LIGURIA ITINERARI TURISTICI TIGULLIO E CINQUE TERRE La Liguria : itinerari, bellezze naturali e molto di più
I.I.S.S. Liceti Classi 1CET e 1DET
Realizzato dagli alunni delleclassi 1DET e 1CET dell’istituto F. Liceti di Rapallocon il coordinamento delle proff. Oneto Luisangela ed Oneto Maria Victoria Autori: ALLA GRESILDA ARANAS KRISTINE BERTOLOTTI ILARIA CAFFARENA ALESSIA DININNO ROSSELLA GARCIA REYES GLORIA BEATRIZ IRITI GIADA IVANOV ION JANKO NADJA PAOLETTI CHIARA PERELLI JORGE ALBERTO PICCININI CHIARA POLACCO ILEANA (Iscritto) RAVELLA MATTEO SALAMINI MARTINA SCHIASSELLONI FRANCESCA TERZO GIORGIA TESTA JESSICA
AZARO SAMANTHA BERNARDINI FRANCESCA CERVETTI VIRGINIA CHENDI GIULIA DASSO CATERINA GRONDONA ALICE HOXHAJ SUMBULL IARLORI CHIARA IVANOV DUMITRITA MORTOLA MARTA MUGNAINI ALESSIA (Iscritto) PANE FLAVIA RACCAMARICH GAIA RAVERA FILIPPO REVELLO SARA RODRIGUEZ RAMIREZ YOHANNY ROJAS MAUREIRA VALENTINA SOLARI GIACOMO TORELLI SIMONE VASILESCU GEORGIANA
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INDICE Val d’Aveto ............................................................................................................................ 5 Cinque Terre ........................................................................................................................ 12 Sestri Levante...................................................................................................................... 21 Portofino e Santa Margherita Ligure ................................................................................... 26 Recco ................................................................................................................................... 36 Chiavari.............................................................................................................................38 San michele di pagana ......................................................................................................... 49 Camogli ................................................................................................................................ 52 Rapallo ................................................................................................................................. 59
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Val d’Aveto di Valentina Rojas, Andreea Nadejde e . Chiara Piccinini
La val d'Aveto è una vallata situata tra le regioni Liguria ed Emilia-Romagna, inserita tra la città metropolitana di Genova e la provincia di Piacenza. Il clima della parte ligure, sebbene la valle si trovi all'interno degli Appennini, ha caratteristiche più similari a quello alpino. La neve può infatti iniziare a cadere già da fine settembre e terminare le sue precipitazioni anche a giugno. La Val d’Aveto prende il nome dal fiume principale che la attraversa e grazie all’abbondanza d’acqua, viene definita anche come “valle deipescatori” ed e’frequentata dagli amanti della pesca sportiva, poiché vi si trova una fauna ittica di particolare pregio. Lungo il territorio si trovano aree, e soprattutto laghi, di origine antichissima, importanti quindi non soltanto dal punto di vista naturalistico, ma anche storico, basti pensare alla Riserva naturale delle Agoraie, all’interno della quale si trova il lago degli Abeti, dove si trovano ancora alcuni tronchi di abete bianco risalenti al Quaternario. Borgo principale della Val Aveto è Santo Stefano con il suo caratteristico castello. 4
Storia La Val d’Aveto è stata abitata fin dall’antichità. Ci sono infatti tracce di insediamenti preistorici, che riconducono alla presenza di piccoli nuclei abitativi e attività agricole e pastorali. Secondo alcune fonti storiche, inoltre, fu proprio alle pendici del Monte Penna che si svolse la battaglia decisiva con cui i Romani domarono l’ultima fiera resistenza dei Liguri. Fin dall'epoca longobarda la zona fu sotto il dominio della potente Abbazia di San Colombano di Bobbio, che fondò anche il Monastero di Torrio. Nel XII secolo l’imperatore Federico Barbarossa conferì il feudo di Santo Stefano d’Aveto e l’intera valle alla famiglia dei Malaspina, che fortificarono la torre di difesa del poderoso castello, di cui rimangono imponenti ruderi. In seguito il feudo passò alla famiglia dei Fieschi di Lavagna e quindi, dopo la celebre “Congiura dei Fieschi” aiDoria, ilche comportò l’inglobamento del feudo nella Repubblica di Genova. Oltre al castello, altre importanti vestigia restano a testimonianza di un passato 5
ricco di storia e di cultura: graziose chiesette, eleganti campanili, fortilizi, ponti e vecchi mulini. Particolarmente pregevole dal punto divista storico e religioso è in tal proposito il prezioso quadro di N. S. di Guadalupe, dipinto in Messico verso la metà del XVI secolo e posto sopra l’altare maggiore della parrocchiale del capoluogo.
Il Parco Il Parco dell'Aveto, situato nell'entroterra del Tigullio, tutela una dellezone più belle e significative dell'Appennino Ligure. Il territorio protetto, poco più di 3000 ettari, interessa tre valli, la Val d'Aveto, la Val Graveglia e la Valle Sturla, che presentano ciascuna caratteri peculiari: paesaggi di alta montagna, pascoli ed estese faggete in Val d'Aveto; prati pascolati, castagneti, noccioleti, orti e uliveti in Valle Sturla e un paesaggio rurale ben conservato a uliveti e vigneti e, soprattutto, una grande varietà di rocce e minerali, e quindi di cave e miniere, in Val Graveglia. La Val d'Aveto è circondata da cime montuose che la proteggono da influenze esterne e la isolano dai territori circostanti. Geologia Il paesaggio del Parco così come lo vediamo oggi è il frutto di grandi movimenti tettonici e di eventi legati alle glaciazioni, che in un lontano passato interessarono queste zone. Le vette più alte del Parco (Aiona e Penna) sono costituiti da rocce appartenenti al gruppo delle ofioliti; conosciute comunemente come "rocce verdi.” Vegetazione e Flora Nel corso dei secoli l'uomo ha modellato il territorio, creando ambienti particolari soprattutto per impiantare colture e allevare il bestiame: sono quindi numerosi i prati, i pascoli, le fasce terrazzate, i castagneti, i noccioleti. 6
Gli stessi boschi naturali sono stati
rimaneggiati, privilegiando le essenze più utili: troviamo così faggete, querceti, boschi misti a carpino e orniello, sottili bordure fluviali a salici e lontani. Fauna La grande varietà di ambienti che si trova all'interno del Parco ha favorito anche la conservazione di una fauna ricca e pregiata. La presenza di maggior richiamo è sicuramente quella del Lupo, che in tempi recenti è ritornato nelle valli del Parco con alcuni individui, nel corso di una lenta ma inarrestabile ricolonizzazione dell'Appennino da parte della specie. Oggi il Lupo, attraverso la Liguria, è tornato anche in diverse località alpine.
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Itinerari Tra le bellezze naturalistiche del Parco si segnalano in particolare i laghetti formatisinell’invaso lasciato da antichi ghiacciai. Le acque raccolte in tali concavità hanno dato luogo a piccoli laghetti e stagni, creando ambienti in cui vivono piante rare, anfibi e insetti. Tra queste zone umide, merita un particolare rilievo la Riserva Naturale Orientata delle Agoraie, visitabile però solo per motivi di studio. Altra zona umida di rilievo è la dolina di Pian Oneto, una vastadepressione che si trova al Passo del Biscia, creata dalla dissoluzione delcalcare per opera delle acque superficiali. La dolina è caratterizzata da una vegetazione igrofila, che comprende, tra le varietà più considerevoli il pennacchio a foglie strette, la parnassia palustre e l’orchidea acquatica. Gli amanti della mineralogia troveranno assai interessante inoltre una visita alla "Pietra Borghese" di Pratomollo; si tratta di un imponente blocco di peridotite, una roccia ricca di minerali ferrosi e quindi dotata di proprietà magnetiche, tanto da far deviare l’ago di una bussola che gli sia posta accanto. Simili caratteristiche appartengono anche alla "Roccia del Fulmine".Un panorama mozzafiato accoglierà i visitatori chesaliranno fino sulla cima del Monte Penna (1735 m): una vista unica,che mette insieme mare e montagna.
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Camminando tra meravigliosi esemplari di faggio si incontrano anche diversi manufatti delle antiche attività montanare. Conclusa la visita al parco si può visitare il Castello di Santo Stefano d’Aveto, la cui storia è avvolta in parte dal mistero. L'insediamento del comune probabilmente risale all'epoca preistorica e divenne ben presto centro importante della val d'Aveto soprattutto per la favorevole posizione geografica, confine tra diverse culture locali, in primis la civiltà dei Liguri. Fin dall'epoca longobarda la zona era sotto il dominio dei monaci dell'Ordine di San Colombano dell'abbazia di San Colombano di Bobbio, che fondarono anche il monastero di Torrio. Nel XII secolo, più precisamente nel 1164, il feudo di Santo Stefano e l'intera valle furono ceduti alla famiglia Malaspina da Federico Barbarossa tramite un diploma imperiale. Questi ultimi dotarono il villaggio e il territorio circostante di numerose fortificazioni e castelli.Successivamente, nel 1495, i conti di Lavagna i Fieschi comprarono il feudo dagli stessi Malaspina. 9
Nel 1547, a seguito della storica Congiura dei Fieschi, contro la famiglia genovese Doria, il territorio fu assoggettato a questi ultimi, nella persona dello stesso ammiraglio Andrea Doria, e inglobato quindi nei territori della Repubblica di Genova. La proprietà del feudo passò dal 1649 alla discendenza dei Doria Pamphilj. La nuova dominazione della famiglia Doria causò nel tempo malcontento tra la popolazione locale, a causa dei continui soprusi e malgoverno del feudo, che scatenò una vera e propria insurrezione popolare nel 1796 conclusa con l'uccisione dei padroni del locale castello; i Doria mantennero comunque la signoria santostefanina fino al 1797. Le più importanti e significative modifiche alla struttura si verificarono nel XVI secolo quando divenne un'importante centro di controllo per le vie verso la Pianura Padana. Oggi la fortezza, utilizzata per manifestazioni culturali, è divenuta proprietà del Comune di Santo Stefano d'Aveto che recentemente ha sottoposto, e sta sottoponendo tuttora, ad un delicato restauro conservativo l'intera area del castello.
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Cinque Terre Virginia Di Cervetti, Flavia Pane, Sara Revello, Janko Nadia , Alla Gresilda, Rossella Dininno
Monterosso, Vernazza, Corniglia, nidi di falchi e di gabbiani, Manarola e Riomaggiore sono, procedendo da ponente a levante, i nomi di pochi paesi o frazioni di paesi così asserragliati fra le rupi e il mare. (Eugenio Montale,Fuori di casa) Cenni Storici I primi documenti storici sulle Cinque Terre risalgono all’XI secolo. I primi borghi erano Monterosso e Vernazza mentre altri sono nati più tardi, sotto l’egemonia militare e politica di Genova. Nel XVI secolo, per contrastare gli attacchi dei turchi, gli abitanti rafforzarono le vecchie fortificazioni e costruirono nuove torri di difesa. A partire dal Seicento le Cinque Terre conobbero un declino che si invertì solo nel XIX secolo, grazie alla costruzione dell’Arsenale militare della Spezia e alla realizzazione della linea ferroviaria tra Genova e il capoluogo. La ferrovia le fece infatti sfuggire al loro isolamento ma portò anche a un abbandono delle attività tradizionali. La conseguenza fu un aumento della povertà che spinse molti all’emigrazione all’estero, almeno fino agli anni Sessanta, quando lo sviluppo del turismo riportò il benessere.
Eventi Alle cinque terre vengono festeggiate anche molti santi e fiere come: 11
◦ feste Monterosso: San Giovanni Battisti,Madonna di Sovione ◦ feste Corniglia:Santi Pietro e Paolo,Nostra Signora della Grazia al Santuario diSan Bernardino ◦ feste Manarola:Nostra signora della Salute al santuario di Volastro,presepe illuminato sulla collina ◦ feste riomaggiore:Madonna di Montenero,Giovanni Battista ,concerto di Natale
Riomaggiore Riomaggiore è il primo borgo delle Cinque Terre dalla parte di La Spezia. È un comune con 1591 abitanti. La città è divisa in tre parti: la stazione ferroviaria dalla quale parte la famosa via dell’amore, la città vecchia e il pontile dove si trova una piccola spiaggia di sassi.
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La via dell’amore collega Riomaggiore con Manarola ed e’ un percorso scavato nella roccia a pochi metri dal mare megli anni 1926-1928 quando venne raddoppiata la ferrovia; è stata recentemente restaurata e richiede una gravosa e continua manutenzione a causa dei movimenti franosi e dei fenomeni erosivi. Ciò giustifica il costo del biglietto. Dalla passeggiata possiamo ammirare tutta la costa delle Cinque Terre. Il sentiero è chiuso per un lungo periodo di tempo (circa fino: aprile 2016).
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Corniglia Corniglia, unico paese delle Cinque Terre non a contatto con il mare, sorge sopra un promontorio roccioso. Le sue case, basse e larghe, assomigliano più a quelle dell’entroterra che alle tipiche abitazioni costiere, a testimonianza che la tradizionale vocazione del paese è da sempre più rivolta alla terra che al litorale.
Monterosso Monterosso al Mare è il paese più occidentale delle Cinque Terre. A ridosso di colline coltivate a vite ed olivo, Monterosso ha stupende spiagge, scogliere a picco e acque cristalline. La torre Aurora, sopra il colle di San Cristoforo, separa il borgo antico medievale, 14
sviluppatosi lungo le sponde del torrente Branco, ora coperto, da quello moderno e residenziale che si estende lungo la spiaggia. Monterosso Vecchio è dominata dalla mole dei resti del castello obertengo a strapiombo sul mare, le tipiche case-torri attraversate da stretti carruggi. Nella chiesa di San Francesco sono custodite importanti opere tra cui la Crocifissione, da molti attribuita al Van Dyck. Nel XVI secolo Monterosso era cinta da ben tredici torri, della quale restano tre torri rotonda nel castello, la torre medievale, oggi campanile della chiesa di San Giovanni, e la torre Aurora. La spiaggia di Monterosso è la più estesa delle Cinque Terre e perciò il paese ha una vocazione prettamente turistica. Monterosso ha la maggior ricettività alberghiera delle Cinque Terre e della riviera del levante spezzino.
Manarola Manarola è il secondo borgo delle Cinque Terre dal lato di La Spezia. Il presepe più grande nel mondo viene realizzato ogni anno a Manarola, inaugurato solennemente l’8 dicembre. La data di chiusura cambia di anno in 15
anno, ma di solito è intorno al 31 gennaio oppure ai primi di febbraio.
Vernazza Vernazza é un comune italiano di 921 abitanti della provincia della Spezia in Liguria. È l’unico porto naturale delle Cinque Terre e si sviluppa lungo il torrente Vernazzola.La strada principale è ripida e strettissima e sfocia in una piazzetta situata in faccia al porticciolo. Nel 2011 ha subito le conseguenze dell'alluvione. A Vernazza ci sono due spiagge. In città ci sono molti ristoranti, Una delle Chiese più importanti è la Chiesa di Santa Margherita d'Antiochia. La Chiesa è stata costruita nel XI-XII secolo. Vernazza è stata per diversi anni il polo di attrazione maggiore nella Cinque Terre insieme a Monterosso. Il colpo d'occhio e senza dubbio il piùspettacolare sia giungendovi via mare, sia dai sentieri. 16
Il clima è tipicamente mediterraneo con estati secche e inverni miti. Anche la flora presenta caratteristiche mediterranee. Sono presenti pini marittimi, pini di Aleppo,sugheri e castagne. Ci sono varianti specie di animali come il gabbiamo reale,
falco pellegrino e il corvo imperiale tra gli uccelli. Tra i mammiferi invece: ghiro, dondola, talpa, volpe...
Citazioni “Dal porto di vernazza le luci erano
a tratti scancellate dal crescere dell’onde invisibili al fondo della notte” da “L’Occasioni” “ho allora sballottati come l’osso di seppia Dalle ondate svanire a poco a poco; diventare un albero rugoso o una pietra levigata dal mare ; nei colori confondersi di tramonti; sparir carne per spicciar sorgente ebbra di sole, dal sole divorata” Da “Riviera” ossi di seppia sulla spiaggia di Monterosso Terrazze coltivate a vigneto,sopra Manarola
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“Digradano su noi pendici di basse vigne, a piane, quivi stornellano spigolatrici con voci disumane. Oh la vendemmia estiva, la stortura nel corsodelle stelle e da queste in noi deriva uno stupore tinto di rimorso” da Marezzo Portovenere Portovenere è una piccola città in Liguria. È uno dei luoghi più belli della riviera occidentale dell’Italia. Dal 1997 Portovenere, insieme alle Cinque Terre, è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO . Questa città è famosa per le sue bellezze: il vecchio castello, case e chiese antiche, pittoresche isole con tante grotte. Insieme alle Cinque Terre il territorio di Portovenere è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità.
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Isola Palmaria è la piÚ grande isola della Liguria. Si trova di fronte al borgo di Portovenere con quale è collegata con imbarcazioni private oppure, nei mesi estivi, con traghetti. L'isola è famosa per le sue sentieri, che sono molto interessanti ai turisti. Tutti questi percorsi passano attraverso i boschi, rocce, montagne, pianure e gli edifici 19
antichi. Tutto questo regala sensazioni davvero indescrivibili. Dalla vetta dell'isola si apre bellissima vista panoramica su Portovenere. tti, da schiaccia e trai. Da tali uve si ricava al massimo il 30-35% in vino, quindi è l'a
Sestri Levante di Yohanny Rodriguez, Samantha Azaro e Caterina Dasso
Per la sua conformazione geografica viene definita localmente come la "città dei due mari", essendo il centro storico sestrese affacciato sulle due baie "delle Favole" e "del Silenzio". Il territorio di Sestri Levante è situato nella Riviera ligure di levante, e precisamente è una delle ultime località che si affacciano ad oriente sul Golfo del
Tigullio.
Storia Come molti altri borghi liguri la città sorse a partire dagli antichi popoli chiamati Liguri,
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Come molti altri borghi liguri la cittĂ sorse a partire dagli antichi popoli chiamati Liguri, piĂš dettagliatamente detti Tigulli, da cui il nome dell'attuale zona
geografica chiamata Tigullio. Anticamente Sestri Levante era costituita da un isolotto che possedeva il promontorio attuale che a sud si trova a strapiombo sul mare. Questo isolotto fu, solamente in etĂ moderna, unito alla terraferma da un sottile istmo formato dai depositi delle numerose e periodiche alluvioni del torrente Gromolo e dall'azione costante del mare.
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In epoca romana è testimoniata con il nome di Segesta Tigulliorum o Segeste e divenne un importante centro commerciale, specie per i traffici marittimi; i vicini collegamenti stradali con il passo del Bracco e il colle di Velva permettevano infatti un notevole scambio di materie prime con l'entroterra delle valli Petronio, Graveglia, Vara e con la Lunigiana. Il borgo è citato in un diploma del 909 del re Berengario, nel quale si cedeva parte del territorio alla basilica di san Giovanni di Pavia. Decaduto durante il periodo delle invasioni barbariche, nell'epoca medievale il comune si espanse, allargandosi nella terraferma; precedentemente il nucleo era nato a ridosso del promontorio costruendo una fortezza naturale. Interessata nel 1070 come gli altri borghi del Tigullio dagli scontri navali tra Genova e la rivale Pisa, nel 1072, grazie all'alleanza delle due famiglie Malaspina e Fieschi, la proprietà del feudo fu assoggettata a queste famiglie sottraendolo, di fatto, dall'orbita politica genovese. Ritornata sotto il controllo politico della Repubblica di Genova nel 1134, fu scelta come capoluogo della locale podesteria dal 1212 sotto la giurisdizione del capitaneato di Chiavari. Nel 1145, Genova acquistò dall'abbazia di San Colombano di Bobbio la parte più alta di Sestri e vi costruì un castello. I Visconti nel 1365, che, assediato il borgo, costituirono in zona un piccolo dominio territoriale. Sempre in epoca feudale anche Sestri Levante subì la rivalità tra le famiglie guelfe (i Solari) e ghibelline (i De Castello), con notevoli tafferugli locali.
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Nel 1797, con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte, rientrò dal 2 dicembre nel Dipartimento dell'Entella, con capoluogo Chiavari, all'interno della Repubblica Ligure. Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Val Petronio, fino allo scioglimento della comunità.
Eventi Scorcio di via XV aprile, caruggio principale del centro storico sestrese. • Festa patronale di san Nicolò il 6
dicembre. • Festa della Madonna del Carmine: si svolge in luglio con una secolare processione nella quale si portano i grandi crocefissi, tra i quali un "Cristo nero" di notevoli dimensioni, e la statua della Madonna, che in quella occasione viene fatta uscire, è addobbata con grappoli d'uva fatti maturare in anticipo. • In occasione del 1º maggio, ogni anno, Festival del blues e del soul, con la partecipazione di importanti esponenti nazionali ed internazionali del genere.
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• Nella prima metà di maggio Sestri Levante ospita il Concorso pianistico nazionale
"Johann Sebastian Bach" che vede confrontarsi giovani pianisti provenienti da tutta Italia. • A fine maggio vi è il Premio Andersen, concorso letterario dedicato alle letture per bambini e ragazzi. Ogni anno sono molti i racconti fiabeschi provenienti da tutto il mondo, nel 2009 per la prima volta addirittura dal Giappone. Al Premio Andersen fa da cornice l'omonimo Festival Andersen 1. • Palio marinaro del Tigullio: Santa Margherita Ligure, San Michele di Pagana, Rapallo, Zoagli, Chiavari, Lavagna e Sestri Levante si sfidano ogni anno, tra maggio ed agosto, in una serie di gare di canottaggio su gozzi tradizionali liguri nelle acque del golfo del Tigullio. 1
il cui nome venne attribuito dallo scrittore Hans Christian Andersen che qui soggiornò nel 1833
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• "Barcarolata" l'ultima domenica di luglio, sfilata di natanti con premi per
l'imbarcazione addobbata in modo più fantasioso, una specie di "carnevale sull'acqua" nello specchio della Baia del Silenzio. manifestazione nata negli anni venti del Novecento, si consolida nel dopoguerra con Giovanni Magnelli[12]. • "Sagra del Bagnun" penultimo fine settimana di luglio, sulla spiaggia di Riva Ponente con distribuzione dell'omonimo piatto tipico marinaro locale.
Portofino e Santa Margherita Ligure Di Chiara Iarlori, Giulia Chendi, Francesca Bernardini, Kristine Aranas, Martina Salamin, Ilaria Bertolotti e Francesca Schiasselloni
Portofino Portofino ha origini antichissime: i Greci e i Fenici chiamavano gli abitanti del posto “delfini”, per la grande abilità nella navigazione. Secondo Plinio Il Vecchio, il borgo di Portofino fu fondato
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dall'Impero Romano col nome di “Portus Delphini” forse, per il gran numero di delfini che popolavano le acque circostanti il golfo. L'importanza di Portofino crebbe nel Medioevo in quanto sicuro approdo e rifugio per i velieri dell'epoca. A partire dal 1229 divenne parte integrante della Repubblica di Genova; nel1815 venne inglobato nel Regno di Sardegna, e successivamente nel Regno d'Italia, dal1861.
Portofino è un comune italiano di 439 abitanti della città metropolitana di Genova in Liguria. Per la sua estensione amministrativa, pari a 2,53 km², è il territorio comunale più piccolo del territorio metropolitano. Il comune è situato nella parte occidentale del Golfo del Tigullio, in una baia ai piedi dell'omonimo promontorio, ad est di Genova, segnando di fatto il confine geografico tra il Golfo Paradiso e il Tigullio. Confina a nord con il comune di Santa Margherita Ligure, ad ovest con Camogli, e a sud e ad est è bagnato dal mar Ligure. L'intero territorio comunale è compreso nel Parco naturale regionale di Portofino e nell'Area naturale marina protetta Portofino.
Eventi L'evento più importante che viene celebrato ogni anno a Portofino è sicuramente la Festa di San Giorgio, festeggiato il 23 aprile con una celebrazione religiosa e un falò, il quale consiste nella bruciatura di una grande catasta, che si tiene durante la notte
nella piazzetta. La domenica successiva si celebra una processione per riportare le reliquie del Santo nella Chiesa parrocchiale di Portofino.
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Un'altra importante manifestazione è il Trofeo di Zegna, famosa regata velica che si svolge nel mese di maggio
Cinema Nel golfo del Tigullio e a Portofino in particolare sono state girate negli anni novanta diverse pellicole cinematografiche italiane e straniere. Nel 1992 il borgo è stato il set per alcune scene del film Un incantevole aprile - ambientato negli anni venti - del regista Mike Newell con protagonisti diversi attori quali Miranda Richardson. Nel 1995 i registi Michelangelo Antonioni e Wim Wenders scelsero il borgo rivierasco come sfondo del film erotico-sentimentale Al di là delle nuvole con John Malkovich e Sophie Marceau.
Chiesa di San Giorgio La chiesa di San Giorgio è un luogo diculto cattolico di Portofino, situato in salita San Giorgio Secondo una lapide posta all'interno della chiesa, l'edificio fu eretto in stile romanico nel 1154 anche se ulteriori scavi - effettuati nellaricostruzione dopo 27
la seconda guerra mondiale - hanno permesso il ritrovamento di un'antica cappella a pianta quadrata risalente forse all'epoca dei Longobardi in Liguria quando operavano i monaci di San Colombano.La struttura fu rivista e modificata nel 1691 e in contemporanea fu allargata la strada (Salita San Giorgio) che permette di raggiungere la chiesa dalla piazza principale del borgo marinaro; un ulteriore restauro e ampliamento si attuò nel1760. Durante il secondo conflitto bellico la chiesa fu distrutta interamente da una bomba sganciata da un caccia bombardiere in picchiata.L'opera di ricostruzione avvenne poco dopo la cessazione del conflitto, nel 1950, ad opera e con fondi degli stessi abitanti che la ricostruirono con nuovi altari e arredi, ma secondo l'antica struttura del 1760.All'interno sono custodite le reliquie di san Giorgio, santo patrono di Portofino, portate dai marinai portofinesi reduci dalle Crociate.Giunti nella piazza principale di Portofino si può osservare una bella schiera di case liguri che fiancheggia il porto e la piazzetta stessa su cui si affacciano negozi, ristoranti e bar. Il centro storico si allunga verso l'interno con un reticolo di viuzze regolari. Salendo verso la Piazza delle Carrozze, fra le case pittoresche di via Roma, si incontra l'oratorio di Nostra Signora Assunta: L'oratorio, intitolato all'Assunta e sede della confraternita, fu fondata dalla stessa comunità dei Disciplinanti nel XIV secolo. Nel corso del XV secolo subÏ diverse modifiche strutturali che ne modificarono ampiamente l'aspetto originario trecentesco. 28
Parco Naturale di Portofino Il Parco naturale di Portofino si trova nella Riviera ligure di Levante, a circa trenta chilometri ad est di Genova, nell'area geografica del Golfo Paradiso orientale e del Tigullio occidentale. L'ente è costituito principalmente dai comuni di Camogli, Portofinoe Santa Margherita Ligure, quest'ultima sede del parco e della Riserva marina di Portofino. Il parco è stato istituito con la legge 1251 del 20 giugno 1935. Le fasi iniziali che portarono alla nascita dell'area protetta si svilupparono nei primi anni trenta del XX secolo dall'idea di costruire una strada che partendo dal comune di Camogligiungesse a Santa Margherita Ligure passando per il monte di Portofino. L'opera venne presa molto in considerazione, specie dal presidente della Provincia di Genova e 29
dal prefettogenovese, ma il finanziamento non arrivò dal governo di Roma e l'ambito progetto non decollò mai. In compenso venne presa la considerazione di tutelare questo piccolo angolo della Liguria, istituendo poi successivamente oltre che al parco anche la Riserva marina di Portofino. Il territorio, descritto nella legge 1251, contava un'area di 1061 ettari costituito dai comuni di Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure. Nel 1978 l'Ente Parco Monte di Portofino venne soppresso dalla legge 70 del 1975 mettendo il territorio sotto la tutela della Regione Liguria, gestione che portò alla creazione di un Parco Regionale proteggendo l'intera area fino ai giorni nostri.
Santa Margherita Ligure Santa Margherita Ligure, detta anche "perla del Tigullio", è una località turistica, situata tra Rapallo e Portofino, molto signorile e raffinata. La zona a mare è costituita da una lunga passeggiata che si estende fino a Paraggi; lungo il percorso, si possono ammirare il cinquecentesco Castello, il porto turistico e, una serie di belle spiagge. In questo tratto di strada, fino all'altezza del porto, è un susseguirsi di bar, ristoranti e boutique. Le due attrattive principali della cittadina sono Villa Durazzo, immersa in un rigoglioso parco e, l'Abbazia di Cervara, un monastero a picco sul mare che vanta
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un incantevole giardino all'italiana; si può accedere all'Abbazia con una piccola stradina che parte dal lungomare, poco prima della baia di Paraggi. Dalle prime testimonianze scritte, la città fu fondata nel 262 a.C. ma il primo insediamento risale probabilmente all’poca romana. Santa Margherita Ligure è sempre stato un villaggio di pescatori e marinai, noto per l’artigianato e i merletti realizzati in pizzo. Fino alla fine del XIX secolo, la pesca del corallo era un’attività di primaria importanza: la città deteneva infatti una supremazia su di esso già dal XVII secolo, per cui sullo stemma della città è rappresentato un
ramo di corallo. La pesca è ancora oggi uno dei principali settori di commercio di S. Margherita L.: tutti i giorni tranne il sabato e la domenica, i turisti possono guardare i pescherecci rientrare in porto con la loro ricca pesca, tra cui i famosi gamberi rossi, noti in tutto il mondo.
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Le manifestazioni a S.Margherita L. sono legate, per la maggior parte, a ricorrenze religiose caratterizzate dalle tradizionali processioni. A maggio si tiene la festa della Madonna della Rosa, legata alla Basilica omonima del centro storico; a luglio S. Siro, S.Margherita V. e M. patrona della città ed ancora la Madonna della Lettera per S.Giacomo di Corte. L’8, 9 e 10 agosto si svolgono tre giorni di festa nella frazione di S.Lorenzo della Costa, con stand gastronomici, musica e spettacoli pirotecnici. L’ unica manifestazione che si tiene ogni anno non legata alla fede è quella della Festa della Primavera che si svolge in quartiere “Ghiaia” nel week-end intorno al 19 di marzo, giorno di S.Giuseppe, per dare il benvenuto alla primavera. Sul lungomare, il sabato sera, c’è l’accensione del tradizionale falò sul quale vengono appesi “Tunin” e “Manena”, una coppia di fantocci. Secondo la tradizione un po’ maschilista, se brucia per prima Manena, la stagione sarà bella! Sarà per questo che il fantoccio donna viene sempre sovraccaricato di petardi! Il giorno seguente, domenica, tanta musica e distribuzione gratuita di frittelle (frisceu) dolci e salate. Tra i principali luoghi di interesse turistico, spicca la Basilica Nostra Signora della Rosa, costruita a partire dal 1657, per volere del cardinale Stefano Durazzo, su progetto di Giovanni Battista Ghisio. Procedendo verso il porto, si erge su uno sperone roccioso a ridosso del mare, il 32
Castello. La torre del castello durante i secoli ha espletato costantemente funzioni di avvistamento piuttosto che di difesa, poiché da essa il controllo sul borgo e sulle coste vicine era piuttosto agevole Collegato al Castello da scalinate e viottoli, vi è un ulteriore luogo di interesse: Villa Centurione Durazzo. Il prestigioso complesso fu edificato nel 1678 come residenza estiva della famiglia Durazzo. Ceduto ai principi Centurione nel 1821, il palazzo subì varie modifiche ed il parco romantico fu arricchito di piante esotiche e di statue di marmo in stile neoclassico. Il parco, situato al centro di Santa Margherita Ligure sulla collina che domina la città, circonda la dimora costruita nel Seicento dai marchesi Durazzo e gode di un'incantevole vista sul Golfo del Tigullio, è arricchito da statue, fontane e fioriere ed è attraversato da viottoli con il tipico acciottolato ligure, che spesso troviamo anche sui sagrati delle chiese. Verso la fine del 33
secolo la Villa venne trasformata in “Grand Hotel” e nel 1937 divenne proprietà comunale insieme al parco. Oggi Villa e parco sono sedi di manifestazioni prestigiose quali premi internazionali, mostre d’arte e concerti.
Paraggi La passeggiata ParaggiPortofino che corre parallela alla sottostante strada carrabile è completamente immersa nel verde ed offre numerosi scorci panoramici. Dopo circa 20 minuti di cammino la vista del porticciolo di Portofino con i suoi esclusivi yacht annuncia l'imminente arrivo al borgo più famoso della Liguria.
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Santuario di Nostra Signora della Lettera Il santuario di Nostra Signora della Lettera, già chiesa parrocchiale di San Giacomo di Corte è un luogo di culto cattolico di Santa Margherita Ligure, situato nel quartiere di Corte in via San Francesco d'Assisi. La chiesa è sede della parrocchia di San Giacomo del vicariato di RapalloSanta Margherita Ligure della diocesi di Chiavari.
Recco Di Jorge Perelli e Matteo Ravella
Recco è situata nella riviera ligure di levante e ha una superficie di 9.77 km al quadrato.
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La città è suddivisa in frazioni che sono principalmente Megli, Mulinetti, San Rocco, Verzemma ecc. Confina a nord con il comune di Avegno, a sud con Camogli, ad ovest con Sori e ad est con Rapallo. In epoca pre-romana, Recco era abitata dalla famiglia dei Liguri per poi essere conquistata dai romani stessi che diedero il nome Recina/Ricina al borgo. Saltando più in avanti nel tempo, la città fu attaccata dai pirati saraceni nel 1557 e nel 1646 che, come a Rapallo (città attaccata anch’essa), fu vittimadi furti, distruzione e persino rapimenti di giovani abitanti che furono poi resi schiavi nei paesi meridionali. Un evento che ha segnato la storia di Recco sono di sicuro i bombardamenti subiti nel
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1943-1944. Obiettivo dei bombardamenti era quello di distruggere il ponte ferroviario per interrompere le comunicazioni, cosa che segnò la vita di moltissime persone. Nel dopoguerra si avviarono i lavori di ricostruzione, che però fecero scomparire prove e testimonianze dell’origine della città. L’8 settembre 2000 la città prende ufficialmente il nome di Recco (infatti l’8 settembre è una festa praticata da molti anni)
La città è molto famosa infine anche per la sua squadra di pallanuotoChiavari Di Gloria Garcia, Jessica Testa, Filippo Ravera e Giacomo Solari Chiàvari è un comune italiano di 27.533 abitanti della città metropolita na di Genova in Liguria.Ce ntro commercial 37
e del Tigullio, è il secondo comune più popoloso del comprensorio e la terza città per numero di abitanti del territorio metropolitano dopo Genova e Rapallo. Chiavari è la nona città della regione, da Sarzana, Sanremo, Ventimiglia e Rapallo.
preceduta
dai
capoluoghi,
La città si affaccia sul mar Ligure della Riviera di Levante, al centro del Golfo del Tigullio, ad est di Genova. Confina a nord con i comuni di Leivi e Carasco, a sud è bagnato dal mar Ligure, ad ovest con Zoagli ed est con Cogorno e Lavagna. Nel 1959, nel corso di alcuni scavi, per la realizzazione di nuovi edifici, sono stati rinvenuti nella zona dell'attuale "viale Enrico Millo" alcuni insediamenti umani e i resti di un'antica necropoli. Dal 1985, alcuni oggetti sono conservati presso il museo archeologico cittadino, tra i quali tombe racchiuse in lastronid'ardesia dove furono rinvenuti monili e oggetti in ferro, oro e bronzo. Dopo il V secolo subì le devastazioni di Eruli e Goti. Passata ai Bizantini dopo le guerre gotiche, fu conquistata dal re longobardo Rotari nel 641.Con la conquista franca appartenne alla marca obertenga. In un documento del 980 la città viene citata come Clavaro. Passò in seguito sotto il dominio della Repubblica di Genova . 38
Nel 1243 si costituì ufficialmente in Libero comune sotto il potere della repubblica genovese e in tale secolo Chiavari fu scelta come sede del vicariato della Riviera orientale. Nonostante lo sviluppo turistico, è rimasta legata alla pesca e all’artigianato con la produzione tipica di sedie chiamate “campanino” e di bellissimi pizzi “macramè”. L’interesse turistico è dovuto sia allapresenza di un mare pulito, sia allo sviluppo di un centro storico che può contare su palazzi di grande pregio in tipico stile genovese.
Il Parco Villa Rocca E’ un polo museale sito in via Costaguta a Chiavari, nelTigullio in provincia di Genova. L'edificio è ubicato nelle immediate vicinanze della storica "piazza delle Carrozze" del centro storico, intitolata a Giacomo Matteotti, circondato interamente dal pregiato parco pubblico Rocca. 39
Il centro storico di Chiavari è il cosiddetto “caruggio dritto”, cioè via Martiri della Liberazione. Tra i palazzi più importante c'è il Palazzo Rocca, edificato da Bartolomeo Bianco nel seicento ed ampliato nel 1908. Qui vi è la sededell’orto botanico, dove, tra tutte le sezioni, spiccano le serre monumentali con le orchidee. Il Palazzo Rocca è la sede di un Museo che custodisce numerosi oggetti e reperti di vario genere ed epoca in una collezione molto interessante.
I Portici Chiavari ha conservato nei secoli l'importanza di centro commerciale e, in tal senso, ha mantenuto inalterati i suoi classici portici che ne caratterizzano il centro da borgo antico. I moderni esercizi commerciali, ricavati fra le antiche volte, mantengono una suggestiva atmosfera. Le strade interne ed i portici, sono la cornice ideale a numerose sagre che tradizionalmente si tengono a Chiavari.
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La chiesa più monumentale di Chiavari è certamente il Santuario di
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Nostra Signora dell’Orto La chiesa fu eretta dopo la miracolosa apparizione della Vergine Maria il 2 luglio 1610. Il pronao fu disegnato e progettato dall'architetto modenese Luigi Poletti nel 1836 ispirandosi al Pantheon di Roma. La facciata è stata completata nel 1938 inserendo cinque riquadri marmorei a
bassorilievo, raffiguranti episodi della vita della Vergine. 41
Sono presenti numerose opere d’arte degli scultori Anton Maria Maragliano, Benedetto Borzone, Carlo Baratta, Francesco Gandolfi Giovanni Coppola e Ludovico Pogliaghi.
ArtistiinStrada La domenica del Mercatino (seconda di ogni mese) in piazza Mazzini e l'ultima domenica di ogni mese in c.so Garibaldi, Chiavari ospita le esposizioni di artisti e creativi "Artisti di Strada": si possono trovare banchetti specializzati in macramè, tombolo, legno, intagliato, decoupage, pittura su vetro, candele, fotografie, cappelli, abiti e tanto altro ancora. A cui possono partecipare pittori, scultori, ceramisti, creatori delle arti piÚ varie con i loro banchi ed esposizioni. Collocata nella prestigiosa piazza Mazzini, in pieno Centro Storico, diventa parte integrante del mercatino.
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Colonia Fara La struttura fu commissionata dal Partito NazionaleFascista nel 1935 come luogo e soggiorno di villeggiatura marinaro per bambini, da utilizzarsi prevalentemente
nel periodo estivo. L'edificio è un esempio del Razionalismo italiano. La progettazione dell'edificio fu realizzata dagli architetti Camillo Nardi Greco e Lorenzo Castello. I lavori di edificazione partirono nello stesso 1935 per poi concludersi nel 1936. L'inaugurazione ufficiale avvenne nel 1938 alla presenza di Benito Mussolini e per due anni ospitò bambini provenienti da ogni parte d'Italia o dalle colonie dell'Impero.
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Nel 1940, a causa dello scoppio della Seconda guerra mondiale l'edificio, avendo una capienza tale da ospitare circa quattrocento fanciulli, fu adibito ad ospedale militare e sede di occupazione provvisoria dell'esercito tedesco. Al termine della guerra - nel 1945 - sostarono al suo interno i soldati delle truppe alleate, finché un anno dopo l'edificio fu riconvertito all'uso primario dello stabile, ossia nuovamente in colonia balneare. Tra il 1947 e il 1955, ospitò i profughi provenienti dall'Istria, passata dal controllo italiano alla Jugoslavia.
Gaetano Moretti e il cimitero di Chiavari Suo è il progetto del cimitero monumentale di Chiavari (Genova), con notevole disposizione degli spazi in maniera prospettica, lo stile eclettico, è un chiaro esempio del gusto dell'epoca; in questo cimitero è presente una divisione quasigerarchica delle classi sociali, con i campi per lasepoltura nel terreno, allora scelta obbligata delle classi meno abbienti, posti al livello più basso; man mano che si sale, seguendo l'orografia del terreno che si inerpica per la collina, i colombai e le cappelle patrizie che 44
circondano il tempio cattolico e più sopra cappelle ancora più grandi fino al culmine dove si trova la cappella (più grande della chiesa stessa del cimitero)della famiglia più importante della città. Il Gran Caffè Defilla E’ un locale storico sito in corso Giuseppe Garibaldi. Dal 1914 fu al centro della vita
mondana e culturale del Tigullio, in anni in cui il Levante ligure attirava frequentatori illustri.
All'epoca era il maggior caffè della Liguria, dotato di ben quindici vetrine, è posto di fronte al Teatro Cantero, che ha anch'esso una illustre storia di mondanità e di cultura. 45
Tra i suoi frequentatori si ricordano molte note figure del mondo dello spettacolo come Rita Hayworth, Alberto Sordi, Totò e il ligure Gino Paoli. Tra i politici, i presidenti
della Repubblica Antonio Segni e Sandro Pertini e il Senatore a vita Giulio Andreotti. Fondato dalla famiglia Defilla proveniente dalla Svizzera . Durante la seconda guerra mondiale il fondatore aveva dipinto sulle saracinesche la bandiera svizzera, proprio per sottolineare il suo ruolo di piccola isola di neutralità Il castello Il castello fu costruito tra il 1146 e il 1147, uno dei primi eretti nella zona geografica del Golfo del Tigullio, sul colle dominante l'allora cittadella fortificata del borgo marinaro di Clavari, l'odierna Chiavari, a difesa di essa e della valle circostante.Nel 1172 subì il suo primo assedio da parte di Opizzino Spinola, mentre nel 1278 si registrò la caduta del castello - per soli otto giorni - nelle mani diMoruello Malaspina e
Alberto Fieschi, alleati nella conquista del maniero. Nella prima metà del XIV secolodovette essere più volte ricostruito a causa delle violente lotte tra le fazioni guelfe e ghibelline; in 46
questo secolo il borgo fu ulteriormente fortificato grazie alla presenza di una possente cinta muraria accessibile mediante sette porte e difese da ben quattordici torrette di avvistamento. Ancora oggi sono ben visibili i resti delle antiche mura costituenti l'antica "Cittadella di Chiavari" del Medioevo. La fine del castello fu decisa direttamente dalla Repubblica di Genova, la quale avviò un notevole potenziamento e ampliamento della cittadella medievale adiacente il mare, scoraggiando così eventuali attacchi via mare da parte dei corsari barbareschi. La costruzione fu decisa dal maresciallo di Francia Jean Le Meingre - detto Boucicault - luogotenente e governatore della repubblica genovese per l'imperatore Carlo IV di Francia, nel 1404 e il progetto fu affidato al chiavarese Martino della Torre. IL castello, non più usato a scopo difensivo, fu lentamente abbandonato a se stesso e demolito nelle sue parti a partire dal 1575 e ad oggi conserva intatto il torrione a monte e sul lato opposto una piazza d'armi fortificata; della cinta muraria eretta fino alla cittadella rimangono solo alcune tracce lungo il percorso. Sono invece ancora ben visibili le due cisterne d'acqua di fronte al torrione utili per garantire la sopravvivenza in caso di assedi. Il castello, dal 1993, è di proprietà privata.
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San michele di pagana Di Ion Ivanov E’ divisa in due parti geografiche, una collinare e la zona della marina, e difatti l'altimetria del luogo varia dai 3 m s.l.m. (parte costiera) fino al massimo dei 25 m s.l.m.
La località gode di un pregiato clima mediterraneo, come molti comuni costieri della Liguria, che raramente registra un brusco calo delle temperature nel periodo invernale e un alto valore nella stagione estiva. La costa marinara è suddivisa principalmente in tre piccoli golfi: Pomaro, Trelo (o Travello) e Prelo, racchiusi ognuno nel classico e tipico borgo ligure con poche case, alte, strette e in riva al mare. Le tre insenature sono collegate tra loro tramite una caratteristica stretta scogliera che, costeggiando il mare, attraversa i tre nuclei marinari.
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La baia di Pomaro, la prima che s'incontra da Rapallo verso Santa Margherita Ligure, costituisce il nucleo centrale e principale di San Michele: qui hanno sede diverse attività commerciali e stabilimenti balneari. Verso la collina, poco lontano dalla spiaggia, un viadotto ferroviario della linea Genova-Pisa sovrasta l'abitato se pur semi nascosto dalle case. Proseguendo verso ovest si raggiunge il secondo nucleo di San Michele: il borgo di Trelo o di Travello come localmente definito. Non lontano da Pomaro, lo si può raggiungere tramite la scogliera o costeggiando in un primo tratto il marciapiede dell'ex strada provinciale 227 e quindi la via interna del borgo (via Travello). La piccola località riprende le caratteristiche architettoniche della vicina Pomaro, con case dalle facciate variopinte affacciate sulla marina; nei pressi l'antistante spiaggia, libera e semi attrezzata, è molto frequentata dai bagnanti nel periodo balneare e tra le più "battute" del territorio rapallese.
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A dividere le due insenature di Trelo e Prelo è la punta dominata dal "parco delle Rimembranze" (a ricordo dei soldati e dei caduti rapallesi periti nei due conflitti mondiali) e, alla sommità di essa, dalla barocca chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. Nei pressi della chiesa vi è il cimitero frazionale e, dentro di esso, la torre Pagana. Nella zona più vicina al mare trova spazio il seicentesco castello di Punta Pagana, postazione difensiva eretta dalla Repubblica di Genova per la salvaguardia del braccio di mare dai sempre più frequenti sbarchi e assalti pirateschi, e alla sommità dalla villa Pagana (residenza magistrale del Gran maestro dell'Ordine di Malta) con il suo vasto parco.
Storia Secondo alcuni studi effettuati da storici locali, l'esistenza di un primo insediamento abitato potrebbe essere risalente già in epoca romana, verosimilmente come un piccolo borgo di pescatori. Le tesi, avanzate dagli storici, sono state maggiormente supportate anche grazie al ritrovamento di un antico e primitivo porto, immerso nelle acque del borgo; alcuni subacquei, inoltre, hanno rinvenuto sul fondale reperti preziosi come antichi vasi e anfore, questi ultimi riconducibili all'affondamento di una nave militare romana intorno al I secolo[3] nei pressi della frazione. Nel periodo medioevale il borgo marinaro di San Michele divenne a far parte dei sei sestieri cittadini, l'antica divisione territoriale e storica cittadina. Condividendo le sorti storiche e politiche rapallesi, legate al dominio della Repubblica di Genova, rientrò dapprima nella podesteria di Rapallo (sotto la giurisdizione del capitanato di Chiavari) e, dal 1608, nel neo istituito capitanato cittadino. Il territorio del capitaneato rapallese comprendeva, oltre la città stessa, 50
diversi luoghi e località della media val Fontanabuona e del Tigullio occidentale racchiusi in sei "sestieri": Pescino, Olivastro, Borzoli, Oltremonte, Amandolesi e Borgo. Con la dominazione francese di Napoleone Bonaparte, e la caduta della repubblica genovese in favore della Repubblica Ligure (annessa al Primo Impero francese dal 1805), ogni ordinamento preesistente fu cancellato e rivisto e anche il territorio rapallese e sanmichelino subirono sostanziali modifiche. Con l'istituzione della municipalità di Santa Margherita Ligure la frazione di San Michele si ritrovò ad essere confine territoriale dell'ente rapallese, le cui modifiche si stabilizzarono solamente con il Regio Decreto del re Vittorio Emanuele III datato al 10 agosto 1928.
Camogli Di Alessia Caffarena , Giorgia Terzo, Hoxjag Sumbull, Simone Torelli ed Alessia Mugnaini Tra mare e monti, monumenti e storia, cultura e divertimenti, Camogli offre splendidi itinerari, paesaggi e scenari impressionanti
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Un po' di storia... Il nome "Camogli" ha diverse spiegazioni di origine: Numerosi studiosi fanno derivare il nome Camogli da "Camulo" o "Camulio", nome dato a Marte dagli Etruschi, oppure da "Camolio", divinità GalloCeltica. Altri invece ritiengono che significhi terra in basso da “cam” (in basso) e “gi” (terra). Ci sono poi le spiegazioni più suggestionabili,ma del tutto fantasiose derivazioni dal genovese, che fanno derivare la parola Camogli, (Camuggi, in genovese) da "casa delle mogli", le quali rimanevano a casa da sole aspettando il ritorno dei mariti imbarcati. Oppure da "Cà a muggi" ovvero case a mucchi, per la particolare disposizione delle case che la città riserva. Il 3 giugno 1877, grazie ad un decreto emanato da Re Vittorio 52
Emanuele II, Camogli diventò città, ed ottenne quindi il diritto di utilizzare lo stemma araldico. Il borgo di Camogli ha origini preistoriche: lo testimonia un insediamento, individuate durante le campagne di scavo succedutesi dal 1969 al 1977 nei pressi del Castellaro lungo il rio Gentile.Già sotto il dominio dei vescovi di Milano, intorno all'anno 1000, cominciò a formarsi la "Camogli costiera e marinara" con citazioni nei testi dell'epoca dove compare con il nome di Vila Camuli; ed è dal Medioevo in poi che compare maggiormente nella storia genovese.Come i territori della repubblica genovese anche Camogli fu interessata dalla dominazione napoleonica di fine Settecento che inserì il borgo marinaro, il 2 dicembre, nel Dipartimento del Golfo del Tigullio, con capoluogo Rapallo, all'interno della Repubblica Ligure.Dal 1803 fu uno dei centri principali del VI cantone della Frutta, nella Giurisdizione del Centro, che ebbe per capoluogo la vicina Recco. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Genova.Con la caduta di Napoleone, nel 1814, fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1815, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel VI mandamento di Recco del Circondario di Genova dell'allora provincia di Genova. Già nel 1856 la sua flotta è composta da 580 imbarcazioni iscritte alla Mutua Assicurazione Marittima Camogliese, fondata nel 1852 dal locale Nicolò Schiaffino, unica al mondo e composta da un armamento doppio di quello del compartimento marittimo di Amburgo, la quale restò attiva fino al 1888. Con l'avvento della navigazione a vapore le attività tradizionali marinare camogliesi vengono, nel tempo, sostituite dal turismo. 53
Eventi Festa di san Fortunato. Il giorno precedente alla sagra del Pesce durante la sera e la notte si svolge la festa. Una processione trasporta per il paese un'effigie del santo seguito dalla banda e dai fedeli, verso mezzanotte vengono sparati una serie di fuochi artificiali per diversi minuti e quando terminano viene dato fuoco a due enormi falò costruiti uno sulla spiaggia antistante alla basilica di Santa Maria Assunta e uno antistante alla Rotonda. I falò sono preparati dai quartieri del Porto e del Pinetto, che gareggiano a chi produce quello più spettacolare e duraturo. Sagra del Pesce, la seconda domenica di maggio, si svolge dal 1952. Giornata dedicata alla frittura del pesce in un gigantesco padellone di acciaio inossidabile del diametro di 3,8 metri, un manico di 6 metri, 2,8 ton di peso e una capacità di 2000 litri. Il padellone è in uso dall'edizione del 1954 (prima erano usate delle padelle normali), in passato ne sono stati impiegati anche di dimensioni maggiori rispetto a quello attuale (nel 1960 ne fu introdotto uno di 5 metri di diametro), posto su impalcature che sorgono sui fondali del porticciolo, è diventato una delleattrazioni tipiche della città e uno dei principali richiami per i turisti. La "Stella Maris" viene celebrata la prima domenica d'agosto. La festa è dedicata ad una raffigurazione della Madonna come protettrice dei marinai - la Stella del Mare - un mosaico ritrovato nella chiesa di San Nicolò di Capodimonte, e che risalirebbe al 400. Alla mattina il colpo di cannone annuncia la partenza del Dragun,che porta il parroco all'altare di Stella Maris situato sulla Punta Chiappa; il Dragun viene seguito dalle barche degli spettatori impavesate per l'occasione. La sera, quando fa buio, il Dragun e le piccole barche a remi (kayak e canoe) con una torcia legata a poppa seguono l'imbarcazione in fila davanti alla spiaggia, a
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volte facendo delle gare di velocitĂ , mentre la gente dalla spiaggia mette in mare centinaia di lumini che illuminano il tratto d'acqua antistante. Il Festival della Comunicazione. Nato nel 2014, nella sua prima edizione ha ospitato tra gli altri Umberto Eco, Corrado Augias e Federico Rampini, chiudendo con 20 000 presenze Ruta Di Camogli La prima frazione per importanza di Camogli, sorge in collina sul versante occidentale del promontorio di Portofino. La Chiesa Millenariasorge,a 281 metri sul livello del mare,sul valico di Ruta, punto di incrocio di antiche strade
San Fruttuoso E’ una bellissima e tranquilla baia che dista molto poco dl centro cittadino
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IlCristo degli Abissi
Il 27 agosto del 1954 al largo dell'abbazia di San Fruttuoso a 17 Mt. di profondità è stata immersa la statua del Cristo degli Abissi, una statua di bronzo, alta due metri e mezzo, rappresentante un Cristo con il viso e le mani tese verso il cielo L'Abbazia
L'abbazia di San Fruttuoso, è proprietà del FAI (Fondo Ambiente Italiano) dal 1983, quando gli fu donata dalla famiglia Doria. Oggi sono visitabili il complesso monastico,la sala capitolare, la chiesa, e le tombe dei corpi dei Doria.
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Punta Chiappa Punta Chiappa è una sporgenza rocciosa,che si protende verso il mare, alla base del Monte di Portofino. Sulla Punta sorge un altare con un bellissimo mosaico, dedicato alla Stella Maris.
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San Nicolo Di Capodimonte
Scendendo a piedi da San Rocco, verso Punta Chiappa, lungo unamulattiera che percorre il versante occidentale del Promontorio di Portofino, si incontra la chiesa di San Nicolò di Capodimonte
Rapallo Georgiana Vasilescu, Dumitrita Ivanov, Giada Iriti e Chiara Paoletti
Rapallo è un comune italiano di 30.493 abitanti della città metropolitana di Genova in Liguria. La sua area urbana di riferimento si estende convenzionalmente su tutto il suo golfo, comprendendo i comuni contigui di Santa Margherita Ligure e Portofino, ad occidente, e Zoagli ad oriente per una fascia di popolazione di circa 43.000 abitanti, la decima della regione. È il sesto comune della Liguria per numero di abitanti, preceduto da Genova, La Spezia, Savona, Sanremo e Imperia.
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La località è celebre per essere stata la sede di due
importanti trattati di pace, dopo la prima guerra mondiale, uno tra il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia nel 1920 e l'altro tra la Repubblica di Weimar e l'Unione Sovietica nel 1922.
Villa Tigullio:
è stata fatta costruire dalla famiglia Spinola come dimora e baluardo sul mare. E’ circondata dal 59
parco casale e attualmente ospita due delle più importanti realtà culturali della città di Rapallo: IL MUSEO DEL MERLETTO e LA BIBLIOTECA INTERNAZIONALE.
Il Museo Del Merletto: è l’unico in tutta la liguria dedicato principalmente al merletto a Fuselli o pizzo al tombolo.
Biblioteca Internazionale: edificio molto antico fondato nel 1957 da un gruppo di persone di diversa nazionalità e acquisita dal comune di Rapallo nel 1988.
Chiosco Della Musica: al centro del lungomare Vittorio Veneto si trova ill chiosco della musica. E’ stato inaugurato nel 1929 ed è stato realizzato dal geometra Luigi Devoto. Fu voluto dai Rapallesi migrati in Cile che volevano donare alla loro città natale una serie adatta ai concerti musicali bandistici.
Cenni storici Il nome di Rapallo compare per la prima volta in una pergamena del 964, infatti gli storici ancora oggi non sono riusciti a fornire delle notizie precise sull’origine di Rapallo. Rapallo fu per molti anni sotto il dominio dei marchesi d’Este e dei marchesi Fieschi. Per molti anni Rapallo fu teatro di saccheggi eincursioni da parte degli Aragonesi prima e poi da parte dei pirati di Dragut. In passato fu sede 60
di convegni e incontri diplomatici Italo-Iugoslavi e Russo-Tedeschi. Rapallo ha dato i natali a personaggi storici famosi come Giovanni da Vico (medico e trattatista), Agostino Giustiniani (orientalista) e Fortunio Liceto (medico e filosofo). Rapallo è ricca di monumenti storici di grande valore architettonico. La Porta delle Saline è l’unica porta rimaste delle cinque che in passato davano accesso al centro storico di Rapallo. La porta prende il nome dalle saline che dalla foce di Boate giungevano fino alle falde della collina di San Nicola. La porta è stata più volte restaurata e ancora oggi conserva l’antico carrubo che ne ricopre il coronamento barocco. Sul mare sopra uno scoglio sorge il Castello del Mare simbolo di RapalloE' stato costruito nel 1550, con scopi difensivi dopo il saccheggio e la distruzione dell’abitato ad opera del corsaro Dragut 2, che ridusse in schiavitù numerosi abitanti. 2
Dietro a questo nome, che nei documenti dell'epoca è storpiato in Droguth, Draguto, Dragute, Dorghutto ed in tante altre forme, si delinea la minacciosa figura di quel Torghud che, catturato nel giugno del 1540 da Giannettino Doria nella baia di Giralata presso Aiaccio, era finito incatenato al banco dei rematori a bordo d'una delle galee genovesi del grande ammiraglio Andrea Doria. Ed in questa miserevole condizione avrebbe certamente terminato le sue avventure se Khair-AdDin, il più potente corsaro barbaresco, tristemente noto col nome di 'Barbarossa', non avesse posto fine, dopo qualche anno alla sua prigionia provvedendo al pagamento del cospicuo riscatto. Così Torghud poté ben presto riprendere ancora più spavaldo a correre il mare sotto il vessillo della mezzaluna, gettando ovunque il terrore, in unatravolgente ascesa che, di successo in successo, lo porterà prima ad essere il più temuto pirata tra gli 'infedeli' e poi al governo della città di Tripoli. Una palla di cannone, infine, lo ucciderà il 25 giugno 1565 sotto le mura di Malta da lui assediata.
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Adibito per molto tempo a carcere èstato restaurato, ed ora è prestigiosa sede espositiva, valorizzata e resa ancor più suggestiva dagli ulteriori lavori di restauro eseguiti nell'anno 2005. Il Castello di Rapallo è anche il protagonista dell'evento clou delle feste patronali cittadine: ogni anno, il 3 di luglio, nell'ultima serata dei festeggiamenti in onore dell'apparizione di N.S. di Montallegro, il Castello è il punto di partenza dello spettacolo pirotecnico detto "la sparata dei ragazzi", al termine del quale viene incendiato artificialmente. L'effetto della bianca cascata pirotecnica che scende in mare dal suo tetto e del fumo rosso che esce dalle sue finestre è unico al mondo Sito sulle pendici del Monte Rosa si trova il Santuario della Madonna di Montallegro meta ogni anno di numerosi pellegrinaggi. Il santuario è stato costruito intorno al 500 ma ha una facciata neogotica eseguita nel 1907.
Monastero di Valle Christi Il monastero di Santa Maria in Valle Christi è stato un luogo di culto cattolico di Rapallo, situato nella frazione di San Massimo in via San Massimo. L'ex complesso monastico duecentesco è inserito nella lista
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dei monumenti nazionali italiani; è uno dei dell'architettura gotica dell'intero territorio ligure.
pochi
superstiti
esempi
Storia Da alcuni documenti presenti nell'Archivio di Stato di Genovasi è potuto apprendere che la fondazione del monastero abbia avuto origine dal volere di una nobildonna genovese: Altilia Malfanti, vedova De Mari, e della sorella Tibia (o Tiba). Come affermano i documenti storici pare che le due sorelle - proprietarie del terreno - siano state loro a suggerire la costruzione di un convento di monache dell'Ordine dei Cistercensi, con l'intenzione poi di ritirasi esse stesse alla vita monacale.Un attestato rogato il 3 aprile del 1204 dall'arcivescovo di Genova Ottone Ghilini confermò la donazione del terreno, ponendo così le basi per l'edificazione dell'edificio conventuale. Alla fine dei lavori, intorno al 1206, il monastero venne affidato all'ordine cistercense già presente a Tiglieto (abbazia di Santa Maria alla Croce), a Borzone (abbazia di Sant'Andrea) e a Genova. Proprio al convento genovese di Santa Maria dello Zerbino fu dato il ruolo di amministrazione del nuovo monastero .Le monache di clausura cistercensi insisteranno nel monastero per quasi trecento anni, annoverando, fra di loro, suore dal nome illustre come Carinzia Visconti (nipote del 63
pontefice Gregorio X) e guadagnandosi fama di operosità e santità. Il monastero ebbe un notevole sviluppo e nella chiesa fu venerata la reliquia di san Biagio, donata alle monache probabilmente da un capitano genovese, al seguito diGaspare Spinola nella fortunata spedizione del 1380.Nel 1502 ad abitare il convento rimasero solo due suore e, poiché nuove norme giuridiche-religiose ne prevedevano la soppressione di quei conventi monastici con meno di cinque suore, le monache furono quindi trasferite in monasteri vicini. Dopo un fallito tentativo d'insediamento di monaci cistercensi di Tagliata, il complesso monasteriale fu riabilitato nel 1508 grazie al nuovo inserimento di un gruppo di religiose di clausura dell'Ordine di Santa Chiara.La convivenza delle monache nel monastero fu resa però difficoltosa a causa dell'accentuato isolamento - ancora oggi il complesso è distante alcuni chilometri dal centro storico rapallese - e dalla insalubrità del luogo, tanto è vero che diciassette religiose su ventidue chiederanno nel tempo il trasferimento in altri monasteri. Inoltre, tra i veri decreti emanati dal Concilio di Trento nella metà del XVI secolo, diverse norme decretarono la necessità dei conventi ad essere il più vicino possibile ai centri abitati, questo a causa delle sempre più frequenti invasioni e sbarchi di pirati saraceni. Il monastero, data la sua notevole lontananza dal più vicino centro sicuro, venne pertanto dichiarato soppresso (ma non sconsacrato) con un breve pontificio di papa Gregorio XIII del 9 agosto 1572. Tuttavia alcune monache rifiutarono l'allontanamento e solo nel 1573 l'arcivescovo genovese Cipriano Pallavicino poté dichiarare ufficialmente chiuso il monastero. Le cronache narrano che i beni esistenti furono inventariati e venduti; il capo di san Biagio, veneranda reliquia, ed una tela del pittore Domenico Fiasella furono consegnate alla locale basilica dei Santi Gervasio e Protasio. L'intero complesso monastico e le sue terre furono vendute sempre nel 1572 ad un certo Agostino o Nicolò Bardi, per la somma di 10.155 lire genovesi, con l'obbligo della
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manutenzione della chiesa, dove avrebbe officiato la funzione religiosa un cappellano. Non si conoscono ancora oggi i motivi dell'accentuata decadenza del monastero poiché sia nel 1788 che nel 1858 diversi documenti ne attestarono il discreto stato di conservazione: nel 1788 è in piedi il maestoso campanile, gran parte della chiesa e parte, ancora, del chiostro, formato, tutt'attorno al cortile interno, da piccole doppie colonnine di marmo bianco con sopra archi a sesto acuto. L'incuria delle autorità ed il malvolere degli abitanti aggravarono il disfacimento del monastero, le cui mura sgretolandosi fornirono materiale per la costruzione di case coloniche, mentre gli edifici attornianti la chiesa ed il chiostro divennero il focolare ed il ricovero per le famiglie dedite al lavoro dei campi. Nel 1903 l'ormai abbandonato monastero fu dichiarato monumento nazionale italiano, portando così i primi veri e concreti restauri dell'immobile - ridotto già un rudere - a cura dell'architetto Alfredo d'Andrade. Il 26 febbraio 1955 l'allora ministro per la Pubblica Istruzione Angelo Raffaele Jervolino dichiarò la zona di Valle Christi di notevole interesse pubblico, ai sensi della legge n. 1497 del 29 giugno 1939. Dopo gli interventi conservativi degli ultimi anni del Novecento, svolti sotto la direzione scientifica di B. Paolo Torsello, oggi il complesso è teatro di importanti manifestazioni culturali e teatrali, specie nel periodo estivo, ed inserito all'interno del campo da golf cittadino. Leggenda
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L'ubicazione poco soleggiata del convento, che favorisce la crescita di muschi e licheni, e lo stato di quasi totale abbandono, esaltano il fascino un po' lugubre delle strutture gotiche, delle volte a crociera basse e buie, della totale assenza di ogni compiacimento decorativo, secondo la ferrea regola cistercense. Si narra che in tempi molto antichi, una suora, follemente innamorata di un pastore, abbia trasgredito alla regola di castitĂ rimanendo incinta e che per punizione sia stata murata viva, con la sua bambina appena nata, in una cella del convento. Molti asseriscono che nelle notti senza luna un lamento struggente sale dalle antiche pietre e si diffonde nella campagna.
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