Programma IGUDESMAN & JOO

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direttore artistico Giorgio Battistelli

ALEKSEY IGUDESMAN

HYUNG-KI JOO

violino

pianoforte

Aleksey è nato a Leningrado. Non ha vinto nessuna gara musicale, soprattutto perché non ha mai pensato di gareggiare. Durante gli anni di formazione alla prestigiosa Yehudi Menuhin School, Aleksey legge le opere complete di Bernard Shaw, Oscar Wilde e Anton Chekhov, cosa che non migliora la sua capacità di suonare il violino ma lo fa sentire stupidamente superiore ai suoi colleghi, meno intellettualmente dotati ma molto più disciplinati. Dopo aver studiato con Boris Kuschnir al Conservatorio di Vienna e aver sentito dire tante volte, da tante persone, che erano tanto preoccupati per il suo futuro, inizia una carriera di successo come violinista, compositore, arrangiatore, registrando diversi CD per la BMG e lavorando a Hollywood con il premio oscar Hans Zimmer. Aleksey Igudesman scrive un sacco di musica. Spesso va a letto scrivendo e si alza scrivendo. A volte però si sente un po’ insicuro riguardo alla sua musica, anche se è pubblicata dalla Universal Edition. A dire il vero, il suo psicologo gli dice che è insicuro su un sacco di cose, ma Aleksey non ne è poi così sicuro. Suona corde Thomastik Infeld fatte a mano, con un arco creato dal liutaio Benoit Roland di Boston su un violino Santo Seraphin del 1717, per gentile concessione della Erste Bank.

Joo è britannico ma sembra coreano, o il contrario, o entrambe le cose. Lascia intuire per la prima volta il suo talento per la commedia, mentre gli cambiano il pannolino, e il suo amore della musica poco dopo, quando i genitori lo trovano in un negozio di dischi dove ascolta per ore qualsiasi cosa, da Mozart ai Bee Gees. Ha studiato alla scuola Yehudi Menuhin, dove si è ritrovato tra genietti e bambini-prodigio ed era quindi convinto che prima o poi lo avrebbero cacciato a pedate. In realtà non viene cacciato “fuori” a calci, ma preso a calci “in giro” per la scuola da insegnanti e compagni di studi, incluso Aleksey Igudesman. Dopo questa dolorosa esperienza, Joo inventa un nuovo modo di suonare il piano noto come il “Piano Karate”. Ha piccole mani e trova quindi difficile eseguire alcune parti del repertorio pianistico. Malgrado questo piccolo ostacolo, suona felicemente musica da camera, recital, concerti con orchestra, le sue composizioni, e qualsiasi altra cosa che abbia una parte per pianoforte. Oltre a suonare, comporre, ridere e lavarsi i denti a pazza velocità, la passione per l’insegnamento ha portato Joo a sviluppare dei personalissimi seminari dallo stile unico. Hyung-ki Joo è un artista Steinway.

Fondata nel 1980, l’ORT ha sede al Teatro Verdi di Firenze e oggi è considerata una tra le migliori orchestre in Italia. È formata da 45 musicisti, tutti professionisti eccellenti che sono stati applauditi nei più importanti teatri italiani come il Teatro alla Scala, l’Auditorium del Lingotto di Torino, l’Accademia di Santa Cecilia di Roma, e nelle più importanti sale europee e d’oltreoceano, dall’Auditorio Nacional de Musica di Madrid alla Carnegie Hall di New York. La sua storia artistica è segnata dalla presenza di musicisti illustri, primo fra tutti Luciano Berio. Collabora con personalità come Salvatore Accardo, Martha Argerich, Rudolf Barshai, Yuri Bashmet, Frans Brüggen, Myung-Whun Chung, Gianluigi Gelmetti, Daniel Harding, Eliahu Inbal, Yo-Yo Ma e Uto Ughi. Interprete duttile di un ampio repertorio, che dalla musica barocca arriva fino ai compositori contemporanei, l’Orchestra ha da sempre riservato ampio spazio alla ricerca musicale al di là delle barriere fra i diversi generi (Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale, con una particolare attenzione alla letteratura meno eseguita), sperimentando possibilità inedite di fare musica e verificando le relazioni fra scrittura e improvvisazione. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali, interpretati con egregi musicisti di fama internazionale, si aggiungono i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento, con una posizione di privilegio per Rossini, e l’incontro con la musica di Franco Battiato, Stefano Bollani, Richard Galliano, Heiner Goebbels, Butch Morris, Enrico Rava, Ryuichi Sakamoto. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità. Incide per Sony Classical, Emi, Ricordi, Agorà e VDM Records.

© Julia Wesely

direttore principale Daniele Rustioni

Una produzione

Fondazione ORT

via Verdi, 5 | Firenze tel. 055 23 40 710 tel. 055 23 42 722 info@orchestradellatoscana.it

programma di sala a cura di Ufficio Comunicazione ORT ortstampa@orchestradellatoscana.it impaginazione Ambra Greco

Teatro Verdi

via Ghibellina 99 | Firenze Biglietteria tel. 055 21 23 20 info@teatroverdionline.it orario di apertura: dal lunedì al sabato 10.00 - 13.00 | 16.00 - 19.00 Stampa Tipografia Martinelli | Bagno a Ripoli (FI) - ℗ 2015

www.orchestradellatoscana.it

mercoledì 29 aprile | ore 21.00 www.igudesmanandjoo.com


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