Direttore Generale
Marco Parri
Responsabile Servizi Musicali
Paolo Frassinelli
Fondazione Orchestra Regionale Toscana
Responsabile Comunicazione
Riccardo Basile Elisa Bonini
Ufficio Sviluppo e Fundraising
Amministrazione Consiglio di Amministrazione Claudio Martini Presidente Daniela Misul Vicepresidente Marco Bertini Marta Blasi Stefanelli Ricciotti Corradini Rita Cucè Alda Giannetti Giancarlo Nutini Giulio Cesare Ricci Adriano Tintori Riccardo Zucconi Collegio dei Revisori dei Conti Roberto Giacinti Presidente Rino Cacciamani Paolo Formichi
Simone Grifagni Cristina Ottanelli Ufficio del Personale
Patrizia Brogioni Andrea Gianfaldoni Segreteria
Stefania Tombelli Tiziana Goretti Ambra Greco Simona Capristo Servizi Tecnici Orchestra
Francesco Vensi Angelo Del Rosso Fulvio Palmieri Paolo Malvini
Ospitalità e Sala Teatro Verdi
In ottemperanza alla Legge 122/2010 ex art.6, comma 2, i Consiglieri di Amministrazione non percepiscono alcun emolumento fatto salvo un gettone di € 30,00 lordi per le riunioni a cui i Consiglieri partecipano oltre all’eventuale rimborso delle spese di viaggio per coloro che risiedono fuori sede.
Palcoscenico Teatro Verdi
Alfredo Ridi Walter Sica Carmelo Meli Sandro Russo Alessandro Goretti
X X X III STAGIONE C ONC E RT I ST IC A direttore artistico direttore principale direttore ospite principale Giorgio Battistelli Daniel Kawka Daniele Rustioni
Ospitalità
Trio di Parma Ivan Rabaglia
violino
Quartetto in mi minore per archi Allegro Andantino Prestissimo Scherzo Fuga. Allegro assai mosso
G i u se p p e V er d i
Enrico Bronzi
violoncello pianoforte
Alberto Miodini
Idillio di Sigfrido
R ic har d Wagner
Orchestra da Camera di Mantova Carlo Fabiano
***
violino concertatore
Triplo Concerto in do maggiore op.56 Allegro Largo Rondò alla polacca – Allegro – Tempo I
Lu dwig van B eet hoven
Giovedì 7 novembre 2013
Firenze, Teatro Verdi ore 21.00
O rc h estra da C amera d i M antova Carlo Fabiano violino concertatore
testi Ufficio Stampa Orchestra da Camera di Mantova
L’Orchestra da Camera di Mantova nasce nel 1981 e s’impone da subito all’attenzione generale per brillantezza tecnica, assidua ricerca della qualità sonora, sensibilità ai problemi stilistici. Tanto che nel 1997 i critici musicali italiani le assegnano il Premio “Franco Abbiati”, quale miglior complesso da camera, «per la sensibilità stilistica e la metodica ricerca sulla sonorità che ripropone un momento di incontro esecutivo alto tra tradizione strumentale italiana e repertorio classico». La sede dell’OCM è il Teatro Bibiena di Mantova, autentico gioiello di architettura e acustica. Nel corso della trentennale vita artistica l’Orchestra collabora con alcuni tra i più apprezzati direttori e solisti del panorama internazionale. Tra questi: Maria Joao Pires, Gidon Kremer, Shlomo Mintz, Joshua Bell, Salvatore Accardo, Umberto Benedetti Michelangeli, Giuliano Carmignola, Uto Ughi, Mischa Maisky, Enrico Dindo, Mario Brunello, Miklos Perenyi, Sol Gabetta, Alexander Lonquich, Bruno Canino, Katia e Marielle Labeque, Maria Tipo, Andrea Lucchesini e gli indimenticabili Astor Piazzola e Severino Gazzelloni. Protagonista di innumerevoli concerti in Italia e all’estero, si esibisce nei principali teatri e sale da concerto della maggior parte dei Paesi europei, di Stati Uniti, Centro e Sud America, d’Asia.
Nell’ultimo decennio l’attività nazionale e internazionale dell’orchestra s’incentra sull’ideazione e realizzazione di importanti cicli monografici, tra i quali, innanzitutto, il Progetto Beethoven (2002-2004), diretta da Umberto Benedetti Michelangeli e affiancata da alcuni tra i più rinomati solisti italiani. Nella stagione 2004/2005, con Alexander Lonquich, propone un progetto che, dedicato ai Concerti per pianoforte di Mozart, debutta nel maggio 2004 al Parco della Musica di Roma e, in seguito, è ospitato da numerose società concertistiche. Dal 2004 al 2007, di nuovo sotto la guida di Michelangeli, intraprende un ciclo incentrato sulla produzione sacra di Mozart, integralmente accolto dall’Abbazia di Chiaravalle a Milano e riproposto in diverse altre città italiane. In occasione del bicentenario della morte di Haydn (1732-1809), l’Orchestra da Camera di Mantova dà vita a un progetto triennale, intitolato Haydn l’europeo che amava l’Italia, eseguendo un’ampia selezione dell’imponente produzione sinfonica, sacra e cameristica del genio di Rohrau. Nel 2010, bicentenario della nascita di Schumann, affronta l’integrale delle Sinfonie del musicista tedesco, cogliendo consensi unanimi di pubblico e critica. Nella sua trentennale storia artistica, l’OCM effettua registrazioni televisive e radiofoniche, tra le altre, per Rai,
Bayrischer Rundfunk e Rsti. Nel settembre 2009 incide, su commissione della rivista Amadeus, tre sinfonie di Haydn. In seguito, nell’ambito di un progetto discografico dedicato ai Concerti per pianoforte e orchestra Mozart, realizza, con Angela Hewitt, due cd per l’etichetta Hyperion, ottimamente recensiti dalla stampa specializzata. Dal 1993, l’Orchestra da Camera di Mantova è impegnata nel rilancio delle attività musicali della sua città, attraverso la stagione concertistica “Tempo d’Orchestra” che, giunta nel 2012 alla ventesima edizione, ospita regolarmente alcuni fra i principali solisti, gruppi cameristici e orchestre del panorama internazionale. Nel maggio 2013 ha dato vita al Mantova Chamber Music Festival nei principali luoghi d’arte cittadini, manifestazione premiata da un’attenzione e una partecipazione straordinarie. Collaborazione ormai consolidata, l’Orchestra da Camera di Mantova ritorna ospite nel cartellone dell’ORT guidata da Carlo Fabiano, primo violino e concertatore della formazione mantovana dal 1981 e dall’anno accademico 20102011 è docente di Musica da Camera ai Corsi d’alto perfezionamento dell’Accademia di S. Cecilia a Roma.
T rio d i Parma
Il Trio di Parma si è costituito nel 1990 presso il Conservatorio ‘Arrigo Boito’ e successivamente si è perfezionato con il Trio di Trieste presso la Scuola di Musica di Fiesole e la Chigiana di Siena. Ha inoltre ottenuto i riconoscimenti più prestigiosi con le affermazioni al Concorso Internazionale ‘Vittorio Gui’ di Firenze, al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Melbourne, al Concorso ARD di Monaco e al Concorso Internazionale di Musica da Camera di Lione. Inoltre, l’Associazione Nazionale della Critica Musicale ha assegnato al Trio il ‘Premio Abbiati’ (1994) quale miglior complesso cameristico. È stato invitato dalle più importanti istituzioni musicali in Italia (Accademia di S.Cecilia di Roma, Società del Quartetto di Milano, Amici della Musica di Firenze, Unione Musicale di Torino, La Fenice di Venezia, GOG di Genova, Accademia Filarmonica Romana, Orta Festival) e all’estero (Filarmonica di Berlino, Carnegie Hall e Lincoln Center di New York, Wigmore Hall di Londra, Konzerthaus di Vienna, Filarmonica di S.Pietroburgo, Festival di Lockenhaus, Festival di Lucerna, Teatro Colon di Buenos Aires, Amburgo, Dublino, Varsavia, Los Angeles, Washington, Barossa Music Festival Adelaide, Rio de
Janeiro, San Paolo, e molti altri). Il Trio ha collaborato con importanti musicisti quali Vladimir Delman, Carl Melles, Anton Nanut, Hubert Soudant, Pavel Vernikov, Bruno Giuranna, Alessandro Carbonare, Eduard Brunner; ha partecipato a numerose registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI e per diverse emittenti estere (BBC London, Bayerischer Rundfunk, NDR, WDR, MDR, Radio Bremen, ORT, ABC-Classic Australia). Ha inoltre inciso le opere integrali di Brahms per l’UNICEF, di Beethoven e Ravel per la rivista ‘Amadeus’, di Pizzetti per ‘Concerto’ e di Šostakovič per ‘Stradivarius’: quest’ultimo è stato premiato come miglior disco cameristico del 2008 da ‘Classic Voice’. Ancora per ‘Concerto’, nel 2011 ha pubblicato un cd monografico dedicato a Liszt, e la registrazione dal vivo dell’integrale dei Trii di Schumann.
Il Trio di Parma, oltre a un impegno didattico costante nei Conservatori di Bologna, Modena e al Mozarteum di Salisburgo, tiene corsi alla Scuola Superiore Internazionale “Trio di Trieste” di Duino, alla Scuola di Musica di Fiesole e alla Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro. Ospite dell’ORT nella Stagione 2005/2006, il Trio ritorna sul palcoscenico del Verdi con Ivan Rabaglia al violino (‘Giovanni Battista Guadagnini’ - Piacenza, 1744), Enrico Bronzi violoncello (‘Vincenzo Panormo’ - Londra, 1775) e Alberto Miodini al pianoforte.
(Roncole Verdi 1813 – Milano 1901) Quartetto in mi minore per archi durata: 24 minuti circa
G i u se p p e V er d i
Il solo, unico Quartetto per archi che porta la firma di Giuseppe Verdi fu scritto nella primavera del 1873 a Napoli, città nella quale il maestro si trovava per seguire gli allestimenti di Don Carlo e Aida. Causa malattia di Teresa Stolz, una delle voci protagoniste, le rappresentazioni subirono un consistente ritardo, tale da consentire a Verdi di dedicarsi a questa partitura cameristica, senz’altro un’eccezione nella storia di una creatività fortemente attirata, com’è noto, dal teatro musicale. Il lavoro ebbe una prima esecuzione molto privata, alla presenza di pochi intimi conoscenti, subito dopo il periodo di lavorazione, ma dovettero trascorrere due anni abbondanti prima della presentazione
ufficiale pubblica, avvenuta al Conservatorio di Milano nel dicembre del 1875. L’occasionalità della composizione, il percorso non fluido che condusse l’opera al pubblico, le stesse incertezze dimostrate dall’autore in merito al suo valore e all’opportunità della pubblicazione – alla quale per qualche tempo si sottrasse nonostante le insistenze di Ricordi – ne definiscono l’eccezionalità, in tutti i sensi. E ancor più questa irruzione di Verdi nella musica strumentale da camera appare difficilmente decifrabile alla luce delle sue note opinioni sulle tradizioni europee alle quali il genere del quartetto era per forza di cose associato. Dunque forse un’esplorazione, un esperimento, una sfida che Verdi lancia immettendo elementi del suo mondo sensibile e culturale in una struttura che non gli appartiene con la stessa spontaneità del melodramma. Eppure ne forgia un lavoro solido ed efficace, dove l’ovvia esigenza costruttiva e la tecnica contrappuntistica rivelano un’immaginazione mediata dal senso drammatico, da un avvicendarsi di “scene” che la riconoscibilità dell’ispirazione verdiana pare proprio confermare, rivelando – ancora una volta, su un terreno così inusuale – una esigenza vitale, irrinunciabile, autentica. Si ringrazia il maestro Simone Briatore per l’elaborazione della parte di contrabbasso della versione per orchestra d’archi
note Andrea Zaniboni
(Lipsia 1813 – Venezia 1883) Idillio di Sigfrido durata: 18 minuti circa
R ic har d Wagner
Immaginazione e realtà s’incrociano sul cammino compositivo del Siegfried Idyll. Attorno al 1870, anno di questo celebre lavoro originalmente concepito per piccolo ensemble (flauto, oboe, due clarinetti, fagotto, due corni, tromba e archi), Richard Wagner (1813-1883) va concludendo la gigantesca elaborazione della Tetralogia. La seconda “giornata”, che consiste nel Siegfried, è avviata da molto tempo, ma proprio sul finire degli anni Sessanta trova compimento. Götterdammerung (Il crepuscolo degli dei)
vi seguirà vicinissimo. Negli stessi anni la vita affettiva di Wagner trova momenti di esaltazione: nel giugno del 1869 nasce il terzo figlio Siegfried dall’unione con Cosima (figlia di Liszt e Marie d’Agoult e peraltro già sposata in precedenza con Hans von Bülow), unione che viene regolarizzata da un nuovo matrimonio proprio nell’estate 1870, dopo il divorzio di Cosima da Hans. Questa atmosfera si prolunga nei mesi seguenti ed il mattino di Natale di quello stesso 1870, nel giorno del trentatreesimo compleanno della moglie, Wagner architetta la sorpresa musicale: tredici strumentisti, disposti lungo le scale della loro lussuosa casa settecentesca a Triebschen, sul lago di Lucerna, ricamano l’Idillio di Sigfrido, nel quale vagano motivi attinti al Siegfried in lavorazione (in particolare la scena del Risveglio di Brünnhilde, il duetto d’amore ed il Canto degli uccelli tratti dal secondo e terzo atto) ed una ninnananna popolare tedesca, sulle ali di un’inventiva tenera e gentilmente appassionata, che ha la sua più efficace rappresentazione nella scrittura da camera. Presentato dall’autore in una versione alternativa per orchestra più vasta, a Mannheim nel 1871, il Siegfried Idyll venne pubblicato, dopo molte resistenze, nel 1878, due anni dopo la “prima” di Siegfried a Bayreuth.
(Bonn 1770 – Vienna 1827)
Lu dwig van B eet hoven
Triplo Concerto in do maggiore op.56 durata: 35 minuti circa
Sebbene considerato da alcuni studiosi un lavoro “minore” o addirittura mal riuscito, il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra, scritto da Beethoven fra il 1803 e il 1804 rimane un’opera inconfondibile: fu pezzo unico nel catalogo del maestro di Bonn e venne a sperimentare, dopo l’esperienza di tre concerti per pianoforte e orchestra e dopo il lavoro sulla Sinfonia Eroica e su un nutrito elenco di pagine cameristiche una sorta d’esperimento di fusione dei generi. In questa prospettiva si hanno da cogliere il carattere e la fisionomia delle idee che percorrono il Triplo Concerto, nonché lo spirito “mondano” che ne pervade l’ultimo movimento: l’esigenza di dare soluzione ai problemi costruttivi, formali e tecnici, anche riferiti alla necessaria limpidezza di una partitura tanto complessa, sul filo di una comunicativa persino spensierata, spiegano la natura dei temi, la ricchezza
inventiva, la brillantezza delle scritture dei tre solisti. Le quali appaiono anch’esse influenzate da fattori contingenti. Va infatti riferito che l’opera, probabilmente commissionata dall’arciduca Rodolfo d’Austria – illustre allievo pianista di Beethoven – venne immaginata per i talenti, alquanto diseguali, dello stesso arciduca e di due suoi stipendiati, il violinista Carl August Seidler ed il violoncellista Anton Kraft, quest’ultimo un autentico virtuoso. Da questo reticolo di elementi trae vita il Triplo Concerto. Un reticolo al quale si deve necessariamente guardare per spiegare talune particolarità come, ad esempio, l’evidenza attribuita al violoncello, spesso utilizzato nel registro acuto, o ancora la scelta di adottare il carattere della allora popolarissima polacca per il finale: il che fa scorgere un Beethoven che dialoga e si compromette con il quotidiano, non indulgendo in improbabili solitudini.
Violini I
Viole
Clarinetti
Carlo Fabiano * Filippo Lama * Grazia Serradimigni Stefano Biguzzi Luca Braga Igor Cantarelli Carlotta Conrado Paolo Ghidoni Amie Weiss Violini II
Massimo Piva * Maria Antonietta Micheli Jessica Orlandi Claudio Cavalletti Luca Manfredi Luca Serpini Violoncelli
Fabio Valerio * Stefano Rapetti Fagotti
Andrea Bressan * Luigi Sabanelli Corni
Aldo Campagnari * Alessandro Conrado * Eugjen Gargjola Renata Spotti Agnese Tasso Fabio Ravasi Marco Bianchi
Paolo Perucchetti * Michele Ballarini Gregorio Buti Federico Bracalente Contrabbassi
Andrea Leasi * Maurizio Cavallini Trombe
Lutz Schumacher * Giorgio Galvan Nicola Barbieri Flauto
Claudio Quintavalla * Simone Squarzolo Timpani
Athos Bovi *
Roberto Fabiano * Oboi
* prima parte
Francesco Pomarico * Roberto Grossi
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il concerto evento della stagione Per la prima volta a Firenze il premio Oscar per le musiche de "La tigre e il dragone" Water concerto, for water percussion and orchestra Paper concerto, for paper percussion and orchestra Earth concerto, for stone, ceramic percussion and orchestra * * Prevendita Biglietteria del Teatro Verdi Via Ghibellina, 97 – Firenze Tel 055.212320 info@teatroverdionline.it
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Concerto di Natale
DANIELE RUSTIONI direttore
GLINKA Ruslan e Ludmila, ouverture ČAJKOVSKIJ Suite da ‘Lo Schiaccianoci’ PONCHIELLI Can can da La Danza delle Ore da ‘Gioconda’ PROKOF’EV Suite da ‘Romeo e Giulietta’
SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione. La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa. Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani. Scegli il tuo sostegno all’ORT! MY ORT SOSTENITORE € 50,00 € 100,00
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