N 2240 - * • 3
t*^
Claudio Origoni Illustrazioni di Alexandre Barbey
Si sentì anche molto felice, perché è molto bello quando qualcuno d dice qualcosa di noi e di come siamo: d sentiamo subito me glio, d sentiamo, come dire, più •*. definiti, e quindi meno soli!
Paola Mastrocola
Edizioni Svizzere per la Gioventù N,2240
Claudio Origoni Illustrazioni di Alexandre Barbey
Ugo Bau diario di un cucciolo
Ugo Primo Reginaldo della Roccia, discendente per linea pa terna di Reginaldo Carpenny Chevalier, già campione sviz zero, è arrivato nella sua nuova casa oggi pomeriggio, verso le sei di sera.
Ugo è un cucciolo di labrador color champagne. Meglio: color caffelatte, o giallo crema, come recita il certificato vete rinario.
Il piccolo Ugo, ultimo nato di una cucciolata di sette labradorini, ha appena compiuto due mesi. Per la precisione è nato il 17 gennaio del 2000 a Gallarate (Varese), nell'alle vamento della Roccia, da cui il suo cognome provvisorio.
Segno zodiacale di Ugo, Capricorno; e quindi, come dice l'oroscopo, naturalmente dotato di spirito critico, vivacità intellettuale e senso del dovere. (Ma varrà per i cani ciò che vale per gli uomini?) Appena lasciato Ubero in giardino affinchè recuperasse i di sagi del viaggio (in macchina il cucciolo ha vomitato più volte), Ugo si è sbaffato una decina di timide pratoline; poi ha reciso con precisione chirurgica tre narcisi.
Speriamo che domani non se la prenda con la magnolia stel lata o con i rododendri che ancora devono fiorire. Sarà un figlio dei fiori1 questo cucciolo di labrador? Silenzioso e muto come una nuvola, e altrettanto volubile,
Ugo attraversa in lungo e in largo il giardino. Ogni tanto ferma la zampa destra a mezz'aria, sospende il passo e si blocca. Osserva qualcosa con grande ammirazione e con im
pegno. Sarà uno spirito contemplativo? Sarà un sognatore? No. Io credo che semplicemente e a modo suo rifletta, come starebbero a indicare le due rughe verticali che si formano sulla sua fronte.
La notte Ugo dorme, seppur con qualche interruzione. Se
tendi l'orecchio lo senti muoversi guardingo sul cotto del pavimento. Ogni tanto ci mette anche qualche pattinatina. Forse sta esplorando la sua nuova casa. Me lo immagino,
il naso basso e largo, a sfiorare le piastrelle del pavimento avanti e indietro, sistematicamente, come fosse un aspira polvere.
Dopo la colazione tento invano di portare Ugo sul prato perché faccia i suoi bisogni. Niente da fare, anche perché, di qualcosa si è già liberato nottetempo. C'è una pozzetta colorata, che mi insospettisce assai, proprio sotto il tavolo del salotto.
1 II discorso è ironico perché i figli dei fiori, chiamati anche hippies, avevano con i fiori un rapporto ben diverso da quello che ha Ugo. I fiori, per gli hippies, erano il simbolo del pacifismo e delle battaglie non violente condotte dai giovani di tutto il mondo occidentale contro la società dei consumi all'insegna del motto Peace&Love (Pace e Amore), negli anni 1965-1970.
10 Mattina libera. Decido di portar fuori il piccolo Ugo. Collare, guinzaglio e ... partiamo. Andiamo a passeggio.
Appena di là dal fiume, sul sentiero per il Centro Sportivo, lo libero. Pericoli non ce ne sono, all'apparenza.
Ugo sosta sul bordo di una pozzanghera e vi si specchia. Nella pozzanghera c'è un bel pezzo di cielo di un azzurro squillante. Si direbbe che sia stupito: dell'azzurro, intendo. I cani, si sa, sono naturalmente portati a guardare per terra.
Speriamo che non si monti troppo la testa2.
Durante la passeggiata del lunedì Ugo si ferma; si tende, alza la testa e, tartufo3 all'erta, odora freneticamente. -Che cosa senti? - gli chiedo.
-Una folla di animali selvatici, - sembra rispondere il pic colo Ugo. In effetti, il bosco, la radura e il lungo fiume sono luoghi di passaggio di molte specie animali. Di certo ci sono rospi, ricci e scoiattoli.
Sarà passata anche comare Volpe? chiedo a me stes so tornando a casa.
2A forza di [...] scrutare le profondità celesti che si levano sopra di noi, agli uomini [...] gira la testa: perdono il controllo, si staccano, o vorreb bero staccarsi, da terra [...]. Del resto, si dice comunemente [...]: 'mon tarsi la testa'; oppure: 'avere la testa fra le nuvole. (Cfr. Alberto Asor Rosa, Storie di animali e altri viventi, Einaudi, 2005, p.108.) 3Così si chiama la punta del naso dei cani.
n\JU
Alle dieci, dieci e un quarto, vado alla pozza del fiume, su, al Centro Sportivo. La pozza sta diventando una meta quoti
diana. Sciolgo dal guinzaglio il piccolo Ugo che se ne va sco dinzolando felice all'ombra dei tigli. Ogni tanto lo richiamo, ma non solo non risponde, proprio non ascolta.
Ugo va benissimo come nome. Quando lo richiamo fi suo nome suona quasi come una esclamazione: Uh-go!.
Pensate se si fosse chiamato Reginaldo (che pure è il suo terzo nome) o, che so?, Massimiliano.
Ugo si chiama Ugo, non ci piove. Ma i suoi nomi si moltiplicano con il passare dei giorni. Si chiama Reginaldo se puntiamo sul pedigree4, Ugo di nome e Bau di cognome, come dice mia figlia, Camilo (con una sola 1) per il vicino, o Sciabala, da sciabafin, per il suo modo sconnesso di correre (che nel dialetto del Mendrisiotto vuoi dire ha le gambe storte), Popi per la mamma, Ciampi (il Presidente della Repubblica italiana) per le soprac ciglia apparentemente selvagge ma coltivate, alla Elio delle Storie tese, Humphrey (Bogart) per il suo sguardo da gigolò, un po' assassino e un po' vittima, Ugopadugo o Sbrodolo,
cioè pasticcione, quando mangia, e Ridarello5 quando eva cua, per il modo discreto che ha di liberarsi dei suoi prodotti intestinali. (Dimenticavo: si chiama anche Puzzole dopo le sue nuotate o al rientro dalle passeggiate sotto la pioggia, e, per finire, Ugocementit, per il suo vezzo di stare sempre
appiccicato alle gambe.)
4Pedigree (leggi pedigri): il certificato che prova i rapporti di parentela, la discendenza, di un animale di razza. 5II nome Ridarello viene dai Ridarelli, piccole creature millenarie protagoniste di un libro di Roddy Doyle, // trattamento Ridarelli (Salani), sempre pronte a difendere i bambini in modi assai sorprendenti dalle prepotenze degli adulti.
Ugo marca presenza ovunque. Cioè fa disastri dappertutto. Che poi sono effetti secondari, o conseguenze, deila sua sof ferta sindrome abbandonica6. 6 Si chiama sindrome abbandonica la tendenza a perdersi d'animo, a demoralizzarsi, quando si rimane anche soltanto momentaneamente soli.
Azzanna tutto ciò che gli capita a tiro. Non solo. Gioca,
diciamo così, ma sarebbe più corretto dire dichiara guerra a tutto ciò che oppone resistenza: il sacchetto odoroso di la vanda, la stoffa tesa del divano, il tappeto pesante e il solido bracciolo della sedia svedese dell'Ikea. In questi giorni Ugo è in preda a un attivismo sfrenato. E se fosse per la sua dieta troppo ricca di calorie? Vuoi vede re che si può applicare a Ugo ciò che si diceva degli uomini nell'Ottocento7?
A proposito, Ugo segue la linea Eukanuba, un famo so alimento per cani; adesso è al baby sacco rosato. Ma integra, diciamo. Nel senso che, oltre alle sue crocchet te, mangia di tutto e in continuazione. È un cane goloso, Ugo, e vorace come un coccodrillo. Mangia salame e pane,
formaggio e frutta, e cioè mele e pere e anche agrumi: arance soprattutto. (Ancora non prende il caffè, ma poco ci manca.)
7 Scrisse il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach alla metà dell'Ottocento: Der Mensch ist, was er isst: l'uomo è ciò che mangia. In altre parole: io
dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei.
Primavera calda. Mentre cala la notte, sul sentiero del bosco appaiono le prime lucciole. Ugo si ingoia una lucciola e, per poco, s'illumina d'immenso8.
La coda ritta come un'antenna mobile, le orecchie a ripulire il terreno, il passo leggero e zigzagante, Ugo si direbbe un soldato delle truppe di trasmissione9. Gli manca solo la tuta mimetica e una situazione di guerra. (Inventata, natural mente.
8Versi della famosissima poesia Mattina di Giuseppe Ungaretti (1888 - 1970). Dice la poesia: M'illumino/d'immenso. Il sole del mattino, che cancella i confini tra cielo e mare, da al poeta, per un attimo, il senso dell'infinito; cosĂŹ fa la lucciola, che sospende per un momento il buio della notte. 9Soldati che si occupano dei collegamenti radio fra le truppe. Essi si spostano sul terreno con le radio ricetrasmittenti in spalla, provvisti di lunghissime antenne.
il
IO Ugo è un riassunto del regno animale. È un lattonzolo, e cioè un maiale di latte, quando mette in mostra la sua pan cia rosata; una lepre per le cosce e un vampiro quando, steso a pancia in su, gli si scoprono involontariamente i canini. Ma forse Ugo è solo - si fa per dire — un coniglio marinaro10.
In questi giorni sta allestendo con impegno, o forse soltanto per istinto, una sua certa cartoteca mentale che, contrariamente a ciò che succedeva al cane Leo, innamorato delle nuvole, è soprattutto terrena, orizzontale11.
Zi l^a^\p^> La domenica si vanno a prendere i giornali all'edicola di Saitrio, appena al di là della frontiera con l'Italia. Formalmente è espatrio clandestino12, ma Ugo non lo sa. Diciamo che non lo sa nessuno. Né le guardie svizzere né i finanzieri italiani, che non gli hanno mai chiesto i documenti. Ugo apprezza la passeggiata a Saltrio, generalmente. Ma sta mattina non riesco a convincerlo a partire. È indaffaratissimo a ispezionare il giardino, il muso sul prato come fosse un tosaerba.
Chi sarà mai passato sul tappeto erboso di casa? Una talpa, la faina che vive sull'argine del Gaggiolo, un gatto esploratore? 10È un'invenzione scherzosa. La sola creatura mannara è il famoso lupo delle favole. Potrà mai esistere un coniglio mannaro? 11Leo è il protagonista del Giramondo di Christine Nostlinger (Nuove Edizioni Romane), un simpatico cane viaggiatore dotato di un'infinita bontà d'animo. Leo aveva l'abitudine di osservare molto ciò che lo cir condava. Spesso guardava verso l'alto, sdraiandosi ad ammirare il cielo e i movimenti delle nuvole, per arricchire, come diceva lui, una certa sua raccolta di immagini chiamata cartoteca mentale. 12Si chiama espatrio clandestino il superamento della linea di frontiera 12
senza il passaporto o la carta d'identità.
Mercoledì pomeriggio sono libero dal lavoro. Oggi è giorno di vento. Soffia prepotente la tramontana. Ugo svolazza - si
fa per dire - con la stessa leggerezza di una farfalla. Annusa il vento, si mette in bocca un sasso, aguzza i denti nella pol
pa molle di un pezzo di legno trovato sul cammino. Tutto questo, per il piccolo Ugo, è una gran felicità. Ma felicità, per Ugo Bau, è anche scorticare un ramo di sambuco, non temere la foglia secca che si muove sinistra e che da lontano sembra la famosa mano della strega13, scen
dere al fiume per immergersi nell'acqua fino alla pancia. Felicità è scavare nel ghiaietto del viale fino a cancel larsi il nero del tartufo. Felicità è mozzare fi capo alla pratolina, mandare al tappeto il narciso.
Felicità è interrogarsi sotto il ciliegio, correre al richia mo con le orecchie che ballano al ritmo di una sgangherata milonga14.
Felicità è spaccare i rami secchi del frassino dando una mano al vento, che pota il grande albero come fosse un giar diniere.
13Vedi l'album di Utton Peter, La mano della strega (Piccoli) 14Danza popolare sudamericana.13
2^ Siamo sulla Costa Azzurra, ad Antibes. Qui è estate, malgra do sia solo la fine di maggio. Ugo alterna lunghe passeggiate nel Parco Vaugrenier, dove trova tanti amici, a rapide incursioni sul lungomare,
dove a volte ingoia qualche boccata di acqua salmastra con pesanti conseguenze sul piano intestinale.
14
•
Nel parco Ugo gioca a cuor leggero con ogni tipo di simi le. Gli capita anche di mettersi in gara, senza nessun senso della misura, con levrieri che sono in grado di correre, così, a occhio e croce, a una velocità di settanta chilometri ora-
ri. Queste corse sconsiderate gli fanno passare pomeriggi di riposo assoluto, la pancia all'aria e il rantolo in gola, sul
divano letto dell'appartamento affittato, con profìtto zero sulla formidabile vista mare che il luogo offre. Come dire che Ugo non può apprezzare il panorama che si gode dal balcone dell'appartamento. Sicché non vede proprio niente: né il Fort Carré né Nizza né la Promenade des Anglais. Che peccato!
15
Sulla Costa Azzurra ho composto una poesia per Ugo. La
poesia si intitola Ugo e il mare ed è nata per imitazione giocosa dalle Ali del gatto di Giuliano Zincone. Se porto al mare un cane
di montagna lui cammina indaffarato e senza pace.
Smuove i ciotoli con la zampa fĂŹssa, odora, saggia l'onda:
non è il cane che abitava il giardino delle pratoline. Abbaia cattivo o parla di gola da Ugo soddisfatto. Va e torna dal bagnasciuga come la rondine dal nido e mi ricorda quando avevo in testa l'Annamaria, il tango e la voglia di cambiare il mondo.
Oggi pomeriggio Ugo, in mia assenza, ha sbriciolato La vita segreta degli animali di Giorgio Celli. Ha scelto questo volume tra una ventina di libri che stavano sul tavolino pieghevole del salotto. Che cosa pensava di trovarci? Librofago (letteralmente mangiatore di libri), che sa di aver fatto un gesto disdicevole, Ugo mi gira alla larga e mi guarda dal sotto in su nel tentativo di muovermi a compas sione. O è solo per via di quelle due rughe verticali che si
16
stampano tra le sue sopracciglia? Punirlo? Come si fa a punire chi distrugge un libro? Biso gnerebbe punire chi li pubblica, i libri. Sono troppi, come qualcuno ha detto. (Con buona pace dell'illustre professor Celli.)
BIBLI^TECAP A C M A
Ugo percorre senza meta il prato delle erbe alte. Il suo anda
re si indovina dalla coda che appare e scompare tra le erbe come fosse il pennacchio di una canna da stagno.
17
D'estate, a volte, muoiono gli amici. Cade oggi l'anniversa
rio della morte di un caro amico, scomparso nell'agosto di dieci anni fa, ma Ugo non può saperlo. Lui è arrivato dopo.
Ugo non ha paura del temporale, per ora. Forse solo perché ancora non ne ha coscienza.
Affascinati dallo spettacolo pirotecnico di fulmini e saette, Ugo Bau ed io guardiamo e ascoltiamo lo scatenarsi dell'acquazzone sotto il tetto vetrato del giardino d'inverno, il cucciolo accucciato sui miei piedi.
II piccolo Ugo al ga doss cifèla. Ha addosso ul cifurell, come si dice nel dialetto del Mendrisiotto, il che significa che è in preda a diffusa agitazione. Oggi ha varcato i confini del giardino passando attra verso un buco della siepe. Se n'è andato al fiume, dice lui,
ma io dubito che sia entrato nelle acque stagnanti del bio topo della Clinica, dove si muovono appena certi pesci rossi
ubriachi. Accanto alla Clinica vivono due suoi amiconi: la Tuscia, che è della sua stessa razza, e un cagnolino stizzoso
col quale si mette sempre e molto volentieri in guerra. È tornato al fischio di richiamo, Ugo. Ugo torna sempre. Ma stavolta non potrà contarmi storie. Non perché gli si allunghi il naso, ma perché dovrebbe almeno asciugarsi il pelo. Brut to maldestro di un piccolo Pinocchio da strapazzo qual è! i8Occorrerà tappare il buco della siepe. Ma come?
Ogni tanto Ugo si allunga a dismisura spingendo sulle zam pe posteriori. Apparentemente si stira. In realtĂ si tende.
Tende il muso allo spasimo e fa gli occhi a fessura. Si direbbe che stia facendo ginnastica da camera.
Che cosa ci sarĂ di tanto attraente neli'aria da fargii vibrare cosĂŹ intensamente il tartufo?
19
Le passeggiate di Ugo sono indaffaratissime. Probabilmente non è uno spirito contemplativo, un sognatore, come avevo
pensato. Ora si ferma ora si lancia: davanti, di lato, e poi ritorna sui suoi passi. Recupera tronchi, rami e sassi piatti e li porta ai miei piedi: non per niente è un retriver, detto all'inglese, e cioè - letteralmente - un cane da riporto. Certo
si aspetta gratifiche che non posso dargli, senza che questo abbia minimamente a influire sul suo rendimento. Alla pozza del fiume fa il suo bagno quotidiano galleg giando mollemente sulla superficie dell'acqua come fosse un cuscino gonfiabile.
II vocabolario di Ugo Bau a quasi un anno di vita si è allar gato. Ora riconosce:
Andiamo! (con le varianti Andiamo di sotto, Andia mo in balcone; Andiamo dal Kubi, il cane del vicino; Andiamo a spasso) Pappa Pallina (varianti: Cerca la pallina, su!, Dov'è la palli na?, Porta la pallina!) Zampa! (con la doppia possibilità di alzare alternativa mente la zampa destra e la sinistra, su richiesta) Giù!, Giù tutto! (cioè Sdraiato!) Gira! (nel senso di Gira su te stesso!) Ocio! (e cioè: Scostati, per favore!)
20
Bacino! (piccolo bacio o leccatina mordi e fuggì) Gnamgnam (il soprannome della zia generosa) Kubi (il nome, come già detto, del pastore tedesco del vicino)
In questi giorni Ugo sta cominciando a studiare le tabelline ma il suo profitto è scarso, per ora. In compenso riconosce
il numero tre: se gli dici Abbaia tre volte! non sbaglia un colpo.
21
Ugo torna dalle sue incursioni in giardino dove svolge an che funzioni di severo cane da guardia, si fa per dire. Sta migliorando. Ora non si limita piĂš a mangiare fiori. Torna con l'aria di uno che ha sventato una rapina, un attenta to, un'invasione. Pare che dica: Sistemato! Sistemati tutti!
Gliene ho detto quattro a quei villani! Bravo Ugo! Complimenti!
I ventacci della notte hanno definitivamente spogliato il liquidambar, la pianta esotica del giardino che l'autunno co lora di giallo, di rosso e di viola. Ai piedi dell'albero c'è un tappeto variopinto che sembra opera di un pittore. Resistono sul ciliegio una decina di foglie raggrinzite e stanche. Sono stupito. E Ugo con me.
22
Ugo ama la ripetizione. È come un bambino. Forse la cosa lo rassicura.
Gli piace specialmente rifare la stessa strada, lo stesso tragitto del bosco, in direzione della pozza. Caldo o freddo che sia il giorno o la stagione, la passeg giata al fiume è una favola bella15.
Si avvicina il Natale. Ci sarà un gesubambino anche per Ugo? Che cosa gli porterà mai il Natale? Una bandana, un osso gigantesco avvolto nella carta stagnola, una pallina co lorata o una nuova ciotola?
Si vedrà. Intanto dovrà meritarselo, il regalo, dice la sua mamma.
15 La passeggiata è rassicurante come una buona favola perché prevede il ritorno a casa e un lieto fine, che per Ugo si chiama pappa.23
Ugo a volte sogna nella poltrona svedese che è diventata il suo giaciglio. Sogna soprattutto negli scuri pomeriggi d'inverno, o forse pensa. Ma non ride se non con la coda. I cani, general mente, non ridono.
A volte si sveglia, si sposta fino al finestrone che da sul fiume e guarda con impegno.
Ăˆ allora che la mamma gli dice con fare di rimprovero: Cane alla finestra, cane senza testa! Ma lui non si scom pone.
24
Ugo sta attraversando un periodo di turbolenze. Oggi ha quasi completato la distruzione della sua poltrona svedese. Il regalo di Natale sarĂ obbligatoriamente una cestaletto.
Ha anche fatto a brandelli due libri: Non mi piace il fatto che sei bella (gelosia?) e Le galline pensierose di Luigi Malerba (invidia?). Che cosa gli sarĂ rimasto in testa di queste due letture? Niente. Impossibile dare una risposta alle do mande.
25
Quando il salotto è troppo caldo, Ugo si stende lungo e tira to parallelamente al battiscopa16 della parete settentrionale della casa. A suo modo Ugo Bau è una bussola che indica il nord con più o meno buona approssimazione.
Le zampe all'aria appoggiate al muro, Ugo sembra un cuscino. Al che la mamma gli chiede: E se non ci fosse il muro, come faresti a dormire?^^
Tra poco Ugo Bau compie un anno.
In questi giorni ha avuto delle precoci avventure ga lanti. Pare si sia innamorato della Gina. Amore a prima vista
per una labrador, la Gina appunto, di Besazio. L'elegante labrador femmina transita ogni mattina da vanti a casa insieme alla gemella Luna. Per me sono indi stinguibili, ma lui invece riconosce la Gina a prima vista. Sarà per il colore del collare? Chi ha detto che l'amore è cieco?f
26
16 battiscopa: parola composta di battere (durante la pulizia) e scopa. Fascia di legno, pietra o altro che nell'italiano regionale si chiama zoccolino e che corre in basso, lungo le pareti della stanza, a protezione del muro.
^^ d'CLma\o\aju
In un anno Ugo ha distrutto: una spazzola per il pelo uno scopino per le pulizie di casa, risparmiando la paletta una ventina di bottiglie di pet tre tappeti tipo stuoino una poltrona e una cesta-letto
quattro palline un numero imprecisato di sottovasi di plastica un sandalo femminile due pantofole spaiate tre libri un cannello della fontana del giardino con annesso rac cordo quattro metri circa di battiscopa di legno altrettanti di coprifili, nell'atrio di casa, e cioè quattro metri di quelle liste che nascondono la congiunzione tra i pannelli di legno che coprono i muri una decina di piccoli asciugamani passati dallo stato originario alla funzione di oggetti transizionali17 una serie intera di cartoline di amici tre guinzagli due collari uno zerbino
17 Si veda la famosa coperta di Linus che, come l'orsetto o il ciuccio per i bambini, compensa spesso l'assenza della mamma.27
Ma ha anche aperto un oblò nella porta di compensato mes sa sulla scala a impedirne il transito. Ha tranciato il tubo di gomma del giardino per l'annaffiatura dei fiori. Due volte. Ha reciso il cavo dell'antenna televisiva. Ha scavato pro
fondamente la pancia del divano e ha approfondito il suo interesse per i piedi di ogni tipo di mobilio. Ha sterminato un buon numero di metafore gentili come sbrodolo (per la sua consuetudine di sporcarsi a ogni pasto) e ridarello (che sta anche per creatura felice), ma ha dimostrato - e di mostra - di essere il cane piÚ affettuoso e piÚ coccolone del paese. Perciò gli vogliamo tutti un bene sconsiderato.
28
Biografìa dell'autore... Ho insegnato per trentacinque anni nella scuola media. Ho gestito una libreria. Ho letto e continuo a leggere molto e di tutto. Mi piacciono i libri per l'infanzia e mi piace scriverne come faccio da anni sul Corriere del Ticino. La divorante passione per la lettura mi ha portato a curare dapprima le pagine ticinesi di Strategie. Materiali e moduli di lavoro per l'educazione linguistica, 3 voi. (Cetem) e a pub blicare poi, insieme con Federico Martinoni, due raccolte di testi per la scuola elementare: Trova tempo, dedicato alla prosa, e Tempo di poesia (Salvioni). Mi piace misurarmi con la scrittura. Come ha detto Peter Bichsel, è una cosa che prima o poi succede a chi legge. L'ho fatto anche con Filastrocche col cappello, La luna di Zora e Occhio tenero e cuore matto, tre libretti pubblicati dalle ESG. ... e dell'illustratore Attualmente corresponsabile dello studio Variante di Bellinzona, residente in Ticino dal 1998, l'autore delle illustrazioni di Ugo Bao è un grafico di origini ginevrine. Occupandosi di comunicazione visiva, Alexandre Barbey si confronta ogni giorno con testi e parole, ma coltiva da sempre la passione per il disegno, con una predilezione per l'acquerello. Ciò che conferisce ai suoi lavori una particolare freschezza, spesso arricchita dal valore aggiunto di una fine e pregevole ironia.
Ugo Bau diario di un cucciolo di Claudio Origoni Illustrazioni di Alexandre Barbey Serie: diari da 9 anni
Piccoli d'uomo e cuccioli di cane si assomigliano. Mangiano, dormono parecchio - ne hanno bisogno - e giocano. Con passione e impegno, addentando
tutto ciò che capita loro a tiro. I segni della crescita di Ugo Bau sono ovunque. Ma oggi il cucciolo è diventato un cane adulto, responsabile e pieno di risorse. La sua crescita è durata un anno.
Le pagine di questo libretto, nate dall'esperienza diretta di chi scrive, vogliono testimoniare l'impegno (e il piacere) che comporta l'allevamento di un cucciolo di cane.
Edizioni Svizzere per la Gioventù www.sjw.ch E-Mail: office@sjw.ch