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Con riconoscenza e affetto
Luciano Berio ci ha lasciati giusto vent’anni fa, il 27 maggio 2003.
L’Orchestra della Toscana lo aveva avuto come direttore artistico dal 1983 al 1986: tre anni intensissimi, fra i più significativi nella storia della nostra istituzione. La genialità e la varietà dei programmi attestavano la cultura sterminata di Berio, la vastità dei suoi interessi, la sua continua ricerca di nuove possibilità, estesa a tutti gli aspetti della vita artistica e della società. Gli artisti da lui chiamati e le tournées all’estero consolidarono la proiezione internazionale dell’ORT, così come il riconoscimento come Istituzione Concertistica Orchestrale, da lui promosso e ottenuto, ne rinforzò l’immagine. A sua volta l’ORT sta nella storia di Berio come capitolo tutt’altro che secondario della sua storia di organizzatore, svolta internazionalmente ma con una presenza specialmente costante e viva a Firenze: che ebbe in lui l’abitante musicale più illustre nell’ultimo quarto del Novecento, attivo anche come direttore artistico del Maggio Musicale Fiorentino nel 1984, e come fondatore nel 1987, e a lungo guida e ispiratore, del Centro di ricerca produzione e didattica musicale Tempo Reale
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Una vita non meno densa di impegni che di composizioni: confermando come per lui far musica fosse solo una parte, anche se certo di gran lunga la più importante, di una più generale dimensione di intellettuale tanto raffinato quanto pronto a impegnarsi di persona e a sporcarsi le mani; tanto esigente sul piano artistico quanto disponibile all’incontro con tutti, come ben ricordano quanti collaborarono con lui, in primo luogo i musicisti dell’ORT; tanto originale e forte nella sua identità stilistica quanto aperto a confrontarsi con l’opera di altri, spaziando da Monteverdi alle voci di un mercato di Londra, da Mahler al canto popolare dei popoli più diversi, senza ammettere etichette né per sé né per gli altri. Una musica che sapeva anche farsi gesto, e da un gesto all’occorrenza scaturire. E proprio a questo aspetto dell’arte di Luciano Berio ha voluto guardare l’ORT in questa ricorrenza, scegliendo uno dei suoi capolavori più importanti e fortunati: quel Rendering che rese udibili i frammenti favolosi lasciati da Franz Schubert senza tentarne un dubbio completamento ma proponendone un’interpretazione costellata di interrogativi affascinanti quanto mai.
Alla memoria di Berio dedichiamo quindi questo ultimo concerto della nostra Stagione 2022/2023, con riconoscenza e affetto.
« ... la verità di cui non si riesce a parlare, bisogna cantarla, bisogna dirla in musica. E con questo, vi saluto.»