Free Time Giugno Settembre 2009

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Il nostro territorio gronda di bellezze naturali e artistiche. E tu pensi di conoscelo a fondo???


IL RISULTATO DELLA CONOSCENZA Verso la metà degli anni ’80, quando anche la gioielleria veniva coinvolta dalle tendenze della moda ed era ancora difficile trovare uno stile che si allineasse al gusto del momento e che risultasse nello stesso tempo competitivo, Umberta Nofi, in possesso di un sensibile gusto per la forma e di una molteplicità di stimoli conservati da un’antica tradizione di famiglia, decide di interessarsi alla gioielleria. Lavorando a banchetto per un lungo periodo rimane affascinata dalla duttilità dell’oro, che la spinge a sperimentare i lavori più certosini, come il cesello e lo sbalzo, addentrandosi così in una dimensione dove la materia si piega, come per magia, alla volontà dell’esecutore, assumendo forme plastiche veramente suggestive. Straordinario metallo, l’oro!!! Non solo per il suo apprezzamento intrinseco ma anche per l’estrema malleabilità…. Basti pensare che da un grammo di oro fino è possibile ricavare un filo lungo 3 km. Sorprendente, vero??? Fatta questa straordinaria esperienza, Umberta decide di estendere la sua conoscenza, oltre alle già acquisite caratteristiche del metallo pregiato, anche alle pietre preziose. Frequenta un corso di gemmologia completando così il possesso di quei requisiti indispensabili per un rigoroso e calibrato equilibrio tra idea e materia. Il risultato della conoscenza e dei vari materiali che creano il gioiello, raffinato prodotto di una esperienza approfondita e peculiare, è oggi parte integrante della gioielleria Nolan di Nofi Umberta, la quale intende instaurare con i propri clienti un rapporto di vera professionalità, dove si affacciano elementi che, sfogliando le pagine del passato, recuperano antiche memorie.

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di Umberta Nofi

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... Inizia il viaggio ... IL TERRITORIO

Il territorio pontino occupa una fascia costiera che si estende per circa 120 km. da Torre Astura, a nord, fino al Garigliano, a sud, e si addentra finendo con i caratteristici paesi collinari. La zona è straordinariamente variegata, in un misto di mare (con le splendide isole di Ponza, Ventotene e Zannone), di laghi (Lago di Fogliano, lago di Sabaudia, ecc…), di pianura, e di monti (Lepini, Aurunci e Ausoni). La bellezza dei luoghi è stata nel tempo ampiamente testimoniata, dal mondo classico a tutt’oggi, da poeti come Omero, Virgilio, Orazio…fino a Goethe, Pasolini, D’Annunzio… per citarne solo alcuni. Tanti siti inoltre sono stati scelti per il loro irresistibile fascino da gran

di registi come set per i loro film. La densità demografica è abbastanza alta e la popolazione è fra le più frammiste d’Italia, anche e soprattutto per effetto della grande bonifica, l’opera colossale che rese fertile (e fabbricabile) un terreno allora soltanto paludoso e quindi malarico, a cui seguì l’arrivo di migliaia di agricoltori, già esperti nel lavoro dei campi, dall’Emilia, dal Veneto, dal Friuli, dal Trentino, ecc… Un’altra migrazione importante, ma più graduale, si ebbe negli anni sessanta, diretta per lo più al capoluogo e dintorni, richiamata dal lavoro nelle fabbriche che numerose andavano sorgendo in quel periodo. La popolazione è di quasi 540.000 residenti e l’economia si sostiene con l’agricoltura, la pesca, il

terziario, il turismo. Negli ultimi decenni c’è da registrare una forte deindustrializzazione alla stregua dell’andamento nazionale. Latina, il capoluogo, supera i 100.000 abitanti; subito dopo Aprilia sfiora gli 80.000 e a seguire Gaeta, Formia e Terracina con circa 50.000. Il nostro territorio è stato anch’esso meta di una ennesima e consistente immigrazione di extra-comunitari che si è tradotta per lo più in mano d’opera per l’agricoltura e l’edilizia. Come vedremo più avanti sono mille e più i motivi per cui vale la pena dedicare i nostri week-end ad una maggiore e consapevole conoscenza di questa vasta zona clamorosamente ricca sotto ogni aspetto.


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La costa Pontina

LA RIVIERA DI ULISSE

Il tratto di costa, noto con il nome “Riviera di Ulisse”, si estende da Gaeta fino a tutto il litorale pontino ed è un ininterrotto scenario di rara bellezza. Il mar Tirreno qui è solitamente tranquillo e sembra quasi fondersi con l’ambiente circostante. Le spiagge sono larghe e sabbiose e l’immediato entroterra presenta una vegetazione fitta e rigogliosa e campi a produzione agricola. Partendo dal golfo di Gaeta e andando verso sud si costeggia la via Flacca: e subito, a destra, la selvaggia maestosità di costoni a strapiombo e rasenti la strada, e a sinistra il mare con i suoi colori e sapori, perfettamente riconoscibili, in una irripetibile teoria di sequenze spettacolari. In questa lingua di terra i monti Ausoni e Aurunci sembrano quasi spingersi fin dentro l’acqua e diverse scogliere e insenature, immutate nel tempo, esortano la fantasia a ri-

percorrere le gesta dell’eroe omerico. Molte torri lungo il percorso imprimono una cadenza romantica allo sguardo del visitatore. Diverse città sorgono sulla via Appia e sulla Flacca, ognuna con la propria storia e un proprio bagaglio culturale e archeologico. L’ambiente è rimasto essenzialmente integro e la costa è naturalmente protetta da una serie di parchi e riserve dolcemente distesi sui colli fino quasi a sfiorare i fondali marini. Qui la natura si è divertita ad offrire una varietà di spaccati mozzafiato: il golfo di Gaeta, l’incanto di Serapo, la lunga spiaggia di S. Agostino e via giù, passando per la bianca Sperlonga, costeggiando lo splendido tempio di Giove Anxur a Terracina, fino alla meraviglia del promontorio del Circeo e delle dune sabbiose di Sabaudia… siti ben conosciuti e ammirati in tutto il mondo. La storia della Riviera di Ulisse è

così antica da perdersi nella notte dei tempi. Sappiamo poco del periodo preromano: ma il fascino di questo litorale doveva essere il medesimo se Omero lo elesse a scenario ideale per la sua Odissea (vedi lo scontro con i Lestrigoni, l’incontro di Ulisse con la maga Circe, ecc…) Le città della costa erano fiorenti poiché attraversate dalla via Appia che semplificava gli scambi commerciali. Il clima mediterraneo, infine, ha favorito la produzione agricola e la abbondante pescosità del mare e dei laghi. Ottimi vini e olii, qui prodotti, condiscono le tavole di tutta Italia, e non solo. Cosa aspetti?? Qui trovi accoglienza e cordialità. Bungalow, camping, agriturismi e alberghi ti accoglieranno per una indimenticabile, proficua vacanza e per rilassare il corpo e la mente.


La costa Pontina

SPERLONGA

Sperlonga è un piccolo e delizioso Comune di oltre tremila abitanti a una quindicina di chilometri a sud di Terracina. Qui i Romani, nell’epoca imperiale, costruirono numerose ville per il loro otium , ma anche a scopo produttivo. Fra tutte spicca quella di Tiberio, ricavata da una grotta naturale, ampliata e finemente decorata. Il paese si snoda su un piccolo promontorio, alto poche decine di metri, e presenta una parte bassa e una alta. Le tante cavità naturali ne hanno determinato il nome, dal latino speluncae. Nel 1500 fu distrutta da orde di invasori saraceni, e nel 1622 subì un altro scacco dai Turchi: in entrambe le occasioni molti abitanti furono deportati e fatti schiavi. Ma quando di seguito fu ricostruita, la cittadina fu arricchita con eleganti palazzi e chiese. Per la sua particolare posizione e la nitidezza del mare, Sperlonga rappresenta oggi una delle località turistiche più ambite. Il paese vero e proprio si presenta al visitatore in tutti i suoi tipici aspetti: la deliziosa e coloratissima piazzetta, i piccoli

archi, i vicoli che a tratti offrono squarci per l’incantevole panorama sottostante, gli edifici imbiancati che ricordano l’architettura araba. La spiaggia dalla sabbia chiara e fine e l’acqua limpida hanno ricevuto il bollino blu anche nel 2009. Sperlonga era dotata di alcune torri di avvistamento a causa della fragilità della sua posizione: ora dentro il paese resta solo un tronco della torre Maggiore, sul promontorio vero e proprio. Poco distante troviamo la torre del Nibbio e, più

decentrata, quella di Capovento. Nella villa di Tiberio a metà del secolo scorso furono trovati stupendi frammenti scultorei in marmo riproducenti il ciclo di Ulisse e oggi conservati nel museo archeologico del paese. Le belle spiagge, il mare di qualità, la pacatezza del luogo e in genere quella particolare atmosfera che qui si respira fanno di Sperlonga meta di un turismo attento e raffinato.


La costa Pontina

SAN FELICE CIRCEO

qui fece costruire per sè una villa. A cinque minuti di macchina da Immersa nel verde del Parco NaTerracina o da Sabaudia, ecco zionale, a cui da il nome, la cittadiun’altra perla della costiera, San na, subito dopo la bonifica delle paFelice Circeo, con in alto il paese ludi pontine, ha potuto svilupparsi vero e proprio col delizioso centro in fretta divenendo un prestigioso storico, e giù verso il mare la zona centro di villeggiatura. Delizioso è commerciale più recente. Arroccata sulle pendici del suo promontorio spicca Punta Rossa, centro termale specializzato nella talassoterapia con acqua marina calda. Scendendo si possono godere le vedute straordinarie che questo angolo di mare, con il quale termina il golfo di Gaeta, offre allo sguardo. S. Felice fu sicuramente abitata sin dalla preistoria, come i fossili trovati testimoniano. Fu molto apprezzata dai Romani che la elessero a luogo di riposo: lo stesso Nerone

stile confort eleganza

il porticciolo nel quale, oltre ai soliti pescherecci, vediamo “parcheggiati” yacht di ogni forma e dimensione. La pesca è ancora la principale fonte dell’economia locale, assieme al turismo e al commercio.

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SABAUDIA

La costa Pontina

Sabaudia è una cittadina nuova, fondata in epoca fascista (1933) e conta quasi 20.000 abitanti. Si adagia su un territorio pianeggiante, con aree forestali all’interno e il lago di Paola a due passi dal mare; mentre il lago di Caprolace lo troviamo qualche chilometro più a

sud. Il clima e le caratteristiche del terreno hanno agevolato il costituirsi di diverse zone umide. Ancor più Sabaudia si distingue per le dune sabbiose che l’hanno resa famosa. Il centro è ben disposto e l’agglomerato urbano si estende in ampi spazi facendo della città un luogo a misura d’uomo, tranquillo e mai caotico. Nella piazza principale svetta la torre del Comune; poco oltre, la chiesa della Santissima Annunziata sfoggia un bel battistero. Risalenti alla Roma Imperiale sono la villa di Domiziano, di cui si parla di seguito, e la fonte di Lucullo, poi divenuta un impianto termale. L’economia si sostiene col turismo, con l’agricoltura e con i servizi. Particolare importanza riveste il lago di Paola, dove si praticano canoa e canottaggio in un magico scenario, e dove si tengono regate di livello internazionale.

Nascoste dalla vegetazione si possono notare splendide ville, molte delle quali costruite negli anni ’60 e ’70 secondo il tipico stile dell’epoca. Molti film di successo hanno avuto Sabaudia come set cinematografico. Per la purezza del suo mare (anche quest’anno le è stata assegnata la bandiera blu), per la sabbiosità della spiaggia e per la particolare conformazione urbana che ispira tranquillità, Sabaudia ha attratto negli ultimi decenni importanti esponenti della cultura, del cinema e dello spettacolo in genere. Qui hanno soggiornato a vario titolo poeti come Moravia e Luzi, scrittori come Pasolini e la Maraini e registi come Bertolucci… ma solo per citarne qualcuno.

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La costa Pontina

TORRE ASTURA

Torre Astura è una bellissima torre fortificata, imponente esempio di architettura militare, e si trova sulla strada provinciale Acciarella, che da Latina porta a Nettuno, poco prima del bosco del Foglino, all’interno della zona più ampia nota come Poligono. Il nome Torre Astura ha finito nel tempo per indicare tutta la località. Il paesaggio è pianeggiante, con

vegetazione rada e bassa, caratteristica della macchia mediterranea: ma non mancano elementi boschivi di leccio e sughera, e tratti di pinete secolari. La torre vera e propria sorge su un’area occupata in passato da un porto romano. Fu edificata nel 1193 dai Frangipane come fortezza, affinché costituisse un baluardo contro una eventuale aggressione dal mare dei Saraceni. L’edificio giace nell’acqua ed è collegato alla terraferma da un bel ponte in arcate. Nell’area subito adiacente c’è una pineta all’interno della quale scorre il fiume Astura. Negli immediati dintorni si possono ancora notare grandi vasche per la ittocoltura, quasi sicuramente risalenti all’epoca romana. Corradino di Svevia, dopo la di-

sfatta di Tagliacozzo, si rifugiò nella torre, ma fu snidato da Giovanni Frangipane e consegnato a Carlo d’Angiò che lo fece giustiziare. Dopo i Frangipane, la torre e tutta la tenuta passarono ai Caetani, poi agli Orsini e infine ai Colonna che procedettero ad un profondo rifacimento dando alla zona l’aspetto che ancor oggi mantiene. A fine ottocento tutta la fortezza fu visitata dal D’Annunzio che, ammirato, ne fece una romantica e poetica descrizione. La magia di questo sito ha rappresentato un suggestivo richiamo per il cinema d’autore e molti film sono stati qui girati, persino capolavori come il “Pinocchio” televisivo e “Brancaleone alle Crociate”.

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Natura e ambiente

IL PARCO DEL CIRCEO

Situato lungo la costa tirrenica, il Parco Nazionale del Circeo copre una superficie di 8500 ettari, si estende da Anzio a Terracina ed è l’unico in Italia che si sviluppa su un terreno pianeggiante e in un habitat marino. L’ UNESCO, per le sue pregevoli peculiarità, lo ha eletto a riserva della biosfera. Oggi lo si può suddividere in cinque zone ben definite. Innanzitutto LA FORESTA, ex selva di Terracina, ossia un ecosistema vario e fitto. Qui troviamo le piscine, piccole paludi che si formano nella stagione delle piogge e le lestre, aree nelle quali venivano costruiti villaggi temporanei. Nella foresta esistono sentieri percorribili a piedi o in bicicletta e si possono notare diverse specie vegetali mediterranee. Altro settore del parco è il PROMONTORIO DEL CIRCEO, un massiccio di origine calcarea. Ed è proprio qui che prese corso il mito della maga Circe che accolse Ulisse e i suoi compagni per un anno. I due versanti del promontorio sono conosciuti come quarto caldo e quarto freddo. La zona presenta una vegetazione rupestre, e straordinaria è la crescita spontanea della palma nana, unica in Europa. Alla base del colle numerose e bellissime grotte attirano l’interesse di geologi e speleologi: in una di queste fu rinvenuto il cranio di un uomo di Neanderthal. Altra zona è la DUNA DEL LITORALE, ossia una fascia di sabbia

lunga una ventina di chilometri che da Torre Paola, alle falde del Circeo, giunge fino a Capoportiere, lido di Latina. Qui troviamo solo cespugli e piccole piante, indispensabili per frenare l’azione del vento e ambiente ideale per coleotteri e lucertole, oltre a volpi e tassi. La sabbia è abbondante, e la spiaggia larga nei giorni di primavera invita a salutari passeggiate. In autunno frequenti sono gli stormi di uccelli che spostandosi da un lago all’altro sorvolano l’area con le loro pittoresche formazioni. A protezione dell’ambiente sono state di recente collocate delle passerelle in legno per l’accesso al mare onde evitare il dannoso e continuo calpestìo della vegetazione. Passiamo ora alle ZONE UMIDE, ossia quelle adiacenti ai quattro laghi ( Fogliano, Paola, Caprolace e Monaci ) ossia ciò che rimane delle antiche paludi, collegati

al mare da diversi canali. In questi luoghi è ammessa la pesca, naturalmente compatibile con l’apposita regolamentazione nel rispetto della tutela ambientale. Da pochi decenni anche l’isola di ZANNONE è entrata a far parte del parco. Questo isolotto, totalmente disabitato, è pieno di fitta vegetazione e rappresenta una area di sosta per gli uccelli migratori. I fondali sono limpidi e il paesaggio inalterato presenta motivi di interesse botanico e faunistico. Ginestre, allori, lecci, ecc… colorano il paesaggio assieme a mirti, erica e altre diverse specie. Per eventuali escursioni, è consigliata la visita alla villa di Domiziano, del I sec. a.c., sulla sponda interna del lago di Sabaudia, molto estesa e racchiusa per intero nel tratto denominato Rovine di Circe.


Natura e ambiente

CAMPO SORIANO

Campo Soriano è una straordinaria località dei Monti Ausoni a meno di dieci chilometri da Terracina e con una estensione di mille ettari. Istituita nel 1985, è zona riconosciuta come monumento naturale, tutelata dalla regione Lazio e gestita dai comuni di Terracina e Sonnino. L’area si sviluppa in altura, circa 350 metri, e l’eccezionale interesse scientifico è dovuto alla particolarissima struttura geologica. Ci troviamo infatti di fronte a una singolare manifestazione del fenomeno carsico: grossi picchi di roccia chiara, di origine calcarea, svettano dal suolo a mo’ di pinnacoli. Fra questi spicca per imponenza il Rava San Domenico, chiamato cattedrale per le tre

guglie di roccia, alte ben quindici metri, che ricordano l’architettura di una cattedrale gotica. Il carsismo del luogo si esprime anche con doline e inghiottitoi, particolari caverne a sviluppo verticale. Il microclima ha favorito la crescita di una vegetazione in cui prevalgono allori, lecci e pungitopo. Di certo sappiamo che questa valle in origine era boschiva e presentava una piccola area abitata, la frazione La Ripa, di seguito abbandonata:

lo testimoniano alcuni resti di case in pietra e di piccoli orti coltivati. Campo Soriano si raggiunge percorrendo una stradina tutta curve, attraverso un’area sassosa. Il panorama geologico è certamente unico e merita di essere maggiormente conosciuto e apprezzato. L’atmosfera che si respira in questa oasi del basso Lazio, dalle forme bizzarre e maestose, è così suggestiva da dare la sensazione di trovarsi immersi in una dimensione surreale.

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Natura e ambiente

FOGLIANO

Il lago di Fogliano, fra quelli dell’ agro pontino, è il più grande per estensione (circa 395 ha), con un perimetro di oltre 11 chilometri e una profondità che non supera i tre metri. Da oltre un trentennio fa parte del territorio del Parco Nazionale del Circeo come zona umida di estrema importanza. Nell’area di Fogliano sono state reperite tracce della presenza dell’uomo fin dalla preistoria ed è certo che i Romani ne fecero un centro per la pesca e l’allevamento, costruendo canali e grosse vasche per uno sfruttamento ottimale del lago. La tenuta con decreto pontificio passò alla famiglia Caetani alle soglie del 1300. Di seguito vennero erette diverse costruzioni, come la casina di caccia, la villa padronale e la villa inglese. Successive modifiche ne mutarono

l’architettura, fino all’accorpamento degli edifici che ha dato origine all’aspetto attuale. Il vecchio nucleo abitativo, costituito essenzialmente da pescatori, era chiamato Borgo Fogliano, da cui presero il nome il lago e la celebre villa. Il bellissimo orto botanico fu espressamente voluto dai Caetani che alla vegetazione esistente affiancarono specie esotiche, in particolare palme. Dagli anni ’20 la famiglia trascurò il giardino che naturalmente necessitava di una costante manutenzione. Ma sorprendentemente ciò finì col determinare una situazione veramente singolare e rarissima, ossia la convivenza armonica della vegetazione mediterranea con quella esotica (palme, eucalipti, ecc…), resasi possibile nel tempo grazie all’avvio spontaneo e graduale di un processo di naturalizzazione. Peraltro anche il

particolare clima ha finito col favorire lo sviluppo di varietà così diverse. L’orto botanico oggi è un luogo dai profumi inconfondibili, e la diversità delle forme e dimensioni contribuisce a rendere suggestiva e unica la visita in quei luoghi. Di recente all’interno della tenuta è stato creato un percorso per non vedenti.


Natura e ambiente

I GIARDINI DI NINFA

I giardini di Ninfa occupano l’area che fu di una città medievale, più volte distrutta e definitivamente abbandonata alla fine del 1300. Ancora oggi ne sono visibili i resti, come le mura, la torre, le chiese, ecc… La storia del luogo è legata a quella dei Caetani, signori di Ninfa e Sermoneta, ai quali si deve la realizzazione dei giardini. L’ultima esponente di quella famiglia, donna Lelia, sistemò lo splendido parco, arricchendolo di numerose specie esotiche e di affascinanti giochi d’acqua, facendo di quest’area un’isola botanica famosa in tutto il mondo. A testimonianza del prestigio di cui Ninfa godeva già nel medioevo, ricordiamo che Rolando Baldinelli scelse di essere incoronato papa, con il nome di Alessandro III, proprio qui, nella chiesa di S. Maria Maggiore, le cui rovine sono ancora oggi ben visibili. E’ straordinario come nel medesimo ambiente possano convivere specie vegetali così diverse e come abbiano potuto attecchire piante esotiche assieme a quelle nostrane in un ensemble pittoresco e ameno. Sono diversi i motivi, e non tutti noti, per cui ciò è potuto accadere: potrebbe aver contribuito la presenza della rupe di Norma che sovrasta e ripara il sito, e di un fiume che proprio lì nasce e che agisce da termoregolatore di tutta l’area. Ecco perché nel giardino possiamo ammirare betulle querce, bambù, ontani, ciliegi, aranci, aceri asiatici, ecc… oltre ad aree coloratissime e odorose coltivate a rose, tulipani, begonie, lavande e papaveri. Tutto concorre a che qui si respiri quella atmosfera romantica e fiabesca che la natura con l’intervento amico dell’uomo ( una volta tanto !!) ha saputo creare. Oggi il parco è costantemente sorvegliato e curato da botanici e tecnici esperti


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Arte e cultura

TERRACINA

L’area Terracinae venne occupata nel VI sec. a. C. dai Volsci: ma già alla fine del V sec. la zona fu conquistata dai Romani, che ne fecero una colonia. Decisiva per lo sviluppo dell’economia e dell’urbanistica locale fu la costruzione della via Appia. Sotto Augusto e Tiberio la crescita della città raggiunse il suo apice, con la costruzione del tempio di Augusto, del Foro Emiliano, dell’Anfiteatro e della Basilica Forense. Oltre ad essere un’attrazione dal punto di vista naturale, Terracina si distingue per le sue bellezze artistiche, di grande fascino e storia. Tra i monumenti più importanti, splendido è il tempio di Giove Anxur, sul monte Sant’Angelo. Il complesso risale all’epoca romana e ancora oggi conserva parte della struttura originaria, che venne frammentata quando i cristiani incendiarono

l’edificio pagano per costruire un monastero dedicato al culto di San Michele Arcangelo. Anxur offre un panorama suggestivo per chi, dal monte, può scorgere le rovine del tempio e allo stesso tempo ammirare, dall’alto, la straordinaria vista del golfo e della città. Di grande suggestione è il Castello dei Frangipane, costruito tra l’XI ed il XII secolo. Nonostante i cambiamenti subiti a causa delle diverse ricostruzioni è ancora riconoscibile lo stile fortemente medievale che ne caratterizza l’esterno. Il castello è stato teatro di rivolte e lotte che ne danneggiarono l’aspetto, ma la vicenda più tragica accadde nel 1943 quando durante la guerra venne colpito da una bomba che lo rese inaccessibile. Le testimonianze di epoca medievale sono numerose, come le diverse chiese, fra le quali spicca quella di San Domenico, che rical-

cano i caratteri di famose abbazie italiane. Ancora medievali e bizantine sono le mura che verso nord cingevano la città, tuttora ben conservate, mentre molte delle antiche torri sono visibili perchè trasformate in passato in edifici abitati. Di grande valore artistico è il Duomo, considerato tra i monumenti più significativi della città. Venne fatto costruire sui resti del più antico tempio maggiore che probabilmente era dedicato ad Augusto e a Roma. Il complesso attuale ha accorpato buona parte del precedente, riadattando gli ambienti al culto cristiano al quale la nuova chiesa fu consacrata nell’anno 1074. Particolarmente belli sono i mosaici che decorano il fregio del portico e l’alto campanile. Se ancora non lo hai fatto, è d’obbligo una visita anche al foro e all’anfiteatro, altre straordinarie tracce della radice romana di Terracina.


Arte e cultura

L’ABBAZIA DI

FOSSANOVA

L’abbazia di Fossanova fu costruita dai monaci benedettini e deve il suo nome a un canale di bonifica (Fossonovo). La sua realizzazione occupò oltre vent’anni, fino al 1208, e rappresenta il primo esempio in Italia di architettura cistercense alla stregua di edifici simili già presenti

tro, di un chiostro, una chiesa, una sala capitolare, i dormitori dei monaci, il refettorio e la cucina. Notevole doveva essere la cinta muraria che circondava il complesso, di cui resta solo qualche traccia. La sobrietà dello stile cistercense trae origine e spiegazione dalla necessità per la quale questo tipo di architettura fu pensata, ossia un ambiente adatto alla meditazione e al raccoglimento, pratiche per esercitare le quali non si ritenevano opportuni fasto e orpelli. Un elemento di rilievo è lo splendido chiostro, tra i più belli del suo genere, per tre quarti in stile romanico e per il resto in stile gotico. All’interno della chiesa troviamo tre navate con sette pilastri in Francia. Infatti, in linea con que- che ne determinano la lunghezza. sto stile, l’Abbazia è spoglia e di- Perché visitare l’Abbazia?? Per sadorna all’interno e presenta, sulla il fascino discreto della semplifacciata esterna, un elegante porta- cità, per la sobrietà dell’arte e le e un rosone, di seguito amplia- per la pura eleganza : entrando to affinché, lasciando passare più si respira una pacata atmosfera luce, permettesse ai monaci una che apre le porte alla spiritualipiù agevole lettura dei testi sacri. tà e sugerisce intime riflessioni. La struttura dell’Abbazia è abbastanza complessa e consta, fra l’al-


Arte e cultura

SERMONETA

Non si hanno purtroppo notizie che possano datare con qualche precisione l’origine di Sermoneta, l’incantevole paese medievale a poche chilometri ad est di Latina. Diverse sono le fonti, ma troppo vaghe: forse la più attendibile è quella dello storico Plinio che menziona Sulmo fra le città che combatterono Roma: e che Sulmo fosse Sermoneta trova conferma negli scritti di Cluviale, altro storico latino di epoca imperiale, che pone Sulmo fra Norba e Setia. Anche Virgilio ne fa un cenno nell’Eneide (guerra fra Roma e i Latini) e tutto lascia pensare che si tratti della medesima Sulmo di Plinio. Furono i Romani a mutare il nome in Sulmoneta, in onore della dea Moneta. Da allora le notizie sono più concrete e i resti di un tempietto romano testimoniano l’inizio

della storia conosciuta della città. Qui possiamo ammirare il castello dei Caetani, voluto dagli Annibaldi nel 1200 e nato come fortezza, con strutture imponenti e circondato da mura che poggiano sulla roccia. Alla fine del 1200 il castello passò ai Caetani che lo arricchirono con altre cinte murarie, rendendolo praticamente inattaccabile anche in forza della sua posizione strategica. E’ ottimamente conservato e facilmente visitabile. La cattedrale Santa Maria Assunta è del XII sec. e fu eretta in stile cistercense. Presenta un portico gotico a due arcate e l’ingresso è coperto da una volta molto bella. L’annesso campanile, alto 24 metri, è romanico e fu innalzato con materiale calcareo. Sul portale un bell’affresco rappresenta la Vergine con bambino. Assolutamente da visitare è l’Ab-

bazia di Valvisciolo, poco distante dal paese. Pare sia stata eretta nell’XI sec. dai monaci Brasiliani, passata poi ai Templari come attesta la croce a quadrifoglio nel rosone, e infine ai monaci cistercensi nel XVI sec. E’ dedicata a S. Stefano e, con l’Abbazia di Fossanova, è un bellissimo esempio di architettura gotico-cistercense. Consta di due cappelle laterali e all’interno troviamo tre navate con otto pilastri. Suggestivo è il chiostro quadrato e sorretto da colonnine. Ma al di là dei contenuti artisticoculturali, visitando il paese si ha la sensazione, percorrendo quelle strade di pietra, quei caratteristici vicoli e quelle anguste salite, di un emozionante viaggio in quel passato ancora qui così palpitante.


Arte e cultura

CORI Cori è una cittadina antichissima, fondata a cavallo fra il II e il III millennio a. C. Conta oltre 11mila abitanti e fa parte della provincia di Latina solo dal 1934. Luogo dalla lunga e complessa storia, partecipò a una serie innumerevoli di conflitti, contro Roma, Priverno, Fondi, e fu coinvolta a vario titolo anche nelle guerre puniche e nella guerra civile fra Mario e Silla. Molti sono i monumenti di alto valore artistico che Cori presenta: proviamo a citarne qualcuno. La cinta muraria, del V sec. a. C., più volte restaurata, è lunga circa 2 km. e fu rinforzata con l’inserimento di torri. Disponeva di tre porte che consentivano l’accesso

alla città, andate perdute per gli eventi bellici. E’ una opera poligonale, all’interno della quale furono costruite una serie di terrazze che di seguito hanno permesso l’ampliamento urbano. Sulla sommità del colle, a Cori alta, sorge il Tempio di Ercole, eretto sotto Silla, e terminato verso il 90 a. C. Del monumento oggi resta solo l’atrio tetrastilo con otto splendide colonne doriche che sorreggono il frontone. Sull’architrave sono riportati i nomi dei due magistrati che eressero la costruzione. E’ un classico esempio dell’architettura italica, di grande fascino e richiamo. Il tempio oggi è stato dichiarato MONUMENTO NAZIONALE. Notevole per bellezza è il Tempio di Castore e Polluce, situato nell’antica Cora. Le tracce che oggi sono

rimaste risalgono ad un restauro effettuato nel I sec. a. C. Dovette probabilmente essere eretto almeno nel VI sec. Il grande restauro ha reso il tempio in stile corinzio, con centralmente una cella e a lato le ali. Cori è anche piena di chiese di assoluto pregio artistico-architettonico. Il Santuario della Madonna del Soccorso con la pregevole Cappella dell’Apparizione, la chiesa Oratorio della SS. Annunziata, la chiesa di S. Maria della Pietà, quella di S. Francesco, e molte altre ancora. Infine ricordiamo i tanti palazzi di assoluto valore storico, come il Palazzo Chiari, vicino porta Ninfina, il Palazzo Prosperi, oggi biblioteca comunale, il Palazzo Landi-Vittori, a porta Romana, il Palazzo Marchetti, nei pressi del tempio di Ercole, ecc…

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Tradizione e folklore

LA FESTA

DELLA MADONNA DEL CARMELO Tutti gli anni, nella domenica che segue il 16 luglio, a Terracina si celebra la festa della Madonna del Carmelo, con la quale si vuole ricordare la apparizione di Maria, nel 1251, al priore San Simone Stock, a cui avrebbe consegnato uno scapolare, assieme a indicazioni legate alla vocazione. Questo rito si ripete ormai dal 1948, anno in cui la festa si tenne per la prima volta, voluta in particolare dai pescatori che oltre a sentire come propria questa ricorrenza, la organizzano e la finanziano. Nell’occasione, nota anche come Festa del mare, una statua della Madonna viene condotta fino al porto e quindi fissata su una grossa barca e portata in processione nel mare, a un centinaio di metri dalla riva. L’effigie, preceduta dalle paranze dei pescatori addobbate e illuminate per l’occasione giunge fin sotto il vicino promontorio per poi rientrare, non senza aver prima consegnato alle acque una corona di alloro in onore di tutti i caduti del mare. L’effetto creato dalla suggestiva coreografia determinata dal gioco delle luci colorate sull’acqua è veramente straordinario. A luglio Terracina è nel periodo di maggiore afflusso turistico e lo spettacolo viene seguito da decine di migliaia di persone. Il fascino irri-

petibile del mare raggiunge in questa occasione il suo punto più alto. Naturalmente la città è in festa, decine di bancarelle riempiono la fiera e la serata è arricchita dalla esibizione di cantanti famosi. Contestualmente si tiene la sagra del pesce,

che viene consumato in abbondanza accompagnato da ottimo vino. A notte inoltrata un fantasmagorico spettacolo pirotecnico, che dura oltre mezz’ora, chiude la festa, alla quale i terracinesi sono legatissimi.


Tradizione e folklore

LA PROCESSIONE

DI SEZZE

La “Sacra Rappresentazione del Venerdi Santo” di Sezze è, nel suo genere, fra le più antiche e suggestive e si snoda fra le strade del centro storico di Sezze, ridente cittadina pontina. La processione, che ripropone il percorso della passione di Gesù, dal Calvario alla morte sulla Croce, si sviluppa in quadri, circa cinquanta, e culmina con la Resurrezione del Messia. Sezze, un paesone collinare adagiato sui monti Lepini a oltre trecento m. sul livello del mare, è una ex colonia romana dalle antichissime radici. E’ a circa settanta km. a sud di Roma, ma comunque ben collegata sia per la presenza di una stazione ferroviaria che per la vicinanza con la via Appia. Imponenti sono le sue mura poligonali e di notevole bellezza è la chiesa di S. Maria. La tradizione della Rappresenta-

e della collaborazione di artisti che curassero la parte coreografica e pittorica. Fu così che la Passione di Sezze raggiunse in breve una risonanza tale da essere addirittura rappresentata a Roma zione è molto antica e risale almenel 1950, in Via no al medioevo. A metà del 1600 dei Fori Imperiali, in occasioS. Carlo da Sezze, poi divenuto ne del Giubileo di metà secolo: e patrono, diede nuovo impulso alla in quella occasione riscosse larmanifestazione, che continuò nel go consenso dai presenti, dalla tempo, fino a quando nel ventesi- stampa e finanche dal governo mo secolo, esattamente nel 1933, allora presieduto da De Gasperi. l’avvocato Gigli, toccato dalla pro- Alla processione di Sezze partefonda spiritualità della gente seti- cipano circa 500 attori non prona e deciso a dare un nuovo e più fessionisti (figuranti) scelti fra intenso significato alla Sacra Rap- gli stessi abitanti e ogni anno la presentazione, la arricchì di nuova tradizione si rinnova fino a ad linfa inserendo in essa contenuti essere diventata parte integranscenografici di assoluto livello. te della storia di questo paese. Gigli si avvalse di una nuova regia

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Tradizione e folklore

SBANDIERATORI DI CORI

Diverse sono le manifestazioni folkloristiche che la tradizione ha conservato nell’antica città di Cori. Ricordiamo la festa della Madonna del Soccorso, nella seconda domenica di maggio, che si celebra in ricordo della Madonna che nel 1521 salvò una bimba smarritasi durante una tempesta. Suggestivo è il Palio, meglio conosciuto come il Carosello Storico dei Rioni, rigidamente in costume medievale, durante il quale i cavalieri dei tre rioni del paese si sfidano nella corsa all’anello. Degni di nota sono il Festival della Collina, ideato nel 1974, e ancor più il Latium Festival, che elegge Cori a sede principale dell’omonimo progetto

BANDIERE BLU 2009

che contempla l’organizzazione di spettacoli, seminari sul folklore internazionale e incontri tutti all’insegna della valorizzazione delle tradizioni popolari nel mondo. Ma l’espressione più alta sono senza dubbio i celeberrimi sbandieratori, che hanno portato ai massimi livelli il folklore della Bandiera. Famosi almeno quanto quelli di Siena, gli sbandieratori rappresentano, in tre gruppi, i tre rioni della cittadina con relativi stemmi e blasoni. I coresi hanno fatto di questa particolare e difficile disciplina un’arte vera e propria che si tramanda attraverso le generazioni e che ha consentito ai giovani del posto di girare il mondo, portando ovunque la loro spettacolare

coreografia e consentendo loro di conoscere popoli anche lontani e di farsi conoscere e apprezzare per la loro insuperabile bravura e le loro acrobatiche performances. Le testimonianze della fama e del successo internazionale degli sbandieratori non si contano. Solo qualche esempio : partecipazione alla cerimonia di apertura della XXIV Olimpiade di Seul e dei XX giochi olimpici invernali di Torino, all’evento Cinema Italian Style a Hollywood, e a manifestazioni di spessore mondiale in Scozia e Giappone. La lista, infine, dei riconoscimenti da ogni parte del globo è veramente sterminata.

Quest’anno, 2009, sono da poco state selezionate dalla FEE, Federazione Educazione Ambientale le bandiere blu, l’ambita classifica delle spiagge e delle acque migliori d’Italia. Il Lazio ha ottenuto 4 bandiere blu e siamo fieri che tutte si trovano sulla costa pontina: GAETA, SPERLONGA, SAN FELICE e SABAUDIA.


Tradizione e folklore

I BUTTERI

Se parliamo del folklore nell’agro pontino, non possiamo ignorare la caratteristica figura del buttero di Cisterna. Ma chi è il buttero? Fin dall’ottocento quest’uomo, col suo particolare mantello e il cappellaccio sempre indossato, calcava la palude pontina e più precisamente il territorio di Cisterna e gli immediati dintorni. I butteri erano uomini duri che le intemperie e gli stenti quotidiani avevano forgiato: ma erano anche e innanzitutto abilissimi cavalieri e provetti domatori. Per capire fino a quale livello di maestria erano pervenuti, vogliamo ricordare un episodio che da solo ci testimonia chi realmente fossero questi originali personaggi. Nel 1890 si tenne una celebre sfida con

i leggendari caw-boys di Buffalo Bill e i butteri di Cisterna prevalsero : in quella occasione Augusto Imperiali cavalcò un puledro selvaggio tenendo le redini solo con la mano destra, e l’immancabile cappello a cencio con la sinistra!!! Ma questo caw-boy nostrano era anche uno insuperabile conoscitore di cavalli e, di conseguenza, uno attento selezionatore. Non a caso attraverso l’incrocio delle cavalle della pianura locale con stalloni arabi, crearono il cavallo di Cisterna, razza di Cisterna, un quadrupede forte e veloce, che venne addirittura impiegato dal regio esercito italiano. L’appuntamento più atteso era una specie di rodeo, detto la merca, durante il quale questi cavalieri si esibivano dando ampia prova della

loro preparazione e di un coraggio veramente fuori dal comune. Questa figura ha ispirato nel tempo anche l’arte. Molti sono stati i pittori, gli scultori, gli incisori che hanno create opere ispirate dal binomio del buttero e del suo fedele cavallo. Il grande scrittore e artista Duilio Cambellotti forse più di tutti rappresentò ampiamente le gesta di questi intrepidi cisternesi. Tale tradizione ha forse perduto gli antichi connotati, ma comunque non si è persa: sono diverse le manifestazioni che questi cavalieri organizzano, o alle quali vengono invitati, in tutta la regione e non solo.

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EVENTI ESTATE 2009 SABAUDIA

20-28 giugno: Collettiva degli artisti A. Farina, A. Cacciotti e A. Cavallaro (Museo Emilio Greco) 21 giugno: Sagra della bufala con la polenta (VI edizione). B.go Vodice. Ore 19-24 27 giugno: Saggio di fine anno a cura della Seventy Sky di A. Andreoli. P.zza S. Barbara 28 giugno: Omaggio a Giorgio Gaber. Piazza del Comune. Ore 21.00 01 luglio: Collettiva degli artisti G. Assorati, A. Dalla Mura e C. Maser. (Museo Emilio Greco) 02 luglio: Quadrangolare calcio (anni 15-25). Stadio Mario Fabiani. Ore 18,30 03 luglio: I Trofeo “Consiglio dei giovani di Sabaudia” (beach volley misto) Lungomare Sabaudia 04 luglio: Saggio danza fine anno a cura dall’A.S.D. Ballet Studio. P.zza S. Barbara. Ore 21.00 05 luglio: Skate in libertà (ex Arena Itis, dalle ore 16). Rassegna di arti di strada (via Umberto I) 04/05 luglio: Torneo di calcetto fra Enti Civili e Militari. 10/11 luglio:Esposizione maglie autentiche del calcio di ieri e di oggi (Corte del palazzo Comunale) 12 luglio: Incontro gastronomico dell’agro (XXXVI ediz.). B.go Vodice 18 luglio: Drum Simphony a cura di Sandro Palmacci (drum school). P.zza S. Barbara. Ore 21.30 18/19 luglio: Festa patronale di S. Andrea. Gastronomia, intrattenimento, musica e ballo. Ore 20.00. 25 luglio: XVIII Rassegna internazionale del folklore “Sabaudia Folk”. P.zza S. Barbara. Ore 21.15. 25/26 luglio: Festa di mezza estate IV ediz. Piazzale della Chiesa, B.go Vodice. Ore 16.00/24.00 26 luglio: Fashion Festival IX Ediz. Rassegna della moda pontina. P.zza del Comune. Ore 21.30 28 luglio: Sabaudia Musica Festival. Direz. Art. F. Belli. Sc. Guardie Corpo Forestale.Ore 21.00 31 luglio: Cerimonia di commemorazione del dono dell’ancora ass.ne nazionale marinai d’Italia 01 ag.: Zelig. Teatro del mare. Ore 21.15. Ingresso a pagamento. 01/09 ag: Personale degli artisti Giuseppe Marchetta e Giovanni Papi (Museo Emilio Greco) 02 ag.: Festa patronale Sacramento. Concerto coro degli Alpini. Piazzale Chiesa. Ore 21.00 03 e 05 ag.: Sabaudia Musica Festival. Dir. Art. F. Belli. Sc. A. e G. Corpo Forestale. Ore 21.00 08 ag.: Franco Battiato. Teatro del mare. Ore 21.15. Ingr. a pagamento. Info:Pro-loco 0773-515046 08/09 ag.: Festa dell’Anziano XIX ediz. A cura Centro Soc. Anziani. P.zza del Comune. Ore 21.00 11 ag.: Festa Patronale S.S. Annunziata. A cura della parrocchia S.S. Annunziata. 13/23 ag.: Collettiva degli artisti Massimo Pennacchini e Dino Catalano. Museo Emilio Greco. 16 ag. : Aida. Teatro del Mare. Ore 21.30. Ingr. a pagamento. Info: Pro-loco 0773-515046 18 ag.: V. Salemme. Teatro del Mare. Ore 21.15. Ingr. a pagamento. Info: Pro-loco 0773-515046 29 ag.-06 sett.: Personale dell’artista Claudio Angeloni. Sala espositiva Museo Emilio Greco. 29 ag.: Giornalisti in passerella ediz. 2009. Manif. a scopo benefico. P.zza del Comune. Ore 21.30

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PIANA DELLE ORME

Piana delle Orme è un parco storico e ospita una vasta esposizione di 30mila mq. con una collezione che attraversa i primi cinquant’anni di storia della prima metà del ventesimo secolo, periodo determinante per questa zona. Il museo, veramente straordinario nel suo genere, è dedicato alla cultura contadina, alla grande opera di bonifica delle paludi pontine, alla seconda guerra mondiale. La ricchissima mostra, unica nel suo genere, si articola attraverso l’esposizione di pezzi della civiltà pre-industriale, come mezzi agricoli dell’epoca, elementi della vita nei campi, veicoli militari, residuati bellici, giocattoli del periodo. Il museo è arricchito e reso palpitante da effetti speciali

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e suggestive ricostruzioni scenografiche, rendendolo accessibile a tutti, dagli studiosi alle famiglie, dalle scolaresche agli appassionati. I padiglioni sono divisi in due grandi sezioni: il settore agricolo e quello bellico. Questa splendida vetrina d’epoca fu ideata e realizzata nel 1997 da Mariano De Pasquale, un imprenditore agricolo animato da una fervida passione per le vicende dall’agro pontino. Naturalmente Piana delle Orme è

anche un ottimo agriturismo con un grande parco alberato, giochi per bambini, il ristorante Eucaliptus in cui si gustano prodotti nostrani, bar, spazi per picnic con tavoli e panche in legno, La presenza infine di caprette, pony, pavoni, rende vivo e brioso l’ambiente. Piana delle Orme: un modello unico per una intelligente e istruttiva occupazione del tempo libero.

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