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XXXVI stagione concertistica
Daniel SMITH direttore anna tifu violino
fondazione orchestra regionale toscana
Direttore generale
Marco Parri
Direttore servizi musicali
Paolo Frassinelli
Direttore comunicazione
Riccardo Basile
Ufficio sviluppo e fundraising
Elisa Bonini
Amministrazione
Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale
Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria
Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra
Angelo Del Rosso
OspitalitĂ e sala Teatro Verdi
Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione
Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico
Vittorio Quarta
Palcoscenico Teatro Verdi
Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala
Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone
XXXVI stagione concertistica 16_17
direttore artistico
Giorgio Battistelli
direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard
 O IC
stituzioni
oncertistiche
rchestrali
DANIEL smith direttore
GIOACHINO ROSSINI Il Signor Bruschino, ouverture
anna tifu
violino
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY Concerto in mi minore per violino e orchestra op.64 Allegro molto appassionato Andante Allegretto non troppo – Allegro molto vivace
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LUDWIG VAN BEETHOVEN Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 'Pastorale' PIOMBINO, TEATRO METROPOLITAN
martedì 31 gennaio 2017 ore 21.00 Firenze, Teatro Verdi *
mercoledì 1 febbraio 2017 ore 21.00 figline valdarno, teatro garibaldi
giovedì 2 febbraio 2017 ore 21.00 empoli, teatro excelsior
venerdì 3 febbraio 2017 ore 21.00 Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService
Risveglio di liete sensazioni all’arrivo in campagna: Allegro ma non troppo Scena presso il ruscello: Andante molto mosso Allegra riunione di contadini: Allegro Temporale: Allegro Canto Pastorale; sentimenti di gioia e di ringraziamento dopo la tempesta: Allegretto
DANIEL smith
Il direttore d’orchestra australiano Daniel Smith ha ottenuto rapidamente il plauso internazionale dopo aver vinto il primo premio, il Golden Baton e il premio Orchestra’s Choice al Concorso internazionale di direzione d’orchestra Fitelberg dell’UNESCO, oltre al secondo premio nel prestigioso Concorso internazionale di direzione d’orchestra Sir Georg Solti. Il suo terzo successo è stato il primo premio al Concorso internazionale per direttori d’opera Luigi Mancinelli insieme al premio Orchestra’s Choice al Concorso interna-
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zionale di direzione d’orchestra Lutosławski. La musicalità, l’energia e lo spirito di Daniel creano un rapporto contagioso sia con i musicisti che con il pubblico. In seguito al grande successo del suo debutto come primo australiano a dirigere l’orchestra Mariinsky, ha anche diretto l’orchestra filarmonica di Londra, l’orchestra sinfonica nazionale della RAI in Italia, l’orchestra filarmonica nazionale di Varsavia (Filharmonia Narodowa), l’orchestra sinfonica della radio di Francoforte (hrSinfonieorchester), la nuova filarmonica
del Giappone, l’orchestra sinfonica nazionale d’Irlanda RTÉ, l’orchestra sinfonica di Indianapolis, l’orchestra filarmonica di Montecarlo, l’orchestra sinfonica nazionale danese (DR SymfoniOrkestret), l’orchestra sinfonica di Göteborg (Göteborgs Symfoniker), l’orchestra sinfonica Verdi di Milano, l’orchestra sinfonica Yomiuri Nippon di Tokyo, la filarmonica dei Paesi Bassi meridionali (Philharmonie Zuidnederland) e l’orchestra sinfonica della radiotelevisione croata (Simfonijski orkestar Hrvatske radiotelevizije), tra le altre. Daniel ha diretto in eventi come World Expo, Stars of the White Nights, Mozarteum Festspiele, Järvi Summer Festival, Estate Musicale Chigiana, Aspen Music Festival, Sydney Olympic Arts Festival, MiTo Festival e i Proms, Cracovia. Debutti imminenti attesi con impazienza includono la filarmonica ceca (Ceská filharmonie), il Teatro San Carlo, il Carlo Felice e i suoi prossimi ritorni all’orchestra filarmonica di Londra, al Teatro Mariinsky, all’orchestra sinfonica Verdi di Milano, alla filarmonica di Silesia (Filharmonia Slaska) e all’orchestra metropolitana di Lisbona. Il 2013 ha segnato i debutti di Daniel al Rossini Opera Festival di Pesaro e al Teatro Mariinsky, nella direzione de Il viaggio a Reims di Rossini. (“Una produzione perfetta! E Daniel Smith… sembrava che l’opera fosse stata scritta per lui! L’orchestra
ieri sera suonava in modo incredibile.” – Ekaterina Gudkova). Il suo successo come direttore operistico è dovuto alla sua esperienza con il Teatro dell’Opera di Roma dove ha lavorato sul principale repertorio operistico includendo Il barbiere di Siviglia, Così fan tutte, Der Rosenkavalier, La fanciulla del West, La traviata, Tosca e Wozzeck (insieme ai registi Giancarlo del Monaco e Franco Zeffirelli). Daniel ha anche diretto la Cavalleria rusticana, Gianni Schicchi, Suor Angelica, Der fliegende Holländer e La Rondine. A marzo, Daniel ha lanciato la sua nuova fondazione di beneficienza: “The Daniel Smith ‘Gift of Music’ Foundation”, acquistando personalmente e donando centinaia di biglietti a chi normalmente non può partecipare a causa di difficoltà finanziarie, malattie e disabilità. Daniel ha studiato direzione d’orchestra con Jorma Panula, Neeme Järvi, Gianluigi Gelmetti, Hugh Wolff, Peter Gülke, Imre Palló e Harry Spence Lyth. Ha ottenuto un master in musica dal Conservatorio musicale di Sydney e borse di studio dal Trinity College di Londra, dalla American Academy of Conducting di Aspen e dalla Universität Mozarteum di Salisburgo. Sito ufficiale www.danielsmithonline.com Fanpage Facebook www.facebook.com/danielsmithonline
anna tifu
Vincitrice nel 2007 del prestigioso Concorso Internazionale George Enescu di Bucharest, Anna Tifu è considerata una delle migliori interpreti della sua generazione. Nata a Cagliari, ha iniziato gli studi musicali all’età di sei anni sotto la guida del padre, esibendosi in pubblico a soli otto anni, e vincendo il primo premio con menzione speciale di merito alla Rassegna di Vittorio Veneto. A undici anni ha debuttato come solista con l’Orchestra National des Pays de la Loire; a dodici anni debutta alla Scala di Milano con il Concerto n.1 di Max Bruch; a quattordici, vince il primo premio al Concorso Internazionale Viotti Valsesia e, sempre lo stesso anno, il primo premio al Concorso Internazionale Michelangelo Abbado di Stresa. Si diploma appena quindicenne al Conservatorio di Cagliari con il massimo dei voti e la menzione d’onore, inoltre, per dieci anni fino alla maggiore età, ha studiato con Salvatore Accardo all’accademia Walter Stauffer di Cremona e alla Chigiana di Siena dove nel 2004 ottiene il diploma d’onore. Dal 2005 al 2008 studia a Philadelphia con Aaron Rosand, Shmuel Ashkenazy e Pamela Frank, e a Parigi dove ottiene il diploma superiore di concertista. Si è esibita come solista con l’Orchestra della RAI di Torino, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra dell’Arena di
Verona, l’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, l’Orchestra delTeatro Olimpico di Vicenza, la Haydn di Bolzano e Trento, la Verdi di Trieste, la Filarmonica George
Enescu e l’Orchestra Radio di Bucharest, l’Orchestra da Camera della Lituania, e di Monaco, la KZN Filarmonica di Durban, la Filarmonica del Qatar, la LSO di Maastricht, l’Orchestra da Camera della Israel Philharmonic Orchestra, l'Orchestra da Camera di Praga e molte altre. Al fianco di importanti direttori quali Diego Matheuz, Juraj Valcuha, Julian Kovatchev, Sergiu Commissiona, Cristoph Poppen, Hubert Soudant, Giampaolo Bisanti, Gèrard Korsten, Cristian Mandeal, Aldo Ceccato, Gabor Ötvös, Justus Frantz, Lü Jia, Ronald Zollman, David Afkham, Roberto Benzi. Negli ultimi anni è stata ospite in prestigiosi impegni con l’Orchestra della Rai di Torino prima al Festival George Enescu di Bucharest con Juraj Valcuha e poi in Russia; solista in concerti al Teatro Filarmonico di Verona, al Khachaturian Festival di Yerevan; il debutto con Gustavo Dudamel e la Simòn Bòlivar Orchestra del Venezuela, con l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Yuri Temirkanov; l’apertura della Stagione Sinfonica alla Fenice di Venezia con Diego Matheuz, della Stagione per la Società dei Concerti di Milano ed il concerto di apertura all'Ateneo Rumeno di Bucharest in occasione del concorso Enescu. Ha collaborato con musicisti come Maxim Vengerov, Alexander Romanovsky, Boris Andrianov, Giuseppe Andaloro, Julien
Quentin, Mario Brunello, Pekka Kuusisto, l‘attore statunitense John Malkovich e Andrea Bocelli, il quale nel 2011 ha invitato Anna come solista ospite in occasione di numerosi concerti in Italia e all’estero. Si è esibita in rinomati festival come il Tuscan Sun Festival, Menton festival, Ravello festival, Al Bustan di Beirut e il George Enescu festival dove è regolarmente invitata, oltre che presso celebri sale da concerto come la Scala di Milano, Auditorium Parco della Musica di Roma, Teatro Massimo e Politeama di Palermo, Palazzo del Qurinale di Roma, Auditorium della Rai di Torino, Teatro Arcimboldi e Sala Verdi del Conservatorio di Milano, Teatro Filarmonico di Verona, Teatro Olimpico di Vicenza, Tel Aviv Museum of Art, Konzerthaus di Dortmund, Konzerthaus di Berlino, Salle Cortot di Parigi, Fazioli Concert Hall, Centro Rudolphinum Dvorak Hall di Praga, Ateneo e Sala Palatului di Bucharest, Auditorium Simòn Bòlivar di Caracas, Madison Square Garden di New York, Staples Center di Los Angeles. Anna Tifu è stata testimonial della campagna pubblicitaria 2011 di Alitalia, assieme a Riccardo Muti, Gabriele Tornatore e Eleonora Abbagnato. Suona il violino Antonio Stradivari “Marèchal Berthier”1716 ex Napoleone della Fondazione Canale di Milano. Sito ufficiale: www.annatifu.com
GIOACHINO ROSSINI (Pesaro 1792 - Passy, Parigi 1868)
Il Signor Bruschino, ouverture durata: 5 minuti circa
L'esordio operistico pubblico di Gioachino Rossini era avvenuto quando aveva appena diciotto anni, il 3 novembre 1810, con la farsa in un atto La cambiale di matrimonio, al Teatro San Moisè di Venezia. Rossini si sarebbe presto affermato anche in lavori di maggior peso, come l'opera seria Ciro in Babilonia (Ferrara marzo 1812) e ancor più il melodramma giocoso La pietra del paragone, che trionfò alla Scala nel settembre 1812, ma nel frattempo continuava a scrivere queste farse brevi di cui c'era grande richiesta soprattutto a Venezia, per Carnevale e non solo, e in particolare al San Moisè, ciò che favoriva proposte e riproposte di compositori affermati ed esordi di compositori ancora pressoché sconosciuti, com'era stato il caso della Cambiale di matrimonio. E infatti in questo teatro, apertosi nel lontano 1640, si erano e si sarebbero viste, in quello scorcio d'anni fra Settecento e Ottocento, le farse di Mayr, Generali, Pavesi, Mosca, e dei giovanissimi Spontini e Pacini. Trasferiamoci con la fantasia in questo teatro veneziano, tra forestieri in Grand Tour e piccoli borghesi che magari andavano a teatro poche volte l'anno e giusto per la farsa. Genere a cui dunque non poteva mancare, per l'universale contento, qualche profumo amoroso, molti sali propriamente comici, gli immancabili equivoci, il tutto reso à la page dalle frequenti derivazioni che i librettisti
operavano dal brillante repertorio francese. È con questa ricetta, per questo teatro e per questo pubblico che il pesarese avrebbe scritto, dopo La cambiale di matrimonio, anche la terna di farse del 1812 ossia L'inganno felice, La Scala di seta, L'occasione fa il ladro, e finalmente, buon ultimo, Il signor Bruschino, ossia il Figlio per azzardo, che vi fu rappresentato il 27 gennaio del 1813. Ma fu un fiasco, tant'è vero che l'impresa lo sostituì seduta stante con un lavoro sperimentato, il Ser Marcantonio di Stefano Pavesi. Eppure, come s'è visto, il giovane compositore aveva già la sua bella fama, che sarebbe stata confermata e definitivamente consacrata di lì a poco, proprio sulle scene veneziane, dagli strepitosi esiti del Tancredi alla Fenice e dell'Italiana in Algeri al San Benedetto. Difficile capire le ragioni dell'insuccesso di questo lavoro, il cui libretto Giuseppe Maria Foppa aveva tratto dalla commedia Le fils par hasard (1809) di Alissan de Chazet e Maurice Ourry: per sposare l'amata Sofia, pupilla del vecchio Gaudenzio che l'ha promessa al figlio del suo amico Bruschino, il giovane Florville si spaccia per Bruschino jr, col duplice scopo di concertarsi con la ragazza e di ricoprire d'infamia l'antagonista, in effetti debosciato e perdigiorno, fino a che l'arrivo di Bruschino
senior minaccia di far fallire tutte le sue ingegnose trovate. Come si è detto, il lavoro non ebbe successo, e tranne poche riprese (come quella diretta da Offenbach ai Bouffes-Parisiens nel 1857) è riemerso dall'oblio solo con il novecentesco rinascimento rossiniano. Ma l'ouverture ha avuto già da prima una sua notevole fortuna come pezzo da concerto, perché è in effetti assai pregevole, e perché resa famosa dall'effetto dei secondi violini che in certi momenti devono battere con l'arco sul leggìo (allora, propriamente, sulle cupolette di porcellana che proteggevano la candela a leggìo), un tipico tratto da musica comica, per l'aspetto rumoristico e per il ripetersi di una figura ritmica a mo' di tormentone. Un'invenzione particolarmente azzeccata se immaginiamo che alluda ad un bussare a una qualche porta, giacché la vicenda si impernia su inaspettati e spiazzanti arrivi. L'ouverture in re maggiore è in effetti un gioiello, e dimostra come il ventenne Rossini facesse sue forme e sostanze dello stile classico – non per niente lo chiamavano il Tedeschino – per usarle originalmente ai propri scopi comici. Ad esempio quel brusco disegno iniziale che si ripete tre volte (simile a quello che in altra e diversissima chiave espressiva apre la sinfonia in sol minore di Mozart) e che è seguito da un “in punta dei piedi”
degli archi, per poi diventare il tema fresco e un po' svagato dei violini nell'Allegro con cui si apre la pagina, ed ecco subito la prima apparizione degli archetti che battono. Insomma, quello sviluppo di elementi ritmico-armonici in funzione tematica, quasi fusione e interscambio di parametri, che è appunto uno dei fondamenti dello stile classico. Il Mosso che segue è costruito in quel tipo sintetico di forma-sonata a due temi, di cui il primo briosamente esposto dai violini e il secondo affidato alle fanfarette dei legni. A fondere il tutto, in un percorso costruttivo impeccabile, all'insegna di una fantasiosa leggerezza, il continuo riemergere in varie forme del motto iniziale e del battere degli archetti, con quell'insistere e continuo ribadire che costituisce uno dei fondamenti della musica comica, e della comicità in generale. Elisabetta Torselli
FELIX MENDELSSOHN-BARTHOLDY (Amburgo 1809 – Lipsia 1847)
Concerto in mi minore per violino e orchestra op.64 durata: 30 minuti circa
“Voglio fare per te un Concerto per violino, per il prossimo inverno; ne ho in mente uno in mi minore, e la sua apertura non mi lascia in pace”. Così scriveva Felix Mendelssohn al violinista Ferdinand David nell'estate 1838, periodo al quale risalgono i primi abbozzi di quello che sarebbe diventato il celeberrimo Concerto per violino in mi minore. Il Concerto venne poi completato non nel giro di pochi mesi, ma nel settembre 1844, nel corso di una vacanza a Soden, presso Francoforte sul Meno; una vacanza, dunque, non già dall'attività compositiva del musicista, bensì da tutte le attività "collaterali" che rendevano Mendelssohn uno degli organizzatori musicali più impegnati della sua epoca. Converrà richiamare rapidamente gli impegni di Mendelssohn nel periodo della gestazione del concerto. Stabilitosi a Lipsia quale direttore del Gewandhaus dal 1835, accettò parallelamente nel 1841 l'incarico di direttore della cappella di Federico di Prussia, dividendosi fra Lipsia e Berlino; si aggiungano la direzione di diversi festival musicali, le tournée a Londra, la fondazione di un istituto musicale a Lipsia, l'attività didattica, la rielaborazione di opere del passato; e si avrà il quadro di un'operosità frenetica e instancabile, destinata a consumare precocemente la fibra del compositore. E, in tanta attività, punto di riferimento deve
essere certamente stato il violinista Ferdinand David, virtuoso colto e sensibile (fra l'altro introdusse stabilmente a Lipsia l'attività cameristica), che Mendelssohn aveva voluto già nel 1835 a Lipsia, quale Konzertmeister del Gewandhaus, e volle poi fra i primi insegnanti del locale Conservatorio, accanto a Moscheles e Schumann. Per questo solista fu scritto, come si è visto, il Concerto in mi minore, che non costituisce tuttavia l'unica esperienza di Mendelssohn in questo campo. Agli anni giovanili, segnati da una straordinaria precocità, e precisamente al 1822, risale un Concerto per violino e archi in re minore, opera (donata a David nel 1853 dalla vedova dell'autore) rimasta nel dimenticatoio, insieme a tutte le prove infantili e adolescenziali del compositore, fino al secondo dopoguerra; un Concerto in cui conviene cercare non tanto i primi segni dell'autore maturo, quanto le tracce delle molteplici influenze sulla sua formazione. Invece, come ognuno sa, il Concerto opera 64 rappresenta uno degli esiti massimi del Concerto violinistico ottocentesco, pietra miliare nel percorso che va dal Concerto in re di Beethoven a quello di Brahms; un'opera che, per i suoi fondamentali tratti stilistici, può essere considerata centrale ed emblematica della poetica di Mendelssohn - musicista che
d'altra parte, una volta conquistata, fin da giovanissimo, una propria fisionomia creativa, non fu soggetto a significative e profonde evoluzioni. L'aspirazione verso i modelli classici, rielaborati però attraverso una sensibilità più "moderna", è il fondamento del concerto, che si ispira a una compostezza formale governata da un ideale di superiore equilibrio espressivo. Così la scrittura violinistica, pur impegnando il solista in un altissimo cimento tecnico, tende ad un virtuosismo levigato ed elegante, lontano dalle estroversioni proprie della generazione degli autori "romantici". Dunque il Concerto si articola nei tre movimenti canonici, un Allegro in forma sonata, un tempo lento e un brillante finale, ma, nell'accostarsi a questo modello, Mendelssohn sente poi la necessità di attualizzarlo, compiendo significative modifiche all'impostazione formale. In particolare la forma-concerto è vista come un flusso continuo in cui lo strumento solista assume un ruolo sempre dominante. Così, nessuna brusca cesura si compie fra i tre movimenti, che sembrano scivolare l'uno dentro l'altro, legati da brevi transizioni; in particolare, l'introduzione al finale anticipa il tema di questo e richiama il tema principale del primo tempo, donando una intima coerenza al contenuto dell'intero concerto. Ma le innovazioni maggiori sono nel tempo
iniziale, dove la tradizionale introduzione orchestrale viene abolita, ponendo immediatamente l'accento sul ruolo protagonistico del violino, e dove la cadenza solistica, anziché trovarsi alla fine del tempo, viene anticipata, come transizione fra lo sviluppo e la riesposizione del materiale; una scelta che ribadisce l'intenzione di evitare ogni esibizionismo e insieme di evitare lunghe pause alla continuità del discorso. Soprattutto, il Concerto in mi minore è celebrato per il suo contenuto espressivo, con una impostazione tenera e lirica del tutto peculiare, e poi molto imitata. Nell'Allegro molto appassionato iniziale non si stabilisce una dialettica di contrasti, ma piuttosto un rapporto di filiazione fra i due temi principali, la malinconica, statica melodia iniziale, e il più riflessivo secondo tema. L'Andante si affida a una limpida e levigata melodia del solista, con un profondo lirismo appena turbato nella sezione centrale. Il conclusivo Allegro molto vivace è un effervescente rondò, che si riallaccia alle atmosfere fatate del Sogno di una notte di mezza estate, mantenendosi all'interno di una definizione stilistica di esemplare misura. Arrigo Quattrocchi
LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827)
Sinfonia n.6 in fa maggiore op.68 'Pastorale' durata: 45 minuti circa
Il 22 dicembre 1808 il pubblico viennese convenuto al Theater an der Wien potè assistere a un concerto per sottoscrizione che sembra oggi, per il suo programma, ma anche per la sua durata, assolutamente eccezionale. Esso era interamente dedicato a musiche di Beethoven (impegnato anche come pianista e direttore) e prevedeva, nella prima parte: Sinfonia Pastorale. Più espressione di sentimenti che pittura [Sinfonia n.6, op.68] Aria, cantata dalla Sig.ra Killitzky [aria “Ah, perfido” op.65] Inno con testo latino, nello stile da chiesa, con solisti e coro [Gloria dalla Messa in do, op.86] Concerto per pianoforte, suonato dall’autore [Concerto n.4, op.58] E nella seconda parte: Grande sinfonia in do minore [Sinfonia n.5, op.67] “Heiling”, con testo latino, nello stile da chiesa, con solisti e coro [Sanctus dalla Messa in do, op.86] Fantasia per pianoforte solo [improvvisazione] Fantasia per pianoforte, che gradualmente include l’orchestra e conclude con il coro come finale [Fantasia per pianoforte, coro e orchestra, op.80] La struttura del concerto, che durò quat-
tro ore, era certamente meno insolita all’epoca di quanto non appaia oggi: ci mostra Beethoven in ruolo di pianista e improvvisatore, nonché di compositore, mentre presenta per la prima volta in pubblico concerto opere come la Quinta e Sesta Sinfonia (collocate, secondo la tradizione, in apertura delle due parti del concerto, a mo’ di fastosa cornice), il Quarto Concerto per pianoforte e la Fantasia op.80, insieme a un pezzo vocale, a parti di una messa (indicata tramite parafrasi, dato che era proibito presentare in concerto musica sacra) e libere improvvisazioni. Oggi vediamo rappresentati in questo programma aspetti diversi dell’ispirazione beethoveniana: il più marcato contrasto risiede forse proprio tra la Quinta Sinfonia (energica, concentrata, svolta con logica stringente) e la Sesta. Per collocare stilisticamente la Pastorale è necessario però ricordare anche il grande amore sempre dimostrato da Beethoven per la natura e le passeggiate in campagna: appena poteva, fuggiva da Vienna per cercare la pace agreste, ed è precisamente a questo stato d’animo che allude il sottotitolo del primo movimento: “Il risveglio di serene sensazioni arrivando in campagna”. La dicitura è anche molto esplicita per quanto riguarda il dubbio se considerare la Pastorale una sinfonia a programma o un saggio di descrittivismo musicale:
come chiarito fin nel sottotitolo (“mehr Ausdruck der Empfidung als Malerei”), ciò che si vuole evocare sono i sentimenti, non le immagini. Fin dall’inizio dell’Allegro ma non troppo l’ascoltatore è invitato alla calma con il respiro ampio delle frasi, con l’immobilità indotta dalle molteplici ripetizioni di piccole cellule e dalle note lunghe o ribattute degli strumenti bassi. Anche la seconda zona tematica non porterà contrasto, ripetendo figure fluide su accompagnamenti morbidamente brulicanti. Il secondo movimento Andante molto mosso, è la celebre “Scena del ruscello” in cui sul tappeto lievemente ondeggiante dell’accompagnamento si stagliano melodie lunghe e tranquille: alla fine del movimento si ascoltano accenni a versi di uccelli (indicati in partitura: usignolo, quaglia, cuculo) da intendersi più come suggerimento per gli esecutori che come prescrizione descrittiva per gli ascoltatori. Segue l’”Allegra riunione di contadini”, uno scherzo campestre in cui prende importanza il suono degli strumenti a fiato per evocare una musica all’aria aperta. Nella parte centrale la chiara scansione ritmica data dagli sforzati porta la ruvidezza di una danza rustica. Dopo il ritorno dello scherzo, ci si collega direttamente al “Temporale”: erede legittimo di decine di temporali evocati nelle sinfonie caratteristiche e negli oratori dell’epoca, si caratterizza per una sua specifica, “sublime”, terribilità, data non tanto dall’imitazione di tuoni e lampi, quanto dal voler esprimere il sentimento di terrore provocato dal temporale. Senza soluzione di continuità lo sconvolgimento atmosferico (e dell’animo) si calma e conduce alla risoluzione cui tende tutta la sinfonia: “Canto pastorale. Lieti sentimenti di ringrazia-
mento dopo il temporale”. Tornano le distese frasi lunghe e le rassicuranti iterazioni: si allude a un orizzonte vasto e sereno, garantito da una divinità benigna. Se all’epoca la Sinfonia Pastorale si poneva in evidente collegamento con opere di ambientazione analoga molto conosciute a Vienna, come gli oratori di Haydn, La creazione,1798 e Le stagioni, 1801 (che avevano contribuito a diffondere un vocabolario musicale naturalistico a tutti familiare), in seguito essa stessa servì da riferimento per ogni realizzazione sinfonica di sentimenti agresti: dalla “Scena dei campi” nella Sinfonia fantastica di Berlioz (1830), alla Prima Sinfonia di Schumann Primavera (1841) essa si impose nel repertorio come modello o termine di confronto. E ad aumentare la sua popolarità, nel Novecento, contribuì anche la versione Walt Disney, nel celebre episodio del film Fantasia (1940), in cui però lo spirito della sinfonia viene esplicitamente frainteso diventando, contro la volontà beethoveniana, “più pittura sonora che espressione di sentimenti”. Maria Grazia Sità
VIOLINI PRIMI
VIOLONCELLI
CORNI
Daniele Giorgi * Virginia Ceri * Paolo Gaiani ** Angela Asioli Gabriella Colombo Francesco Di Cuonzo Susanna Pasquariello Marco Pistelli
Luca Provenzani * Augusto Gasbarri ** Stefano Battistini Silvia Cosmo Giovanni Simeone
Andrea Albori * Paolo Faggi *
VIOLINI SECONDI
Chiara Morandi * Patrizia Bettotti ** Stefano Bianchi Costanza Curradi Marcello D'Angelo Chiara Foletto Alessandro Giani Franziska Schotensack VIOLE
Stefano Zanobini * Caterina Cioli ** Alessandro Franconi Sabrina Giuliani Francesca Piccioni Pier Paolo Ricci
TROMBE
Donato De Sena * Guido Guidarelli *
CONTRABBASSI
Amerigo Bernardi * Luigi Giannoni ** Marco Cuciniello
TROMBoni
Stefano Bellucci * Marcello Angeli
FLAUTI
TIMPANI
Fabio Fabbrizzi * Michele Marasco * Claudia Bucchini
Morgan M.Tortelli *
OBOI
Alessio Galiazzo * Flavio Giuliani *
Ispettore d’orcheStra e archivista
Alfredo Vignoli
CLARINETTI
Marco Ortolani * Emilio Checchini * FAGOTTI
Paolo Carlini * Umberto Codecà *
* prime parti ** concertino
L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze. Nel 1983, durante la direzione artistica di Luciano Berio, è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili formazioni cameristiche, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Le esecuzioni fiorentine sono trasmesse su territorio nazionale da Radio Rai Tre e in Regione da Rete Toscana Classica. Tra barocco e musica d’oggi Interprete duttile di un ampio repertorio che dalla musica barocca arriva no ai compositori contemporanei, l’Orchestra riserva ampio spazio a Haydn, Mozart, tutto il Beethoven sinfonico, larga parte del barocco strumentale. Accanto ai grandi capolavori sinfonico-corali si aggiungono
i Lieder di Mahler, le pagine corali di Brahms, parte del sinfonismo dell’Ottocento con una posizione di privilegio per Rossini. Una precisa vocazione per il Novecento storico, insieme a una singolare sensibilità per la musica d’oggi, caratterizzano la formazione toscana nel panorama musicale italiano. Il festival “Play It! La musica fORTe dell’Italia” è il manifesto più eloquente dell’impegno dell’orchestra verso la contemporaneità, premiato nel 2014 con il XXXIII Premio della Critica Musicale “Franco Abbiati” come migliore iniziativa 2013. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane, si è esibita con grande successo al Teatro alla Scala di Milano, al Maggio Musicale Fiorentino, al Comunale di Bologna, al Carlo Felice di Genova, all’Auditorium del Lingotto di Torino, all’Accademia di S.Cecilia di Roma, alla Settimana Musicale Senese, al Ravenna Festival, al Rossini Opera Festival e alla Biennale di Venezia.
Numerose le sue apparizioni all’estero a partire dal 1992 tra cui: Salisburgo, Cannes, Strasburgo, New York, Edimburgo, Madrid, Hong Kong, Tokyo per la rassegna “Italia-Giappone 2001-2002”. Negli ultimi anni il concerto al Konzertsaal di Lucerna con Daniele Rustioni sul podio e Sergej Krylov al violino (maggio 2013); la doppia tappa in Germania (Münster e Hannover) con Francesco Lanzillotta e Benedetto Lupo solista al piano, nel novembre 2014, e nel giugno 2016 la trasferta in Sudamerica per una tournée di 6 concerti in Ecuador, Perù, Cile, Argentina sempre guidati dal direttore principale Rustioni. Discografia Musiche di Schubert e di Cherubini con Donato Renzetti (Europa Musica), Pierino e il lupo e L’Histoire de Babar con Paolo Poli e Alessandro Pinzauti (Caroman), Cavalleria rusticana con Bruno Bartoletti (Foné), Il barbiere di Siviglia con Gianluigi Gelmetti (EMI Classics), Omaggio a Mina e Orfeo cantando tolse di Adriano Guarnieri
con Pietro Borgonovo (Ricordi) e lo Stabat Mater di Rossini con Gianluigi Gelmetti (Agorà), Tancredi sempre con Gelmetti (Foné), Holy Sea con Butch Morris (Splasch), Richard Galliano e I Solisti dell’Ort (dreyfus), Le Congiurate di Schubert con Gérard Korsten per la regia di Denis Krief, Concertone con Stefano Bollani (Blue Label), Omaggio a Puccini con Fiorenza Cedolins (Bongiovanni), il Requiem di Mozart con Gianluigi Gelmetti. Negli ultimi anni le incisioni Le sette ultime parole del nostro Redentore in croce di Haydn, concertatore Andrea Andrea Tacchi; Play it! con musiche di Sylvano Bussotti, Carla Rebora, Riccardo Panfili per VdM Records. Lo scorso 30 settembre è uscito su etichetta Sony Classical un nuovo disco dell'ORT diretta da Daniele Rustioni e decicato alle musiche di Giorgio Federico Ghedini. A questo lavoro seguiranno altri due Cd (sempre su etichetta Sony) dedicati rispettivamente a Casella e Petrassi.
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
APERITIVO CON L'ORT AL RELAIS SANTA CROCE
Domenica scorsa sono iniziati i Concerti aperitivo del 2017 con il programma proposto dall'OrtEnsemble. La bellissima Sala della musica del Relais Santa Croce è già pronta per ospitare i nostri due successivi appuntamenti. Domenica prossima saranno protagonisti I Fiati all'Opera ovvero il Quintetto a fiati dell'ORT e l'attore Alessandro Riccio. Si tratta di un viaggio musicale attraverso alcune fra le più belle pagine del repertorio operistico trascritte per quintetto a fiati. L'attore trasformista Riccio racconta in modo inusuale e accattivante alcuni aspetti della vita di Mozart, Rossini, Bizet e Puccini. Colto e divertente, questo concerto/spettacolo si fa apprezzare per la sua originalità.
A seguire, il 12 febbraio I Solisti dell'ORT presentano un programma interamente dedicato a Mozart, con una dedica speciale a Andrea Tacchi. Attenzione, la sala del Relais S.Croce è bellissima ma piccola. I posti sono davvero limitati. Il consiglio è di acquistare il prima possibile in prevendita (non ci sono costi aggiunti). Il prezzo complessivo del biglietto - che prevede concerto più aperitivo - è di € 10,00. È possibile acquistare presso la biglietteria del Teatro Verdi dal lunedì al sabato con orario 10,00-13,00 e 16,00-19.00 e durante l'intervallo dei nostri concerti, oppure on line sul sito www.teatroverdionline.it
I prossimi appuntamenti
I Concerti aperitivo al Relais S.Croce
5
FEBBRAIO
domenica ore 11.00
12
I FIATI ALL'OPERA Quintetto a fiati dell'ort Alessandro Riccio attore
I Concerti Aperitivo al Relais S.Croce
NON SOLO domenica MOZART ore 11.00 I Solisti dell'ORT FEBBRAIO
14
FEBBRAIo
martedì ore 21.00
Stagione 16_17
OMAGGIO A ANDREA TACCHI musiche di Mozart, Haydn, Mendelssohn
IL NUOVO DISCO
DELL’ORCHESTRA DELLA TOSCANA DIRETTA DA
Daniele Rustioni UN OMAGGIO APPASSIONATO AD UNO DEI PROTAGONISTI DEL ‘900 STORICO ITALIANO
GIORGIO FEDERICO GHEDINI [ 1 ] APPUNTI PER UN CREDO [ 2 ] MUSICA NOTTURNA [ 3 ] STUDI PER UN AFFRESCO DI BATTAGLIA [ 4 ] SONATA DA CONCERTO PER FLAUTO E ARCHI Orchestra della Toscana Daniele Rustioni, direttore / conductor [2] Andrea Tacchi, Chiara Morandi, violino / violin [4] Andrea Oliva, flauto / flute 1 CD SONY CLASSICAL 88985366412 / DISPONIBILE ANCHE IN DIGITALE
COMUNICAZIONI PER IL PUBBLICO
SITO INTERNET
Qui sono raccolte tutte le informazioni che riguardano l’Orchestra della Toscana. Trovate il calendario, le news con gli aggiornamenti, le anticipazioni, le foto gallery ed i dettagli di tutte le nostre inziative. è anche il punto di partenza per i nostri canali social (Facebook, Twitter, You Tube, Pinterest e Instagram). Si possono scaricare materiali informativi ed inviti ad iniziative speciali: www.orchestradellatoscana.it I PROGRAMMI SU ISSUU
Tutti i programmi di sala, come questo che state leggendo, vengono pubblicati con qualche giorno di anticipo sul portale Issuu a questo indirizzo: issuu.com/orchestradellatoscana Chi vuole può dunque prepararsi all’ascolto in anticipo e comodamente da casa. Il link è disponibile anche nel nostro sito internet. I programmi resteranno a disposizione del pubblico per tutta la stagione.
AUDIO SU SOUNDCLOUD
Sono disponibili sulla piattaforma di condivisione audio Soundcloud materiali che ci riguardano come le introduzioni ai concerti, gli interventi didattici e una selezione di brani dall’ultimo Play It! Ci trovate a questo indirizzo: soundcloud.com/orchestradellatoscana LE FOTO DEL CONCERTO
Sulla nostra pagina Facebook sarà possibile vedere nei prossimi giorni un’ampia galleria fotografica che documenta questo concerto. Più in generale, sul nostro sito trovate una ricca foto gallery su tutta l’attività dell’Orchestra della Toscana, realizzata da Marco Borrelli.
SOSTENENDO L’ORT SARà TUTTA UN’ALTRA MUSICA
Crediamo che la cultura rappresenti un volano di sviluppo del territorio, arricchisca la società e assicuri la crescita consapevole delle nuove generazioni. Siamo convinti che la musica possa nutrire lo spirito e il corpo, che contribuisca a far crescere le nuove generazioni attraverso un ascolto consapevole dell’affascinante mondo musicale in cui viviamo, un mondo in continua trasformazione. La nostra proposta musicale è rivolta a tutti e suggerisce una libertà di ascolto che spazia nel tempo, dal passato al presente. Lavoriamo con impegno e passione perchè siamo convinti che con una musica intelligente e bella si possa vivere meglio. Cerchiamo amici disposti a condividere il nostro lavoro, affiancandoci nel percorso e sostenendoci nella nostra visione di una città più armoniosa. Il tuo contributo potrà arricchire l’attività e i progetti di formazione e di educazione all’ascolto rivolti ai più giovani.
Scegli il tuo sostegno all’ORT!
MY ORT € 50,00 SOSTENITORE € 100,00 AMICO € 250,00 ELITE € 500,00 Sul sito www.orchestradellatoscana. it è possibile scoprire tutti i vantaggi riservati ai nostri sostenitori. Il proprio contributo può essere comodamente donato con bonifico bancario sul conto corrente IBAN IT 75 S061 6002 8001 0000 0010 505
E anche per le aziende che vorranno essere partner dell’ORT, saremo lieti di costruire le opportunità migliori. Inoltre destinando il 5 PER MILLE all’Orchestra della Toscana si potrà contribuire ai progetti didattici, alle iniziative scolastiche e provinciali organizzate dall’ORT: basta mettere la propria firma nell’apposito spazio della dichiarazione dei redditi riservato e riportare il codice fiscale della nostra fondazione: 01774620486 Ufficio sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it
CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA
Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it Segreteria info@orchestradellatoscana.it
Direzione Generale direzionegenerale@orchestradellatoscana.it Direzione Artistica direzioneartistica@orchestradellatoscana.it Area Comunicazione ortstampa@orchestradellatoscana.it Ufficio Sviluppo sviluppo@orchestradellatoscana.it Ufficio del Personale ufficiopersonale@orchestradellatoscana.it Amministrazione direzioneamministrativa@orchestradellatoscana.it Servizi Tecnici ufficiotecnico@orchestradellatoscana.it proGramma di sala a cura di
Ufficio Comunicazione ORT
TEATRO VERDI
Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it
IMPAGINAZIONE
Ambra Greco Foto
Marco Borggreve (copertina, 5, 6) Elisabetta Messina (7), Vanessa Zan (8), Marco Borrelli (16-17, 18, 22) stampa
Grafiche Martinelli (Firenze)