Ospitalità | Stagione 16_17

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XXXVI stagione concertistica

OspitalitÃ

FILARMONICA ARTURO TOSCANINI FRANCESCO LANZILLOTTA direttore

MIHAELA COSTEA violino


fondazione orchestra regionale toscana

Direttore generale

Marco Parri

Direttore servizi musicali

Paolo Frassinelli

Direttore comunicazione

Riccardo Basile

Ufficio sviluppo e fundraising

Elisa Bonini

Amministrazione

Simone Grifagni, Cristina Ottanelli Ufficio del personale

Patrizia Brogioni, Andrea Gianfaldoni Segreteria

Stefania Tombelli, Tiziana Goretti, Ambra Greco Servizi tecnici Orchestra

Angelo Del Rosso

OspitalitĂ e sala Teatro Verdi

Fulvio Palmieri, Paolo Malvini Consiglio di Amministrazione

Maurizio Frittelli presidente Francesca Bardelli vice presidente Elisa Burlamacchi Nazzareno Carusi Claudio Martini Revisore Unico

Vittorio Quarta

Palcoscenico Teatro Verdi

Alfredo Ridi, Walter Sica, Carmelo Meli Sandro Russo, Alessandro Goretti Personale di sala

Lisa Baldi, Alessandra Biagiotti, Anastasiya Byshlyaha, Tommaso Cellini, Lorenzo Del Mastio, Enrico Guerrini, Chiara Giglioli, Michele Leccese, Pasquale Matarrese, Andrea Nigro, Sara Spinicchia, Mario Venneri, Giuseppe Zarcone


XXXVI stagione concertistica 16_17

direttore artistico

Giorgio Battistelli

direttore principale Daniele Rustioni direttore e compositore in residence Tan Dun direttore onorario Thomas Dausgaard

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stituzioni

oncertistiche

rchestrali


Ospitalità FILARMONICA ARTURO TOSCANINI FRANCESCO LANZILLOTTA

direttore

MIHAELA COSTEA

JOHN CORIGLIANO Concerto per violino e orchestra 'The red violin' (2003) I. Chaconne II. Pianissimo Scherzo III. Andante Flautando IV. Accelerando Finale

violino

***

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sinfonia n.7 in la maggiore op.92 Poco sostenuto | Vivace Allegretto Presto Allegro con brio

Firenze, teatro verdi

mercoledì 8 marzo 2017 ore 21.00 Registrazioni e produzioni audio a cura di SoundStudioService


FRANCESCO LANZILLOTTA Considerato uno dei più promettenti giovani direttori nel panorama musicale italiano, negli ultimi anni Francesco Lanzillotta è stato invitato da alcuni dei più importanti teatri italiani, come Teatro La Fenice di Venezia, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Verdi di Trieste, Teatro Filarmonico di Verona e Teatro Lirico di Cagliari. È regolarmente ospite di importanti compagini orchestrali, fra le quali Orchestra Nazionale della RAI di Torino, Orchestra della Svizzera Italiana, Filarmonica Toscanini, Orchestra della Toscana, Gyeonggi Philharmonic Orchestra di Suwon (Korea) e Sofia Philharmonic Orchestra. Direttore principale ospite del Teatro

dell’Opera di Varna in Bulgaria, ha ivi diretto produzioni quali: Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Le nozze di Figaro, La Bohème, Tosca, La Traviata, Carmen. Nella stagione 2012/13, dopo il prestigioso debutto sul podio dell’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino con un programma dedicato a Stravinskij e Berlioz, ha diretto L’histoire du soldat e La fuga in maschera al San Carlo di Napoli, Il Maestro di cappella all’Opéra de Nancy e Il piccolo spazzacamino di Britten che ha segnato il suo debutto presso il Macerata Opera Festival. Ha inaugurato la stagione 2013/14 dirigendo La Bohème al Teatro Comunale di Treviso; in seguito è tornato sul podio


MIHAELA COSTEA dell’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino e su quello della Filarmonica Toscanini di Parma. Ha diretto inoltre accla­mate produzioni della Traviata al Teatro Verdi in Sassari, L’elisir d’amore ad Essen, Gianni Schicchi e Notte di un Nevrastenico all’Opéra de Montpellier, Norma con la Japan Opera Foundation di Tokyo, L’Italiana in Algeri al Filarmonico di Verona, La Bohème al Comunale in Ferrara, Don Checco al San Carlo di Napoli. E ancora di recente, la nuova produzione de La Traviata al Teatro Valli di Reggio Emilia, al Pavarotti di Modena, e nei teatri del Circuito As.Li.Co; Totò e il medico dei pazzi di Giorgio Battistelli, in prima assoluta all’Opéra de Nancy e nel 2016 alla Fenice di Venezia, dove nel mese scorso vi è tornato per Gina di Cilea. Fra i prossimi impegni si ricorda Torvaldo e Dorliska al ROF di Pesaro. Ha diretto numerose composizioni di musica contemporanea di autori quali: Matteo D’Amico, Marcello Panni, Ennio Morricone, Ada Gentile, Luciano Pelosi, Carlo Galante, Michele Dall’Ongaro, Francesco Pennisi, Luis Bacalov, Luca Mosca. Francesco Lanzillotta che dal 2014 ricopre il ruolo di direttore principale della Filarmonica Arturo Toscanini è nato a Roma; ha studiato pianoforte con Velia de Vita e si è diplomato sia in direzione d’orchestra con Bruno Aprea – perfezionandosi in seguito a New York presso il Bard College – che in composizione con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma.

Si è diplomata in violino con il massimo dei voti e la lode presso la Scuola d’Arte Bancila della sua città natale e al Conservatorio Rossini di Pesaro. Ha poi frequentato la Scuola di Perfezionamento Musicale di Saluzzo e l'Accademia Walter Stauffer di Cremona. Ha approfondito il repertorio solistico con Salvatore Accardo, Mariana Sirbu, Vadim Brodski, Giuseppe Prencipe e Lia Pirvu. In Romania vince i concorsi per giovani musicisti "Mozart Competition" e "Lira d’Oro", oltre a sedici concorsi nazionali, e sostiene numerosi concerti come solista e in duo con il pianoforte. Nel 1993 si è trasferita in Italia, e negli anni successivi vince il Concorso Internazionale di Biella, i concorsi di Stresa, di Macerata Feltria, il concorso "Un violino per sognare", il Concorso Mozart, e diverse audizioni per primo violino di spalla. Ha fatto parte dell’Orchestra da Camera Italiana fondata da Salvatore Accardo e collaborato in qualità di primo violino di spalla con la Filarmonica Veneta di Treviso, l’Orchestra del Festival di Riva del Garda, l’Orchestra Internazionale d’Italia e l’Orchestra del San Carlo di Napoli. Dal gennaio 2000 ad oggi, ricopre il ruolo di primo violino di spalla e di solista presso l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e della Filarmonica Arturo Toscanini. Dal 2002 collabora come primo violino di spalla con la London Philarmonic Orchestra, la BBC Symphony Orchestra e la Royal Philarmonic Orchestra di Londra; dal 2015 inizia un'intesa collaborazione con l’Orchestra della Suisse Romande sotto la bacchetta di Charles Dutoit, il quale la invita ogni


anno dal 2006 a partecipare, in qualità di docente di violino e musica da camera, al C.I.S.M.A. (Canton International Summer Music Academy in Cina). Nel 2007 ha suonato sempre nel ruolo di spalla dei primi violini con l’Orchestra Stanislavskij di Mosca su invito di Franco Zeffirelli e l’anno dopo è stata spalla alla Fondacao Calouste Gulbenkian di Lisbona su invito di Lawrence Foster. Ha inciso un Dvd in duo con il pianista Victor Derevianko (musiche di Paganini, Tartini, Bach, Fauré), un Cd come solista con l’Orchestra Filarmonica di Latina (musiche di Sarasate e Saint-Saëns) e un

Cd come solista con l’Orchestra Internazionale di Italia (musiche di Wieniavsky e Enescu). Nel 2009 incide con l’Orchestra della Fondazione Gulbenkian, sotto la direzione di Lawrence Foster, le Rapsodie n.1 e n.2 di Bartók per violino e orchestra. Si è esibita sotto la guida di illustri direttori e musicisti quali Yuri Temirkanov, Riccardo Muti, Mstislav Rostropovich, Itzhak Perlman, Lorin Maazel, Gidon Kremer, André Previn, Vladimir Jurowski, Christoph Eschenbach, James Conlon, Jurai Valčuha, Daniel Harding, Kazushi Ono, Isaac Karabchevsky, Gary Bertini, Georges Prètre, Anne Sophie Mutter, Daniel Oren, Eliahu Inbal, Charles Dutoit, Kurt Masur, Lawrence Foster, Yoel Levi. Da segnalare il grande impegno delle ultime stagione sinfoniche in cui, oltre all’attività di primo violino, si è dedicata, con grande successo di pubblico e critica, al repertorio solistico affrontando capolavori dal barocco al romanticismo: Vivaldi (Quattro Stagioni e Concerti per violino), Bach, Mozart, Mendelssohn, Paganini, Beethoven e Brahms; di notabile importanza è la cura e la ricerca sul repertorio del Novecento che l’hanno resa protagonista di importanti esecuzioni dei concerti per violino solista di Weill, Barber e Bernstein. Nel dicembre 2015 si è esibita con la Filarmonica Toscanini, diretta da Lanzillotta, nel Concerto per violino “Red Violin” di Corigliano e nel gennaio 2016 ha interpretato con la Polish National Radio Symphony Orchestra le Rapsodie n.1 e n.2 di Bartòk diretta da Lawrence Foster. Mihaela Costea suona un violino Matteo Goffriller, 1690.


Suggestioni tra musica, immagini e ritmi di danza a cura di Alessandro Rigolli per gentile concessione della Fondazione Arturo Toscanini

Sulla scia della grande evoluzione che la musica per film ha maturato nel corso di tutto il Novecento, si può arrivare a ribaltare quel meccanismo che, all'origine della settima arte, vedeva sovente adottare, da parte delle pellicole, partiture nate per la sala da concerto. Nel tempo il repertorio di musiche composte appositamente per lavori cinematografici si è fortemente ampliato e consolidato, e oggi appare ormai abbastanza normale imbatterci in composizioni come il Concerto per violino e orchestra The Red Violin, composto nel 2003 da John Corigliano junior partendo dalla colonna sonora originale da lui stesso ideata - e che gli è valso l'Oscar nel 1999 - per l’omonimo film di François Girard (1998), ampliandone l'impianto costruttivo fino ad arrivare all'articolazione del concerto in quattro movimenti. Dalla pellicola alla sala da concerto, questa partitura ha guadagnato un respiro più ampio, nel quale le suggestioni e i rimandi di cui si nutre la musica del compositore americano sono stati ripresi e sviluppati in una dimensione più articolata e completa. Corigliano pesca a piene mani nella tradizione concertistica di un'Europa tra fine Ottocento e inizio del secolo successivo, facendo emergere in filigrana suggestioni plasmate attraverso una pasta musicale dalla forte e immediata valenza comunicativa: già a partire dalla

Chaconne d’apertura, vera e propria miniera tematica di tutto il concerto, ritroviamo tratteggiate suggestioni da tardo Romanticismo. Un mondo musicale che restituisce anche rimandi personali e biografici dello stesso compositore, che si intrecciano con la vicenda narrata dal film, incentrato sulla storia di un violino drammaticamente leggendario, che passa di mano in mano con il suo carico di storia e mistero. Questo lavoro, sostiene lo stesso Corigliano «mi ha dato l'opportunità di rileggere il mio passato e quello di mio padre, John Corigliano, che è stato un grande violinista solista e primo violino della Filarmonica di New York per più di un quarto di secolo. I miei anni d'infanzia sono stati caratterizzati da brani di grandi concerti suonati da mio padre.» «Non c'è da meravigliarsi - prosegue il compositore - che la forma concerto e il concerto per violino in particolare, abbia un posto nel profondo del mio cuore. Ho scritto una mezza dozzina di concerti, ma questo è il mio primo omaggio per il violino, uno strumento che ho amato fin da bambino. Si tratta di un brano dedicato all'amore per la musica che mi ha trasmesso mio padre, da lui è ispirato ed è dedicato alla sua memoria.»


JOHN CORIGLIANO (New York 1938)

Concerto per violino e orchestra 'The red violin' (2003) durata: 36 minuti circa

The Red Violin, film per regia di François Girard (1998): Cremona, 1600. In attesa della nascita del suo primogenito il maestro liutaio Nicolò Bussotti inizia la costruzione del suo capolavoro, il violino migliore che abbia mai visto la luce. Ma quando la moglie muore durante il parto, quello che doveva essere il suo omaggio al nuovo nato diventa una vera ossessione che attraverserà i secoli suscitando passione e ossessione in ogni esistenza con cui viene a contatto. Si compie così un viaggio attraverso i secoli e i continenti, l'immaginazione e i sentimenti di molti personaggi, e il corpo stesso di un violino. Tutti i musicisti che cercano di suonarlo sono colpiti dal terribile segreto che il violino nasconde. Ogni musicista è attratto dalla sua perfezione, dalla sua bellezza, dalla sua resistenza. Il violino rosso rappresenta il momento fatale nel destino di cinque uomini, cinque azioni, cinque storie. Sulla musica: la parola a Corigliano La storia di “The Red Violin” è perfetta per coloro che amano lo strumento e il suo repertorio. Essa copre tre secoli della vita di un violino magnifico - seppur maledetto - nei suoi viaggi attraverso il tempo e lo spazio. Una storia così episodica aveva bisogno di essere tenuta insieme con una singola idea

musicale. A questo scopo ho impiegato l’artificio barocco della ciaccona: una successione ripetuta di accordi su cui viene costruita la struttura musicale. Agli accordi della ciaccona ho affiancato il tema di Anna, una melodia lirica ma intensa che rappresenta la moglie del liutaio, destinata a morire. Quindi, a partire da quegli elementi, ho intessuto una serie di studi virtuosistici per violino solo che hanno seguito lo strumento da un paese all’altro, secolo dopo secolo. Ho composto questi elementi prima delle riprese cinematografiche vere e proprie, poiché gli attori avrebbero poi dovuto mimare i movimenti della mano sul violino ascoltando una registrazione di quei lavori, sincronizzandoli con la musica. In seguito, durante l’estate del 1997, mentre in giro per il mondo venivano realizzate le riprese del film, rimasi a casa e scrissi il brano “The Red Violin”, “Chaconne” per violino e orchestra della durata di 17 minuti. Fondazione Arturo Toscanini


LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827)

Sinfonia n.7 in la maggiore op.92 durata: 40 minuti circa

Beethoven scrisse la Sinfonia n.7 in la maggiore fra l'autunno del 1811 e il Maggio del 1812, dopo però essersi dedicato a diverse pagine cameristiche, al Concerto n.5 per pianoforte, alle musiche di scena per Egmont di Goethe: lavori eterogenei, che senza rinunciare del tutto alla risoluta gestualità tipica di Beethoven lasciano intravedere una nuova via stilistica, lontana da drammatiche tensioni soggettive e invece sempre più incline a ricercare nella musica un significato puro e assoluto; sarà poi l'approdo astratto, persino metafisico, dell'ultima stagione creativa. A rimanere nel territorio puramente sinfonico dell'esperienza beethoveniana, la Settima dei presagi del nuovo corso non reca tracce particolarmente evidenti, ma indubbio è lo scarto che la separa dal disteso idillio della Sesta e dal drammatico eroismo della Quinta. Panneggiata neoclassicamente, riportata all’organico tradizionale (senza i tromboni della Pastorale), la Sinfonia n.7 non rinnega la drammaticità della Quinta ma ad essa idealmente si ricollega e la sublima, definitivamente risolvendola in una dionisiaca esplosione affermativa di vitalità: quasi un volo radioso che in musica trae forza dalla natura del suono e del ritmo, e che quanto alle idee è sollecitato dal vittorioso e definitivo scioglimento dei contrasti, siano essi etici, spirituali o di qualsiasi altra natura.

La Settima venne eseguita per la prima volta l'8 dicembre 1813 nella Sala dell'Università di Vienna, diretta dallo stesso Beethoven, nel corso di un concerto di beneficenza, a sfondo patriottico, che era stato organizzato in favore dei soldati austriaco-bavaresi feriti ad Hanau, nella recente battaglia contro Napoleone. Alla nuova Sinfonia, che pur non era il pezzo forte della serata, il pubblico riservò consensi particolarmente entusiastici, e Beethoven conobbe così uno dei più grandi trionfi della sua carriera. Un successo dunque attestato sin dall'inizio: anche se poi non mancarono i pareri sfavorevoli di quanti giudicarono la pagina ai limiti della stravaganza, così come abbondarono i tentativi infruttuosi di altri che vollero spiegare la sinfonia alla luce di assai fantasiosi programmi poetici. Ci fu però qualcuno che seppe individuare la vera anima della Settima attraverso un’immagine, e questi fu Richard Wagner: «Questa sinfonia è l'apoteosi della danza, è la danza nella sua essenza più sublime». Definizione ancora oggi celeberrima e giustissima, perché la danza si definisce nella continuità del ritmo, e il ritmo è non solo forza propulsiva ma il vero principio costruttivo della Settima: sorta di motore avviato ad un minimo di giri che poi arriva via via al massimo. Di qui la partenza lenta del Poco sostenuto, misteriosa introduzione inaugurata da quattro accordi


risoluti e che presto si mostra già dotata di un suo preciso sostegno ritmico: una rapida scala in 'staccato' che lega i temi e che ad un certo punto si blocca su una sola nota, ripetuta incessantemente. È un moto in continuo crescendo che conduce quasi inaspettatamente al Vivace, la seconda parte del primo tempo. Appaiono qui i due temi principali della canonica forma sonata, ma anziché opporli l'uno all'altro Beethoven li rende espressione di un'unica, incalzante tensione ritmica, giocata fra passaggi polifonici e aperta alle più diverse prospettive timbriche. Segue l'Allegretto, pagina celeberrima e sublime per l’atmosfera di composta meditazione che riesce a evocare, ma sovente travisata dagli interpreti che di solito la trasformano in una lentissima marcia funebre. In realtà, il suo fascino misterioso nasce proprio dal regolare eppur marcatissimo battito ritmico, che all'inizio è sussurrato da viole, violoncelli e contrabbassi, e che poi accoglie la sovrapposizione di un nuovo motivo, anch'esso semplice ma più lirico e disteso. È l'unione di questi due motivi a percorrere l’intero movimento, arrivando man mano a coinvolgere tutta l'orchestra e passando attraverso altri due brevi episodi, in un crescendo emotivo che armoniosamente si spegne nel pianissimo dell’accordo iniziale. Il Presto, col suo vivace 3/4, è animato da una vitalità incontenibile e quasi spavalda,

alla quale Beethoven pare porre un freno opponendole, e per ben due volte, un episodio in tempo «assai meno presto» (in realtà il Trio) basato su una melodia che le cronache vogliono ispirata ad un inno religioso di pellegrini austriaci; e quando poi lo stesso episodio accenna a ripresentarsi titubante per la terza volta, l'orchestra lo scaccia definitivamente con cinque bruschi accordi. Da questa fermata risoluta si staglia inarrestabile ed impetuoso il Finale, Allegro con brio in 2/4, acme irresistibile dell’intera Sinfonia. Ad innescare il vertiginoso meccanismo è un primo motivo, imperioso ed implacabile, che come parte inizia a sollecitare una continua accumulazione ritmica, a scuotere altre idee tematiche che da esso prendono forma e sostanza, a richiamare in causa frammenti di motivi comparsi nei tempi precedenti. Così, il movimento si configura come un vero e proprio vortice, rapido e inesorabile, che risucchia il riaffacciarsi frenetico dei temi in tutte le sezioni dell'orchestra, spesso coinvolgendoli in animate trame polifoniche. Un'eccitazione davvero incontenibile, ma al contempo lucidissima, che sbocca nello splendore della fanfara finale: culmine di una sinfonia nata dal ritmo e che nell’animazione del ritmo conosce la sua esaltazione più perfetta e dionisiaca. Francesco Ermini Polacci


VIOLINI PRIMI

Viktoria Borissova * Valentina Violante Gianni Covezzi Federica Vercalli Maurizio Daffunchio Mario Mauro Julia Geller Nicola Tassoni Camilla Mazzanti Caterina Demetz Antonio Lubiani Lorenzo Gugole VIOLINI SECONDI

Laurentiu Vatavu * Jasenka Tomic Cellina Codaglio Claudia Piccinini Sabrina Fontana Daniele Ruzza Alice Costamagna Lorenzo Tagliazucchi Beatrice Marozza David Scaroni

CONTRABBASSI

Antonio Mercurio * Agide Bandini Claudio Saguatti Antonio Bonatti FLAUTI

Sandu Nagy * Comaci Boschi Andrea Oman OTTAVINI

Andrea Oman Comaci Boschi flauto in sol

Andrea Oman OBOI

Gian Piero Fortini * Massimo Parcianello Paolo Fantini * Miriam Caldarini CLARINETTo basso

Miriam Caldarini FAGOTTI

Davide Fumagalli * Fabio Alasia controfAGOTTo

VIOLONCELLI

Diana Cahanescu * Vincenzo Fossanova Pietro Nappi Fabio Gaddoni Filippo Zampa Alexander Zyumbrovskiy

TROMBoni

Carlo Gelmini * Gianmauro Prina Antonio Martelli Tuba

Antonio Belluco Timpani e percussioni

CLARINETTI

VIOLE

Behrang Rassekhi * Carmen Condur Sara Screpis Diego Spagnoli Daniele Zironi Ilaria Negrotti Silvia Vannucci Costanza Pepini

TROMBE

Matteo Beschi * Marco Catelli

Francesco Migliarini * Gianni Giangrasso Tommaso Ferrieri Caputi Igor Caiazza Nicolò Vaiente Domenico D'Argenzio arpa

Elena Meozzi * pianoforte e celesta

Davide Carmarino

Fabio Alasia CORNI

Ettore Contavalli * Davide Bettani Fabrizio Villa Giuseppe Affilastro

* prime parti


La Filarmonica Arturo Toscanini, con sede a Parma nell’Auditorium Paganini disegnato da Renzo Piano, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva della Fondazione Arturo Toscanini, maturata sul piano artistico nella più che trentennale esperienza dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna e nell’antica tradizione musicale che affonda le proprie radici storiche nell’Orchestra Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36. Oggi una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane, la Filarmonica si è esibita sotto la guida di Maazel, Masur, Mehta, Prêtre, Rostropovich, Tate e Temirkanov. Consensi entusiastici di pubblico e critica hanno salutato debutti e ritorni nelle maggiori sale da concerti di tutto il mondo in città quali Washington, New York, Parigi, Madrid, Barcellona, Amburgo, Mosca, Lucerna, Budapest, Bucarest, Varsavia, Gerusalemme, Tel Aviv, Tokyo, Pechino. Tra i numerosi solisti, la Filarmonica vanta la collaborazione di: Accardo, Bahrami, Bollani, Bostridge, Brunello, Faust, Fresu, Flórez, Gutman, Isserlis, Koopman, Krylov, Lemper, Maisky, Mintz, Pogorelich, Ughi, Thibaudet, Vengerov. La costante innovazione delle strategie musicali, associata al rigore dell’approccio artistico, ha indotto al recente ampliamento del repertorio, esteso dai capisaldi del XIX secolo verso le frontiere del XX, fino agli avamposti del presente. A questo passo è corrisposto l’invito rivolto ad una nuova rosa di diret-

tori, tutti appartenenti alla giovane generazione ma già pienamente affermati a livello internazionale. Dal 2006 ad oggi si sono così avvicendati sul podio della Toscanini i nomi di Kazushi Ono, che ne è stato direttore ospite principale tra il 2012 e il 2015, Vladimir Jurowski, Tugan Sokhiev, Juraj Valčuha, Rinaldo Alessandrini, Michele Mariotti, Wayne Marshall, Pietari Inkinen, Roberto Abbado, John Axelrod e James Conlon. Dal giugno 2014 Francesco Lanzillotta è stato nominato direttore principale. Dal 2007 è l’orchestra residente del Concorso Internazionale di Direzione d’Orchestra Arturo Toscanini e dal 2012 è partner artistico del Festival Verdi di Parma. Il 27 gennaio 2016, presso la Sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma e in diretta su RAI5, ha tenuto, diretta da Yoel Levi, il concerto nazionale a ricordo della Giornata della Memoria. Dal gennaio 2017 l’Orchestra si è trasferita nella sua nuova sede, il Centro di Produzione Musicale "Arturo Toscanini", situato nel Parco Eridania, a pochi metri dall’Auditorium Paganini. Il Centro, che comprende due grandi sale prove, cinque sale piccole, una sala conferenza, uffici e magazzini, può ospitare attività congressuale e comprende la Sala Ipogea, capace di 350 posti, collegata direttamente all’Auditorium. Il giovane direttore inglese Alpesh Chauhan è stato nominato direttore principale dell’orchestra a partire dal settembre 2017.


I prossimi appuntamenti

16

MARZo

YVES ABEL direttore

giovedì NAREK HAKHNAZARYAN ore 21.00 violoncello

musiche di Barber, Čajkovskij, Haydn

18

marzo

sabato ore 16.30

Tutti al Teatro Verdi!

PINOCCHIO

Bambino di Legno liberamente ispirato al romanzo di Collodi ORT in collaborazione con Venti Lucenti

4

aprile

martedì ore 21.00

alejo pÉrez direttore

federico colli pianoforte

musiche di Ligeti, Beethoven


CoNTATTI FONDAZIONE ORCHESTRA REGIONALE TOSCANA

Via Verdi, 5 - 50122 Firenze tel. 055 2342722 | 2340710 fax 055 2008035 www.orchestradellatoscana.it Segreteria info@orchestradellatoscana.it

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Ufficio Comunicazione ORT

TEATRO VERDI

Via Ghibellina, 99 - 50122 Firenze Biglietteria Via Ghibellina, 97 - 50122 Firenze orari dal lun al sab 10-13 e 16-19 festivi chiuso tel. (+39) 055 212320 fax. (+39) 055 288417 www.teatroverdionline.it info@teatroverdionline.it

IMPAGINAZIONE

Ambra Greco Foto

Manuela Giusto (copertina, 5), Emanuela Savi (7), Luca Trascinelli (12,13), Sandra Kreutzer (14) stampa

Grafiche Martinelli (Firenze)


346.0 687210


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