Programma Abel | Hakhnazaryan | Stagione 16_17

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XXXVI stagione concertistica

Yves Abel

direttore narek hakhnazaryan violoncello


fondazione orchestra regionale toscana

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli

Direttore comunicazione

Riccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraising

Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra

Angelo Del Rosso

OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico

Vittorio Quarta

Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala

Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone


XXXVI stagione concertistica 16_17

direttore artistico

Giorgio Battistelli

direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard

 O IC

stituzioni

oncertistiche

rchestrali


yves abel direttore

narek hakhnazaryan

violoncello

SAMUEL BARBER Adagio per archi op.11

PËTR IL'IČ ČAJKOSVKIJ Notturno n.4 per violoncello e orchestra op.19 Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op.33 Moderato quasi andante Tema: Moderato semplice I - II - Tema III - Andante sostenuto IV - Andante grazioso V - Allegro moderato VI - Andante VII - Allegro vivo

Firenze, teatro verdi

giovedì 16 marzo 2017 ore 21.00 Poggibonsi, teatro politeama

***

lunedì 20 marzo 2017 ore 21.00

FRANZ JOSEPH HAYDN

piombino, teatro metropolitan

Sinfonia in si bemolle maggiore Hob.I:102

martedì 21 marzo 2017 ore 21.00 pistoia, teatro manzoni

mercoledì 22 marzo 2017 ore 21.00 FIGLINE VALDARNO, TEATRO GARIBALDI

giovedì 23 marzo 2017 ore 21.15 Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

Largo | Vivace Adagio Minuetto, Allegro Finale Presto


yves abel

Yves Abel si è rapidamente imposto come uno dei direttori d'orchestra più interessanti della sua generazione, sia nel repertorio operistico che in quello concertistico. Dal 2015 fino al 2021sarà direttore stabile della Nordwestdeutschen Philharmonie (NWD) di Herford; dal 2005 al 2011 è stato direttore ospite principale della Deutsche Oper di Berlino. Attivo in campo sinfonico, ha collaborato con importanti compagini orche-

strali, fra le quali la Royal Liverpool Philharmonic Orchestra, la Rotterdams Philharmonisch Orkest,la San Francisco Symphony Orchestra, la Netherlands Philharmonic Orchestra, l'Orchestra Haydn di Bolzano, l'Orchestre National de Lyon, la Toronto Symphony Orchestra, la Montreal Symphony Orchestra, l'Edmonton Symphony Orchestra, l'Orquestra Nacional do Porto (Portogallo).


Ospite regolare delle più grandi istituzioni del mondo, è salito sul podio di teatri quali New York Met, London Covent Garden, Vienna Staatsoper, Paris Opera, Teatro alla Scala, San Francisco Opera, Chicago Opera, Seattle Opera, San Diego Opera, New National Theatre Tokyo, Liceu di Barcelona, Netherlands Opera, Grand Theatre de Geneve, Munich Staatsoper, Montecarlo Opéra, Toulouse Opera, Opera di Roma, Bologna, Napoli, Cagliari, Palermo, Opera North a Leeds, Welsh National Opera, e i festivals Glyndebourne, Gstaad, Spoleto, Pesaro, Caracalla. Ha inaugurato la stagione 2016/17 con Madama Butterfly alla San Francisco Opera, e ha diretto Carmen al New National Theatre di Tokyo. In ambito sinfonico è previsto in calendario il ritorno sul podio della Filarmonia Toscanini, della Seoul Philharmonic, dell'Orchestra Haydn, e della Deutsche Oper Berlin; tra gli impegni operistici sono in programma il debutto alla Hamburg Staatsoper (Midsummer Night’s Dream di Britten), e i ritoni all’Aspen Music Festival (Seven Angels di Luke Bedford), alla Canadian Opera Company (L’elisir

d’amore), alla Deutsche Oper Berlin, al Liceu de Barcelona, alla San Diego Opera, alla Seattle Opera, alla San Francisco Opera e al Tokyo New National Theatre. La sua ricca discografia include, fra le altre cose, Thaïs di Massenet con Renée Fleming, Thomas Hampson e Giuseppe Sabbatini (Decca, 2000), Werther (Decca, 2005), Madame Butterfly, in lingua inglese con la Philharmonia Orchestra (Chandos Records), C’est ça la vie, una selezione di arie francesi con il mezzosoprano Susan Graham e la City of Birmingham Symphony Orchestra (Erato Disques, 2002), French Touch, una selezione di arie d’opera e d’operette francesi, con il soprano Patricia Petibon (Decca, 2003). Di recente uscita il disco Romantique con Elīna Garanča, edito dalla Deutsche Grammophon (2012). Abel è direttore musicale dell'Opéra Français de New York, istituzione da lui stesso fondata nel 1988 al fine di rendere noto il repertorio operistico francese di più rara esecuzione: a riconoscimento è stato insignito nel 2009 del titolo di "Chevalier de l’Ordre des Arts et Lettres" dal Presidente francese Nicolas Sarkozy.


NAREK HAKHNAZARYAN

Dopo la vittoria del Primo Premio e della Medaglia d’Oro al XIV Concorso Internazionale Čaijkovskij nel 2011, all’età di 22 anni, Narek Hakhnazaryan ha sviluppato intense collaborazioni con importanti orchestre e si è imposto sulla scena musicale internazionale come uno dei più raffinati violoncellisti della sua generazione, conquistando la critica mondiale; la rivista Strad lo ha descritto come "brillante e sfolgorante" ed il Washington Post come "un fenomeno maturo". Nel 2014 è stato invitato a prendere parte al prestigioso progetto BBC New Generation Artists e nell’agosto del 2016 ha debuttato ai BBC Proms. Il Times ha descritto la sua esibizione come "un marchio perfettamente inciso, ogni fioritura e arricciatura eseguite con tranquilla eleganza" e il Guardian ha sottolineato come abbia "evidenziato la propria straordinaria musicalità con tecnica impeccabile e particolare bilanciamento". Narek si è esibito con orchestre quali Orchestre de Paris, London Symphony, Chicago Symphony, Sydney Symphony, Filarmonica di Rotterdam, la Filarmonica Ceca, Sinfonica della Radio di Francoforte, Sinfonica NHK e Filarmonica di

Seoul; ha anche collaborato con direttori d’orchestra del calibro di Valery Gergiev, Jakub Hrusa, Ton Koopman, Neemi Järvi, Mikhail Pletnev, Leonard Slatkin, Tugan Sokhiev, David Robertson, Jiří Bělohlávek e Giancarlo Guerrero. È stato protagonista di un debutto di enorme successo con la Los Angeles


Philharmonic diretta da Lionel Bringuier all’Hollywood Bowl nel 2015 e di una tournée spagnola con la Sinfonica WDR diretta da Jukka-Pekka Saraste nello stesso anno. Entusiasta interprete di musica da camera e recital, si è esibito in prestigiosi teatri come il Concertgebouw di Amsterdam, la Salle Pleyel di Parigi, la Wigmore Hall, la Konzerthaus di Berlino, la Konzerthaus di Vienna, la Oji Hall di Tokyo, la Concert Hall di Shanghai, la Carnegie Hall, la Jordan Hall di Boston e in manifestazioni musicali tra cui il Festival di Mecklenburg-Vorpommern, il Beethoven-fest di Bonn, i festival di Ravinia, Aspen, Pjatigorskij, Mikkeli, Pau Casals, Lucerna e Verbier. Gli appuntamenti principali di questa stagione includono i debutti con l’Orchestra della Konzerthaus di Bonn, la Filarmonica dei Paesi Bassi, la Sinfonica dello Utah, l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, l’Orchestra da Camera di Monaco di Baviera, la Filarmonica di Essen, oltre a nuove esibizioni con la Filarmonica della BBC, l’Orchestra Sinfonica della Nuova Zelanda, e l’Orchestra Festival di Pasqua di Varsavia. Si esibirà in recital a

Londra, Lugano ed Eindhoven e, sarà impegnato in tournée in Asia questa estate, facendo tappa a Taipei, Seoul, Kyoto e Tokyo. Narek Hakhnazaryan è nato a Yerevan, in Armenia, da una famiglia di musicisti: il padre è violinista e la madre pianista. Ha avuto come mentore il grande Rostropovič ed ha conseguito il diploma nel 2011 al New England Conservatory of Music, dove ha studiato con Lawrence Lesser. In precedenza si è formato al Conservatorio di Mosca con Alexey Seleznyov ed alla Scuola "Sayat-Nova" di Yerevan sotto la guida di Zareh Sarkisyan. Ha ottenuto delle borse di studio dalla Fondazione Rostropovič e dal Russian Performing Arts Fund; ha vinto numerosi premi, tra cui il primo premio nel 2006 al Concorso Internazionale "Aram Khachaturian" in Armenia e il Concorso Internazionale Johansen per Giovani Musicisti. Primo classificato all'edizione 2008 delle Young Concert Artists International Auditions, ha debuttato a Washington DC ed alla Carnegie Hall di New York. Narek Hakhnazaryan suona un violoncello Giuseppe Guarneri del 1707 con un archetto F. X. Tourte.


SAMUEL BARBER (West Chester 1910 - New York 1981)

Adagio per archi op.11 durata: 10 minuti circa

La generosa fantasia nel creare melodie, distese e avvolgenti, e un linguaggio sostanzialmente legato alla cultura musicale europea costituiscono i tratti dominanti dello stile del compositore americano Samuel Barber. Uno stile definito, forse anche in maniera troppo sbrigativa, come "neoromantico", e che si è espresso in una produzione versatile, in pagine orchestrali, concertistiche con solista, corali, vocali e in opere, come le note Vanessa e Antony and Cleopatra. Ma a dar fama mondiale a Barber è stato proprio l'Adagio per archi in programma oggi, toccante pagina d'intensa malinconia, che arriva all’ascolto con una sincerità immediata portando con sé un'atmosfera dove il tempo pare rimanere sospeso. Proprio per questi suoi caratteri, il brano è stato ampiamente utilizzato dal mondo del cinema per sottolineare situazioni di particolare presa emotiva, in pellicole come The Elephant Man, Platoon, Il favoloso mondo di Amélie e numerosissime altre; lo stesso Barber ne confezionò una versione, nel 1967, che assegna a quella stessa melodia le parole dell'Agnus Dei della messa cattolica. Il brano era in realtà nato nel 1936, come secondo movimento di un quartetto per archi che il ventiseienne Barber aveva composto durante un soggiorno europeo in compagnia

dell'amico Giancarlo Menotti, come lui studente al prestigioso Curtis Institute di Philadelphia. Dopo esser stato arrangiato dallo stesso Barber per orchestra d'archi, l'Adagio venne inviato, agl'inizi del 1938, ad Arturo Toscanini, che era alla ricerca di nuove composizioni americane da poter eseguire nel corso dei suoi popolarissimi concerti radiofonici con la NBC Symphony Orchestra. La partitura venne rispedita al mittente senza alcun commento, e il gesto venne interpretato come un rifiuto. Ma poi Barber venne a sapere, dall'amico Menotti, che la partitura era stata restituita così com'era semplicemente perché Toscanini l'aveva subito imparata a memoria, in previsione di eseguirla. Il 5 novembre del 1938, dal leggendario Studio 8H del Rockfeller Center di New York le note dell'Adagio di Barber si diffusero nell’etere, conoscendo grazie a Toscanini una celebrità che è stata negli anni alimentata da altre bacchette di fama, da Ormandy a Bernstein, e che dura ancora oggi. Le ragioni del successo del breve brano vanno ricercate nella sua assorta e comunicativa semplicità, data da un tema, meditativo e avvolgente, dolcemente inesorabile: una melodia che sale e scende


PËTR IL'IČ ČAJKOSVKIJ (Votkinsk 1840 - San Pietroburgo 1893)

Notturno n.4 per violoncello e orchestra op.19 durata: 6 minuti circa

ripetutamente, lungo una struttura ad arco, e lentamente risuona nelle varie sezioni degli archi, fino ad approdare ad un momento di affilata drammaticità che rappresenta il culmine di quel crescendo sonoro ed emotivo. Poi una pausa. Da lì, riaffiora ancora quella melodia, che ora si distende ancora più sommessa, per annullarsi nel silenzio che l'ha generata.

Francesco Ermini Polacci

Negli anni Ottanta del XIX secolo Čajkovskij andò lentamente superando i traumi personali legati allo sventurato matrimonio con Antonina Ivanovna Miljukova e a certe incomprensioni che avevano circondato il suo lavoro di musicista, ed ebbe non poche soddisfazioni sul piano professionale, in patria (fino alla decisione dello Zar di assegnargli motu proprio un vitalizio annuo di tremila rubli in segno di considerazione) e all'estero, dove i suoi lavori erano sempre più eseguiti e la sua presenza sempre più richiesta, tanto da portare nel 1888 ad una vera e propria tournée toccante diverse città, in cui ebbe occasione di conoscere di persona Brahms, Grieg e Dvořák. Inoltre continuava a soggiornare lungamente in luoghi da lui amati e in cui si era sempre sentito bene, come l'Italia, sfondo di tante sue composizioni, e Parigi. Čajkovskij, in questi anni, 1887-1888, attese all'imponente Quinta Sinfonia ma anche alla Quarta Suite, il suo pezzo dichiaratamente più mozartiano, e iniziò a lavorare alle musiche per la Bella addormentata. Questi i lavori principali, ma, fra rifacimenti, cose nuove, musiche di scena e composizioni d'occasione, la sua produzione tiene un buon ritmo, e in molti casi sembra lontana dalla fatalistica visione degli ultimi grandi capolavori, come la Patetica e la Dama


di Picche. All'amata Parigi è legato questo breve Notturno per violoncello e orchestra, trascrizione del n.4 dei Sei pezzi op.19 per pianoforte del 1873. In questa nuova veste il pezzo era destinato ad un concerto che ebbe luogo nella dimora parigina di Nicolas de Bénardakij, Consigliere di Stato russo, e della moglie Esther Maria Pavlovna de Leybrock (padre e madre della Maria Bénardakij nota per essere fra i modelli ispiratori di alcune delle figure femminili della Recherche proustiana). Esther Maria Pavlovna de Leybrock aveva studiato canto al Conservatorio di San Pietroburgo e continuava a cantare nei concerti privati che organizzava nella sua casa di Rue de Chaillot. Ed è qui, il 28 febbraio 1888, che si tenne la serata musicale di cui Čajkovskij era l'ospite d'onore, e in cui la padrona di casa cantò una delle Sette Romanze op.47 in un'orchestrazione realizzata dallo stesso Čajkovskij. Il concerto si svolse con la direzione dell'autore e con membri dell'orchestra Colonne. Per il Notturno il violoncello solista fu Anatolij Brandukov (1858-1930). Brandukov era allievo di Wilhelm Fitzenhagen, docente di violoncello al Conservatorio di Mosca e dedicatario delle Variazioni su un tema rococò, e gli sarebbe succeduto sulla stessa cattedra anche grazie all'autorevole appog-

gio di Čajkovskij, che era stato suo docente di armonia e strumentazione nel Conservatorio moscovita e che, stando alle lettere intercorse fra i due, gli professava grande stima e amicizia. Anche il Pezzo Capriccioso op.62 per violoncello e orchestra, il secondo lavoro di Čajkovskij per questa formazione dopo le Variazioni, composto nell'estate del 1887 e dedicato a Brandukov, ebbe parimenti la sua prima esecuzione nel concerto parigino a casa Bénardakij, assieme ad un'altra trascrizione per violoncello e orchestra di un lavoro precedente, come il Notturno, ossia quella dell'Andante cantabile dal Quartetto n.1. L'orchestrazione di questo Notturno è raccolta e classica, con i legni a due, e nell'esposizione del tema offre al solista un delicato accompagnamento in pizzicato degli archi appena ombreggiato dalle armonie delle note lunghe di fagotti e corno a cui, nel sviluppo della frase, si aggiungono anche, ma sempre assai discretamente, gli altri legni. Si passa poi ad un “più mosso” in un breve episodio più espressivamente intenso, concluso dalla cadenza del solista che introduce la ripresa del tema iniziale, variata dalle ariose volute del flauto che qui duetta con lo strumento principale che tiene il tema.

Elisabetta Torselli


Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op.33 durata: 20 minuti circa

Čajkovskij ebbe per tutta la vita un'autentica venerazione per le opere di Mozart, sia teatrali che strumentali. In una lettera del marzo 1878 alla sua mecenate e confidente Nadežda von Meck, il compositore confessava d'esser stato attratto definitivamente alla musica da una rappresentazion del Don Giovanni, cui aveva assistito nell'infanzia: “Fu attraverso quella musica che ebbi coscienza di quel mondo della bellezza artistica che si dischiude soltanto agli spiriti eletti”. Per Čajkovskij, l'amore mozartiano rappresentava però anche un metro, un modello di perfezione stilistica di fronte al quale sentiva di dover temperare la propria decadente passionalità, l'innata tendenza a fare della musica il teatro della propria autobiografia intima. Fu per questo che nel dicembre 1876, immediatamente dopo aver terminato la Fantasia sinfonica Francesca da Rimini, il musicista si gettò per la prima volta in un lavoro chiaramente ispirato alle eleganze settecentesche del suo idolo, con un contrasto stilistico che suona quasi come un allarme, l'acqua gettata sulle fiamme sinfoniche suscitate dall'eroina di Dante. L'opera in questione era una serie di Variazioni per violoncello e orchestra su "un tema rococò", indirizzate al celebre violoncellista Wilhelm Fitzenhagen.

Il cosiddetto "tema rococò" è un'invenzione originale di Čajkovskij, imparentata al carattere sobrio d’una gavotta del XVIII secolo, che si trasforma progressivamente in un brillante pezzo di bravura. L'organico dell’orchestra è tra i più parsimoniosi fra quanti ne abbia concepiti Čajkovskij, con archi, doppi legni e corni, secondo il modello delle sinfonie mozartiane. Una breve introduzione dell'orchestra fa da battistrada alla gavotta, presentata dal solista; seguono due variazioni di tipo ritmico, esaurite le quali si apre lo spazio per una prima oasi lirica, in tempo Andante sostenuto. Le due variazioni successive si riaccostano al tema, lasciando poi al violoncello la possibilità d'una breve cadenza. La sesta variazione funge da interludio, ancora una volta in tempo più lento, prima dell'Allegro vivo associato alla settima e ultima variazione, che chiude il pezzo facendo ricorso ad ogni diavoleria virtuosistica. Čajkovskij sarebbe poi tornato spesso a simili esercizi di stile settecentesco, con le quattro Suites orchestrali (l'ultima delle quali è detta appunto "Mozartiana" in quanto interamente basata su musiche del Salisburghese), con la Serenata per archi, e soprattutto con le musiche rococò del terzo quadro dell’opera La dama di picche.

Alberto Batisti


FRANZ JOSEPH HAYDN (Rohrau 1732 – Vienna 1809)

Sinfonia in si bemolle maggiore Hob.I:102 durata: 28 minuti circa

Terzultimo lavoro di tutto il corpus sinfonico di Haydn, la Sinfonia in si bemolle maggiore n.102 appartiene al gruppo delle dodici sinfonie "Londinesi", così definite per essere state composte in occasione dei due trionfali viaggi in Inghilterra compiuti dall'autore fra il 1791 e il 1795, dietro invito del violinista ed impresario Johann Peter Salomon. Anche in precedenza Haydn aveva ricevuto pressanti inviti ad oltrepassare la Manica, ma era stato costretto a declinarli a causa del suo impegno di maestro di cappella presso la corte di Esterhazy, impegno dal quale fu sollevato solo dopo la morte del principe Nicholaus - nel settembre 1790 - e la conseguente decisione del figlio Anton di sciogliere la cappella familiare. Il contatto, già nel gennaio 179, con la prassi musicale inglese si doveva rivelare decisivo per l'estrema definizione dello stile sinfonico haydniano, partito da posizioni ancora legate all'età barocca ed evolutosi verso il mirabile equilibrio formale dello stile "classico", fino agli altissimi risultati delle Sinfonie "Parigine". Proprio per la sua ultima stagione a Londra, Haydn poté usufruire di condizioni esecutive straordinarie. Fu il violinista e compositore Giovan Battista Viotti (giunto in Inghilterra dalla Francia nel 1793) a dirigere le ultime tre sinfo-

nie. L'orchestra per cui queste partiture vennero concepite comprendeva illustri virtuosi e compositori, e raggiungeva il numero, straordinario per l'epoca, di sessanta elementi. Ovvio che la stessa produzione sinfonica venisse direttamente influenzata da queste eccezionali condizioni. L'organico strumentale disponibile alla corte di Esterhaza comprendeva meno della metà degli strumentisti dei concerti dell'Opera al King's Theatre; e la scrittura strumentale di Haydn poté dunque avvantaggiarsi di una rinnovata varietà di effetti, sviluppandosi da una concezione ancora cameristica del suono orchestrale a una pienamente "sinfonica" in senso moderno. Ma anche un altro fattore fu determinante nella novità dei risultati del ciclo delle sinfonie "Londinesi", il mutamento dei rapporti produttivi. Il passaggio da Esterhaza a Londra implicò per Haydn la brusca transizione dalla condizione di compositore dipendente, autore di brani rivolti a un pubblico ristretto e specializzato, a quella di libero professionista, consapevole di scrivere per un pubblico, come quello londinese, preparato, esigente e pieno di aspettative. E proprio la particolare attenzione al pubblico portò Haydn a redigere delle partiture che potessero "impressionare" per una ricerca


continuamente variata delle soluzioni strumentali, armoniche, di sviluppo, e per dei precisi, riconoscibili tratti distintivi; risultati, questi, ai quali non è estranea la predilezione per un materiale tematico di carattere "popolare", che permea tutto il gruppo delle "Londinesi". È nelle ultime sinfonie che l'arte sinfonica di Haydn tocca il suo culmine, per la capacità di coniugare al più alto grado la fantasia dell'invenzione e il rigore nello sfruttamento dei mezzi compositivi. Ne è un esempio preclaro la Sinfonia n.102, il cui primo movimento si apre con una sezione lenta (Largo) introduttiva rispetto a una vasta forma sonata (Vivace). La scrittura tersa e levigata di questa introduzione reca con sé una tensione concettuale, destinata a trovare sfogo nell’energia propulsiva del Vivace; e non è un caso che il tema principale del Vivace sia una trasformazione di quello dell’introduzione. Ciò che anima soprattutto la sezione in forma sonata è la logica dell'imprevisto, per cui l'attenzione dell'ascoltatore è sempre tenuta desta da una qualche invenzione inattesa. In questo "Vivace" sono notevoli soprattutto i numerosi episodi concertanti con strumenti solisti, e la lunghissima sezione dello sviluppo, dove Haydn si serve di peregrinazioni tonali, bruschi contrasti espressivi, giochi polifonici per rimandare il ritorno al tema principale. L'Adagio - trascritto da quello di un Trio

per pianoforte, violino e violoncello del 1795, n.26 in fa minore - ha una ambientazione intimistica che viene mantenuta omogenea in tutto il movimento; la levigata melodia degli archi, accompagnata da fluide terzine, viene riproposta, infatti, anche nella sezione centrale; mancano dunque veri e propri contrasti, sostituiti da semplici ombreggiature di una idea unitaria. Il Minuetto presenta un carattere energico, si mostra ricco di soluzioni concertanti, e giochi timbrici nel Trio. La seriosità dei primi tre movimenti della sinfonia viene contraddetta da un movimento finale di carattere più leggero e giocoso; c’è, innanzitutto, la forma del rondò, guidata da un tema ricorrente di carattere popolare - una marcia nuziale slava - particolarmente brioso. Ma tutto questo Presto ha una connotazione umoristica e brillante. Nelle continue sorprese del finale della sinfonia ritroviamo lo spirito dell'opera buffa; e proprio in questa congiunzione di logica stringente e fantasia inventiva, nell'arguzia capace di deliziare il pubblico londinese del 1795, è possibile riconoscere l'approdo più maturo e consapevole del sinfonismo di Haydn.

Arrigo Quattrocchi


VIOLINI PRIMI

VIOLONCELLI

CORNI

Gabriele Pieranunzi * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Patrizia Bettotti Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Marco Pistelli Sofia Villanueva

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Giovanni Simeone

Andrea Albori * Paolo Faggi *

VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Chiara Foletto ** Stefano Bianchi Marcello D' Angelo Alessandro Giani Susanna Pasquariello VIOLE

Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi

CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni **

TROMBE

Donato De Sena * Guido Guidarelli * TIMPANI

Morgan M.Tortelli *

FLAUTI

Fabio Fabbrizzi * Elena Miliani OBOI

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *

Ispettore d’orcheStra e archivista

Alfredo Vignoli

CLARINETTI

Marco Ortolani * Emilio Checchini * FAGOTTI

Paolo Carlini * Umberto Codecà *

* prime parti ** concertino


L'Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da ottimi musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi, situato nel centro di Firenze. Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra riserva ampio spazio a Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento con una posizione di privilegio per Rossini. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi,

caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità, premiato nel 2014 con il XXXIII Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” come migliore iniziativa 2013. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium Agnelli del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo, Buenos Aires, Santiago, Lima solo per ricordarne alcune. Incide per Emi, Ricordi, Agorà, Dreyfus. Il 30 settembre 2016 è uscito su etichetta Sony Classical un nuovo disco dell'ORT diretta da Daniele Rustioni e decicato alle musiche di Giorgio Federico Ghedini.


I prossimi appuntamenti

Tutti al Teatro Verdi! gli spettacoli del sabato pomeriggio per bambini, ragazzi e famiglie

18 PINOCCHIO Bambino di Legno MARZo

sabato liberamente ispirato al romanzo di Collodi ore 16.30

testo e regia Manu Lalli ORT in collaborazione con Venti Lucenti

4

alejo pÉrez direttore

aprile federico colli

martedì ore 21.00

pianoforte

musiche di Ligeti, Beethoven

11

Concerto di Pasqua

ALEXANDER LONQUICH

aprile direttore e pianoforte

martedì ore 21.00

musiche di Mozart, Bruckner


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

il teatro? #bella storia: ultimo concerto con l'ort

a palazzo strozzi la nuova mostra: bill viola

Dal 10 marzo al 23 luglio 2017 la Fondazione Palazzo Strozzi presenta al pubblico Bill Viola. Rinascimento elettronico, una grande mostra che celebra il maestro indiscusso della videoarte contemporanea. Con la nuova mostra si rinnova la convenzione con l'ORT: chi è in possesso di un biglietto o abbonamento ORT, presentandolo alla biglietteria di Palazzo Strozzi, avrà diritto all'ingresso ridotto per visitare la mostra; il ticket d'ingresso alla mostra offre la riduzione sui concerti dell'ORT per il cartellone 2016/17. Per saperne di più visita il sito www.palazzostrozzi.org

Ultima occasione per i giovani tra i 16 e i 21 anni per assistere ai concerti dell'ORT ad un prezzo davvero speciale. Grande successo per il progetto della Fondazione CRF, che ha visto molti ragazzi al Teatro Verdi in occasione del concerto del 1° febbraio: l'esperienza è stata ben accolta dai giovani studenti che si sono incuriositi e appassionati. Quindi è impossibile perdere il prossimo appuntamento, l'ultimo dedicato in calendario per il progetto #ilteatrobellastoria: martedì 4 aprile con Alejo Pérez sul podio e Federico Colli solista al pianoforte. Biglietti €5,00: basta registrarsi al sito www.ilteatrobellastoria.it e procedere all'acquisto online.


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COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

SITO INTERNET

Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. è anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube, Pinterest e Instagram). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali: www.orchestradellatoscana.it I PROGRAMMI SU ISSUU

Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.

AUDIO SU SOUNDCLOUD

Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It! Ci trovate a questo indirizzo: soundcloud.com/orchestradellatoscana LE FOTO DEL CONCERTO

Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.


IL NUOVO DISCO

DELL’ORCHESTRA DELLA TOSCANA DIRETTA DA

Daniele Rustioni UN OMAGGIO APPASSIONATO AD UNO DEI PROTAGONISTI DEL ‘900 STORICO ITALIANO

GIORGIO FEDERICO GHEDINI [ 1 ] APPUNTI PER UN CREDO [ 2 ] MUSICA NOTTURNA [ 3 ] STUDI PER UN AFFRESCO DI BATTAGLIA [ 4 ] SONATA DA CONCERTO PER FLAUTO E ARCHI Orchestra della Toscana Daniele Rustioni, direttore / conductor [2] Andrea Tacchi, Chiara Morandi, violino / violin [4] Andrea Oliva, flauto / flute 1 CD SONY CLASSICAL 88985366412 / DISPONIBILE ANCHE IN DIGITALE


SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA

Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione. La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa. Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.

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MY ORT € 50,00 SOSTENITORE € 100,00 AMICO € 250,00 ELITE € 500,00 Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT 75 S061 6002 8001 0000 0010 505

E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it


CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it Segreteria info@orchestradellatoscana.it

Direzione Generale direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Direzione Artistica direzioneartistica@orchestradellatoscana.it Area Comunicazione ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it Ufficio del Personale ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it Amministrazione direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it Servizi Tecnici ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it proGramma di sala a cura di

TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

Ufficio Comunicazione ORT IMPAGINAZIONE

Ambra Greco Foto

Sandra Kreutzer (copertina), Ruth Crafer (7, 8), Marco Borrelli (18-19, 22) stampa

Grafiche Martinelli (Firenze)



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