IL RUMORE
RUMORE La corretta definizione: il rumore è un’immissione sonora sgradevole e molesta che può determinare danni irreversibili al sistema uditivo. RUMORE Suoni e rumori, sono onde meccaniche che si propagano nei mezzi fluidi e solidi con velocità variabile. Nell’aria, ad esempio, l’onda meccanica si propaga alla velocità di circa 340 m/sec.
L’onda sonora è caratterizzata da tre elementi fondamentali: frequenza intensità timbro
FREQUENZA misurata in Hertz, indica il numero di oscillazioni complete al secondo dell’onda sonora. La percezione dell’orecchio umano è compresa tra 16 e 20.000 Hz; suoni di frequenza inferiore, definiti infrasuoni o superiore, ultrasuoni, non vengono percepiti.
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL’ONDA SONORA
F = V/
A
A = ampiezza = lunghezza d’onda F = frequenza V = velocità
L’INTENSITÀ L’intensità o livello di pressione sonora esprime la quantità di energia posseduta dall’onda sonora. Viene misurata in decibel. dB = 20 log Po/P Dove: Po = pressione sonora della soglia di udibilità P = pressione sonora
TIMBRO
Il timbro, determinato dalla forma dell’onda sonora, definisce la proprietà in base alla quale suoni di pari altezza emessi da due strumenti diversi vengono percepiti come differenti.
DANNI DA RUMORE
Gli effetti nocivi da rumore non si ripercuotono soltanto sull'organo uditivo, ma interessano anche gli altri apparati ed organi con la sola eccezione dell'apparato scheletrico e muscolare.
DANNI DA RUMORE
Gli effetti del rumore sulla salute umana possono riassumersi in: Uditivi Extra uditivi influenti sull’attività lavorativa e la vita relazionale
DANNI ALL’UDITO A carico dell'apparato uditivo, una pressione acustica eccessiva può indurre modificazioni patologiche irreversibili (sordità da rumore), per esposizione protratta, o reversibili da trauma acustico acuto.
TRAUMA ACUSTICO Rumori di intensitĂ superiore a 160 dB possono causare la rottura del timpano con sorditĂ completa, ma reversibile con la riparazione della membrana timpanica. Oltre i 120 dB inizia la soglia del dolore uditivo che si manifesta costantemente in tutti gli individui tra i 130 e 140 dB.
IPOACUSIA Esposizioni prolungate nel tempo a rumori di intensità superiore a 85 dB (A) possono provocare deficit permanente dell’udito.
CONDUZIONE DEL SUONO
SUONO
ORECCHIO MEDIO
ORECCHIO INTERNO
La percezione normale dei suoni si realizza attraverso tre fasi così distinte: FASE CONDUTTIVA in condizioni normali il suono viene convogliato dall’orecchio esterno (padiglione auricolare e condotto uditivo esterno) verso l’orecchio medio. FASE TRASMISSIVA inizia quando l’onda sonora stimola la membrana timpanica e attraverso la catena degli ossicini dell’orecchio medio fa vibrare la membrana del foro ovale. FASE PERCETTIVA avviene attraverso le stimolazione delle cellule sensoriali dell’organo del Corti (orecchio interno) che attraverso le loro terminazioni nervose inviano lo stimolo al cervello.
IPOACUSIA DI TIPO CONDUTTIVO
SUONO
ORECCHIO MEDIO
ORECCHIO INTERNO
Nell’ipoacusia di tipo conduttivo lo stimolo sonoro viene interrotto a livello dell’orecchio esterno.
IPOACUSIA DI TIPO CONDUTTIVO Tra le cause di ipoacusia di tipo conduttivo ricordiamo: tappi di cerume corpi estranei nel condotto uditivo esterno
IPOACUSIA DI TIPO TRASMISSIVO
SUONO
ORECCHIO MEDIO
ORECCHIO INTERNO
Nell’ipoacusia di tipo trasmissivo lo stimolo sonoro viene interrotto a livello dell’orecchio medio.
IPOACUSIA DI TIPO TRASMISSIVO TRA LE CAUSE DI IPOACUSIA DI TIPO TRASMISSIVO RICORDIAMO: otosclerosi otiti medie rottura della membrana timpanica (sordità da trauma acustico)
IPOACUSIA DI TIPO PERCETTIVO
SUONO
ORECCHIO MEDIO
ORECCHIO INTERNO
Nell’ipoacusia di tipo percettivo lo stimolo sonoro viene interrotto a livello dell’orecchio interno.
IPOACUSIA DI TIPO PERCETTIVO TRA LE CAUSE DI Ipoacusia di tipo PERCETTIVO RICORDIAMO: l’ipoacusia professionale lesioni al nervo acustico
IPOACUSIA PROFESSIONALE L’ipoacusia professionale, determinata dalla distruzione delle cellule dell’organo del Corti, e di tipo percettivo bilaterale. Inizialmente 4000 Hz con frequenze.
sono interessate successivo deficit
le frequenze intorno a sulle alte, medie e basse
L'andamento dell'ipoacusia professionale è lento e progressivo con stabilizzazione del danno se cessa l'esposizione. La menomazione della vita perdita uditiva supera i 25 di 1000-2000 Hz.
di relazione inizia dB ed interessa le
quando la frequenze
IPOACUSIA DI TIPO PERCETTIVO TRA LE CAUSE DI Ipoacusia di tipo PERCETTIVO RICORDIAMO: l’ipoacusia professionale lesioni al nervo acustico
MISURA DEL DEFICIT UDITIVO Particolari apparecchiature dette audiometri, muniti di camera silente, permettono di studiare e misurare il grado di deficit uditivo.
EFFETTI EXTRAUDITIVI Gli effetti extra uditivi interessano quasi tutti gli organi ed apparati con disturbi funzionali ed organici estremamente variabili come entitĂ ed estensione che possono in gran parte ricondursi ad una labilitĂ neurovegetativa generalizzata.
EFFETTI EXTRAUDITIVI Il quadro è dominato da una progressiva ipersimpaticotonia con vasocostrizione precapillare ed aumento delle resistenze periferiche.
EFFETTI EXTRAUDITIVI PRINCIPALI ORGANI INTERESSATI: cuore (diminuzione del volume della gittata) l'apparato respiratorio (aumento della frequenza respiratoria) l'apparato gastro-intestinale (spasmi ed aumento di incidenza di ulcere piloriche e duodenali)
EFFETTI EXTRAUDITIVI PRINCIPALI ORGANI INTERESSATI: il sistema endocrino (con particolare interessamento dell'asse ipofisi-surrene) il sistema nervoso (modificazioni elettroencefalografiche della sfera psichica).
EFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITA SOCIALEEXTRAUDITIVI
Gli effetti del rumore sull'attività lavorativa e la vita sociale, rappresentano l’ultimo importante aspetto della patologia da rumore.
EFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITA SOCIALE EXTRAUDITIVI In particolare, il rumore: interferisce con la comunicazione verbale determina diminuzione della vigilanza e dell'attenzione esercita un’azione stressante sulle funzioni psicomotorie con conseguente calo di efficienza
EFFETTI SULL’ATTIVITA’ LAVORATIVA E LA VITA SOCIALEEXTRAUDITIVI il progressivo isolamento degli individui con ipoacusia, anche iniziale, porta a modificazioni della struttura psichica che non rimangono prive di influenza sul rendimento dell’attività lavorativa ed intellettuale.
PREVENZIONE
L’ipoacusia da rumore, è una patologia che interessa quasi esclusivamente il lavoratore esposto, si tratta di una malattia irreversibile ed incurabile, l’unica possibilità d'intervento è quella di prevenirne l’insorgenza
PREVENZIONE uso di mezzi di protezione individuali (cuffie e tappi auricolari) interventi sull’ambiente, indirizzati a ridurre la rumorosità delle macchine e a circoscrivere le aree a rischio interventi organizzativi, attraverso una migliore ripartizione dei lavori che espongono al rischio.
MISURA DEL RUMORE Lo strumento idoneo per la misura del rumore è il fonometro integratore in classe I corredato di:
filtri per l’analisi di frequenza in 1/3 di ottave. filtri di ponderazione A, B, C e D. misura del rumore utilizzando le costanti SLOW – FAST – IMPULSE.
MISURA DEL RUMORE TARATURA E CALIBRAZIONE
Prima di eseguire le misure è necessario verificare la taratura e la calibratura del fonometro utilizzato. LA TARATURA va effettuata, per legge, ogni due anni inviando l’apparecchio alla casa costruttrice. LA CALIBRAZIONE va controllata l'esecuzione delle misure.
prima
e
dopo
MISURA DEL RUMORE CALIBRAZIONE
Si effettua mediante un calibratore (in classe 1), applicando una pressione sonora di 110 dB ad una frequenza di 1000 Hz.
La verifica della calibratura prima e dopo le misure deve dare una variazione inferiore a 0,5 dB.
MISURA DEL RUMORE NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Livello equivalente Leq (A) Livello di pressione acustica istantanea non ponderata (PEAK) Livelli minimo e massimo di pressione sonora Lep d (Livello di esposizione personale giornaliero) Lep w (livello di esposizione personale settimanale)
LIVELLO EQUIVALENTE LEQ (A)
Attualmente il parametro utilizzato per la misura del rumore è il Livello equivalente di pressione sonora espresso in dB (A) che corrisponde al livello di rumore costante avente lo stesso effetto di quello variabile assorbito dall’uomo nell’intervallo di tempo considerato.
LIVELLO EQUIVALENTE LEQ (A)
Leq (A) = 10 Log10
{( 1/T
Dove: P= pressione acustica istantanea Po = 20 Pa
)/p }
p2 dt
2
∫
t2
t1
o
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEL Leq
dB
95 85 75 65 55
Leq
45 35 25
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
minuti
LEP D (LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE GIORNALIERO) Esprime il livello di esposizione personale per una giornata lavorativa di 8 ore. Si calcola con la seguente equazione: Lep d = LAeq X Tc + 10 Log Tc/To Dove: Tc = durata quotidiana dell’espoizione To = 8 ore
LEP D (LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE GIORNALIERO) ESEMPIO DI CALCOLO DEL Lep d Lavoratore: G. Rossi; Mansione: Operaio
Laeq dB
TEMPO min.
Flex
95,4
20
Trapano
84,5
100
Rumore fondo
74,9
330
63
30
ESPOSIZIONE
Pausa fisiologica
Lep d = 83,5
LEP W (LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE SETTIMANALE) Esprime il livello di esposizione personale per una settimana lavorativa. Si calcola con la seguente equazione: Lep w = 10 Log [1/5 100,1(Lep d)k Dove: (Lep d)k sono i valori di Lep d per ogni giorno 5 K = 1
LEP W (LIVELLO ESPOSIZIONE PERSONALE SETTIMANALE) ESEMPIO DI CALCOLO DEL Lep d Lavoratore: G. Rossi; Mansione: Operaio
GIORNO Lunedi Martedi Mercoledi Giovedi Venerdi
Lep d dB 87,3 77,1 85,0 72,1 88,9
Lep w = 85,3 dB (A)
Classi di rischio e tipo di interventi preventivi D.Lgs. 277/91 Classe di Lep d Tipo di Intervento Rischio dB (A)
0
<80
Nessuno
1
Informare il lavoratore su: rischi derivanti all'udito dall'esposizione al rumore; misure adottate in applicazione della legge; misure di protezione cui i lavoratori debbono attenersi; funzione dei DIP (dispositivi individuali di protezione); 80> <85 significato ed il ruolo del controllo sanitario; risultati e significato della valutazione del rischio; il lavoratore può richiedere di essere sottoposto ad accertamenti audiometrici e la loro esecuzione sarà effettuata solo se Ì ritenuta motivata dal Medico Competente.
2
Oltre a quanto previsto per la classe 1 occorre: distribuire i mezzi di protezione individuali; attuare gli interventi atti a ridurre l'esposizione al rischio; 85> <90 effettuare il controllo sanitario almeno ogni due anni; tenuta della cartella di rischio; tenuta della cartella sanitaria.
3
> 90 – PEAK >140
Oltre a quanto previsto per la classe 1 occorre: tenere un registro esposti; consegnare all'ASL ed all'ISPESL copia del registro esposti; segnalare e circoscrivere in maniera appropriate le aree che comportano per il lavoratore una esposizione superiore a 90 dB
INQUINAMENTO ACUSTICO (Legge 447/95)
La presente legge stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico.
AI FINI DELLA LEGGE 447/95 SI INTENDE PER: a)
inquinamento acustico: l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare disturbo; b) ambiente abitativo: ogni ambiente interno ad un edificio destinato alla permanenza di persone ed utilizzato per le diverse attivitĂ umane; c) sorgenti sonore fisse; d) sorgenti sonore mobili;
AI FINI DELLA LEGGE 447/95 SI INTENDE PER: e) valori limite di emissione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa; f) valori limite di immissione: il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno, misurato in prossimità dei ricettori; g) valori di attenzione: il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l'ambiente; h) valori di qualità: i valori di rumore da conseguire nel breve, nel medio e nel lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare gli obiettivi di tutela previsti dalla presente legge.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14.11.1997 classificazione del territorio comunale (art. 1) CLASSE I - aree particolarmente protette CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale CLASSE III - aree di tipo misto CLASSE IV - aree di intensa attivitĂ umana CLASSE V - aree prevalentemente industriali. CLASSE VI - aree esclusivamente industriali.
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14.11.1997 Tabella B: valori limite di emissione - Leq in dB(A) (art. 2)
classi di destinazione d'uso
tempi di riferimento del territorio Diurno (06.00-22.00)
Notturno (22.00-06.00)
I aree particolarmente protette
45
35
II aree prevalentemente residenziali III aree di tipo misto
50
40
55
45
IV aree di intensa attivita' umana V aree prevalentemente industriali VI aree esclusivamente industriali
60
50
65
55
65
65
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14.11.1997 Tabella C: valori limite assoluti di immissione - Leq in dB(A) (art. 3)
classi di destinazione d'uso
tempi di riferimento del territorio
Diurno (06.00-22.00)
Notturno (22.00-06.00)
I aree particolarmente protette
50
40
II aree prevalentemente residenziali
55
45
III aree di tipo misto
60
50
IV aree di intensa attivita' umana
65
55
V aree prevalentemente industriali
70
70
VI aree esclusivamente industriali
70
70
Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14.11.1997 Tabella D: valori di qualita' - Leq in dB(A) (art. 7)
classi di destinazione d'uso
tempi di riferimento del territorio diurno (06.00-22.00)
Notturno (22.00-06.00)
I aree particolarmente protette
47
37
II aree prevalentemente residenziali
52
42
III aree di tipo misto
57
47
IV aree di intensa attivita' umana
62
52
V aree prevalentemente industriali
67
57
VI aree esclusivamente industriali
70
70
D.P.C.M. 14.11.1997 Art. 4 - Valori limite differenziali di immissione 1. I valori limite differenziali di immissione sono: 5 dB per il periodo diurno e 3 dB per il periodo notturno, all'interno degli ambienti abitativi. Tali valori non si applicano nelle aree classificate nella classe VI. 2. Il criterio differenziale non si applica quando: a) Se il rumore ambientale misurato a finestre aperte <50 dB(A) durante il periodo diurno e <40 dB(A) durante il periodo notturno; b) se il rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia <35 dB(A) durante il periodo diurno e <25 dB(A) durante il periodo notturno. 3. Le disposizioni di cui al presente articolo non si applicano alla rumorositĂ prodotta: dalle infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime; da attivitĂ e comportamenti non connessi con esigenze produttive.
Decreto ministeriale 16.03.1998 Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico. Definizioni Tempo a lungo termine (TL): rappresenta un insieme sufficientemente ampio di TR all'interno del quale si valutano i valori di attenzione. Tempo di riferimento (TR): rappresenta il periodo della giornata all'interno del quale si eseguono le misure. Si distingue un periodo diurno (h 6,00 - h 22,00) e notturno (h 22,00 - h 6,00). Tempo di osservazione (TO): è un periodo di tempo compreso in TR nel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendono valutare. Tempo di misura (TM): all'interno di ciascun tempo di osservazione, si individuano uno o più tempi di misura (TM) di durata pari o minore del tempo di osservazione in funzione delle caratteristiche di variabilità del rumore ed in modo tale che la misura sia rappresentativa del fenomeno.
Decreto ministeriale 16.03.1998 Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico. Definizioni Livello di rumore ambientale (LA ): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato "A", prodotto da tutte le sorgenti di rumore esistenti in un dato luogo durante un determinato tempo. Livello di rumore residuo (LR): è il livello continuo equivalente di pressione sonora ponderato "A", che si rileva quando si esclude la specifica sorgente disturbante. Livello differenziale di rumore (LD): differenza tra il livello di rumore ambientale. (LA) e quello di rumore residuo (LR): LD = (LA LR )
Decreto ministeriale 16.03.1998 Tecniche di rilevamento e di misurazione dell'inquinamento acustico. CORREZIONI VALORI MISURATI
Fattore correttivo (Ki): è la correzione in dB(A) introdotta per tener conto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o di bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato: per la presenza di componenti impulsive KI = 3 dB per la presenza di componenti tonali KT = 3 dB per la presenza di componenti in bassa frequenza KB = 3 dB.
Livello di rumore corretto (LC): è definito dalla relazione: LC = LA + KI + KT + KB
Grazie per lâ&#x20AC;&#x2122;attenzione