Programma Dausgaard | Zavalloni | Stagione 16_17

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XXXVI stagione concertistica

THOMAS DAUSGAARD direttore CRISTINA ZAVALLONI mezzosoprano


fondazione orchestra regionale toscana

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli

Direttore comunicazione

Riccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraising

Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra

Angelo Del Rosso

OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico

Vittorio Quarta

Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala

Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone


XXXVI stagione concertistica 16_17

direttore artistico

Giorgio Battistelli

direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard

 O IC

stituzioni

oncertistiche

rchestrali


THOMAS DAUSGAARD

JEAN SIBELIUS

cristina zavalloni

I. Adagio | Vivacissimo | Adagio II. Allegro molto moderato | Allegro moderato | Vivace | Presto III. Adagio

direttore

mezzosoprano

in collaborazione con il Conservatorio "Luigi Cherubini" di Firenze e l'Istituto "Rinaldo Franci" di Siena

Sinfonia n.7 in do maggiore op.105 'In un tempo'

LUCIANO BERIO Folk Songs, per voce e orchestra da camera 1. Black is the color ... 2. I wonder as I wander ... 3. Loosin yelav ... 4. Rossignolet du bois 5. A la femminisca 6. La donna ideale 7. Ballo 8. Motettu de Tristura 9. Malurous qu’o uno fenno 10. Lo fiolaire 11. Azerbaijan love song

***

Firenze, teatro verdi

giovedì 20 aprile 2017 ore 21.00 Empoli, teatro excelsior

venerdì 21 aprile 2017 ore 21.00

Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

JOHANNES BRAHMS Sinfonia n.3 in fa maggiore op.90 Allegro con brio Andante Poco Allegretto Allegro


THOMAS DAUSGAARD

Thomas Dausgaard è Chief Conductor della BBC Scottish Symphony Orchestra, direttore stabile dell’Orchestra da Camera Svedese, direttore ospite principale della Seattle Symphony, Direttore Onorario dell’Orchestra della Toscana (ORT), e della Danish National Symphony Orchestra, di cui è stato anche Direttore Stabile dal 2004 al 2011. Dausgaard è noto per i suoi programmi creativi e innovativi , per la bellezza delle sue esecuzioni e per il suo

catalogo discografico ricco ed esteso, sempre molto ben accolto dalla critica internazionale. Dirige regolarmente le più importanti orchestre europee: Orchestra Filarmonica di Monaco di Baviera, Gewandhaus di Lipsia, Staatskapelle di Dresda, Orchestra della Radio Bavarese, Konzerthaus di Berlino, Vienna Symphony, Chamber Orchestra of Europe, Mozarteum di Salisburgo, Royal Philharmonic e Philharmonia Orchestra, London


Symphony Orchestra, BBC Symphony e Orchestre Philharmonique de Radio France. Oltre oceano ha cominciato la sua carriera come assistente di Seiji Ozawa e da allora ha diretto la Cleveland Orchestra, Boston Symphony, Los Angeles Philharmonic, Washington National Symphony Orchestra, Baltimore Symphony, Houston e Detroit Symphony, Toronto Symphony e Montreal Symphony Orchestra. Inoltre dirige regolarmente in Asia e Australia ed è stato ospite della New Japan Philharmonic, della Hong Kong Philharmonic, e delle Orchestre Sinfoniche di Sydney e Melbourne. Trai numerosi Festivals internazionali che lo hanno visto sul podio ricordiamo i BBC Proms di Londra, il Festival di Salisburgo, il Mostly Mozart Festival, l’Enescu Festival e quello di Tanglewood. Incide da molto tempo con le Case BIS e Da Capo ed ha realizzato più di 50 incisioni discografiche, che coprendono il ciclo completo delle Sinfonie di Beethoven, Schubert, Schumann e opere dei danesi Rued Langgaard e Pelle Gudmundsen-

Holmgreen. Opening Doors è una serie in corso di realizzazione per BIS con l’Orchestra da Camera Svedese con repertorio del 19simo secolo solitamente intepretato da grandi compagini sinfoniche. Tra le incisioni più recenti moltissimo successo ha ottenuto la Decima Sinfonia di Mahler nella III versione Deryck Cooke con la Seattle Symphony Orchestra. Tra i progetti futuri un Ciclo Brahms per BIS e un Brandenburg Project con la Swedish Chamber Orchestra in cui i Concerti Brandeburghesi di Bach saranno affiancati di brani contemporanei appositamente commissionati. Thomas Dausgaard è stato insignito della Croce di Cavaliere dalla Regina di Danimarca ed è membro della Accademia Reale di Musica in Svezia. Sempre curioso di apprendere, i suoi numerosi interessi vanno anche al di là della musica e comprendono l’architettura, il paesaggio, e una grande fascinazione per la vita e la cultura di popolazioni remote. Vive in Danimarca a Copenhagen con la sua famiglia.


cristina zavalloni

Cristina Zavalloni nasce a Bologna. Di formazione jazzistica, intraprende a diciotto anni lo studio del belcanto e della composizione presso il Conservatorio della sua città. Per molti anni si dedica anche alla pratica della danza classica e contemporanea. Si esibisce nei più importanti teatri, in stagioni concertistiche internazionali e festival jazz, tra cui il Montreux Jazz Festival, North Sea Jazz Festival, Free Music Jazz Festival di Anversa, Moers

Music, Bimhuis, London Jazz Festival, Klara Festival, International Jazz Festival di Rotterdam, Concertgebouw di Amsterdam, Concertgebouw di Bruges, Lincoln Center e Carnegie Hall, Walt Disney Hall, Teatro alla Scala di Milano, Barbican Center, Beijing Concert Hall, Moscow International House, ecc. È ospite di orchestre quali la London Sinfonietta, BBC Symphony Orchestra, Schoenberg Ensemble, Sentieri


Selvaggi, Musik Fabrik, Orkest De Volharding, Orchestra della Rai di Torino, Los Angeles Philharmonic, Filarmonica Arturo Toscanini, Irish Chamber Orchestra; diretta da Martyn Brabbins, Stefan Asbury, Reinbert De Leeuw, Ivan Fischer, Oliver Knussen, David Robertson, Jurjen Hempel, Georges-Elie Octor, Andrea Molino, Marco Angius, tra gli altri. Collabora con il compositore olandese Louis Andriessen, che ha scritto per lei alcuni dei suoi più recenti lavori tra cui Passeggiata in tram per l’America e ritorno, La Passione, Inanna, Letter from Cathy, Racconto dall’Inferno, la parte di Dante ne La Commedia, il monodramma Anais Nin e la parte di Sor Juana Ines de la Cruz ne l’opera Theatre of the World. È interprete di prime esecuzioni di Carlo Boccadoro, Luca Mosca, Emanuele Casale, Michael Nyman, Mauro Montalbetti e di alcune composizioni di James

McMillan (la prima USA di Raising Sparks, Carnegie Hall, 2011). Frequenta il repertorio barocco (Incoronazione di Poppea, Combattimento di Tancredi e Clorinda), collaborando con registi e coreografi quali Mario Martone e Alain Platel (VSPRS e Pitié!, su musiche di Fabrizio Cassol) o con la Brass Bang! (Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Marcus Rojas, Steven Bernstein). Le sue più recenti collaborazioni in ambito jazzistico includono i duo voce e piano con Jason Moran, Stefano Bollani, Benoit Delbecq, Alfonso Santimone, le collaborazioni con Radar Band, Uri Caine e il suo quartetto Special Dish. Ha realizzato per la televisione italiana (RaiTre) le Effemeridi Musicali, serie di pillole andate in onda nella stagione 2013/14, in cui raccontava alcuni dei propri progetti musicali.


JEAN SIBELIUS (Hämeenlinna 1865 – Järvenpää 1957)

Sinfonia n.7 in do maggiore op.105 ‘In un tempo’ durata: 25 minuti circa

Jean Sibelius è il primo, e il più grande, compositore finlandese della storia. Riconosciuto da subito figura di riferimento per la sua terra, che dal 1897 in avanti gli elargì una sovvenzione statale al fine di sollevarlo da qualsiasi incombenza lavorativa che non fosse la stesura di nuove opere. Alle quali si applicò con costanza fino al 1926. Dopodiché diradò di molto la sua attività fino a smettere definitivamente di scrivere nel giro di pochi anni, un po' per ragioni di salute (fra le quali pure l'eccessiva dipendenza da alcool), un po' perché consapevole dell'inattualità del suo lessico pervicacemente tonale, ancorato a una sensibilità ormai antiquata. Quella stessa sensibilità che gli lasciava intendere l'evanescenza timbrica di Debussy ma non gli smarrimenti esistenziali mahleriani, né tantomeno l'eccessiva «tensione di cervello» di Schönberg. Del resto, probabilmente, per lui non sarebbe stato possibile far più di quanto aveva già fatto: uno stato giovane come la Finlandia, che stava a poco a poco costruendo la propria identità collettiva anche attraverso l'espressione artistica, necessitava di una musica capace di parlare a chiunque con chiarezza e spontaneità. Importava la comunicazione piuttosto che la ricerca del

nuovo. E Sibelius l'aveva compreso, tanto da fondare la sua poetica sull'idea dell'«acqua pura», cioè su sincerità d'eloquio e immediatezza di significati raggiungibili attraverso l'elaborazione di un immaginario sonoro evocativo di scenari naturali e saghe mitologiche, contraddistinto da una trama strumentale trasparente, da un'ispirazione nostalgica, intimistica, e da una tinta decisamente nordica. La Settima, terminata nel 1924, rappresenta il suo testamento nel campo sinfonico – la fantomatica Ottava resterà in cantiere fino ai tardi anni Trenta, successivamente l'autore non ne farà più parola, e non è chiaro se sia stata solo abbozzata oppure scritta per intero e poi, dopo mille emendamenti, distrutta perché insoddisfacente. Sibelius cominciò a pensare alla Settima contemporaneamente alla Sesta, verso il 1918, mentre revisionava la Quinta. A quella data il modello tradizionale della sinfonia classicoromantica in quattro movimenti gli pareva decisamente superato. Infatti, a suo dire, era ora che le sinfonie organizzassero autonomamente le proprie strutture, volta per volta, in funzione del contenuto, e ciò sarebbe potuto avvenire soltanto


se con logica profonda, organica, si fosse riusciti a collegarne i diversi temi. A questo punta il compositore fin dalla Seconda sinfonia, dove gli ultimi due movimenti vengono condensati in uno, e anche la revisione della Quinta va in una direzione simile. Ma è con la Settima, concepita perlopiù durante notti di sbronze solitarie al proprio scrittoio, che il compositore giunge al risultato più radicale: tracciare un unico, vasto arco musicale che superi la suddivisione in movimenti. Niente di nuovo sotto il sole. Liszt aveva fatto lo stesso con i generi della sonata e del concerto pianistico. Comunque per Sibelius è un traguardo importante, e forse con l'Ottava avrebbe potuto andare ancora oltre. Dunque si tratta di una sinfonia in un solo tempo, sia pure articolato al suo interno in sezioni differenti, ora lente ora rapide, seguendo in maniera molto libera lo schema del rondò. Forma insolita che all'inizio, anche in occasione della première a Stoccolma il 24 marzo 1924, aveva suggerito all'autore di chiamare l'opera «Fantasia sinfonica» anziché Sinfonia. Questo blocco omogeneo, germinato da poche idee melodiche che si ripetono e sviluppano, comincia con un «Adagio» dall'andamento processio-

nale, solenne senza arroganza, al culmine del quale compare per la prima volta il tema fondamentale del trombone, grandioso, che pare proiettarsi nello spazio siderale (se ne rammenteranno i compositori americani, specie quelli di colonne sonore per la fantascienza: d'altronde le partiture di Sibelius hanno avuto tanta fortuna negli Stati Uniti). Poi questa sezione si trasforma, affrettando via via il tempo, in un breve «Vivacissimo» zampettante che impercettibilmente trascolora in un «Adagio» assai inquieto, annunciato dal ripresentarsi del motto del trombone. Seguono situazioni diverse (indicate in partitura con «Allegro molto moderato», «Allegro moderato», «Vivace», «Presto»), però tutte nello spirito della danza. Il ritorno dell'«Adagio» porta con sé la terza e ultima apparizione del tema del trombone, stavolta enunciato in tono esultante. Tuttavia le battute finali della sinfonia non risuonano come un trionfo pieno; possiedono qualcosa di stridente, di irrisolto. Gregorio Moppi


LUCIANO BERIO (Oneglia 1925 – Roma 2003)

Folk Songs, per voce e orchestra da camera durata: 23 minuti circa

Ho sempre provato un senso di profondo disagio ascoltando canzoni popolari (cioè espressioni popolari spontanee) accompagnate dal pianoforte. È per questo e, soprattutto, per rendere omaggio all’intelligenza vocale di Cathy Berberian che nel 1964 ho scritto Folk Songs per voce e sette esecutori ( auto/ottavino, clarinetto, due percussioni, arpa, viola, violoncello) e, successivamente, per voce e orchestra da camera (1973). Si tratta, in sostanza, di un’antologia di undici canti popolari (o assunti come tali) di varia origine (Stati Uniti, Armenia, Provenza, Sicilia, Sardegna, ecc.), trovati su vecchi dischi, su antologie stampate o raccolti dalla viva voce di amici. Li ho naturalmente interpretati ritmicamente e armonicamente: in un certo senso, quindi, li ho ricomposti. Il discorso strumentale ha una funzione precisa: suggerire e commentare quelle che mi sono parse le radici espressive, cioè culturali, di ogni canzone. Queste radici non hanno a che fare solo con le origini delle canzoni, ma anche con la storia degli usi che ne sono stati fatti, quando non si è voluto distruggerne o manipolarne il senso.

Due di queste canzoni («La donna ideale» e «Ballo») non sono popolari nella sostanza, ma solo nelle intenzioni: le ho composte io stesso nel 1947. La prima sulle parole scherzose di un anonimo genovese, la seconda sul testo di un anonimo siciliano. Luciano Berio


Folk Songs di Luciano Berio 1. Black is the color ... (U.S.A.)

Black black black is the colour of my true love’s hair His lips are something rosy fair The sweetest smile and the kindest hands I love the grass whereon he stands I love my love and well he knows I love the grass whereon he goes If he no more on earth will be ’twill surely be the end of me

2. I wonder as I wander ... (U.S.A.)

I wonder as I wander out under the sky How Jesus our Saviour did come for to die For poor ordn’ry people like you and like I I wonder as I wander out under the sky When Mary birthed Jesus ’twas in a cow stall With wise men and farmers and shepherds and all But high from the Heavens a star’s light did fall The promise of ages it then did recall If Jesus had wanted of any wee thing A star in the sky or a bird on the wing Or all of God’s angels in Heav’n for to sing He surely could have had it ’cause he was the king

3. Loosin yelav ... (Armenia)

Loosin yelav en sareetz Saree partzaer gadareetz Shegleeg megleeg yeresov Paervetz kedneen loosnidzov Jan ain loosin Jan ko loosin Jan ko gaelor sheg yereseen Xavarn arten tchaekatzav Oo el kedneen tchaegatzav Loosni loosov halatzvadz Moot amberi metch maenadz Jan ain loosin Jan ko loosin Jan ko gaelor sheg

4. Rossignolet du bois (Francia)

Rossignolet du bois Rossignolet sauvage Apprends-moi ton langage Apprends-moi-z à parler Apprends-moi la manìère Comment il faut aimer Comment il faut aimer Je m’en vais vous le dire Faut chanter des aubades Deux heures après minuit Faut lui chanter: la belle C’est pour vous réjouir On m’avait dit la belle Que vous avez des pommes Des pommes de renettes Qui sont dans vot’ jardin Permettez-moi la belle Que j’y mette la main Non je ne permettrai pas Que vous touchiez mes pommes Prenez d’abord la lune Et le soleil en main Puis vous aurez les pommes Qui sont dans mon jardin

5. A la femminisca (Sicilia)

E Signuruzzu miù faciti bon tempu Ha iu l’amanti miu ’mmezzu lu mari L’arvuli d’oru e li ntinni d’argentu La Marunnuzza mi l’av’aiutari, Chi pozzanu arrivòri ’nsarvamentu. E comu arriva ’na littra Ma fari ci ha mittiri du duci paroli Comu ti l’ha passatu mari, mari

6. La donna ideale (Italia)

L’ómo chi mojer vor piar De quatro cosse de’espiar La primiera è com’èl è na L’altra è de l’è ben accostuma L’altra è como el è forma


La quarta è de quanto el è dota Se queste cosse ghe comprendi A lo nome de Dio la prendi

7. Ballo (Italia)

Amor fa disciare li più saggi E chi più l’ama meno ha in sé misura Più folle è quello che più s’innamora Amor non cura di fare suoi dannaggi Co li suoi raggi mette tal calura Che non puo raffreddare per freddura

8. Motettu de Tristura (Sardegna) Tristu passirillanti Comenti massimbillas Tristu passirillanti E puita mi consillas A prangi po s’amanti Tristu passirillanti Cand’happess interrada Tristu passirillanti Faimi custa cantada Cand’happess interrada

9. Malurous qu’o uno fenno (Auvergne) Malurous qu’o uno fenno, Malurous qué n’o cat! Qué n’o cat n’en bou uno, Qué n’o uno n’en bou pas! Tradèra, ladèri dèrèro Ladèra, ladèri dèra. Urouzo lo fenno Qu’o l’omé qué li cau! Urouz’ inquèro maito O quèlo qué n’o cat! Tradèra, ladèri dèrèro Ladèra, ladèri dèra

10. Lo fiolaire (Auvergne)

Ton qu’èrè pitchounèlo, Gordavè loui moutous. Ti lirou lirou... la la diri tou tou la lara!

Obio ‘no counoulhèto È n’ai près u postrou. Ti lirou lirou... la la diri tou tou la lara! Per fa l’obiroudèto Mè domound’ un poutou. Ti lirou lirou... la la diri tou tou la lara! È ièu soui pas ingrato, Èn lièt d’un n’in fau dous! Ti lirou lirou... la la diri tou tou la lara!

11. Azerbaijan love song (Azerbaijan) Da maesden bil de maenaes Di dilamnanai ai naninai Go shadaemae hey ma naemaes yar Go shadaemae hey ma naemaes Sen ordan chaexman boordan Tcholoxae mae dish ma naemaes yar Tcholoxae mae dish ma naemaes Kaezbe li nintché dirai nintché Lebleri gontchae derai gontchae Kaezbe linini je deri nintché Lebleri gontcha de le gontcha Na plitye korshis sva doi Ax kroo gomshoo nyaka mae shi Ax pastoi xanaem pastoi Jar doo shi ma nie patooshi Go shadaemae hey ma naemaes yar Go shadaemae hey ma naemaes Sen ordan chaexman boordan Tcholoxae mae dish ma naemaes yar Tcholoxae mae dish ma naemaes Kaezbe li nintché dirai nintché Lebleri gontchae derai gontchae Nie didj dom ik diridit Boost ni dietz stayoo zaxadit Ootch to boodit ai palam Syora die limtchésti snova papalam


JOHANNES BRAHMS (Amburgo 1833 – Vienna 1897)

Sinfonia n.3 in fa maggiore op.90 durata: 45 minuti circa

Le quattro Sinfonie di Johannes Brahms furono com­poste in due fasi distinte. Ben sei anni intercorrono infatti fra la Seconda del 1877, seguita immediata­mente alla Prima, e la Terza del 1883, a sua volta pros­sima alla Quarta del 1885. Di qui la tendenza a con­siderare le due coppie di opere come appartenenti a stadi diversi del tormentato e meditatissimo rapporto di Brahms con la forma più impegnativa per ogni musi­cista tedesco dell'Ottocento. Lo spazio fra la Seconda e la Terza, analogamente al lungo lavoro preparato­rio che aveva preceduto la Prima, testimonia attraver­so le esperienze condotte in altri campi, dal Lied alla musica da camera, dal repertorio corale a quello sinfo­nico (il Concerto per violino, le due Ouverture, il Secon­do Concerto per pianoforte) un intimo bisogno di rifles­sione intorno al problema della forma. In questo sen­so le ultime due Sinfonie possono essere considerate come un superamento delle precedenti sul piano della complessità linguistica e dell'affinamento dello stile, per quanto sia certo difficile stabilire graduatorie fra simili monumenti. È comunque impossibile non coglie­re nella Terza, rispetto alla limpida e ariosa perfezio­ne della Seconda, un notevole ispessirsi della scrittura e una crescita di ambizioni

con la ricerca di un tono più alto e imperioso, a tratti perfino epico. A questo diverso carattere deve aver fatto riferimento il diretto­re Hans Richter, primo interprete dell'opera a Vienna il 2 dicembre del 1883, nel definirla "l'Eroica di Brahms". Appellativo che da un lato intendeva riaffermare il pro­cedere del sinfonismo brahmsiano dai modelli di Beetho­ven, già sottolineato da Hans von Bülow per la Prima, e dall'altro distinguere il carattere più drammatico del nuovo lavoro dalle serene atmosfere paniche della Seconda. Una definizione che peraltro doveva risulta­re limitativa e in certi casi addirittura deviante per un lavoro tanto complesso e variegato, oltre che del tutto privo di riferimenti programmatici secondo il consue­to atteggiamento estetico del compositore. Forse il giudizio di Richter era stato influenzato anche dallo sbalzo poderoso delle misure iniziali, una sorta di tema-motto che suIl'esempio di Beethoven condi­ziona profondamente tutta la struttura del primo movi­ mento ripresentandosi poi con impressionante eviden­za simbolica nelle battute di coda del Finale. Questo motivo di tre note, fa - la bemolle - fa, che riprende attraverso la nomenclatura alfabetica tedesca (F, A, F) le lettere iniziali del motto giovanile di Brahms


Frei aher froh (libero ma felice), costituisce soprattutto uno dei mezzi attraverso i quali è impostata la straordinaria unità della Sinfonia. Infatti il nucleo drammatico del­la partitura è incentrato sul conflitto fra le tonalità di fa maggiore e fa minore, e quindi fra la naturale e la bemolle, le note che definiscono tali tonalità. Nel pri­mo tempo il flusso armonico non si dirige tradizional­mente dalla tonica alla dominante ma verso la median­te, la maggiore. In questa tonalità compare il secondo tema, mentre la sezione conclusiva dell'esposizione risulta in la minore, riproponendo così in uno spazio più vasto l'oscillazione fra i due modi già suggerita nelle battute iniziali. A differenza delle altre tre Sinfo­ nie di Brahms nell'impianto armonico della Terza tutti e quattro i tempi rimangono vicini alla tonalità princi­ pale: i due esterni sono in fa e quelli interni nel tono della dominante, do maggiore l'Andante, do minore il Poco allegretto. AI carattere impetuoso e appassiona­to dell'Allegro con brio il secondo tempo contrappone un'atmosfera distesa da idillio agreste, ma senza rinun­ciare a stabilire precisi richiami tematici al "motto" del movimento precedente. Inoltre il suo misterioso secondo tema non ricompare nella ripresa, dove è soppiantato da

una nuova e struggente idea melodica, ma solo nel Finale, trasformato in un solenne corale che interrom­pe il primo gruppo tematico e quindi lo sviluppo. Il "motto" del primo tempo genera il disegno in terzine che accompagna la tenera e famosissima melodia dei violoncelli nel Poco allegretto, il quale peraltro solo for­malmente è riferibile alla struttura classica dello Scher­zo con un Trio centrale in la bemolle maggiore dal carattere vago e inquieto. AI movimento conclusivo spetta poi il compito di ricapitolare tutto il percorso attraverso un taglio aspro e tormentato che ripropone nella monumentalità di una formaSonata su gruppi tematici il conflitto centrale fra maggiore e minore. Solo nella Coda la tensione si dissolve in un luminoso fa maggiore accompagnato dal progressivo alleggeri­mento dell'ordito strumentale. Nel pianissimo delle ulti­me battute il ripresentarsi del tema che aveva aperto la Sinfonia non segna dunque un ritorno ciclico all'ini­zio del viaggio. La sua immagine diafana e rassere­nata sembra piuttosto indicarci senza trionfalismi il lun­go cammino compiuto e colorare il superamento dei contrasti di malinconica rassegnazione. Giuseppe Rossi


VIOLINI PRIMI

CONTRABBASSI

TROMBONI

Daniele Giorgi * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Patrizia Bettotti Francesco Di Cuonzo Marian Elleman Chiara Foletto Marco Pistelli Leonardo Ricci (f) Marta Serpi (f)

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Eugenia Barone (c) Francesco Sarrini (f)

Paolo Masi * Edoardo Baldini (c) Sergio Bertellotti

FLAUTI

Morgan M.Tortelli *

VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Stefano Bianchi ** Virginia Capozzi (c) Gabriella Colombo Marcello D'Angelo Emanuele De Luca (f) Alessandro Giani Susanna Pasquariello VIOLE

Michele Marasco Claudia Bucchini OBOI

PERCUSSIONI

Marco Farruggia (f)

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *

arpa

CLARINETTI

Ispettore d’orcheStra e archivista

Marco Ortolani * Francesco Grassi (f) Dusan Mamula (c) FAGOTTI

Paolo Carlini * Umberto Codecà * Corrado Barbieri

Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Aurora Arcudi (f) Caterina Cioli Alessandro Franconi Giacomo Zumstein (f)

CORNI

VIOLONCELLI

Donato De Sena * Guido Guidarelli * Pietro Narese (c)

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Michael Cotton (c) Georgia Morse (c) Giovanni Simeone

TIMPANI

Andrea Albori * Paolo Faggi * Cecilia Brunetti (c) Gabriele Ricci (f) TROMBE

Cinzia Conte *

Alfredo Vignoli * prime parti ** concertino corsivo (c) allievi Conservatorio Cherubini di Firenze

corsivo (f) allievi Istituto Franci di Siena


I prossimi appuntamenti

4

MAGGIO

giovedĂŹ ore 21.00

11

MAGGIO

giovedĂŹ ore 21.00

GARRY WALKER

direttore

musiche di Ibert, Mozart, Schubert

DANIELE RUSTIONI

direttore maurizio baglini pianoforte musiche di Mozart, Chopin, Rossini, Stravinskij


ORCHESTRA SINFONICA DEL CONSERVATORIO DI MUSICA “LUIGI CHERUBINI” DI FIRENZE L’Orchestra del 'Cherubini’ di Firenze è l’espressione più alta del ‘Sistema Orchestra’, creato nel 2005 all’interno del Conservatorio, nell’ambito delle classi di esercitazioni orchestrali e formazione orchestrale. È composta dagli studenti dei corsi più avanzati sia del vecchio che del nuovo ordinamento, e svolge una regolare attività di produzione, che include decine di concerti all’anno, in collaborazione con il coro e con altre orchestre e solisti dell’istituto di alta formazione musicale, oltre a varie collaborazioni sia in Italia che all’estero. Da segnalare la registrazione di alcuni importanti dvd, pubblicati e diffusi dalla De Agostini di Spagna, tra cui il Requiem in do minore e la Marcia funebre di Cherubini, il Deutsches Requiem di Brahms e la Messa da Requiem di Verdi.

Altri fondamentali impegni della formazione sono stati l’esecuzione del Requiem di Mozart presso la Basilica di San Lorenzo in Firenze e per il prestigioso ‘Festival di Pasqua’ di Roma; la rappresentazione dell’opera corale La casa dei lupi al Teatro La Pergola di Firenze; l’esecuzione dei Carmina Burana, unitamente al coro del Cherubini, presso il Verdi di Firenze e altri siti tra cui il concerto presso l’Università La Sapienza di Roma lo scorso ottobre, dove ha riscosso una calorosa accoglienza da parte di un folto pubblico. Tra le novità, è capofila del progetto della Regione Toscana, inauguratosi nel 2015, l’Orchestra dei Conservatori della Toscana (ne fanno parte l’Istituto Boccherini di Lucca, l’istituto Franci di Siena e l’istituto Mascagni di Livorno). Ha all’attivo importanti collaborazioni, tra cui quella con il Teatro dell’Opera di Firenze, e quella con l’ORT.


ORCHESTRA DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI "RINALDO FRANCI" DI SIENA L’Orchestra Rinaldo Franci è il frutto del progetto didattico di formazione dell'Istituto di Alta Formazione cui essa appartiene. Composta prevalentemente dai migliori allievi dell’Istituto, essa rappresenta il più importante strumento formativo per i giovani musicisti che, sia durante i loro studi accademici che successivamente, acquisiscono una pratica ed una esperienza orchestrale che hanno già permesso a tanti di loro di occupare posti rilevanti in istituzioni musicali nazionali ed internazionali (Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova, Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra Filarmonica d‘Israele, Orchestra del Teatro alla Scala). Sotto la direzione dei docenti di esercitazioni orchestrali titolari, l’Orchestra Rinaldo Franci ha realizzato numerose e significative esecuzioni che includono dal repertorio sinfonico classico a quello solistico, fino a quello sacro e vocale senza trascurare la produzione di lavori contemporanei, alcuni dei quali apposi-

tamente composti per la compagine dalle competenze interne all'Istituto stesso. L’Orchestra ha collaborato anche con direttori ospiti e solisti di chiara fama, alcuni dei quali anche docenti ed ex allievi dell’Istituto, fra i quali citiamo Hector Moreno, Luciano Acocella, Michele Manganelli, Luca Rinaldi, Marco Guerrini, Luca Provenzani, Anastasia Tomaszewska Schepis, Patrizia Ciofi, Laura Polverelli. L'Orchestra è da anni impegnata in costanti collaborazioni con vari Enti e Associazioni del territorio, pubblici e privati, ed in attività di solidarietà. Attualmente il progetto è condiviso tra i Maestri Massimo Niccolai e Carlomoreno Volpini che curano la formazione dell'orchestra e la produzione, sostenendo anche il nuovo percorso che vede le orchestre dei quattro Istituti di Alta Formazione della Toscana riunite per alcuni progetti comuni nell'ottica dell'ampliamento degli orizzonti di formazione su scala regionale.


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO

QUEST'ANNO SOSTIENI L'ORT: DONA IL TUO 5X1000!

L'ORT PER I GIOVANI: youtH orchestra - youtH ort

L'ORT offre ai giovani dai 18 ai 26 anni un Corso di Alta Formazione Orchestrale, grazie al sostegno del progetto “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura” della SIAE con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il corso si rivolge a 10 giovani strumentisti ad arco: 4 violini, 2 viole, 2 violoncelli e 2 contrabbassi di nazionalità italiana o estera purché residenti in Italia. La scadenza per l’invio della domanda di ammissione alla pre selezione, insieme al video con l’esecuzione dei brani a scelta indicati nel programma, è lunedì 8 maggio 2017. Info e download bando su www.orchestradellatoscana.it/it/ info/audizioni-e-concorsi

Sostenere l'ORT con il 5x1000 vuol dire contribuire concretamente alla realizzazione di progetti mirati di carattere didattico, propedeutico e formativo a livello regionale. La destinazione del 5 per mille non è alternativa a quella dell'8 per mille: entrambe le scelte possono essere espresse. La procedura è semplice: basta riportare la propria firma nell'apposito riquadro dei modelli di dichiarazione dei redditi, indicando in questo caso il codice fiscale della Fondazione ORT: C.F. 01774620486. Si può donare il 5 per Mille utilizzando il modello integrativo CUD 2016, il modello 730/1 bis o il modello unico persone fisiche 2016. Aiutaci a mantenere viva l'anima e la voce dell'Orchestra!


MUSART FESTIVAL 2017

Orchestra della Toscana

CORO CITTÀ DI ROMA maestro del coro Mauro Marchetti

BOLÉRO CARMINA BURANA MAURICE RAVEL

CARL ORFF

RUSTIONI

Piazza SS. Annunziata Firenze

mercoledì 19 luglio ore 21.15

anomie

direttore DANIELE

Per informazioni: www.musartfestival.it | www.orchestradellatoscana.it Promosso da

Sostenitori del Festival

Con il contributo di

PROMOZIONE TURISTICA


L'ORT SI PREPARA ALL'ESTATE | VILLE E GIARDINI INCANTATI

L'appuntamento estivo alla Villa La Petraia ha riscosso un enorme successo di pubblico negli ultimi due anni, tanto che la Fondazione ORT vuole replicare anche quest'anno il calendario dei concerti, ampliando date e sedi in un progetto piÚ organico. Da maggio a giugno protagoniste saranno proprio le ville medicee e i giardini di Petraia, Cerreto Guidi, Poggio a Caiano e Castello: ospiteranno l'Orchestra della Toscana in quattro programmi che vedranno alternarsi sul podio Andrea Fornaciari, Luca Guglielmi e Daniele Giorgi, affiancati dalle prime parti dell'ORT, Chiara Morandi e Augusto Gasbarri. Altra novità è la tipologia di esperienza offerta al pubblico. I concerti verranno concepiti come eventi non solo musicali ma anche culturali, valorizzando il patrimonio dei luoghi attraverso visite guidate gratuite, organizzate e curate direttamente dalle Direzioni delle Ville. I Concerti avranno inizio alle 21.30, anticipati dalla visita che si svolge alle ore 19.30, e che prevedono gruppi di massimo 30 persone. L'ingresso ai singoli concerti prevede un costo di euro 10,00 comprensivo della visita guidata. I biglietti saranno acquistabili alla Biglietteria del Teatro Verdi, tramite circuito Box Office e direttamente sul luogo prima del concerto. Per info tel. 055 2340710


CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it Segreteria info@orchestradellatoscana.it

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Ufficio Comunicazione ORT

TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

IMPAGINAZIONE

Ambra Greco Foto

Barbara Rigon (copertina, 7, 8) Thomas Grøndahl (5), Irene Trancossi (6) Jack Liebeck (22) stampa

Grafiche Martinelli (Firenze)


con il contributo di


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