Concerto di Carnevale

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XXXIV STAGIONE CONCERTISTICA _14_15

Concerto di Carnevale

DANIELE RUSTIONI direttore

ENRICO DINDO violoncello


FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli Consiglio di Amministrazione

Direttore comunicazione

Claudio Martini Presidente Daniela Misul Vicepresidente

Ufficio sviluppo e fundraising

Marta Blasi Stefanelli Ricciotti Corradini Rita Cucè Alda Giannetti Giancarlo Nutini Giulio Cesare Ricci Adriano Tintori Riccardo Zucconi

Collegio dei Revisori dei Conti

Roberto Giacinti Presidente Rino Cacciamani Paolo Formichi

Riccardo Basile Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli | Direzione Generale Tiziana Goretti | Direzione Artistica Ambra Greco | Area Comunicazione Simona Capristo | Play It! Servizi tecnici Orchestra

Francesco Vensi, Angelo Del Rosso OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti


 O IC

stituzioni

oncertistiche

rchestrali

XXXIV STAGIONE CONCERTISTICA direttore artistico direttore principale

Giorgio Battistelli Daniele Rustioni

direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard


Concerto di Carnevale

DANIELE RUSTIONI

ALFREDO CASELLA

direttore

Concerto per violoncello e orchestra op.58

ENRICO DINDO violoncello

Allegro molto vivace Largo, grave Presto vivacissimo

PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ

Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op.33 Moderato quasi andante Tema: Moderato semplice I - II - Tema III - Andante sostenuto IV - Andante grazioso V - Allegro moderato VI - Andante VII - Allegro vivo FIRENZE, TEATRO VERDI*

martedì 17 febbraio 2015 ore 21.00 PISTOIA, TEATRO MANZONI

mercoledì 18 febbraio 2015 ore 21.00

***

GIOACHINO ROSSINI

La gazza ladra, ouverture

EMPOLI, TEATRO EXCLESIOR

giovedì 19 febbraio 2015 ore 21.00 AREZZO, AUDITORIUM FIERE E CONGRESSI

sabato 21 febbraio 2015 ore 21.00 *concerto fiorentino registrato e trasmesso in differita da Rai Radio3 Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

DMITRIJ ŠOSTAKOVIČ

Sinfonia n.9 in mi bemolle maggiore op.70 Allegro Moderato Presto Largo Allegretto


DANIELE RUSTIONI

Talento precoce, a poco più di trent’anni Daniele Rustioni è già una consolidata realtà nel panorama internazionale (The Times “un talento in ascesa destinato a grandi cose”). Premiato come “Best newcomer of the Year” agli International Opera Award di Londra (2013), dallo scorso giugno è passato da direttore ospite a direttore principale dell’ORT, nomina che ha così commentato: “È una grande gioia per me poter approfondire la mia relazione con una squadra vincente, dai musicisti alla direzione artistica, dai tecnici all’amministrazione fino alla Presidenza: se l’ORT è una istituzione “sana”, seria e rispettata in Italia e all’estero lo si deve

al loro lavoro e al costante impegno di questa ‘orchestra di persone’ che ho potuto conoscere sempre meglio negli ultimi tre anni. Far parte di questo gruppo fa sentire un po’ più ‘vincente’ anche me”. Diplomato al Conservatorio Verdi di Milano, sua città natale, Daniele Rustioni ha studiato con Gilberto Serembe. Si è perfezionato all’Accademia Musicale Chigiana con Gianluigi Gelmetti mentre Gianandrea Noseda e Tony Pappano sono stati i suoi principali mentori. Dopo un primo apprendistato al Teatro Mikhailovskij di San Pietroburgo, nel 2010 ha debuttato al Teatro alla Scala, dove è tornato


successivamente nell’ottobre 2012 con Bohème, a luglio 2013 per la nuova produzione di Un ballo in maschera nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario verdiano, e a febbraio 2014 con Il trovatore. Ospite regolare della Fenice di Venezia e del Teatro Regio di Torino – presso il quale ha fatto il suo debutto operistico – ha diretto al Maggio Musicale Fiorentino, all’Arena di Verona e al Rossini Opera Festival. È presente nelle maggiori stagioni liriche internazionali: dalla Royal Opera House (Covent Garden) di Londra, dove ha debuttato con Aida e ritornato ospite da poco con L’elisir d’amore, all’Opera north e alla Welsh National Opera, debuttando con una nuova produzione di Così fan tutte e successivamente impegnato con due nuove produzioni di Anna Bolena e Roberto Devereux nell’autunno 2013. Nel corso della scorsa stagione ha debuttato all’Opera Nikkikai di Tokyo, alla Staatsoper di Monaco di Baviera e all’Opéra National de Lyon per la direzione di una nuova produzione di Simon Boccanegra, e in estate alla stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma a Caracalla; per la prossima stagione sono già previsti i debutti all’Opéra National de Paris con Madama Butterfly e alla Staatsoper di Berlino con La traviata. Negli Stati Uniti ha debuttato nell’estate 2011 al Festival di Glimmerglass ed è tornato per una nuova produzione di Norma alla Washington National Opera

nella primavera 2013. Molto intensa anche l’attività sinfonica: nell’ambito della felice collaborazione con l’ORT, che nel maggio 2013 ha guidato al KKL di Lucerna, ha diretto tre programmi ogni anno, presentati, oltre che a Firenze, nei teatri della Toscana guadagnandosi la crescente affezione del pubblico e l’attenzione della critica per il suo rigoroso percorso interpretativo. In Italia ha diretto l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, la Sinfonica Nazionale della RAI, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia; in Europa l’Orchestra della Svizzera Italiana, la Filarmonica di Helsinki, la BBC Philharmonic, la London Philharmonic e la Filarmonica di Montecarlo. Nel corso della Stagione 2014/15 farà il suo debutto con la Filarmonica del Teatro La Fenice, con la Bournemouth Symphony, con la Filarmonica della Scala, con l’Orchestra Sinfonica di Tenerife e con la Netherlands Symphony Orchestra menre nel giugno 2016 dirigerà per la prima volta la Tokyo Symphony Orchestra. Ha registrato per Sony Classical l’album di Arie del basso Erwin Schrott con l’Orchestra Sinfonica della Radio Austriaca.


ENRICO DINDO

Enrico Dindo, figlio di musicisti, inizia a sei anni lo studio del violoncello diplomandosi presso il Conservatorio “G.Verdi” di Torino. Nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso “Rostropovich” di Parigi, da quel momento inizia un’attività da solista che lo porta ad esibirsi in moltissimi paesi, con orchestre prestigiose come la BBC Philharmonic Orchestra, la Rotterdam Philharmonic Orchstra, l’Orchestre Nationale de France, l’Orchestre du Capitole de Toulouse, la Filarmonica della Scala, la Sinfonica Nazionale della Rai, l’Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, la

Filarmonica di San Pietroburgo, l’Orchestra Sinfonica di Stato di San Paolo, la Tokyo Symphony Orchestra, la Toronto Symphony Orchestra e la Chicago Symphony Orchestra ed al fianco di importanti direttori tra i quali Riccardo Chailly, Aldo Ceccato, Gianandrea Noseda, Myung-Whun Chung, Paavo Järvj, Valery Gergev, Riccardo Muti e lo stesso Mstislav Rostropovich. È ospite in numerosi festival prestigiosi e sale da concerto di tutto il mondo, tra i quali Londra (Wigmore Hall), Parigi, Evian, Montpellier, Santiago de Compostela; ha partecipato allo Spring


Festival di Budapest, alle Settimane Musicali di Stresa, e al Festival delle Notti Bianche di San Pietroburgo. Ospite regolare del’Accademia di S.Cecilia (nominato Acccademico nel giugno 2012), dopo il grande successo ottenuto nel 2010, è tornato nel novembre 2013 in tournée con la Leipziger Gewandhaus Orchester, diretta da Riccardo Chailly con concerti a Lipsia, Parigi, Londra e Vienna, ottenendo un notevole successo personale. Prossimamente tornerà a Copenhagen con la Danish National Orchestra, a Tel Aviv con la Israel Symphony, a Zagabria e a Roma. Tra gli autori che hanno creato musiche a lui dedicate, Giulio Castagnoli, Carlo Boccadoro, Carlo Galante e Roberto

Molinelli. Direttore stabile de I Solisti di Pavia, ensemble da lui creato, è docente di violoncello al Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano, presso la Pavia Cello Academy ed ai corsi estivi dell’Accademia T.Varga di Sion. Incide per la Decca, per la quale è uscito nel 2011 l’integrale delle Suites di Bach, riscuotendo un notevole successo di critica. Nel gennaio 2012 la Chandos ha pubblicato i concerti di Šostakovič, incisi con la Danish National Orchestra, diretta da Gianandrea Noseda, con un immediato consenso della critica internazionale. Enrico Dindo suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.


ALFREDO CASELLA

(Torino 1883 - Roma 1947) Concerto per violoncello e orchestra op.58

durata 18 minuti circa

Compositore, pianista e docente, organizzatore musicale (fu anche lungimirante anima artistica delle Settimane Musicali Senesi dell’Accademia Chigiana), Alfredo Casella è stato una figura di primo piano nella cultura musicale europea, anche se il grande pubblico deve conoscere ancora molta della sua opera. Avviato fin da bambino allo studio del pianoforte, nella natia Torino, Casella si trasferisce appena adolescente con la madre a Parigi. La vitalità culturale e il respiro davvero europeo della capitale francese si rivelano quanto mai favorevoli alla formazione del giovane, e contribuiranno a farne uno dei più aperti e intellettualmente vivaci compositori della sua generazione: in quegli anni parigini (1896-1915), Casella seguirà i corsi di composizione di Fauré, stringerà amicizia con Ravel, assisterà alla nascita dei celebri Ballets Russes fondati da Sergej Djagilev, spettacoli che battezzarono capolavori assoluti della musica del Novecento come Petrouchka (1911) e La sagra della primavera (1913) di Stravinskij. Il Concerto per violoncello venne scritto (come ricorda lo stesso Casella nella sua autobiografia I segreti della giara) nell’estate del 1935, trascorsa in una villa della campagna senese. Dedicatario e primo interprete della pagina fu l’amico violoncellista Arturo Bonucci, col quale Casella e il violinista Alberto Poltronieri avevano formato

il Trio Italiano compiendo tournées di successo in tutto il mondo. È una pagina segnata dal dinamismo e dalla vitalità, e vede il violoncello sempre avvinto all’essenziale tessuto orchestrale: esso stesso è parte integrante e fondamentale di un discorso che procede senza sosta alcuna (i tre movimenti sono oltretutto collegati senza soluzione di continuità) e che riproduce il tipico, continuo gioco di contrasti del concerto barocco. Un nome che può venire in mente è senz’altro quello di Antonio Vivaldi, autore che Casella amava particolarmente e proprio anche da lui portato a una popolarità che dura ancora oggi. Solo che l’esuberanza e la sontuosità del modello settecentesco sono qui infiammati da ritmi appuntiti e incalzanti, da armonie audaci, da abbinamenti timbrici inusuali, tutti segnali di un Novecento innovatore, ma senza eccessi iconoclastici, dove Casella si trova al fianco di Prokof ’ev, Stravinskij e Hindemith. E così una sorta di furore, talvolta dai risvolti aggressivi, anima l’Allegro molto vivace che apre il Concerto, trascinando il violoncello in un implacabile botta e risposta con l’orchestra, facendolo inerpicare sulle regioni più acute e impervie della sua estensione, spingendolo a districarsi fra brevissimi momenti di distensione lirica e i passi danzanti quanto forsennati di un dialogo che non lascia prender fiato.


PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ

(Votkinsk 1840 - San Pietroburgo 1893) Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op.33

durata 18 minuti circa Il solo violoncello conduce al Largo centrale, qui dipanando, su un incessante sottofondo orchestrale, una melodia severa quanto intensa, e che nelle parte centrale si fa canto purissimo. Come un progressivo formicolio, che prende vita dal quel momento estatico, si fa strada il Presto vivacissimo conclusivo: i continui passaggi virtuosistici del violoncello guidano l’orchestra in un abilissimo gioco di timbri, spumeggiante e quasi impalpabile, sereno. Una leggerezza elegante e vivacissima degna di Mendelssohn e della quale, non a caso, lo stesso Casella parlò di un «volo del calabrone perfezionato». Francesco Ermini Polacci

Čajkovskij ebbe per tutta la vita un’autentica venerazione per le opere di Mozart, sia teatrali che strumentali. In una lettera del marzo 1878 alla sua mecenate e confidente Nadežda von Meck, il compositore confessava d’esser stato attratto definitivamente alla musica da una rappresentazione del Don Giovanni, cui aveva assistito nell’infanzia: “Fu attraverso quella musica che ebbi coscienza di quel mondo della bellezza artistica che si dischiude soltanto agli spiriti eletti”. Per Čajkovskij, l’amore mozartiano rappresentava però anche un metro, un modello di perfezione stilistica di fronte al quale sentiva di dover temperare la propria decadente passionalità, l’innata tendenza a fare della musica il teatro della propria autobiografia intima. Fu per questo che nel dicembre 1876, immediatamente dopo aver terminato la Fantasia sinfonica Francesca da Rimini, il musicista si gettò per la prima volta in un lavoro chiaramente ispirato alle eleganze settecentesche del suo idolo, con un contrasto stilistico che suona quasi come un allarme, l’acqua gettata sulle fiamme sinfoniche suscitate dall’eroina di Dante. L’opera in questione era una serie di Variazioni per violoncello e orchestra su “un tema rococò”, indirizzate al celebre violoncellista Wilhelm Fitzenhagen. Il cosiddetto “tema rococò” è un’invenzione originale


GIOACHINO ROSSINI

(Pesaro 1792 - Passy, Parigi 1868) La gazza ladra, ouverture

durata 10 minuti circa

di Čajkovskij, imparentata al carattere sobrio d’una gavotta del XVIII secolo, che si trasforma progressivamente in un brillante pezzo di bravura. L’organico dell’orchestra è tra i più parsimoniosi fra quanti ne abbia concepiti Čajkovskij, con archi, doppi legni e corni, secondo il modello delle sinfonie mozartiane. Una breve introduzione dell’orchestra fa da battistrada alla gavotta, presentata dal solista; seguono due variazioni di tipo ritmico. esaurite le quali si apre lo spazio per una prima oasi lirica, in tempo Andante sostenuto. Le due variazioni successive si riaccostano al tema, lasciando poi al violoncello la possibilità d’una breve cadenza. La sesta variazione funge da interludio, ancora una volta in tempo più lento, prima dell’Allegro vivo associato alla settima e ultima variazione, che chiude il pezzo facendo ricorso ad ogni diavoleria virtuosistica. Čajkovskij sarebbe poi tornato spesso a simili esercizi di stile settecentesco, con le quattro Suites orchestrali (l’ultima delle quali è detta appunto “Mozartiana” in quanto interamente basata su musiche del Salisburghese), con la Serenata per archi, e soprattutto con le musiche rococò del terzo quadro dell’opera La dama di picche. Alberto Batisti

“Si narra che a Palaiseau una povera domestica, sotto l’imputazione di aver rubato una posata d’argento, che invece era stata nascosta da una gazza, fu processata e condannata. Riconosciuta la sua innocenza, il comune del paese nativo stabilì un fondo per l’annuale messa commemorativa in suffragio di lei, cui fu dato il nome di messe de la pie (messa “della gazza”)”. Così il Radiciotti nella sua monumentale biografia rossiniana. Una storia vera, purtroppo, e senza lieto fine. Che però, con un qualche opportuno colpo di scena, sembrava fatta apposta per diventare un melodrame o meglio pièce à sauvetage, con la salvezza dell’innocente che arriva sempre all’ultimo momento, ma arriva. Un genere nato nei teatri popolari parigini in età rivoluzionaria, ma oramai con illustri approdi operistici, come il Fidelio beethoveniano, anch’esso derivato da un mélo parigino. Il mélodrame di d’Aubigny e Caignez La Pie voleuse andò in scena con grande successo al teatro di Porte Saint-Martin il 29 aprile del 1815 con le musiche di Alexandre Piccini. A questa Pie voleuse si era rifatto – dichiarando onestamente la fonte - Giovanni Gherardini per il libretto vincitore di un concorso bandito dall’impresa dei R.R. Teatri di Milano, e di lì a poco destinato a quello


che sarebbe stato il trionfale ritorno del venticinquenne Rossini alla Scala (31 marzo 1817), con Teresa Belloc come Ninetta, e, nel ruolo fondamentale del padre di lei, Fernando (disertore suo malgrado per amore della figlia, condannato a morte e fuggiasco), il grande Filippo Galli, già creatore di Mustafà nell’Italiana e di Selim nel Turco in Italia, futuro Maometto II e Assur (Semiramide), nonché Enrico VIII per Donizetti nell’Anna Bolena. La fusione, sotto l’etichetta di opera “semiseria”, dei caratteri nuovi della pièce à sauvetage francese e del comico-patetico-campestre di pretta scuola napoletana (pensiamo alla Nina pazza per amore di Paisiello) riesce qui straordinariamente bene, lungo un sentiero dai segnavia ben precisi, che unisce villaggi e piccole città dall’apparenza idilliaca ma dove si annidano sospetto, pregiudizio, doppiezza, durezza di cuore, fino all’umiliazione o alla distruzione, tentata o conseguita, dell’eroina: Nina, Sonnambula, Linda di Chamounix, addirittura la verdiana Luisa Miller (soprattutto considerando la figura paterna). Nella brillante ouverture, quel rullo funebre-marziale dei tamburi associati a grancassa, triangolo e timpani (già presente nelle musiche di Piccini per la Pie Voleuse e suggerito dalle

musiche funebri alla Méhul) in apertura del Maestoso marziale in mi maggiore, e vari stilemi del carattere musicale “alla marcia” (ad esempio le serie di terzine e sestine), preannunziano il mesto corteo verso il capestro del terzo atto, ma anche l’importanza che l’elemento propriamente militare ha nel dramma. Come in una sinfonia di Haydn, questa precisa individuazione di carattere che promana dal Maestoso si stempera nella tessitura più briosa ma assai densa del magnifico Allegro tripartito con coda, con un memorabile crescendo, in cui ambedue i temi principali, pur nella loro diversità e posizione sulla tavolozza tonale, sembrano trarre spunto e sapore dalla figurazione di terzine del Maestoso, quasi a ribadirne gli stilemi militari - si noti anche il rilievo dell’ottavino - dando una grande coerenza alla composizione di questa pagina mirabile, in cui le operazioni consuete della musica rossiniana si arricchiscono di uno splendore marziale e corrusco. Elisabetta Torselli


DMITRIJ ŠOSTAKOVIČ

(Votkinsk 1840 - San Pietroburgo 1893) Sinfonia n.9 in mi bemolle maggiore op.70

durata 27 minuti circa

Šostakovič nella Settima Sinfonia (1942) aveva eretto il monumento della resistenza sovietica all’invasione dell’allora Leningrado da parte dei nazisti, mentre nell’Ottava (1943) aveva fatto rivivere tutto l’orrore e la tragedia della seconda guerra mondiale: quasi scontato che, al termine del conflitto, nella Russia di Stalin in molti si aspettassero da lui una nuova sinfonia che festeggiasse, con la tronfia retorica cara al regime, la vittoria definitiva sui tedeschi. A una grandiosa sinfonia celebrativa, con tanto di coro finale, lo stesso compositore aveva del resto pensato all’indomani della fine della guerra: ma uomo di non poche contraddizioni (come contraddittorio fu il suo rapporto con il regime di Stalin) abbandonò presto quell’idea, e la sua nuova sinfonia, la Nona, cui si dedicò celermente nell’estate del 1945 sarebbe risultata non solo la più concisa di tutte le altre, ma anche caratterizzata, in generale ma non a senso univoco, da un piglio brioso, da una struttura agile, da una piacevolezza di taglio neoclassico. Nella Nona Sinfonia prevale un clima «luminoso e solare» aveva detto Šostakovič ad un giornale, a qualche mese dalla prima esecuzione, avvenuta il 3 novembre 1945 alla Filarmonica di Leningrado sotto la direzione del leggendario Evgenij Mravinskij. Esecuzi-

one che immancabilmente suscitò non pochi malumori: la Nona si presentava assolutamente depurata da quella retorica celebrativa tanto auspicata e venne per questo tacciata di superficialità. Šostakovič stesso lo aveva del resto predetto, chissà fino a che punto conscio di questa sua provocazione: «i musicisti avrebbero provato piacere a suonarlo», quel suo «pezzetto allegro», «ed i critici si sarebbero deliziati a stroncarlo». Cinque rapidi movimenti compongono la struttura della Nona, dei quali gli ultimi tre strettamente collegati fra loro. L’Allegro d’inizio afferma l’atmosfera luminosa della Sinfonia: possiede la leggerezza scattante della Sinfonia “Classica” di Prokof ’ev, e sviluppa presto una marcetta annunciata dal tamburo militare, tipico segnale sonoro di Šostakovič. Toni aggraziati e accenti sarcastici (i grotteschi interventi del trombone), anch’essi caratteristici del compositore russo, sono abilmente fusi in un movimento che, anche in virtù dell’uso del ritornello, non manca di guardare ad Haydn, il modello sinfonico classico per eccellenza. Il Moderato successivo è invece una sorta di trenodia, che pare stemperare la patina gioiosa della Sinfonia: vi domina una malinconica e triste melodia, annunciata dai fiati su misteriosi e lenti pizzicati


degli archi, che diventa poi appannaggio del solo flauto e che contribuisce a ricreare, in piccolo, la desolazione dei grandi movimenti lenti sinfonici di Šostakovič. Lo spiritato Presto riporta all’atmosfera d’inizio, dominato com’è da una gestualità pura estroversione, che fa scatenare, a sorpresa, anche una sfacciata sortita della tromba solista. Ma il Largo, che attacca subito dopo, fa di nuovo sprofondare nel baratro più cupo: una lugubre perorazione dei soli ottoni, squarciata da una fatalistico colpo di piatti che pare di Mahler, lascia il posto a una sinistra cantilena del fagotto, che si distende lunga e lentamente, come l’ombra inquietante della guerra appena conclusa. Da lì, proprio nella voce del fagotto, s’innesca a poco a poco il meccanismo vertiginoso dell’Allegretto conclusivo: sempre più eccitato, sempre più sbrigliato, quel motivo fa venire in mente Offenbach e, soprattutto, Rossini, e dà vita a una vorticosa, folle cavalcata dai toni surreali e grotteschi. Un’ebbrezza gioiosa portata al suo massimo di giri e che, in Šostakovič, non sai mai quanto sia veritiera. Francesco Ermini Polacci


VIOLINI PRIMI

VIOLONCELLI

CORNI

Andrea Tacchi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Marcello D’Angelo Francesco Di Cuonzo Marian Elleman Chiara Foletto Sofia Villanueva

Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Enrico Ferri Giovanni Simeone

Andrea Albori * Paolo Faggi * Alberto Bertoni Eolo Pignattini

VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Alessandro Giani ** Angela Asioli Damiano Babbini Gabriella Colombo Paolo Del Lungo Susanna Pasquariello Marco Pistelli VIOLE

Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi Dimitri Mattu Francesca Profeta

TROMBE CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Marco Forti FLAUTI

Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Elisa Cozzini

Donato De Sena * Guido Guidarelli * TROMBONI

Paolo Masi * Stefano Bellucci Roberto Basile BASSO TUBA

Riccardo Tarlini OBOI

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * CLARINETTI

Marco Ortolani * Maria Francesca Latella * FAGOTTI

Paolo Carlini * Umberto Codecà *

TIMPANI

Morgan Tortelli * PERCUSSIONI

Gerardo Capaldo Ivan Pennino *prime parti **concertino ISPETTORE D’ORCHESTRA E ARCHIVISTA

Alfredo Vignoli


NOVITÀ I PODCAST DELL’ORT - L’ARTE DI ASCOLTARE ASCOLTARE È UN’ARTE

Quest’affermazione può sembrare azzardata o compiacente, ma corrisponde invece a una realtà che molti di noi hanno intuito da tempo, pur nel generale scetticismo; una realtà che ci viene oggi confermata anche dalla ricerca scientifica. Le attività musicali sono tra quelle che maggiormente attivano le diverse aree del cervello umano, il che non significa solo il nostro pensiero, ma anche le nostre passioni e le nostre emozioni; qualcuno sostiene addirittura che nessun’altra attività possa far di meglio. Oggi sappiamo che anche l’ascolto è un’attività musicale: indagato dagli scienziati, il nostro cervello dimostra che chi sosteneva la natura passiva dell’ascoltatore (purtroppo, anche tanti autorevoli musicisti) aveva semplicemente torto. Ascoltare, però, è un’arte molto particolare. ASCOLTARE È UN’ARTE DI CUI TUTTI SIAMO CAPACI

Perché nasciamo dotati delle strutture necessarie e perché fin da prima della nascita siamo esposti a degli stimoli musicali; stimoli che sviluppano in noi, senza che ce ne accorgiamo, una competenza musicale. Questa competenza inconscia è indispensabile; tuttavia, da sola, non basta a far di noi dei veri artisti dell’ascolto. ASCOLTATORI SI DIVENTA

Esistono, in musica, tanti livelli di complessità. Come in letteratura. Come in pittura. E come si impara a leggere Dante o a guardare Michelangelo senza

bisogno di saper scrivere un endecasillabo o tenere in mano un pennello, così si può imparare ad ascoltare Beethoven senza essere musicisti. Non è la promessa di una strada facile: si impara a leggere Dante o a guardare Michelangelo grazie a un percorso. La scuola italiana però (ma giungono suoni sinistri anche dal resto dell’Europa) non ritiene di doversi far carico di un analogo percorso rivolto a Beethoven (o a Bach, o a Verdi, o a Debussy). SENZA ASCOLTATORI, LA GRANDE MUSICA NON HA FUTURO

Dunque si deve correre ai ripari. Questi podcast sono un tentativo di dimostrare che è possibile iniziare ai segreti dell’arte di ascoltare anche coloro che non possiedono un bagaglio di esplicite conoscenze tecniche: quando servono, i termini tecnici si apprendono strada facendo. Tentativo riuscito? Ho costruito i podacst sulla base delle lezioni che, da tanti anni, tengo nelle scuole superiori fiorentine grazie alla sensibilità dell’ORT e al suo progetto Invito alla musica. Coi ragazzi ha funzionato, e continua a funzionare: perché non provarci? Buon ascolto!

Marco Mangani

visita il nostro sito: ascolta e scarica i PodCast www.orchestradellatoscana.it Menù > Edu > PodCast


Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio. Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e Uto Ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart,

tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali, interpretati con egregi musicisti di fama internazionale, si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento, con una posizione di privilegio per Rossini, e l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records.


AL TEATRO VERDI BLUB “L’ARTE SA NUOTARE” Al Teatro Verdi di Firenze si rinnova lo spazio che abbiamo voluto dedicare all’arte figurativa contemporanea. In occasione dei 160 anni dall’inaugurazione del teatro, la Fondazione ORT, proprietaria dello spazio dove ha sede stabile l’Orchestra della Toscana, ha deciso infatti di promuove giovani artisti contemporanei emergenti che vivono e lavorano nel nostro territorio, mettendo a loro disposizione lo spazio del foyer per presentare alcune opere. Dopo avere ospitato con grande successo Exit Enter, uno tra i protagonisti dell’ultima stagione,

è arrivato adesso al Teatro Verdi il lavoro di Blub. L’anonimo street artist ha preso alcune delle icone più importanti del nostro panorama artistico, aggiungendo la maschera ed il boccaglio, come sintesi di quello che è il suo slogan, ovvero “L’arte sa nuotare”, una modalità espressiva che rifiuta di annegare nella crisi attuale. “La mia idea rappresenta proprio l’andare controcorrente al pensiero della crisi commenta Blub - una crisi che sta nelle menti, nelle parole, nei fatti e poi nelle azioni, dilaga e penetra ovunque. Se non ci fermiamo di fronte al muro della crisi, possiamo trovare una porta che ci apre altri scenari. Voglio vederla così … quindi metto la maschera a ciò che rappresenta l’arte, la cultura o la scienza, e la vedo dietro ad un oblò, come un mondo parallelo. E seguire il cammino dell’arte non è stata per me una decisione ma una conseguenza naturale della vita. Firenze ha alle spalle un valore inestimabile per quanto riguarda l’arte, ma guardare avanti permette di crearne ancora.”


I PROSSIMI APPUNTAMENTI

26

FEBBRAIO

giovedì ore 21.00

7

MARZO

sabato ore 16.30

EMILIO POMARICO

direttore ROGER MURARO pianoforte

musiche di Busoni, Beethoven, Brahms Tutti al Teatro Verdi!!! BUSTRIC E IL MAGICO PICCOLO PRINCIPE drammaturgia musicale e direttore MARCELLO BUFALINI

12

MARZO

giovedì ore 21.00

Prevendita

Biglietteria Teatro Verdi Via Ghibellina 97 Firenze tel. 055 212320 JONATHAN STOCKHAMMER

direttore LILYA ZILBERSTEIN pianoforte musiche di Bartók, Beethoven, Kagel, Haydn


COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO FUORI ABBONAMENTO

È programmato il prossimo 29 aprile il grande ritorno della coppia Igudesman & Joo per un appuntamento fuori stagione. Dopo la performance ‘A Big Nightmare Music’ del 2011, il duo formato dal violinista russo Aleksey Igudesman e dal pianista anglo-coreano Richard Hyung-ki Joo, questa volta si presenta con un nuovo spettacolo dal titolo Attacca. Esilaranti nel trasformare gli evergreen della musica in sbalorditivi sketch comici attraverso cui smitizzano la ritualità ingesTUTTI AL TEATRO VERDI!

Ultimo appuntamento del sabato pomeriggio per bambini, ragazzi e famiglie. Sabato 7 marzo, l’ORT saluterà il pubblico dei bambini con Bustric e il Magico Piccolo Principe, per la direzione di Marcello Bufalini. Biglietti disponibili e acquistabili presso la biglietteria del Teatro Verdi e online su www.teatroverdionline.it. Posto unico € 5,00 bambini e € 8,00 adulti. BEETHOVEN AL PIANOFORTE

Dedicato all’Integrale per pianoforte di Beethoven, l’abbonamento Fai da te dell’ORT, realizzato con il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano. 5 appuntamenti, per i Cinque Concerti per pianoforte del compositore tedesco. Prossimo appuntamento con Roger Muraro solista al piano nel Concerto n.4, diretto da Emilio Pomarico (26 febbraio).

sata del concerto classico, suggeriscono al pubblico che bisogna avvicinarsi ai grandi autori del passato non con timore reverenziale, ma lasciandosi prendere completamente dalle emozioni che le loro melodie suscitano. Da non perdere l’appuntamento con l’ORT, acquistando i biglietti presso la biglietteria del Teatro, nei punti del circuito BoxOffice oppure online. Biglietti già in vendita a partire da € 14,00.


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Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. È anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube e Pinterest). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali: www.orchestradellatoscana.it

Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It! Ci trovate a questo indirizzo: soundcloud.com/orchestradellatoscana

I PROGRAMMI SU ISSUU

Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.

LE FOTO DEL CONCERTO

Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.


SOSTENENDO L’ORT SARÀ TUTTA UN’ALTRA MUSICA

Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione.

Scegli il tuo sostegno all’ORT!

La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa.

IBAN IT 75 S061 6002 8001 0000 0010 505

Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.

MY ORT SOSTENITORE AMICO ELITE

€ 50,00 € 100,00 € 250,00 € 500,00

Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it


CONTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it

Segreteria info@orchestradellatoscana.it Direzione Generale direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Direzione Artistica direzioneartistica@orchestradellatoscana.it Area Comunicazione ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it Ufficio del Personale ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it Amministrazione direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it Servizi Tecnici ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

PROGRAMMA DI SALA A CURA DI

Ufficio Comunicazione ORT PROGETTO GRAFICO

kidstudio.it FOTO

Adriano Heitmann (copertina, 7) Marco Borrelli (5, 17, 22), Giorgio Vergnano (8), Astrid Ackermann (19) Julia Wesley (20) STAMPA

Nuova Grafica Fiorentina (Firenze)


FONDAZIONE ORT

presenta

Attacca

il nuovo, imperdibile spettacolo di

IGUDESMAN & JOO

mercoledĂŹ 29 aprile | ore 21.00


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