I fatti che si svolsero in Africa settentrionale, dall’inizio della 2ª guerra mondiale in poi, hanno l’impronta del carro armato. Il generale Graziani fu schiacciato dai cingoli del Matilda, il possente carro armato inglese che apparve ai soldati italiani come un enorme mostro indistruttibile. Un nudo pedone nulla poteva contro un cavaliere corazzato; perciò all’inizio del ‘41 arrivò in Libia un altro cavaliere corazzato, che si affiancò al pedone italiano e mosse alla conquista delle terre perdute l’anno precedente: era Erwin Rommel. Rommel, il teorico della guerra di movimento, ed i suoi potenti panzer, bilanciarono la tenzone. Ma, come disse egli stesso, in questo nuovo modo di fare la guerra neppure il più bravo soldato è efficace senza carri armati, cannoni e veicoli. L’equilibrio che si era venuto a formare, quindi, mutò spesso a seconda del materiale acquisito dall’una e dall’altra parte, o delle caratteristiche dei mezzi usati nella contesa.