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XXXV STAGIoNE CoNCERTISTICA
THOMAS DAUSGAARD direttore
fondazione orchestra regionale toscana
Direttore generale
Marco Parri
Direttore servizi musicali
Paolo Frassinelli
Direttore comunicazione
Riccardo Basile
Ufficio sviluppo e fundraising
Elisa Bonini
Amministrazione
Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale
Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria
Stefania Tombelli | Direzione Generale Tiziana Goretti | Direzione Artistica Ambra Greco | Area Comunicazione Servizi tecnici Orchestra
Francesco Vensi, Angelo Del Rosso Consiglio di Amministrazione
Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico
Vittorio Quarta
* Il Consiglio di Amministrazione e il Revisore unico si
sono insediati il 3 dicembre 2015 e resteranno in carica per 5 anni, come previsto dallo Statuto.
OspitalitĂ e sala Teatro Verdi
Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Palcoscenico Teatro Verdi
Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala
Lisa Baldi, Martina Berti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Massimo Duino, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Alessandro Iachino, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Jibril Sheikh Oyaye, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone
XXXV stagione concertistica direttore artistico
Giorgio Battistelli
direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard
 O IC
stituzioni
oncertistiche
rchestrali
ThOMAS DAUSGAARD direttore
FRANZ SCHUBERT | LUCIANO BERIO
Rendering, per orchestra (1989-90) Allegro Andante Allegro
***
JOHANNES BRAHMS
Sinfonia n.2 in re maggiore op.73 Allegro non troppo Adagio non troppo Allegretto grazioso (Quasi Andantino) Allegro con spirito
FIRENZE, TEATRO VERDI *
venerdĂŹ 6 maggio 2016 ore 21.00 AREZZO, AUDITORIUM FIERE E CONGRESSI
sabato 7 maggio 2016 ore 21.00
* concerto trasmesso in differita da Rete Toscana Classica Registrazioni e produzioni audio a cura di
THOMAS DAUSGAARD
Descritto dal The Daily Telegraph come "un direttore di raro convincimento e introspezione”, Dausgaard è noto per il suo approccio fresco ad un repertorio molto vasto, per i suoi programmi creativi e innovativi, per la bellezza delle sue esecuzioni, per il suo catalogo discografico ricco ed esteso e per gli ottimi risultati che ha raggiunto come direttore principale della Danish National Symphony Orchestra e dell'Orchestra da Camera Svedese. È chief conductor designate della BBC Scottish Symphony Orchestra, direttore ospite principale della Seattle
Symphony e direttore onorario dell’ORT dalla stagione 2014/15. Dirige regolarmente le più importanti orchestre europee quali la Filarmonica di Monaco di Baviera, Gewandhaus di Lipsia, Staatskapelle di Dresda, Orchestra della Radio Bavarese, Konzerthaus di Berlino, Vienna Symphony, Chamber Orchestra of Europe, Philharmonia Orchestra, London Symphony Orchestra, BBC Symphony e Orchestre Philharmonique de Radio France. Oltre oceano ha cominciato la sua carriera come assistente di Seiji Ozawa e da allora è salito sul podio della Cleveland
Orchestra, della Boston Symphony, Los Angeles Philharmonic, Washington National Symphony Orchestra, Baltimore Symphony, Houston Symphony, Toronto Symphony e Montreal Symphony Orchestra. Inoltre è ospite regolare in Asia e Australia, di recente alla New Japan e alla Hong Kong Philharmonic, e alle Orchestre Sinfoniche di Sydney e Melbourne, e protagonista in numerosi festival internazionali tra cui i BBC Proms, il Festival di Salisburgo, il Mostly Mozart Festival e quello di Tanglewood. Incide da molto tempo con le Case BIS e Da Capo ed ha realizzato più di 50 incisioni discografiche, coprendenti il ciclo completo delle Sinfonie di Beethoven, Schubert, Schumann e del danese Rued Langgaard. Opening Doors è una serie in corso per BIS con l’Orchestra da Camera Svedese, molto apprezzata per una serie
di cd con repertorio del 19simo secolo solitamente intepretato da grandi compagini sinfoniche. Mentre tra i progetti di prossima realizzazione ci sono un ciclo Brahms per BIS e registrazioni per Da Capo di composizioni di Pelle Gundmundsen-Homgreen con la BBC Symphony Orchestra, e di opere di Bent Sørensen con la Danish National Symphony Orchestra. Dausgaard è stato insignito della Croce di Cavaliere dalla Regina di Danimarca ed è membro della Accademia Reale di Musica in Svezia. Sempre curioso di apprendere, ha visitato nel Borneo delle tribù di antichi cacciatori di teste, è stato contadino volontario in Cina, ha studiato con un ceramista in Giappone, ed ha appreso l'arte degli aborigeni in Australia. Vive in Danimarca con la sua famiglia.
FRANZ SCHUBERT (Vienna 1797 - 1828)
LUCIANO BERIO
(Oneglia 1925 - Roma 2003) Rendering, per orchestra (1989-90) durata: 35 minuti circa Erano anni che mi veniva chiesto, da varie parti, di fare «qualcosa» con Schubert e non ho mai avuto difficoltà a resistere a quell’invito tanto gentile quanto ingombrante. Fino al momento, però, in cui ricevetti copia degli appunti che il trentunenne Franz andava accumulando nelle ultime settimane della sua vita in vista di una Decima Sinfonia in re maggiore (D.936 A). Si tratta di appunti di notevole complessità e di grande bellezza: costituiscono un segno ulteriore delle nuove strade, non più beethoveniane, che lo Schubert delle sinfonie stava già percorrendo. Sedotto da quegli schizzi, decisi dunque di restaurarli: restaurarli e non ricostruirli. Non trovo attraenti quelle operazioni di burocrazia filologica che inducono talvolta un incauto musicologo a far finta di essere Schubert (se non addirittura Beethoven) e a «completare la Sinfonia come Schubert stesso avrebbe potuto farlo». È una curiosa forma di mimesi, questa, che ha qualcosa in comune con quei restauri in pittura che si rendono responsabili di danni irreversibili, com’è il caso degli affreschi di Raffaello alla Farnesina a Roma. Lavorando sugli schizzi di Schubert mi sono proposto di seguire, nello spirito, quei moderni criteri di restauro che si pongono
il problema di riaccendere i vecchi colori senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione (com’è il caso di Giotto ad Assisi). Gli schizzi, redatti da Schubert in forma quasi pianistica, recano saltuarie indicazioni strumentali ma sono talvolta stenografici; ho dovuto quindi completarli, soprattutto nelle parti intermedie e nel basso. La loro orchestrazione non ha posto problemi particolari. Ho usato l’organico orchestrale dell’Incompiuta (due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, due corni, tre tromboni, timpani e archi) e nel primo movimento (Allegro) ho cercato di salvaguardare un ovvio colore schubertiano. Ma non sempre. Ci sono brevi episodi dello sviluppo musicale che sembrano porgere la mano a Mendelssohn e l’orchestrazione naturalmente ne prende atto. Infine, il clima espressivo del secondo movimento (Andante) è stupefacente: sembra abitato dallo spirito di Mahler. Nei vuoti tra uno schizzo e l’altro ho composto un tessuto connettivo sempre diverso e cangiante, sempre pianissimo e «lontano», intessuto di reminiscenze dell’ultimo Schubert (la Sonata in si bemolle per pianoforte, il Trio in si bemolle con pianoforte, ecc.) e attraversato da riflessioni polifoniche condotte su frammenti di quegli stessi schizzi. Questo tenue cemento musicale che commenta la discontinuità e le lacune fra uno schizzo e l’altro è sempre segnalato dal suono della celesta. Negli ultimi
JOHANNES BRAHMS
(Amburgo 1833 – Vienna 1897) Sinfonia n.2 in re maggiore op.73 durata: 46 minuti circa giorni della sua vita Schubert prendeva lezioni di contrappunto. La carta da musica era cara e scarsa, ed è forse per questo che, mescolato agli schizzi della Decima Sinfonia, si trova un breve ed elementare esercizio di contrappunto (un canone per moto contrario). Non ho potuto fare a meno di orchestrare anche quello e di assimilarlo allo stupefacente percorso dell’Andante. Altrettanto stupefacente è il terzo movimento che è certamente la composizione orchestrale più polifonica che Schubert abbia mai scritto. Questi ultimi schizzi, a dispetto della loro frammentarietà, sono di una grande omogeneità di scrittura e paiono spesso come una ricerca di soluzioni contrappuntistiche diverse per uno stesso materiale tematico. Tuttavia gli schizzi presentano alternativamente i caratteri propri di uno Scherzo e di un Finale. Questa ambiguità di fondo, che il giovane Schubert avrebbe forse risolto o esasperato in maniera nuova, mi ha attratto in modo particolare; infatti i miei «cementi» si pongono, tra l’altro, lo scopo di rendere quell’ambiguità strutturalmente espressiva. Ho realizzato questo omaggio a Schubert tra il 1989 e il 1990, per la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam. Luciano Berio
Per Johannes Brahms la strada che porta alla sinfonia (genere musicale sommo secondo i romantici) fu assai faticosa, irta di ripensamenti, deviazioni, indugi imposti dalla vigilanza del suo implacabile senso critico che le aspettative ansiose di amici, critica, pubblico, e la consapevolezza di doversi per forza misurare con un passato ingombrante, rendevano ancora più ostica di quanto già non fosse di per sé. Era il 1853 quando Robert Schumann intravide nei primi saggi pianistici del ventenne, fino ad allora sconosciuto Brahms, un'attitudine tanto spiccata al discorso sinfonico ("… Sorse un suono così geniale da trasformare il pianoforte in un’orchestra di voci ora gementi, ora esultanti. Erano sonate, o piuttosto velate sinfonie…") da augurarsi che presto vi si dedicasse anima e corpo ("Se egli calerà la sua bacchetta magica dove la potenza della musica infonde la sua forza, nel coro e nell'orchestra, allora ci verranno dischiuse prospettive ancora più magnifiche dei segreti del regno dello spirito"). Speranza, questa, espressa da Schumann in un articolo per la prestigiosa "Neue Zeitschrift für Musik" intitolato Vie nuove che suscitò un gran fermento nell'ambiente musicale tedesco e che, sul piano psicologico, ebbe l'effetto di inibire Brahms anziché spronarlo. Sapeva infatti
il giovane maestro di essere atteso al varco non solo dai contemporanei, ma dalla storia. Tanto da confidare agli intimi: "Non puoi avere un'idea di come si sta, avvertendo sulle spalle i passi di un gigante". Dice "gigante" e intende Beethoven, di cui si sente obbligato a proseguire il percorso sinfonico saltando a piè pari le esperienze schubertiana, mendelssohniana e schumanniana. Del resto già Schumann, scrivendo al violinista Josef Joachim, amico comune, aveva voluto indirizzarlo verso quella direzione: "E Johannes dov'è? Vola alto oppure è sotto i fiori? Farà ancora risuonare timpani e tamburi? Dovrà sempre ricordare che bisogna far capo alle sinfonie di Beethoven, dovrà tentare anche lui di produrre qualcosa di simile. Tutto è cominciare, poi il resto viene da sé". Certo, tutto stava a cominciare. E in effetti Brahms si mise all'opera immediatamente, tentando di riutilizzare materiali di una sua sonata per due pianoforti; però l'impresa non riuscì, e invece di una sinfonia prese forma, a seguito di una genesi di cinque anni, il Concerto per pianoforte e orchestra op.15. Mentre la prima delle sue quattro sinfonie sarebbe arrivata a compimento solo nel 1876, dopo un ventennio di assillo torturante e di progressiva presa di coscienza
dell'ingranaggio orchestrale raggiunta principalmente attraverso la composizione delle due Serenate (1858-59), del Requiem tedesco eseguito la prima volta nel 1868, delle Variazioni su un tema di Haydn del 1873. Tuttavia la venuta alla luce della prima Sinfonia (che il pianista e direttore d'orchestra Hans von Bülow salutò, in segno di apprezzamento, come la "Decima di Beethoven") consentì a Brahms di svincolarsi dal complesso d’inferiorità nei confronti di Beethoven, cosicché subito, in poche settimane di lavoro durante l'estate del 1877 trascorse sulle sponde del Wörthersee, Carinzia, gli zampillò dalla penna la sinfonia successiva. Limpida, serena, levigata, fresca, affettuosa, ben proporzionata, trasparente, equilibrata. Al punto che qualcuno s'è sentito di definirla "la Pastorale di Brahms" (richiamandosi al clima campestre della Sesta sinfonia di Beethoven, la Pastorale) o, in virtù della sua amabilità di stampo viennese, "l'ultima sinfonia di Schubert". Brahms stesso la descriveva come “una piccola sinfonia gaia, innocente” costruita su "una serie di valzer" - anche se questo lo diceva per scherzo, pur se non senza ragione dato che primo e terzo movimento sono impiantati in 3/4, che è il passo del valzer; e lui, per giunta, degli Strauss era grande ammi-
ratore. Ciononostante alla confidente Clara Schumann ne parlava come d’una partitura "elegiaca", e al suo editore come quel che di più melanconico avesse mai scritto. Affermazione su cui non si può affatto concordare. Forse perciò ad alcuni commentatori (e perfino a qualche direttore d'orchestra, per esempio Artur Rodziński) è sembrato di riconoscervi un che di tragico. Ma il ricorrere delle indicazioni "dolce" e "grazioso" sotto le note fa pensare a tutt'altro. La Sinfonia n.2 in re maggiore op.73 venne eseguita la prima volta il 30 dicembre 1877 a Vienna da Hans Richter sul podio della Filarmonica. Il movimento d'apertura, "Allegro non troppo", comincia con un motto volteggiante di violoncelli e contrabbassi, Re – Do diesis – Re – Fa diesis, che pare davvero l'incipit di un valzer straussiano: motto che costituisce il germe melodico dell'intera pagina, intrisa di lirismo (e di carezzante struggimento, come il secondo tema, quello ricavato dal Wiegenlied per voce e pianoforte del 1868 che altro non è che la celeberrima Ninna nanna oggi cantata in tutto il mondo per Natale) e del sentimento di un quieto idillio anche quando, a metà, la scrittura si fa contrappuntistica, dunque più densa e torbida, e
sull'egloga bucolica sembrano addensarsi per qualche attimo i nuvoloni di un temporale estivo. Ombre passeggere: da qui a parlare di tragicità ce ne corre. L'"Adagio non troppo", secondo movimento, è l'espressione di un’intima pudicizia. Si tratta di una pagina dalle inflessioni più cameristiche che sinfoniche il cui procedere all'apparenza svagato attraverso una cantabilità raccolta incontra sovente l'incanto dei timbri più amati da Brahms: quelli del corno, del clarinetto, dei violoncelli al cui canto tenero, rotondo viene affidato il tema d'esordio. Bissato alla première viennese, il terzo movimento lieve e lesto come un folletto dei boschi si realizza interamente espandendo il motivo birichino con cui comincia: del resto, dal poco creare il molto è un tratto caratteristico di Brahms, in questa sinfonia come altrove, che gli deriva dalla conoscenza delle pratiche compositive fiamminghe e bachiane. Il finale, "Allegro con spirito", più vigoroso ed esuberante dei precedenti, non ne nega però il tratto naturalistico, la letizia dell’ispirazione. Gregorio Moppi
* prime parti ** concertino
VIOLINI PRIMI
VIOLONCELLI
CORNI
Andrea Tacchi * Daniele Giorgi * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Gabriella Colombo Marcello D'Angelo Alessandro Giani Susanna Pasquariello Marco Pistelli Sofia Villanueva
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Paola Martina Mondello Giovanni Simeone
Andrea Albori * Paolo Faggi * Massimo Marconi Giulia Montorsi
VIOLINI SECONDI
FLAUTI
Chiara Morandi * Franziska Schötensack * Francesco Di Cuonzo ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Marian Elleman Chiara Foletto Lorenzo Vicari VIOLE
Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Erica Alberti Caterina Cioli Alessandro Franconi Francesca Profeta
TROMBE CONTRABBASSI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Giuseppe Blanco Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco *
Donato De Sena * Guido Guidarelli * TROMBoni
Paolo Masi * Luana Di Nardo Sergio Bertellotti BASSO TUBA
OBOI
Flavio Giuliani * Marco Del Cittadino CLARINETTI
Marco Ortolani * Maria Francesca Latella * FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto Codecà *
Riccardo Tarlini * TIMPANI
Morgan M.Tortelli * CELESTA
Andrea Severi * Ispettore d’orcheStra e archivista
Alfredo Vignoli
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
ANNULLATO IL CONCERTO DEL 12 MAGGIO
A causa di problemi tecnici indipendenti dalla nostra volontà, l'Orchestra di Hannover ci comunica la sua impossibilità ad essere in Italia per il prossimo maggio. Ci vediamo dunque costretti, nostro malgrado, ad annullare il concerto del 12. Per gli abbonati, che ancora non hanno contattato la biglietteria, ricordiamo che possono sostituire il concerto con l'ultimo appuntamento in cartellone (Rustioni/ Dego - 19 maggio) oppure scegliendo uno tra gli appuntamenti estivi previsti a giugno (venerdì 10, venerdì 17 e giovedì 30) alla Villa Medicea La Pietraia a Castello. Altre informazioni presso la biglietteria o attraverso il personale di sala del teatro in occasione dei nostri concerti; sul sito www.orchestradellatoscana.it o telefonicamente al numero 055 2340710.
L'ORT E IL 79.mo MAGGIO MF BIGLIETTI A PREZZO SPECIALE
Anche quest'anno partecipiamo al Festival del Maggio Musicale Fiorentino con un concerto in programma sabato 14 maggio ore 20.00 al Teatro dell'Opera di Firenze. Daniele Rustioni dirige il toccante Requiem di Mozart, e Cantus di Arvo Pärt. È prevista una promozione speciale riservata a tutti gli abbonati ORT: - 20% di sconto per tutti gli eventi del Festival 2016 accessibile esclusivamente con acquisto on line, utilizzando il codice sconto, che potrete ricevere scrivendo a ortstampa@orchestradellatoscana.it. - 20% di sconto limitato al solo concerto del 14 maggio se l'acquisto viene effettuato presso la biglietteria del teatro dell'Opera di Firenze. In questo caso è necessario presentare il proprio abbonamento nel momento dell'acquisto.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
DANIELE RUSTIONI direttore
FRANCESCA DEGO violino
19
MAGGIO
giovedĂŹ ore 21.00
Rossini_
L'Italiana in Algeri, ouverture
Paganini_
Concerto n.1 per violino e orchestra op.6
Schumann_
Sinfonia n.3 op.97 'Renana'
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
SOSTIENI L'ORT: DONA IL TUO 5X1000!
RUSTIONI A SOSTEGNO DELLA FONDAZIONE CAREGGI
Il nostro direttore principale sarà ospite della stagione concertistica Careggi in Musica, curata dall’Associazione A.Gi. Mus di Firenze, domenica 15 maggio, alle ore 10.30. Daniele Rustioni dirigerà l’Orchestra Giovanile AgimusArte, compagine nata per l’occasione, e formata da giovani dai 15 ai 30 anni di età provenienti da varie Scuole di Musica e Conservatori della Toscana. In programma musiche di Bruch, Bach, Elgar e Respighi. Il concerto avrà luogo presso l’Aula Magna del Nuovo Ingresso di Careggi (Largo Brambilla 3, Padiglione 3, Firenze). L’incasso, ad offerta libera, sarà interamente devoluto alla Fondazione Careggi. Per info 055 580996 - 338 9841799 agimus.firenze@agimus.it
Sostenere l'ORT con il 5x1000 vuol dire contribuire concretamente alla realizzazione di progetti mirati di carattere didattico, propedeutico e formativo a livello regionale. Importante: la destinazione del 5 per mille non è alternativa a quella dell'8 per mille: entrambe le scelte possomo essere espresse. La procedura è semplice: basta riportare la propria firma nell'apposito riquadro dei modelli di dichiarazione dei redditi, indicando in questo caso il codice fiscale della Fondazione Orchestra Regionale Toscana: C.F. 01774620486. Si può donare il 5 per Mille utilizzando il modello integrativo CUD 2015, il modello 730/1 bis o il modello unico persone fisiche 2015. Aiutaci a mantenere viva l'anima e la voce dell'Orchestra della Toscana!
CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it
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Ufficio Comunicazione ORT IMPAGINAZIONE
Ambra Greco TEATRO VERDI
Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it
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Per Morten Abrahamsen (copertina) Miriam Dalsgaard (5, 6) Agnete Schlichtkrull (6) stampa
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