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XXXVI stagione concertistica
daniele rustioni direttore maurizio baglini pianoforte
fondazione orchestra regionale toscana
Direttore generale
Marco Parri
Direttore servizi musicali
Paolo Frassinelli
Direttore comunicazione
Riccardo Basile
Ufficio sviluppo e fundraising
Elisa Bonini
Amministrazione
Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale
Andrea Gianfaldoni Segreteria
Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra
Angelo Del Rosso
OspitalitĂ e sala Teatro Verdi
Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione
Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico
Vittorio Quarta
Palcoscenico Teatro Verdi
Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala
Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone
XXXVI stagione concertistica 16_17
direttore artistico
Giorgio Battistelli
direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard
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DANIELE RUSTIONI direttore
Maurizio baglini
WOLFGANG AMADEUS MOZART Don Giovanni, ouverture
pianoforte
FRYDERYCH CHOPIN Variazioni per pianoforte e orchestra op.2 sul tema 'Là ci darem la mano' dal Don Giovanni di Mozart Introduzione. Largo Thema. Allegretto
GIOACHINO ROSSINI La scala di seta, ouverture
***
IGOR' FËDOROVIČ STRAVINSKIJ Pulcinella, suite da concerto
Firenze, teatro verdi
giovedì 11 maggio 2017 ore 21.00 siena, Chiesa di sant'agostino
venerdì 12 maggio 2017 ore 21.00
Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
I. Sinfonia (Ouverture) II. Serenata III. Scherzino - Allegro - Andantino IV. Tarantella V. Toccata VI. Gavotta con due variazioni VII. Vivo VIII. Minuetto - Finale
DANIELE RUSTIONI
A 34 anni, è uno dei direttori d’orchestra più interessanti della sua generazione, avendo ricevuto il premio come «Best newcomer of the Year» all’International Opera Awards già nel 2013. Nel 2014 è stato nominato direttore principale dell’ORT, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore ospite principale al Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo e di direttore musicale al Petruzzelli di Bari, e dallo scorso anno è il nuovo direttore pricipale dell'Opéra National de Lyon (incarico che decorrerà dal 1° settembre 2017 ed avrà durata quinquennale). Ha studiato a Milano, dove si è diplomato giovanissimo in organo, composizione e pianoforte. Ha proseguito gli studi di direzione d’orchestra con Gilberto Serembe, continuando la sua formazione alla Chigiana di Siena sotto la guida di Gianluigi Gelmetti e alla Royal Academy of Music di Londra. Nel 2007 Gianandrea Noseda diventa il suo mentore, che lo avvia alla carriera direttoriale con l’opportunità di debuttare al Regio di Torino, mentre alla Royal Opera House (Covent Garden di Londra) è stato assistente di Antonio Pappano, che lo ha seguito nei primi passi. Oggi dirige regolarmente nei migliori teatri italiani, dal Regio Torino, alla Fenice di Venezia, ospite del Maggio Musicale Fiorentino e del Rossini Opera Festival a Pesaro.
Nell'ottobre 2012 ha debuttato al Teatro alla Scala con La bohème; vi è tornato per due stagioni consecutive con la nuova produzione di Un ballo in maschera nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario verdiano e per una ripresa de Il trovatore nel febbraio 2014, registrata in video dalla RAI. Nel marzo 2011 aveva già debuttato con Aida alla Royal Opera House, dove è tornato lo qualche anno dopo con una produzione dell’Elisir d’amore di grande successo. Sempre nel Regno Unito ha diretto all’Opera North ed è stato ospite della Welsh National
Opera per una serie di progetti, tra cui una nuova produzione di Così fan tutte e due opere belcantiste di Donizetti, Anna Bolena e Roberto Devereux, accolte da un clamoroso successo della critica. Ha debuttato negli Stati Uniti al Glimmerglass Festival con una nuova produzione della Medea di Cherubini; vi è poi tornato per il debutto alla Washington National Opera nel 2013 con Norma e per un tour con l’Orchestra dell’Accademia della Scala nel dicembre dello stesso anno. Nella stagione 14/15 ha fatto la sua prima apparizione all'Opera House di Stoccarda, alla Staatsoper di Berlino, all’Opernhaus di Zurigo e all’Opéra National de Parigi, dopo i debutti nella stagione precedente all'Opéra National de Lyon per una nuova produzione del Simon Boccanegra e alla Bayerische Staatsoper con Madama Butterfly. Rustioni svolge un’intensa attività sinfonica: oltre alla collaborazione con l’ORT, ha già diretto le migliori orchestre sinfoniche italiane come l’Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, l’Orchestra Sinfonica della RAI e la Filarmonica della Fenice. Ha inoltre diretto la BBC Philharmonic, l’Orchestra della Svizzera Italiana (a Lugano e in tournée), la Helsinki Philharmonic, la Bournemouth Symphony Orchestra, la London Philharmonic, l’Orchestre Philharmonique di Montecarlo.
Nell'ottobre 2015 ha fatto il suo debutto con la City of Birmingham Symphony Orchestra, dove è stato immediatamente invitato a ritornare nella stagione in corso. Nel 2014 ha diretto Madama Butterfly al Nikkikai Opera per il suo debutto giapponese, seguito da concerti sinfonici alla guida della Kyushu Symphony Orchestra, mentre la scorsa estate, ha fatto le sue prime apparizioni al Hyogo Performing Arts Center e sul podio della Tokyo Symphony Orchestra. È tornato in Giappone a febbraio per dirigere Tosca al Nikkikai Opera e per una serie di concerti con la Toyko Metropolitan Symphony Orchestra. Oltre al suo debutto al Metropolitan Opera House di New York, la stagione 2016/17 vede Rustioni ritornare alla Royal Opera House, diregere La traviata al Covent Garden, il Rigoletto l'Opéra National de Paris, Cavalleria rusticana e Pagliacci all'Opernhaus di Zurigo e Eine Nacht in Venedig di Johann Strauss in occasione del Concerto di Capodanno all'Opéra National de Lyon. Per Sony Classical ha registrato un album, Aries, con Erwin Schrott alla guida dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna, mentre alla fine di settembre è uscito, sempre per Sony Classical, il nuovo CD dedicato a Giorgio Federico Ghedini e registrato proprio con l'ORT, al quale seguiranno altri due dedicati a Petrassi e Casella.
MAURIZIO BAGLINI
Maurizio Baglini è tra i musicisti più brillanti sulla scena internazionale. Nato a Pisa nel 1975 e vincitore a 24 anni del "World Music Piano Master" di Montecarlo, ha al suo attivo un’intensa carriera in Europa, America e Asia: oltre milleduecento concerti come solista e altrettanti di musica da camera, in sedi e per istituzioni prestigiose, tra cui l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Teatro alla Scala di Milano, la Salle Gaveau di Parigi, la Victoria Hall di Ginevra, il Festival dei Due Mondi di Spoleto e il Kennedy Center di Washington. Il suo vasto repertorio spazia da Byrd alla musica contemporanea, con riferimenti importanti a Chopin, Liszt e Schumann. Suona stabilmente con la violoncellista Silvia Chiesa: al loro duo sono dedicati brani di Betta, Campogrande, Cascioli e Corghi. Pubblicati in esclusiva da Decca/Universal, i suoi cd più recenti sono dedicati a Liszt, Brahms, Schubert, Schumann, Domenico Scarlatti e il doppio cd con l’integrale pianistica di Musorgskij. A gennaio 2016, sempre per Decca, è uscito un cd dedicato a Schumann - che dà il via alla registrazione dell’integrale pianistica del compositore - mentre ad aprile sempre dello stesso anno è stato pubblicato il cd inciso insieme con Silvia Chiesa con l’integrale per duo pianoforte e violoncello di Rachmaninov.
Dal 2012, con l’artista multimediale Giuseppe Andrea L’Abbate, porta avanti anche il progetto Web Piano, che abbina l’interpretazione dal vivo di grandi capolavori pianistici a una narrazione visiva originale su grande schermo. Fondatore e direttore artistico di Amiata Piano Festival, dal 2013 è consulente artistico per la danza e per la musica del Teatro Comunale di Pordenone ed è stato nominato Ambasciatore culturale della Regione Friuli Venezia Giulia. Tiene corsi di perfezionamento a Fondi (LT) e nel 2015 ha tenuto la prima masterclass di pianoforte organizzata dall’Accademia Stauffer di Cremona. Suona un grancoda Fazioli.
WOLFGANG AMADEUS MOZART (Salisburgo 1756 - Vienna 1791)
Don Giovanni, ouverture durata: 6 minuti circa
Nel dicembre 1786 Praga accolse con calore quelle Nozze di Figaro che Vienna aveva invece tanto poco apprezzato. Esattamente un mese dopo Wolfgang Amadeus Mozart era in viaggio verso la città boema. Vi avrebbe trascorso un mese. Durante questo soggiorno fortunato diresse una volta le Nozze e il 19 gennaio presentò una nuova sinfonia composta per l'occasione (la K.504, Praga). Inoltre l'impresario del Teatro Nazionale, Pasquale Bondini, gli commissionò un'opera da darsi nella stagione successiva. Per il libretto Mozart si rivolse di nuovo a Lorenzo Da Ponte che suggerì come soggetto Don Giovanni. Durante il lavoro arrivarono a Mozart notizie preoccupanti sulla salute del padre Leopold. ln maggio gli comunicarono che era morto. Il 1° ottobre 1787 ritornò a Praga con la partitura non ancora ultimata. La prima rappresentazione, prevista per il 14 ma slittata al 29, ottenne un successo enorme. Come si usava all'epoca, Mozart pensò all'ouverture solo dopo aver terminato il resto dell'opera. Secondo la moglie Constanze, sarebbe stata scritta nella notte precedente la prova generale. Un'altra leggenda vuole che sia nata addirittura il giorno prima del debutto e che l'orchestra l'abbia
letta a prima vista. Don Giovanni è impiantato in re minore, tonalità tanto rara in Mozart quanto connotata in senso tragico, se non addirittura funebre - si pensi al Concerto K.466 per pianoforte e orchestra o al Requiem. L'ouverture bipartita alla francese, lento-veloce, introduce al clima espressivo dell'opera (l'aspetto frizzante e giocoso dell'opera buffa italiana pericolosamente sospeso sul baratro dell'opera seria) e alle due figure principali: Don Giovanni, dissoluto punito con la dannazione eterna, e il Commendatore, dapprima sua vittima poi messo ultraterreno di una giustizia ineludibile e tremenda. Alla sezione lenta in re minore, che riappare nel Finale del secondo atto quando la statua del Commendatore irrompe in casa del protagonista che sta cenando, segue il vitalismo di quella mossa in re maggiore, costruita in forma-sonata. Gregorio Moppi
FRYDERYCH CHOPIN (Żelazowa Wola, Polonia 1810 - Parigi 1849)
Variazioni per pianoforte e orchestra op.2 sul tema 'Là ci darem la mano' dal Don Giovanni di Mozart durata: 18 minuti circa
"Giù il cappello signori; un genio". Con queste parole, messe in bocca ad Eusebio, uno dei suoi fantastici autoritratti, Robert Schumann presentava al mondo uno dei primissimi lavori del polacco Fryderyk Chopin, le Variazioni per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore sul tema "Là ci darem la mano" dal Don Giovanni di Mozart, pubblicate nel gennaio 1830 come opera 2. La recensione del giovane Schumann, scritta in forma di bizzarra improvvisazione letteraria tipicamente romantica, era apparsa l'anno seguente sulla "AIIgemeine Musikalische Zeitung": nessuno, neppure il musicista tedesco, aveva mai sentito parlare di Chopin e bastò questa geniale serie di variazioni per rendere noto a tutta l'Europa questo oscuro virtuoso. Geniali, s'è detto, queste Variazioni sul celeberrimo tema mozartiano, ma neppure lontanamente paragonabili a ciò che il musicista polacco aveva in serbo per le sorti della musica romantica. Il lavoro fu scritto nel 1827, quando Chopin aveva solo diciassette anni e sognava una brillante carriera di pianista. Per la prima esecuzione, dovette aspettare ancora due anni, quando finalmente ebbe modo di suonare le sue Variazioni in pubblico, a Vienna in occasione della sua prima
tournée fuori dalla Polonia. Il brano è strutturato in sei variazioni, precedute da una lunga Introduzione lenta. Questa prefigura ampiamente i movimenti centrali dei due Concerti chopiniani, scritti solo due anni più tardi. Il piacere del canto, quale emerge dallo splendido pezzo, annuncia la più autentica corda lirica del suo autore. All'Introduzione segue l'enunciazione del tema, affidata al pianoforte e chiosata dall'orchestra. È la musica celeberrima che nell'opera di Mozart immortala il tentativo di seduzione di Zerlina da parte di Don Giovanni, uno dei duetti più straordinari di tutta la storia del melodramma. Mozart, accanto a Bach, fu per Chopin una continua fonte d'ispirazione, un modello d'insuperata perfezione, e non fu certo un caso se proprio sotto l'ala protettrice del tema mozartiano Chopin scelse di presentarsi all'Europa. Le variazioni, però, di mozartiano hanno soltanto il tema; il loro trattamento richiama piuttosto il tipico virtuosismo spettacolare tanto in voga negli anni della Restaurazione, e legato ai nomi di Hummel (che di Mozart era stato allievo), di Herz, di Kalkbrenner e del giovane Liszt, specialista nel popolare genere della parafrasi su temi d'opera. Nondime-
no, le Variazioni di Chopin superano di gran lunga i lavori analoghi dei suoi contemporanei sia per ampiezza di respiro, che per l'originalità della rielaborazione tematica, per le quali si dovrebbe piuttosto parlare di riappropriazione. L'orchestra, sottomessa al pianoforte, ha in realtà un'importanza decisiva nell'economia del pezzo: dopo ogni variazione, infatti, ad essa è affidato il compito di far riascoltare per inciso, a mò di corollario, il tema. Il vertice espressivo è sicuramente identificabile nella variazione in minore, la quinta, che ha tutte le caratteristiche di una memoria belcantistica consegnata alla tastiera. A questa parentesi lirica segue un finale brillante, animato dal ritmo di polacca, il più caratteristico dei sigilli chopiniani. Alberto Batisti
GIOACHINO ROSSINI (Pesaro 1792 - Passy, Parigi 1868)
La scala di seta, ouverture durata: 7 minuti circa
Anche se le sinfonie di Gioachino Rossini nacquero, come pagine puramente orchestrali, per essere premesse alle opere teatrali del compositore, tuttavia molti di questi brani dovevano trovare una fortuna del tutto indipendente rispetto all'opera per la quale erano stati in origine concepiti. Infatti, mentre la maggior parte delle opere di Rossini cessò di essere rappresentata nel corso dell'Ottocento, le sinfonie ebbero una grande diffusione in riduzioni pianistiche, e poi, all'inizio del Novecento, entrarono a far parte stabilmente del repertorio sinfonico. E in effetti non tutte le sinfonie di Rossini sono indissolubilmente connesse, come contenuto musicale, alle opere per cui vennero scritte; anzi già lo stesso autore aveva fatto ricorso alla prassi, molto frequente per l'epoca, e legata ai frenetici ritmi di produzione operistica, di spostare la medesima sinfonia da un'opera a un'altra. Sono i caratteri di brillantezza, di dinamismo ritmico, preziosità strumentale e perfetta organizzazione del materiale che hanno reso celebri molte sinfonie rossiniane; e questo è certamente anche il caso della sinfo-nia dalla Scala di seta. Si tratta di una delle prime prove di Rossini
in questo campo; infatti l'opera in questione è una breve "farsa" in un atto andata in scena nel 1812 al Teatro San Moisé di Venezia, quando Rossini aveva appena due anni di carriera alle spalle, pur avendo colto già i primi clamorosi successi. Non a caso questa ouverture mostra Rossini ancora in cerca di quella forma perfetta che verrà impiegata di lì a poco, ma contiene già tutti i caratteri tipici della sinfonia rossiniana. Si apre con poche battute rapide di violini e viole, cui segue una introduzione lenta, in cui vengono in primo piano oboe, flauto e corno. Segue poi un Allegro, basato su una funambolica idea dei violini, che rimane l'unico tema principale della pagina; non manca il procedimento del "crescendo", che porta alla ripetizione di piccoli incisi con una strumentazione via via più densa, per un effetto di esaltazione orgiastica. Arrigo Quattrocchi
IGOR' FËDOROVIČ STRAVINSKIJ (Lomonosov 1882 – New York 1971)
Pulcinella Suite per orchestra (1949) durata: 22 minuti circa
Pulcinella (Parigi, Teatro dell'Opéra, 15 maggio 1920) costituisce l'atto di nascita ufficiale del neoclassicismo in musica. Non si trattò naturaLmente di una novità assoluta, dato che molte partiture a cavallo tra Otto e Novecento esibiscono una certa inclinazione arcaizzante dettata dalla necessità di prosciugare la musica dal gigantismo fonico e architettonico tardoromantico attraverso una semplificazione linguistica e formale che prendesse spunto da un passato anche molto remoto: del resto perfino il vecchio Verdi diceva (ma chissà con quanta convinzione) che tornare all'antico sarebbe stato un progresso. Saltato a piè pari l'ultimo secolo di storia, lo sguardo dei compositori trascorse così tra Cinque-Sei-Settecento, o anche più indietro. Uno sguardo, in molti casi, non privo di un certo compiacimento estetizzante. Benché negli anni Venti i languori antichizzanti fossero ormai roba vecchia, tuttavia il passato continuava a rimanere una miniera inesauribile di ispirazione. Perfino più di prima. Perché in ogni forma artistica si stavano facendo largo istanze di rigore e coerenza. E anche per la musica si parlava di "nuovo ordine", di "nuova oggettività"; si perseguivano ideali di essenzialità e chiarezza, mettendo
al bando tutto quanto potesse sapere di sentimentalismo e soggettivismo. Nella pratica compositiva tornava a contare più il possesso di una solida capacità costruttiva di stampo artigiano che non il mito tutto romantico del genio creatore. Così negli stessi anni, su fronti ideologici apparentemente contrapposti, almeno stando alla Filosofia della musica moderna di Adorno, Schönberg concepiva il metodo dodecafonico rifacendosi alla sapienza combinatoria dei fiamminghi e di Bach, mentre Igor Stravinskij, con il balletto Pulcinella, si appropriava di Pergolesi mascherandolo in tutto e per tutto a Stravinskij (Avrebbe continuato su questa strada per altri cinquant'anni, facendo suoi Čajkovskij e Rossini, Mozart, Beethoven e Gesualdo, Bach e lo Strauss dei valzer, la musica da circo e il jazz, il Seicento francese e l'opera italiana, approdando infine al serialismo dei suoi 'rivali' Schönberg e Webern). "Pulcinella fu la mia scoperta del passato, l'epifania attraverso la quale tutto il mio lavoro ulteriore divenne possibile. Fu uno sguardo all'indietro, naturalmente (la prima di molte avventure in questa direzione), ma fu anche uno sguardo allo specchio". È l'esplicazione di ciò che viene indicato come "musica
al quadrato". Cioè: dal passato Stravinskij attinge dei modelli che poi rivitalizza/ricrea alla luce del suo stile, indubbiamente personalissimo e riconoscibile, eppure, in virtù dell'esasperazione proteiforme e manieristica che gli è costituzionalmente propria, tendente da ultimo ad azzerarsi. Il balletto fu l'ennesima commissione di Sergej Djagilev, illuminato impresario - despota dei Balletti Russi - in passato c'erano già stati L'oiseau de feu, Petrouschka, lo scandaloso Sacre du Printemps; oltre alle richieste di Daphnis et Chloé a Ravel, di Jeux a Debussy, del Sombrero de tres picos a de Falla. Djagilev voleva replicare il successo ottenuto da due sue recenti produzioni basate su arrangiamenti di musiche del passato. Si trattava delle Donne di buon umore di Vincenzo Tommasini (Roma, 1917; da Scarlatti) e della Boutique fantasque di Respighi (Londra, 1919; da Rossini). Ora a Stravinskij venivano offerte ignote partiture di Pergolesi (piuttosto recente è l'attribuzione di alcune di queste a Domenico Gallo, Fortunato Chelleri, Alessandro Parisotti) rintracciate nei conservatori italiani, un soggetto da commedia dell'arte ricavato da un canovaccio settecentesco, scene e costumi di Picasso, Leonide
Massine come coreografo e protagonista, Ernest Ansermet come direttore d'orchestra. A differenza di quanto chiedeva Djagilev, Stravinskij non si limitò a ristrumentare Pergolesi, ritoccò invece con freddo umorismo straniante il materiale di partenza, lasciando quasi inalterate le linee dei bassi e delle melodie, però tessendovi in mezzo fili contrappuntistici, intervenendo su ritmo e metrica, macchiando qua e là di dissonanze l'armonia, soprattutto inventando un originale colore orchestrale che recuperava il contrasto dialogico tra 'soli' e 'tutti' tipico del concerto grosso settecentesco. Affinché questa musica potesse avere un'autonoma circolazione concertistica, nel 1922 il compositore assemblò insieme undici numeri della partitura sostituendo, dove necessario, con voci strumentali quelle umane previste qua e là dal balletto. La Suite da "Pulcinella", ritoccata con minimi cambiamenti nel 1949, risulta costituita in gran parte da pagine dovute a Pergolesi (arie dal Flaminio e dallo Frate 'nnamorato) e Gallo (Sonate a tre). Straordinario l'impiego umoristico e sgraziato del trombone nel terz'ultimo pezzo, derivato da una Sonata pergolesiana per violoncello e basso continuo. Gregorio Moppi
L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse su territorio nazionale da Radio Rai Tre e in Regione da Rete Toscana Classica. Tra barocco e musica d’oggi Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva no ai compositori contemporanei, l’Orchestra riserva ampio spazio a Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiungono
i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento con una posizione di privilegio per Rossini. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità, premiato nel 2014 con il XXXIII Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” come migliore iniziativa 2013. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia.
Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992 tra cui: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo per la rassegna “Italia-Giappone 2001-2002”. Negli ultimi anni il concerto al Konzertsaal di Lucerna con Daniele Rustioni sul podio e Sergej Krylov al violino (maggio 2013); la doppia tappa in Germania (Münster e Hannover) con Francesco Lanzillotta e Benedetto Lupo solista al piano, nel novembre 2014, e nel giugno 2016 la trasferta in Sudamerica per una tournée di 6 concerti in Ecuador, Perù, Cile, Argentina sempre guidati dal direttore principale Rustioni. Discografia Musiche di Schubert e di Cherubini con Donato Renzetti (Europa Musica), Pierino e il lupo e L’Histoire de Babar con Paolo Poli e Alessandro Pinzauti (Caroman), Cavalleria rusticana con Bruno Bartoletti (Foné), Il barbiere di Siviglia con Gianluigi Gelmetti (EMI Classics), Omaggio a Mina e Orfeo cantando tolse di Adriano Guarnieri
con Pietro Borgonovo (Ricordi) e lo Stabat Mater di Rossini con Gianluigi Gelmetti (Agorà), Tancredi sempre con Gelmetti (Foné), Holy Sea con Butch Morris (Splasch), Richard Galliano e I Solisti dell’Ort (dreyfus), Le Congiurate di Schubert con Gérard Korsten per la regia di Denis Krief, Concertone con Stefano Bollani (Blue Label), Omaggio a Puccini con Fiorenza Cedolins (Bongiovanni), il Requiem di Mozart con Gianluigi Gelmetti. Negli ultimi anni le incisioni Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Haydn, concertatore Andrea Andrea Tacchi; Play it! con musiche di Sylvano Bussotti, Carla Rebora, Riccardo Panfili per VdM Records. Lo scorso 30 settembre è uscito su etichetta Sony Classical un nuovo disco dell'ORT diretta da Daniele Rustioni e dedicato alle musiche di Giorgio Federico Ghedini. A questo lavoro seguiranno altri due Cd (sempre su etichetta Sony) dedicati rispettivamente a Casella e Petrassi.
VIOLINI PRIMI
Daniele Giorgi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Patrizia Bettotti Gabriella Colombo Marcello D'Angelo Alessandro Giani Susanna Pasquariello VIOLINI SECONDI
Chiara Morandi * Marco Pistelli ** Enrico Bernini Francesco Di Cuonzo Marian Elleman Chiara Foletto Lorenzo Vicari
CONTRABBASSI
TIMPANI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Mauro Quattrociocchi
Morgan M.Tortelli *
FLAUTI
Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * OBOI
Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani * CLARINETTI
Marco Ortolani * Alfredo Vena * FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto Codecà *
VIOLE
CORNI
Stefano Zanobini * Pier Paolo Ricci ** Caterina Cioli Alessandro Franconi Sabrina Giuliani
Andrea Albori * Paolo Faggi *
VIOLONCELLI
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Giovanni Simeone
TROMBE
Guido Guidarelli * Cesare Maffioletti TROMBone
Angelo Antonio Petrelli *
Ispettore d’orcheStra
Alfredo Vignoli * prime parti ** concertino
L'ORT SI PREPARA ALL'ESTATE | VILLE E GIARDINI INCANTATI
Dalla collaborazione della Fondazione ORT con il Polo Museale della Toscana nasce il nuovo progetto che vede protagoniste le Ville medicee della Petraia, di Cerreto Guidi, e i giardini delle ville di Poggio a Caiano e di Castello, in una rassegna di concerti dell'Orchestra della Toscana da maggio a giugno. Prima di ogni concerto (ore 21.30) sarà possibile partecipare a visite guidate (ore 19.00) curate da guide esperte con l’obiettivo di valorizzare questi luoghi iscritti nella lista dei siti Unesco come Patrimonio dell’Umanità dal 2013. Quattro i programmi (per otto appuntamenti) che vedranno alternarsi sul podio Andrea Fornaciari (26 e 27 maggio) e Luca Guglielmi (9 e 10 giugno) affiancati dalle esecuzioni solistiche delle prime parti dell'ORT, Chiara Morandi al violino e Augusto Gasbarri al violoncello; in programma musiche di Mendelssohn, Beethoven, Mozart, Haydn. Violino solista nelle Quattro Stagioni di Vivaldi e concertatore per la musica di Nino Rota sarà Daniele Giorgi (15, 16 e 17 giugno). Infine “Fiori musicali”, l’ultimo appuntamento con quattro gruppi da camera dell’ORT che si esibiranno contemporaneamente dislocati nel giardino di Villa di Castello (23 giugno ore 19.00) L'ingresso ai singoli concerti euro 10,00. I biglietti saranno acquistabili alla Biglietteria del Teatro Verdi, tramite circuito Box Office, su www. teatroverdionline.it e direttamente sul luogo prima del concerto (se non esauriti in prevendita). Per info tel. 055 2340710. Scopri i programmi su www.orchestradellatoscana.it > Calendario > Ville e giardini incantati
La realtà dell'ORT ... AUMENTATA! La novità di maggior successo della scorsa Stagione, quest'anno riconferma la grande partecipazione, aprendo le porte a tutto il pubblico, non solo agli abbonati ORT, per far vivere a chiunque un'esperienza sensoriale totalmente diversa. Realtà aumentata è l'occasione per cambiare punto di vista e di ascolto, seguendo il concerto in mezzo agli archi o ai fiati dell'ORT. Ringraziamo tutti i protagonisti di questa stagione: Sara Adini, Lorenzo Agostini, Mauro Annese, Giovanni Bernetti, Elisabetta Bertoni, Laura Boncompagni Ludovisi, Roberto Cantini, Alessandro Cantucci, Clara Carpi, Lorenzo Curradi, Lidia De Caro, Concetta De Simone, Carlo Degl’Innocenti, Serena Degli Alessandri, Antonio Di Giovanni, Gilberto Dini, Vincenzo Esposito, Alessandro Cecchi, Laura Conti, Carla
Fabiani, Laura Fabbrini, Riccardo Falugi, Isabella Frullini, Elvira Gabbi, Vanna Galassi, Anna Gallenga, Benedetta Gallerini, Maria Cristina Gatteschi, Umberto Gelli, Mario Claudio Guacci, Emanuela Leprini, Simonetta Mandroni, Fiorenza Marchi, Enrico Marone, Gianna Masini, Donatella Matà, Francesco Nardoni, Luciana Natali, Michele Padovano, Francesco Palazzo, Simonetta Paloscia, Paolo Pampaloni, Gigliola Paoletti, Aldo Perasole, Luca Pellegrini, Riccardo Paoletti Perini, Silvia Porto, Franco Puccioni, Giovanna Reggioli, Virginia Rivetti, Virginia Rogai, Maria Pia Sabatelli, Eleonora Sorbi Salvini, Mauro Sbordoni, Francesco Tantalo, Neri Tarchiani, Mauro Tognoni, Chiara Tordiglione, Martina Tordiglione, Roberto Troni. Per info sviluppo@orchestradellatoscana.it
Tutti a bordo della Stagione 16_17
Una sola stagione ...
per tante bellissime destinazioni
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
QUEST'ANNO SOSTIENI L'ORT: DONA IL TUO 5X1000!
musica in santa croce
A settembre l'ORT sarà al Cenacolo di Santa Croce, nel refettorio del Convento della Chiesa dove, oltre allo spettacolare gruppo di affreschi di Taddeo Gaddi, si può anche ammirare, dopo 50 anni, il dipinto dell'Ultima cena di Giorgio Vasari, alluvionato e recentemente restaurato. In questo suggestivo contesto l'ORT si farà protagonista in tre concerti, programmati dal 14 settembre, ogni giovedì e venerdì fino alla fine del mese. A salire sul podio sarà il turno della giovane Luisella Chiarini, che guiderà il nostro primo fagotto Paolo Carlini; di Enrico Bronzi, nella doppia veste di direttore e violoncello solista; e infine il ritorno del talento poliedrico di Anna Fusek. Tutto il programma nel dettaglio su www.orchestradellatoscana.it/it/ calendario/musica-in-santa-croce
Sostenere l'ORT con il 5x1000 vuol dire contribuire concretamente alla realizzazione di progetti mirati di carattere didattico, propedeutico e formativo a livello regionale. La destinazione del 5 per mille non è alternativa a quella dell'8 per mille: entrambe le scelte possono essere espresse. La procedura è semplice: basta riportare la propria firma nell'apposito riquadro dei modelli di dichiarazione dei redditi, indicando in questo caso il codice fiscale della Fondazione ORT: C.F. 01774620486. Si può donare il 5 per Mille utilizzando il modello integrativo CUD 2016, il modello 730/1 bis o il modello unico persone fisiche 2016. Aiutaci a mantenere viva l'anima e la voce dell'Orchestra!
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TEATRO VERDI
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Ufficio Comunicazione ORT IMPAGINAZIONE
Ambra Greco Foto
Marco Borrelli (copertina, 5, 6, 14, 15, 19, 20, 21), Michele Maccarrone (7) stampa
Grafiche Martinelli (Firenze)
MUSART FESTIVAL 2017
Orchestra della Toscana
CORO CITTÀ DI ROMA maestro del coro Mauro Marchetti
BOLÉRO CARMINA BURANA MAURICE RAVEL
CARL ORFF
RUSTIONI
Piazza SS. Annunziata Firenze
mercoledì 19 luglio ore 21.15
anomie
direttore DANIELE
Per informazioni: www.musartfestival.it | www.orchestradellatoscana.it Promosso da
Sostenitori del Festival
Con il contributo di
PROMOZIONE TURISTICA