Programma Giorgi Moreno

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XXXIV STAGIONE CONCERTISTICA _14_15

DANIELE GIORGI maestro concertatore

letiCia moreno violino


fondazione orchestra regionale toscana

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli Consiglio di Amministrazione

Direttore comunicazione

Claudio Martini Presidente Daniela Misul Vicepresidente

Ufficio sviluppo e fundraising

Marta Blasi Stefanelli Ricciotti Corradini Rita Cucè Alda Giannetti Giancarlo Nutini Adriano Tintori Riccardo Zucconi

Collegio dei Revisori dei Conti

Roberto Giacinti Presidente Rino Cacciamani Paolo Formichi

Riccardo Basile Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli | Direzione Generale Tiziana Goretti | Direzione Artistica Ambra Greco | Area Comunicazione Simona Capristo | Play It! Servizi tecnici Orchestra

Francesco Vensi, Angelo Del Rosso OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli, Sandro Russo, Alessandro Goretti


 O IC

stituzioni

oncertistiche

rchestrali

XXXIV stagione concertistica direttore artistico direttore principale

Giorgio Battistelli Daniele Rustioni

direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard


DANIELE GIORGI maestro concertatore LETICIA MORENO violino

WOLFGANG AMADEUS MOZART

Sinfonia n.5 in si bemolle maggiore K.22 Allegro Andante Molto allegro Concerto n.5 in la maggiore per violino e orchestra K.219 Allegro aperto Adagio Tempo di Menuetto

empoli, teatro excelsior

venerdì 20 marzo 2015 ore 21.15

***

poggibonsi, teatro politeama

sabato 21 marzo 2015 ore 21.00 figline valdarno, teatro garibaldi

lunedì 23 marzo 2015 ore 21.00 livorno, teatro goldoni

martedì 24 marzo 2015 ore 21.00 piombino, teatro metropolitan

mercoledì 25 marzo 2015 ore 21.00 Firenze, Teatro Verdi *

giovedì 26 marzo 2015 ore 21.00 * il concerto fiorentino è trasmesso in differita da Rete Toscana Classica Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService

ARNOLD SCHÖNBERG

Verklärte Nacht op.4


DANIELE GIORGI

Direttore d’orchestra, compositore e violinista, Daniele Giorgi considera una ricchezza irrinunciabile dedicarsi alla musica da più prospettive. Nato a Firenze nel 1970, si diploma in violino con il massimo dei voti presso il Conservatorio Luigi Cherubini perfezionandosi in seguito al Conservatorio (Scuola Universitaria di Musica)

della Svizzera Italiana. Dal 1999 violino di spalla dell’ORT – Orchestra della Toscana, nel 2003 inizia a dedicarsi alla direzione d’orchestra sotto la guida di Piero Bellugi e Isaac Karabtchevsky. Nel 2004 vince il 2° premio assoluto all’ottava edizione del Concorso Internazionale per Direttori d’Orchestra “Antonio Pedrotti” di Trento, aggiudi-


candosi inoltre il premio speciale del pubblico ed il premio per la migliore esecuzione del brano di musica contemporanea. Da quel momento collabora con numerose orchestre fra cui Haydnorchester di Trento e Bolzano, Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Orchestra di Padova e del Veneto, ORT – Orchestra della Toscana, Czech Chamber Philharmonic. Nel luglio 2006 ha inaugurato il 31° “Cantiere d’Arte” di Montepulciano, festival internazionale fondato nel 1989 da Hans Werner Henze. Nel settembre 2006 è stato invitato alla “Sagra Musicale Umbra” sul podio dell’Orchestra della Toscana per la prima esecuzione italiana di Die beiden Pedagogen di Mendelssohn. Nel 2008 è stato preparatore della Symphonica d’Italia per i concerti diretti da Lorin Maazel. Dal 2004, anno in cui è nata la Stagione Sinfonica della Fondazione Pistoiese Promusica, ha collaborato regolarmente con l’Orchestra Promusica come direttore per nove cartelloni. Accompagnati dalla sua bacchetta hanno suonato solisti come Yuri Bashmet, Kolja Blacher, Stanislav Bunin, Michele Campanella, Renaud Capuçon, Umberto Clerici, Roberto Cominati, Enrico Dindo, Ingrid Fliter, Ilya Grubert, Freddy Kempf, Karl Leister, Viktoria Mullova, Igor

Oistrakh, Miklós Perényi, Boris Petrushansky, Marco Rizzi, David Russell, Viktor Tetriakov, Francois-Joel Thiollier. È direttore artistico de “L’Antidoto”, rassegna di musica da camera della “Fondazione Pistoiese Jorio Vivarelli”. Dalla Stagione 2014/2015 è il direttore musicale della Stagione Sinfonica della Fondazione Pistoiese Promusica.


Leticia moreno

Vincitrice dell'ECHO Rising Stars Award 2012, la carismatica giovane violinista Leticia Moreno ha recentemente completato un tour di venti concerti nelle sale da concerto più prestigiose d'Europa. Una carriera in ascesa che l'ha vista recentemente debuttare con l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino diretta da Zubin Mehta, ed esibirsi nel Secondo Concerto per violino di Szymanowski da un invito personale di Valery Gergiev. é stata successivamente invitata da Gustavo Dudamel ad esibirsi con l'Orchestra Sinfonica Simon Bolívar del Venezuela, ottenendo grandi consensi.

Dopo un tour di successo con la St.Petersburg Philharmonic Orchestra, è stata chiamata da Yuri Temirkanov a chiudere la stagione 2014 di S.Pietroburgo interpretando il Concerto n.1 per violino di Šostakovič. L'estate scorsa è stata in tour nel Regno Unito e in Italia con il maestro Temirkanov, con i concerti di Mendelssohn e Čajkovskij. Ha appena debuttato negli Stati Uniti con la National Symphony Orchestra di Washington nella Sinfonia spagnola (Symphonie espagnole) del compositore Édouard Lalo. A lei il compositore Francisco Lara ha dedicato Capriccio for Leticia (2005).


wolfgang amadeus mozart

(Salisburgo 1756 - Vienna 1791)

Sinfonia n.5 in si bemolle maggiore K.22

durata 8 minuti circa

«Il sig. Mozart avrà l'onore di dare mercoledì 29 gennaio 1766 un gran concerto ... nel quale suo Figlio e sua Figlia, dell'età di otto anni e undici mesi l'uno e di quattordici anni l'altra, eseguiranno dei concerti su due clavicembali. Tutte le 'Ouvertures' saranno opera di questo piccolo compositore, il quale, non essendo mai stato visto l'eguale, ha provocato l'ammirazione delle corti di Vienna, di Versailles e di Londra. Gli amatori potranno, a lor grado, presentargli dei pezzi di musica, che egli eseguirà ad apertura di libro». L'annuncio è tratto dal giornale «Amsterdamsche Dingsdagsche Courant» del 28 gennaio 1766. È evidente che Leopold Mozart, nel presentare alla bella società di Amsterdam il genio senza eguali, mentiva sulla vera età di Wolfgang, che aveva compiuto proprio il giorno precedente (27 gennaio) i suoi primi dieci anni. Una piccola bugia, se si tien conto delle meraviglie di cui era capace quel fanciullo. In occasione del concerto annunciato, fu eseguita per la prima volta una nuova Sinfonia, che Wolfgang aveva terminato all'Aia un mesetto prima: è la Sinfonia in si bemolle maggiore K.22, e con ogni probabilità era il quarto cimento di Mozart col genere sinfonico. La sua prima sinfonia (K.16), in effetti, il piccolo Salisburghese l'aveva scritta a Londra alla fine del 1764, quando aveva ancora

otto anni; all'inizio dell'anno seguente, sempre a Londra, nacquero le due successive (K.19 e K.19a), tutte grazie all'insegnamento e all'esempio ricevuti proprio nella capitale britannica da Johann Christian Bach, il penultimo figlio del grande Johann Sebastian, che si era a dir poco appassionato all'educazione di un talenlo così prodigioso. Christian Bach aveva infatti dato un contributo determinante allo sviluppo della sinfonia nella seconda metà del Settecento: dai modelli italiani di Sammartini (appresi a Milano), egli aveva ampliato quel genere nei suoi concerti londinesi, annettendo al cosidetto «stile galante» un modello di sinfonia emancipata dalla sua funzione originaria d'introduzione strumentale a un melodramma. Appena lasciata Londra, Mozart pensò di far fruttare in Olanda le buone ricette trasmessegli da un così importante e ammirato maestro: ne conseguì che fin dai suoi primi esperimenti sinfonici, Wolfgang aveva non solo eguagliato, ma addirittura superato Christian Bach sul suo stesso terreno. Lo dimostra la deliziosa eleganza di tratto e di scrittura di questa Sinfonia in si bemolle, per un organico di due oboi, due corni e archi, lo stesso in voga ovunque in quegli anni. L'Allegro iniziale si appoggia a un tema caratterizzato dal trillo dei violini seguito da uno staccato; la formula del trillo viene quindi sottoposta a un cre-


wolfgang amadeus mozart

(Salisburgo 1756 - Vienna 1791)

Concerto n.5 in la maggiore per violino e orchestra K.219

durata 30 minuti circa scendo d'effetto e condotta alla pienezza dello strumentale. Viene poi un secondo tema, e il suo corollario di modulazioni guidate dai bassi che introducono ad una forma abbreviata di sviluppo, prima della ricapitolazione lineare di tutte le idee messe in campo. D'ispirazione assai più personale è l'Andante, scritto nella tonalità di sol minore, che sarà importantissima per il Mozart della maturità, quasi un luogo esclusivo dell'espressione intima e dell'affanno esistenziale. Come meravigliosamente ha detto Massimo Mila, sembra quasi di veder qui la costituzione di quel le che potremmo chiamare le impronte digitali dell'arte di Mozart. Il modello da cui proviene questo Andante sentimentale sono certamente le scene lugubri del melodramma metastasiano, le stesse in cui i castrati e i grandi soprani dell'epoca spingevano il pubblico fino alle lacrime. Nel passaggio centrale verso si bemolle maggiore s'intravede già il tocco d'una mano fuori dal comune. Lo scattante finale, Molto allegro, è un piccolo rondò che anticipa di molti anni un luogo delle Nozze di Figaro, quell'episodio del finale secondo in cui il protagonista entra in scena dicendo «Signori di fuori so n già i suonatori». È una coincidenza, legata al carattere elementare dell'idea tematica, ma non priva certo di significato. Alberto Batisti

Il catalogo mozartiano contiene cinque concerti per violino e orchestra originali e sicuramente autentici. Tutti furono composti a Salisburgo fra l'aprile e il dicem­bre 1775, probabilmente destinati ad essere eseguiti dallo stesso compositore, costituendo così uno straor­dinario blocco di incomparabile bellezza e, insieme, un notevole passo avanti nella scrittura concertante anche rispetto agli altrettanti analoghi pianistici rea­lizzati fino a quel momento. Tale equilibrio nei rap­porti fra i due strumenti prediletti non venne però più mantenuto in seguito dal compositore che infatti, negli anni successivi, scrisse ben 22 concerti per pianoforte e nessun altro per violino (anche se quest'ultimo sarà presente da solista nel cuore della Serenata K.250 "Haffner", nella Sinfonia concertante K.364 e in alcu­ni brani destinati al virtuoso Brunetti probabilmente come movimenti alternativi per i concerti già esisten­ti). Comunque almeno tre dei cinque lavori - quello in sol maggiore K.216, quello in re maggiore K.218 e quello in la maggiore K.219 - rappresentano una tale esplosiva novità per pienezza creativa, complessità strutturale, generosità timbrica e melodica, da poter essere assimilati ai grandi concerti pianistici degli anni successivi. Il Concerto K.219, in particolare, costituisce il culmi­ne di un processo emancipativo rispetto alla tradizio­ne ba-


rocca e italiana rivolto all'affermazione di uno stile personalissimo che esplora tutte le possibilità del­lo strumento, ne esalta il virtuosismo, senza però mai ostentarlo, e concepisce una struttura sinfonica di straor­dinaria fantasia e organicità. Nell'Allegro aperto ini­ziale l'orchestra presenta generosamente due temi pro­pri, uno marziale l'altro più cantante, entrambi con­clusi da una corta coda all'unisono. Con magistrale colpo di teatro, l'entrata del solista è sottolineata da sette battute di adagio in cui il violino canta una lar­ga e libera melodia. Quando poi enuncia con vigo­ rosa espansione il suo tema principale, l'orchestra (ecco un'altra trovata degna di nota) gli si sottopone con il proprio motivo d'apertura. Abbiamo così già ascoltato almeno tre elementi che possiedono lo dignità di tema, ma non è finita qui. Successivamente contia­mo infatti una quarta e poi una quinta idea, arricchi­te da un ulteriore elemento cadenzante "alla turca" che si insinua fra l'una e l'altra preannunciando una caratteristica del finale. L'Adagio vive la sua sublime poesia in un andamen­to quasi incerto che solo a tratti si illumina in decisi giochi tematici. L'arrivo del solista conduce questo stes­so elemento verso melodici più aperti ed effusivi, ma ben presto l'atmosfera ritorna quella dell'inizio col suo procedere apparentemente senza

sbocchi, con la sua scrittura tanto interiorizzata e sensuale quanto elabo­rata e complessa. Il Rondò finale presenta una struttura ampia e assai articolata. L'elemento ritornellante è basato su due motivi: il primo è un galante tema di minuetto, il secon­do, più insinuante, si chiude con maliziosi ammicca­menti di appoggiature. Le fasi alternative sono tre, caratterizzate rispettivamente da un piglio deciso e autoritario, da un tono quasi drammatico nell'inten­sità del modo minore, da una suggestiva pennellata di "turquerie". Qualcuno ritiene che in realtà si tratti di un ritmo ungherese di czarda, sta di fatto che que­sto episodio, con i suoi perentori colpi d'archetto rove­sciato ai bassi, con le sue ficcanti accentuazioni rit­miche e nette contrapposizioni dinamiche, conferisce all'intero finale un' aria ruvida e grottesca di irresisti­bile efficacia rappresentativa. Claudio Proietti


arnold schÖnberg

(Vienna 1874 - Los Angeles 1951) Verklärte Nacht op.4

durata 30 minuti circa

Nel 1899 Arnold Schönberg era un giovanotto che operava ai margini della vita artistica viennese. Sostanzialmente autodidatta, angustiato da un portafoglio sempre troppo vuoto, quelle rare volte che presentava in pubblico qualche sua pagina veniva fischiato sonoramente. Non ci fosse stato l'amico maestro poi cognato Zemlinsky, poco più anziano di lui, a dargli consigli di pratica compositiva, a trovargli qualche lavoretto di bassa manovalanza musicale per sbarcare il lunario, a raccomandare suoi pezzi a questa o quell'istituzione concertistica, il futuro padre dell'atonalità e della dodecafonia avrebbe avuto un'esistenza ancor più difficile. In quegli anni, non solo a Vienna, era in corso una diatriba estetica e ideologica senza quartiere tra wagneriani e brahmsiani - per dirla in maniera grossolana, tra chi sventolava il vessillo dell'utopia di un avanzamento tecnico, formale, linguistico senza fine e chi considerava vitale il dialogo con il passato, credendo che soltanto la fedeltà alla tradizione potesse portare a un vero progresso; tra coloro che con la musica volevano fare filosofia e poesia, e quelli che, al contrario, la consideravano un esercizio di alto artigianato. Al pari di Zemlinsky, incapace di parteggiare per l'una o per l'altra corrente, anche Schön-

berg ammirava entrambi i compositori oggetto del contendere: da ognuno riusciva ad attingere sollecitazioni preziose da applicare sul momento - nonché incidenti fortemente sui futuri sviluppi del suo pensiero costruttivo. Infatti anni dopo, autoanalizzando con lucidità Verklärte Nacht (Notte trasfigurata), avrebbe scritto: "la [sua] costruzione è basata da un lato su un 'modello' e su una 'sequenza' sopra un'armonia circolare di tipo wagneriano, e dall'altro lato su una tecnica di sviluppo della variazione brahmsiana. Pure a Brahms può essere accreditata la disparità delle misure [...]. Ma il trattamento degli strumenti, il modo della composizione e gran parte delle sonorità sono strettamente wagneriani. Penso però che qualche elemento schoenberghiano possa ritrovarsi nella lunghezza di alcune melodie, nella sonorità, nelle combinazioni contrappuntistiche e dei motivi, in certi movimenti armonici semicontrappuntistici e dei bassi verso la melodia. Infine, v'erano già alcuni passaggi di tonalità imprecisa che possono essere considerati premonitori del futuro". In questo pezzo, dunque, la traiettoria armonica (preludio a quella disgregazione dei nessi sintattici che condurrà in breve all'uscita dal sistema tonale), il forte richiamo erotico dei volut-


tuosi impasti accordali, il gusto di una timbrica ricercata e magica, come pure l'idea di un arco formale ininterrotto, seppur mobile al suo interno, derivano dall'influsso di Wagner; brahmsiano è, oltre all'organico (due violini, due viole, due violoncelli), il trattamento del materiale motivico, generatosi da piccole unità tematiche originarie modificate e sviluppate di continuo. Invece si debbono a Schönberg il senso lancinante di oppressione emotiva e le melodie che si avvitano su loro stesse; sua caratteristica peculiare è la fede assoluta nella dottrina del contrappunto, nella sua capacità di apportare ordine e verità. Il sestetto d'archi Verklärte Nacht fu composto negli ultimi mesi del 1899. Presentato, con l'appoggio di Zemlinsky, alla commissione del Tonkünstlerverein per un'eventuale esecuzione pubblica, venne subito rigettato, ufficialmente per la presenza di un accordo di nona al quarto rivolto (ossia di un accordo molto dissonante in posizione vietata dalle regole della composizione), in sostanza però per ragioni di incomprensione stilistica, giacché si disse che il pezzo suonava "come si fosse passato uno straccio sulla partitura del Tristano ancora fresca d'inchiostro". Tuttavia nel 1903 il pubblico viennese poté ascoltarlo, ma non gli piacque un granché. La versione che ascoltiamo stasera, per orchestra d'archi, fu approntata da Schönberg nel 1917. Verklärte Nacht è la traduzione sonora della lirica omonima di Richard Dehmel tratta dalla raccolta Weib und Welt

(Donna e mondo). Dehmel (1863-1920), poeta tedesco mistico, sensuale, soggettivista, collocato tra naturalismo ed espressionismo, godette di molto favore tra i musicisti fin de siècle. Il testo che ispira a Schönberg questo singolare poema sinfonico di dimensioni cameristiche (che, scriverà il compositore, "non illustra nessuna azione né dramma, ma si limita a descrivere la natura e a esprimere sentimenti umani") ritrae l'incontro notturno di due amanti in un parco, al lume gelido della luna. La donna confessa all'uomo di essere incinta del marito che non ama. La notizia, tuttavia, non turba l'uomo, che nutre per lei un sentimento sconfinato: tanto intenso e bruciante è l'amore dell'uno per l'altra da riuscire a trasfigurare il figlio che lei porta in grembo, facendolo divenire totalmente loro. Le cinque sezioni della poesia si riflettono puntualmente nel decorso narrativo del pezzo: la confessione della donna e la replica dell'uomo (che comincia, in musica, a passo di corale) sono incorniciate entro tre quadri illustrativi di ambienti e psicologie. La trasfigurazione - a partire dalla metà del pezzo - è il momento di maggiore esaltazione visionaria. Vi si percepisce un'atmosfera soprannaturale e incantata dovuta sia ai fremiti del registro acuto dei violini, sia ai fantasmatici suoni armonici prodotti sfiorando le corde degli archi con sordina. Gregorio Moppi


I prossimi appuntamenti

2

aprile

giovedì ore 21.00

10

aprile

venerdì ore 21.00

Concerto di Pasqua

SPERANZA SCAPPUCCI

direttore laura CLAYCOMB soprano

gaia petrone mezzosoprano

musiche di Pergolesi, Mozart

daniele rustioni direttore andrea albori corno

musiche di Ghedini, R.Strauss, Schumann

29

aprile

mercoledì ore 21.00

Prevendita

Biglietteria Teatro Verdi Via Ghibellina 97 Firenze tel. 055 212320

L'ORT con igudesman&joo violino e pianoforte UpBeat nuovo spettacolo prima assoluta


Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani a Milano, Torino, Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, da Madrid fino a New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio. Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e Uto Ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiunge l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Sony Classical, Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records. VIOLINI PRIMI

Daniele Giorgi * Paolo Gaiani ** Patrizia Bettotti Stefano Bianchi Marcello D'Angelo Marian Elleman Chiara Foletto Alessandro Giani VIOLINI SECONDI

Chiara Morandi * Clarice Curradi * Marco Pistelli ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo

VIOle

Stefano Zanobini * Caterina Cioli * Pier Paolo Ricci ** Alessandro Franconi Sabrina Giuliani Hildegard Kuen VIOLoncelli

Luca Provenzani * Andrea Landi * Stefano Battistini Enrico Ferri Giovanni Simeone CONTRABBASSI

Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni **

OBOI

Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * CORNI

Andrea Albori * Paolo Faggi *

*prime parti **concertino

Ispettore d’orcheStra e archivista

Alfredo Vignoli


CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it

Segreteria info@orchestradellatoscana.it Direzione Generale direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Direzione Artistica direzioneartistica@orchestradellatoscana.it Area Comunicazione ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it Ufficio del Personale ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it Amministrazione direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it Servizi Tecnici ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it

proGramma di sala a cura di

Ufficio Comunicazione ORT IMPAGINAZIONE

Ambra Greco TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

progetto grafico

kidstudio.it Foto

Omar Ayyashi (copertina) Marco Borrelli (5), Nancy Horowitz (7) Silvia Lelli (13) Julia Wesely (16) stampa

Nuova Grafica Fiorentina (Firenze)


mercoledĂŹ 29 aprile | ore 21.00 www.igudesmanandjoo.com


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