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XXXV STAGIoNE CoNCERTISTICA
Concerto di Carnevale
TIMOTHY BROCK direttore
fondazione orchestra regionale toscana
Direttore generale
Marco Parri
Direttore servizi musicali
Paolo Frassinelli
Direttore comunicazione
Riccardo Basile
Ufficio sviluppo e fundraising
Elisa Bonini
Amministrazione
Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale
Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria
Stefania Tombelli | Direzione Generale Tiziana Goretti | Direzione Artistica Ambra Greco | Area Comunicazione Servizi tecnici Orchestra
Francesco Vensi, Angelo Del Rosso Consiglio di Amministrazione
OspitalitĂ e sala Teatro Verdi
Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi
Palcoscenico Teatro Verdi
Revisore Unico
Vittorio Quarta
* Il Consiglio di Amministrazione e il Revisore unico si
sono insediati il 3 dicembre 2015 e resteranno in carica per 5 anni, come previsto dallo Statuto.
Fulvio Palmieri, Paolo Malvini
Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala
Lisa Baldi, Martina Berti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Massimo Duino, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Alessandro Iachino, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Jibril Sheikh Oyaye, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone
XXXV stagione concertistica direttore artistico
Giorgio Battistelli
direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard
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stituzioni
oncertistiche
rchestrali
Concerto di Carnevale
TIMOTHY BROCK direttore
GEORGE GERSHWIN
Cuban Overture (1932) Un americano a Parigi (1928)
***
LEROY ANDERSON The Typewriter (1950) solista Morgan Tortelli
NINO ROTA PIOMBINO, TEATRO METROPOLITAN
Suite da 'La strada' (1966)
lunedì 8 febbraio 2016 ore 21.00 PISA, TEATRO VERDI
martedì 9 febbraio 2016 ore 21.00 FIRENZE, TEATRO VERDI *
mercoledì 10 febbraio 2016 ore 21.00 LIVORNO, TEATRO GOLDONI
MODEST MUSORGSKIJ
Una notte sul monte Calvo (1886) versione di Nikolaj A.Rimskij-Korsakov
giovedì 11 febbraio 2016 ore 21.00 FIGLINE VALDARNO, TEATRO GARIBALDI
venerdì 12 febbraio 2016 ore 21.00 CASTELFIORENTINO, TEATRO DEL POPOLO
sabato 13 febbraio 2016 ore 21.00 * concerto trasmesso in differita da Rete Toscana Classica Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
in collaborazione con il Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze e l'Istituto di Studi Musicali "Rinaldo Franci" di Siena
TIMOTHY BROCK
Riconosciuto ormai come uno dei massimi esperti al mondo nel campo della musica per film, Brock ha diretto importanti orchestre quali Royal Philarmonic Orchestra, Los Angeles Chamber Orchestra, Chicago Symphony, BBC Symphony, Orchestra della Radio Austriaca, Orchestra di S.Cecilia, tutte le principali orchestre di Francia, la Rotterdam Philarmonic, Tonhalle di Zurigo, Orchestra della Suisse Romande, Orchestra della Toscana, del Teatro Massimo di Palermo e del Comunale di Bologna; il prossimo anno tornerà per la terza volta alla Chicago Symphony, per la seconda volta al Barbican con la
BBC Symphony Orchestra ed è ospite ogni anno alla Konzerthaus di Vienna. Nel dicembre del 2011 ha debuttato alla Salle Pleyel di Parigi; nel corso della stagione 2011/12 si è esibito per ben due volte con la New York Philharmonic dove è tornato nuovamente nel settembre 2014 riscuotendo un grande successo. In questi ultimi mesi ha debuttato a Kuala Lumpur, Lisbona, è tornato come sempre a Madrid, Parigi, Lione, Londra, Glasgow, Vienna, Roma, Firenze, Milano, e Torino. Nato ad Olympia nello stato di Washington nel 1963, Timothy Brock è attivo come direttore e compositore, specializzato
nel repertorio della prima metà del XX secolo e in rappresentazioni di film muti con accompagnamento musicale. Tra le sue composizioni si segnalano tre sinfonie, due opere e diversi concerti per strumento solista e orchestra, nonchè oltre 20 colonne sonore originali per film muti e oltre 30 prime esecuzioni per il Nord America, di autori quali Šostakovič, Eisler, Schulhoff ed altri. Ha scritto musiche per film di Keaton (The General, One Week e Steamboat Bill Jr.), Lubitsch (Il ventaglio di Lady Windermere), Wiene (Il Gabinetto del Dr Caligari), Murnau (Faust, Aurora), Fu Mattia Pascal, un capolavoro della cinematografia europea degli anni Venti, per Three Bad Man l’ultimo western muto di John Ford e molti altri ancora; inoltre ha restaurato celebri colonne sonore quali Nuova Babilonia di Šostakovič e Cabiria di Pizzetti/Mazza. Recentemente ha rice-
vuto commissioni per nuove partiture dalla Los Angeles Chamber Orchestra, dalla Konzerthaus di Vienna (Frau Im mond, 2017), dall’Orchestra di Lione, dalla 20th Century Fox, dal Teatro la Zarzuela di Madrid. Nel 1999 la Fondazione Chaplin ha chiesto a Brock di restaurare la partitura originale per Tempi Moderni: da quel momento è iniziata una proficua collaborazione tra la famiglia Chaplin e la Cineteca Nazionale di Bologna che ha portato al restauro delle musiche originali di tutti i grandi capolavori di Charlie Chaplin, che Brock ha eseguito praticamente in tutto il mondo. Ospite più volte per il consueto Concerto del 25 aprile (da alcuni anni destinato al genere cinematografico muto), sale sul podio dell'ORT festeggiando il Carnevale con alcuni brani che hanno fatto la storia del Cinema nella seconda metà del '900.
Orchestra SINFONICA del Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini” di Firenze L’Orchestra del 'Cherubini’ di Firenze è l’espressione più alta del ‘Sistema Orchestra’, creato nel 2005 all’interno del Conservatorio, nell’ambito delle classi di esercitazioni orchestrali e formazione orchestrale. È composta dagli studenti dei corsi più avanzati sia del vecchio che del nuovo ordinamento, e svolge una regolare attività di produzione, che include decine di concerti all’anno, in collaborazione con il coro e con altre orchestre e solisti dell’istituto di alta formazione musicale, oltre a varie collaborazioni sia in Italia che all’estero. Da segnalare la registrazione di alcuni importanti dvd, pubblicati e diffusi dalla De Agostini di Spagna, tra cui il Requiem in do minore e la Marcia funebre di Cherubini, il Deutsches Requiem di Brahms e la Messa da Requiem di Verdi. Altri fondamentali impegni
della formazione sono stati l’esecuzione del Requiem di Mozart presso la Basilica di San Lorenzo in Firenze e per il prestigioso ‘Festival di Pasqua’ di Roma; la rappresentazione dell’opera corale La casa dei lupi al Teatro La Pergola di Firenze; l’esecuzione dei Carmina Burana, unitamente al coro del Cherubini, presso il Verdi di Firenze e altri siti tra cui il concerto presso l’Università La Sapienza di Roma lo scorso ottobre, dove ha riscosso una calorosa accoglienza da parte di un folto pubblico. Tra le novità, è capofila del progetto della Regione Toscana, inauguratosi nel 2015, l’Orchestra dei Conservatori della Toscana (ne fanno parte l’Istituto Boccherini di Lucca, l’istituto Franci di Siena e l’istituto Mascagni di Livorno). Ha all’attivo importanti collaborazioni, tra cui quella con il Teatro dell’Opera di Firenze, e quella con l’ORT.
ORCHESTRA DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI "RINALDO FRANCI" DI SIENA L’Orchestra Rinaldo Franci è il frutto del progetto didattico di formazione dell'Istituto di Alta Formazione (Conservatorio sostenuto dagli Enti Locali) cui essa appartiene. Composta prevalentemente dai migliori allievi dell’Istituto, essa rappresenta il più importante strumento formativo per i giovani musicisti che, sia durante i loro studi accademici che successivamente, acquisiscono una pratica ed una esperienza orchestrale che hanno già permesso a tanti di loro di occupare posti rilevanti in istituzioni musicali nazionali ed internazionali (Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra Filarmonica d‘Israele, Orchestra del Teatro alla Scala). Sotto la direzione dei docenti di esercitazioni orchestrali titolari, l’Orchestra Rinaldo Franci ha realizzato numerose e significative esecuzioni che includono dal repertorio sinfonico classico a quello solistico, fino a quello sacro e vocale senza trascurare la produzione di lavori
contemporanei, alcuni dei quali appositamente composti per la compagine dalle competenze interne all'Istituto stesso. L’Orchestra ha collaborato anche con direttori ospiti e solisti di chiara fama, alcuni dei quali anche docenti ed ex allievi dell’Istituto, fra i quali citiamo Hector Moreno, Luciano Acocella, Michele Manganelli, Luca Rinaldi, Marco Guerrini, Luca Provenzani, Anastasia Tomaszewska Schepis, Patrizia Ciofi, Laura Polverelli. L'Orchestra è da anni impegnata in costanti collaborazioni con vari Enti e Associazioni del territorio, pubblici e privati, ed in attività di solidarietà. Attualmente il progetto è condiviso tra i Maestri Massimo Niccolai e Carlomoreno Volpini che curano la formazione dell'orchestra e la produzione, sostenendo anche il nuovo percorso che vede le orchestre dei quattro Istituti di Alta Formazione della Toscana riunite per alcuni progetti comuni nell'ottica dell'ampliamento degli orizzonti di formazione su scala regionale.
Note di sala
a cura di Gregorio Moppi
GEORGE GERSHWIN
(Brooklyn 1898 - Los Angeles 1937) Cuban Overture (1932) durata: 10 minuti circa Stufo di essere apprezzato soltanto come autore di (magnifiche) canzonette per Broadway e desideroso di accreditarsi come musicista 'colto', dalla metà degli anni '20 George Gershwin si mise a studiare sodo le regole accademiche dell'armonia, del contrappunto, dello sviluppo dei temi, dell'orchestrazione – inutilmente, giacché la critica togata lo considererà sempre un parvenu. Puntò verso Parigi, dove soggiornò nel 1926 e nel 1928 sperando di poter avere lezioni da Maurice Ravel. Che però, assennato qual era, non volle accollarsi l'onere di decostruirne il talento jazzistico e affievolirne l'inventiva melodica per edificarvi sopra chissà che cosa. "Per quale motivo diventare un Ravel di serie B, quando voi siete già un Gershwin di serie A?", gli disse. L'insegnante che faceva al caso suo, intransigente e pignolo, lo trovò negli Stati Uniti al principio degli anni '30: l'esule russo Joseph Schillinger, che fu anche maestro di Benny Goodman. E la Cuban Overture, del 1932, fu scritta proprio tenendo conto di quanto stava apprendendo da lui. L'ispirazione per questa pagina variopinta gli venne dopo aver fatto una gran scorpacciata di ritmi caraibici durante un breve soggiorno all'Avana. Dall'isola, Gershwin
portò a casa diverse percussioni; alcune (claves, bongos, güiro, maracas) le inserì nell'organico della Overture, prescrivendo che debbano collocarsi dinanzi al direttore poiché dalla loro esattezza ritmica dipende il perfetto funzionamento del pezzo. La première fu un successone: il 16 agosto '32 al Lewisohn Stadium di New York l'ascoltarono 18 mila persone, e altre 5 mila rimasero fuori dai cancelli. Allora il pezzo si chiamava Rumba, titolo cambiato nell'attuale in vista della pubblicazione. Un americano a Parigi (1928) durata: 20 minuti circa Altro souvenir di viaggio è Un americano a Parigi, poema sinfonico di concezione cinematografica attraverso cui si susseguono immagini musicali diverse in rapido montaggio. A detta di Gershwin, il lavoro più avanzato che avesse ideato fino a quel momento. Composto su commissione della New York Philharmonic nel 1928 al ritorno dal secondo soggiorno in Francia, ma con appunti risalenti anche al primo, raffigura in note il giro di un turista yankee per vie e
LEROY ANDERSON
(Cambridge 1908 - Woodbury 1975) The Typewriter (1950) solista Morgan Tortelli durata: 4 minuti circa locali parigini con uno stile a mezzo tra l'autentico swing e la percezione graffiante che del jazz avevano gli europei. Il pezzo sintetizza le impressioni di Gershwin su Parigi, sviluppando una trama vera e propria. L'americano si trova a primavera nella Ville Lumière. Vi passeggia attorniato da suoni e rumori della città, tipo lo strombazzare dei taxi (la partitura richiede 4 clacson, e per il debutto newyorkese Gershwin se li era procurati a Parigi). Entrato in un locale, viene investito da un motivo brasiliano ancora popolarissimo benché assai datato, quello della Maxixe (citato dai tromboni). Poi il tizio continua il suo girovagare imbattendosi in questo e in quel monumento, finché non entra in un caffè. Lì lo prende la nostalgia della patria lontana - lo struggente blues centrale affidato alla tromba. Malanno di breve durata, la nostalgia, dato che l'incontro con un compatriota lo rimette subito di buon umore (è a questo punto che l'orchestra attacca un charleston). Infine il turista ritorna sui suoi passi per godersi appieno la città prima di tornarsene a casa. Nel 1951 Un americano a Parigi divenne la colonna sonora del film omonimo diretto da Vincente Minnelli, protagonisti Gene Kelly e Leslie Caron, vincitore di 6 Oscar.
Nemmeno quattro minuti di durata e una macchina da scrivere come solista. È The Typewriter, trastullo musicale che Leroy Anderson compose nel 1950 per i Boston Pops. La macchina da scrivere che gli dà il titolo va 'suonata' al passo con l'orchestra e quando il carrello termina il suo percorso da destra a sinistra – lo fa notare anche il din del campanellino – deve essere riportato in posizione di partenza perché non si interrompa la battitura. Negli Stati Uniti il pezzo ha fatto da sigla a numerosi programmi radio e tv, fuori è diventato celebre grazie alla pantomima di Jerry Lewis su una macchina da scrivere immaginaria nel film Dove vai sono guai (1963). Anderson, laureato a Harvard in composizione e in lingue germaniche e scandinave, fece parte dei servizi segreti statunitensi in qualità di interprete e traduttore durante la seconda guerra mondiale. Negli anni Cinquanta scrisse un bel po' di successi; molti, proprio per la Boston Pops Orchestra.
NINO ROTA
(Milano 1911 - Roma 1979) Suite da 'La strada' (1966) durata: 18 minuti circa Sembra la sequenza onirica di una sua pellicola, il primo incontro di Federico Fellini con Nino Rota. La guerra è appena finita. Il regista (che però ancora non ha mai diretto un lungometraggio tutto suo) esce dagli uffici della Lux Film e si imbatte nel compositore in attesa dell'autobus. Ma non è la fermata giusta, il numero che lui aspetta non passa di lì, comincia a spiegargli Fellini. Eppure, incredibile, ecco arrivare il bus fantasma che si prende Rota a bordo lasciando l'altro di stucco. Durerà ventisette anni e diciassette film la loro collaborazione (da Lo sceicco bianco, esordio di Fellini nel 1952, a Prova d'orchestra, 1979), interrotta dalla morte improvvisa del musicista per infarto. Quel che legava i due, oltre al comune interesse per l'esoterismo, era il candore stupefatto con cui osservavano il mondo, il che permetteva loro di intendersi quasi senza fiatare. Di musica Fellini non si intendeva granché, perciò lasciava carta bianca a Rota. Chiedeva soltanto di fornirgli qualcosa che accompagnasse le riprese, poiché pensava che così il girato riuscisse meglio. Dopodiché quella colonna sonora d'uso veniva
accantonata: cominciava allora il lavoro vero di Rota. Velocissimo, data la sua vena creativa inesauribile. Sedeva al piano, con o senza Fellini accanto, e suonava ciò che gli passava per la mente. Buona la prima, spesso. Perché lui sapeva volgere in suoni l'immaginario lirico e surreale del regista cucendone sui fotogrammi fanfare circensi e temi languidi, citazioni classiche, musica di consumo e melodie orecchiabili simili a quelle che riversava nelle composizioni per le sale da concerto, biasimate dalla critica militante in quanto troppo facili. È per tale profonda affinità poetica che il nome di Rota si lega in unità indissolubile a Fellini, sebbene il musicista abbia collaborato con tanti grandi registi del secolo scorso: Visconti, Monicelli, Zeffirelli, King Vidor e Francis Ford Coppola (per Il Padrino parte II vinse l'Oscar). Con La strada, del 1954, Fellini acquisì notorietà internazionale. Il film, di cui sono protagonisti Anthony Quinn, Giulietta Masina e Richard Basehart, conquistò il Leone d'argento a Venezia e l'Oscar come miglior film straniero. Racconta del rude saltimbanco girovago Zampanò che porta con sé, da un
paesello all'altro dell'Italia, la semplice Gelsomina, anima buona, mansueta, sottomessa alle brutalità del compagno di avventure. Ma quando Zampanò ammazza il Matto, un funambolo filosofo amico di Gelsomina, lei perde completamente la ragione. Per un po' l'uomo se ne occupa, poi l'abbandona sulla via. Tempo dopo viene a sapere che è morta e il senso di colpa gli stringe il cuore. Nel 1967 La strada divenne un balletto per la Scala (destinato a Carla Fracci, coreografia di Mario Pistoni) in cui Rota rifuse le musiche del film e ne creò di nuove per mettere in rilievo la psicologia dei personaggi.
MODEST MUSORGSKIJ
(Karevo 1839 - San Pietroburgo 1881) Una notte sul monte Calvo (1886) versione di Nikolaj A.Rimskij-Korsakov durata: 11 minuti circa Non c'è quasi opera di Modest Musorgskij che sia venuta al mondo come lui l'ha pensata. In quanto compositore autodidatta, boiaro di campagna caduto in miseria dopo la soppressione della servitù della gleba da parte dello zar e dunque costretto a guadagnarsi da vivere come funzionario ministeriale, trovava difficoltà a mettere su carta le sue intenzioni musicali. E quando ci riusciva, il risultato era spesso giudicato inadeguato e rozzo dai contemporanei. Perciò dopo la morte prematura, dovuta all'abuso di alcool, l'amico Nikolaj Rimskij-Korsakov ne revisionò le partiture affinché apparissero ineccepibili per struttura, strumentazione, equilibrio di colori e rispetto delle regole dell'armonia, però smussandone così tanto le asprezze e la voluta ineleganza da stravolgerne l'identità, poiché Musorgskij non ricercava affatto la misura accademica ma puntava a esprimersi con la lingua scabra del popolo. Anche Una notte sul monte Calvo ebbe una gestazione tortuosa, e la versione tuttora in repertorio si deve principalmente a Rimskij-Korsakov che le diede il nome e la rimise in sesto a partire dagli appunti dell'autore: una riscrittura talmente celebre che Walt Disney la incluse in
Fantasia (1940). All'origine della composizione – erano gli anni attorno al 1860 – sta l'idea di un'opera ispirata al racconto La sera della vigilia di San Giovanni di Nicolaj Gogol', la cui scena madre doveva essere un sabba di streghe che prendesse a modello quello della Fantastica di Hector Berlioz, la sinfonia che ai russi della generazione di Musorgskij aveva aperto gli occhi sulle potenzialità visionarie della musica d'avanguardia. Tuttavia dalle suggestioni innescate da Gogol' non venne fuori nemmeno una nota. Comunque Musorgskij continuava a rimuginarci, e nel 1867 ci tornò sopra scrivendo il primo poema sinfonico partorito in Russia, La notte di S.Giovanni sul monte Calvo (la montagna in questione è il Lysa Hora, in Ucraina). Vi si descrive un'adunata di streghe, il corteo di Satana, la messa nera e il sabba conclusivo. Applicarsi a un poema sinfonico a quell'altezza cronologica significava aderire alla scuola progressista europea capeggiata da Liszt (Berlioz ne era stato l'iniziatore) che della musica narrativa faceva la propria bandiera. Musorgskij andava fiero del pezzo, considerava “questa maligna birichinata un risultato veramente russo e originale, privo di
profondità tedesca e di routine, nato sul suolo russo e allevato con granturco russo”. Tanto entusiasmo non fu condiviso da Milij Balakirev, suo mentore seppure ugualmente autodidatta, che ne sconsigliò l'esecuzione. L'autore non si perse d'animo e qualche tempo dopo riplasmò la partitura, aggiungendovi un coro, per inserirla in Mlada, opera-balletto presto abortita cui si applicarono, insieme, i componenti del cosiddetto “gruppetto possente” propugnatori di una musica autenticamente russa (con Musorgskij, Borodin, Rimskij-Korsakov e Cui). Tale rielaborazione traslocò poi nell'opera La fiera di Soročynci che Musorgskij lasciò incompleta a causa della morte verificatasi nel 1881. Cinque anni dopo Rimskij-Korsakov si fece carico di questa versione: la ricreò in maniera sontuosa intitolandola Una notte sul monte Calvo. Nel ristrutturarla ammortizzò lo studiato primitivismo, rimosse le parti vocali, foderò l'orchestra di vesti ricche e sgargianti, rettificò i passaggi troppo sgraziati o imperfetti secondo le regole scolastiche. Restò intatta la tensione orrorosa, la tempra popolare di certi temi. Ma rispetto alla stesura del 1867 completamente pervasa di caligine infernale (tornata alla luce soltanto negli anni Trenta),
quella della Fiera di Soročynci che si trovò fra le mani Rimskij-Korsakov possiede un epilogo celestiale: al culmine del sabba, infatti, da una chiesa si fanno udire il suono delle campane e un canto sacro che disperdono i demoni.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
ANDREW GOURLAY direttore
BENJAMIN GROSVENOR pianoforte
CHIARA MORANDI violino
18
FEBBRAIO
giovedĂŹ ore 21.00
Takemitsu_
Nostalghia, per violino e orchestrad'archi (1987)
Mozart_
Concerto n.27 per pianoforte e orchestra K.595
Sibelius_
Valzer triste
Prokof'ev_
27
FEBBRAIO
sabato ore 16.30
Sinfonia n. 1 op.25 'Classica'
Tutti al Teatro Verdi!
CENERENTOLA di Rossini
Carlomoreno Volpini direttore Manu Lalli regia in collaborazione con Venti Lucenti
28
FEBBRAIO
domenica ore 11.00
CONCERTI APERITIVO
Ottetto d'Archi dell'ORT musiche di Bruch, Mendelssohn alla Sala della Musica Hotel Relais Santa Croce
VIOLINI PRIMI
Andrea Tacchi * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Patrizia Bettotti Paolo Del Lungo Elisabetta Delprato (i) Francesco Di Cuonzo Marian Elleman Chiara Foletto Kevin Mucaj (c) Marco Pistelli Angela Tomei VIOLINI SECONDI
Chiara Morandi * Stefano Bianchi ** Luca Celoni Gabriele Centorbi (c) Gabriella Colombo Marcello D'Angelo Alessandro Giani Susanna Pasquariello Marta Serpi (i) Alice Bianca Sodi (i)
VIOLE
FLAUTI
Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Aurora Arcudi (i) Caterina Cioli Luca Cubattoli (i) Margherita Faneschi (i) Alessandro Franconi Giacomo Zumstein (i)
Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Caterina Compagno (c)
VIOLONCELLI
CLARINETTI
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Lisa Berti (c) Francesca Cannito (c) Matilde Michelozzi (c) Giovanni Simeone
Marco Ortolani * Francesco Darmanin (c) Dusan Mamula (c)
CONTRABBASSI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Michele Bondesan (i) Marco Cuciniello
OBOI
Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * Nevena Majdevac (c)
saxofoni
Simone Brusoni (c) Leonardo Cioni (c) Ruben MarzĂ (c) FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto CodecĂ * Corrado Barbieri
CORNI
Andrea Albori * Paolo Faggi * Domenico Figliomeni (c) Angela Guercia (c)
PERCUSSIONI
Marco Farruggia (i) Alberto Marcantonio (c) Davide Montagnoli (i) Mathieu Pinoit (c) Jacopo Rossi (i)
TROMBE
Donato De Sena * Guido Guidarelli * Emilio Botto (c)
ARPA
Floriandre Dezaire * (c)
* prime parti ** concertino
corsivo (c) allievi Conservatorio Cherubini di Firenze corsivo (i) allievi Istituto Franci di Siena
PIANOFORTE TROMBONI
Anastasiya Byshlyaha * (c)
Alessio Brontesi * Marcello Angeli Sergio Bertellotti
CELESTA
Francesco Nigi * (c)
BASSO TUBA
Riccardo Tarlini * TIMPANI
Morgan M.Tortelli *
ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA
Alfredo Vignoli
Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio. Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e Uto Ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart,
tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonicocorali, interpretati con egregi musicisti di fama internazionale, si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento, con una posizione di privilegio per Rossini, e l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records.
per l'arte contemporanea
Trascorsi 160 anni dall’inaugurazione del teatro, la Fondazione ORT, proprietaria dello spazio dove ha sede stabile l’Orchestra della Toscana, ha deciso di promuovere giovani artisti contemporanei emergenti che vivono e lavorano nel nostro territorio, mettendo a loro diposizione lo spazio del foyer per presentare alcune opere. Dopo Exit Enter e Blub, ospitiamo in questo periodo un altro originale street artist, Jamesboy. È presente al Teatro Verdi con diverse opere che fanno parte principalmente delle serie Canela y Miel e Psychedelic Colors (Maschere e La natura regna sovrana). Nel secondo foyer si fa notare un’installazione denominata Diventa Santo, una particolare porta con aureola e ali che immaginiamo sarà molto fotografata (e ci auguriamo altrettanto “interpretata”) durante gli spettacoli al Teatro Verdi.
JAMESBOY “Dipingo perché ne ho bisogno, perché ne sento la necessità. Usare la strada per comunicare con le persone è il modo migliore per esprimere me stesso. Lavoro principalmente per me, e lascio totale libertà di interpretazione. Nelle mie opere ognuno può vedere quello che vuole. Non sarà bello da dire ma io l’ho sempre pensata così. Mi piace sperimentare tecniche diverse dalla pittura classica, utilizzo lo spray, gli scarti che trovo per strada, faccio vivere il degrago. Dopo averle realizzate, spesso abbandono le opere; mi piace l’idea di riportare in vita degli oggetti, dando un valore a qualcosa che fino ad un attimo prima era solo spazzatura”.
#streetORT
www.teatroverdifirenze.it
#diventasanto
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
È UN SUCCESSO LA nostra "REALTÀ AUMENTATA"
TUTTI AL TEATRO VERDI!
Secondo appuntamento della rassegna pomeridiana per il pubblico delle famiglie, con la ripresa della produzione ORT in collaborazione con Venti Lucenti, che ha inaugurato l'ultima edizione del Cortona Mix Festival. È in arrivo Cenerentola di Gioachino Rossini, sabato 27 febbraio ore 16.30, nella riduzione musicale di Carlomoreno Volpini e per la regia di Manu Lalli. Rossini scrive la sua Cenerentola nel 1817 e da allora non finisce di conquistare il pubblico. Il racconto sarà sviluppato da attori e cantanti professionisti, provenienti dal Teatro Lirico Sperimentale 'Belli' di Spoleto. Non mancheranno come consuetudine i bambini di Cortona, accompagnati dal Coro degli adulti. Biglietti a partire da 5,00 euro disponibili e acquistabili presso la biglietteria del Teatro Verdi e online su www.teatroverdionline.it
Ci siamo sempre distinti per la duttilità e per la capacità di mischiare gli elementi a disposizione. Con Realtà aumentata, abbiamo pensato di offrire al pubblico un tipo di esperienza sensoriale inedita che cambiasse il tradizionale punto di vista (e soprattutto d'ascolto). Questa iniziativa è diventata subito un successo. Ad ogni concerto della stagione quattro tra i nostri abbonati prendono posto accanto ai Professori dell'orchestra per vivere un'esperienza sconosciuta quanto affascinante. I commenti dei primi partecipanti sono entusiastici ed hanno fatto da volano alle nuove adesioni. Partecipare è semplice perché basta scrivere una mail a: sviluppo@orchestradellatoscana.it
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Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.
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Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it
CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
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Ambra Greco TEATRO VERDI
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Grafiche Martinelli (Firenze)