Programma Böer | Eberle | Stagione 16_17

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XXXVI stagione concertistica

ROLAND BÖER

direttore VERONIKA EBERLE violino


fondazione orchestra regionale toscana

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli

Direttore comunicazione

Riccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraising

Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra

Angelo Del Rosso

OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico

Vittorio Quarta

Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala

Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone


XXXVI stagione concertistica 16_17

direttore artistico

Giorgio Battistelli

direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard

 O IC

stituzioni

oncertistiche

rchestrali


ROLAND BÖER direttore

FRANZ SCHUBERT Ouverture in stile italiano n.1 in do maggiore D.591

VERONIKA EBERLE

violino

ROBERT SCHUMANN Concerto in re minore per violino e orchestra op.posth. ln kräftigem, nicht zu schnellem Tempo Langsam Lebhaft, doch nicht schnell

***

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sinfonia n.1 in do maggiore op.21 Adagio molto Andante cantabile con moto Menuetto. Allegro molto e vivace Adagio. Allegro molto e vivace BARBERINO DI MUGELLO, teatro corsini

martedì 10 gennaio 2017 ore 21.00 Firenze, Teatro Verdi *

mercoledì 11 gennaio 2017 ore 21.00 * concerto trasmesso in differita da Rai Radio 3

Rai Radio

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService


ROLAND BÖER

Dopo gli studi in pianoforte, composizione e direzione d'orchestra, Roland Böer ha goduto fin da subito di una carriera in rapida crescita, stabilendo stretti legami con molti importanti teatri d'opera e orchestre. Dal 2002 fino al 2008 ha ricoperto il ruolo di Kapellmeister (direttore principale) all'Oper Frankfurt, e l'anno seguente, nel 2009, è stato nominato direttore musicale del Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano, dove quasi due anni assume il ruolo di direttore artistico e musicale. È stato ospite nei più importanti teatri al mondo quali la Teatro alla Scala di Milano, il Covent Garden e l'English National Opera di Londra, il Théâtre de la Monnaie di Bruxelles, la Deutsche Oper e la Komische Oper di Berlino, l'Opera di Roma, l'Opera Firenze, il Teatro Reale di Stoccolma, il Teatro Reale di Copenaghen, l’Opéra du Rhin di Strasburgo, l’Opera di Berna, il Teatro Wielki di Varsavia, la Volksoper di Vienna, il Petruzzelli di Bari, l’Opéra de Nice e l’Opera Nazionale Ungherese di Budapest. Ha diretto le più prestigiose orchestre sinfoniche (Filarmonica della Scala e Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, London Symphony e Oslo Philharmonic Orchestra, Radio-Sinfonieorchester di Francoforte e Rundfunkorchester della Radio Bavarese, Royal Liverpool

Philharmonic Orchestra, Orchestra della Fondazione Petruzzelli di Bari, Orchestre Philharmonique de Luxembourg, Deutsche Radio-Philharmonie e Bournemouth Symphony Orchestra) e da camera (Ensemble Modern, Northern Sinfonia, Scottish Chamber Orchestra e Deutsche


Kammerphilharmonie Bremen). Lo scorso anno debutta al Teatro Nazionale di Praga con Elektra; ritorna poi al Teatro Petruzzelli per Nabucco, all’Opéra de Nice per Death in Venice e all’English National Opera per Les pêcheurs de perles, e inoltre dirige una serie di concerti con l’Orchestra dell’Accademia della Scala. I prossimi impegni lo vedranno salire per la prima volta sul podio del Regio di Torino in occasione della celebrazione del "Giorno della Memoria" (brani di Schönberg e Mendelssohn) e dirige l’Orchestra Sinfonica di Padova e del Veneto per le musiche di Schumann e

Liszt. Sarà di nuovo al Maggio Musicale Fiorentino per una nuova produzione de Il flauto magico e all'Opéra de Nice per una nuova produzione di Rigoletto e due concerti sinfonici. Böer ha registrato per le etichette EMI e Opera Rara (entrambi con la Philharmonia Orchestra) e per la BBC Scozzese (colla BBC Scottish Symphony Orchestra) e per la Radio Bavarese (coi Bamberger Symphoniker). Il DVD col suo debutto al Teatro alla Scala con Il flauto magico è stato pubblicato da OPUS ARTE. È la sua prima volta sul podio dell'Orchestra della Toscana.


VERONIKA EBERLE

Veronika Eberle è considerata uno dei talenti tedeschi più promettenti negli ultimi anni. Il suo eccezionale talento, l'equilibrio e la maturità della sua abilità musicale le hanno valso numerosi riconoscimenti tra i quali la Nippon Foundation, il BorlettiBuitoni Trust, e il Musikleben Deutsche Stiftung (Amburgo). La stagione in corso evidenzia i prestigiosi debutti con la Philadelphia Orchestra, la San Francisco Symphony e la Philharmonia Orchestra di Londra e il ritorno alla Montreal Symphony, alla Monaco di Baviera Kammerorchester e alla Bayerischer Rundfunk, sempre a Monaco. Apparirà nella produzione di Lulu all'Opera di Amburgo; sarà impegnata nell'esecuzione del Concerto per violino di Berg diretta da Kent Nagano, mentre continua la sua collaborazione con il Kamerakademie Potsdam per una residenza stagionale. Recentemente ha fatto il suo debutto con la Boston Symphony Orchestra a Tanglewood, la Mozarteaum Orchestra di Salisburgo, la Filarmonica di Radio France e la Philharmoniker Hamburg. Veronika si dedica con passione anche alla musica da camera collaborando in particolare con Shai Wosner, Lars Vogt, Martin Helmchen, Marie-Elisabeth Hecker, Renaud Capuçon, Antoine Tamestit: lo scorso maggio ha partecipato ad un

grande progetto di musica da camera con Ana Prohaska. È nata nel 1988 a Donauwörth, dove ha iniziato lo studio del violino all'età di sei anni. Successivamente ha studiato al Conservatorio di Monaco di Baviera sotto la guida di Olga Voitova. Dopo aver studiato privatamente con Christoph Poppen per un anno, ha seguito i corsi di Ana Chumachenco alla Hochschule di Monaco di Baviera. Dal suo debutto, all'età di 10 anni con i Münchener Symphoniker, ha suonato con le migliori


orchestre del mondo; ricordiamo il concerto di Beethoven a soli 16 anni con i Berliner Philharmoniker diretti da sir Simon Rattle al Festival di Salisburgo del 2006. Nel corso degli anni ha beneficiato del sostegno di un certo numero di prestigiose organizzazioni, tra cui la Nippon Foundation, il Borletti-Buitoni Trust (Fellowship nel 2008), l'Orpheum Stiftung zur Förderung Junger Solisten (Zurigo), la Deutsche Stiftung Musikleben

(Amburgo) e Jürgen Ponto-Stiftung (Francoforte). Ha vinto il primo premio al Concorso Internazionale Yfrah Neaman 2003 a Magonza, ed ha ottenuto il premio del pubblico ai festival dello SchleswigHolstein e del Mecklenburg-Vorpommern Festival. È stata una New Generation Artist 2011-2013 BBC Radio 3. Suona il violino Stradivari “Dragonetti” del 1700, per gentile concessione della Nippon Music Foundation.


FRANZ SCHUBERT (Lichtenthal, Vienna 1797 – Vienna 1828)

Ouverture in stile italiano n.1 in do maggiore D.591 durata: 7 minuti circa

Le prime esperienze orchestrali di Schubert risalgono agli anni della sua educazione presso il convitto viennese della Universitätsplatz. Verso i dodici anni, Franz entrò a far parte dell’orchestra del convitto in qualità di secondo violino, per poi conquistare il ruolo di concertatore. È documentato che il repertorio dell’orchestra prevedeva essenzialmente sinfonie di Haydn e di Mozart, nonché le due prime sinfonie di Beethoven e alcune sue ouverture. Sono questi, dunque, i modelli accertati cui Schubert poté ispirarsi come compositore, dando un saggio delle proprie capacità con la prima sinfonia, destinata quasi certamente all’orchestra del convitto. Una volta uscito dall’istituto, il giovane musicista poté proseguire la sua esperienza grazie a una piccola orchestra amatoriale voluta dal padre, che accrebbe progressivamente il proprio organico anche con l’apporto di professionisti, giungendo a fissare la propria sede presso la casa del violinista Otto Hatwig; in questa orchestra, Schubert suonava la viola. Fino al 1818, anche le composizioni orchestrali di Schubert si mantennero entro l’ambito di una destinazione privata o semipubblica, e dunque in un circuito completamente diverso da quello che garantiva vasti uditori alle sinfonie beethoveniane. L’insieme di queste informazioni chiarisce perfetta-

mente la natura delle prime sei sinfonie di Schubert, che in superficie suonano assai più haydniane di qualunque composizione di Beethoven. Appena si scende nel dettaglio dell’analisi, tuttavia, si scopre che sotto tale superficie si cela uno sperimentalismo denso di futuri sviluppi, e tutto da indagare nelle sue radici: non ci si stancherà mai di ripetere, infatti, che la concezione formale del classicismo viennese è solo una delle possibilità riscontrabili tra Sette e Ottocento, e che con essa convivono tendenze di natura del tutto diversa (si pensi a Boccherini), oggi ancora in parte misconosciute, a causa della centralità assunta nella storiografia dalla tradizione musicale tedesca. Marco Mangani


ROBERT SCHUMANN (Zwickau 1810 - Endenich, Bonn 1856)

Ouverture in stile italiano n.1 in do maggiore D.591 durata: 32 minuti circa

Curioso destino quello del Concerto per violino in re minore di Robert Schumann: rimanere ineseguito durante la vita dell'autore, e poi sepolto in una biblioteca fino a ottantaquattro anni dalla sua stesura. Schumann aveva scritto la partitura a Düsseldorf, dove era direttore musicale, nel settembre-ottobre 1853, pochi mesi prima della crisi di follia che lo avrebbe afflitto negli ultimi anni di vita: a stimolare la composizione erano stati due fra i più importanti violinisti dell'epoca, Ferdinand David - il dedicatario del Concerto di Mendelssohn - e Joseph Joachim, amico e consigliere di Brahms, nonché dedicatario a sua volta del Concerto del compositore amburghese. Proprio Joachim aveva presentato in quell'anno Brahms a Schumann, e sarebbe dovuto essere il primo interprete della partitura; e sempre Joachim fu all'origine dell'oblio del concerto. Aveva provato una prima volta il concerto nel gennaio 1854 ad Hannover in presenza di Schumann, riportandone una forte impressione: "Ti ricordi quanto abbiamo riso" scrisse all'autore "quando dicemmo che il finale suona come una grandiosa polonaise suonata da Kociusko e Sobiesky?". In seguito però Joachim doveva manifestare a Clara Schumann, vedova del compositore, il proprio disappunto per le soverchie difficoltà della

scrittura violinistica; nel 1858 il violinista fece alcune prove di esecuzione presso il Gewandhaus di Lipsia, ma il risultato sembrò così poco soddisfacente da indurre Clara a non includere la partitura nell'opera omnia di Schumann, che Brahms andava curando per l'editore Breitkopf. L'autografo rimase in possesso di Joachim e, dopo la morte di questi, venne ceduto alla bibltoteca di stato prussiana, con la clausola che non sarebbe stato suonato prima di un secolo dalla morte dell'autore. Ciò nonostante la pronipote di Joachim Jelly D'Aranyi (1895-1966), violinista anch'essa, si mise negli anni Trenta sulle tracce del concerto, in seguito a presunte rivelazioni spiritistiche; trovò terreno fertile nella propaganda nazista, che, dopo la proibizione della musica di Mendenssohn per motivi razziali, poteva rimettere in repertono una partitura violinistica di un autore tedesco. La prima esecuzione avvenne quindi il 26 Novembre 1937 con Georg Kulenkampff e i Berliner Philharmoniker diretti da Karl Böhm, in una versione riveduta e abbreviata. Jelly D'Aranyi suonò a sua volta la pagina il 16 febbraio 1938 con la BBC Symphony Orchestra diretta da Adnan Boult. Per una esecuzione fedele all'autografo si dovette aspettare il 1951. In una lettera inviata al suo biografo Moser, nel 1898, Joachim aveva dichiarato


che il concerto ''non è di livello uguale a così tante delle gloriose creazioni di Schumann"; la quale considerazione non deve preoccupare i posteri, che hanno modo di vedere, nel Concerto per violino di Schumann, una partitura che rivela ad ogni momento la mano del suo autore. Schumann vi impiega la medesima organizzazione formale e la medesima concezione del concerto per violoncello: tre movimenti, gli ultimi due più brevi e legati fra loro, e un rapporto fra solista e orchestra che vede di netto prevalere del solista, continuamente impegnato in un canto lirico e interiorizzato; anche se certamente è singolare che una espressività antiesibizionistica si sposi a una scrittura violinistica di altissimo impegno. L'introduzione orchestrale del primo movimento ("In kräftigern, nicht zu schnellem Tempo") stabilisce subito un dualismo fra toni drammatici affini a quelli dell'ouverture del "Manfred", e una seconda idea più serena: in seguito in tutto tempo gli interventi orchestrali sono sobri e misurati, e lasciano venire in primo piano il solista; questi palesa subito la cifra espressiva della propria scrittura, meditativa e introversa; e tutto il movimento si sviluppa come una sorta di lungo monologo interiore del violino, anche se atteggiato a soluzioni espressive molto variegate. Notevoli in particolare la lunga e dub-

biosa parentesi dello sviluppo, costruita sull'iterazione di brevi frasi, e la coda che imprime una svolta verso una chiara affermazione ottimistica. Assai breve è il movimento centrale ("Langsam"), aperto dal suono del violoncello che dialoga poi con il solista; una soluzione di cui Brahms si ricorderà nel Secondo concerto per pianoforte: è certamente questo il momento più intimistico della partitura, dove prevale la cifra linea ed elegiaca del solista. Senza soluzione di continuità succede il finale ("Lebhaft, doch nicht schnell"), il tempo che mostra più chiaramente le difficoltà tecniche del concerto, tanto che Clara Schumann aveva suggerito a Joachim di riscriverlo; è qui che si compie una improvvisa conversione verso un tema brillante di polacca; ma questo non impedisce al movimento di accogliere diversi episodi che si riallacciano al clima prevalente della partitura, dando pieno sostegno alla definizione che l'autore offrì della sua creatura: "una riflessione di consapevole serietà, dal fondo della quale emergono spesso sprazzi di felicità". Arrigo Quattrocchi


LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827)

Sinfonia n.1 in do maggiore op.21 durata: 30 minuti circa

Un monumento rivoluzionario, una vera e propria pietra di paragone ineludibile per tutti i compositori che volessero cimentarsi nel genere della sinfonia; così fu inteso dai contemporanei e dai posteri il corpus sinfonico di Ludwig van Beethoven; e non senza motivo, poiché l'impegno di Beethoven nel campo sinfonico valse a trasformare nel volgere di pochi lustri la Sinfonia da genere di intrattenimento, destinato a un pubblico di ascoltatori specializzati, a veicolo delle più profonde riflessioni dell'autore, rivolto verso un'utenza idealmente universale. È noto peraltro che l'ingresso a pieno titolo di Beethoven nel mondo della sinfonia - dopo una prova giovanile risalente ancora al periodo formativo di Bonn, nota come "Sinfonia di Jena" dal luogo del rinvenimento del manoscritto; e dopo altri abbozzi minori - avvenne nel segno della continuità con il passato. Collocata all'apertura del nuovo secolo - la prima esecuzione è del 2 aprile 1800, e si calcola che la gestazione sia durata circa un anno; la prima edizione a stampa, in parti staccate, fu effettuata a Lipsia nel 1801 da Hoffmeister e Kühnel - la Sinfonia n.1 guarda in realtà verso il secolo appena concluso, verso quell'ambiente di squisiti intenditori di estrazione aristocratica e alto-borghese che si riuniva nei palazzi gentilizi vienne-

si per dar luogo alle lunghissime e composite "accademie" musicali; non a caso, alla prima esecuzione, la partiture venne preceduta, fra le altre cose, da un Concerto per pianoforte, forse il Primo, e dal Settimino per archi e fiati. Il carattere "conservativo" della sinfonia deve essere considerato una precisa scelta da parte del compositore che, prima di questo ventunesimo lavoro del suo catalogo aveva già dato alle stampe lavori pianistici e cameristici di portata rivoluzionaria; basterebbe citare, fra questi, le due sonate per violoncello opera 5, la sonata per pianoforte opera 13. Ancora al passato, per molti versi, guardavano invece i sei quartetti dell'opera 18; e non a caso il genere del quartetto e quello della sinfonia erano considerati dai contemporanei come i generi più "alti" concettualmente e più complessi tecnicamente fra quelli che un compositore poteva affrontare. Nasce proprio da questa considerazione la cautela del giovane Beethoven nel rinnovare il genere sinfonico. Prima di cimentarsi nel radicale rinnovamento della sinfonia - i primi abbozzi dell'Eroica sono del 1802, appena due anni più tardi - il compositore doveva dimostrare di essere perfettamente in grado di rispettare i modelli augusti dell'età del classicismo, Mozart e Haydn - e va rilevata la dedica della partitura al barone Gottfried van


Swieten, il mecenate olandese che aveva introdotto Mozart allo studio di Haendel e Bach e che aveva fornito a Haydn i testi per i suoi tardi oratori, La Creazione e Le Stagioni. Anzi, più che al forte soggettivismo delle ultime tre Sinfonie di Mozart, Beethoven si volse ai frutti maturi dell'esperienza sinfonica di Haydn, a quelle sinfonie “londinesi” nate in stretto contatto con un pubblico pagante, e che, forse anche per questo motivo, erano segnate dal gusto del continuo "stupore", della ingegnosa trovata che tenesse sempre desta l'attenzione dell'ascoltatore. Anche l'organico orchestrale della Prima è sostanzialmente lo stesso delle ultime sinfonie di Haydn: archi e timpani più coppie di flauti, oboi, clarinetti, fagotti, corni, trombe. E infatti proprio in quest'ottica è giusto leggere la Prima Sinfonia di Beethoven; non senza rilevare che questo gusto dello "stupore", pur sempre legato all'estetica dell'intrattenimento, varca in realtà non di poco i confini delle "buone maniere", ai quali si era sempre scrupolosamente attenuto Haydn. Come dire che, nel riallacciarsi ai modelli di un passato prossimo, Beethoven non mancava di esibire l'intemperanza verso le regole, l'urgenza dell'evasione verso altre e più ambiziose prospettive. Esempio lampante di questa logica "ribelle" è l'introduzione lenta al primo

movimento, che si apre, contro ogni regola, su un accordo dissonante - cioè non in una situazione statica, di riposo, ma in una situazione dinamica - e che evita di affermare perentoriamente la tonalità d'impianto anche nella levigata melodia che segue, esposta dai violini. Il primo tempo prosegue con un vasto Allegro con brio, che è internamente innervato dall'energia propulsiva del primo tema - una semplice cellula di tre note presentata dai bassi - rispetto al quale la seconda idea, esposta da flauto e oboe, costituisce poco più che un diversivo; quasi interamente al primo tema, infatti, sono affidate la sezione dello sviluppo e la coda fragorosa che chiude il movimento. Beethoven riprende tutti gli artifici dello stile "sinfonico" dei viennesi, ma secondo una irruenza peculiare; come peculiare è anche la nitida affermazione dei temi nell'esposizione, la loro massima elaborazione nella sezione centrale dello sviluppo. Direttamente legato ad Haydn è il tempo lento, Andante cantabile con moto, aperto da un tema di canzone esposto dai violini soli; infatti predominano nella pagina una leggerezza di espressione, un garbo espositivo, una chiarezza assoluta di scrittura in cui manca sostanzialmente l'impronta del soggettivismo; la nitidezza dell'impulso ritmico è sottolineata in modo ricercato dall'uso del timpano. Più


innovativo il Minuetto, che, con l'irruenta propulsione, il fraseggio asimmetrico, gli sbalzi dinamici, è in realtà il prototipo dello Scherzo beethoveniano; il Trio è tutto basato sulla contrapposizione fra archi e fiati. Come nel tempo inziale, anche il Finale si apre con un esordio a sorpresa: un forte unisono di tutta l'orchestra viene seguito da brevi e "singhiozzate" scalette dei violini in pianissimo; un effetto di sospensione che sfocia infine nel brillantissimo Allegro molto e vivace, un rondò dominato dal carattere scorrevole del refrain, con episodi diversivi di ambientazione coerente e una coda ad effetto con divertenti giochi di inseguimenti e scambi fra archi e fiati; e proprio negli accenti vagamente marziali di questa coda l'esuberanza del giovane maestro prende l'ultima volta il sopravvento sulle "buone maniere" che costituiscono il modello prevalente di questo ultimo tempo come dell'intera sinfonia. Arrigo Quattrocchi


IL NUOVO DISCO

DELL’ORCHESTRA DELLA TOSCANA DIRETTA DA

Daniele Rustioni UN OMAGGIO APPASSIONATO AD UNO DEI PROTAGONISTI DEL ‘900 STORICO ITALIANO

GIORGIO FEDERICO GHEDINI [ 1 ] APPUNTI PER UN CREDO [ 2 ] MUSICA NOTTURNA [ 3 ] STUDI PER UN AFFRESCO DI BATTAGLIA [ 4 ] SONATA DA CONCERTO PER FLAUTO E ARCHI Orchestra della Toscana Daniele Rustioni, direttore / conductor [2] Andrea Tacchi, Chiara Morandi, violino / violin [4] Andrea Oliva, flauto / flute 1 CD SONY CLASSICAL 88985366412 / DISPONIBILE ANCHE IN DIGITALE


L'Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da ottimi musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi, situato nel centro di Firenze. Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra riserva ampio spazio a Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento con una posizione di privilegio per Rossini. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi,

caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità, premiato nel 2014 con il XXXIII Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” come migliore iniziativa 2013. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium Agnelli del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia. Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo, Buenos Aires, Santiago, Lima solo per ricordarne alcune. Incide per Emi, Ricordi, Agorà, Dreyfus. Il 30 settembre 2016 è uscito su etichetta Sony Classical un nuovo disco dell'ORT diretta da Daniele Rustioni e decicato alle musiche di Giorgio Federico Ghedini.


VIOLINI PRIMI

VIOLONCELLI

CORNI

Daniele Giorgi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Marcello D'Angelo Chiara Foletto Alessandro Giani Marco Pistelli

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Enrico Ferri Giovanni Simeone

Andrea Albori * Paolo Faggi *

VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Susanna Pasquariello ** Angela Asioli Luca Celoni Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Alessia Pallaoro VIOLE

Stefano Zanobini * Caterina Cioli ** Alessandro Franconi Francesca Profeta Pier Paolo Ricci

CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Mauro Quattrociocchi

TROMBE

Donato De Sena * Guido Guidarelli * TIMPANI

Morgan M.Tortelli *

FLAUTI

Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * OBOI

Flavio Giuliani * Lorenzo Masala *

Ispettore d’orcheStra e archivista

Alfredo Vignoli

CLARINETTI

Marco Ortolani * Enzo Giuffrida * FAGOTTI

Paolo Carlini * Umberto Codecà *

* prime parti ** concertino


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

TORNANO I CONCERTI APERITIVO AL RELAIS S.CROCE

Nuove opportunità per i soci Unicoop Firenze

Rinnovata anche per la Stagione 2016-2017 la partnership con Unicoop Firenze che ha scelto di sostenere ben 5 produzioni dell’ORT. E per celebrare questa collaborazione saranno riservati ai soci Unicoop Firenze sconti su biglietti di ingresso ai concerti al Teatro Verdi di Firenze (€ 14,00 anziché € 16,00 per i posti in platea I ordine di palchi; oppure € 11,00 anziché € 13,00 per galleria, II e II ordine di palchi acquistando i biglietti concerto per concerto). Ma non finisce qui! L’ORT ha inoltre pensato ad un mini abbonamento a 5 concerti al Teatro Verdi di Firenze al prezzo speciale di € 55,00 (posti II settore) che può essere sottoscritto già dal mese di dicembre 2016.

Riproposti la scorsa stagione dopo un’assenza di quasi dieci anni, i Concerti Aperitivo della domenica mattina hanno ottenuto subito uno straordinario successo! Grazie alla collaborazione con il Relais Santa Croce, ritornano a gennaio con tre appuntamenti da non perdere, presso la Sala della Musica dell'Hotel con ingresso da via Ghibellina, 87. Dopo il concerto (ore 11.00) seguirà un aperitivo. Protagonisti i Gruppi da Camera dell'ORT: 29 gen NON SOLO OPERA (OrtEnsemble), 5 feb I FIATI ALL'OPERA (Quintetto a fiati dell'ORT e Alessandro Riccio), e 12 feb NON SOLO MOZART (I Solisti dell'ORT). Concerto + aperitivo € 10,00 Biglietti acquistabili presso la Biglietteria del Verdi e online su teatroverdionline.it Scopri tutti i programmi su orchestradellatoscana.it > calendario > I concerti aperitivo


I prossimi appuntamenti

RUSTIONI 23 DANIELE direttore

GENNAIO

lunedì FABIO FABBRIZZI ore 21.00 flauto

musiche di Salieri, Iber, Fauré, Mozart

29

GENNAIO

domenica ore 11.00

I Concerti Aperitivo al Relais S.Croce

NON SOLO OPERA OrtEnsemble

brani strumentali da Rossini, Puccini, Verdi

1

FEBBRAIo

mercoledì ore 21.00

Stagione 16_17

DANIEL SMITH direttore

ANNA TIFU violino musiche di Rossini, Mendelssohn, Beethoven


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

S.STEFANO AL PONTE: sconto sulla nuova mostra

ORT DISCOGRAFIA: il primo di una trilogia

Lo scorso settembre è uscito il nuovo disco dell’ORT, diretta da Daniele Rustioni. Prodotto e distribuito da Sony classical è dedicato a Giorgio Federico Ghedini. La tracklist include Appunti per un credo, Musica notturna, Studi per un affresco di battaglia e Sonata da concerto per flauto e archi. Solisti i violini Andrea Tacchi e Chiara Morandi, ed il primo flauto solista dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Andrea Oliva. La registrazione è stata effettuata dal 16 al 19 settembre 2014 al Teatro Verdi di Firenze da Marco Capaccioni per SoundStudioService. È il primo volume di una trilogia che nei prossimi anni vedrà come protagonisti Goffedo Petrassi e Alfredo Casella (uscite previste rispettivamente per il 2017 e 2018, sempre per Sony classical).

Dopo il successo di pubblico e di critica ottenuto dalle mostre precedenti, Santo Stefano al Ponte ospita Klimt Experience, un inedito evento espositivo dedicato alla vita e all’opera dell’artista viennese, uno dei maggiori autori dell’era moderna. Fino al 2 aprile 2017, le figure e i paesaggi di Klimt saranno i protagonisti assoluti della mostra curata da Sergio Risaliti, in una nuova rappresentazione multimediale immersiva ideata e prodotta dal Gruppo Crossmedia. Biglietti a partire da €8,00. Ricordiamo che chi è in possesso di un biglietto o abbonamento ORT, presentandolo alla biglietteria di Santo Stefano al Ponte, avrà diritto ad uno sconto di 3,00 euro sull'intero adulti, ridotto studenti e over 65. Visita il sito www.klimtexperience.com


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SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA

Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione. La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa. Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.

Scegli il tuo sostegno all’ORT!

MY ORT € 50,00 SOSTENITORE € 100,00 AMICO € 250,00 ELITE € 500,00 Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT 75 S061 6002 8001 0000 0010 505

E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it


CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it Segreteria info@orchestradellatoscana.it

Direzione Generale direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Direzione Artistica direzioneartistica@orchestradellatoscana.it Area Comunicazione ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it Ufficio del Personale ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it Amministrazione direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it Servizi Tecnici ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it proGramma di sala a cura di

Ufficio Comunicazione ORT

TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

IMPAGINAZIONE

Ambra Greco Foto

Felix Broede (copertina, 7,8) Uta Werning (5), Carlo Cofano (6) Marco Borrelli (16, 17, 19, 22) stampa

Grafiche Martinelli (Firenze)



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