da antichi riti del nord del l'Europa.

Al di fuori dell'ambiente di classe non utilizzo mai il Motto Balocco. Come detto, durante lezioni parti colarmente noiose, ma anche quando alcuni docenti

si arrabbiano ingiustamente con noi, mi capita di fare la mia magia e vi assicuro che i risultati sono sempre sorprendenti.



Idocenti che maggiormente sono toccati dalle mie magie sono Maria Scarnata (detta lena per il suo modo sgradevole di ridere), professoressa di tedesco,

Alceste Capitato (detto L'osso per la sua carnagio ne bianca), giovane professore al primo anno di inse gnamento di matematica e geometria, Renna Sereni (detta semplicemente Renna per il suo andamento

quasi bovino), professoressa di lingua italiana, e Feli ce del Santo (detto II marchese, per il suo modo di vestire elegante e antico), professore di storia.

IImetodo da me usato per fare la mia magia è molto semplice: quando si presenta una situazione che desi dero modificare, devo solo dire ad alta voce Motto

Balocco in direzione della persone che sarĂ colpita dalla mia magia. Per questa semplice ragione i miei compagni mi hanno soprannominato II Balocco. Anche se non conoscono esattamente l'essenza delle mie magie, quando pronuncio queste parole ad alta voce in classe, sanno che sta per succedere qualcosa di interessante. Per la veritĂ , nemmeno io so esat tamente che cosa sia questo potere di veder succe dere le cose come io le desidero. So solo che recitata la magia, sento come un calore che esce dal mio cor

po e che si libera in direzione della persona di fron te a me, influenzandola nei suoi modi di parlare e di fare.



EiiCB PEL SfiNTo

^i ^arche^^"p^rii perii fd&iio^imancnes^

5ERE^u ^ĂŹcemente^

Suo (nodo vestire elegant elegante do di vesti^e ^ an^ico) ^rofessore di ^^> ^toria^

andamento ^>

9^.

I

,('

!<•".>


Un giorno, ad esempio, mentre la docente di tede

sco Maria Scarnata detta lena si è messa a ghigna re molto forte - mostrando tutti i suoi denti giallastri -perché più della metà della classe aveva ricevuto un'insufficienza nell'esame di grammatica sui verbi e le parole composte, non potei fare a meno di alzarmi

in piedi e gridare nei suoi confronti: -Motto Balocco! La maestra mi guardò un attimo di sbieco, come fan no appunto le iene e chiese: -Cosa hai detto, Andrea? -Nulla - risposi risedendomi. -Bene - disse allora la lena. - Allora ripetiamo le pa role composte...

La lena si mise improvvisamente a scuotare la testa a destra e a sinistra, come in cerca di una preda. Poi, mentre la classe percepiva che stava accadendo qual cosa di stravagante, la docente disse molto veloce mente: -Le parole composte... Le parole composte... Le pa role composte...

Mi alzai in piedi e gridai: -In tedesco!

E lei gridò: -Lattengitterkotterbeutelrattenattentàter...

-Di più - gridai tra le prime risa dei compagni. -Hottentottenstottertrottelmutterattentàter...

-Di più - si alzò in piedi a gridare il mio compagno di banco, Francesco detto Istrice per la sua tipica capi gliatura.



-Hottentottenstottertrottelmutterlattengitterkotterbeutelrattenattentàter... -Sì... - urlarono di gioia tutti assieme i miei compa gni di classe, tra forti risate.

-Di più! Di più! Ne vogliamo di più! - fecero in coro tutti quanti.

E la lena iniziò con una lunga serie di scioglilingua te deschi da far sperticare dalle risate tutti noi. -Fischers Fritze fischi frische Fische, Frische Fische fi schi Fischer Fritze. -Ancora! - gridavamo tutti. -Denen Dànen, denen Dànen Dànen dehnen, dehnen deren Dànen. -Ancora!

-Musch nit an sellere Schelle schelle, selle Schelle schellt nit, musch an sellere Schelle schelle, selle Schelle schellt. -Di più! -Am Zehnten Zehnten um zehn Uhr zehn zogen zehn zahme Ziegen zehn Zentner Zucker zum Zoo. L'intera lezione fu uno spasso. La lena non riusciva più a fermarsi. Continuava a trovare non so dove ri

tornelli tedeschi e scioglilingua buffissimi che recitava con grande esaltazione. Alla fine della lezione, tutti noi eravamo rossi come peperoni per le risate e alcu ne ragazze dovettero persino correre in bagno.

10



Un'altra volta, invece, la magia toccò al giovane Ai-

ceste Capitato detto L'osso, proprio il giorno in cui il direttore - suo diretto tutor- decise di assistere ad

una sua lezione per rendersi conto delle qualità del collega. Non lo feci per cattiveria, infatti alla fine del la lezione compii una breve magia per far dimentica re loro l'accaduto. Era una grigia giornata autunnale dell'anno scorso e la lezione di geometria era noiosamente insopporta

bile, anche se il direttore pareva soddisfatto di come stavano andando le cose. L'Osso voltava le spalle alla classe e stava disegnando con riga e squadra un trian

golo acutangolo alla lavagna, sotto gli occhi atten ti del tutor. Il mio compagno di banco, l'lstrice, mi sussurrò in un orecchio: -Balocco, non ce la faccio più! Fai qualcosa. La lezione era effettivamente molto noiosa. -D'accordo - risposi.

Alzai la mano e attesi di essere interrogato dal do cente.

-Sì?-chiese l'Osso. -Motto Balocco! - dissi.

I miei compagni, che stavano copiando a capo chino il disegno dalla lavagna, alzarono tutti sorpresi la te sta, mentre il direttore rimase confuso. -Non capisco... - disse l'Osso, e si voltò nuovamente verso la lavagna per completare il disegno.

Tutt'a un tratto, le spalle del giovane insegnante ini ziarono a roteare, prima in avanti poi indietro, sotto

gli occhi attenti dei miei compagni che si attendeva12





no una magia. L'Osso - terminato il disegno alla la

vagna del primo triangolo - iniziò a disegnarne un secondo, poi un terzo, poi un quarto e poi un quin to, sempre più velocemente, finché l'intera lavagna a quattro tavole ne fu interamente ricoperta. Il diret tore non seppe come interpretare il gesto del giova ne collega, ma sull'istante non intervenne. Il docen

te non riusciva a fermarsi e iniziò anzi a disegnare i suoi triangoli anche sulla parete accanto, sempre più velocemente, mentre i ragazzi iniziavano a ridere e il direttore ad essere preoccupato. L'Osso non la finiva

più. Continuava a disegnare dei triangoli sulle pare ti: triangoli acutangoli, isosceli, equilateri, mentre le sue spalle ruotavano furiosamente in avanti e poi in dietro, in avanti e ancora indietro, finché le risate dei

miei compagni riempirono tutto il locale e il direttore si avvicinò al collega, cercando di convincerlo a smet tere. Ma lui non la smetteva, anzi, continuava sem pre più veloce. Si muoveva a scatti, come una mario

netta. Allora il tutor gli afferrò un braccio e cercò di bloccarne i movimenti, ma l'Osso non mollò facilmen

te la presa dei suoi attrezzi di lavoro fino a quando il direttore non gli si gettò sopra e lo schiacciò a ter ra, strappandogli di mano i suoi strumenti geometri

ci, tra le risa di tutti gli allievi della mia classe.

16


Settimana scorsa, invece, feci una magia al nostro

professore di storia. Felice del Santo detto II Mar chese.

Da mesi ormai ci stava raccontando delle battaglie che tennero i crociati di Venezia a Gerusalemme per liberare un tempio. Anche settimana scorsa iniziò con

le seguenti parole: -Oggi vi parlerò dell'assalto alle mura di Gerusa lemme.

Ma noi sapevano già che iniziare una lezione in quel modo significava ascoltare tutto dei crociati tranne l'assalto alle mura di Gerusalemme. Allora mi alzai in

piedi e chiesi al Marchese: -Mi scusi, vorremmo che lei ci spiegasse l'assalto in modo diverso...

-Come vorresti che trattassi il tema, Andrea? - chie se confuso il professore. -In modo più diretto... -Non capisco... - rispose ancora più confuso il Mar chese.

-In questo modo: Motto Balocco!

Si fece silenzio nell'aula e il docente si guardò intorno in modo nervoso, cercando non si sa bene cosa. Ebbe inizio la magia. D'un tratto il Marchese si scagliò contro una parete e

ne strappò una lunga riga in plastica (per le costru zioni geometriche alla lavagna) e se la infilò sotto il braccio come una lunga lancia. Poi staccò dalle pareti anche un cartellone pubblicitario che gli servì da scu do e un vaso da fiori che rovesciò al suolo e si mise in 17



testa come elmo. Salì con un salto sulla cattedra e ini

ziò a gridare: -Avanti soldati! Seguite il vostro capitano! Ci alzammo tutti in piedi e ci avvicinammo eccitati al Marchese che era diventato rosso in volto come una mela matura. -Ecco qui le mura della città di Gerusalemme! - gri dò ancora. - Dobbiamo creare una breccia ed entrare

nella città! Iniziammo ad applaudire il suo discorso e a staccare dalle pareti ciò che trovavamo per armarci come lui. -La resistenza sarà durissima, ma con l'aiuto di Dio

noi riusciremo a conquistare la Santa Città di Gerusa lemme! Avanti Soldati! Saltò giù dalla cattedra e si mise davanti a noi come un vero guerriero e capo. Alzò la riga al cielo come se fosse una vera lancia e ordinò l'attacco. -All'attacco!

Iniziammo a ridere e a spingerci verso la parete di fondo con le nostre lance e spade pronte per un im maginario assalto alle mura di Gerusalemme, ma giunti in fondo ci fermammo, non sapendo bene cosa fare. -Ritirata! - chiamò allora il comandante. Ritornammo attorno al nostro capo. -La resistenza è superiore a ciò che immaginavo. Ma non dovete temere, miei soldati, riusciremo ad abbat

tere le mura della città. Detto ciò si mise davanti a noi in posizione di attacco. -Vi mostrerò io come fare! 19




Prese la rincorsa e si mise a correre forte verso la pa

rete di fondo dell'aula e allora capii che vi avrebbe sbattuto contro la testa e sarebbe finito a terra sve nuto. Mentre correva come un pazzo, mi arrampicai

sulla sua cattedra e gridai: -No, mio capitano, non è questo il modo!

Il Marchese, vestito buffissimamente da capitano dei crociati, si fermò appena in tempo e andò a colpire leggermente la parete di fondo che lo ributtò indie tro come un elastico. Ritornò sconfitto alla cattedra. -L'impresa è fallita. Ma domani continueremo la no

stra battaglia. Depose le armi e ci invitò a fare lo stesso, proprio mentre la campanella della pausa aveva iniziato a suonare.

Mio nonno mi sussurrava sempre che le magie sono come semi che devono crescere in un terreno adat to, con molta luce e giusta acqua, altrimenti appas sirebbero. Aveva ragione lui. Per questo motivo ho deciso di usare poco le mie magie, e solo negli am bienti di classe, per sistemare alcune lezioni poco mo tivanti. In fondo, io non sono uno stregone, sono solo un ra

gazzo di dodici anni che si chiama Andrea Bonanima, detto II Balocco, che ha il dono dei Motti Baloc chi, che permettono di animare le lezioni e di impa rare in modo del tutto nuovo e divertente.

22




L'autore Sono un giovane docente di italiano e storia che lavora presso le scuole medie di Roveredo GR. Sono nato nel 1975 a Locamo, ma da sempre vivo in Valle Mesolcina, a Lostallo. Ho terminato gli studi in Letteratura italiana a Friburgo nel 2001. Sin da piccolo ho coltivato il piacere della let tura e anche della scrittura. Ho pubblicato un paio di libri di poesie (Sentieri umani e Un destino, una nostalgia) e di racconti (II boia e l'arcobaleno) e due commedie teatrali che ho già messo in scena per il pubblico. Nel 2005 ho infatti fondato una Compagnia di teatro, chiamata Siparios, che comprende una quindicina di persone, grandi e piccole. Per informazioni supplementari mi trovate sul mio sito: www.gmottis.ch

L'illustratore Adriano Crivelli alterna l'attività di grafico, illustratore e pubblicista a quella di disegna tore umorista o cartoonist. In questo cam po collabora con giornali e periodici svizzeri. Ha pubblicato tre libri di disegni umoristici e uno (Croquis di viaggio) di disegni dal vero sui viaggi intrapresi nel Sud-Est asiatico negli anni 1981-2005. Ha illustrato i libretti ESG intitolati Gamundombelé (N. 2100); Lo spaventapasseri (N. 2117); Un cucciolo a Pompei (N. 2155); Fotografando (N. 2191); Grida! Corri! Scappa! (N. 2224) e partecipato a numero se esposizioni e rassegne dedicate al disegno umoristico. Ha pure realizzato vignette per la Televisione Svizzera di lingua italiana, ora RSI, destinate alla rubrica Intranoi. Da alcuni mesi il settimanale Ticinosette, l'inserto speciale dei quattro maggiori quo tidiani ticinesi, ospita sue vignette su temi d'attualità.


Edizioni Svizzere per la GioventĂš www.sjw.ch E-Mail: office@sjw.ch

Gerry Mottis, Adriano Crivelli

Serie: Racconti

Motto Balocco

da 9 anni

In fondo, io non sono uno stregone, sono

solo un ragazzo di dodici anni che si chiama Andrea Buonanima, detto "II Balocco",

che ha il dono dei "Motti Balocchi", che permettono di animare le lezioni e di imparare in modo del tutto nuovo e divertente.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.