Young Futuremakers - South Tyrol 2014

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Giovani artefici di futuro – Jugend baut Zukunft Percorso artistico-culturale partecipativo Ein partezipativer Kunst- und Kulturparcours

Un’iniziativa di Open City Museum in collaborazione con il Comune di Bressanone e la Piattaforma delle resistenze contemporanee 2014. Eine Initiative des Open City Museum in Zusammenarbeit mit der Gemeinde Brixen „der Plattform der zeitgenössischen Widerstände 2014“.


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Introduzione / Einleitung Martha Jiménez Rosano

Mostra fotografica ‘Giovani artefici di futuro’ Fotoausstellung ‘Jugend baut Zukunft’ Opere di / Werke von Daniela Capaldo

Nuove forme di gestione e produzione culturale in Alto Adige Innovative Formen des Kulturmanagements in Südtirol Al Plan Folk Festival Kribiskrabis Kunst boden_nah Rotierendes Theater Butch-ennial wupwup

Mostra collettiva / Gruppenausstellung Johannes Bosisio Lorenzo Colombi Magdalena Mitterhofer Danièl Niederkofler Markus Oberhofer Julia Peintner Gerd Sulzenbacher

Astra la Vista Movies Filmmakers Co-Organizers

Riflessioni / Überlegungen Tommaso Sacchi Stefano Peluso

Programma / Programm



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Introduzione / Einleitung


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Introduzione

Chi sono i giovani artefici di futuro Una delle più importanti analiste dell’Ocse, Angela Wilkinson, direttrice di programmi di ricerca in Future Studies all’Università di Oxford ed esperta di politiche pubbliche, rischio e gestione del­ le crisi, è stata ospite alla recente edizione di ‘Future Forum‘ a Udine. Ha condiviso con il pubblico la sua esperienza internazionale lasciando un consiglio chiaro e un po’ inaspettato: non cercate di prevedere cosa accadrà, ma di “mettere in gioco l’immaginazione e la consapevolezza che siamo noi gli artefici del mondo a venire”. ¹ Con ‘noi’ non si riferiva soltanto alla comunità di scienziati e studiosi e alle grandi organizzazioni impegnate a garantire un futuro globale, parlava anche di noi cittadini che con le nostre scelte e azioni, individuali e collettive, riusciamo a produrre un impatto sulla propria realtà e quindi sul resto del mondo. Gruppi, comunità e società vengono considerati sempre di più ai grandi vertici come fonte di ispirazione nell’identificazione di metodi per affron­ tare i temi mondiali ogni giorno più complessi, dinamici e imprevedibili. I gruppi e le comunità rappresentano nuclei di reti che influiscono reciprocamente sulla vita di chi ne è coinvolto. Con le loro inventive, frutto della necessità reale, sono parte della soluzione e diventano casi virtuosi perché valorizzano le risorse esistenti in un modo originale ed efficace. Poter essere gli artefici del mondo a venire è quindi una bella promessa di futuro, bisogna però agire in modo consapevole perche si avveri e la creatività nell’agire è un ingrediente oggi più che mai necessario. Perché cambiare di prospettiva, creare nuovi scenari e trovare nuove possibilità richiede prima di tutto utilizzare il pensiero alternativo e più metodi di “future”, ovvero, immagi­ nare non un solo futuro, ma molti, come suggeriva Wilkinson. Per dirla con Anna Giulia Ingellis, docente presso il Dipartimento di Sociologia ed Antropologia sociale all’Università di Valencia, “quando per troppo tempo, analisi ripetute ed approfondite non riescono a svelare problemi e soluzioni è ora di scompaginare le categorie analitiche”², ovvero è il momento di iniettare nei propri criteri e condotte delle dosi di flessibilità e apertura per dirigersi verso zone non ancora esplorate, con un approccio multidisciplinare spinto dalle proprie curiosità e desideri. Sono i giovani di oggi i primi ad adottare un’attitudine aperta al nuovo e la sensibilità che nutrono verso il mondo di cui fanno parte è un elemento in loro caratterizzante. Sono anche loro ad inse­ gnarci che le emozioni giocano un ruolo fondamentale nel conoscere e nel capire facendoci scopri­ re che a volte sono più importanti i sentimenti delle conoscenze e capacità intellettuali. Provano empatia per l’altro e ne fanno di questa capacità una risorsa e non una debolezza, come ci tiene a sottolineare Claire Touboul, collaboratrice presso la fondazione per il cambiamento culturale ‘Be the Change‘. Ascoltano con meno difficoltà la voce della passione, che il poeta polacco Czeslaw Milosz ritiene migliore di quella della ragione, perché vede in essa una grazia feconda e creatrice che rigenera la vita propria e altrui, che riesce anche a cambiare la storia. Un percorso partecipativo per dare spazio alla creatività In occasione della Piattaforma delle Resistenze contemporanee dedicata questo anno al tema ‘l’Eu­ ropa delle persone’, Open City Museum ha avviato il percorso partecipativo ‘Giovani artefici di futuro’ in collaborazione con il Comune di Bressanone . L’obiettivo è dare spazio ai giovani come autori e protagonisti di proposte artistiche e culturali che offrano nuovi spunti sul potenziale dei giovani per lo sviluppo del territorio altoatesino.

Il percorso si è svolto tra i mesi di febbraio e aprile. Ha coinvolto giovani delle Valle Isarco e Val Pusteria mediante la campagna ‘LOOKING FOR YOUNG CHANGEMAKERS’, che è stata ampiamente diffusa attraverso incontri informativi con le principali realtà giovanili locali, l’utiliz­ zo delle reti sociali e in collaborazione con i mezzi di diffusione locale. La ricerca ha voluto coinvolgere coloro che: • si pongono degli obiettivi e hanno fiducia in loro stessi e nella loro capacità di realizzarli; • si interessano alla propria città e territorio; • hanno idee e opinioni sul proprio ruolo nella definizione e realizzazione del futuro; • agiscono oggi pensando anche al domani; • sono ottimisti riguardo il loro modo di contribuire allo sviluppo sociale.


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Si è creato un gruppo di ragazzi di culture, interessi e visioni diverse che nella loro pluralità rappre­ sentano la diversità e la creatività dell’Europa che ‘crea’. Assistiti e accompagnati dal team di Open City Museum, hanno ideato una varietà di attività portate a termine a Bressanone dal 22 aprile fino al 03 maggio 2014, presso lo storico edificio dell‘ex-GIL, oggi conosciuto come l’ex-cinema Astra. • •

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Una mostra fotografica accompagnata dalle riflessioni e storie di vita di giovani creativi, con fotografie di Daniela Capaldo, giovane fotografa brissinesse. Una raccolta di interviste ad associazioni, collettivi e gruppi di giovani che realizzano la loro attività sperimentando nuove forme di gestione e produzione culturale. Le loro storie saranno messe in mostra presso l’ex-cinema Astra e disponibili come podcast sul sitio web della Webradio USB di Bressanone. Una mostra collettiva con i primi lavori d’arte di chi è andato altrove a studiare in ambiti creativi come le arti, la letteratura e altre discipline umanistiche. Un laboratorio sperimentale di musica elettronica a cura di Davide Piras, giovane musicista, dj e produttore. Una serata di videoproiezioni sulle realtà contemporanee locali ideata dal gruppo ‘Astra La Vista’, preceduta da una postazione partecipativa che sarà attiva dal 25 al 26 aprile in Via Bastioni Maggiori. Una performance musicale di Amethyst Bridge, una banda di progressive rock locale.

Rappresentando la nuova collettività Incoraggiare chi ha il desiderio di mettersi in gioco è stato uno dei principali obiettivi raggiunti. Per citare alcuni esempi, la giovane fotografa Daniela Capaldo, il musicista e dj Davide Piras o lo studente di storia dell’arte Gerd Sulzenbacher, hanno trovato un modo di concretizzare loro idee, dando piena libertà alla propria creatività e al proprio talento. Hanno trovato delle soluzioni che rafforzano il senso di ‘nuova collettività’, ovvero la collettività dei giovani consapevoli e respon­ sabili che agiscono oggi pensando al domani, ottimisti delle proprie idee e modi di contribuire allo sviluppo sociale. Gruppi di giovani come Al Plan Folk Festival e wuwup hanno partecipato alla raccolta di rifles­ sioni su forme innovative di gestione e produzione culturale e hanno condiviso la loro esperienza offrendo anche dei consigli a chi vuole intraprendere una strada simile. Attraverso il percorso, i ragazzi si sono avvicinati tra di loro e alcuni hanno visto delle opportunità nel mettersi insieme per un primo confronto e scambio di idee rafforzando le reti o sviluppandone di nuove. Gruppi come Astra La Vista e Amethyst Bridge hanno trovato l’occasione per sviluppare le proprie iniziative o concretizzare delle idee che avevano nel cassetto. Ne deriva una varietà di stimoli e proposte da parte di coloro che trovano nel ‘fare’ e nel ‘creare’ nuove possibilità di agire. L’augurio è che possano servire di spunto e ispirazione ad altre persone interessate a partecipare al raggiungimento dei grandi desideri collettivi.


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Einleitung

Wer ist die Jugend, die Zukunft baut? Angela Wilkinson ist eine der wichtigsten AnalytikerInnen der OECD, Direktorin der For­ schungsprogramme in Future Studies an der Universität Oxford und Expertin in Public Policy, Risiken und Krisenmanagement. Kürzlich war sie Gast bei ‘Future Forum‘ in Udine, wo sie dem Publikum einen klaren, aber etwas unerwarteten Ratschlag gab: “Versucht nicht vorauszusagen, was passieren wird. Seid euch bewusst, dass durch den Einsatz eurer Vorstellungskraft und eures Bewusstseins ihr selbst die Welt der Zukunft schafft”.¹ Wilkinson adressierte dabei nicht nur auf Intellektuelle, ForscherInnen und große Organisationen, die sich für die Zukunft der Welt ein­ setzen. Sie sprach vor allem zu uns BürgerInnen und von unseren individuellen und kollektiven Entscheidungen und Handlungen, die unser Leben, und dadurch auch den Rest der Welt, be­ einflussen. Gruppen, Gemeinschaften und Kollektive werden vermehrt als Inspirationsquelle für das Lösen komplexer, dynamischer und unvorhersehbarer globaler Probleme gesehen. Aufgrund ihres Erfindungsreichtum (der auf reellen Bedürfnissen basiert) sind sie ein wichtiger Teil der Lösung jener Probleme, weil sie existierende Ressourcen auf originelle, effiziente Art und Weise nutzen und aufwerten. Verantwortliche und Schöpfer der Zukunft der Welt zu sein, ist ein schöne Vorstellung; damit diese Vorstellung sich aber verwirklicht, müssen wir bewusst und kreativ handeln. Kreativität ist heute wichtiger als je zuvor, da Perspektivenwechsel, das Schaffen bzw Finden neuer Szenarien, Möglichkeiten und Zukunften (im Plural) alternatives Denken voraussetzt. Anna Giulia Ingel­ lis, Professorin an der Fakultät für Soziologie und Sozialanthropologie der Universität Valencia: “Wenn wiederholte und vertiefte Analysen für allzu lange Zeit keine Probleme bzw. Lösungen finden können, müssen unsere analytischen Kategorien durcheinander gebracht werden”. ² Um Neues zu entdecken braucht es multidisziplinäre Ansätze, Antrieb durch Neugierde und durch die eigenen Wünsche, und die Öffnung von traditionellen Kriterien und Denkweisen. Die Jugendlichen von heute haben solch eine offene Einstellung dem Neuen gegenüber, und ein großes Feingefühl für die Welt, in der sie leben. Sie sind es, die uns beibringen, dass Emotionen eine wichtige Rolle im Verstehen und Wissen spielen, und oft wichtiger sind als intellektuelle Fähigkeiten. Jugendliche fühlen oft für- und miteinander und sehen Empathie und Emotionen als Ressource, nicht als Schwäche, betont Claire Touboul, Mitarbeiterin bei der Stiftung für kulturellen Wandel Be the Change. Sie folgen eher der Stimme der Leidenschaft, die der polnische Dichter Czes­ law Milosz als wertvoller einschätzt als die der Vernunft. Milosz beschreibt die Leidenschaft als fruchtbar; als Schöpferin, die das eigene Leben und das der anderen regenieren, und sogar die Geschichte umschreiben kann. Ein Kulturparcours schafft Raum für Kreativität Im Rahmen der Plattform der zeitgenössischen Widerstände - „Das Europa der Menschen” lan­ ciert Open City Museum den partizipativen Parcours “Jugend baut Zukunft” und in Zusammen­ arbeit mit der Gemeinde Brixen. Ziel ist es, jungen Initiatoren und Protagonisten von Kunst- und Kulturinitiativen Raum und Sichtbarkeit zu geben, und dadurch die zentrale Rolle der Jugend für die territoriale Entwicklung Südtirols aufzuzeigen. Am Parcours, der zwischen Februar bis April 2014 stattfand, nahmen Jugendliche aus dem Eisackund Pustertal teil. Die Jugendlichen wurden durch die Kampagne ‘LOOKING FOR YOUNG CHANGEMAKERS’, die bei Informationsveranstaltungen, im Internet und durch lokale Medi­ en verbreitet wurde, auf den Parcours aufmerksam gemacht. Das Projekt richtete sich an Jugendliche, die: sich Ziele setzen und Vertrauen haben, dass sie diese umsetzen können; • sich für ihren Wohnort und Umgebung interessieren; • klare Ideen und Meinungen zu ihrer Rolle in der Zukunftsplanung und -gestaltung haben; • heute in Hinblick auf morgen handeln; • optimistisch sind, dass sie auf ihre Art und Weise zur gesellschaftlichen Entwicklung beitragen können. •


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Mit ihren unterschiedlichen Interessen, Visionen und kulturellen Hintergründe spiegeln die jun­ gen TeilnehmerInnen ein vielfältiges und kreatives Europa wider. Unterstützt und begleitet vom Team des Open City Museum haben sie eine Reihe von Initiativen geplant, die vom 22. April bis 03. Mai im Ex-Kino-Astra (ex-GIL), Brixen, präsentiert werden: • •

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Eine Fotoausstellung mit den Geschichten und Ideen junger Kreativer. Fotos von Daniela Capaldo, junge Fotografin aus Brixen. Eine Sammlung von Interviews mit jungen Vereinen, Kollektiven und Gruppen, die Kunst und Kultur innovativ machen und verwalten. Die Interviews werden im Ex-Kino-Astra ausgestellt und sind als Podcasts auf der Webseite des Webradio USB aus Brixen verfügbar. Gruppenausstellung mit ersten künstlerisch-literarische Werken von Studenten der Künste, Literatur, etc. Workshop: Elektronische Musik mit Davide Piras, Musiker, DJ und Produzent. Videoprojektionen unterschiedlichster gegenwärtiger Lebensrealitäten der Gruppe ‘Astra La Vista’, sowie partizipatives Videoprojekt, das am 25.- 26. April, Große Graben, Brixen, stattfindet. Eine musikalische Performance mit Amethyst Bridge, einer Progressive Rock Band aus Brixen.

Neue Gemeinschaften Eines der Hauptziele, die das Projekt erreichen konnte, war all jene zu ermutigen, die sich enga­ gieren oder etwas auf die Beine stellen wollen. So haben zum Beispiel die junge Fotografin Daniela Capaldo, der Musiker und DJ Davide Piras, oder der Student der Kunstgeschichte Gerd Sulzenba­ cher ihre Ideen kreativ und mit viel Talent frei umgesetzt. Durch ihren innovativen Ansatz stärken sie einen neuen Gemeinschaftssinn, nämlich den einer Gemeinschaft von bewussten und verant­ wortungsvollen Jugendlichen, die heute in Hinblick auf morgen handeln und viel Optimismus für das Potential, das ihre Ideen für den gesellschaftlichen Wandel haben, zeigen. Junge Gruppen wie Al Plan Folk Festival oder wupwup teilten ihre Gedanken und Erfahrungen bezüglich innovativer Weisen der Kulturproduktion und -management, und gaben Ratschläge für andere, die ähnliche Wege einschlagen möchten. Durch den Parcours kamen sich die Jugendlichen näher; einige nutzten die Begegnung und den Austausch von Ideen um Netzwerke zu stärken oder neue zu knüpfen. Gruppen wie Astra La Vista und Amethyst Bridge konnten ihre eigenen Projekte weiterentwickeln bzw. neue Ideen um­ setzen. Eine Vielfalt von Anreizen und Vorschläge kommt von den Menschen, die im “Tun” und “Schaf­ fen” neue Möglichkeiten des Handelns finden. Hoffentlich können sie Anregung und Inspiration für andere sein, die auch daran interessiert sind, kollektive Wünsche zu verwirklichen.

¹Bernardi, Silvia. ‘Ragazzi, fatevi i vostri scenari’ in La Domenica, Il sole 24 Ore, 20/10/2013, pag / S. 44. ²Bernacchioni, D. Criscuoli, C. et al. (a cura di). Generazione Nomade - Le Politiche Giovanili si muovono in autonomia. Un confronto aperto fra Regioni, Esperti e Liberi Camminatori. Giovanisi, Regione Toscana, 2013, pag. / S. 31.



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Mostra fotografica ‘Giovani artefici di futuro’ Fotoausstellung ‘Jugend baut Zukunft’

Opere di / Werke von Daniela Capaldo Testi di / Texte von Johanna Mitterhofer

Daniela Capaldo ha ritratto giovani creativi della Valle Isarco e Val Pusteria, accompagnata dall’artista e fotografo Giovanni Melillo Kostner. L’antropologa culturale Johanna Mitterhofer ha raccolto le loro storie di vita e suggerimenti sul come fare per realizzare i propri so­ gni, per esempio: cambiare il modo di pensare, considerare l’emotività come risorsa, trovare il proprio percorso, distinguere la paura dall’incertezza, allontanarsi dalla pro­pria realtà per conoscere se stessi e molti altri. Unter der professionellen Betreuung von Künstler und Fotograf Giovanni Melillo Kostner hat die junge Fotografin Daniela Capaldo die kreative Jugend aus dem Eisack- und Pustertal porträtiert. Die Sozialanthropologin Johanna Mitterhofer hat die Geschichten der Jugendlichen gesammelt und ihre Ratschläge, wie man die eigenen Träume verwirklichen kann, aufgezeichnet. Einige dieser Tipps: Umdenken, Emotionen wertschätzen, den eigenen Weg finden, zwischen Angst und Zweifel unterscheiden lernen, in die Welt hinaus gehen, um sich selbst besser kennen zu lernen.


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”È importante trovare il proprio sentiero.“ „Es ist wichtig, seinen eigenen Weg zu finden.“


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Nuovi sentieri Il parkour non è per me semplicemente uno sport, bensì uno stile di vita. Nel parkour si cercano sentieri nuovi ed insoliti, diversi da quelli usuali. Per fare parkour non si ha bisogno di molto, non servono attrezzature nè luogi particolari. Bastano motivazione, ispirazione e forse un paio di scarpe e due pareti. E su queste due pareti si può fare davvero di tutto. Non è neppure necessario trovarsi in una grande città. Col mio team A2Bmovements mi alleno per lo più a Valdaora. Nelle grandi città la scelta dei luoghi è sì maggiore, ma proprio per il fatto che si hanno così tante possibilità, la creatività diminuisce. Il parkour non è di fatto pericoloso. Ho sempre saltellato in giro, anche quando ero piccolo. Cinque anni fa ho iniziato a fare parkour e non mi sono mai fatto veramente male. Ma è importante conoscere se stessi e saper valutare molto bene le proprie capacità. Bisogna sapere quando ci si deve fermare. È quindi importante riuscire a distinguere la paura dall’incer­ tezza. Se ho paura di qualcosa non significa che io non possa farcela. Ho solo bisogno di qualcuno che mi dia una spin­ ta, che mi dica che posso farcela, e io poi lo faccio. Quando però sono incerto so che è meglio lasciar perdere. Preferisco fermarmi e riprovarci un altro giorno. È davvero importante trovare il proprio sentiero, il proprio stile senza lasciarsi influ­ enzare troppo dagli altri. André Niederkofler, nato nel 1996, di Valdaora, tracciatore di Parkour e Free running.

Neue Wege Parkour ist für mich nicht einfach Sport, sondern ein Lebens­ stil. Bei Parkour suchst du dir neue, ungewohnte Wege, ab­ seits der üblichen Straßen. Für Parkour braucht man kaum etwas, keine Ausrüstung, keine besonderen Orte. Motivation, Inspiration, vielleicht ein Paar Schuhe und zwei Wände. Und auf diesen zwei Wänden kann man wirklich alles tun. Man muss auch nicht unbedingt in einer Großstadt sein. Mit mei­ nem Team A2Bmovements trainiere ich meistens in Olang. In Großstädten hat man zwar mehr Auswahl an Orten, aber gerade dadurch, dass es so viele Möglichkeiten gibt, lässt die Kreativität nach. Parkour ist eigentlich nicht gefährlich. Ich bin immer schon herum gehüpft, auch als ich klein war. Vor fünf Jahren habe ich mit Parkour angefangen und mir noch nie wirklich weh getan. Man muss aber sich selbst kennen und die eigenen Fähigkeiten sehr gut einschätzen können. Man muss wissen, wann man etwas lassen sollte. Dabei ist es wichtig, dass man auch zwischen Angst und Zweifel unterscheiden kann. Wenn ich vor etwas Angst habe, dann bedeutet das nicht, dass ich es nicht kann. Ich brauche dann nur jemanden, der mir einen Schubs gibt, mir sagt, du kannst das, und ich mache es dann. Wenn ich aber zweifle, dann weiß ich, dass ich es lieber las­ sen sollte. Dann halte ich mich lieber zurück und probiere es an einem anderen Tag. Es ist einfach wichtig, deinen eigenen Weg, deinen eigenen Stil zu finden und dich nicht von anderen zu sehr beeinflussen lassen. André Niederkofler, geb. 1996, aus Olang, Parkour & Freerunning Traceur.


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Io e gli altri Il mio sogno è arrivare molto lontano con la mia fotografia. Fotografare significa per me immor­ talare per sempre ricordi ed esperienze. Le mie foto ed i testi che affianco, mi rispecchiano: tratta­ no del mio passato, del presente e sempre anche delle mie emozioni. Per me è molto importante il feedback, la critica altrui, soprattutto quella dei miei amici. Ho bisogno del loro parere per poter migliorare ulteriormente. Mi servirebbe anche più tempo da poter dedicare alla fotografia. Spesso me ne resta semplicemente troppo poco accanto alla scuola. Mi auguro che ognuno faccia ciò che gli piace fare e che ognuno riesca a realizzarsi. Mi disturba parecchio che esistano persone che non trattano gli altri come loro stessi vorrebbero essere trattati. Nella mia scuola sono una tra le più grandi, motivo per cui vedo molte cose dal punto di vista di un’esterna. Vedo come alcune persone ne escludano altre, che sono diverse, per essere “cool”, per dare prova della propria forza ed avere potere. Io vado incontro a quelli che necessitano di aiuto. Aiuto perchè consapevole del fatto che io stessa vorrei ricevere questo aiuto se mi trovassi nella loro situazione. Motivo per cui spesso mi prendo più cura degli altri che di me stessa. Tempo per me in qualche modo prima o poi lo trovo. A volte gli altri hanno però semplicemente più bisogno di me. Vivien Mitterrutzner, nata nel 1999, di Bressanone, studentessa di terza media.

Ich und die anderen Ich habe den Traum, mit meiner Fotografie weit zu kommen. Fotografieren bedeutet für mich, Erinnerungen und Erfahrungen für immer festzuhalten. Meine Fotos und die Texte, die ich dazu schreibe, spiegeln mich wider -- sie handeln von meiner Vergangenheit, von der Gegenwart, und immer auch von meinen Gefühlen. Ganz wichtig für mich ist die Rückmeldung, die Kritik von anderen, besonders von meinen Freunden. Ich brauche ihre Meinung, damit ich mich auch weiter entwickeln kann. Was ich auch bräuchte, ist mehr Zeit für die Fotografie. Neben der Schule bleibt mir oft einfach zu wenig davon. Ich wünsche mir, dass alle machen, was sie gerne tun, und jeder etwas, irgendetwas, aus sich macht. Es stört mich sehr, dass es Menschen gibt, die andere nicht so behandeln, wie sie selbst behandelt werden möchten. In meiner Schule bin ich eine der ältesten, deshalb sehe ich vieles aus der Pers­ pektive einer Außenstehenden. Ich sehe, wie Leute um “cool” zu sein, um Stärke zu beweisen und Macht zu haben, Menschen, die anders sind, ausschließen. Ich gehe auf die zu, die Hilfe brauchen. Ich helfe, weil ich weiß, dass auch ich diese Hilfe erfahren möchte, wenn ich in ihrer Lage wäre. Oft kümmere ich mich deshalb mehr um die anderen, als um mich selbst. Zeit für mich selbst finde ich sowieso irgendwie und irgendwann. Aber manchmal brauchen mich einfach die anderen mehr. Vivien Mitterrutzner, geb.1999, aus Brixen, Mittelschülerin (3. Klasse).


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”Mi auguro che ognuno riesca a realizzarsi in un modo o l’altro.“ „Jede junge Person sollte etwas, irgendetwas, aus sich machen.“


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Essere diversi Trovo difficile definire l’arte; arte è un concetto troppo as­ tratto. Per me arte è ciò che faccio, la mia passione. Io realizzo illustrazioni, poiché in questo modo posso raccontare delle storie. Le persone possono osservare i miei quadri e trovare in essi le loro proprie storie ed interpretazioni. Recentemente sono diventato molto più intenso e provocatorio nelle mie il­ lustrazioni. Oso semplicemente di più. Prima non volevo fare di testa mia, temevo di gettare una cattiva luce sulla mia fami­ glia. Nel frattempo ho iniziato a pensare che io sono quel che sono, i miei quadri sono così come sono. Se questo ti sta bene, bene, altrimenti pace. Con le mie illustrazioni voglio scuotere, indurre a cambiare mentalità, mostrare cose scomode. Negli ultimi anni l’Alto Adige si è molto aperta alle novità, alla diversità. Sono avvenute molte cose anche nel settore ­dell’arte giovane. Anche se per un giovane artista esistono delle diffi­ coltà logistiche: tutte le associazioni “tradizionali” ottengono dei locali per riunirsi, ma mancano atelier, laboratori e studi. L’Alto Adige ha da offrire molto di più che costumi tipici e montagne. Ma purtroppo spesso conta davvero solo ciò che è idilliaco e tranquillo, mentre ciò che è innovativo, creativo, di­ venta secondario. Qui si rende necessario un cambiamento nel modo di pensare, anche in considerazione del turismo. Infatti, quando i vecchi turisti tedeschi, che da cinquant’anni vengono in Alto Adige moriranno, chi verrà più qui? Andreas Widmann, nato nel 1986, vive a Chiusa, illustratore e graphic designer.

Anders-Sein Ich finde es schwierig, Kunst zu definieren; Kunst ist ein all­ zu abstrakter Begriff. Für mich ist das, was ich mache, meine Leidenschaft, nicht Kunst. Ich gestalte Illustrationen, weil ich damit Geschichten erzählen kann. Menschen können meine Bilder betrachten und in ihnen ihre eigenen Geschichten und Interpretationen finden. In letzter Zeit bin ich in meinen Il­ lustrationen intensiver und provokanter geworden. Ich traue mich einfach mehr. Früher wollte ich nicht aus der Reihe tan­ zen, hatte Angst, ein schlechtes Licht auf meine Familie zu werfen. Mittlerweile denke ich: Ich bin so wie ich bin, meine Bilder sind so wie sie sind. Wenn‘s dir gefällt, gefällt‘s dir und sonst eben nicht. Mit meinen Illustrationen will ich aufrütteln, zum Umdenken bewegen, Unbequemes aufzeigen. Südtirol ist in den letzten Jahren offener geworden für Neues, für das Anderssein. Auch im Bereich der jungen Kunst hat sich viel getan. Auch wenn es für einen jungen Künstler logistisch nicht immer leicht ist - alle “traditionellen” Vereine bekom­ men ihre Vereinslokale, aber es fehlt an Ateliers, Werkstätten, Studios. Südtirol hat ja viel mehr zu bieten als Trachten und Berge. Aber leider zählt oft doch nur das Idyllische und Ver­ schlafene, während das Innovative, das Kreative zweitrangig ist. Da braucht es unbedingt ein Umdenken, auch in Hinblick auf den Tourismus. Denn wenn die alten deutschen Touris­ ten, die seit 50 Jahren nach Südtirol kommen, wegsterben, wer wird denn dann noch kommen? Andreas Widmann, geb.1986, lebt in Klausen, Illustrator und Grafikdesigner.


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”L’ Alto Adige ha da offrire molto di più che costumi tipici e montagne.“ „Südtirol hat ja viel mehr zu bieten als Trachten und Berge.“


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”Viaggio spesso, perché secondo me è fondamentale osservare le cose da fuori.” „Ich reise häufig, denn ich denke, es ist wichtig, die Dinge von außen zu sehen.“


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Rapporti ed emozioni Per me fare musica è offrire emozioni al pubblico, è instaurare un rapporto con altri. Faccio musica da quando ho sette anni. Mi dà una grande soddisfazione il rapporto con gli altri, con l’esterno, che riesco a costruire attraverso la mia mu­ sica. Vedere persone felici per la nostra musica è fantastico. Sfortunatamente, qui in Alto Adige non si è sempre molto aperti a far fare mostre o concerti dal vivo ai giovani. Le cose vengono spesso placate prima che possono partire. Ciò è un gran peccato, anche perché fare musica o arte vuole dire trasmettere idee nuove, innovative, provocanti alla società, idee sulle quali il resto della società tante volte non ci pensa. Sono nato a Bressanone e oggi studio alla Facoltà di Design e Arti a Bolzano. Oltre la musica mi dedico alla fotografia, alla grafica e la comunicazione visiva. Viaggio spesso, perché secondo me è fondamentale osservare le cose da fuori. Solo se uno esce dal suo contesto normale, ci si rende conto che ci sono delle cose che non vanno bene o potrebbero andare meglio. Andare fuori è il modo più efficace per conoscere se stessi e la propria vita. Come fa uno a capire se stesso rimanendo lì, dove ha trascorso tutta la vita? Lorenzo Colombi, nato nel 1994, di Bressanone, studente della Facoltà di Arti e Design, Bolzano.

Beziehungen und Emotionen Musik machen bedeutet für mich, mit dem Publikum in Kontakt zu treten, Emo­ tionen zu vermitteln. Ich musiziere seit ich sieben Jahre alt bin. Es ist eine große Genugtuung, über meine Musik eine Beziehung mit anderen aufzubauen. Leute mit unserer Musik glücklich machen zu können ist wunderbar. Leider ist es hier in Südtirol für Jugendliche nicht immer leicht, Ausstellungen und Live-Konzerte zu veranstalten. Ideen werden oft noch im Ansatz erstickt. Das ist schade, denn Mu­ siker und Künstler verbreiten oft neue, innovative und provokante Ideen – Ideen, die vielen Menschen sonst nicht einfallen würden. Ich bin aus Brixen und studiere an der Fakultät für Design und Künste in Bozen. Außer mit Musik beschäftige ich mich mit Fotografie, Grafik und visueller Kom­ munikation. Ich reise häufig, denn ich denke, es ist wichtig, die Dinge von außen zu sehen. Nur wenn du aus deinem eigenen Umfeld herauskommst, merkst da, dass nicht alles gut ist und vieles besser sein könnte. In die Welt hinaus zu gehen ist die wirkungsvollste Weise, sich selbst und sein eigenes Leben besser kennen zu lernen. Denn wie kann man sich selbst verstehen, wenn man sein ganzes Leben am gleichen Ort verbringt? Lorenzo Colombi, geb. 1994, aus Brixen, Student an der Fakultät für Design und Künste, Bozen.


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In Parte Felice Ognuno ha un ruolo nella vita. Il mio è aiutare gli altri. È l’unica strada che seguo con sicurezza, perché me la indica il cuore, sin da quando ero piccola. Ho quattro cani: a due ho salvato la vita, gli altri due sarebbero invece finiti nelle mani sbagliate se non li avessi presi con me. Gli animali sono una delle cose più importanti nella mia vita. Sono sinceri, naturali, sempre fedeli, e ti mostrano il loro amore in una maniera che trovo semplicemente fantastica. Ogni animale è diverso, ma tutti vanno trattati con rispetto. Nessuno dei miei cani è uguale, ognuno ha un carattere diverso dall’altro, e hanno modi di­ versi di farsi capire. Bisogna saper ascoltarli col cuore per compren­ derli. Ci vuole tanto tempo per fare crescere un legame basato su fiducia, amore e rispetto con loro. Sono una persona in parte triste, in parte felice. Mi rende triste la mentalità della gente e tutte le cose brutte che succedono in questo mondo. Ma sono felice di poter dare il mio contributo per rendere il mondo migliore. Trovo che la nostra vita si basi troppo sul denaro. Dovrebbe invece basarsi sull’amore. Dovremmo essere molto più coscienti del fatto che abbiamo biso­ gno degli altri. E fare le cose che ci dice il nostro cuore, le cose che ci rendono felici e che ci fanno stare bene. Giada Del Marco, nata nel 1995, di Bressanone, attivista.

Teils glücklich Jeder Mensch hat eine Aufgabe im Leben. Meine ist die, anderen zu helfen. Das sagt mir mein Herz und davon bin ich seit meiner Kindheit voll überzeugt. Ich habe vier Hunde: zwei von ihnen habe ich das Leben gerettet, die anderen beiden wären in falsche Hände gekommen, hätte ich sie nicht zu mir genommen. Tiere sind eines der wichtigsten Dinge in meinem Leben. Sie sind ehr­ lich, natürlich, immer treu und bezeugen dir immer ihre Liebe, auf eine Art, die ich einfach fantastisch finde. Jedes Tier ist an­ ders, aber alle müssen mit Respekt behandelt werden. Jeder mei­ ner Hunde hat einen anderen Charakter und eine andere Art sich zu verstehen zu geben. Man muss sie mit dem Herzen hören, um sie verstehen zu können. Es braucht viel Zeit, eine Beziehung auf­ zubauen, die sich auf Vertrauen, Liebe und Anerkennung stützt. Ich bin teils traurig, teils glücklich. Ich bin traurig über die Men­ talität der Leute und über all die schlimmen Dinge, die auf dieser Welt geschehen. Aber ich bin glücklich, meinen Teil dafür leisten zu können, dass diese Welt besser wird. Ich finde, dass unser Le­ ben viel zu sehr vom Geld beherrscht wird. Aber eigentlich sollte Liebe im Vordergrund stehen. Wir sollten uns viel mehr bewusst sein, dass wir die anderen brauchen. Und das tun, was uns das Herz sagt, was uns glücklich macht und was uns gut tut. Giada Del Marco, geb. 1995, aus Brixen, Aktivistin.


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”Fai come ti dice il cuore.“ „Tu’ was dir dein Herz sagt.“


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”Superate le vostre paure!“ „Überwindet eure Ängste!“


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Superare le paure Di mestiere faccio l‘artista e nel tempo libero colleziono parole. Dipingo, disegno, scrivo testi, fac­ cio musica e teatro. L‘arte è la mia vita; amo mettere le mie idee su carta. Le idee non si affacciano sempre velocemente alla mia mente. Devo pensare e progettare, per un giorno, un mese, un anno. Ma lavoro con molto slancio ed energia, sono sempre dappertutto e non mi faccio stressare. Non sono mica un rammollito! Per il futuro ho molti nuovi progetti: quest‘autunno mi occuperò della regia di un pezzo teatrale che ho scritto io stesso. Vi si narra di amore e di tre matrimoni; non svelo di più. Entro tre anni voglio sposare la mia ragazza e andare a convivere. Stiamo insieme da quasi dodici anni; lei è l‘ami­ ca migliore che possa esserci! E poi voglio restare così come sono, anche se non è sempre facile. Quando andavo ancora a scuola, a volte mi capitava di avere paura. Dinanzi ad ogni verifica, ad ogni compito in classe avevo degli attacchi di panico. Da quando lavoro nel laboratorio d‘arte questo panico è sparito. Da quando ho trovato una cosa che mi piace davvero e nella quale posso essere me stesso. Forse questo vale anche per altre persone. Perciò vorrei dire ai giovani: superate le vostre paure! La vita sarà allora molto più bella. Julian Messner, nato nel 1986, di Rasun di Sopra, artista, bandleader, poeta.

Ängste überwinden Ich bin Künstler bei der Arbeit und Wörtersammler in der Freizeit. Ich male, ich zeichne, ich texte, ich mache Musik und Theater. Kunst ist mein Leben; ich liebe es, meine Ideen aufs Blattl zu bekommen. Zwar kommen die Ideen nicht immer schnell in meinen Kopf. Ich muss schon denken und planen, einen Tag, einen Monat, ein Jahr lang. Aber ich arbeite mit viel Elan und Energie, ich bin überall dabei und lasse mich nicht stressen. Ich bin ja kein Weichei! Für die Zukunft habe ich viele neue Pläne: Diesen Herbst will ich Regisseur für ein Theaterstück sein, das ich geschrieben habe. Es geht um Liebe und drei Hochzeiten; mehr verrate ich nicht. In drei Jahren will ich meine Freundin heiraten und zusammen ziehen. Wir sind seit fast zwölf Jahren zusammen -- sie ist die beste Freundin, die es gibt! Und dann will ich so bleiben wie ich bin, auch wenn es nicht immer einfach ist. Als ich noch in der Schule war, hatte ich manchmal Angst. Vor jedem Test, jeder Schularbeit hatte ich Angstattacken. Seit ich in der Kunstwerkstatt arbeite, ist diese Panik weg. Seit ich etwas ge­ funden habe, das mir wirklich gefällt, wo ich ich sein kann. Vielleicht trifft das auch auf andere Leute zu. Deshalb möchte ich anderen Jugendlichen sagen: Überwindet eure Ängste! Dann ist das Leben viel schöner. Julian Messner, geb. 1986, aus Oberrasen, Künstler, Bandleader, Dichter.


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”La gente ha bisogno di arte.“ „Menschen brauchen Kunst.“


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La gente ha bisogno di arte Quando vedo della buona arte, mi sento bene; credo che questo accada a molte persone. Un mio amico ha detto che gli uomini avrebbero bisogno di immagini e che lui potrebbe crearle. Anche io potrei definire in questi termini il motivo per cui mi dedico all‘arte. Inoltre ne ho anche semplicemente voglia. Le persone sono ciò che in genere mi interessano di più. Nella mia arte mi occupo di cose interpersonali e intime, forse perchè sono giovane e non ho ancora visto nè vissuto molte cose. Pertanto anche grandi artiste quali Tracey Emin o Cindy Sherman, che si occupano di cose simili, sono per me dei modelli. In questo momento è bene per me vivere a Berlino. Mi piace quando c‘è confu­ sione e che accade sempre qualcosa. Nella mia euforia dico che non tornerò mai più in Alto Adige. Ma forse non ci ho mai nemmeno riflettuto su abbastanza. Magdalena Mitterhofer, nata nel 1994, di San Candido, studentessa di arti figurative, ­Universität der Künste, Berlino.

Menschen brauchen KUNST Wenn ich gute Kunst sehe, geht es mir gut; ich glaube, dass das bei vielen Men­ schen genauso ist. Ein Freund von mir hat gesagt, die Menschen bräuchten Kunst, und er könne Bilder schaffen. So würd‘ ich meinen Grund, Kunst zu machen auch definieren. Außerdem habe ich auch einfach Lust darauf. Überhaupt interessieren mich die besagten Menschen am meisten. Für mich ist es naheliegend --vielleicht weil ich jung bin, und noch nicht viel gesehen und erlebt habe -- mich mit dem Zwischenmenschlichen und Intimen zu beschäftigen. So sind auch große Künstler wie Tracey Emin oder Cindy Sherman, welche sich mit Ähnlichem auseinandersetzen, prägend für mich. Jetzt gerade ist es gut in Berlin zu leben. Ich mag es, wenn es laut ist und immer was los. In meiner Euphorie darüber, sage ich, dass ich nie wieder nach Südtirol komme. Aber vielleicht hab‘ ich auch nie genug darüber nachgedacht. Magdalena Mitterhofer, geb. 1994, aus Innichen, Studentin der Bildenden Künste, Universität der Künste, Berlin.


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”Ma se non vuoi studiare, allora vai a lavorare.“ „Wenn du nicht studieren willst, dann geh‘ arbeiten.“


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Datti da fare! Siamo al Bar Centrale da ormai quattro anni. Ci lavoriamo io, mamma e papà. Lavorare in fa­ miglia va bene per me, anche se per tanti giovani sarebbe l’ultima cosa che farebbero. Fa ben diffe­ renza se devi lavorare seguendo solo ordini o se invece puoi decidere autonomamente. Sono stato io a insegnare ai miei genitori come fare questo mestiere. Ho più esperienza, quindi dico io cosa dobbiamo fare e loro si fidano delle mie decisioni. Il bar va molto bene, ci vengono tutti, bisnonni, nonni, mamme, papa, i ragazzi. Bar come questo ce ne sono pochi a Bressanone. I miei clienti ven­ gono da me volentieri, anche perché siamo come una grande famiglia. Vivo per me e non per gli altri. Non mi comporto e non mi vesto come gli altri perché non sono come gli altri. Ho studiato alla scuola alberghiera di Merano, ho 23 anni, ma mi sento molto più maturo. Capisco molte più cose degli altri gio­ vani. Forse perché ho fatto tante esperienze nel­ la mia vita. Con i genitori che erano già in Italia, io in Cina sono cresciuto con la nonna e lo zio. E anche se mi volevano molto bene, non mi vi­ ziavano. Ma tanti ragazzi non vogliono lavorare, non vogliono studiare, non vogliono fare niente. Io li dico sempre, se ti piace studiare e se sei bra­ vo, allora studia. Ma se non vuoi studiare, allora vai a lavorare! Non aspettare sempre tutto dai ge­ nitori senza far niente, dai.... Ivan Shu, nato nel 1990, imprenditore e gestore del Bar Centrale, Bressanone.

Tu was! Seit nunmehr vier Jahren führe ich die Bar Cen­ trale mit meinen Eltern. In der Familie zu arbei­ ten ist für mich in Ordnung, auch wenn es für viele Jugendliche das Letzte wäre. Es ist aber ein großer Unterschied beim Arbeiten nur Befehle auszuführen oder selbst entscheiden zu können. Ich habe meinen Eltern beigebracht, wie man diesen Beruf macht. Ich habe mehr Erfahrung, deshalb entscheide ich, was zu tun ist und sie vertrauen meinen Entscheidungen. Die Bar geht sehr gut, es kommen die unterschiedlichsten Menschen: Urgroßeltern, Großeltern, Mütter, Väter, Jugendliche. Bars wie diese gibt es in Bri­ xen wenige. Die Kunden kommen gerne zu mir, weil wir wie eine große Familie sind. Ich lebe für mich, nicht für die anderen. Ich be­ nehme und kleide mich nicht wie die anderen – weil ich nicht wie die anderen bin. Ich habe die Hotelfachschule in Meran besucht, bin 23 Jahre alt, doch ich fühle mich viel reifer und verstehe viel mehr als andere Jugendliche. Vielleicht, weil ich in meinem Leben schon viele Erfahrungen gemacht habe. Meine Eltern kamen schon vor mir nach Italien, ich bin bei meiner Großmut­ ter und meinem Onkel in China aufgewachsen. Auch wenn sie mich sehr gerne hatten, haben sie mich nicht verwöhnt. Viele Jugendliche wollen weder arbeiten noch studieren: Sie wollen gar nichts tun! Ich sage ihnen dann immer: “Wenn dir das Studieren gefällt und wenn du gut bist, dann studiere. Wenn du nicht studieren willst, dann geh‘ arbeiten! Aber erwarte dir nicht, dass dir deine Eltern alles geben, ohne selbst etwas zu tun...!” Ivan Shu, geb. 1990, Unternehmer und Betreiber der Bar Centrale, Brixen.


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”Immagino un mondo nel quale le emozioni vengano apprezzate e non considerate delle debolezze“. „Ich stelle mir eine Welt vor, in der Emotionen wertgeschätzt und nicht als Schwäche gesehen werden.“


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Be the Change Il mio sogno è quello di aiutare altri giovani ad aprire gli occhi, per vedere cosa davvero accade nel mondo. Voglio costruire consape­ volezza e sostenere altre persone che vogliono modificare qualco­ sa, se stessi o altri. Questo è il mio sogno, e questo lo interpreto come il mio ruolo, il mio compito. In tal modo conseguo anche ciò che per me è la cosa più importante, ossia sentirmi parte di qualcosa che è più grande di me, parte di una comu­ nità. Questo “sense of community” è molto importante per me. Mi sento piena d’energia. Se qual­ cosa mi appassiona, perdo il cont­ atto con la realtà. Non sento più la fame nè la stanchezza. Non penso se una cosa sia possibile, ma come io possa conseguirla. In ciò non ho un particolare modello che mi sti­ moli. Ho in realtà molti modelli o fonti d’ispirazione: mi ispira ogni persona con la quale dialogo e che mi induce a riflettere. In futuro mi auguro di metter su fa­ miglia, di avere dei bambini – una nuova generazione alla quale poter trasmettere qualcosa. Immagino un mondo nel quale le emozioni ven­ gano apprezzate e non considerate delle debolezze. Spero che la vita in comunità diventi la norma e non venga considerata come “forma di vita alternativa”. Mi vedo come par­ te di questo futuro, parte di questa visione. Claire Touboul, nata nel 1991, abita a Fortezza, collaboratrice presso la fondazione per il cambiamento culturale Be the Change e futura studentessa presso Gaia University.

Be the Change Mein Traum ist es, anderen Jugendli­ chen zu helfen, die Augen zu öffnen, um zu sehen, was in der Welt wirklich passiert. Ich will Bewusstsein bilden und andere Menschen, die etwas, sich selbst oder andere verändern möch­ ten, dabei unterstützen. Das ist mein Traum, und das sehe ich als meine Rolle, meine Aufgabe. Dadurch er­ reiche ich auch das, was für mich das wichtigste ist: nämlich mich als Teil von etwas zu fühlen, das größer ist als ich selbst, Teil einer Gemeinschaft. Dieser “sense of community” ist ganz wichtig für mich. Ich habe sehr viel Lebensenergie. Wenn mich etwas begeistert, kann ich einfach nicht auf dem Boden blei­ ben. Ich verspüre dann keinen Hun­ ger, keine Müdigkeit mehr. Ich den­ ke nicht daran, ob etwas möglich ist, sondern wie ich etwas erreichen kann. Dabei habe ich nicht ein besonderes Vorbild als Antrieb. Eigentlich habe ich ganz viele Vorbilder oder Ins­ pirationsquellen: jeder Mensch, mit dem ich im Dialog bin, der mich zum Nachdenken bringt, inspiriert mich. Für die Zukunft wünsche ich für mich selbst eine Familie, Kinder -eine neue Generation, der ich etwas weitergeben kann. Ich stelle mir eine Welt vor, in der Emotionen wertge­ schätzt und nicht als Schwäche gese­ hen werden. Ich hoffe, dass das Leben in Gemeinschaft zur Norm wird und nicht als “alternatives Leben” be­ zeichnet wird. Ich sehe mich als Teil dieser Zukunft, als Teil dieser Vision. Claire Touboul, geb. 1991, lebt in Franzensfeste, Mitarbeiterin der Be the Change Stiftung für kulturellen Wandel und baldige Studentin an der Gaia Universität.



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Nuove forme di gestione e produzione culturale in Alto Adige Innovative Formen des Kulturmanagements in SĂźdtirol

Interviste ad associazioni, collettivi e gruppi di giovani che realizzano la loro attivitĂ sperimentando forme innovative di gestione e produzione culturale. Le loro storie sono disponibili come podcast sul sitio web della Webradio USB di Bressanone: http://goo.gl/kvClBR Interviews mit jungen Vereinen, Kollektiven und Gruppen, die auf dem Territorium aktiv sind, und innovatives Kulturmanagement betreiben. In Zusammenarbeit mit dem Webradio USB aus Brixen sind die Interviews als Podcasts unter dem folgenden Link verfĂźgbar: http://goo.gl/kvClBR


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Al Plan Folk Festival Dove / Wo: Chalet Marlene, famiglia Trebo, San Vigilio di Marebbe. Casa ecosostenibile ed interamente arredata con materiali naturali. Appartmenthaus Chalet Marlene, Fam. Trebo, St Vigil in Enneberg. Vollständig mit natürlichen Materialien errichtet, gewährleistet das Chalet Marlene einen ökologisch nachhaltigen Aufenthalt. Online: www.alplanfolkfestival.com www.chaletmarlene.com

OCM: Come è nata l’idea del Al Plan Folk Festival?

OCM: Wie entstand die Idee zum Al Plan Folk Festival?

Christian: Il Folk Festival è nato otto anni fa come festa per un nostro caro amico che è mancato. Oggi è un festival annua­ le che dura tre giorni ed al quale tutti possono partecipare, dai più giovani ai più vecchi. Abbiamo in programma non solo musica, ma anche artisti circensi e spettacoli teatrali, ed ognu­ no può trovare qualcosa che gli piace. Manuel: Abbiamo spostato il Festival al centro del paese per coinvolgere tutti, anche quelli che forse non si sposterebbero per mancanza di interesse. Infatti, da quando siamo in paese, sempre più persone ci appoggiano e non vedono lora che ci sia il Festival.

Christian: Das Folk Festival entstand vor acht Jahren als Fest für einen verstorbenen Freund. Mittlerweile ist es ein drei­ tägiges Festival, das alljährlich stattfindet, und an dem ein jeder, ob jung oder alt, teilnehmen kann. Auf dem Festival­ programm steht nicht nur Musik, sondern auch Zirkuskunst, Theater, usw. Jeder Besucher kann also etwas finden, das ei­ nem gefällt. Manuel: Wir haben das Festival vom Ortsrand ins Dorfzen­ trum gebracht, um die gesamte Bevölkerung miteinzubezie­ hen - auch jene, die aus mangelndem Interesse sonst nie zum Festival kommen würden. Seit wir hier im Dorf sind, gibt es immer mehr Personen, die uns unterstützen und die sich jedes Jahr aufs Neue auf das Festival freuen.

OCM: E chi sta dietro il festival? Manuel: Siamo 25-30 persone, quasi tutti di San Vigilio di Ma­ rebbe e dintorni che lavorano volontariamente per il Festival. Siamo tutti uniti da un’amicizia lunga ed è un unione che ci da tanta forza ed entusiasmo. Anche se ormai abbiamo tutti le nostre vite e viviamo anche in posti diversi, il Festival per noi

OCM: Wer steckt hinter dem Festival? Manuel: Wir sind 25-30 Personen, fast alle aus St. Vigil am Enneberg und Umgebung, die unentgeltlich für das Festival arbeiten. Wir sind seit Jahren miteinander befreundet und


37 è un punto di riferimento costante. Ci permette di ritrovarci e di sentirci in famiglia. Credo che riusciamo a trasmettere questo spirito di familiarità e di coesione anche al pubblico. Gabi: Già una settimana prima del festival si sente un’energia speciale in paese, un’energia che ci unisce. Creiamo qualcosa insieme, unendo le nostre forze e diversità, ognuno con le sue capacità. Così ci completiamo e questo ci da la forza. OCM: Qual è lo scopo principale del Festival? Christian: Vogliamo creare uno spazio dove si possono in­ contrare persone e scene culturali diverse senza discrimina­ zione di età, sesso o religione. Insomma uno spazio per tutti. Vogliamo soprattutto creare consapevolezza rivolta all‘agire comune di tutti i giorni, all‘ambiente e alla potenzialità della cooperazione. Diamo l’opportunità ai visitatori di scoprire idee e forme d’arte che forse altrove non incontrerebbero. OCM: Il Festival cerca essere ad impatto zero. Cosa fate per essere sostenibili? Sonia: Cerchiamo di ridurre la produzione di rifiuti e riciclare il più possibile. Usiamo un servizio della Provincia che for­ nisce lavastoviglie, piatti, bicchieri e posate a poco prezzo. Utilizziamo prodotti locali e biologici per la nostra offerta gastronomica. Il festival è ad Impatto Zero®: compensiamo le emissioni di CO2, che vengono causate dal Festival, con la creazione e la tutela di nuove foreste. Infine, siamo uno dei primi eventi che si basa sull’economia del bene comune (EBC) ed il primo che ha redatto un “Bilancio del bene comune”. In sostanza valutiamo il nostro successo non soltanto secondo criteri finanziari, ma anche secondo quello che rende per la comunità sulla quale il Festival ha una certa influenza.

diese Freundschaft gibt uns die nötige Kraft und Begeisterung. Wir haben alle unser eigenes Leben, wohnen in verschiede­ nen Orten, und doch ist das Festival immer noch ein Moment, wo wir uns wiedersehen und uns verbunden fühlen. Und ich glaube, dass wir dieses Gefühl der Zusammengehörigkeit und der Verbundenheit auch an unsere Besucher vermitteln. Gabi: Schon eine Woche vor dem Festival spürt man eine be­ sondere Energie hier im Dorf, eine Energie, die uns noch en­ ger zusammenbringt. Wir schaffen etwas gemeinsam, indem wir unsere Stärken, Unterschiede und Kompetenzen vereinen. Wir ergänzen uns, und das gibt uns Kraft. OCM: Was ist der Grundgedanke des Festival? Christian: Wir wollen einen Raum schaffen, in dem sich die unterschiedlichsten Menschen und Szenen treffen können, ohne jegliche Diskriminierung. Das Festival will wirklich ein Ort für alle sein. Unsere Besucher entdecken Ideen und Kunstformen, die sie anderswo vielleicht nicht kennenlernen würden. Zudem wollen wir Bewusstsein schaffen für die Um­ welt, unser tägliches Handeln und für das Potential der Zu­ sammenarbeit und des Miteinanders. OCM: Das Folk Festival will ein ökologisch nachhaltiges Fes­ tival sein. Was macht ihr dafür? Sonia: Wir versuchen, so wenig Abfall wie möglich zu pro­ duzieren und so viel wie möglich davon wiederzuverwerten. Wir leihen von der Provinz Spülmaschinen, Teller, Gläser und Besteck günstig aus, und vermeiden somit viel Plastik. Außer­ dem werden für die Speisen und Getränke, die auf dem Festi­ val verkauft werden, lokale biologische Produkte verwendet. Unser Festival ist CO2 neutral. Alle CO2-Emissionen des Festivals werden durch die Aufforstung und den Schutz von Wäldern kompensiert. Das Folk Festival ist eine der ersten Veranstaltungen, die sich auf die Gemeinwohlökonomie be­ zieht, und die erste, die eine “Gemeinwohlbilanz” erstellt hat. Diese bewertet den Erfolg des Festivals nicht aufgrund wirt­ schaftlicher Kriterien, sondern aufgrund des nicht-monetären Nutzens, den das Festival für die Gesellschaft bringt.

Sonia del Fabbro (*1983)

Christian Trebo (*1985)

Manuel Obwegs (*1982)

Gabi Mutschlechner (*1982)

Gestione della gastronomia,

Comunicazione, moderazione

Coordinamento e amminis-

Scenografia e decorazioni del

progetto NaturBar. Verant-

e ambiente. Kommunikation,

trazione. Koordination und

Festival. Bühnengestaltung

wortliche für Gastronomie des

Moderation und Umwelt.

Verwaltung des Festivals.

und Dekoration des Festivals.

Festivals, Projekt NaturBar.


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Kribiskrabis Dove / Wo: Alpinhotel Keil di Lukas Brunner, Valdaora. Alpinhotel Keil des Lukas Brunner, Olang Online: www.kribiskrabis.com www.alpinhotel.it

OCM: Chi è Kribiskrabis?

OCM: Was ist Kribiskrabis?

Peter: Kribiskrabis è un’espressione dialettale e significa “dis­ ordine colorato”: ciò descrive esattamente quello che siamo. Matthias: Kribiskrabis significa varietà. Presentiamo non solo un genere musicale, non solo una forma d’arte, bensì varietà culturale. Vogliamo essere una piattaforma dove tutti possano presentare e realizzare le proprie proposte.

Peter: Kribiskrabis ist ein Dialektwort und bedeutet “bun­ tes Durcheinander”: das beschreibt eigentlich genau, was wir sind. Matthias: Kribiskrabis bedeutet Vielfalt. Wir präsentieren nicht nur ein Musikgenre, nicht nur eine Kunstform, sondern kulturelle Vielfalt. Wir wollen eine Plattform sein, wo alle ihre Vorschläge einbringen und umsetzen können.

OCM: Kribiskrabis è un’associazione. Perché? OCM: Kribiskrabis ist ein Verein -- wieso? Matthias: In quanto associazione si hanno vantaggi giuridici, si possono richiedere fondi e si ha anche più spazio a dispo­ sizione nei media. E noi ci vediamo anche come un’associa­ zione: siamo giovani che hanno uno scopo preciso: ossia pro­ muovere la cultura giovanile in Val Pusteria. Peter: In realtà abbiamo iniziato sotto la protezione di un’al­ tra associazione, il Certl Grup Actif, che organizza l’Al Plan

Matthias: Als Verein hat man rechtliche Vorteile, kann um Fördermittel ansuchen, und hat auch mehr Platz in den Me­ dien. Und wir sehen uns ja auch als Verein: wir sind junge Menschen, die ein bestimmtes Ziel haben: nämlich die junge Kultur im Pustertal zu fördern. Peter: Angefangen haben wir eigentlich unter dem Schutz eines anderen Vereins, Certl Grup Actif, der das Al Plan


39 Folk Festival. Ma la popolazione non vede di buon occhio che un’associazione ‘straniera‘ organizzi qualcosa in paese. È molto più difficile da accettare. Motivo per cui abbiamo fon­ dato una nostra associazione.

Folk Festival organisiert. Aber in der Bevölkerung sieht man nicht gerne, wenn ein ‚fremder‘ etwas im Dorf macht. Es ist viel schwieriger, akzeptiert zu werden. Also haben wir unseren eige­ nen Verein gegründet.

OCM: Kribiskrabis e Al Plan Folk Festival sono entrambi festival, solo che distano una montagna l’uno dall’altro. C’è spazio per entrambi?

OCM: Kribiskrabis und Al Plan Folk Festival sind beide Festi­ vals, nur einen Berg voneinander entfernt. Gibt es Platz für euch beide?

Matthias: Certamente. Ci completiamo a vicenda, non ci con­ sideriamo assolutamente come concorrenza. Abbiamo avuto un’idea simile. Al Plan ha realizzato l’idea più velocemente e oggi si può quasi affermare che noi non esisteremmo senza di loro. Le persone di Al Plan ci hanno sempre sostenuti, hanno fatto persino canederli al nostro festival! Io penso che ci si debba discostare da un pensiero concorrenziale: più persone fanno qualcosa di interessante qui in Alto Adige, meglio è.

Matthias: Auf alle Fälle. Wir ergänzen uns, wir sehen uns gar nicht als Konkurrenz. Wir hatten eine ähnliche Idee. Al Plan hat die Idee schneller umgesetzt und heute kann man fast sagen, dass es uns ohne sie wohl nicht geben würde. Die Leute von Al Plan haben uns immer unterstützt, sogar Knödel bei unserem Festival gemacht! Ich glaube, man muss vom Konkurrenzdenken weg­ kommen -- je mehr Leute hier in Südtirol etwas Interessantes machen, desto besser.

OCM: Cosa vi motiva?

OCM: Was motiviert euch?

Matthias: Mettere in piedi qualcosa che ti entusiasma è una sorta di autorealizzazione. Se vedo che il mio gusto è condivi­ so da altri, questo naturalmente mi fa piacere. Ciò arricchisce immensamente, e non solo se stessi, ma anche la comunità in generale. E questo è impagabile. Peter: Inoltre presentiamo gli artisti o i musicisti che ci piac­ ciono. Facciamo quindi Kribiskrabis anche per noi stessi!

Matthias: Etwas auf die Beine zu stellen, das einen begeistert -das ist eine Art der Selbstverwirklichung. Wenn ich sehe, dass bei anderen mein Geschmack gut ankommt, dann freut mich das na­ türlich. Das bereichert ungemein -- nicht nur sich selbst, sondern auch die Gesellschaft im Generellen. Und das ist unbezahlbar. Peter: Außerdem präsentieren wir ja die Künstler oder Musi­ ker, die uns gefallen. Kribiskrabis machen wir also auch für uns selbst!

OCM: Quale è la più grande sfida per il futuro? OCM: Was ist die größte Herausforderung für die Zukunft? Matthias: Kribiskrabis vuole essere un punto di raccolta di nuove idee. Una delle sfide più grandi è sicuramente quella di portare nell’associazione ragazzi nuovi e più giovani. Noi non siamo vecchi, ma ci sono sempre nuove idee, nuove mode, che ormai non conosciamo ma che potrebbero essere interessanti per noi. I giovani devono quindi sapere che li aspettiamo!

Matthias: Kribiskrabis will eine Anlaufstelle für neue Ideen sein. Eine der größten Herausforderungen ist gewiss, neue, jüngere Jugendliche in den Verein zu holen. Wir sind ja nicht alt, aber es gibt andauernd neue Ideen, neue Moden, die wir längst nicht alle kennen, aber die für uns interessant sein könnten. Die jungen sollen also wissen, dass wir auch für sie offen sind!

Matthias Jud (*1983)

Peter Brunner (*1985)

Lukas Brunner.

Antropologo culturale e sociale,

Presidente della piattaforma

Albergatore, Alpinhotel Keil di

lavora nel cinema e alla radio,

culturale Kribiskrabis, ins­

Valdaora. Hotelier des Alpinho-

socio fondatore di Kribiskrabis.

egnante di religione. Obmann

tels Keil, Olang.

Kultur- und Sozialanthropologe,

der Kribiskrabis Kulturplattform,

arbeitet im Bereich Film und

Religionslehrer.

Radio, Gründungsmitglied von Kribiskrabis.


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Kunst Boden_nah Dove / Wo: Studio d’architettura Stefan Gamper, Chiusa: costruzioni in legno e case clima, con vista sui tetti della città vecchia medievale e il sovrastante convento di Sabiona. Architekturbüro Stefan Gamper, Klausen: Holzbau und Klimahaus, mit Blick auf die Dächer der mittelalterlichen Altstadt und das beherrschende Kloster Säben. Online: www.kunstbodennah.it www.gamper.biz

OCM: Quale concetto si cela dietro Kunst boden_nah?

OCM: Welches Konzept steckt hinter Kunst boden_nah?

Andy: L’essenziale: Kunst boden_nah è arte, in prossimità del Andy: Das Wesentliche: Kunst boden_nah ist Kunst, boden­ suolo. Siamo alla ricerca di spazi spesso inutilizzati a Chiusa, nah. Wir suchen Räume in Klausen, meist ungenutzte, und e li mettiamo a disposizione degli artisti. Gli artisti puliscono stellen diese den Künstlern zur Verfügung. Die Künstler put­ gli spazi, spesso li pitturano anche, ridando così valore a questi zen die Räume, malen sie oft auch aus, und werten damit leer spazi vuoti. Ne beneficiano quindi tutti. Kunst boden_nah è stehende Räume auf. Es profitieren also alle davon. Kunst bo­ una serie di esposizioni di breve durata, che vengono inaugura­ den_nah ist eine Serie von kurzlebigen Ausstellungen, die je­ te sempre il primo venerdì del mese e che durano due settimane. weils am ersten Freitag des Monats eröffnet werden und zwei Wochen dauern. OCM: Le esposizioni di Kunst boden_nah non sono quindi sempre nello stesso luogo? OCM: Die Ausstellungen von Kunst boden_nah sind also nicht immer am selben Ort? Andy: No, Kunst boden_nah ha un concetto di galleria che non è legato ad alcun luogo. Il fatto che non esponiamo in Andy: Nein, Kunst boden_nah ist ein Galeriekonzept, das una galleria tradizionale o in un museo ci rende più accessibili an keinen Raum gebunden ist. Dass wir nicht in einer tra­ anche ad un pubblico “inesperto”. Molti vogliono vedere lo ditionellen Galerie oder Museum ausstellen, senkt auch die spazio mossi da curiosità e poi alla fin fine si guardano l’espo­ Hemmschwelle zur Kunst für das “nichtgeübte” Publikum. sizione. Riusciamo così a raggiungere persone che altrimenti Viele wollen aus Neugierde den Raum sehen -- und schauen non andrebbero mai ad un’esposizione d’arte. sich dann halt doch noch die Ausstellung an. Dadurch erreichen wir Leute, die sonst nie in eine Kunstausstellung gehen würden.


41 OCM: Quali artisti esponete?

OCM: Welche Künstler stellt ihr aus?

Andy: Ci rivolgiamo ad artisti che sono giovani, non in sen­ so anagrafico ma rispettivamente alla loro attività artistica. Le opere che vogliamo esporre non dovrebbero essere solamente suggestive, e dovrebbero essere anche eseguite con tecniche interessanti. Martin: Se inizialmente è stato difficile trovare gli artisti, ora siamo riusciti a costruire una rete relativamente buona. Nel frattempo sono gli artisti che ci contattano. Andy: Ora ci troviamo dinanzi alla sfida di mantenere anche la qualità alla quale i visitatori si sono nel frattempo abituati. Dobbiamo restare fedeli alla nostra linea, forse anche procede­ re lungo un binario più stretto. Non cerchiamo infatti le grandi masse, ma vogliamo che Chiusa diventi un punto di riferimen­ to per una determinata scena dell’arte contemporanea.

Andy: Wir sprechen Künstler an, die jung sind -- nicht im Sin­ ne ihres Alters, sondern im Sinne ihrer künstlerischen Tätig­ keit. Die Werke, die wir ausstellen wollen, sollten nicht nur plakativ sein und sollten auch mit interessanten Techniken gemacht sein. Martin: War es anfangs noch schwierig, Künstler zu finden, so haben wir jetzt ein recht gutes Netzwerk aufbauen können. Mittlerweilen melden sich die Künstler bei uns. Andy: Jetzt stehen wir vor der Herausforderung, die Qualität, die die Besucher mittlerweile gewohnt sind, auch zu halten. Wir müssen unserer Linie treu bleiben, vielleicht auch engglei­ siger werden. Wir suchen ja nicht die breite Masse, sondern wollen, dass Klausen ein Bezugspunkt für eine gewisse Rich­ tung der zeitgenössischen Kunst wird.

OCM: Cosa vi ha spinto a realizzare le 14 mostre all‘attivo?

OCM: Wieso habt ihr vor nunmehr 13 Ausstellungen Kunst boden_nah ins Leben gerufen?

Karin: Eravamo tutti all’estero e dopo anni siamo tornati a Chiusa. Volevamo quindi dar vita a qualcosa, per partecipare alla definzione del nostro contesto vitale e migliorare la qua­ lità della nostra vita. Andy: Questo può forse sembrare egoistico. E lo è! Tuttavia non solo per noi personalmente, bensì per tutta la comunità, per l’intera città.

Karin: Wir waren alle im Ausland unterwegs waren und sind nach Jahren wieder nach Klausen zurückgekommen. Wir wollten also etwas auf die Beine stellen, um unser Lebensum­ feld mitzugestalten und unsere Lebensqualität zu steigern. Andy: Das klingt vielleicht eigennützig. Ist es auch! Allerdings nicht nur für uns persönlich, sondern für die ganze Gemein­ schaft, für die gesamte Stadt.

OCM: E come è strutturata Kunst boden_nah? OCM: Und wie ist Kunst boden_nah strukturiert? Karin: Kunst boden_nah non è un’associazione, non è una “vera e propria” organizzazione. Un’associazione sarebbe dispendiosa a livello di tempo e burocrazie. Preferiamo con­ centrarci sulle cose più importanti: l’arte pura. Tuttavia sia­ mo sostenuti dalla Cooperativa Economica di Chiusa, che ha come obiettivo quello di portare visitatori a Chiusa.

Karin: Kunst boden_nah ist kein Verein, keine “richtige” Or­ ganisation. Ein Verein wäre ein zeitlicher und bürokratischer Aufwand. Wir konzentrieren uns lieber aufs Wesentliche: Kunst pur. Allerdings unterstützt uns die Wirtschaftsgenos­ senschaft Klausen, die das Ziel hat, Besucher nach Klausen zu holen.

OCM: Un ultimo consiglio? OCM: Ein letzter Tipp? Andy: Concentratevi su ciò che state facendo e non su quello che alla fine potrebbe risultare!

Andy: Konzentriert euch auf das, was ihr gerade macht, und nicht auf das, was am Ende herauskommen könnte!

Andreas Von Lutz (*1980)

Karin Reichhalter (*1981)

Martin Sagmeister (*1966)

Fondatore di Kunst boden_nah,

Fondatrice di Kunst boden_nah,

Social networks, fedele ospite di

Studio di Architettura Stefan

ingegnere elettrico in proprio,

grafica in proprio, KR studio

tutte inaugurazioni di Kunst

Gamper, Chiusa. Architekturbüro

studio I.M. a Chiusa. Initiator

a Chiusa. Initiatorin von Kunst

boden_nah. Social Networks,

Stefan Gamper, Klausen.

von Kunst boden_nah, selbst-

boden_nah, selbstständige Gra-

treuer Gast aller Kunst boden_nah

ständiger Elektroingenieur,

fikerin, KR Studio in Klausen.

Ausstellungseröffnungen.

Studio I.M. in Klausen.

Dr. Arch. Stefan Gamper.


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Rotierendes Theater Dove / Wo: Kapuzinerkeller, ex convento dei cappuccini costruito nel 1699, oggi sede del museo civico e della biblioteca. Kapuzinerkeller, ehemaliges Kapuzinerkloster Klausen, erbaut 1699, heute Sitz des Stadtmuseums und der Bibliothek. Online: www.rotierendestheater.org

OCM: Chi e che cosa è il Rotierendes Theater?

OCM: Wer und was ist das Rotierende Theater?

Viktoria: Siamo un gruppo di giovani tra i 16 e i 29 anni, che Viktoria: Das Rotierende Theater ist eine Gruppe von jun­ fanno teatro. Ogni nostro pezzo è in primo luogo un dialo­ gen Menschen zwischen 16 und 29, die Theater machen. Jedes go tra attori e spettatori. La cosa più bella del fare teatro è unserer Stücke ist in erster Linie ein Dialog zwischen Schau­ il dialogo che avviene dopo la rappresentazione, quanto gli spielern und Zuschauern. Das tollste am Theaterspielen ist der spettatori ci danno le loro opinioni riguardo al pezzo o alla Dialog nach dem Theater, wenn Leute aus dem Publikum uns tematica, aiutandoci a migliorarci attraverso consigli e critiche ihre Meinung zum Stück oder dem Thema sagen, und uns mit costruttive. Bello è anche notare che le persone sono riuscite a Anregungen und konstruktiver Kritik helfen, uns weiterzu­ imparare qualcosa dai nostri pezzi o ne sono stati toccati. entwickeln. Sowie zu merken dass die Menschen aus unseren Stücken etwas mitnehmen konnten, bzw. berührt wurden. OCM: Perchè teatro “rotante”? OCM: Wieso „rotierendes“ Theater? Joachim: In primo luogo siamo tutti giovani che conducono una vita ancora piuttosto instabile: alcuni studiano, altri tor­ Joachim: Erstens sind wird alle junge Leute, die ein noch nano dopo gli studi, altri sviluppano altri interessi o incontra­ recht unbeständiges Leben führen: Einige studieren, andere no il teatro nella loro tarda adolescenza. All’interno del grup­ kommen nach dem Studium zurück, wieder andere finden po vi è quindi un continuo ricambio, che è voluto anche da andere Interessen oder finden in ihrer späteren Jugend zum noi. Mediante quest’ultimo circolano continuamente nuove Theater. Innerhalb der Gruppe gibt es daher einen ständigen idee, non c’è alcuna routine. Wechsel, der auch von uns gewollt ist. Dadurch zirkulieren In secondo luogo tutti i ruoli vengono alternativamente ri­ dauernd frische Ideen, es gibt keine Routine.


43 coperti da tutti i membri. Non esiste l’attore, la tecnica, lo scenografo. Tutti si occupano alternativamente di tutto. Sia­ mo quindi estremamente flessibili. Ed in terzo luogo non abbiamo uno spazio fisso per le nos­ tre rappresentazioni, ma scegliamo di cambiare sempre luogo. Siamo sempre alla ricerca di luoghi suggestivi, posti carismati­ ci, in cui poter inscenare pezzi teatrali, sia questo il forte di Fortezza, un centro giovanile, il cinema Astra o un “norma­ lissimo” palcoscenico. OCM: In che rapporto vi mettette con i vostri pezzi teatrali e le location?

Zweitens werden alle Arbeitsbereiche abwechselnd von allen Mitgliedern durchgeführt. Es gibt nicht den Schauspieler, die Technikerin, den Bühnenbildner. Alle machen - abwechselnd - alles. Dadurch sind wir extrem flexibel. Und drittens haben wir keinen festen Raum für unsere Auf­ führungen, sondern wechseln ganz bewusst von Ort zu Ort. Wir sind ständig auf der Suche nach suggestiven Orten Plät­ zen mit Charisma, an denen wir Theaterstücke aufführen können, sei dies jetzt die Franzensfeste, ein Jugendzentrum, das Astra Kino oder eine „ganz normale“ Bühne. OCM: Welchen Bezug habt ihr und eure Theaterstücke zu diesen Orten?

Viktoria: Questo dipende esclusivamente dal pezzo – il che rende il tutto particolarmente interessante. Abbiamo spetta­ coli in cui usiamo lo spazio come parte centrale della produ­ zione. In altri il palco è solamente una piattaforma sulla quale realizzare la scena.

Viktoria: Das kommt ganz auf das Stück an – was das ganze ja besonders interessant macht. Wir haben Stücke, wo wir den Raum als zentralen Teil der Produktion nutzen. In anderen ist die Bühne nur eine Plattform für das Stück.

OCM: Quale è la vostra missione?

OCM: Was ist eure Mission?

Hannah: Vogliamo che la gente veda che i giovani hanno molte idee buone e importanti. Idee che sono anche il futuro! Vogliamo che i giovani vengano semplicemente presi sul serio. Non vogliamo essere liquidati con le parole “ma siete ancora così giovani!” Inoltre vogliamo mostrare che i giovani non fanno “solo” teatro giovanile. Non facciamo teatro giovanile, ma teatro! Il teatro non dovrebbe essere categorizzato, tutte le sue forme si pongono come obiettivo il narrare qualcosa.

Hannah: Wir wollen, dass Leute sehen, dass junge Men­ schen viele gute und wichtige Ideen haben. Ideen, die auch die Zukunft sind! Wir wollen, dass Jugendliche einfach ernst genommen werden und dass man uns nicht mit einem „Aber ihr seid noch so jung!“ abtut. Außerdem wollen wir zeigen, dass junge Menschen nicht „nur“ Jugendtheater machen. Wir machen nicht Jugendtheater, sondern Theater! Theater sollte nicht kategorisiert werden, alle Formen haben zum Ziel etwas zu erzählen.

OCM: Un’ultima parola ai lettori? OCM: Ein letztes Wort an die Leser? Viktoria Hannah, Joachim: Coraggio! Apertura. Capacità d’entusiasmarsi. Restare fedeli ad una visione, anche se cadete a terra. Alzarsi e provare di nuovo, allora (probabilmente o auspicabilmente) ci si riesce.

Viktoria Hannah, Joachim: Mut! Offenheit. Begeisterungs­ fähigkeit. Auch wenn es vielleicht poesiealbumsmäßig klingt: An einer Vision festhalten, auch wenn es einen hinhaut. Auf­ stehen und wieder probieren, dann klappt es (wahrscheinlich oder hoffentlich).

Hannah Gfader (*1986)

Joachim Goller (*1982)

Viktoria Obermarzoner (*1988)

Insegnante, psicologa dei

Regista freelance, scrittore e

Educatrice teatrale freelance,

processi economici, clown, vice

direttore artistico del teatro

presidente del teatro rotante.

presidente e direttrice tecnica

rotante. Freischaffender Regis-

Freischaffende Theaterpädago-

del teatro rotante. Lehrerin,

seur, Schreiber und künstleri-

gin, Obfrau des Rotierenden

Wirtschaftspsychologin, Clown,

scher Leiter des Rotierenden

Theaters.

Vize-Obfrau und technische Lei-

Theaters.

terin des Rotierenden Theaters.


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Butch-ennial Dove / WO: 3 Fiori Bar Café Jazzkeller di Markus Frischknecht: “Un luogo d’incontro tra culture, per giovani e adulti“. 3 Fiori Bar Café Jazzkeller des Markus Frischknecht: »Ein Ort der kulturellen Begegnung für Jung und Alt«. Online: www.macello-butch-ennial.tumblr.com www.3fiori.com

OCM: Butch-ennial che cosa è?

OCM: Was ist Butch-ennial?

Rüdiger: Siamo un collettivo indipendente composto da ar­ tisti e creativi nati, cresciuti, venuti o tornati in Trentino Alto Adige. È un progetto che sboccia dalla passione per l’arte con­ temporanea e la voglia di collaborare in modo trasversale, cioè attraverso forme di arte diverse. Siamo anche artisti che si sen­ tono liberi di esprimere arte nella gestione e organizzazione delle cose, non solo nell’arte stessa. Ci basiamo sui principi della libertà e della non-convenzionalità.

Rüdiger: Wir sind ein unabhängiges Kollektiv von Künstlern und Kreativen, die in Südtirol geboren oder aufgewachsen sind, aber hierher gekommen bzw. zurückgekehrt sind. Es handelt sich um ein Projekt, das der Leidenschaft zur zeitge­ nössischen Kunst und zur interdisziplinären Zusammenarbeit entspringt. Wir drücken unser Künstler-Sein nicht nur in der Kunst selbst aus, sondern auch in der Organisation und Ver­ waltung. Butch-ennial basiert auf den Prinzipien der Freiheit und der Unkonventionalität.

OCM: In quale senso siete non-convenzionali? OCM: In welchem Sinn seid ihr unkonventionell? Rüdiger: Vogliamo restituire all’artista il ruolo di apripista, di sperimentatore, tirandolo fuori dal contenitore nel quale è immerso, di rituali, burocrazie, contributi... Non siamo e non vogliamo stare nel sistema frenetico, enfatico nel quale la scena culturale e artistica locale e internazionale si trova al momento. Ci autofinanziamo e perciò non dobbiamo rendere conto a nessuno, siamo totalmente autoreferenziali. Se c’è un proble­ ma, ci mettiamo al tavolo e lo risolviamo insieme.

Rüdiger: Wir wollen dem Künstler seine eigentliche Rolle als Vorreiter und Experimentierer zurückgeben, und ihn aus dem Käfig der Rituale, Bürokratie und Beiträge, in dem er gefangen ist, befreien. Wir sehen uns einfach nicht in diesem hektischen System, in dem sich die lokale und internationale Kunst- und Kulturszene momentan befindet. Wir finanzieren uns selbst und brauchen uns deshalb vor niemandem rechtfer­


45 OCM: Qual è il vostro rapporto con il territorio? Stefano: Siamo promotori di arte a km zero. La producia­ mo qui, allestiamo le mostre noi in spazi in disuso, cerchiamo partner locali, dall’elettricista al falegname. Siamo leggeri e sostenibili al 100%. Butch-ennial è uno spunto per una diver­ sa forma di gestione, sia di gestione culturale, sia degli spazi di una città. Le nostre mostre sono sempre situate in posti nuovi, spesso luoghi non nati per esposizioni artistiche. Giovanni: Ci interessa capire come determinati usi di spa­ zio abbiano un influenza diretta e indiretta sulla città. E per questo non ci vediamo “solo” come artisti, ma anche come location scouts, mediatori e facilitatori tra i diversi attori del contesto locale. OCM: Nella storia di Butch-ennial, cosa vorreste aver fatto diversamente? Stefano: Avrei cambiato la camicia che indossavo all’inaugu­ razione della prima mostra. Che brutta!

tigen. Wenn es ein Problem gibt, setzen wir uns an einen Tisch und lösen es gemeinsam. OCM: Wie ist euer Verhältnis zum Territorium? Stefano: Wir haben einen nachhaltigen Ansatz in unserem Wirken als Kunstpromotoren. Wir produzieren Kunst hier, organisieren unsere Ausstellungen selbst und in unbenutz­ ten Räumen, suchen lokale Partner, vom Elektriker bis zum Tischler. Butch-ennial steht für einen innovativen Ansatz der Verwaltung der Kultur und aber auch von urbanen Räumen. Unsere Ausstellungen werden immer an neuen Orten veran­ staltet - meist Orte, die nicht für Kunstausstellungen geschaf­ fen wurden. Giovanni: Uns interessiert, welche direkten und indirekten Einflüsse das Nutzen von Räumen auf die Stadt hat. Deshalb sehen wir uns nicht „nur“ als Künstler, sondern auch als loca­ tion scouts und Vermittler zwischen den verschiedenen loka­ len Akteuren. OCM: Was möchtet ihr anders gemacht haben?

OCM: E un consiglio ad altri giovani che vogliono fare e cre­ are qualcosa? Stefano: Non prendetevi troppo sul serio! Ciò non vuol cer­ tamente dire essere schiocchi o banali. Ma vuol dire prendere un approccio leggero, divertirsi in ciò che si fa.

Stefano: Ich hätte das Hemd gewechselt, das ich bei der Er­ öffnung der ersten Ausstellung getragen hatte. Er war echt hässlich... OCM: Und einen Rat an andere Jugendlichen, die etwas ma­ chen oder schaffen wollen? Stefano: Nehmt euch nicht zu ernst! Das heißt natürlich nicht dumm oder banal zu sein. Das bedeutet, mit Leichtig­ keit vorzugehen und an dem, was man macht, Spaß zu haben.

Stefano Peluso (*1979)

Rüdiger D. M. Witcher (*1979)

Giovanni Melillo Kostner (*1979)

Markus Frischknecht

Architetto e curatore. Architekt

Sales Manager, artista. Sales

Artista, fotografo, entrepreneur

Gestore del Bar Café Jazz Keller

und Kurator.

Manager, Künstler.

matchmaker. Künstler, Fotograf ,

‘Tre fiori’, Bressanone. Geschäfts-

Entrepreneur, matchmaker.

führer des ‘Tre fiori ‘ – Bar Café Jazz Keller, Brixen.


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Wupwup Dove / Wo: Humus – il bistrò bio, via Argentieri Bolzano, “meno velocità, più sensualità” Humus – Das Bio Bistro, Silbergasse Bozen: “Weniger Tempo, mehr Sinnlichkeit” Online: www.wupwup.com www.humus-bistro.net

OCM: Cosa è wupwup?

OCM: Was ist wupwup?

Arno: Una rete internazionale e interdisciplinare di artisti e persone creative, che ora è attiva in tutta Europa e anche fu­ ori di essa. Wupwup viene fondata nel 2008 da Victor Matic, Martin Retter e me, successivamente si aggiunge Nadia Kam­ merer. Il focus di wupwup sono tutti i settori delle arti creati­ ve: produzione musicale, design industriale, product & grafic design, pittura, installazioni digitali, ecc.

Arno: Ein internationales und interdisziplinäres Künstlerund Kreativennetzwerk, das mittlerweile in ganz Europa und auch außerhalb aktiv ist. Wupwup wurde 2008 von Viktor Matic, Martin Retter und mir gegründet, später kam Nadia Kammerer dazu. Der Fokus von wupwup sind alle Sparten der kreativen Kunst: Musikproduktion, Industrie-, Produktund Grafikdesign, Malerei, digitale Installationen, usw.

OCM: Perchè esiste wupwup?

OCM: Wieso gibt est wupwup?

Victor: wupwup è nata dalla nostra necessità di creare qual­ cosa fuori dalla scena tradizionale, un terreno fertile per idee nuove e buone. Siamo cresciuti a Bressanone, Brunico e Mera­ no, e ci mancava la vita internazionale e culturale delle grandi città. Ciò che qui ci veniva offerto nel tempo libero semplice­ mente non ci lasciava soddisfatti, ma non ci siamo lamentati e abbiamo fatto le nostre cose.

Victor: wupwup ist aus unserem Bedürfnis heraus entstan­ den, etwas außerhalb der Mainstreamszene, einen Nährboden für neue, gute Ideen, zu schaffen. Wir sind in Brixen, Bruneck und Meran aufgewachsen und haben das Internationale und das kulturelle Leben in Großstädten vermisst. Mit dem Frei­ zeitangebot hier waren wir einfach nicht zufrieden, haben uns aber nicht beklagt, sondern unsere eigenen Sachen gemacht.


47 OCM: Che cosa vuol dire “fare le proprie cose”?

OCM: Wie funktioniert das, “die eigenen Sachen machen”?

Arno: Per noi era importante poter realizzare le nostre idee, indipendentemente dalle organizzazioni tradizionali e da altre classiche istituzioni. Volevamo seplicemente fare quello che ci piace e che sappiamo fare bene, e questo è quello che cerchia­ mo di fare anche oggi.

Arno: Für uns war wichtig, unsere Ideen umzusetzen, unab­ hängig von Mainstream-Organisationen und anderen klassi­ schen Institutionen. Wir wollten einfach tun, was wir mögen und gut können, und das tun wir auch heute noch so.

Victor: È importante abbandonare determinate abitudini, come per esempio il fare affidamento sui contributi. L’Alto Adige è ancora pur sempre un paese delle meraviglie. Noi però non abbiamo mai voluto dipendere da contributi o da pubbliche istituzioni. Per noi è più importante la libertà arti­ stica. Fino ad ora ha sempre funzionato. Arno: La burocrazia distrugge. La burocrazia è nel senso più autentico un killer della creatività. Certamente si è un poco limitati se non si hanno a disposizioni mezzi finanziari. Ma proprio allora la cosa si fa interessante, proprio allora ci si deve sforzare. E proprio allora vengono fuori le idee e i risul­ tati migliori.

Victor: Dabei ist es wichtig, dass man sich von bestimmten Gewohnheiten, wie z.B. dem Beitragsdenken, trennt. Südtirol ist immer noch ein Land, in dem Milch und Honig fließt. Wir wollten aber nie von Beiträgen und öffentlichen Institutionen abhängig sein. Uns ist die künstlerische Freiheit wichtiger. Bis jetzt hat das immer geklappt. Arno: Die Bürokratie macht einen kaputt. Bürokratie ist im wahrsten Sinne ein Kreativitätsmörder. Klar ist man ein wenig eingeschränkt, wenn man keine finanziellen Mittel hat. Aber gerade dann wird es interessant, gerade dann muss man sich anstrengen. Und genau dann kommen die besten Ideen und Resultate heraus. OCM: Gibt es eine Subkulturszene in Südtirol?

OCM: In Alto Adige esiste una scena della sub-cultura? Arno: Certo. E che scena! È in continua crescita. Soltanto che l’Alto Adige non ne è consapevole. Per citare un esempio: in Alto Adige abbiamo atleti di freestyle di grande successo, tra i migliori a livello mondiale. Qui da noi con questa tematica non ci si confronta veramente. Lo stesso vale anche per la moda, la musica e il design. At­ traverso diversi progetti vogliamo cambiare qualcosa e creare consapezolezza per tutto ciò che in Alto Adige accade oltre le tendenze dominanti. Questa è una delle nostre idee di fondo.

Arno: Gewiss. Und was für eine! Sie wächst konstant. Nur ist sich Südtirol dessen nicht bewusst. Um ein Beispiel zu nen­ nen: Wir haben in Südtirol sehr erfolgreiche Freestylesportler, die weltweit zu den Besten gehören. Hierzulande wird die Thematik nicht wirklich aufgearbeitet. Dasselbe gilt auch in der Mode, Musik und Design. Durch verschiedene Projekte wollen wir das ändern und Bewusstsein schaffen für alles, was außerhalb des Mainstreams in Südtirol passiert. Das ist eine unserer Grundideen.

Viktor Matic (*1987) Designer, concept-developer, project manager e operatore culturale. Co-fondatore di wupwup e di diverse iniziative culturali in Alto Adige e all’estero. Designer, Konzepter, Projektmanager und Kulturakteur. Mitgründer von wupwup und verschiedenster Kultur­ initiativen in Südtirol und Ausland.

Arno Parmeggiani (*1988) Co-fondatore di wupwup, Love Electro Festival, Start-Hub e di altre iniziative in Alto Adige e oltre confine. Mitgründer von wupwup, Love Electro Festival, Start-Hub und verschiedenen anderen Initiativen in- und ausserhalb Südtirol.

Madù. Gestore del caffè-ristorante Bio Bistro Humus, Bolzano. Geschäftsführer des Bio Bistro Humus, Bozen.



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Mostra collettiva / KUNST Gruppenausstellung

I primi segnali di chi è andato altrove a studiare in ambiti creativi come le arti, la letteratura e altre discipline umanistiche. Un primo passo verso la creazione di una piattaforma da proporre ogni anno, per dare spazio allo scambio e confronto tra chi è interessato ad intraprendere uno percorso simile e chi invece lo ha già avviato. Erste künstlerisch-literarische Werke von Studenten der Künste, Literatur, etc. Ein erster Schritt zu einer Plattform für den Austausch und das Netzwerken für junge Menschen, die bereits künstlerisch aktiv sind und jene, die es noch werden wollen.


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Pittura / Malerei, senza titolo / Ohne Titel 70 x 100 cm.


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Johannes Bosisio Nato a / geb. in Cavalese (TN), 1994 Prima / Bevor: Scuola d’arte della Val Gardena / Kunstschule Gröden Oggi / Heute: Kunsthochschule Weissensee Berlin Residenza / Wohnsitz: Trodena - Alto Adige / Truden - Südtirol, Berlino / Berlin Online: Facebook johannes bosisio


52

Stampa fine art / Fine Art Druck 140 x 50 cm.


53

Lorenzo Colombi Nato a Bressanone / geb. Brixen, 1994 Prima / Bevor: Liceo delle Scienze Umane e Artistico di Bolzano, Sozialwissenschaftliches und Kunstlyzeum Pascoli, Bozen. Soggiorno all’estero. / Auslandssemester Sixth Form College. Oggi / Heute: Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design e Arti. / Freie Universität Bozen – Fakultät für Design und Künste. Residenza / Wohnsitz: Bressanone - Alto Adige / Brixen - Südtirol. Online: gurulor@hotmail.it


54

Serigrafia / Siebdruck, 64 x 90,5 cm.


55

Julia Peintner Nata a Bolzano / geb. Bozen, 1993 Residenza / Wohnsitz: Val di Funes, Alto Adige / Villnöß, Südtirol + Londra / London Prima / Bevor: Maturità presso l’Istituto per grafica pubblicitaria di Bressanone / Matura an der Oberschule für Werbegraphik Brixen. Oggi / Heute: Studi presso il Central Saint Martins College di Londra. / Studium in London am Central Saint Martins College. Online: www.juliapeintner.com


56

Stampa digitale / Digitaler Druck, Tipografia sperimentale ‘Ritmo‘ / Experimentelle Typografie ‚Rhythmus‘ 86 x 42 cm


57

Danièl Niederkofler Nato a / geb. in Porlamar, Venezuela, 1992 Residenza / Wohnsitz: Valdaora - Alto Adige / Olang - Südtirol, St. Pölten, Austria / Österreich Prima / Bevor: Maturità presso l’Istituto per grafica pubblicitaria di Bressanone / Matura an der Oberschule für Werbegraphik Brixen. Oggi / Heute: New Design University, St. Pölten Online: www.cargocollective.com/danielniederkofler


58

Stampa su PVC / PVC Druck, 150 x 100 cm.


59

Markus Oberhofer Nato a Bressanone / geb. Brixen, 1993 Residenza / Wohnsitz: Bressanone - Alto Adige / Brixen – Südtirol – Innsbruck, Austria / Österreich Prima / Bevor: Scuola Superiore per i Servizi Commerciale, Bressanone / Handelsoberschule Brixen. Oggi / Heute: Economia internazionale presso l’Università di Innsbruck / Internationale Wirtschaftswissenschaften an der Universität Innsbruck. Online: Facebook markusoberhofer21


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Lettura performance, testo. / Lesung Performance, Text.


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Gerd Sulzenbacher Nato a Brunico / geb. Bruneck 1993 Residenza / Wohnsitz: Rasun di Sopra – Alto Adige / Oberrasen – Südtirol, Vienna / Wien Oggi / Heute: Storia dell’arte presso l’Università di Vienna / Kunstgeschichte an der Universität Wien. Online: Facebook Gert Bert



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Astra la Vista Il nostro cinema non si consuma! Unser Kino ist nicht platt zu kriegen!

Una serata di videoproiezioni sulle realtà contemporanee locali a cura del gruppo ‘Astra La Vista’, preceduta da una postazione partecipativa attiva dal 25 al 26 aprile in Via Bastioni Maggiori a Bressanone. Videoprojektionen unterschiedlichster gegenwärtiger Lebensrealitäten der Gruppe ‘Astra La Vista’, sowie partizipatives Videoprojekt, das am 25.–26. April, Große Graben, Brixen, stattfindet.


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ASTRA LA VISTA

Il nostro cinema non si consuma!

Unser Kino ist nicht platt zu kriegen!

Progetto: Astra La Vista si presenta come un collettivo di gi­ ovani filmmaker e appassionati di cinema che intende incurio­ sire il pubblico e contribuire alla varietà dell’offerta cinemato­ grafica dell‘Alto Adige. Questa iniziativa si rivolge verso altri creatori di cultura e vuole dare uno slancio alla partecipazione creativa della vita culturale locale. Astra La Vista offre a tutte le persone interessate l’occasione di scoprire opere cinematografiche poco conosciute e raramen­ te presentate al pubblico. Il film come opera d’arte trova nel cinema il suo luogo ideale di proiezione e merita maggiore considerazione di quanta non ne abbia avuta.

Idee: Astra La Vista versteht sich als Kollektiv junger Filme­ macher und Filminteressierte, das sich zur Aufgabe gemacht Schaulustige ins Kino locken und die Vielfalt des hiesigen Film­angebots zu erhöhen. Zudem möchte diese Initiative an­ dere Kulturschaffende antreiben selbst aktiv zu werden und das kulturelle Leben kreativ mitzugestalten. Astra La Vista bietet interessierten Zeitgenossen die einzigar­ tige Möglichkeit großteils unbekannte Werke zu entdecken. Der Film als Kunstwerk, das im Kino seinen besten Rezep­ tionsraum findet, wartet auf mehr Beachtung und gesell­ schaftlicher Wertschätzung.

Concept: Negli ultimi anni l‘Alto Adige è stata scelta come location per diverse produzioni cinematografiche. Il cinema sta diventando sempre di più un prodotto commerciale, anche se in primo luogo resta un’opera d´arte. Astra La Vista presenta piccole produzioni indipendenti che cercano di percorrere strade alternative, sondare nuovi spa­ zi, confluire forme espressive meno perfette, ma più libere e coraggiose. Il programma della serata offre una panoramica sulle realtà contemporanee locali passando dal corto al lungometraggio, permettendo di scoprire piccoli tesori nascosti.

Konzept: In den letzten Jahren ist Südtirol zum Schauplatz von zahlreichen aufwendigen internationalen Filmproduk­ tionen geworden. Film wird zunehmend zum Wirtschaftsgut, aber in erster Linie bedeutet Film Kunst. Astra La Vista zeigt kleine, unabhängige Filme, die einen Standpunkt offenlegen, der häufig viel differenzierter ist, schärfer kritisiert oder zartfühlige Einblicke liefert, die der großen Maschine verwehrt bleiben. Das Programm skizziert ein Panorama unterschiedlichster, gegenwärtiger Lebensrealitäten, kleine ungehobene Schät­ ze: Vom witzigen, einmütigen Kurzfilm zum 100-minütigen Spielfilm.


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MOVIES

5 meter Panama Germania / Deutschland 2013, 24min Regia / Regie: Martin Fischnaller Sceneggiatura / Buch: Martin Fischnaller/Sebastian Stojetz Montaggio / Schnitt: Martin Fischnaller/Christine Schorr Produzione / Produktion: Karolin Wanger Riprese / Kamera: Adrian Campean Suono / Ton: Peter Kautzsch/Matthias Patzelt Scenografia / Szenebild: Danilo Greul/Marcel Beranek con / mit Sonja Putzke, Tim Wolf, Butz Buse, Berit Karla Menze Anderswo. Elsewhere. Altrove. Bressanone / Brixen 2013, 40min Regia / Regie: Ane Helga Lykka Montaggio / Schnitt: Silvia Mazzarella Suono / Ton: Silvia Mazzarella, Luca Saggin Cinematografo / Cinematographier: Philip Unterholzner La Casa della Solidarietà. Casa di Susanne, una nonna che ha iniziato ad adattarsi ad una nuova vita da quando il suo appartamento è diventato troppo vuoto. Casa di Moussa, un papà a distanza che lotta per costruire il proprio futuro in Italia. Casa di Hans e Albina, che ancora coltivano la speranza di tornare a vivere in un maso tra le montagne. “Altrove” apre la porta sulle relazioni tra i variegati abitanti della casa. Sigaretta dopo sigaretta, il film si sofferma sui legami familiari e sulla mancanza del proprio altrove. Das Haus der Solidarität. Das Heim von Susanne, von Moussa, von Hans und Albina. Jeder mit seiner Sehnsucht nach dem eigenen Anderswo. Zigarettenlänge um Zigarettenlänge vertieft der Film die Umstände der familiären Beziehungen und die jeweiligen Bedürfnisse nach menschlicher Anteilnahme.

Kein Wort 2008, 2min Regia, Musica, Testo / Regie, Musik, Text: Jörg Zemmler

Glückstreffer Alto Adige / Südtirol 2006, 5min Regia, Scenegiattura, Montaggio / Regie, Buch, Schnitt: Matthias Lang Audio / Ton: Georg Messner con / mit Harald Egger, Alois Leitgeb, Moritz Mairl Un giovane biatleta tra neve e stalla. Colpire il bersaglio e trovare il centro con se stessi non è sempre un gioco da ragazzi. Ein junger Biathlet zwischen Schnee und Kuhstall. Ins Schwarze zu treffen und seine eigene Mitte zu finden ist nicht immer ein Kinderspiel.


66 (This is) where I live Alto Adige / Südtirol 2011, 2min Regia, Camera, Suono, Crew / Regie, Kamera, Ton, Crew: Felix Comploi Cast: Raphael Kolhaupt Aspect ratio / Bildverhältnis: 16:9 Suono / Ton: Mono In una giornata estiva del 2012, tra un turno di lavoro e l´altro (allora lavoravo come cameriere) sono andato a fare diverse prove di riprese con la mia nuova telecamera. In bici sono partito verso il mio posto preferito di Bressanone, il cosiddetto „Strandl“ e ho incominciato a riprendere. Tornato a casa, mi sono seduto davanti al pianoforte di mio padre e ho suonato un pezzo improvvisato per il corto. „THIS IS WHERE I LIVE“ è il risultato di questo “camera test”. An einem Sommertag im Jahr 2012 zog ich zwischen zwei Arbeitsschichten (da­ mals war ich Kellner) los um ein paar Testaufnahmen mit meiner neuen Kamera zu machen. Ich radelte an meinen damaligen Lieblingsort in Brixen, auch bekannt als „Strandl“ und filmte drauf los. Als ich dann wieder daheim war, setzte ich mich an das Klavier meines Vaters und spielte die improvisierte Filmmusik ein. „THIS IS WHERE I LIVE“ ist das Ergebnis dieses Kameratests.

Kopflos Ungheria, Alto Adige, Venezia / Ungarn, Südtirol, Venedig 2011, 106min Regia, Sceneggiatura, Produzione / Regie, Drehbuch, Produktion: Anna Sophie Feichter, Patrick Federa Camera / Kamera: Anna Sophie Feichter Sound Design: Andrea Federa Montaggio / Schnitt: Daniel Bosch con / mit Patrick Federa, Petra Röck, Alex Baur, Kurt Egger, Jasmin Deporta, Zana, Manfred Weinberger, Christian Trebo, Klaus Unterfrauner, Lukas Baur, Gabriel Lerchner. Il film nasce dalla necessità di affrontare certi aspetti della vita. Quelli che devono essere raccontati, anche se spesso si trovano al margine della nostra società. Aspetti come la libertà individuale, la prostituzione forzata, il razzismo, l‘omosessualità, situazioni di conflitto tra morale e giustizia sia dei giovani sia degli adulti. Dieser Film entsteht aus der Notwendigkeit gewisse Aspekte des Lebens aufzu­ greifen. Die, obwohl sie am Rande unserer Gesellschaft stehen, erzählt werden müssen. Betroffen sind Themen wie individuelle Freiheit, Zwangsprostitution, Rassismus, Homosexualität, Intersexualität, Konfliktsituationen zwischen Moral und Justiz bei Jugendlichen und Erwachsenen.

Giorgio Svizzera / Schweiz 2013, 7min Regia, Camera / Regie, Kamera: Lorenz Ganthaler Un tributo all‘incommensurabile Giorgio Moroder. Special Tribute to Giorgio Moroder.


67 Comfort Zone Germania / Deutschland 2011, 20min Regia / Regie: Matthias Lintner Sceneggiatura / Buch: Matthias Lintner/Alexis Waltz Camera / Kamera: Carlos Andrés López Tobón Montaggio / Schnitt: Matthias Lintner, Wolfgang Gessart Produzione / Produktion: Andreas Jan Gerrit Becker Suono / Ton: Stefan Witter con / mit Boris Gaza, Matthias Hinz, Adolfo Assor, Jack Woodhead, Moez Saziki, Jojce Binneboese.

Comfort Zone è un viaggio spirituale del baldo giovane Tao. La „grande separa­ zione“ (Friedrich Nietzsche) lo catapulta in una crisi esistenziale. La dottrina cris­ tiana gli appare senza valore, allo stesso modo l‘iconografia offerta dai media. La domanda sull‘inevitabile radicamento della vita si ripropone continuamente all’ae­ roporto di Tempelhof, nello Spreewald e nelle Tropical Islands. Ogni personaggio che Tao incontra sulla sua strada ha la propria concenzione del mondo. Tuttavia non è l‘unico incapace di riconciliare queste contradizioni. Passo dopo passo non si segue più la logica, cadendo nell‘assurdo e rassegnandosi allo spettacolo. Chi sta cercando una storia, deve trovar(se)la . Comfort Zone ist die spirituelle Reise des jungen Mannes Tao, den die „große Loslösung“ (Friedrich Nietzsche) in eine existentielle Krise getrieben hat: Die christliche Heilsleere erscheint ihm ebenso wertlos wie die Imagos, die die Medien anbieten. Am Tempelhofer Flughafen, im Spreewald und im Ferienparadies Tropical Islands stellt sich die Frage nach einer unumstößlichen Verwurzelung des menschlichen Lebens immer wieder neu und anders: jede Figur, die Tao auf seinem Weg trifft, hat ihre eigene Auffassung von der Welt, doch nicht nur ihm ist es unmöglich, diese Widersprüche zusammen zu bringen. Logisches scheint schrittweise aufgehoben, kippt ins Absurde und resigniert im Spektakel. Wer hier nach einer Geschichte sucht, muss sie selbst (er)finden.

Der Junior Chef Val Badia / Gadertal 2009, 18min Regia, Camera / Regie, Kamera: Matthias Lintner con / mit Alexander Craffonara, Veronica Scaioli

Wolfsberg Alto Adige / Südtirol 2014, 5min Disegni, Sceneggiatura, Storyboard / Zeichnungen, Drehbuch, Storyboard: Andreas Widmann Animazione / Animation: Roman Wöhl Grafica animata ispirata da una saga giapponese. Animierte Grafik inspiriert nach einer japanischen Saga.


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FILMMAKERS

MATTHIAS LINTNER “Il film si forma nella testa dello spettatore.”

„Der Film entsteht im Kopf des Zuschauers.“

nato nel 1987 a Bolzano, vive a Berlino. Studi liceale di graphic design;

geboren 1987 in Bozen – lebt in Berlin. Abschluss der Ausbildung

diversi mini-progetti cinematografici oltre a lavori in studi fotografici

zum Grafikdesigner. Eigene kleinere Filmprojekte, sowie Jobs in Fo­

ed impieghi come attore, facilitatore di integrazione, assistente a disa­

tostudios, als Darsteller, Integrationshelfer, Behindertenbetreuer, Bo­

bili, pavimentista. Diversi viaggi ed escursioni per la Francia, Spagna

denleger; Reisen und Wanderungen durch Frankreich, Spanien und

e Thailandia. Studio in cinema e regia presso “Deutsche Film- und

Thailand. Regiestudium an der Deutschen Film- und Fernsehakka­

Fernsehakkademie” di Berlino.

demie in Berlin.

ANE HELGA LYKKA Nata nel 1986 in Norvegia, vive in Islanda. Studi all´European Film

Geboren 1986 in Norwegen - lebt in Island. Studium am Europe­

College in Danimarca, successivamente studi di antropologia sociale

an Film College in Dänemark, anschließend Studium der Sozialan­

ad Oslo. Studio in Svliuppo progettuale e Regia presso la ZeLiG di

thropologie in Oslo. Projektentwicklungs- und Regiestudium bei der

Bolzano.

ZeLiG in Bozen.

MARTIN FISCHNALLER Nato nel 1987 a Vipiteno, vive e lavora tra Monaco di Baviera e Vien­

Geboren 1987 in Sterzing - lebt und arbeitet in München und Wien.

na. Dopo il diploma di maturità, vive un anno all´estero a Granada

Nach dem Maturaabschluss, Auslandsjahr in Granada (Spanien) an­

(Spagna); successivamente studio presso il DAMS Cinema di Bolo­

schließend Studium an der DAMS Cinema in Bologna. Besuch der

gna. Ha frequentato la Filmschool Pune in India. Studio in cinema

Filmschool Pune, Indien. Spielfilm-Regie Studium an der Hochschu­

e regia presso la “Hochschule für Fernsehen und Film” di Monaco

le für Fernsehen und Film München.

di Baviera. MATTHIAS LANG “Sognando incomincia la realtà.”

„Mit Träumen beginnt die Realität.“

nato nel 1986 a Bolzano. Diploma di maturità al liceo scientifico di

geboren 1986 in Bozen. Abschluss vom wissenschaftlichen Lyzeum

Bolzano. Formazione come assistente di produzione presso l´agenzia

am Realgymnasium Bozen. Ausbildung zum Produktionsassistenten

„Embassy of Dreams“ a Monaco di Baviera. Studi presso la Hoch­

an der „Embassy of Dreams“ in München. Studium an der Hoch­

schule für Fernsehen und Film München. Assistenza alla sitcom

schule für Fernsehen und Film München.

“Bully macht Buddy”.

Assistenz an der Sitcom “Bully macht Buddy”.

JÖRG ZEMMLER “Mannaggia, l‘India!” (Cristoforo Colombo)

„Scheisse, Indien!“ (Christoph Columbus)

nato nel 1975, vive tra Siusi e Vienna. Dopo lo studio di scienze poli­

geboren 1975, lebt in Seis und Wien. Nach dem Studium der Poli­

tiche ad Innsbruck, formazione come tecnico del suono. Le sue fonti

tikwissenschaften in Innsbruck, absolvierte er eine Tontechnikaus­

di ispirazione: “Tutto. Ma in particolare l´arte in generale e la libertà

bildung. Seine Inspirationsquellen: „Alles. Aber auch die Kunst im

in particolare”.

Allgemeinen und die Freiheit im Speziellen“.

FELIX COMPLOI “La vita racconta le storie migliori.”

„Das Leben schreibt die besten Geschichten.“

nato nel 1991 a Salisburgo, vive a Monaco. Esperienza lavorativa

geboren 1991 in Salzburg, lebt in München Production & Transmedia

come Production & Transmedia Assistant, uditore presso la Hoch­

Assistant für Produktionsfirma in München. Gasthörer in der HFF

schule für Fernsehen und Film München. Esperienza come camera­

in München In der Kamera Abteilung für verschieden Filmproduk­

man in diverse produzioni cinematografiche.

tionen Erfahrung gesammelt.


69

co-organizers

FLORIAN DARIZ “Probabilmente ho visto tutti i film degli ultimi anni,

„Hab wahrscheinlich jeden Film der letzten Jahre ge­

non ne ricordo neanche uno.”

sehen, kann mich an keinen erinnern.“

nato nel 1987 a Bressanone. Prima bambino, poi obi­

geboren 1987 in Brixen. Erstmal Kind, danach Lern­

ettori degli studi obbligatori, poi venditore di caffè,

pflichtverweigerer, danach Verkäufer von Kaffee,

pane, salame e carta. Poi guarda al di là del proprio

Brot, Wurst und Papier. Danach Tellerrandüberbli­

naso e continua a svilupparsi. Formazione come gra­

cker und sich selber weiterentwickler. Ausbildung

phic designer e falegname di idee.

zum Grafikdesigner und Ideenschreiner.

JACOB MUREDA “L‘universo cinematografico offre spazi che vanno

„Das filmische Universum schafft Spielräume, die

oltre il puro intrattenimento.”

über einen reinen Unterhaltungswert hinausgehen.“

nato nel 1987 a Bressanone. Studi in antropologia

geboren 1987 in Brixen. Nach Abschluss der Matu­

culturale e sociale a Vienna & comunicazione e cul­

ra am wissenschaftlichem Realgymnasium, Studium

tura alla Libera Università di Bolzano; co-organizza­

der Kultur-und Sozialanthropologie in Wien und

tore di diversi progetti per e di giovani (LiberaMente,

Kommunikations- und Kulturwissenschaften an der

FdR, UploadSounds); promotore della rassegna di

Freien Universität Bozen; Mitorganisator verschie­

cortometraggi “Mobits”; sempre curioso nei con­

dener Jugendprojekte (LiberaMente, Festival delle

fronti dell’alterità e alla ricerca di costruzione di pon­

Resistenze, UploadSounds), Co-Initator des Film­

ti tra creativi culturali.

fests „Mobits“. Stets neugierig dem Anderssein und auf der Suche nach Brückenschlägen zwischen Kul­ turschaffenden. CHRISTIAN MANTINGER

Nato nel 1988 a Bressanone. Scuola di fotografia

Geboren 1988 in Brixen. Ausbildung an der TFBS für

presso la Tiroler Fachberufsschule für Handel und

Fotografie und am Wifi. Als Fotograf fürs Rotieren­

Büro ed al Wifi di Bolzano. Fotografo per il collettivo

de Theater unterwegs.

teatrale “Rotierendes Theater”.



71

Riflessioni / Ăœberlegungen


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City Festival. Nuovi modelli di produzione diffusa. Strategie di rilancio a partire dall’esperienza milanese. Neue Modelle der diffusen Produktion und Strategien zur Wiederbelebung. Das Beispiel Mailand.

Nonostante il settore culturale sia provato dall’aridità di una politica troppo spesso cieca e poco lungimirante e dalla penu­ ria di finanziamenti pubblici, è innegabile che rimanga una risorsa fondamentale per il nostro Paese anche, e soprattutto, a livello economico come forza trainante per altri settori, cam­ po fertile per una reale e non solo sperata ripresa dell’econo­ mia, organismo vitale capace di rinnovarsi e di innovare.

Obwohl die Kultur unter einer oft kurzsichtigen Politik und der Knappheit öffentlicher Finanzierung leidet, ist sie den­ noch eine wichtige Ressource für Italien -- insbesondere in wirtschaftlicher Hinsicht. Kultur ist eine treibende Kraft für viele Bereiche, ein fruchtbarer Boden für einen reellen (und nicht nur erhofften) Aufschwung der Wirtschaft, ein vitaler Organismus, der sich regeneriert und der erneuert.

Milano è nota come una delle realtà urbane più all’avanguar­ dia per quanto riguarda la produzione culturale e non è solo una città che produce, ma produce beni e servizi di alto valo­ re qualitativo, famosi nel mondo, molti dei quali legati a alla creatività e a una fortissima spinta all’innovazione. L’industria culturale milanese non è però composta solo dai grandi nomi conosciuti a livello internazionale, ma anche da una serie di realtà di medie e piccole dimensioni, molto attive, che punteg­ giano l’intera città. Proprio pensando al suo ruolo produttivo all’interno dell’eco­ nomia italiana, Milano ha il compito storico di continuare a vivificare il proprio habitat culturale con progetti nuovi e avanzati.

Mailand gehört zu den Vorreitern im Bereich Kultur. Die Stadt produziert nicht nur viel Kultur, sondern auch hochwertige, innovative und weltbekannte Kulturgüter und -dienstleistun­ gen. Die Mailänder Kulturindustrie besteht zudem nicht nur aus international bekannten Namen, sondern auch aus mitt­ leren und kleineren Akteuren, die sehr aktiv sind und in der ganzen Stadt verstreut sind. Auch aufgrund seiner zentralen Rolle innerhalb der italieni­ schen Wirtschaft hat Mailand die wichtige Aufgabe, das kul­ turelle Habitat der Stadt mit neuen und avantgardistischen Projekten aufzuwerten.

Così è stato per PianoCity, BookCity e ChorusCity, i tre eventi in cui si è voluto declinare il formato City Festival. L’idea prende spunto dal Fuorisalone, ormai noto festival as­ sociato alla Fiera del Mobile, che ogni anno attiva sempre più soggetti e vivifica zone urbane sempre più allargate. Legato inizialmente alla necessità di trovare luoghi non convenzionali e poco costosi per esporre le creazioni di designer emergenti, da evento secondario è diventato il più grande festival diffuso della città di Milano, un evento che oggi attira numerosissimi visitatori da ogni parte del mondo.

Dies ist der Fall für PianoCity, BookCity und ChorusCity, die drei Veranstaltungen, die zum Projekt City Festival ge­ hören. Sie inspirieren sich an Fuorisalone, einem bekannten Festival im Rahmen der Möbelmesse Salone del Mobile, die immer mehr Personen anzieht und immer weitere Teile der Stadt miteinbezieht. Fuorisalone entwickelte sich anfänglich aus der Notwendigkeit heraus, unübliche und billige Stätten zu finden, um die Kreationen von aufstrebenden Designern vorzustellen. Mittlerweilen hat Fuorisalone sich von einer Nebenveranstaltung zum größten diffusen Festival Mailands entwickelt, das zahlreiche Besucher aus der ganzen Welt an­ zieht.

Im Rahmen der kulturellen und territorialen Politik für die Jahre 2011-2013, hat sich das Assessorat für Kultur, Mode Nell’ambito delle politiche culturali e territoriali per il biennio und Design der Gemeinde Mailand - unter der Führung des 2011-2013, l’Assessorato alla Cultura, Moda, Design del Co­ Assessors Stefano Boeri - das Ziel gesetzt, die Stadt zum Zen­ mune di Milano – sotto la guida dell’assessore Stefano Boeri trum eines Netzwerks der urbanen kulturellen Produktion zu – si è posto questo obiettivo: un’accensione simultanea della entwickeln. città come rilancio e stimolo delle fitte reti della produzione culturale cittadina. Die Idee der City Festivals ist einfach: Die kulturelle Leben­ digkeit der Stadt und die Vielzahl von kulturellen Unterneh­ L’idea da cui è nata la proposta dei City Festival è semplice: men macht es möglich und notwendig, bereits vorhandene data la spiccata vivacità culturale della città e la presenza di un Kräfte und Stärken durch verbesserte Koordinierung und altissimo numero di imprese culturali, si è pensato fosse possi­ Zusammenarbeit verstärkt zu nutzen und zu bündeln, und bile e necessario attivare le energie già esistenti, incrementarle mittels kollaborativen Planungsmethoden auch „diffuse“ Ver­ attraverso l’interazione e la messa in rete e proporre eventi anstaltungen anzubieten. diffusi, attraverso modalità di progettazione collettive. Ci si è Man erkannte, dass die vielen einzelnen, spontanen Kulturin­ resi conto che incoraggiare e valorizzare la spontaneità delle itiativen unterstützt und aufgewertet werden können, indem singole iniziative culturali incanalandole in un unico evento, sie in ein Großevent zusammengefasst werden. Dadurch kann gestendone la regia e fornendo loro la giusta visibilità, avrebbe ihnen mehr Sichtbarkeit gegeben werden und wichtige Ver­ dato vita a manifestazioni importanti, e dal potere rigenerati­ anstaltungen geschaffen werden, die zur Regenerierung der vo, per la città e i cittadini. Stadt beitragen können.


73 Proprio questo stimolo spontaneo e collettivo delle reti di produzione culturale, costituisce l’aspetto più innovativo del formato City Festival. Un formato che presuppone un mo­ dello di gestione pubblica innovativa, capace di stimolare le imprese a eleggersi parte attiva nella costruzione delle poli­ tiche culturali e nel coinvolgimento degli spazi -più o meno conosciuti, pubblici o privati- della città. A Milano i City Festival sono diventati momenti culturali cen­ trali durante i quali la città ha saputo mettere a sistema il suo patrimonio produttivo diffuso; ha attivato nuove trame rela­ zionali tra operatori, amministratori e cittadini, proponendo grandi cartelloni tematici in grado di accogliere un’ampia va­ rietà di iniziative e modelli di fruizione diversa; ha generato, a partire da un tema specifico, un modello di progettazione collettiva, inclusivo, trasversale, capace di gestire creativamen­ te la moltitudine di contributi, intercettare traiettorie e sensi­ bilità collettive e costruire circuiti sempre più virtuosi.

Das Innovative an den City Festivals ist das spontane und kollektive Netzwerk, auf dem es basiert. Es ist ein Projekt, das eine innovative öffentliche Verwaltung voraussetzt und das im Stande ist, Unternehmen in die aktive Gestaltung der Kulturpolitik einzubinden, sowie mehr oder weniger bekann­ te öffentliche und private Räume der Stadt einzubeziehen. In Mailand sind die City Festivals kulturelle Höhepunkte geworden, bei denen die Stadt ihre oft diffuse produktive Tätigkeit zur Schau stellen kann. Die Festivals schaffen neue Vernetzungen zwischen kulturellen Akteuren, öffentlichen Einrichtungen und Bürgern, und führen zu einer Vielfalt von neuen Initiativen. City Festival hat, ausgehend von einem konkreten Thema, ein kollektives Planungsmodell geschaffen, das inklusiv und transversal wirkt, die Vielzahl von Ideen und Beiträgen krea­ tiv verwaltet, kollektives Empfinden und Entwicklungen wahrnimmt, und sein Netzwerk immer weiter vergrößert und verbessert.

Tommaso Sacchi Ha diretto l‘ufficio progettuale dell‘Assessorato Cultura, Moda e Design del Comune di Milano (2011-2013). Cura­ tore, organizzatore culturale e consulente per aziende e isti­ tuzioni nel campo della creatività e della produzione artisti­ ca. È docente di Elementi di Comunicazione e Giornalismo per i corsi di laurea in Arti Visive e Fashion Design presso l’Accademia di Belle Arti A. Galli di Como e di Event Plan­ ning and Management per il Master internazionale in Arts Management dell’Istituto Europeo di Design di Firenze. E‘ co-autore del progetto The Tomorrow (14a Biennale di Ve­ nezia). Ha coordinato la campagna nazionale #piumusicali­ ve per l’agevolazione delle procedure per la produzione di performing arts. Ha curato diversi palinsesti per alcuni tra i principali teatri milanesi (Audiotrium di Milano, Teatro Dal Verme).

Tommaso Sacchi: Leitete das Planungsbüro des Assessorats für Kultur, Mode und Design der Gemeinde Mailand (2011-2013). Kurator, Organisator kultureller Veranstaltungen und Berater von Betrieben und Institutionen im Bereich Kreativität und künstlerische Produktion. Dozent für Kommunikation und Journalismus für die Lehrgänge Visuelle Kunst und Fashion Design an der Accademia di Belle Arti A. Galli in Como, und Dozent für Event Planning and Management für den internationalen Master in Arts Management am Istituto Europeo di Design in Florenz. Mitautor des Projekts „The Tomorrow“ (14. Biennale von Venedig). Koordinator der Kampagne #piumusicalive für die Vereinfachung von Büro­ kratie für performing arts Produktionen. Programmkurator mehrerer bekannter Mailänder Theater (Auditorium di Mi­ lano, Teatro dal Verme).

// Tommaso Sacchi sarà presente il 28 aprile a Bolzano nell’ambito della Piattaforma delle Resistenze contemporanee 2014 – L’Europa delle Persone, con un workshop intitolato ‘Spazio alla creatività! Forme innovative di gestione cultura­ le. Reti della creatività, produzioni indipendenti e attivazione territoriale’. Rivolgendosi agli operatori culturali, curatori, artisti, collettivi, impresse creative e pubblico interessato, il workshop mira a riflettere su quale ruolo può avere la produ­ zione artistica e culturale nei processi di sviluppo e innovazi­ one sociale di un territorio.

// Tommaso Sacchi nimmt am 28. April im Rahmen der Platt­ form der zeitgenössischen Widerstände 2014 -- “Das Europa der Menschen” am Workshop “Raum der Kreativität! Inno­ vative Formen des Kulturmanagements: Kreative Netzwerke, unabhängige Kulturproduktion und Aktivierung des territo­ rialen Potentials” teil. Der Workshop richtet sich an Kulturschaffende, Kuratoren, Künstler, Kollektive, kreative Unternehmen und andere In­ teressierte.




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Project Room

Uno spazio per l’incontro, il confronto e la concretizza­ zione delle idee.

Ein Ort der Begegnung, des Austauschs und der Ideenver­ wirklichung.

Di che cosa hanno bisogno oggi i giovani per raggiungere i loro obiettivi e concretizzare le loro visioni? Di opportunità in un doppio senso. Opportunità date ai giovani sulla fidu­ cia nella loro miglior carta vincente, ovvero nelle loro idee, nel loro entusiasmo ed energia. Hanno bisogno anche delle opportunità che rappresentano gli spazi ‘flessibili’ e ‘smart’ che possono avere a disposizione come spazi per l’incontro, il confronto e la concretizzazione delle idee e dei progetti. Il dott. Luciano Dal Fovo, sostenitore del progetto, ha messo a disposizione a titolo gratuito un suo locale, l’ex ortofrutti­ colo di Via Stufles 19, nel rione di Stufles, ovvero il quartie­ re più antico della città, dove una serie di realtà legate alla produzione creativa oggi è fortemente presente. In collabo­ razione con il Comune di Bressanone e altri sostenitori, lo spazio sarà trasformato in una “project room”, un luogo dove i giovani possano ritrovarsi, esporre le proprie idee ed i propri progetti e confrontarsi dunque con la loro realizzazione. Non si tratta di un centro giovani, ma di un vero e proprio luo­ go di progettazione aperto a chiunque abbia delle idee senza distinzione di tecnica artistica né di età: l’importante è che le idee siano giovani. Il team di Open City Museum offre tu­t­ te le proprie capacità e possibilità per mettere le loro idee in pratica, dalle più semplici a quelle più elaborate, anche legate a livello dello sviluppo della città e delle sue strutture.

Was brauchen Jugendliche heute um ihre Ziele zu erreichen und ihre Visionen umzusetzen? Sie brauchen Chancen; Chan­ cen im Sinne von Vertrauen in ihre Ideen, ihren Enthusias­ mus, ihre Energie. Aber auch Chancen im Sinne von “flexi­ blen”, “intelligenten” Räumen, die sie zur Begegnung, zum Austausch und zur Verwirklichung ihrer Ideen und Projekte nutzen können. Herr Dr. Luciano Dal Fovo hat dem Projekt kostenlos einen Raum zur Verfügung gestellt: ein früheres Obstgeschäft in Stufels 19, dem ältesten Viertel Brixens, das heute Heimat für viele kreative Menschen und Betriebe ist. In Zusammenarbeit mit der Gemeinde Brixen und anderen Förderern wird dieser Raum in einen “Project Room” verwandelt. Hier können jun­ ge Menschen sich treffen, ihre Ideen und Projekte aus- und vorstellen und sie im Austausch mit anderen umsetzen. Der “Project Room” in Stufels ist kein Jugendraum im herkömm­ lichen Sinn, sondern ein Projektraum, den jede/jeder nutzen kann, unabhängig von Kunstform und Alter. Wichtig ist nur, dass die Ideen “jung” sind. Das Team von Open City Museum unterstützt die Umset­ zung solcher Ideen, ob einfach oder komplex, insbesonders jene, die sich mit der Entwicklung der Stadt und ihren Struk­ turen beschäftigen.

Una nuova dimensione della città - Stefano Peluso

Eine neue urbane Dimension - Stefano Peluso

La città europea ha riscoperto negli ultimi decenni una nuova dimensione. Legata a fenomeni di dismissione di aree di gran­ de dimensione o di una miriade di piccoli lotti dentro il tessu­ to urbano. Quesa condizione ha riportato la città consolidata all‘interno del dibattito contemporaneo sull‘abitare. Se le ricerche sula trasformazione di aree dismesse hanno ac­ cumulato ormai una notevole letteratura e molti esempi (per fare due esempi a noi noti, ricordiamo il progetto di riqualifi­ cazione dell‘area Ex-Alumix a Bolzano o il concorso interna­ zionale per la riqualificazione dell‘area della ferrovia – ARBO, sempre a Bolzano). Più difficile è intercettare e descrivere le tante piccole modifiche che investono il tessuto minuto della città trasformandolo dall‘interno. A Bressanone, a differenza del suo capoluogo di Provincia, non si osservano ancora fenomeni di dismissione a grande scala. Seppure in zona industriale siano in atto dinamiche do­ vute alla saturazione del mercato immobiliare nel settore dei servizi che hanno come risultato la dismissione di parecchi spazi adibiti ad ufficio. I vuoti che si creano sono all‘inter­ no di edifici di recente fabbricazione ma non influenzano lo spazio della città, se non dal punto di vista esclusivamente economico. E‘ nel tessuto minuto e compatto del centro storico e frange limitrofe che si osservano i fenomeni più interessanti. L‘inte­ resse sta nel fatto che questi fenomeni di dismissione hanno un contraccolpo diretto sulla città e sono leggibili da diversi

Die Auflassung großer Areale bzw. mehrer kleiner Gebie­ te innerhalb vieler europäischer Städte hat zu neuen Fragen und Perspektiven in zeitgenössischen Debatten zum urbanen Wohnen geführt. Es gibt viele Beispiele für die Umwandlung größerer brachlie­ gender Gelände, z.B. die Sanierung der Ex-Alumix in Bozen oder der internationalen Wettbewerb für die Sanierung der Eisenbahn ARBO in Bozen. Schwieriger ist es, zu erkennnen und zu beschreiben, wie die vielen kleineren Veränderungen eine Stadt beeinflussen und sie von innen verwandeln. Im Unterschied zu Bozen gibt es in Brixen noch keine großen aufgelassenen Areale. In der Industriezone stehen zwar viele Büroräume leer; diese befinden sich aber im Innern von rela­ tiv neuen Gebäuden und beeinflussen den städtischen Raum kaum, außer in wirtschaftlicher Hinsicht. Interessanter und komplexer ist die Situation im kompakten Raum des historischen Stadtzentrums und seiner Umgebung. Hier hat die Auflassung von Räumen und Gebäuden einen direkten Einfluss auf die Stadt, sowohl in wirtschaftlicher als auch in sozialer und räumlicher Hinsicht. Stufels und die Roncato-Straße sind zwei Beispiele von soge­ nannten “gemischten” Zonen, die typisch für das Stadtzen­ trum sind: Im Erdgeschoss der Gebäude befinden sich Ge­ schäfts- und Büroräume, in den Obergeschossen Wohnräume. Die Lage außerhalb der primären Tourismus- und Wirt­ schaftszone der Stadt führte zur Auflassung vieler Geschäfte


77 punti di vista: economico, sociale, spaziale. und der Abwanderung früherer Einwohner; heute leben in Stufles, Via Roncato, sono alcune di esse. Zone a tessuto Stufels und in der Rocato-Straße besonders viele Personen misto tipico del centro storico fatto di residenze con al pia­ mit Migrationshintergrund. no terrra spazi legati al commercio ed al terziario. Il fatto di Aufgrund dieser Entwicklungen und dem folglich “schwa­ sorgere fuori dai flussi turstici ed economici principali della chen” Immobilienmarkt werden die Gegenden häufig als città ha innescato una serie di dinamiche che hanno portato “schwach” oder “fragil” beschrieben. Dies ist allerdings nur alla chiusura parziale delle attività commerciali, abbandono eine Seite der Medaille. da parte degli abitanti locali e conseguente occupazione delle Das Potential solcher Viertel liegt in der Porösität, d.h. der residenze da parte di popolazioni immigrate. Queste carat­ Durchlässigkeit ihres urbanen Gefüges, sowie in ihrer so­ teristiche hanno portato tutti a considerare questi quartieri zialen Vielfalt. Es liegt in der Möglichkeit, die ungenutzten come “deboli”. Dove il mercato immobiliare è più debole si Räume im Erdgeschoss für unterschiedlichste Kultur- und osservano zone apparentemente fragili. Ma questo solo ad Freizeitinitiativen zu nutzen, in direktem Kontakt mit dem una lettura parziale del problema. öffentlichen Raum. Ihr Potential liegt auch in der recht jungen La grande potenzialità di questi quartieri sta nella “porosità” Bevölkerung (eine Konsequenz des hohen Anteils an Migran­ del loro tessuto urbano e nella varietà del tessuto sociale che ten), die das Hauptpublikum für solche Initiativen darstellt. le abita. Nella possibilità di utilizzare gli spazi dismessi a pia­ So können diese Stadtteile Vorreiter in der Integration von no terra, quindi a diretto contatto con lo spazio pubblico, per verschiedenen Bevälkerungsgruppen und Kulturen sein. svariate attività di carattere culturale, ricreativo. Questi spa­ Im Stadtzentrum wäre dies aufgrund der vielen Bars, Restau­ zi sorgono in tessuti dove l‘età media è piuttosto bassa, data rants, Geschäfte und anderer Betriebe, die alle auf ein „tra­ l‘alta presenza di popolazioni immigrate, ciò rappresenta un ditionelles” Stadtbild bauen, mit Reibungen und Konflikten ampio bacino d‘utenza per queste attività. Così da creare un verbunden. Gebiete wie Stufels oder die Rovato-Straße, sind dispositivo attivo di integrazione di diversi popoli e culture. hingegen durch ihr hybrides Wesen besonders geeignet für Funzioni queste che forse nel centro storico consolidato av­ sozio-kulturelle Experimente, wie z.B. Aktivitäten und Ver­ rebbero avuto più attriti dovuti alla presenza di bar e risto­ anstaltungen in leerstehenden Räumen. ranti, terziario, negozi, tutti esercizi che necessitano di un im­ Dieses Projekt hat das Ziel, das urbane Gefüge zu re-evalu­ magine della città più “tradizionale”. Questi quartieri invece, ieren, insbesondere die aufgelassenen Räume, um die Vier­ dalla natura ibrida, si prestano alla perfezione ad ospitare tel wirtschaftlich und sozial zu revitalisieren. Dies geschieht esperimenti socio-culturali, intesi come iniezioni di attività durch den Umbau und die Sanierung von momentan nicht ge­ in spazi esistenti dismessi. nutzten Räumen, wodurch der Immobilienmarkt angekurbelt Questo progetto ha quindi lo scopo di rivalutare il tessuto ur­ werden kann, sowie durch das Schaffen von “Brücken” zwi­ bano ed in particolare gli spazi dismessi, così da riqualificare schen den verschiedenen Kulturen, die diese Orte besuchen. i quartieri sia economicamente (ristrutturando e risanando gli Orte und Räume, die ohne koordinierte Eingriffe keine Über­ spazi oggi non occupati, andando quindi a restituire appeal al lebenschance hätten, können mit minimaler Unterstützung mercato immobiliare) sia socialmente (creando un ponte tra durch die öffentliche Hand und dem Interesse und der Mit­ le diverse culture che graviteranno in quei luoghi). verwaltung durch Organisationen und Vereinen wie Open Spazi che senza un azione coordinata non avrebbero avu­ City Museum zu alternativen Modellen für die Nutzung und to grosse speranze di sopravvivenza se abbandonati solo das Management urbaner Räume werden. ­all‘azione dei privati, ma che con un minimo contributo pub­ blico e l‘interesse e la gestione da parte di gruppi organizzati come Open City Museum possono rivelarsi attraverso un di­ verso modello di gestione degli spazi della città.

// Stefano Peluso. architetto e urbanista. Nato a Bressanone dove vive e lavora dopo alcuni anni di esperienza all‘estero. Con l‘Università di Venezia segue in qualità di assistente alla didattica e correlatore di tesi di laurea alcuni progetti di ri­ qualificazione urbana di diversa natura ed a diversa scala. So­ cio fondatore dello studio MAARCH -www.maarch.eu- con sede a Milano ed Anversa (Belgio).

// Stefano Peluso. Architekt und Urbanist. Geboren in Bri­ xen, wo er nach mehreren Jahren im Ausland heute lebt und arbeitet. Als Lehrassistent und Betreuer von Dissertationen an der Universität Venedig arbeitet er an verschiedenen Pro­ jekten zur urbanen Revitalisierung. Gründungsmitglied des Studio MAARCH (www.maarch.eu) mit Sitz in Mailand und Antwerpen (Belgien).



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Programma / Programm


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Giovani artefici di futuro Jugend baut Zukunft

Cosa hanno in comune una mostra fotografica con le storie di vita di giovani creativi, una mostra collettiva con i primi lavori d’arte di chi è andato altrove a studiare, un laboratorio spe­ rimentale di musica elettronica, una serata di videoproiezioni sulle realtà contemporanee locali e una performance musicale di una banda di progressive rock? Sono tutte idee e stimoli di giovani che hanno trovato nel ‘fare’ e nel ‘creare’ una nuova pos­ sibilità di agire. Sono piccole azioni che nella quotidianità riescono a produrre un impatto su grandi desideri collettivi. Was haben eine Fotoausstellung zu den Lebensgeschichten junger Kreativer, eine Gemein­ schaftsausstellung mit ersten Werken von “auswärts” Studierenden, ein experimenteller Workshop zur elektronischen Musik, Videos zum lokalen Umfeld und die Performance ei­ ner Progressive Rock Band gemeinsam? Es sind alles Ideen und Anreize von jungen Menschen, die durch ihr Tun und Schaffen neue Möglichkeiten des Wirkens gefunden haben. Es sind kleine Handlungen, die in ihrer Alltäg­ lichkeit einen Impakt auf große kollektive Wünsche und Vorstellungen haben.

Orari di apertura / Öffnungzeiten 23/04 – 03/05/2014 Lu – Do / Mo – So, ore 10.00 – 18.00 Uhr Ex-Cinema Astra Ex-Kino Astra Bressanone / Brixen, Via Roma 11 Romstrasse, South Tyrol Entrata libera / Freier Eintritt

Programma/Programm

www.cuartel.de

22/04 ore 19 Uhr Lettura performance Lesung Performance “Die Bananen” di von Gerd Sulzenbacher

Daniela Capaldo

23/04 – 03/05 Mostra fotografica/Fotoausstellung Con opere di mit Werken von Daniela Capaldo Storie e idee di giovani creativi della Val Pusteria e Val Isarco come nuovi spunti sul potenziale dei giovani per lo sviluppo del territorio altoatesino. Lebengeschichten und Ideen junger Pusterer und Eisacktaler Kreativer zur Rolle der Jugend in der Lokalentwicklung.


Markus Oberhofer

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Mostra collettiva / Gruppenausstellung I primi segnali di chi è andato altrove a studiare in ambiti creativi come le arti, la letteratura e altre discipline umanistiche. Un primo passo verso la creazione di una piattaforma da proporre ogni anno, per dare spazio allo scambio e confronto tra chi è interessato ad intra­ prendere uno percorso simile e chi invece lo ha già avviato. Erste künstlerisch-literarische Werke von Studenten der Künste, Li­ teratur, etc. Ein erster Schritt zu einer Plattform für den Austausch und das Netzwerken für junge Menschen, die bereits künstlerisch aktiv sind und jene, die es noch werden wollen. Johannes Bosisio, Lorenzo Colombi, Magdalena Mitterhofer, Danièl Niederkofler, Markus Oberhofer, Julia Peintner, Gerd Sulzenbacher

AstraLaVista

Davide Piras

24/04 ore 14 – 18 Uhr Laboratorio pratico / Workshop Per esplorare e sperimentare la creazione di musica elettronica. Experimentieren mit elektronischer Musik. Con mit Davide Piras

01/05 ore 18 – 24 Uhr Astra La Vista - Unser Kino ist nicht platt zu kriegen! Il nostro ci­ nema non si consuma! Giovani filmmaker offrono una panoramica sulle realtà contempo­ ranee locali raccontando storie del territorio poco conosciute che si incrociano nelle direzioni più diverse. Film di Jörg Zemmer, Martin Fischnaller, Matthias Lintner, Anna Sophie Feichter, Andreas Wid­ mann e molti altri. Junge Filmmaker bieten ein Panorama unterschiedlichster, gegen­ wärtiger Lebensrealitäten an, kleine ungehobene Schätze: vom wit­ zigen, einmütigen Kurzfilm zum 90-minütigen Spielfilm. Mit Beiträ­ gen von Jörg Zemmer, Martin Fischnaller, Matthias Lintner, Anna Sophie Feichter, Andreas Widmann uvm.

Lorenzo Colompi

03/05 ore 21 Uhr Finissage Ore 21.30 – 22.30 Uhr Performance musicale di / Musikperformance von ‘Amethyst Bridge’, Progressive Rock Band.


COLOPHON

Ringraziamo / Wir danken: Anton Auer, ASM Bressanone/Brixen, Lukas Brunner, Centro giovanile Connection, Dott. Luciano Dal Fovo, Karl Dander, Florian Dariz, Markus Frischknecht, Arch. Stefan Gamper, Elektro Huber, Gianluca Iocolano, Jugendzentrum Kassianeum, Senad Kobilic, Madù, Briken Mani, Ízel Katharina Melillo, Jacob Mureda, ­Panificio Profanter Bäckerei, Arch. Stefano Peluso, Karl Pichler A.G. - S.P.A., Fam. Trebo, Tommaso Sacchi, Veronika Siegel, Rüdiger D.M. Witcher.

Giovani artefici di futuro sono Jugend baut Zukunft sind: Al Plan Folk Festival, Amethyst Bridge, Astra La Vista, Johannes Bosisio, Butch-Ennial, Daniela Capaldo, Lorenzo Colombi, Anastasija Coraberú, Giada Del Marco, Kribiskrabis, Kunst boden_Nah, Julian Messner, Magdalena Mitterhofer, Vivien Mitterrutzner, André Niederkofler, Danièl Niederkofler, Markus Oberhofer, Julia Peintner, Davide Piras, Rotierendes Theater, Ivan Shu, Gerd Sulzenbacher, Claire Touboul, Webradio USB, Andreas Widmann, wupwup. Interviste / Interviews Johanna Mitterhofer Foto di / Fotos von Daniela Capaldo Photography cuartel.de Traduzioni / Übersetzungen Caterina Maurer Concept & Design Danièl Niederkofler

Open City Museum è un’iniziativa di / ist eine Initiative von: Cuartel - Headquarters for Art & Culture Cooperativa Sociale Sozialgenossenschaft O.N.L.U.S. Viale Ratisbona 11, Bressanone (BZ) / Regensburger Allee 11, Brixen (BZ) P. Iva / Steuernummer: 02833100213 www.cuartel.de


Nr. [ Edition of 1000 ] / 1000 print version is available on demand



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