Dal KĂĄstron bizantino al Castello aragonese Atti del Seminario
(Taranto, Castello aragonese, 17 novembre 2004) a cura di
Cosimo D’Angela e Francesco Ricci
Scorpione Editrice
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Il Castello di Taranto alla luce della documentazione di Simancas (1530-1575) P. Dalena Taranto e Trani: due esperienze a confronto G. De Tommasi
Ceramiche dal Castello aragonese di Taranto C. Dell’Aquila
A proposito del Castello di Taranto: alcune considerazioni di metodo S. Lorusso Evoluzione dell’orografia della città di Taranto G. Mastronuzzi APPENDICE DOCUMENTARIA
Il Castello di Taranto nei documenti dell’Archivio di Simancas e della Biblioteca Nazionale di Madrid F. Ricci Il torrione di S. Cristoforo del Castello di Taranto C. Chirico e O. Sapio Conclusioni C. D. Fonseca
Saluto di commiato dell’Amm. di Squadra Francesco Ricci
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Fig. 4 - Cappella di S. Leonardo: il silos scoperto nella cripta.
Fig. 5 - Il corridoio di S. Lorenzo.
Fig. 6 - Pianta del Castello al piano degli alloggi dopo la costruzione del muro di Crispano.
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Fig. 7 - Pozzo del corridoio di S. Lorenzo.
Fig. 8 - Corridoio di Crispano dopo il restauro.
Fig. 9 - Corridoio di Crispano dopo il restauro: feritoie verso il canale.
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terno del castello (due feritoie) ad ulteriore prova della costruzione in tempi diversi e successivi delle due cortine murarie di raccordo del castello con il torrione di S. Angelo; il camminamento, cui è stato attribuito il nome di Crispano, è provvisto oltre alle feritoie, di una caditoia o gettarola a forte pendenza per la difesa piombante mentre un'altra gettarola passa sotto il corridoio ed è visibile a causa del crollo della volta (che costituisce il pavimento del corridoio). Il corridoio in questione, che è rimasto chiuso per lunghissimo tempo come provato dallo strato di polvere spesso oltre 30 cm, è stato reso accessibile dal sig. Michele Piccolo di Maridipart Taranto scavando un varco nel muro nel dicembre 2003 ed è stato restaurato nel giugno luglio 2004 da operai di Ditta specializzata, sotto il controllo dell'arch. Ressa, incatenando i conci della volta, in più punti fuoriusciti dall'alloggio, e ponendo una griglia metallica a copertura della caditoia inferiore. L'accesso originale sembra essere stato dal lato del torrione di S. Lorenzo ed è attualmente chiuso dal retro di una scala in pietra, di costruzione senz'altro non recente, interna al torrione di S. Lorenzo.
3. Galleria svevo-angioina All'inizio del 2004 è stato deciso il restauro di questo ambiente (adibito a cala; Fig. 10) sia per le evidenti qualità estetiche percepibili sotto gli strati di cemento e di intonaco degli ultimi due secoli sia per la probabile datazione "antica" suggerita dalla collocazione al livello più basso del castello e dalla volta ogivale. Il restauro è stato effettuato in circa 7 mesi da due operai specialisti del Dipartimento – i già citati Michele Piccolo e Pasquale Salamina – con la consulenza dell'arch. Augusto Ressa. La rimozione degli spessi strati di intonaco e cemento che coprivano pareti e pavimento della galleria e l'abbattimento di alcuni diviso-
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ri di costruzione recente hanno permesso di evidenziarne le caratteristiche architettoniche e strutturali: si tratta di un grande ambiente a pianta irregolare, lungo circa 31 metri, largo tra i 3,2 e i 4,4 metri, alto 5 metri, con volta ogivale, costruita con conci ben squadrati, rinforzata da tre nervature poste ad intervalli irregolari (Fig. 11); al centro della volta è stata scoperta un'apertura quadrangolare di circa 70 cm. di lato, chiusa da una lastra di pietra. La galleria mette in comunicazione i torrioni di S. Lorenzo e dell'Annunziata attraverso accessi che sono stati riaperti durante il restauro abbattendo i tompagnamenti di epoca recente. Il pavimento è costituito da chianche di pietra ben squadrate, disposte a spina di pesce. Il muro perimetrale esterno, spesso circa 6 metri, appare di struttura omogenea, costruito con pietrame cementato da una malta che sembra costituita di calce e argilla; tale muro presenta una grande apertura verso il fossato costruita dopo il 1861 e due prese d'aria che l'attraversano con una forte inclinazione verso l'alto; di queste solo una sfocia all'esterno mentre l'altra termina all'interno del castello in seguito alla costruzione delle cortine di collegamento con il torrione di S. Angelo. La parete interna ed il lato verso il torrione dell'Annunziata sono costituiti in gran parte da roccia (carparo) massiccia, scavata, tagliata e rettificata, ove necessario, con murature di tipo diverso e disomogeneo: verso S. Lorenzo la rettifica è stata effettuata con grandi massi di carparo, al centro con opera rustica (pietrame tenuto insieme da calce e creta) simile al muro esterno, verso l'Annunziata con conci regolari di forma quadrangolare. Le pareti di fondo sono costituite, dal lato dell'Annunziata, dal citato banco di roccia, tagliato ad arco ogivale per il supporto della volta; dal lato di S. Lorenzo da un muro (apparentemente "antico") (Fig. 12) al di là del quale
Figg. 10 - La galleria svevo-angioina prima del restauro.
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Figg. 11 - La galleria svevo-angioina dopo il restauro; a) vista verso il torrione dell’Annunziata; b) vista verso il torrione di S. Lorenzo.
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la galleria continua per altri 6 metri nel così detto "ingresso" sino a confluire nel corridoio di accesso al torrione di S. Lorenzo attraverso una vera e propria breccia; nell'ambiente al di là del muro, restaurato dal sig. Piccolo nel periodo agosto ottobre 2004, la volta è sempre ogivale ma nel tratto terminale è costruita in modo estremamente rozzo, con lastre di pietra piatte di forma irregolare (Fig. 13). In tale ambiente sono stati individuati una presa d'aria "cieca" del tutto simile a quella precedentemente descritta e, sotto di questa, a filo di pavimento, un cunicolo quadrangolare di piccole dimensioni (40 x 60 cm.) di incerta destinazione d'uso (forse una canaletta di scolo delle acque, rilevate peraltro pochi centimetri sotto il piano di calpestio). La parete interna continua ad essere costituita dal banco di carparo integrato da spezzoni di muro fabbricato con massi di grandi dimensioni; uno spezzone, in prossimità della scala di accesso, a due metri da terra, ha direzione inclinata rispetto alla parete di una quindicina di gradi circa. La galleria in questione, forse un magazzino o un'armeria poiché vi sono state trovate alcune palle di cannone di pietra, appare essere tra gli ambienti più antichi del castello, probabilmente di epoca svevo angioina o addirittura normanna per quanto concerne il tratto oltre il muro (Fig. 13) che ha caratteristiche particolarmente primitive; tale attribuzione è supportata da numerosi elementi: anzitutto la volta ogivale, poi la forte disomogeneità delle strutture murarie che indica una successione di interventi in un lungo arco temporale (la porzione di muro interno verso S. Lorenzo costruita con grandi massi appare meritare una particolare attenzione quanto ad antichità); quindi la collocazione nella parte più bassa del castello, ai "piedi" dell'acropoli greca, utilizzando un ipogeo probabilmente preesistente la fortificazione; infine una certa approssimazione sia nella progettazione sia nell'esecuzione
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dell'opera abbastanza diverse dalla perfezione architettonica e ingegneristica caratteristica della costruzione aragonese (riscontrabile ad esempio nel contiguo torrione dell'Annunziata). D'altra parte l'omogeneità stilistica con la soprastante galleria (o salone) Angelone (Fig. 14) fa supporre che tutto il lato settentrionale del castello, costituito appunto dalle citate gallerie e caratterizzato da volte ogivali, appartenga allo stesso periodo e sia una struttura di origine svevo-angioina inglobata nella ricostruzione aragonese. Del tutto inspiegata rimane, infine, la relazione strutturale fra la galleria svevo-angioina e il contiguo corridoio, pure a volta ogivale ma molto più basso della galleria, che unisce quest'ultima al torrione di S. Lorenzo; galleria e corridoio, quasi paralleli e sfalsati di circa due terzi della larghezza del corridoio stesso, si intersecano e l'accesso tra l'una e l'altro è garantito da una vera e propria breccia, evidenziata dall'abbattimento del muro di separazione in cemento risalente al XX secolo, mentre il corridoio termina contro il muro esterno della galleria (Fig. 15); qualcosa di simile è riscontrabile anche dal lato del torrione dell'Annunziata ove il corridoio di collegamento con il torrione, parallelo alla galleria e sfalsato dell'intera larghezza, termina contro il muro perimetrale della galleria e il varco è assicurato da un passaggio sullo spigolo. In seguito alla individuazione della natura della parete interna della galleria, costituita come già detto da un banco di roccia (carparo) opportunamente tagliato, è stata condotta un'indagine in tutti gli ambienti del castello; lo stesso tipo di roccia è risultato presente nelle casamatte alla base del torrione di S. Cristoforo, del torrione della Bandiera, nelle immediate vicinanze del torrione dell'Annunziata oltre che, naturalmente, alla base della cripta (Fig. 16); ciò ha permesso di dedurre
Fig. 12 - Galleria svevo-angioina: il muro divisorio verso il torrione S. Lorenzo.
Fig. 13 - Galleria svevo-angioina: l’ingresso durante il restauro.
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Fig. 14 - Salone Angelone prima del restauro e la galleria svevo-angioina dopo il restauro.
Fig. 15 - Corridoio di collegamento tra la galleria svevo-angioina e il torrione di S. Lorenzo.
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Fig. 16 - Pianta piano delle banchine con l’estensione del banco di carparo.
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