Orgia Intellettuale N°06 - Maggio 2007

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(*) IL CONTRIBUTO SARÀ INTERAMENTE DEVOLUTO IN BENEFICENZA


Numero sei | Orgia intellettuale Ipse Dixit Gli errori dei professori! L’urna del lotto 3, accanto alle fotocopiatrici, aspetta gli errori dei vostri professori! Montevecchi:- T apostrofo! Alunna:- Ratto-pen.

04 Nello 3D Nelligmistica 05 Zaga 3C Sports! 06 Simone Baldi 5M Pagina d’Asporto 07 Gabba 1A Motori & Dintorni 0808-09 Thun GameZone 10 Fra 2I Theatre Date 11 Meg 1L Questions & Answers: Institute’s Re-

presentatives 12 Liz 4L The Number 23 1212-13 Vale 3M Roswell + Telefilm Festival 2oo7 1313-14 Thun Tiromancino + The Arcade Fire + The Fray 15 DeFe 3D Verdena + Perturbazione + Maxïmo Park 16 Mono 1A & Luci 1L Music Box 1717-18 Thun Paris 07 1919-20 Fra & Drew 2I London 07 21 Andrea 3M Viaggio nei Campi Profughi Saharawi 2222-25 Conva 4B Full Metal Heart 2626-28 Cy & Dru 4L Scolastici Trip 2929-30 Andrea XXX & Elia 4C Racconti e Poesie 3131-32 Thun Mettiti nei miei panni 33 Meg 1L 25 Aprile? 34 deFe ... 34 Andrea 3D Sfogo 35 Vale 3M Finchè morti non ci separi 35 Thun Oh Dante, dov’è sparito il limbo? 3636-37 Eleonora 4F Un Anno In Cina 38 Chiara 5L La Domanda del Mese 3939-40 Drew In ‘n’ Out 4141-42 Desi Costume & Società 43 Desi Cara Desi 44 Il Muro di Orgia 45 Orgia Stuff 46 CoperniVox

DUE

Monteguti:- Alcune di queste cose le sapete senza sapere di saperle! Pirotti:- vi dirò una cosa: sono completamente fusa. Albertazzi:- Zanella, ma quanti quaderni usa per scarabbochiare? È azionista in carriera?

(Uno studente borbotta) Albertazzi:- Cosa dice Castagna? Castagna:- Non ho aperto bocca, prof. A.:- E allora cosa fa? È ventriloquo? De Capoa:- Stavo dicendo che i particolari fisichi…eh, fisici! I particolari fisici sono comunque importanti De Capoa:- (dopo un'accesa discussione di classe in presenza della prof) Be, allora impiccatevi tutti! De Capoa:- (parlando di poesia) Che tema domina? (Silenzio generale) De Capoa:- La luce! Alunno rientra in classe:- Posso accenderla? Chiarini (ad un alunno):- Sei stato bravo…efficiente Classe:- Deficiente Chiarini:- Può anche darsi che io mi stia rincoglionendo Chiarini:- Mannaggia la cavallina storna! Ferrarini: (Si parla della città di Vercelli) Sapete per cos'è famosa la città di Vercelli? Alunni: Per le risaie! Ferrarini: Esatto, per le riserie! Ferrarini: (Si parla del Natale) ...il Natale che da noi è il 25

Gennaio... Targa:- The other day I've seen the commercial on TV of...della Gabelli... no come si chiama... la Ghibelli… ALUNNI:- …della Beghelli forse? Targa:- Ah si... Targa:- Non fare si si,che sei stato distratto fino a due secondi fa... guarda che ti tiro la scarpa verde ramarrata. Marani:- Cercheremo di determinare la costante di Plance, che è 6 virgola qualcosa per 10 alla -33, che è una grandezza, anzi piccolezza! Mero:- La pirite la chiamiamo anche oro degli sciocchi Corallo:-sì perché è l’oro dei pirla!! Mero: Corallo:-prof, posso andare a fare la pipì? Mero:-eh? C:-posso andare in bagno? M:-ah, sì, vai… Mero:- …hanno come caratteristica la viscosità. Alunna:- Come la Nutella Alunno:- Come la panna Alunna2:- Come il sangue. Mero:- Dobbiamo stare attenzione Mero:- ppm=parti per milioni Alunno:- Prof, ma patti o parti? M:- Parti. A:- Eh? M:- Parti, parti. Hai presente quando parti?


Numero sei | Orgia intellettuale Poli:- Che mondo sarebbe senza… (gli attriti?) Alunni:- …senza Nutella?! P.:- Senza Nutella?!?

(Risate generali ☺) Briguglio:- Gli piacciono le caviglie. In particolare ha una predilezione per le mie Alunna:- Ma chi, suo marito? B:- No, il cane. Baroni:- (Si sta parlando di animali) In verità le giraffe sono reincarnazioni d’impiccati. Pirotti:- Che è molto ma molto ma molto bastardo. Pirotti:- (parlando della testa di un alunna) Si è accesa la centrale idroelettrica. Pirotti:- Quanti ragazzi mancano da interrogare? Alunno:- Dieci. P.:- (canticchiando) Dieci ragazzi per

me , posson bastareee! Bertoni:- (parlando di equazioni esponenziali) Tutti i punti vanno a finire in uno… di notte tutti i gatti sono neri… Bertoni:- Cos’ha di particolare l’incognita? Compare sempre nello stesso accrocchio. Iorio:- Sapere di non sapere è il primo gradino sulla scala della conoscenza. Alunna:-Si, ma ci fermiamo poi su quel gradino. Iorio:- Sposalizio di lumache… non c’è trippa per gatti. (?) Iorio:- La mia maestra mi diceva sempre: “Interrogato, il morto non rispose”. Alunno:- Prof, mi sta molestando sessualmente (il compagno di banco) Ecchia:- Se, ti piacerebbe… Gotti:- Con questo qui che si muove sempre così tanto qui davanti mi sembra di fare uno slolam! Mandellaub:- Dai, ragazzi, cos’altro si può fare a letto oltre a dormire? Mandellaub:- Scusate ragazzi ma qui, non lo so, tra gente che si rifà il naso… (Si parla della città di Vercelli) Ferrarini: Sapete per cos'è famosa la città di Vercelli? Alunni: Per le risaie! Ferrarini: Esatto, per le RISERIE! (Si parla del Natale) Ferrarini: ...il Natale che da noi è il 25 GENNAIO...

È maggio, l’estate è gia sulla staccionata, pronta per invogliarci a mollare tutto e trascinarci nelle spiagge di Rimini & Company. Peccato che ci toccano ancora 5-6 settimane di intensa attività scolastica (e per noi veterani di 5° addirittura 2 mesi di intense sofferenze e di studi fino a notte fonda!). Ma non disperatevi, qua Orgia Intellettuale vuole, come sempre, essere il vostro bimestrale di (R)esistenza Copernicana. Voi tenete duro, che noi vi supportiamo! Anche quest’ultimo mese è stato intenso (i miseri giorni di pausa tra Pasqua e Maggio li abbiamo già esauriti), e qua in redazione già si avverte aria di svacco. Questo numero lo apriamo con un articolo di risposta sempre sui famosi DiCo, scritto dalla Valentina di 3°M, che ci ha inviato anche un trafiletto sul Telefilm Festival 2007; spazio pure alle interviste e agli articoli di opinione di Meg 1°L, ovvero botte & risposte in compagnia di Simone Baldi (la cui redazione si scusa sentitamente per non averlo pubblicato la volta scorsa!) e una sfilza di idee e pensieri che riguardano la giornata sulla Resistenza italiana. Spazio anche al gradito ritorno dei Scolastici Trip (Dru & Cy ritornano in carreggiata), mentre Conva si appropria di ben 4 pagine (il tutto sotto il nostro consenso…). Anche deFe e io ci impegniamo con qualche appunto d’attualità, ovvero lui con un piccolo sfogo sulla situazione dell’ultima assemblea d’Istituto, mentre il sottoscritto si diverte con il proseguo di Parigi e un dovuto approfondimento sui fatti che coinvolgono la comunità cinese. Divertitevi con una delle due puntate scritte a due mani da Drew e Fra di 2°I a London City, sono sicuro che vi divertirete a leggerle (ogni scambio ha il suo fascino ☺). Ringrazio tutti Voi lettori, per la costanza con cui comprate e leggete (durante le ore di lezione) il nostro giornalino, è solo merito vostro che ha ancora senso pubblicare 40 pagine ogni 6 settimane. Godetevi questo plico di fogli, e non fate fuga l’ultimo venerdì di Giugno, perché usciamo con il numero speciale Estivo!

TRE

I Contributi di Orgia! Ecco il bilancio dei fondi da devolvere in beneficenza! Soldi rimasti in cassa: Donazione di Aprile: Donazione di Maggio: Soldi rimasti: Incassi vendite Marzo Totale soldi in cassa:

561,60 € -41,00 € -41,00 € 479,60 € 146,15 € 625,75 € Chiara 5L

Riunione di Orgia! La prossima riunione è prevista per

Venerdì 8

Giugno. Alle ore 14.00 in 3°L lotto 3. OdG di Giugno - FESTA! Si portano dolci, salati, da bere e quant’altro. - Linee generali e istruzioni per il prossimo anno. La scadenza del prossimo numero è fissata per il

25 Maggio.

La nostra email è orgiaintellettuale @ gmail . com potete inviarci qualsiasi sorta di articolo a questo indirizzo, anche se non fai parte della redazione fissa, l’importante è partecipare, no?!

Direttore Responsabile Wen Long Sun 5°C Responsabile Grafica Federico de Felice 3°D Relazioni Esterne Desirée Giacalone 3°I

In Redazione: deFe, Desi, Ary, Meg, Luci, Mono, Gabba, Zaga, Elia, Nello, Chiara, Cy, Dru, Liz, Gabér, Cipo, Thun, Vale, Mattia, Zambo, Francesca, Drew, Eleonora.

orgiaintellettuale@gmail.com

STAMPATO IN PROPRIO


Numero sei | Orgia intellettuale

Orizzontali: 1. Il re dei fiumi italiani. 2. Una sala da ballo 8. Pentolone in rame 13. Si usa per depilarsi 14. La famosa Lear della tv 16. L’ultimo si esala morendo 18. La dote che hanno i veri amici 19. Quoziente Intellettivo 20. è la porta di ingresso di Babbo Natale 21. Il ”cappello” del vescovo 22. Nè mie nè sue 23. Lo è il proprio eroe 24. Il paziente del medico 25. Un famoso Connery 26. Le ramificazioni della mano 27. Ingrediente essenziale per il pane 28. Lo sono il basket e il calcio 29. Quella delle lezioni non passa mai (scusate prof) 30. Chi combatte nella trincea opposta 31. Si fanno in caso di necessità 32. Un tipo di pesce 33. Una persona introversa 35. Lo stato del single 36. Monossido di carbonio 37. Un foraggio 38. L’auto inglese 39 . Porta il sangue all’atrio destro del cuore 40. Sotto uno di essi Newton fece una scoperta eccezionale 41. Le scatena il collerico 42. Una delle tre fiere dantesche 43. Genova 44. è riposta nel magazzino 45. Si mettono per le ferite gravi 47. Ha la forma di uno stivale 49. Gli estremi dell’ uovo 50. Il portiere del Bologna Verticali: 1. Quieto, tranquillo 2. Tradì Sansone 3. L’animale.. ignorante 4. Rinomato, conosciuto 5. Questo 6. Alla fine di maggio 7. Un Rino cantante 8. è famoso quello di Siena 9. Una parte dell’ armadio 10. Una ninfa, balia di Zeus 11. Le vocali di Londra 12. da li si importavano spesso spezie pregiate 13. Antica, lontana 15. La … Sui Tubi di 9 Giovanni Gulino 17. Punto opposto allo zenit 18. Un 3 5 1 tipo di opera 19. Una marcia dell’auto 21. Separano 1 le stanze 22. Una ipotesi 7 4 da verificare 24. Il figlio che schernì Noè 25. I limiti 9 7 del fiume 27. Ferro 28. Scriveva le leggi del re 31. 4 Chi non lo fa…non raccoglie 32. Le abitanti del Cile 7 33. Il fiume di Roma 35. 5 Collega il piede alla gamba 36. Si vendono a paia 38. Sono usati per pulire 40. Un arma…ma anche un utensile da cucina 42. Precedette Stalin 44. La bestia capricciosa 45. Metà patata 46. Voi + me 2 48. TeraNewton 49. Ulma

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Sudoku by NELLI & ROSSI

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Numero sei | Orgia intellettuale

Cari lettori di Orgia, Ecco a voi il nuovo numero di Sports! In quest’uscita parleremo di basket, calcio e altro ancora, lasciando però da parte le annose polemiche che, purtroppo, accerchiano ancora una volta il pianeta sportivo! Buona lettura! Per iniziare, rechiamoci subito oltreoceano, nella Nba, dove ormai le gerarchie in vista dei playoff sono praticamente definite e inizia a crescere l’attesa per i riconoscimenti ai migliori singoli di questa regular season. Alcune indiscrezioni danno Marcus Camby, centro di Denver, come candidato per essere Miglior Difensore dell’anno e Brandon Roy di Portland, Rookie of the year, dopo l’appendicite che ha costretto ad un lungo stop il nostro Bargnani (che vedremo in azione nella post-season con i suoi Raptors). Naturalmente però nulla è ancora certo, soprattutto per quel che riguarda il titolo di Mvp, su cui aleggia il nome di Kobe Bryant (foto), ma che gente del calibro di Steve Nash e Tim Duncan non sembra aver proprio accantonato del tutto…Vedremo come andrà a finire! Intanto è stato sospeso l’arbitro Joey Crawford, che aveva espulso proprio il 21 di San Antonio, reo di aver riso in panchina ad una sua decisione arbitrale! Dal basket Nba all’A2 femminile, dove la Libertas Meccanica Nova, battendo Broni al PalaDozza in uno scontro al vertice si è matematicamente qualificata ai playoff e mantiene ancora saldamente la prima posizione in graduatoria. Punteggio di 56-38 che evidenzia ancora una volta le grandi doti difensive delle ragazze di coach Teglia, che lasciano le avversarie a quota 4 punti per tutto il primo periodo di gioco. Prima della partita, la finale juniores del torneo delle scuole tra Sabin (foto) e Righi, vinta dalle ragazze del Sabin 44-39 e con un ampia partecipazione di pubblico. In

evidenza le giocatrici della Libertas Corraducci (Sabin) e Pazzafini (Righi), ma veramente brave tutte le atlete partecipanti. Passando al calcio, andiamo alla Champions. Impossibile non spendere almeno una parola sulla debàcle europea della Roma, che ha incassato 7 sberle dagli inglesi del Manchester, riuscendo a replicare con il solo De Rossi. Come dice Benigni “Ne abbiamo fatto solo uno, ma bello bello… E’ cosi che si gioca! Dovevano farlo valere 8!” Forse è veramente meglio riderci sopra, ma figuracce del genere non sono accettabili, soprattutto fuori dall’Italia. Adesso aspettiamo il Milan, rilanciato da una grande prestazione contro il Bayern e ora impegnato nei quarti proprio contro i Red Devils inglesi. Sfida tra Diavoli! Per finire, un’anteprima degli sports più strani del momento! Sono addirittura cento e sono stati presentati al Riminiwellness quest’anno. Il “Lumberjack”, ad esempio, uno sport che arriva dal Canada. Bisogna tagliare quanti più tronchi possibili ed accatastarli in una pila. Vince chi ne ha tagliati di più. Poi c’è il “Dodgeball”, reso noto da un celebre film hollywoodiano, e che rappresenta la versione moderna della classica “Palla avvelenata” che ha accompagnato i nostri giorni dell’infanzia. Poi ci sarebbero l’”Acrogym”, una sorta di ginnastica ispirata all’arte circense, o ancora il “Tumbling”, una variante della ginnastica artistica molto in voga in America tra i bambini, tanto da essere una delle discipline più praticate. Poi ci sono sport che possiamo vedere anche qui in Italia: il “Beach Tennis”, lo “Yoga Artistico”, il “Freestyle Frisbee”, il “Rugby subacqueo”, lo “Snow Soccer”, l’”Urban Golf” o “Cross Golf”, e il “Water basket”. Insomma, di tutto è di più! E con l’augurio di buon 60° compleanno a Kareem Abdul Jabbar, leggendario centro dei Lakers spaziali insieme a Magic Johnson, siamo arrivati al capolinea! Un saluto a tutti e al prossimo numero!

CINQUE


Numero sei | Orgia intellettuale

Cari studenti, visto l’incombere delle vacanze estive e l’inevitabile conclusione della mia lunga ed indimenticabile esperienza copernicana, reputo opportuno tralasciare ogni genere di divagazione e limitarmi a fornirvi i risultati dell’intero torneo di calcio a 5 2006/2007. Un ringraziamento immenso alle professoresse Mengoli, Carvelli, Ballardini e Nipoti e alla sempre cara dada (personale ATA; beh insomma si capisce) Elena per la collaborazione offerta. Uno speciale augurio alla coppia Bottillo-Johnny che si prenderà l’incombenza di garantire la continuità al torneo negli anni venturi. Dulcis in fundo un saluto ad Orgia Intellettuale perché senza di loro il torneo di calcetto non avrebbe l’eco necessario. Un pensiero: “Visto che sono una persona che pensa in grande perché non dedicare uno spazio anche agli altri tornei (pallavolo e basket) gestiti dai professori? - pollegg, sono sicuro che vi adopererete”. TORNEO DI CALCIO A 5—2006/2007 Biennio, prima fase

Trienno, prima fase

1L-1F: 4-3

1C-2D: 1-2

2G-2H: 6-2

5B-4E: 4-8

2F-2E: 3-0

1I-2A: 1-2

1E-2B: 1-4

4C-3F: 3-3 (8-7, rigori)

2M-2G: 14-4 1M-2N: 0-3 1B-2C: 1-4 Biennio, seconda fase

3E-3C: 7-3

4B-3B: 2-1

5D-5C: 4-2 3A-3M: 5-4

4M-3D: 2-0 4F-5E: 5-4 Trienno, seconda fase

GRUPPO A

GRUPPO B

GRUPPO C

1L-2D: 3-5

2M-2B: 3-5

2G-2A: 5-1

4E-4M: 7-4 4M-4B: 3-1 4F-5D: 4-1

2D-2N: 2-6 2M-2F: 15-3

2A-2C: 3-0

3A-4B: 4-3

4E-4B: 3-0 3E-4C: 9-0

4F-4C: 16-5

2N-1L: 14-3

2C-2G: 0-3

4E-3A: 7-3

4M-3A: 8-0 4F-3E: 9-4

5D-3E: 1-2

2B-2F: 5-1

GRUPPO A

SEMINFINALI: 2G-2M: 5-8 2N-2B: 8-3 FINALE: 2N-2M LEGA FANTACALCIO COPERNICANA Risultati diciottesima giornata: Angolo B - D&B Team | 3 - 0 Galatasabaldy - Jamaica Sound | 1 - 1 Streettricheco Team - Aston Pizza | 1 - 2 Risultati diciannovesima giornata: D&B Team - Streettricheco Team | 0 - 1 Jamaica Sound - Angolo B | 1 - 1 Aston Pizza - Galatasabaldy | 2 - 2 Risultati ventesima giornata: Galatasabaldy - Streettricheco Team | 2 - 0 D&B Team - Jamaica Sound | 0 - 2 Angolo B - Aston Pizza | 2 - 3 Risultati ventunesima giornata: D&B Team - Aston Pizza | 0 - 4 Angolo B - Galatasabaldy | 2 - 1 Jamaica Sound - Streettricheco Team | 2 - 1 Risultati ventiduesima giornata: Streettricheco Team - Angolo B | 0 - 0 Galatasabaldy - D&B Team | 3 - 0 Aston Pizza - Jamaica Sound | 4 - 1 Risultati ventitreesima giornata: D&B Team - Angolo B | 0 - 3 Jamaica Sound - Galatasabaldy | 1 - 6 Aston Pizza - Streettricheco Team | 2 - 2 Risultati ventiquattresima giornata: Angolo B - Jamaica Sound | 3 - 2 Galatasabaldy - Aston Pizza | 2 - 0 Streettricheco Team - D6B Team | 1 - 0

GRUPPO B 5D-4C: 3-0

SEMIFINALI: 4E-3E 4F-4M Risultati venticinquesima giornata: Aston Pizza - Angolo B | 2 - 2 Jamaica Sound - D&B Team | 4 - 0 Streettricheco Team - Galatasabaldy| 0 - 1 Risultati ventiseiesima giornata: Aston Pizza - D&B Team | 3 - 0 Galatasabaldy - Angolo B | 2 - 2 Streettricheco Team - Jamaica Sound | 0 - 1 Risultati ventisettesima giornata: Jamaica Sound - Aston Pizza | 1 - 2 D&B Team - Galatasabaldy | 0 - 3 Angolo B - Streettricheco Team | 2 - 0 Classifica dopo 27 giornate: Galatasabaldy 55 Aston Pizza 4 Jamaica Sound 45 Angolo B 21 Streettricheco Team 20 D&B Team 5 PROSSIMI TURNI: 28 giornata

29 giornata

30 giornata

Angolo B - D&B Team ST Team - Aston Pizza GBaldy- Jamaica Sound

J Sound - Angolo B Aston Pizza - GBaldy D&B Team - ST Team

Angolo B - Aston Pizza D&B Team - J Sound GBaldy - ST Team

FINALE DI COPPA: JAMAICA SOUND - ANGOLO B

Dal vostro caro rappresentante d’istituto: SIMONE BALDI

MINI ANNUNCETTO DALLA REDAZIONE: Send us your book’s review! Scatena la tua passione/rabbia repressa da divoratore di libri: mandaci via email o tramite bu− chetta delle fotocopiatrici la tua recensione dell’anno. Aiutaci a creare, dicendo la tua, una sezione letteraria che revisioni classici e nuove uscite degna di Orgia Intellettuale. Se ci per− verrà una recensione la pubblicheremo nel numero finale di giugno.

SEI


Numero sei | Orgia intellettuale

Le News -

Aprilia : dalla casa italiana il nuovo scarabeo 50 o 100 cc, uscito di fabbrica con cambiamenti estetici e tecnici; infatti il telaio è diventato più “stile anni ‘60” (come va di moda adesso), le ruote sono state rimodellate e si è deciso per una gommatura più grossa che permette maggiore stabilità; mentre il motore non ha subito cambiamenti di “potenza”.

- Malaguti : fresco, fresco e “cattivo” il nuovissimo Phantom F12 S (125) con le sue linee aggressive e i colori che le accompagnano : scuri e azzeccati. Il motore è tutto nuovo sempre più accattivante per garantire maggiori prestazioni. Il telaio è rigido, non tanto protettivo ma abbastanza piacevole agli occhi nell’intero contesto. Il cruscotto è digitale e favorisce una buona visione generale. “Un buon scooter tutto sommato!!” Le giacche Estive Come chi va in moto ben saprà, d’estate le giacche vanno cambiate; servono giacche più “fresche” che ripario senza accaldare il “pilota” nei suoi momenti di svago con la moto. Le nostre preferite sono solitamente quelle in tessuto (che sia naturale o sintetico è solo una questione di prezzo) proprio come vanno di moda adesso anche per chi non va in moto. Naturalmente queste giacche hanno “qualche” imbottitura in più e sarebbe difficile portarle come giacche normali. Particolarmente importanti quelle su schiena, sulle spalle, sui fianchi e nelle braccia che, essendo il più aderenti possibili, permettono una completa autonomia nei movimenti. Esistono anche qui però due categorie di protezioni : la categoria di quelle “spugnose”, e quella delle “rigide”. Le protezioni spugnose sono un po’ meno protettive di quelle rigide; ma da usare in città o tutti i dì sono le migliori. Le protezioni rigide, invece, sono le migliori per chi sogna la pista o per chi è solito fare lunghe “passeggiate con il proprio gioiello. Una delle migliori marche per chi non vuole scendere a compromessi e regalarsi una signora giacca, è la Dainese con il suo innovativo Steven D-Dry dal modesto prezzo di 310 € e dall’elegante presentazione; per chi invece vuole giustamente spendere un po’ meno ed avere ugualmente una bellissima giacca, può guardare la marca A-Pro con il suo affascinante Dyablex: giacca semplice, molto confortevole ma questa volta a partire dal prezzo di 115 €. Un in bocca al lupo, e buon fine anno scolastico a tutti !!!

Gabba 1A SETTE


Numero sei | Orgia intellettuale

Penultimo episodio per “la rubrica più odiata e infamata di Orgia” (fonte: voci di corridoio e pareri di amici molto sinceri, che apprezzo!). Triste realtà, ma in fondo un po’ me l’aspettavo, in quanto in sé per sè GameZone risulta ai fatti inutile. Ma che volete, una passione è una passione, e se l’arte contemporanea del momento non è compresa, un giorno lo scopriranno (sono un precursore, ricordatemi per questo)! In this episode mi dedicherò al free gaming online, analizzando quello che di meglio la rete può offrirci gratis, senza pretendere troppo. E ora, spazio alle recensioni! Charazay Era da tantissimo tempo che volevo recensire il manageriale di basket online più popolare in rete (la Hattrick della pallacanestro). Il primo passo, come in ogni gioco online, è quello di registrarsi: collegatevi a www.charazay.com, registratevi. Attivato il vostro account con la vostra casella e-mail, attendendo da 1 a 7 giorni, passerete dalla lista d’attesa a prendere per mano la vostra futura squadra: se sarete fortunati, potrete disporre di una squadra ceduta dal vecchio proprietario, come è successo al sottoscritto (che fino a poco tempo fa teneva 4 giocatori della vecchia squadra, ora solo 2 nel roster attuale). Bene, con una squadra in mano è bene cominciare a valutare le innumerevoli variabili del gioco: cambiate al più presto nome della squadra e dell’arena appena avrete le idee chiare, per poter crearvi subito l’identità del Club. Dopodichè analizziamo subito la nostra panchina e le caratteristiche principali dei nostri giocatori: tatticamente abbiamo bisogno di almeno 8 giocatori validi, meglio 10-12 per distribuire meglio i minutaggi; nel ruolo di playmaker (PG) potrete inserire un giocatore che varia dai 160 ai 195 cm, con skill prevalentemente improntate alla creazione di assist, quindi allenatelo in velocità, dribbling, difesa e passaggi. La guardia (SG) avrà un ruolo simile al play, solo con altezze simili o più alte, per farlo anche giocare un po’ in lunetta (180-200 cm). Delicato e polivalente il ruolo dell’ala piccola (SF), che deve sapere giostrare abilità in tutti campi ed essere dotato di altezza media, 195-205 circa. L’ala grande (PF) deve essere un saldo riferimento per i rimbalzi, sono richiesti almeno 2 m per permettegli di catturare palla sottocanestro, quindi prediligete chi è buono in difesa, rimbalzi e footword (prendere posizione). Il pivot è uno dei ruoli più difficili da assegnare, visto che il mercato è sempre povero di lungoni decenti in skills: i fuoriclasse oltre i 210 mentri solitamente vengono quotati dai 10 ai 70-80 milioni (dipende dalla loro fama o popolarità), mentre le vostre casse grideranno al massimo 2-3 milioni, più che sufficienti per gestire una squadra in divisone 5 o 6, dove i pivot possono essere alti anche 200-205, mentre in serie A necessariamente 215-225. Per poi aggiungere qualche variabile, i giocatori con minore stanchezza (sotto al 10%) e con molta esperienza (dai 2-3 punti in su) sono spesso preferibili nei vari confronti tra players simili. Se non avete capito una mazza di quanto ho scritto, il valore Skill Index è un numero indicativo di quanto il giocatore sia forte e talentuoso: esempio, il mio gioiello afroamericano Antonio Jenning ha 60.000 di punteggio con 23 anni, mentre gli altri viaggiano su una media di 20.000-30.000 ☺. Scelti i vostri giocatori, dovrete settare anche una tattica, ovvero i quintetti per i 4 quarti da 10 minuti, insieme a marcature e tattiche generali su attac-

co e copertura difensiva. Col motore di gioco attuale i fondamentali di gioco risultano schiaccianti sul peso della partita (le skills per punti liberi, da 2 e 3 risultano irrilevanti, quindi non allenateli in realizzazione canestri), quindi difesa e velocità essenziali a tutti, mentre rimbalzo e prendere posizioni per gli spilungoni, dribbling e passaggi per le guardie. Seguendo un fil di logica, non puoi far canestro se non sai muoverti e palleggiare ☺. Quindi nella sezione degli allenamenti, affidate i vostri giocatori ad allenamenti di fondamentali (come se fossero dei cinni delle elementari, anche se alcuni hanno anche 15 anni ☺). Oltre all’allenamento, un buon metodo per dar esperienza alle matricole è di mandarle alla Lega di Sviluppo, invece di farli scaldare la panchina. Ma dove si pescano i giovani? O dal proprio vivaio, tramite una pescata settimanale dal costo variabile (si parte da 50.000): maggiore è la puntata, maggiori sono le possibilità di pescar un giocatore valido. Se la sorte non è buona con voi nelle pescate, potete sempre avvalervi del Transfermarket, paese dei balocchi dove vengono messi all’asta giocatori più o meno valenti: fino a poco tempo fa qualsiasi squadra aveva più di 5 elementi stranieri, questo perché il mercato era globalizzato e molto. Poi si poteva aver la botta di culo che quest’ultimo venisse convocato da una nazionale Africana o Asiatica. Con le nuove regole, ingaggiare uno straniero aumenta il costo del suo stipendio di base con un surplus di 10%, un salasso se si parla di fuoriclassi. Bene, siete pronti a militare nelle serie italiane! Forte è la presenza degli Italiani in Charazay, soprattutto di Basket City: è infatti l’utente Zio Pey ad aver riscosso i maggiori frutti da queste competizioni virtuali, con la sua Virtus Bologna, vincendo diversi titoli di Lega A e una International Cup. I CBM sono le monete in circolazione nel gioco, utili per attivare le funzioni avanzate da member, quali statistiche dettagliate, iscrizioni coppe amichevoli, logo squadra, libro degli ospiti e bacheca news per gli aggiornamenti del vostro team. Health Center: se il vostro giocatore non ha il BMI giusto, ovvero un rapporto altezza / peso ottimale (o troppo grasso o troppo magro), portatelo al Centro Benessere, a patto di pagare un salasso (relativamente abbastanza costoso per i risultati superflui). Ultimo caratteristica, riservata al popolo dello stivale, è il forum tutto italiano su http://charazayitalia.devil.it, ricco di commenti e consigli da esperti e appassionati. Insomma, Basket City deve aumentare la sua popolazione nelle parti alti della Lega italiaca. Che aspettate? Iscrivetevi e provate anche voi la scalata verso il successo, e un giorno potrete espugnare il predominio di Zio Pey! (Provate a cercarmi sotto le mentite spoglie di thun88, squadra Thun Hunters [che fantasia eh!] divisione 2.4, così ci scappa un’amichevole!)

Voto: 8,5

Continuum Gioco sorto dalle ceneri di Subspace, che impazzava 10 anni fa in rete e che, grazie a NGI.it, ricevette un discreto successo anche tra i primi netgamers in Italia. Continuum nasce inizialmente come programma per gestire i server del gioco originale, per poi alla fine inglobarlo nel suo programma. Il gioco in questione è uno dei primi MMO, Massive Multiplayer Online: con l’ausilio dei server, su cui ospitare le arene, attraverso il setup scaricato gratuitamente, Continuum ti permette di giocare, tramite tastiera o joypad, a un platform spaziale 2D, dove è possibile guidare una navicella spaziale stile Star Trek, con l’intento principale di distruggere la squadra avversaria e conquistare la base. Si tratta di una modalità di gioco

OTTO


Numero sei | Orgia intellettuale piuttosto semplice, ma ricca per le carattestiche che connotano ogni mappa e ogni veicolo spaziale; nello specifico analizziamo come ci si diverte nell’arena Trech Wars, la più popolare ed equilibrata per distribuzione skills. Warbird è la navicella base, equilibrata e completa in ogni sua componente: velocità media, fuoco di entità sufficiente, capace di distruggere il 90% degli avversari con un solo colpo. Velocità di ricarica barra energia buona (barra grafica posta in alto sullo schermo, indica i punti vitali residui prima di esser distrutto, ed è sia il vostro carburante, che le vostre munizioni). Unica pecca? Modalità di gioco monotona, si dispone appunto di una sola arma: se usata con metodo, si diventa degli esperti cecchini! Javelin, veicolo dal colore arancio scuro, è il 2° per popolarità e utilizzo: esso dispone di velocità leggermente bassa, ma con un bel doppio fuoco: un cannone posizionato a prua (davanti) e un fuoco debole a poppa. Pregi? Nelle mappe chiuse e ben murate, il fuocobomba rosso può effettuare un rimbalzo di sponda prima di beccare qualcuno, per poi esplodere al primo ente nemico che trova. Difetti? Lo stesso fuoco-bomba può fare danni collaterali ai giocatori della vostra squadra vicini all’espolosione. Spider, colore militare per questa navicella, velocità media, fuoco di piccola entità ma di notevole velocità (come i getti di ragnatele dell’Uomo Ragno ☺): richiede solitamente 4-5 spari consecutivi per uccidere un avversario a piena energia. Pregi? Nelle sessioni concitate, uno sparo ai mezzi deboli e poveri di energia è più che sufficiente per eliminarli. Difetti? Fuoco poco potente, bisogna insistere! Leviathan è il più tamugno (come lo descriveva il filosofo Hobbes nel suo Stato totalitario ☺ se non siete ancora in 4° non potete capire, per vostra fortuna!), dispone di due fuochi tra i più potenti al gioco; il più devastante è la bomba blu, velocità assurda, capace di distruggere il bersaglio colpito e le navicelle a lui circostanti, per via del suo ampio raggio d’azione di distruzione. Il suo handicap risiede nella sua velocità di crociera, fin troppo bassa. Solitamente questi veicoli possono “attaccarsi” a un Terrier, dove selezionando l’utente col Terrier dall’elenco su schermo e premendo il tasto F7, è possibile essere trasportati sul mezzo più veloce di Trech Wars (come uno schoolbus!). Terrier è l’aereo rosso, il più veloce nel gioco (insomma, un jet): esso funge appunto come trasportatore di altre navicelle, è utilissimo nelle sessione a squadra, grazie e questo mezzo potete raggiungere più velocemente le sessioni calde del gioco, subito dopo che siete morti. Purtroppo è tanto veloce quanto inoffensivo, fuoco di base lento e poco pericoloso, dispone solo una sorta di arma bonus utilizzabile una tantum, che spara ai vertici di un ipotetico triangolo delle biglie spaziali, che rimbalzano e vi uccidono al primo colpo. Weasel, è il Sam Fisher del gioco. È piccolo, pari a un quarto delle dimensioni dei suoi fratelli maggiori, ha un fuoco lento ma di potenza pari al Warbird, dispone di features bonus quale segnale antiradar e invisibilità (se attivati, riducono drasticamente le capacità energetiche). Uno dei mezzi più difficili da utilizzare, a mio avviso (io stesso non riesco a gestire le sessioni in incognita nei territori nemici, si muove stranamente rispetto agli altri). Lancaster, utilissimo per le risse numerose, il suo fuoco-giallo a 4 canne promette un ampio raggio per colpire chiunque nelle vicinanze. Ovviamente, è lento, sia lo sparo che il mezzo. Shark, IMHO (a mia opinione) il migliore sotto il piano strategico: navicella blu dalle ali librati simili alle branchie di uno squalo, esso è dotato di bassa-media velocità, ed è uno dei pochi capace di sistemare ben 4 bombe nei punti caldi delle battaglie: posizionando bombe fisse, è possibile farvi transitare i nemici, e CAPUT! Ha anche un fuoco paralizzatore, ovvero una volta colpiti se non si muore subito, la barra energetica si stoppa per diversi secondi. Semmai siete inseguiti da qualcuno, lasciategli dietro qualche

bomba: la finezza e superiorità del colpo basso è immensa da parte del sottoscritto! Bene ora che sapete tutte le caratteristiche, vi riassumo lo scopo principale di Trech Wars: conquistare la base, dove una bandiera sferica vi indica se la base è vostra (color giallo) o degli avverari (blu). La base è una specie di forte spaziale, dotata di diversi mure e fenditure: è da queste feritoie che si organizzano raid e attacchi di gruppo molto adrenalinici, che decretano il costante successo di Continuum stesso. Da segnalare anche l’arena PowerBall (non la lavastoviglie!), dove è possibile inscenare una pseudo partita a pallamano spaziale, forte eh?! Difficilmente giochi così sopravvivono a malapena 2-3 anni, ma Subspace (ora Continuum) ha avuto la grande fortuna di portare uno stile di gioco non banale e ricco di variabili semplici ma divertenti, in grado di far avvicinare sia gli hardcore che i casual gamers. Diamo un secco otto per la bontà e genuinità del titolo, tra l’altro gratis!

Voto: 8

Soldat Giochino freeware creato in Polonia, scoperto per caso grazie alla frequentazione di siti e forum tedeschi su eMule, Soldat è un semplice shotgun platform: ambientato su scenari 2D, il nostro alterego non è altro che un simpatico omuncolo anonimo tipo Lemmings che salta e spara su per giù nello schermo in stile arcade, tipo Mario Bros. Sicuramente un gioco che ripropone quei titoli tanto amati nelle ormai decadute sale giochi, dove ho passato ahimè tempo e denaro nel doposcuola al tempo delle elementari (’94-’99). Sorvolando i miei ricordi di videogiocatore già deviato a 6 anni ☺, Soldat è un vero e proprio revival classico, col tocco evergreen del supporto del multiplayer online: da 2 a 4 squadre per ogni arena (red. Blue, green, yellow), tra ruba bandiere, death match, rambomath e pointmatch: è la trasposizione dei soliti schemi di gioco visti nei vari FPS (Counter Strike, Quake, Unreal Tournament) in un ambiente piuttosto oldies e cartoonesco. Graficamente è semplice e accattivante, colori vivaci e ben congeniati, con sfondi sfumati e aerografati. Il motore fisico poi si fa ben notare, nei diversi salti e salite col bombolone di gas che disporremo dietro la schiena (si attiva con Tasto DX mouse) per toccare le vette del cielo virtuale! Le armi principali si sbizzarriscono tra 9 diverse tipologie, che variano dalle più veloci mitragliatrici (ma con potenza di fuoco ridotta), fino a quelle più potenti, ovvero spara-granate, doppie magnum fino alla canna da cecchino, dotata di precisione e velocità raffinata, ma dai tempi di ricarica intorno ai 8 secondi. Suoni? Discreti, i rumori degli spari sono stati riciclati da altri titoli, mentre le musichine MIDI per i sottofondi sarebbero meglio disattivarli ;). Gioco nel complesso semplice e rapido, pratico con regole consoni al genere, e divertente anche per diverse ore di sessione. Come in ogni FPS, l’apprendimento di uno stile di gioco aggressivo è l’arma vincente per eseguire sempre più frags possibili ai nemici ☺!

Voto: 7+ E GameZone si conclude qui. Vi è piaciuto questo penultimo numero? No? Be, ancora un ultimo capitolo e poi non rivedrete più il mio muso orientale ne in questo giornalino, nè in giro per i corridoi del Kope !! Ed è per ora tutto gente, dal vostro insaziabile e tremendo DICTATOR alle prese con le simulazioni di Maturità in Maggio, Bloody Maggio!

NOVE


Numero sei | Orgia intellettuale

Aterballetto - Romeo & Juliet La compagnia “Aterballetto” viene fondata nel 1976 da Amedeo Amodio il quale si occupa della direzione artistica fino al 1996. Questa ha sede a Reggio Emilia ed è con gli anni divenuta una delle più importanti compagnie di danza italiane che si è fatta strada anche nel panorama internazionale grazie a vari tour in giro per il mondo. È proprio questa una delle principali caratteristiche che la differenzia dalle altre italiane come ad esempio quella della Scala ovvero la presenza di un proprio teatro, per l'appunto a Reggio Emilia, ma che non rappresenta un palcoscenico fisso ma viene accompagnato da lunghi tour nazionali e internazionali. Quest'apertura verso nuovi orizzonti ha fatto si che i membri della compagnia fossero scelti trai più bravi ballerini non solo italiani ma provenienti da ogni parte del mondo come Cina, Brasile, America ecc... Vedendoli danzare, non solo durante lo spettacolo ma anche durante le prove aperte al pubblico, oltre a poter ammirare la loro bravura è percepibile anche l'amore dei ragazzi per la danza che riesce ancora una volta ad unire stili e culture diverse. Un'altra cosa molto interessante di questa compagnia è che, per entrarvi, non esistono audizioni ma è necessario essere notati dal coreografo e secondariamente avere una permanenza a Reggio Emilia per dar prova delle proprie doti e dar vita sin dalle prima prove ad una buona affinità con il resto del gruppo. Nel repertorio di questa compagnia vi sono vari spettacoli di tutti i generi in quanto, nonostante la base classica, viene data grande rilevanza an-

che a tutti gli altri stili di danza che caratterizzano il singolo. Inoltre i ballerini non sono solo le “pedine” del coreografo ma collaborano, attraverso ore e ore di improvvisazione, all'allestimento dell'intero spettacolo. Il direttore artistico attuale è Mauro Bigonzetti il quale, dopo averne fatto parte per oltre dieci anni, nel 1997 ne è diventato il coreografo. Dopo quasi due anni di lavoro è stato terminato l'ultima opera della compagnia che ha deciso di raccontare una delle più famose tragedie di Shakespeare: Romeo and Juliet. Questa bellissima storia d'amore è stata narrata nei secoli attraverso il teatro, il cinema e l'opera nelle più svariate chiavi di lettura mantenendo però sempre presenti quelli che sono i temi fondamentali tratti nel racconto: amore, morte, destino, scontro,passione. Sono proprio questi concetti che Bigonzetti ha voluto isolare e trattare in tutte le coreografie puntando quindi a evidenziare la parte simbolica del racconto rispetto a quella narrativa dando vita a novanta minuti di analisi suscitando un vortice d'emozioni come solo la danza sa fare. A rendere lo spettacolo ancora più suggestivo hanno collaborato le scenografie che, nonostante la loro semplicità, hanno evocato un ambiente futuristico e tecnologico di gran impatto, soprattutto nella scena finale riprodotta anche nella locandina dove i due innamorati si guardano separati da un fiume prima d'acqua poi di sangue.

DIECI


Numero sei | Orgia intellettuale Questions & Answers: Institute’s Representatives Ciao! Ti sembra strano che ti stia intervistando? Cosa ne pensi? Baldi: no, visto che me lo avevi già detto no, e poi dopo defe potete intervistare chi vi pare. Avete già toccato il fondo lì. Jen: si, cosa volete esattamente da me? Be, se non sei tanto schifato, presentati per bene ai nostri lettori: nome, età, n. di carta di credito… B: Baldi Simone, 5m, Bologna, 23-10-88 di professione rappresentante d'istituto . J: Jennifer Zuppiroli, vado in 5m, nata il 25-1-88, la carta di credito non ce l'ho Un tuo pregio? B: boh; io sono una persona seria... (grosse risate di tutti i presenti) J: boh, non lo so...bhe si insomma, boh... E un tuo difetto? B: mi riesce difficili elencarli tutti, in fondo abbiamo solo ¾ d'ora, in fondo sono un gran rompiballe e tutti non vedono l'ora che io me ne vada di qua. J: io sono una gran rompiballe Meg: insomma, due gran rompiballe....EVVIVA IL CLAN DEI ROMPIBALLE!! Il tuo slogan / la tua filosofia di vita? B: sorridi, domani andrà peggio, la legge di Murphy by Thun J: io sorridi che domani andrà meglio Dicci un proverbio! B: ehm (lungo silenzio)...com'era quella del gatto e dello zampino...c'entrava il lardo? o__________O Meg: BALDI RITIRATI J: non conosco proverbi. Sigh. Qual è la tua aspirazione? B: ora come ora gradirei uscire di qua con un pezzo di carta in mano, poi vediamo... J: innanzitutto anche per me andarmene di qua.. Meg: evviva il copernico eh! La prima cosa che pensi la mattina appena ti svegli? B: merda ho finito le giustificazioni di filosofia, e chi è 'sto Nietsche? Meg: sei proprio un esempio da seguire eh baldi.. J: cazzo sono già le 7 E cosa pensi prima di andare a letto? B: non ho studiato filosofia, va bhè mi giustifico Jen: quante ore dormirò stanotte? Dacci una dritta in fatto di musica e cinema: i tuoi 3 gruppi/artisti preferiti e i tuoi 3 film preferiti? B: non ho conoscenze musicali tali da conoscere 3 gruppi, non ho tempo di andare al cinema. Denuncio la mia ignoranza, prediligo letture formative come la gazzetta dello sport e “lo stadio”. J: gioco di donna; ogni cosa è illuminata; arold & mande } films; wish you were here dei Pink Floyd, blessed to be a witness di Ben Harper, la cattiva strada di De Andrè. Qual è la pietanza (che termine arcaico) che preferisci prendere dalle macchinette? B: il panino al cotto, rigorosamente mangiato parlando al telefono col tipo degli annuari che mi espone alchimie grafiche a me sconosciute ed in contemporanea risolvendo incomprensibili esercizi di matematica nell'attesa del collettivo scolastico.. Meg: ok baldi, stop. J: i taralli e le streghe Hai la patente? E se sì, hai già investito qualche vecchietta? B: non ho la patente ma ho già fatto la fortuna dell'INPS stirando in bicicletta un arzillo settantenne che portava a spasso il cane...ops Meg: ma il cane è morto? Bho J: si ho la patente e ho anche quasi stirato una vecchietta. Uccideresti qualcuno? B: naaa, sono pacifista, regalo ai miei nemici vacanze gratuiti fra i campi minati iraqueni. J: no, anche io sono pacifista, massimo delego qualcuno

Quanto ha aiutato il tuo fascino multietnico per la scalata al potere copernicano? (sinceramente questa domanda non so neanche io cosa significhi...infatti è di thun) B: quale fascino multietnico? O meglio, quale fascino? J: poco, non penso di averne La parolaccia che dici di più? B: socmel J: cazzo Il successo ti ha cambiato? B: no, sono uguale a prima con pregi e difetti J: no, adesso le primine di vengono più dietro B: non è vero, mi venivano dietro anche prima, non è perchè sono rappresentante J: ma quando? B: no, non mi dire così senno piango...sigh..sono così brutto? J: bhà...comunque per quanto mi riguarda no, mi salutano solo più persone per i corridoi Quanto conta per te la bellezza? B: no, non sono bello, diciamo che la bellezza è superficiale, io punto a piacere interiormente (lunga sospensione) infatti m'immagino 40enne single ubriacone Cosa pensa la gente di te? B: quando se ne va 'sto stronzo?? chi lo ha eletto?? come ha fatto ad avere 281 voti?? quando muore?? ma non è mai in classe che lo voglio interrogare?? ecc. ecc. ecc. J: pensano che sia una rompiballe e vogliono che me ne vada Sogni di diventare un/a concorrente di Amici o del Grande Fratello? B: i reality show sono la rovina della società odierna, li abolirei per una questione di buon gusto e decenza, e ci meravigliamo perchè c'è gente che vota un omino basso e calvo che è da un anno che conta le stesse schede cercando di dare un significato implicito a delle x. J:è il mio sogno!!! (naturalmente molto ironico!) Ora una domanda sulla maturità: come ti preparerai agli esami? Escogiterai qualche trucco? Tipo alla notte prima degli esami dai! B: l'unico trucco è studiare..(silenzio)..ma considerando la mia indole dovrò trovare un'alternativa J: studio ma non mi uccido, i trucchi te li spiego poi dopo.. Se non ti sgamano a copiare alla maturità, che cosa intendi fare dopo? B: scienze statistiche applicate ad imprese e mercati J: scienze politiche specializzazione in diplomazie internazionali Meg: eah? Ora una domanda modaiola: di che look sei? B: di solito indosso mutande, calzini, pantaloni, più varie ed eventuali J: non ci faccio caso Test d’intelligenza: che cos’è il mobbing? A. insulti che si ricevono dopo aver dato buca al vostro partner B. insulti che si ricevono sul posto di lavoro C. insulti che si ricevono tramite Internet B: la mia risposta definitiva è la B J: la penso esattamente come lui Meg: BRAVI!!! mobbing...e chi cavolo lo sapeva... Ok, finiamola qua con questa intervista, fai un saluto all’altro intervistato… B: ciao J: ciao (che fantasia eh) … e ora saluta tutti i nostri lettori di Orgia! B: ciao meg, ciao defe, ciao thun, ciao graffettatori di orgia sottopagati (per niente pagati. Ndr) vi stimo e vi sono grato per contribuire alla divulgazione di queste mie idiozie. Meg: come se non ne avessi divulgate abbastanza.. J: ciao a tutti e grazie! Ora torno in classe che ho italiano. B: sigh. Anche io. Sigh.

UNDICI


Numero sei | Orgia intellettuale

Angolo dei piccoli cinefili (o cinofili...) The Number 23 “Sulla mia tomba vorrei solo due parole: E se.” Walter Sparrow (Jim Carrey) riceve in regalo il giorno del suo compleanno (guarda un po’, il 3 febbraio!) un libro intitolato “The number 23”, dall’autore anonimo. Il romanzo racconta la storia di un innominato detective che, perseguitato dal numero 23, impazzisce e diventa un assassino. Inizialmente un po’ scettico, avanzando di capitolo in capitolo Walter si accorge che le somiglianze fra lui e il detective protagonista del libro crescono in modo sconcertante. Solo coincidenze? Per rispondere a questa domanda, Walter comincia una estenuante ricerca per scoprire l’identità dell’autore del libro maledetto, l’unico che possa dargli spiegazioni. Il numero diventa una presenza costante nella sua vita, mentre la sua paranoia cresce fino a trasformarsi in vera e propria ossessione. Preoccupato che il suo comportamento possa mettere in pericolo la sua famiglia, scappa verso l’ultima tappa della sua caccia, finché….ta-dan! Il regista (Joel Schumacher) dev’essere sicuramente un pazzo, ma è riuscito a realizzare un thriller di ottimo livello, capace di mantenere la suspence fino all’ultimo minuto. Il numero 23 si ripete in modo ossessivo in tutta la sceneggiatura e anche nella scenografia: su orologi, targhe delle auto, cartelli stradali, calendari…un’ ottima trovata per mantenere alto il livello di inquietudine durante tutta la durata della pellicola. Buona anche l’idea di mettere in scena parallelamente la vita del protagonista Walter e quella del suo alter ego letterario, l’investigatore misterioso che si muove in scenari molto dark e surreali; l’effetto è amplificato dal fatto che entrambi i personaggi sono interpretati da Carrey. Il gioco psicologico che regge tutta la trama del film è semplicemente ipnotizzante: l’effetto paranoia che proverete all’uscita dal cinema ne è la prova. Che altro dire? Stavolta davvero, un film consigliato di cuore.

Telefilm Corner

Roswell Il 3 luglio 1947 in un ranch nei pressi di Roswell, in New Mexico, viene ritrovato uno strano velivolo arrivato da chissà dove. Qualche giorno dopo, l'8 luglio, nell'edizione pomeridiana del Roswell Daily Record un titolo di cinque colonne annuncia "La Raaf cattura un disco volante in un ranch nella regione di Roswell".

Già il giorno seguente però il Fort Worth Morning Star-Telegram smentisce tutto, riportando che il sergente maggiore Irving Newton ha identificato il relitto ritrovato come un dirigibile metereologico. Il 6 ottobre 1999, sulle reti della Warner Bros., Roswell torna in prima pagina, con la prima puntata del telefilm omonimo. Nonostante le spiegazioni dell'Air Force, la leggenda legata ai quei luoghi e a quel ritrovamento non sono mai morte. Ed è proprio su queste credenze che il creatore Jason Katims e gli altri produttori esecutivi hanno basato la storia, che però fin da subito lancia chiari segnali di originalità. Infatti il tema dell'extraterrestre è solo un conduttore e una metafora, per tutte le altre tematiche che sono trattate nel corso degli episodi, a cominciare dalla più evidente dell'adolescenza, per arrivare alle classiche dell'amicizia, dell'amore e dei rapporti infragenerazionali, ma anche ad argomenti più spinosi come la diversità, la discriminazione, la natura umana e la morte. "I'm Liz Parker and five days ago I died. But then a really amazing thing happened: I came to life" Così inizia la serie, e allo stesso modo concluderà, accompagnata dalle parole che Liz Parker (Shirly Appleby) scrive sul proprio diario. Lei è una dolce e timida ragazza, romantica e sognatrice, è la figlia dei proprietari del CrashDown, un locale di Roswell, dove quando non va a scuola lavora con la sua migliore amica Maria DeLuca (Majandra Delfino). Quest'ultima è praticamente l'opposto dell'amica, è spigliata, divertente, testarda e sospettosa. C'è poi il gruppo dei quattro alieni arrivati sulla Terra con l'UFO schiantatosi nel '47: Max, Micheal, Isabel e Tess. Max Evans (Jason Behr) è l'introverso, dolce e tenebroso leader del gruppo, Isabel Evans (Katherine Heighl famosa ormai per la sua Izzie in Grey's Anatomy) è la sua apparentemente indifferente sorella, che in realtà nasconde un animo sensibile e insicuro, eternamente preoccupata di essere scoperta. Micheal Guerin (Brendan Fehr) sembra il tipico belloccio, spavaldo, difficile e superficiale, oltre a questo però lascerà trasparire anche un lato sensibile sia in campo amoroso, che con il suo rapporto fraterno con gli altri del gruppo. Infine c'è Tess Harding (Emilie De Ravin conosciuta anche per la partecipazione al cast di Lost), determinata e coraggiosa, disposta a tutto pur di far ritorno ad Antar, loro pianeta di origine dove era la moglie predestinata di Max; si tratta probabilmente del personaggio più complicato e che compie l'evoluzione maggiore della serie. Il telefilm si basa, oltre che sul reale caso Roswell, soprattutto sul ciclo di romanzi "Roswell High" della scrittrice Melinda Metz. Serie eclettica, si potrebbe quasi dire un mix tra Dawson's Creek e X-files. A dare l'ultimo tocco all'atmosfera ci pensa la colonna sonora, a partire dalla meravigliosa sigla firmata Dido "Here With Me", seguita da musiche di Coldplay, Ash, Sarah McLachlan, Sheryl Crow e Stereophonics. E ora, mentre il meraviglioso cast si fa valere interpretando parti in importanti pellicole, e mentre la campagna internazionale per avere un film tratto dalla serie imperversa, Mtv dal 4 aprile rimanda in onda gli episodi tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 20.05.

DODICI


Numero sei | Orgia intellettuale Telefilm Festival 2oo7 I telefilm vanno al Cinema, per ricordare che, certi in particolare, non hanno nulla da invidiare alla Settima Arte. Si tratta del tfFestival, il primo evento al mondo aperto al pubblico e interamente dedicato ai telefilm, una tre giorni completamente immersi nel mondo delle serie tv, raggiunge la quinta edizione.L'11, 12 e 13 maggio a Milano, all'Apollo spazioCinema di Galleria de Cristoforis 3 (C.so Vittorio Emanuele). Il giovedì 10 sempre nello stesso ambito e nella medesima locazione, si terrà il WorkShop, giornata rivolta agli operatori del settore e agli studenti dei corsi dedicati alle discipline dello spettacolo. Questa "Mostra Internazionale delle Serie Tv" è nata nel 2003 da un idea dell'Accademia dei Telefilm, associazione culturale che si promette di promuovere e tutelare la cultura dei telefilm in Italia, che ha avuto origine in seguito al successo del Dizionario dei Telefilm (Garzanti), ormai giunto alla terza ristampa e con oltre 75.000 copie vendute. Fin dal 2005 il tfFestival si avvale poi della prestigiosa collaborazione di Tv Sorrisi e Canzoni, a riprova dell'unicità e della grandezza di una manifestazione che si propone di celebrare questo genere televisivo, nel pieno del suo boom qui in Italia e già da molto uno dei più importanti nel resto del mondo, specie negli Stati Uniti. Non a caso sono gli stessi Leo Damerini e Fabrizio Margaria fondatori dell'Accademia e autori del Dizionario, ideatori e direttori artistici del Festival che nel settembre 2004 hanno lanciato, distribuendone gratuitamente il numero 0 nel corso del Festival di Venezia, il tfMagazine, prima rivista italiana completamente dedicata ai telefilm, diretta da Antonio Visca. E proprio Damerini e Margaria hanno spiegato: “Il fatto che il TelefilmFestival compia 5 anni nell'anno della consacrazione anche in Italia del genere seriale è una meravigliosa ed imperdibile concidenza. Dopo il Dizionario e l’Accademia, il Telefilm Festival è il passo successivo per raccontare un genere che da sempre ha caratterizzato la televisione, che conserva in sé quella matrice di culturapop che sarebbe piaciuta ad Andy Warhol e Roy Lichtenstein. Un punto d’incontro che vuole essere l’occasione per celebrare questa fiction spesso sottovalutata, nobilitarla dal piccolo al grande schermo e renderla ancora più pop (nel senso di “popular”), “teletrasportarla” tra la gente suscitando discussioni, opinioni, ricordi. Un viaggio tra i telefilm del passato, del presente e del futuro: quelli che ci hanno emozionato e quelli che vedremo prossimamente, molti dei quali destinati a diventare supercult”. Anche quest'anno il TelefilmFestival promette attesissime anteprime internazionali ed europee sia di stagioni inedite delle serie più amate sia di nuovi serial, retrospettive a tema, dibattiti ad hoc, incontri e confronti non solo per i fan. E inoltre come gli scorsi anni ci saranno ospiti illustri che il pubblico potrà incontrare, ad esempio nel 2006 ci furono Ben McKenzie e Kelly Rowan, rispettivamente Ryan e Kristen di OC. Anche in questa edizione poi saranno resi pubblici i risultati del MaxiSondaggio indetto dall'Accademia e da Tv Sorrisi e Canzoni, per decretare la miglior serie della stagione, come una sorta di Oscar dei telefilm votati dal pubblico italiano via sms. Il programma delle tre giornate non è ancora disponibile, ma c'è molta attesa per i nuovi episodi del famosissimo Dr. House, gli ultimi di OC, i primi della settima serie di Una mamma per amica, ma anche per il pluripremiato Ugly Betty e per il già cult Heroes, la cui trasmissione sarà seguita da dibattiti con personaggi dello spettacolo. Verrà poi celebrata la concomitanza con la messa in onda americana del 400° episodio de I Simpson attraverso una piccola maratona di alcuni dei migliori episodi, e con la presenza dei doppiatori che hanno dato voce ai famosissimi protagonisti della serie animata. C'è inoltre una coincidenza divertente, proprio in questa edizione tre dei volti più noti di Friends, tornano al piccolo schermo grazie a due nuove serie tv: Studio 60 on the Sunset Strip. con Metthew Perry (a.k.a. Chandler) alle prese con un talk show di un grande network in calo; e Dirt con Courtney Cox (la sua ex-moglie televisiva Monica) direttrice di un giornale di gossip, con la partecipazione di Jennifer Aniston (alias Rachel). Anche quest'anno una parte del Festival, oltre la proiezione degli episodi inediti, sarà dedicata alla retrospettiva e ai dibattiti, per confrontarsi su temi e spunti classici, attuali o futuri del mondo dei telefilm, vetrina internazionale sulle nuove tendenze. Da lunedì 16 aprile è possibile acquistare i biglietti presso le casse dell'Apollo spazioCinema a Milano, aperte tutti i giorni dalle 15 alle 22. E' attivo anche il servizio di info-line al numero 0131.44 32 95, tutti i giorni dalle 17 alle 19. Si può scegliere tra biglietti per un singolo giorno (12 euro) oppure l'abbonamento per tutte e tre le giornate del Festival (30 euro). Il biglietto da diritto ad accedere a tutte le proiezioni e le attività, durante tutto il giorno e in tutte le sale dedicate, fino ad esaurimento posti in una specifica sala. Cosa aspettate allora? L'"Ottava Arte" vi attende a Milano.

Cds

Tiromancino

L’Alba Di Domani Deriva Production L’ultimo album della band romana esce in concomitanza col film Nero bifamigliare, scritto e diretto dallo stesso Federico Zampagliene assieme a Claudia Gerini, sua compagna nella vita vera di ogni giorno. Prima track è Angoli Di Cielo, suono stellare e cupo, dove l’arrangiamento del sintetizzatore viene scalfito con stridii di chitarra elettrica. Passiamo poi alla cover del disco, L’Alba Di Domani, dalla melodia semplice (chitarra armonica, piano, violino), dove il testo si fa poesia: una canzone romantica, ma allo stesso tempo dubbiosa, incerta, che scalpita nell’attesa del futuro “che fa paura”. Il 3° Pezzo si intitola Un Altro Mare, dalla melodia lenta e malinconica, e ancora una volta la paura di perdere qualcosa fa fulcro al testo; è uno delle canzoni che

meglio si ricollega alla discografia dei Tiromancino. Suoni anglofoni? Decisamente! Stop Making Number, suono un po’ più cattivo e arrabbiato alla British, distorsione e riverbero della voce usati come pane e acqua. La canzone è anche un’accusa alle case discografiche nel loro agire per interessi monetari. Kill The Pain, vaghiamo sempre su sonorità elettroniche, ci ricorda alcuni gruppi nordici che hanno fatto del melodic-elettro la loro bandiera (Royksopp in primis). Nina De Luna, la voce iberiana è di Claudia Gerini, le sonorità sono estratte dal Flamenco. Poveri Uomini, una lezione di filosofia esistenziale sotto forma di musica, dove Federico ci dice di chiedere risposta ai perché degli anni non alle stelle, ma di cercarlo dentro di noi. Nero Bifamigliare = Pink Floyd! Omaggio platonico alla band degli anni ’70. Non Per L’eternità, tema trattato è il matrimonio, ormai afflitto da un sintomo di fragilità, dove la voglia di libertà e di fuggire dal partner sfocia nel divorzio, appunto. Federico Zampagliene lo promette, Non Per L’eternità. Linea di Confine, un suono bello dark di chitarra elettrica, ricollegabile a que

TREDICI


Numero sei | Orgia intellettuale quei californiani degli Incubus. Emerge il lato WesternBlues di Federico con Empty Can (Lattina vuota): il suono ricorda anche qua un gruppo americano, diciamo Dire Straits per buttare altra carne sul fuoco J. Roma nuda, sonorità inconsuetamente berbere/gitane, con chitarra acustica e tamburello a scandire il ritmo. È la musica ideale per accompagnare le estati nelle terre laziali, la melodia è leggermente equivoca, tanto da riuscir a respirar una miscela napoletana di pizza e pummarola ☺. Ultimo brano con Blu, solamente strumentale, il piano va lento a periodi regolari, il suono è profondo e stellare, si avvertono le tenebre del mare colpire le onde della nostra immaginazione. Un disco originale, prettamente improntato per esser colonna sonora (alcuni brani sono solo musicali), ci propone suoni suggestivi e artificiali. Forse si discosta troppo dagli album precedenti, e i fans più accaniti potrebbero storcere il naso per questo nuovo lavoro. Pazienza, c’est la vie!

The Arcade Fire

Neon Bible Merge Records Dal Canada con furore, arrivano gli Arcade Fire! Gruppo giustamente semisconosciuto in Italia, nei paesi anglofoni invece l’insolita band di Montreal spopola per la loro carica emotiva/religiosa dei loro testi, scritti sia in inglese che in francese. Conosciuti con Funeral, album di debutto carico di spunti autobiografici, cantano di diverse esperienze tragiche, quale la perdita di persone care. Non mi soffermerò molto sull’arrangiamento, visto che il suono risulta irregolare ed istintivo, difficile da descrivere, quindi vi descriverò al meglio la bellezza dei testi; il cd apre con Black Mirror, dal sottofondo simile a uno storm, una tempesta in agitazione tra note di piano e batteria. Le voci sono agitate, questo perché lo specchio non riflette nessuna immagine, ogni cosa perde significato. Keep The Car Running, titolo che personalmente mi rimanda ai Radiohead e Coldplay, anche loro sensibili al tema delle stragi su strada: arrangiamento simil-country, andamento sostenuto, il testo canta di un sogno (o incubo?!) dove qualcuno cerca di portarci via, e l’unico modo per sfuggire alla morte è correre, lasciar che l’auto scorra. Neon Bible, chiaro riferimento al sacro testo cristiano: dallo stile che riecheggia le sonorità dei REM, l’atmosfera pare sacrale con l’accompagnamento appena sussurrato di una chitarra; “non ci sono possibilità di sopravvivere, se la Neon-Bibbia è nel giusto”. Organo a tubi a tutto spiano con Intervention, tema fondamentale è la morte (death) e la paura (fear). Black Wave/Bad Vibrations, anche il mare emette luce e vibrazioni negative, la visione è ben più catastrofica di quanto possa sembrare. Onde che abbracciano i piedi. Le stesse onde, ma di rumore, increspano le note di Ocean Of Noise, dove un mare in tempesta con tanto di fulmini si odono in lontananza. Well & The Lighthouse è dal tono da veri depressi “il paradiso è solo nella mia testa, sento una voce, la tua fine è vicina, sei sempre cascato per ciò che desideravi!”. Forse il senso di colpa è eccessivo, ma il testo sulla melodia rende giustizia. Antichrist Television Blues, testo che canta e denuncia tutte le contraddizioni della società moderna, che impediscono a chiunque di perseguire la dottrina cristiana: la Tv ne è simbolo e testimonianza diretta. Windowsill, “non voglio vivere con mio padre, non voglio sapere del futuro, non voglio vedere al di fuori della mia finestra”. L’estraniazione nella società e da tutti è il fulcro di questo testo. No Cars Go, “un posto senza auto, macchine, luci, che solo i nostri bambini conoscono”. La canzone termina con un coro appassionato tra note di fiati. Ultima track, My Boby Is A Cage, il mio corpo è una gabbia: l’organo è distorto, il suono è chiuso e riverbera a causa dell’eco creato dalle pareti della prigione. Si avvertono anche voci del coro, per rendere il tutto trascendente e metafisico. Sicuramente l’ostilità di un testo ricco in lingua inglese è un bel ostacolo per il popolo dello stivale, che difficilmente comprenderà la profondità delle canzoni, dal tema religioso, ma soprattutto esistenziale: cos’è la vita? Cos’è la morte? Non c’è rispo-

sta certa, ma a noi, giustamente, interessa soprattutto la melodia, che approda nelle nostre orecchie carica di sentimento e suggestione. Da provare, per sbarcare in un mondo musicale tutto particolare, riflessivo ed interiore.

The Fray

How To Save A Life Sony Come un motore a scoppio ritardato, il 1° album del quartetto di Denver arriva solo ora nelle nostre messaggerie, mentre era gia presente nel 2005 sul mercato americano: pazienza, meglio tardi che mai! Assaggio e degustazione del primo brano ci dà una chiara prospettiva di quello che ascolteremo nelle tracce successive: She Is manifesta le tendenze della band a un rock prettamente melodico dettato dal trio piano – chitarra elettrica – batteria, ricco di farciture romantiche e strappacuore, il che può piacere particolarmente al gentil sesso: “Lei è tutto per me, ho bisogno di lei”. In Over My Head (Cable Car), single-demo di successo uscito già nel 2004, si canta di quanto ogni singolo pensiero sia sempre rivolto lei (oh mia Musa! ☺) “Sempre sopra la mia mente”. How to Save a Life, cover che sicuramente avrete degustato tra una emittente radio e l’altra, è anche presente in molti telefilm americani (Grey’s Anatomy, Scrubs, etc.): tono della canzone è da strappalacrime, chitarra e piano seguono la voce di Isaac Slade nel suo urlo di dolore per aver perso la fiducia di un amico, “I Lost a Friend”. Canzone decisamente triste, ma in un qualche modo ricca anche di speranza, “per salvare una vita” dalle cattive strade del fato. All At Once, tutto in una volta, che tragedia! “Ci sono certe persone che vogliono tornare indietro”: la chitarra sostiene bene la voce del frontman, assieme alla melodia, che ha fin troppi richiami alle boy band anni ’90 (facciamo nomi? Take That, Backstrett Boys, Westlife). Pensavate di smettere di piangere, donne? Sbagliato, con Fall Away le sweet melody impazzano: anche le cose migliori primo o poi cadono e vanno via. La canzone ricorda lo stile dei Snow Patrol per il pezzo lento e profondo: anche loro sono soliti ad esprimere emozioni forti di amori passati. Heaven Forbid, chi mai può proibirmi il Paradiso? Stile alquanto simile ai Keane, in quanto si rimpiange sempre qualcosa di impossibile da riprendere ora. L’accompagnamento del pianoforte poi rende il tutto più tragicamente triste . In Look After You, ahimè, si ha qualche vago richiamo ai Blue, legato soprattutto al tono di voce e al modo in cui viene cantato il brano, con tanti “Ohhuuhoo” dilungati. Hundred è una track anonima nell’album, non alza ne abbasso l’umore generale, nulla di particolare. Vienna, il piano qua tocca pezzi very sad, triste il ricordo dell’Austria, perché mai ricordarlo in una canzone? Per poter piangere ancora, ovvio! Il Danubio dondola tra le note del piano, bella interpretazione acustica, con certi acuti che ricardano Steve Martin (Coldplay) o Thom Yorke (Radiohead). Dead Wrong, “morte sbagliata”: per fortuna è tutta retorica, è appunto la morte dell’anima, dei sentimenti, quelli veri. “Ho perso la strada, non è una nuova storia, ma è la mia”. Little House, una canzone pseudo rock stile Evanescence, ci siamo capiti? Dico che si sente una sfumatura gotica, fatta male di certo, ma c’è ☺. Ultima song con Trust Me, “Guarda una cosa che non hai mai visto, e fidati di me, forse quando sarai più grande capirai”. Testo poetico, accompagnato giustamente da un violino, per rendere l’attimo toccante e sublime. Album piuttosto lineare, che fa perno sul tema del ricordo apparentemente felice e del rimpianto (non s’era capito?), che non per forza deve essere un difetto, anzi: è piacevole passare da un brano all’altro, avvertendo un pensiero sotteso di nostalgia di tempi passati felicemente tra le diverse canzoni. Un pop/rock commerciale piacevole, consigliato agli amanti dei Counting Crows, Snow Patrol e dei Keane.

QUATTORDICI


Numero sei | Orgia intellettuale Verdena

Romantica Leggere Parole, scivola proprio sulla pelle. La definirei canzone da passeggiata in un parco in una giornata

Requiem Universal

Quando ascolti per la prima volta Requiem rimani un po’ stranito, domandandoti come quando perché è cambiato il sound verdeniano. Dopo averlo ascoltato come minimo altre dieci volte ti rispondi dicendoti: chissenefrega. Requiem è evoluzione, sperimentazione, è un miscuglio di acidi, polvere, rabbia, atmosfere malsane e nevrotiche. Dopo l’intro sparatuttto Marty in the Sky, spetta a Don Calisto aprire il disco: Alberto la canta così, diversamente dal passato, con la voce roca e la rabbia che gli scorre tra i neuroni. Chitarra, urla, batteria, ira fuoriescono dalle maledette casse. I testi, come testimonia la successiva Non prendere l’acme, Eugenio, sono, come sempre, al limite dell’assurdo, ma sempre carichi di espressività. Angie è la dimostrazione del passo che hanno fatto i Verdena: un brano acustico, leggero, retrò, ma comunque nocivo, drammatico, riflessivo. Arriva Isacco Nucleare e per non smentirsi odora proprio di esplosione: la voce sembra arrivare attraverso un megafono e le chitarre corrono sempre più veloce e diventano cattive ed acute. Una pioggia radioattiva. Dopo la tempesta arriva la prima pietra, Il gulliver, 11 minuti di poesia, musica, sensibilità ed emozione: accelerazioni e frenate, toni di voce che si muovono e cambiano, esplorazioni chitarristiche. Dopo l’ennesimo skit, giungiamo a Muori Delay. È il singolo e si sente, ma a noi CI va bene: una batteria che sembra un martello, urletti e falsetti, un riff di chitarra molto rock ‘n’ roll! Trovami un modo semplice per uscirne è una preghiera, una preghiera dolce, nel mentre malinconica. Bellissima. E la voce distrutta, malata di Alberto giunge all’apice in Il caos strisciante: struggente, cupa, raddolcita soltanto dallo xilofono. Giungiamo al termine del disco con Was? e successivamente alla seconda pietra Sotto prescrizione del dott. Huxley: la prima minimale, elettrica, un brano che sentito live ti fa morire in piedi; la seconda sono dodici minuti di agonia, dodici minuti che ti martellano il cervello senza, poi, capire più niente. Requiem è i Verdena. I tre bergamaschi sono cambiati, si sono in parte allontanati dagli elementi adolescenziali del passato, ma la rabbia rimane, ed è sempre più greve. Ed è bello pensare che, nonostante il titolo mortifero, quest’album sia un autentico elisir di lunga vita.

Perturbazione

Pianissimo Fortissimo EMI Ascoltare i Perturbazione è un po’ come scrutare un cielo azzurro, ma non del tutto sereno. Sì, perché la vita non è tutta rosa e fiori ed è questo che racconta il gruppo di Rivoli. E il disco parte con il singhiozzo della commovente Un Anno in Più: si rievocano ricordi e il testo è semplicemente meraviglioso – “Volontà dove sei? Quando incontro gli occhi suoi mi scappi via.” – leggeri accordi di chitarra accompagnano la voce di Tommaso. E si prosegue da protagonisti l’ascolto dell’album, con le canzoni che ti si appiccicano addosso e non le stacchi più: Nel mio scrigno è davvero uno dei brani più intensi: liriche e musica si incastrano perfettamente – “Le incertezze vanno a ruba di ora in ora. E i desideri nel mio scrigno sai che non sono i tuoi.” – è una canzone da ascoltare in apprensione e far sì che il proprio cervello capti ogni parola e la interpreti personalmente.

uggiosa . Si giunge a Battiti per minuto, una corsa di violoncello, ritmo incalzante e voce vellutata che zigzaga qua e là…: sempre a parlare di rapporti sentimentali, di rotture amorose, ma non è Moccia, per fortuna, è poesia quella dei Perturbazione. Casa mia, strana, storta, sghemba, ma sincera: quasi una ninna-nanna sembra questo brano; segue On/Off, una canzone sui passi falsi della vita, sui momenti accessi e spenti; campanellini, voce e violoncello creano una melodia molto orecchiabile, con piccole variazioni malinconiche di tono. Controfigurine è davvero una canzone molto intensa, che critica questo mondo nasci-e-l’obbiettivo-della-vita-èsentirsi-qualcuno;-per-raggiungerlo-devi-approdare-alsuccesso-e-se-ce-la-fai,-vai-di-cocaina-se-non-ce-la-faicrepa-tristemente. La band di Rivoli non sarà certo rivoluzionaria, o non insegnerà virtuosismi musicali a nessuno, ma il loro rock è onesto e con dei buoni testi. Forse Pianissimo Fortissimo è sprovvisto di quella canzone che ti lascia una frase dentro da cui non ti staccherai più (cosa che invece era presente nel vecchio In Circolo, per il sottoscritto). Rimane comunque musica profonda ed emozionale quella dei Perturbazione e per questo meritano un sincero applauso.

Maxïmo Park

Our Earthly Pleasures Warp È proprio bello vedere che esistono bands che non si sciolgono dopo un paio d’anni e che sanno mantenere alta la qualità dei propri lavori. Una di queste sono sicuramente i Maxïmo Park, originari di Newcastle, che con Our Earthly Pleasures riscattano, quantomeno, il discone A Certain Trigger che li ha visti debuttare nel 2005. Apre l’album la nervosa Girls Who Play Guitars: più cattivi del solito in questo brano, i Maxïmo mantengono però il loro stile chitarristico in contrattempo. La voce di Paul Smith è proprio adatta a questo tipo di rock sempre in tensione, singhiozzante… Molto anni ’80 è il singolo Our Velocity: synth, chitarre, basso e voce si mescolano e tirano fuori una canzone molto energica. Si sente qua una piccola evoluzione electro che poi accompagna tutto il disco. Se le prime due tracce erano molto ballabili e spensierate, Book from Boxes è molto più lenta, introspettiva, dove la voce si mantiene in primo piano e sullo sfondo fanno da accompagnamento una leggera batteria e una delicata chitarra. La seguente Russian Literature è un tripudio di tastiere, chitarra e voce: continui sono i cambi di ritmo, regolari gli accenti della keyboard. La parte del centrale dell’album è un alternarsi di pezzi orecchiabili e attraenti come The Unshockable e By The Monument e pezzi più scarni e non eclatanti (Your Urge e Nosebleed). A Fortnight’s Time è un motore impazzito che man mano rallenta, ma non perde però il potenziale: è tutto un rincorrersi di tastiera e voce. Chiudono il disco la ballata Sandblasted and Set Free e la coinvolgente Parisian Skies: la prima forse un po’ troppo ripetitiva, la seconda un bel pezzo che entra subito in testa. :) Manca forse il brano esplosivo che fa prendere all’album quei tre quarti di voto in più: ma alla fine dei conti, Our Earthly Pleasures pur essendo un pelo più scarso del debutto sancisce una bella riconferma.

QUINDICI


Numero sei | Orgia intellettuale

Salve a tutti quanti! Rieccoci qui con la rubrica musicale. Iniziamo subito: evento musicale di una certa importanza è l'Heineken Jammin' Festival, che si terrà tra due mesi circa, a Venezia. Ormai dilaga la pubblicità, e i giorni del Festival andranno dal 14 al 17. Per quanto riguarda i gruppi che suoneranno, abbiamo tin grande ritorno degli Iron Maiden, che da un paio d'anni non suonavano al Jammin'. Per gli appassionati del Metal, troviamo, nella stessa giornata, gli Slayer, che precedono i Maiden. Il giorno 15, troviamo come gruppo principale i Pearl Jam, preceduti dai Linkin Park e, nella stessa giornata anche i My Chemical Romance, grazie ai quali il Jammin' ha già venduto molti biglietti. Il terzo giorno, il 16, abbiamo una lista notevole: presenti Aerosmith e The Smashing Pumpkins come gruppi principali e gli Incubus a precederli. Nell'ultima giornata; abbiamo una lista decisamente corta, con Vasco Rossi, J-Ax (ex Articolo 31) e Omar Pedrini (ex Timoria). Complessivamente, si ha avuta una grande affluenza, in particolare per la prima giornata che, dichiara il sito dell'Heineken, sta vendendo rapidamente biglietti e si spera nel "Sold Out", cosa che non accade da tempo. II tutto si conclude qui. Arrivederci ai prossimo numero! (forse).

Per quanto riguarda il 3 giugno invece la scaletta comprende Sinestesia, DGM, Anatema, Symphony X, Dark Tranquillità, Dimmu Borgir, Blind Guardian, Dream Theater e una spettacolosa chiusura data da Heaven&Hell, che, per chi non lo sapesse, è la reunion dei Black Sabbath ai tempi di Ronnie James Dio. L’ultima giornata inizia con Slowmotion Apocalypse, a seguire Deathstars, Sadist, Type o Negative, Black Label Society, Megadeth, Korn e infine lui…Ozzy Osbourne. Proprio per lui infatti è stato fissato il 30 come ultimo giorno del Gods, poiché è l’unica data che il nero signore farà in Italia. Qualche altra parola per due grandi festival estivi che, tra la miriade dei molti, meritano davvero di essere citati: Uno è il WOA (Wacken Open Air) festival: 3 giorni di seguito di puro metallo; dal 2 al 4 agosto, a Wacken (cittadina del nord Germania, vicino alla Danimarca..sì lo so che è veramente in c***). Circa 55 gruppi si susseguiranno sul palco per una travolgente ondata di metallo a soli 99 euro (per tre giorni!!!). Per fare alcuni nomi: Blind Guardian, Haggard, In Flames, Iced Earth, Grave Digger, TYR, Die Apokalyptischen Reiter, Moonspell, Dimmu Borgir, Rage, Saxon, Stratovarius… Il secondo è invece il Metal Camp, la vacanza metallara da sogno: 7giorni in un paradiso Slovacco, precisamente a Tolmin, 5 giorni di concerto e nomi da far venire l’acquolina in bocca. Il tutto dal 16 al 22 luglio. Altre due righe per il concerto che terrano gli Iron Maiden il 20giugno a Roma che verrà svolto all’aperto e comprenderà anche Motorhead, Machine Head, Mastodon, Lauren Harris (figlia di Steve) e i Sadist. Altri concerti di quest’estate sono il Frozen Rock Open Air a Marcon (VE) il 14luglio, il Summer Breeze a Dinkelsbuehl (Germania) dal 16 al 18 agosto e l’Evolution Festival a Firenze

Anche quest'anno ci sarà il GODS OF METAL e sono qui per dirvi quali saranno i protagonisti di quest'anno. Il Gods si terrà all’idroscalo di Milano (maledetti schifosi, era meglio a bologna!!! NdM) e sarà diviso in tre giornate 2 e 3 giugno la prima parte e il gran finale il 30, i concerti cominceranno alle 11:30 del mattino e si protenderanno fino a mezzanotte circa. Ecco il bill del primo giorno: Placet Hard, Glyder, Eldritch, Tigertailz, White Lion, Thin Lizzy, Scorpions, Velvet Revolver e in gran finale nientemeno che i Motley Crue, glam metal allo stato puro. Personalmente ho già assistito a un loro concerto al gods di due anni fa e li consiglio vivamente perché il 7 luglio. sanno come intrattenere il pubblico.

Mono 1°A & Mattia 4°B

Tre Allegri Ragazzi Morti - La Seconda Rivoluzione Sessuale Hanno detto “C’è questa fine inverno che sembra già una primavera. Forse anche perché è uscito l’album dei Tre Allegri Ragazzi Morti che canta e gracchia in continuazione dal mio stereo.” Ed è proprio vero. È uscito il loro quinto lavoro e che dire, è proprio un album che sa il fatto suo, è un’allegria senza fine. In questa gioiosa rivoluzione sessuale si sente bene la voglia di rivolta e la consapevolezza di un disagio, di un problema di fondo, nella società ed in generale, perché il fuoco c’è e scotta: sudano le mie mani / sono una salamandra / e nel fuoco non brucerò. Denunciano e osano, in un alternarsi di canzoni urlacchiate e ballate. Testi che sanno d’estate, di gioventù impegnata, che guarda dall’alto la situazione attuale, che parla di sesso e di adolescenti. Sono poeti rockettari con un suono inconfondibile, e poi c’è la voce che dà qualcosa sul serio. E sono felici, casinari. Nel mescolone piagnone dell’indie italiano, i TARM se ne strafregano e fanno a modo loro. Ma possono eccome. I testi bastano a dimostrarlo. Pieni di allegorie che piacciono un sacco, di argomenti trattati e ritrattati, che ripresi da loro svelano qualcosa di nuovo. E poi, che ritmo, che suoni. Spesso su semplici giri d’acustica, la voce gira da dio e incalza il ritmo, trascina la canzone e o ci sta dentro e la segue. L’album ve lo consiglio tutto perché è un colto mix ben azzeccato e non esagerato di ritmo e parole che rimangono, di riflessioni e di racconti di vita. Di opinioni sulla gente, di storie personali, di famiglia. Sembrano quasi. Basta ragionarci un po’ su e poi arriva il messaggio, e quasi ridi perché quello che c’è dietro non l’avevi capito subito. Ma forse è questo il bello dei TARM. Le canzoni la prima volta le ascolti e ti godi la musica. Poi le parole, che sono belle e si ricordano. Solo allora ragioni sui testi. E sorridi davanti a un gioco come la sorella di mio fratello / ha un debole per me. A chiudere l’album c’è un’azzeccatissima cover degli Art Brut “Mio fratellino ha scoperto il rock ‘n’ roll”, un pezzo che sebbene rifatto, sembra nato per i Tre Allegri Ragazzi Morti. È un bell’album, spudorato e romantico. Siamo tutti in amore con tutti.

SEDICI


Numero sei | Orgia intellettuale

Martedì 6 Marzo Indegnamente la sveglia del cellulare comincia a squillare alle 7.15, nonostante la sveglia comune per tutti è per le 8.00: nonostante la malavoglia (Verga?! NOOO) e il mio “slancio atletico”, distendo qua e la qualche movimento goffo, piglio il telefonino, premo scocciato il tasto rosso per stopparlo, e mi fiondo a farmi una doccia veloce in quel bagno grande 2 m2 (dico sul serio, Parigi è romantica e intima come locazioni), mentre quell’animale di Maurice giace assonnato ancora sul letto, come se nulla lo avesse turbato. Tra docce troppo calde, spulciamento dei capelli e vestirsi, ci fondiamo nella cantine (in tutti i sensi) nel piano sotterraneo per abbuffarci con la colazione: se all’asilo e alle elementari era normalissimo vedere i propri compagni che mangiavano come dei porci o che schifavano tutto quello che passava per il convento, vedere gli amici di sempre mangiare con tanta foga e tanto sonno fa celare in me un risolino buffo, anche se il sottoscritto è troppo addormentato per ridere di gusto ☺. Caffè, briosce e marmellata! Ora che siamo sazi e satolli, aspettiamo i soliti tossici che si fumano una sigaretta sotto le impalcature dell’hotel in ristrutturazione (anche qua da poco c’è la legge anti-fumo), ci indirizziamo in una fila di 16 persone verso il metro, sotto un cielo terso pronto a piovere. Prima di arrivare alla nostra meta (Notre Dame), ci soffermiamo a vedere il ponte Neuf, uno dei più antichi della city, appena ristrutturato dal color pesco. Qua Pulcio e Monza ci esibiscono in pose piuttosto provocanti (come nella foto), ma tutto è figlio del gioco de “chi è il più scemo?” ☺. Passiamo velocemente ad ammirare dall’esterno la facciata del Palazzo di Giustizia, dove l’unica cosa che mi stupisce sono le numerose bandiere francesi che sfoggiano dalla facciata, ben 8 contro una dell’Unione Europea con la tipica corona di stelle. Ah si, c’è anche un magnifico cancello con degli spuntoni d’oro: l’unica mia domanda e se mai qualcuno abbia mai provato a grattare via la patina d’oro di questo e di altri monumenti sparsi in giro, poi ho visto la gendarmerie che pattugliano regolarmente queste zone, e mi son detto “Un motivo allora c’è!”. Nei paraggi troviamo una mostra sulle 12 capitali dell’Armenia, ma scopriamo che apre alle 12.30 per le comitive. Allora non perdiamo tempo, e con una fermata di Metro ci fondiamo alla cattedrale di Notre-Dame, peccato che qua Quasimodo o Esmeralda non c’entrano un fico secco (Disney, perché ci hai ingannato coi tuoi cartoni?! ☺). Jun intanto si è preso un fantastico cuffione blu per 8 € da un mercatino di souvenir, pur di coprirsi la sua capa appena tosata, cappellino con una fighissima scritta argentata che dice Paris, tipo le felpe brandizzate Russel o Everlast per intenderci ☺. Anche la Sara sente un po’ di freddo con questo tempo uggioso (tra l’altro scopro che è stata più volte male solo a posteriori), e si piglia un cappello tipo basco, ma più tondeggiante e femminili. Finiti di gironzolare tra i mosaici e vetrate della Cattedrale, siamo diretti di nuovo verso la mostra armena: sul tragitto ci ferma un tizio sui 40 anni, dalla parlantina convincente in italiano, che ci cerca di venderci cartoline da ritagliare e portachiavi della Tour Eiffel: Luca e Pulcio si fanno tentare dai prezzi popolari del venditore ambulante, e si pigliano un set di cartoline per 4 € e per un solo euro 3 portachiavi, di cui uno me lo rifilo io, giusto perché sono un’accattone ☺. Il bello che poi loro due ci pensano su per prendere altri portachiavi per fare dei regali, ma poi il dubbio che quei amici che fossero già stati a Parigi sapessero dei prezzi al ribasso di questi gadgets (“Si dai, regaliamo a tutti questi portachiavi, tipo a Cervo e a Ronca… ma forse lo sanno che costano pochi euro! ). Va be, siamo tutti contenti e pieni di cartoline, pronti a sorbirci la solita mostra: normalmente mi metto d’impegno e leggo qualche didascalia, anche in inglese… ma l’orgoglio nazionale dei

cugini d’oltrealpe mi ribolle, non poco, al cervello, giusto perché non capisco un acca di quel che leggo dai foglietti accanto alle gigantografie di foto armene. Rinuncio. Poggio le soffici chiappe su uno dei sofa da museo, osservo qualche splendido costume di antica e splendida fattura, e già i prof ci chiamano per salir su, a vedere la prigione e la tomba di Maria Antonietta: forse colpa della mia fervida immaginazione, data dal film uscito l’anno scorso, ma i dipinti che ritraggono l’ultima regina di Francia non rappresentano un viso mozzafiato, ma quello di una donna stremata dalla fatica, come è giusto che sia. Un po’ di ilarità fa sempre bene per sdrammatizzare la noia di queste gite, tanto che Omar e Luca vogliono fottere le carte da gioco a un manichino, messo lì per una ricostruzione (così la sera possiamo fare qualche mano dice Omar)! È ora di pranzo, e siamo tutti un po’ affamati. Regola generale? “Andate dove volete, ci rincontriamo a tal posto tra un oretta e mezza”. La frase della prof di italiano è eloquente, e in massa scappiamo per un qualsiasi ritrovo con cibo, pur di evitare di andare nei ristoranti carissimi (soprattutto a Paris! H2O costa 1,5 € nei distributori, 4-5 nei cafè), mete predilette delle insegnanti in gita scolastica. Troviamo un posto piuttosto largo per ospitarci tutti presso il Brioche Doreè, catena di fast food che vende mini-baguette ripiene per 5 €. Niente male, pensavo peggio, solo un po’ care. Ma del resto, Parigi è cari (ni)ssima. Più tardi ci rincontriamo a una fermata del bus, e ci dirigiamo verso il Pantheon, passando davanti alla Sorbona, una tra le più prestigiose università d’Europa, mentre una pioggia minuta raffredda il mio fradicio giubbotto (mannaggia a me che non mi decido mai di comprare un ombrello nuovo, colpa dei portici di Bologna ☺): curioso il fatto che prima il Pantheon era una chiesa senza il puntale a forma di croce, mentre ora risulta un mausoleo con tanto di croce di ferro lassù in cima (informazioni tratte dal programma tv Italo-Francese, by Corrado Augias & Fabio Volo, mica farina del mio sacco!). Qua facciamo una breve sosta per decidere sul da farsi, mentre ancora fuori piove. Prendiamo quindi un bus e ci avviciniamo a St Sulpice, l’ennesima chiesa con le impalcature fuori. Entriamo dentro, solite foto di rito, ed usciamo da soliti turisti affamati di monumenti (non tanto io, quanto le prof. Il mio spirito orientale mi suggerisce di fare poche cose ma bene, ma forse sono l’unico a pensarla così Famò meno cose ma con più calma, cribio! ☺). Ci involiamo, ancora sotto un’insolente pioggia e un freddo puntiglioso, verso Les Invalides, mausoleo dove riposa Napoleone Bonaparte, celebre stratega, che per un pelo non nacque sotto la Corsica italica. La sfiga delle sfighe è che, essendo che il museo chiude alle 17.45 e ora sono le 17.35, sia in biglietteria che i custodi non ci vogliono farci entrare. Scocciati per non aver visto forse l’unica cosa degna di vedere tra tutte le cose di oggi, scattiamo nel cortile interno qualche fantastica foto dove Omar & Luca si atteggiano in pose provocanti con i cannoni napoleonici all’altezza dell’Olanda, scatenando le risa nostre e di altre scolaresche straniere presenti. Tre di noi si sono anche nascosti dietro a dei cespugli pur di far delle foto buffe, peccato che veniamo subito richiamati per via del cartello con su scritto “It is forbidden to walk over the grass”. Ci scusiamo subito, anche se il guardiano sembra un po’ scocciato dai soliti italiani. A questo punto della giornata, seduti nella metropolitana, il gruppo si divide: io assieme alla Chiara, Fede e Mary con le prof ci rechiamo a vedere i magazzini La Favette (sì, il milionario egiziano, padre del povero Dodi, l’ultimo partner della principessa Diana), mentre gli altri si recano all’hotel Hauteville (con tappa presso un mini market a rifornirsi di Baileys). Entriamo dentro al magazzino e rimaniamo interdetti per la grandezza del posto,

DICIASETTE


Numero sei | Orgia intellettuale visto che si eleva su 6 piani con una cupola in vetro e dorata (è il padre di qualsiasi centro commerciale americano e cinese ☺ tra l’altro è un pezzo storico della city). Quanto grande, vario e assortito, quanto caro! Le stesse cose che si trovano fuori, tipo una calamita dello Chat Noir a 3,5 €, qua costa il triplo, circa 12 €! Difatti qua non compro nulla, a differenza di alcune mie compagne spendaccione ☺ contente loro! Visto e stravisto tutti i vestiti e oggetti poco commestibili che La Favette vende a suon di Euro sonanti, ritorniamo leggermente stanchi all’Hotel: subito di straforo mi ficco nella camerata a 4 di Luca, Pulcio, Lucio, Jack e mi appioppo un po’ di cola e patatine alla paprika, giusto per non avere la panza vuota per tutta la serata. Ore 18.30, facciamo quei 2 km per andare al ristorante convezionato con l’hotel, ci danno, come sempre e a tutti, una sorta di pasta al pomodoro, pollo e gelato preconfezionato (alta cousine!). Meglio di niente! Oggi per lo più facciamo amicizia con altri gruppi di studenti italiani in gita nel tavolo di fronte, tra i quali alcuni della scuola dell’aeronautica di Forlì. Obiettivo di stasera? Trovare Andrea, un ex del Cope ed ex compagno dell’attuale 5°E. Contattato dal vecchio Omar, pare che Andrea lavori part-time in un pub, quando non deve esibirsi come Dj tra i vari disco-club della city. Dopo una piccola bevuta di birra presso un pub su una via che costeggia l’Hard Rock Cafè, e guardati gli highlists la partita d’andata InterValencia (e sappiamo com’è andata a finire a posteriori ☺), visto che di diretta c’era solo il Lione (ovvio, siamo in Francia, non trasmetto le partite con l’Inter, Luca! By fiero Juventino) proviamo ad andare al pub di Andrea, sempre col fidato metro e il nostro gps umano, Mary. Dopo un attimo di spaesamento generale, ci orientiamo nella metro e arriviamo al Pub: anche qua schermi lcd da ogni parte, trasmettono tutto lo sport possibile! Intanto le grida del martedì sera sembrano piuttosto chiassose, pur essendo ancora una giornata infrasettimanale. Non c’è traccia di Andrea! Aspettiamo 1 oretta, per poi lasciargli un bigliettino di saluti, tra un cicchetto e l’altro offerto dal barista di turno, che ha preso in simpatia Maurice e Omar ☺. Torniamo entro mezzanotte in hotel per il controllo in guardina delle prof, pronte a coglierci in flagrante di qualsiasi genere di reato. Io e il moro decidiamo di inguibbiarci subito, mentre l’altra gentaglia si scola, a nostra insaputa, il Baileys comprato prima ☺. Mercoledì 7 Marzo Terzo giorno su cinque, e già ci sembra che la gita stia per finire. Ci alziamo alle 7.30 senza fare troppe storie io e il Moro (e se fa qualche sbuffo Maurice, so io come zittirlo ☺ le buone maniere con lui non funzionano) e facciamo la solita routine prima di far colazione, ovvero uno in bagno, l’altro a far zapping sui programmi buffi francesi con la tv lcd. Oggi il capo dell’hotel è un po’ su di giri, e ci fa cambiare saletta nella mensa, perché ne abbiamo una riservata… peccato che in questo modo sporchiamo due tavolate, e doppio lavoro per la gentile cameriera che gestisce le cibarie della nostra colazione. Pazienza, non vale la pena discutere con lui. Ormai sappiamo la prassi, alle 9 sotto in hall per partire: la meta di oggi è il museo d’Orsay, mais oui, nous allons au museum (tre anni di français e non ricordarsi nulla è MOLTO grave; ma d’altronde questo sono Io, e ciò giustifica TODOS ☺)! I nostri spostamenti sono calcolati peggio di un orologio svizzero, nel senso che siamo troppo puntuali, addirittura in anticipo! Non ci resta che grattarci le… ops, evitiamo le scurrilità… diciamo che siamo troppo precisini (così va bene!). Bene, aspettiamo giusto quei 15-20 minuti buoni per cazzeggiare con altre combriccole di italiani (non facciamo altro che incontrare scolaresche nostrane a cui gridiamo “BELLA!” e “W MATERAZZI”) e tra qualche foto scattata, per poi entrare al museo: struttura atipica per l’edificio, visto che fino a 50 anni fa era una stazione ferroviaria. Ecco che ha motivo d’esistere quelle vetrate sul tetto stile Stazione di Milano e quel bell’orologio vittoriano tutto placcato d’oro (e la domanda mi viene spontanea: in Italia non è rimasto quasi nulla in oro perché siamo dei gran accattoni?). Tra un quadro espressionista e l’altro, forse in un momento di pazzia, soppianto il mio pudore, e non perdo l’opportunità di farmi fotografare con il quadro L’origine della vita di Courbet! Voilà, en photo!

Tirando le somme, non mi sono neanche tanto annoiato in questo museo, bene o male l’espressionismo dell’800 mi è piaciuto, tra i quadri di Cezanne, Monet, Matisse e Van Gogh, anche se l’Argan è uno dei libri più pesanti (e costosi) di storia dell’arte. L’unico pregio? Che è smerciabile a tutti e a chiunque, non devi andare da Nanni o Melbook per rivenderlo, lo vorrebbe comprare anche mia nonna in carriola, se solo sapesse leggere ☺. Chiudendo il monologo interiore su “Chi mai ha scelto l’Argan per il Cope?”, ritorniamo sui passi dei prodi cavalieri della 5° C, alla ricerca del pranzo perduto: ci troviamo tra il Louvre e Place de la Concorde, qua la parola d’ordine è non farsi spennare, visto che siamo centralissimi nella city! Optiamo per un decente hot dog sulle 7 €, ormai ci stiamo abituando a questo euro svalutato nella città della Madeleine. Intanto che arrivano le 14, schiacciamo un sonnellino con uno delle tante sedie a sdraio sparse per il viale, mentre alcuni infaticabili vanno a vedere l’Arco di Trionfo, distante ben 5 km da qui. Tutti presenti all’appello, scendiamo per la magica piramide di vetro, punto nevralgico per selezionare quale delle 4 aree visitare. Noi optiamo solo per vedere l’ala italiana (ciascuna area è più grande di un museo normale, il Louvre è immenso, ma penso che ve l’abbia già detto più di uno!). Sbirciamo qua è la qualche statua greca che ricolleghiamo all’Argan (è una fissa, lo so, ma ne sono contagiato!☺), e incontriamo la dea Nike (non le scarpe), Amore e Psiche (Canova docet, dopo le poesie romantiche, questa è la scultura dell’amour!), la Venere di Milo, la Gioconda, il testamento degli Orazi… insomma, tanta ma tanta roba, con un sacco di calca umana, soprattutto di nipponici (ho solo incontrato un gruppo di cinesi, e non chiedetemi come ci facciamo a riconoscerci! Come voi riconoscete gli italiani dal passo a dai vestiti, io pure i cinesi!). Le gambe chiedono pietà, più volte perdiamo il gruppo delle prof, e più volte ci sediamo sui divanetti a commiserarci tra di noi. Ci scappa anche una partita a Uno in una saletta isolata ed appartata. Verso le 17 ci rincontriamo tutti esausti ma soddisfatti, chi per aver fatto pochissimi giri, chi invece che si è guardato tutto e di più… l’indigestione d’arte e la stanchezza è allo stato massimo, vogliamo assolutamente uscire! Liberi! Parte della comitiva torna in hotel per cambiarsi ed andare a vedere il balletto all’Opera Royal con le prof. Gli altri fanno quell oche vogliono: andiamo diretti alla Tour Eiffel, per salire su con l’ascensore. Paghiamo la cifra furto di 12,80 € per salire fino all’ultimo piano, il 3°. In breve, ci fermiamo al 2° piano perché funziona uno solo dei due ascensori, e le scale sono chiuse, e la fila è interminabile. L’orario per la cena si avvicina e, dopo le svariate foto dal 2° piano e la fila che non finiva più per scendere, finalmente torniamo terra. Per dovere di cronaca, solo Federica è arrivata da sola in cima, buon per lei che si è stacca dalla cumpa… (asociale?! Nooo…) Torniamo per tempo al ristorante per cenare, anche se il garçon fa un po’ di scena per il pelo di ritardo, ma alla fine mangiamo quello che passa in convento, contenti così. Meta di stasera è l’ambitissimo Hard Rock Cafè, posto pieno di gingilli e dischi d’oro delle stars sulle pareti, mentre aspettiamo che quelli andati allo spettacolo finiscano di cenare e ci raggiungano. Dalle 21 alle 22 ascoltiamo un frastuono assordante, una band locale canta in inglese nel minipalco del locale, mentre dal piano sopra è possibile ammirare la band punkrock grazie all’apertura centrale della sala, dove si ha una veduta aerea del posto ☺. Riusciamo a pigliarci 2 tavolate, e nel giro di 2 ore bene o male tutti si prendono il proprio drink da 10 € con tanto di diritto di ritirare il proprio bicchiere col logo come souvenir. Io invece di bere, e diventar subito rosso per via della mia allergia genetica all’alcool, mi piglio una maglietta nera sempre dell’Hard Rock Cafè (collezione quota 3, in espansione!). Intanto conosciamo una scolaresca di Torino di solo maschi, perché sono di un indirizzo tecnico. È mezzanotte e finalmente prof e quei pochi studenti al seguito arrivano a locale quasi chiuso (solo io racimolo la maglietta firmata ☺). Il metro è praticissimo, facciamo 3 fermate con l’umore alto e frizzante, e ci corichiamo a dormire, non prima delle solite riunioni alcoliche ad oltranza ☺.

DICIOTTO

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Numero sei | Orgia intellettuale Where do we are? il dietro le quinte di… ...otto very english days Bene: partiamo dicendovi che, nonostante tutte le gufate in aereo del tipo “non torneremo mai a casa” (e Samu con il sacchettino di carta perennemente incollato alla bocca durante i decolli e gli atterraggi), siamo ancora qui, pronte a raccontarvi quelli che, non per tirarcela (ma va là…), sono stati 8 giorni davvero da urlo. La Fra: Partiamo lunedì 16 aprile; il ritrovo è previsto per le 5.15 (!!!) davanti al caro vecchio kope: le nostre facce non sono proprio quelle di 21 cinni che stanno per lasciare famiglia, studio e la solita monotonia ma, anzi, quelle di chi proprio di partire non ne ha mezza (fra, secondo me eravamo solo mezzi addorment a t i … ndDrew). Così, tanto per iniziare bene il viaggio il pullman arriva con quei buoni 45 minuti di ritardo. (io nel frattempo ho conosciuto il marito della Chiarini…ndD) Si fanno le sei, carichiamo i bagagli, qualche mamma si abbraccia il figlio con la speranza che non parta e dopo qualche bacetto molto ma molto finto dal finestrino, si parte! Quasi nessuno dorme ed inizia uno di quei classici momenti da gita: il “Cantiamo questa...” e così tra Liga, Vasco, qualche sigla varia dei cartoni e gli 883 (perché sfido chiunque a dire che in gita non si cantano! ndF) arriviamo a Pisa. Appena scesi dal pullman la Scarabino si complimenta per la nostra “versatilità musicale”… Finalmente alle 11, dopo check-in, eterne file in bagno e qualche fermo al metal detector, ci ritroviamo seduti su un aereo arancione easy jet che ci porta a Bristol. I nostri piedi calpestano l'uggiosa terra di Britannia (su questa ho il copyright ndD). Inizia lo spettacolo... Burnahm-on-sea è un tipico paesino inglese: dieci villette, un parco, dieci villette, un parco, altre dieci villette e perché no, nel caso non ve lo aspettaste... un parco. Il centro molto caratteristico si trova sul mare dove abbiamo l'alternarsi di un fish and chips, un pub, un fish and chips, un pub e con grande stupore generale un fish and chips. Ma il vero punto forte è... TESCO! Ohhhh...(grande ovazione ndF). No gente non pensate a chissà cosa... è l'equivalente della coop italiana anche se, devo dire, noi sei scomparti solo di schifezze non ce li abbiamo. Vogliamo parlare da subito di cibo? Bene sedetevi e fatevi venire la bava alla bocca un po' come Homer (o Mero ndF) perché che in Inghilterra si mangi male è LA PIÙ GRANDE CAZZATA DEL SECOLO! Si non sarà molto salutare e forse in una settimana ci siamo giocati dieci anni di vita ma vi giuro, ne è valsa la pena! Non so come facciano gli inglesi ad avere un regime alimentare così assurdo e non essere la valle degli obesi. È come se il loro stomaco non si chiudesse mai.: mangiano, mangiano, mangiano e di nuovo mangiano... così le nostre giornate procedono non più con l'ora legale ma con “Quando si mangia?” perché a viverci dopo un po' diventi come loro. I primi giorni ti stupisci ma poi è così un tale piacere alternare ciambelle , patatine, un sorso di coca, altre ciambelle, un paninazzo e riprendere con le patatine che avevi lasciato da parte. La Drew:

Ragazzi, mi devo soffermare un secondo sulle ciambelle che citava la Fra: partite dal presupposto che ovunque si andasse con gli english, si andava a piedi! Comunque… questi ci dicono, dopo un’ora di cammino, “stiamo andando a prendere i dogghidonats”… I CHE??? I “che” sono le ciambelle di Homer… te le friggono davanti e le cospargono di zucchero dentro un sacchettino di carta. 4 doughnuts (o come diavolo si scrive) una sterlina… vi lascio all’immaginazione quanti ne abbiamo mangiati… La Fra: Altra cosa che mi sconvolge è che non si beve acqua. Direte “e allora?”. Provate a viverci... mai acqua, mai nulla che disseti sul serio. Bevono solo coca e fanta oppure delle strane bibite fruttate e molto zuccherate che accostano anche con il salato. Vi assicuro che salsicce mandate giù a sorsi di frullato alla fragola non è il massimo. Inoltre la Sarina ha confermato che i succhi vengono abbondantemente diluiti con litri d'acqua. Bleahhh!!! Per quel riguarda il cibo in famiglia alla signora Liza va una meritatissimo 8+. Al contrario degli altri ho tutte le sere ad attendermi carne e verdura bollita (che a dire il vero aveva tutta lo stesso sapore ma piacendomi non era un gran problema) mentre alcuni fanno i conti con enormi piatti di formaggio fuso mischiato con pomodoro, uova e una decina di salsine ripugnanti mentre per i più sfortunati direttamente dal forno un'intera teglia di lasagne inglesi. Mettiamola così: niente rispetto alle care tagliatelle di nonna Pina ma dopo i primi giorni anche lo stomaco si ingrandisce e inizi pure tu a ingozzarti e, sempre a lunghi sorsi di non si sa bene cosa, riesci a digerire pure il very traditional english food. La Drew: Devo ammettere che neanche io mi posso lamentare del cibo in famiglia. È l’unica cosa che non manca di sicuro… la domanda più ricorrente era “Are you hungry?” (risposta scontata….). Nonostante che io e la Rero, mia compagna di avventure durante la settimana, fossimo ospitate da una famiglia vegetariana abbiamo quasi sempre trovato carne in tavola e i nostri panini erano sempre molto buoni. Meglio non parlare della colazione della domenica che a pensarci sto ancora male per quanto ho mangiato… la very typical english breakfast era a base di bacon, salsiccie (entrambi in versione vegetariana per la famiglia, “vera” per me la Rero), uova, pomodorini, french toast, tost semplici, the, succo e forse qualcos’altro che non ricordo. La Fra: La cosa che forse ci differenzia maggiormente dal mondo adolescenziale al di là della Manica forse è la scuola. In particolare quella con cui abbiamo fatto lo scambio (la King Alfred School) è totalmente diversa dalla nostra. Essendo un liceo sportivo è composto da enormi spazi verdi e tantissimi campi di tutti gli sport possibili ed immaginabili: dal basket al calcio, dalle sale da ballo ai campi da tennis. In più c’è una specie di saletta ricreativa con biliardo, biliardino, tivù e anche una sala proiezioni… Per non parlare poi delle gigantografie degli studenti nelle più svariate pose appese ovunque. Le lezioni iniziano alle 8.30 per finire alle 15.30 ma sinceramente a noi è parso che lì dentro facessero tutto tranne che studiare. Appena arrivata una tipa mi offre dei pasticcini alla banana (disgustosi ndD) che ha appena cucinato e mi chiedo perché, mentre loro giocano alla prova del cuoco, io debba stu-

DICIANNOVE


Numero sei | Orgia intellettuale diare la molalità! Quasi tutti i ragazzi hanno un lavoro che gli occupa le sere libere, ovvero il venerdì e il sabato anche questo perché non sanno cosa vuol dire studiare fuori da scuola. Ciò che lascia un po' perplessi è l'omologazione di questi ragazzi. Forse solo un piccolo pregiudizio o forse quello che in fondo vedono loro in noi. Forse a causa delle divise scolastiche e dei tratti più o meno tutti uguali ovvero capelli rossi o biondi e faccine pallide sembra davvero di essere immersi in un mare di cloni. Non avete idea di quante volte credevo di parlare con una persone e invece scoprivo dopo di non averci mai scambiato una parola. (certe cose però le faccio solo io. Eheheh) (si Fra confermo). Venerdì sera usciamo. Very traditional english evening mi dice la madre prima di uscire. Ah se lo dice lei. Vi dico solo che la serata è finita con l'Andrea che lotta con Jack per tenersi le scarpe, la Rero ed io che urliamo cose che preferirei non trascrivere e un'inglese che lancia tronchi. Ripeto: very traditional english evening. La Drew: Questa ve la voglio raccontare bene io, perché merita veramente. Tralasciando le dolorosissime scarpe che indossavo, mi soffermerei su Jack (che le mie amichette hanno provato ad appiopparmi per tutto il tempo) o meglio, su i lividi che mi ha lasciato come ricordo. Questo simpaticissimo ragazzo non riesce a stare fermo, seduto, per più di 5 minuti di fila; dopo aver tirato una capocciata contro un altoparlante appeso al soffitto, ha deciso di dedicarsi a tirarmi calci, spero involontariamente… IO, proprio IO, dovevo finire di fianco all’english che fa corsi di sopravvivenza e scuoia conigli nel tempo libero? BAH… Sta di fatto che la serata è finita sulla spiaggia con 2 bottiglie di soda scolate (probabilmente solo io avrei passato la prova del palloncino quella sera); la fra e la rero che strillano cose che è effettivamente preferibile non trascrivere (ma se venite da me io ve le racconto più che volentieri…) e Jack che mezzo bresco mi parla in francese…anche se l’inglese che tira tronchi io me lo sono persa sinceramente… Vi assicuro che questa serata, rispetto alle altre è stata una gran botta di vita. L’uscita classica consisteva nella solita mezz’oretta di cammino per arrivare al parco Wincester, rapidamente soprannominato “il parchetto degli ubriaconi”. Questa allegra zona verde vedeva protagonisti young english guys con in mano lattine di Foster e sigarette (diciamo così…) che giocano a calcio, sputano e si arrampicano su una bizzarra struttura viola e arancione . Io e la fra ci siamo salite una sola volta. È stata un’esperienza, diciamo così. Samu, o meglio la sua macchina fotografica volata giù, si ricorderà sicuramente la discesa… A parte nel weekend in cui siamo rimasti in famiglia (il

sabato io e la R e r o siamo state portate a Lond r a , non vi racconto se no dovrei fare un articolo a parte…), durante la settimana da bravi turisti abbiamo visitato anche le varie città lì intorno. Bristol per prima, dove ho sorpreso persino me stessa guidando tutti attraverso la città (da leggersi “verso il centro commerciale”) e dove si è svolta l’epica sfida calcistica ragazze contro ragazzi più la Sarina, vinta dalle sottoscritte per 5 a 3. Bath non è che mi abbia entusiasmato gran che, a parte il Disney Store…. Stonehenge e Avebury sono un mucchio di sassi vecchi ma la Scarabino che scende giù da una collinetta tra gli applausi generali è stata mitica: GRANDE PROF! (lo so che sta leggendo… ). Ultime ma non meno importanti, Wells, con la famosa cattedrale, e Glastonbury, dove era sepolto Re Artù. La Fra e la Drew insieme: Un paio di ultime cose: dobbiamo assolutamente scrivervi la “compilation”, ovvero le canzoni che abbiamo ascoltato circa ottocento volte: Superman – Five for fighting Every breath you take – Sting and the Police La dura legge del gol – 883 Grace Kelly - Mika School uniform – the Pipettes (vabbè questa l’ha cantata la fra, ma va bene lo stesso) Mi fido di te e Non me lo so spiegare – le INCIVILI (cicce ci aspetta un disco!!) Le canzoni degli scout – la Sarina (siamo scout nel cuore… vero?) Ma soprattutto ci ricorderemo di: Where do we are? Come disse Michael appena arrivati alla King Alfred (e che come avrete notato è il nostro titolo…); Cimitero, cimitero, CIMITERO!!! sul quale è meglio non commentare! La donna incinta… purtroppo non tutti intenderanno… Figo, sei FIGO la fra lo urla a chiunque le piaccia, tanto loro non capiscono! Il parchetto degli ubriaconi e tutti gli sputi che ci hanno fatto compagnia… High School Musical e Matt che fa tutte le voci... ma il film era di sua sorella… come no! Il gabbiano che caga in testa alla Carol ma non credo che lei ci riderà su… Il ragazzo dell’aereo che in teoria era inglese in realtà era italianissimo La Carol che tira un ceffone alla Drew vi giuro che era vero e mi ha pure fatto male… Boh gente se volete io ho quelle 906 foto da farvi vedere ma se abbiamo dimenticato qualcosa ci dispiace…e comunque… GRAZIE, a tutti, DAVVERO! Nelle foto: 1) tutta la classe a Wells 2) Davanti al negozio dei doughnuts 3) Very traditional english evening 4) arrampicati sulla cosa viola e arancione 5) a Stonehenge 6) sulla spiaggia

VENTI

FRA & DREW 2 I


Numero sei | Orgia intellettuale Una delle cose più belle della vita è quando si riesce a portare a termine un proprio sogno. Io ci sono riuscito. Sono riuscito nel mio piccolo a fare qualcosa di utile per qualcun altro. Grazie ad un caro amico, l'anno scorso, sono venuto a conoscenza di un popolo: i Saharawi. Il popolo Sah ar awi è originario del Sahara Occidentale, stato cusci netto, posto tra Marocco e Mauritania, da dove è stato cacciato illegalmente dal Marocco, più di trent'anni fa, a causa degli interessi legati al territorio ricco di minerali. Da allora queste popolazioni vivono, in grandi tendopoli, nel deserto dell'Algeria nei pressi di Tindouf, terra avara di ogni risorsa e incompatibile con la vita, e continuano a lottare per la restituzione del loro territorio in maniera del tutto pacifica, sperando in un ritorno in patria. Allora dopo questa mia presa di coscienza ho deciso di coinvolgere la mia scuola, il Liceo Copernico di Bologna, in questo problema, organizzando il 27 Gennaio 2007 un incontro, durante l'assemblea d'istituto, con due ragazze Saharawi, un rappresentante di El Ouali, Leo Rambaldi, associazione bolognese impegnata da moltissimi anni per questo popolo, e il mio amico, Elia Mingardi dell’ARCI di Ferrara, in rappresentanza dell'Associazione Oltre Confine, per raccontare quello che è successo e che tuttora succede nel deserto algerino, ma che nessuno sa. È stata la prima volta che in un istituto superiore bolognese si è organizzato un incontro per questo popolo. Il "popolo copernicano" ha risposto benissimo all'iniziativa e questa grande soddisfazione mi ha dato ancora più stimolo, al punto che ho deciso di partire alla volta dei campi profughi per la realizzazione di un progetto dell'associazione Oltre Confine: Il Mondo nelle Schermo. Questa iniziativa prevedeva l'allestimento di una sala cinematografica per i giovani nel campo profughi di Smara, con materiale raccolto nei vari centri giovanili dell'ARCI di Ferrara: il Cinema Oltre Confine. Quindi un centro giovanile costruito grazie ai con-

tributi raccolti da altri giovani. Il Progetto “Il Mondo nello Schermo” rientra nei lavori che l'Associazione Oltre Confine, dal 1999 porta avanti in collaborazione con la RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) in vari settori, dall'ambientale al sanitario, dal culturale al politico, dalle serate di sensibilizzazione sulla causa saharawi all'accoglienza estiva dei bimbi profughi. La partenza era prevista per il 10 Marzo 2007. Per l'allestimento è partita una delegazione composta da Paolo Marcolini dell'ARCI di Ferrara e rappresentante di Oltre Confine, ed io, Andrea Milani, volontario dell'associazione e rappresentante del Liceo Copernico di Bologna. Il mio compito, oltre che aiutare ad allestire la sala, era quello di trovare una destinazione per la somma di denaro che il giornalino della scuola, Orgia Intellettuale, mi aveva dato da devolvere in beneficenza. La somma, ricavata dalla vendita del periodico scolastico, non era cospicua ma sufficiente per creare un piccolo, però valido aiuto. Viaggiando nei campi profughi abbiamo trovato la destinazione per il denaro: nella città di Smara esiste una scuola per bambini disabili, diretta dal grande Castro (soprannome del medico Saharawi, che ha studiato a Cuba), e che dal 1993 aiuta i bambini con problemi, integrandoli e rendendoli in tal moso autonomi con percorsi educativi personalizzati, ma basati su gesti semplici e quotidiani. Ora, grazie all'aiuto di El Ouali, di Oltre Confine e di tutto l'Istituto Copernico, sta iniziando un progetto che andrà ad aiutare la scuola di Castro e tutti i bambini che la frequentano, poiché questa struttura ha un continuo bisogno di aiuti e di sostegno per sopravvivere. La sofferenza dell'esilio e di tutte le violenze subite da questo popolo riempiono gli occhi dei Saharawi, ma all'interno del loro cuore si può vedere una forza immensa che permette loro di andare avanti ancora con tanta dignità.

VENTUNO

ANDREA 3M


Numero sei | Orgia intellettuale

VENTIDUE


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VENTITRE


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VENTIQUATTRO


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VENTICINQUE


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VENTISEI


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VENTISETTE


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VENTOTTO


Numero sei | Orgia intellettuale Oggi è sabato, anzi orami era, è quasi finito. Stasera non faccio nulla, dopo cena infilo una felpa e attacco l’ipod alle casse cercando di liberarmi dello stress di una settimana pesante, mi sembra sia durata un mese. Decido di prendere fuori il mio vecchio blocco. Ho voglia di scrivere, non lo faccio da tempo e mi manca. Perdo qualche secondo a pensare, forse addirittura 3 o 4 minuti perché Liga e Poggipollini si succedono rapidamente della solitudine della mia stanza. La stessa stanza di quando ero bambina e quella nella quale sono tornata 11 anni dopo, per motivi a me superiori. Forse non ci sarei voluta tornare, o forse meglio così. Who knows? Parla tanto di me questo posto, tra foto, dediche, canzoni e frasi più o meno sagge e/o famose. Quando ho deciso di cambiarla ci ho messo parecchio a scegliere tutto, dall’ordine dei libri (all’inizio catalogati secondo autore, in un momento di follia) che stanno lì, dal più piccolo al più grande, agli ormai obsoleti cd, classificati per anno e cantante. Le tende dietro cui mi nascondo d’estate per guardare il mondo con la luce artificiale perdono la magia che crea il sole filtrandoci attraverso e si rivelano dei dozzinali pezzi di stoffa targati Ikea. I poster. Alcuni dovrei davvero toglierli, mi vergognerei se qualcuno sapesse che li ho. Ma staccandoli mi sembra di perdere il mio passato. E poi il sul letto voglio tenere san Gigi Buffon in parata! Sul comodino c’è Herman Hesse. O meglio un suo libro. Un libro dedicato totalmente all’amore. Non riesco a non piangere, leggendolo. E anche a sorridere perché qualcuno mi viene in mente. Ed è un qualcuno a cui io penso da lontano, o forse da vicino. Dipende dai punti di vista. Io, la finta timida. Non ci crede nessuno. Nemmeno io e a volte mi dico “domani mattina ci parli, tanto se c’è qualcosa che sai fare è parlare”. E rido, rido tanto. Perché lo sanno tutti i miei io che non lo farò mai. Neanche a farlo apposta parte “Meravigliosa creatura”. Giro la testa da una parte e dall’altra e tutto mi parla di un anno fa. E non riesco a capire come sia passato un anno senza che io me ne accorgessi. Assurdo, mi sembra di vivere fuori dal mio corpo. Qualche giorno fa, scherzavamo con un’amica sul mio funerale. Bell’argomento su cui fare dello spirito. Comunque. Le ho chiesto se leggerebbe il passo di Shakespeare con Giulietta sul balcone e Romeo di sotto. Beh, ci ho ripensato. Nel caso serva, vista la mia molto prossima partenza in aereo, nella mia stanza c’è un libro di poesie di Emily Dickinson. Le mie preferite sono segnate con un post it viola. Sono sei. Spero di poterle dedicare io un giorno e non che qualcuno le legga per me. O magari sì. Sarebbe la mia anima gemella.

ANDREA XXX lasciami un po' in pace la luna piange ed il sole la consola non trovo più il riflesso delle stelle sotto i tuoi vestiti non respiro polvere di spiriti tra le tue cosce hai tutti i diritti di piange− re, e non ti negherò una spalla su cui farlo ma per me è arrivato il momento di seguire il tramonto ancora un poco… ELIA 4C

corro fino all'ultima traccia di respiro, mi spingo fin dove l'occhio può arrivare e lo supero, raggiungo senza fiato il bordo della terra, e vedo i draghi volare al di là di essa, tra le stelle vorrei poterlo fare anch’io, vorrei riusci− re ad inseguire l'orizzonte senza un limite senza però mai arrivare a toccarlo... Ed ecco,mi perderò di nuovo, presto o tardi, tra le spire di qualche vampiro dentro alle mie retine... Ma fino ad allora voglio lottare con ogni parte del mio essere, per rimanere aggrappato qui, all'ultima ancora tra la morte ed il so− gno. ...Porte chiuse si susseguono nel corri− doio delle ombre, corro verso una luce soffusa, circondato

VENTINOVE

da statue ormai grigie e cavalieri imbalsamati... Inciampo, non riesco più a rialzarmi, mi avvolge il buio, sprofondo fin dove nulla è E proprio lì, dove ogni cosa sembra morire, dove il male dimora più che mai, si accende una stella, mi trasfigura in una colomba o in un bruco, ed eccomi esploso e sparso ovunque, in tutto l'uni− verso, al di là dell'orizzonte, oltre la terra ed il cielo ove volano i draghi...

ELIA 4C


Numero sei | Orgia intellettuale Azelina prendeva vita così, dalla nebbia delle ceneri cadute dopo la grande Fine.... e così quello strano essere, si guardò intorno, planando qua e là nel deserto di polveri e detriti che era rimasto. Presto imparò a volare per bene,leggero e poco attaccato alla terra com'era, e iniziò anche a dare dei nomi alle cose, quel poco che riusciva a distinguere dalla massa indefinita che lo circondava. E si rese conto che in quel luogo era immortale. E si rese conto che in quel luogo era sola. Fu così che dopo aver salutato il fumo e le rocce, partì per un viaggio, iniziò a volare sempre nel− la stessa direzione per lungo tempo...All'inizio fu faticoso e noioso più di quanto lo era stare a cazzeggiare dove era nata, ma poi, dopo aver avuto il tempo di dare ragione alla testardaggi− ne, il paesaggio si fece leggermente diverso e dentro di lei anche: il susseguirsi di polveri chia− ro scure, l'incontro di strane creature, e quello strano alone luminoso che preludeva l'esistenza di qualcos'altro oltre le nuvole perenni… Così, dopo aver dimorato qualche tempo con le altre strani esseri, Azelina decise di usare le sue ali come non aveva mai fatto, decise di arrivare fino a vedere cosa provocava quella grande luce. Capiva che non sarebbe stata più immortale al di là del pulviscolo, e che quello sarebbe stato probabilmente il suo ultimo viaggio se l'avesse fat− to. Capiva che solo facendolo avrebbe continuato a vivere. E partì, varcò il limite del cielo, su− però le nuvole ed ecco che era lì, lo spettacolo meraviglioso davanti a lei:un miliardo di navi in fiamme grandi come pianeti accartocciate tra stelle e nebulose viola si estendevano per tutto lo spazio: per la prima volta gli occhi di Azelina si bagnarono di lacrime di gioia, tutto ora aveva senso, e sussurrò la sua prima parola: <<Mamma...>>

ELIA 4C

Felice tra le fiamme di un'effimera aurora trascinato dai venti della fine del mondo si dichiara sconfitto ammette la vittoria del dettaglio sulla fantasia svolazzante ma non smette di sognare se ne fotte allegramente non muore e continua testardo fino a spegnersi contro un muro fino a confondere sè con la sua ombra…

ELIA 4C

Ma il tempo scorre ancora più veloce, imprendibile ed potentissimo, por− ta avanti miliardi di imprevedibili filoni alla volta, fino a farli scontrare proprio dove sei tu ti svegli in un momento, chiudi gli occhi, ed esplodi in un volo di fiamme scorgi l'alba di un cielo apocalittico, e poi ancora più su ,vero quel che credevi la fine di tutti i mondi, e non è che l'inizio di una nuova visione senti il tuo cuore batterti davanti agli occhi, precede ogni destino ed ombra, senti le tue lacrime scorrere trasparenti sul tuo corpo bollente a velocità folle senti l'aria che ormai non tenta nemmeno più di fermarti senti l'universo che ti illumina di se stesso e allora lo senti davvero: ATTRAVERSO IL TUO RESPIRO, LO PERCEPISCI NE TOCCHI L'ANIMA ESSENZA PURA E NATA ORA BIANCA, MA DI TUTTI I COLORI TI CHIEDE DI ENTRARE, Lì DOVE VEDI TE STESSO E Lì ENTRI, DIVENTI LUCE LIBERA E PRESENTE IN OGNI PARTE DELL'INFINITO…

ELIA 4C

TRENTA


Numero sei | Orgia intellettuale

Mi sembrava doveroso rispondere tempestivamente a quanto è successo il 12 aprile a Milano, nella cosiddetta Chinatown, che altro non è altro che via Paolo Sarpi e la zona limitrofe. Come al solito, non ho alcuna intenzione di arricchire la notizia con fonti e notizie di approfondimento vario, ma parto da essa per dare degli spunti di riflessioni personali, capaci di rivelare a Voi, lettori, un mondo nascosto ai molti. Spero che ciò che seguirà serva a rendervi consapevoli delle varie sfumature e punti di vista che la realtà può riservarci, e che il mondo non è fatto di bianchi e neri, buoni e cattivi, ma di persone, fatte di sentimenti e di idee. 12 Aprile 2007, tarda mattinata a Milano, una folta folla della comunità cinese si agitano e protestano vivacemente contro i vigili municipali, ai quali viene ipotizzata un’accusa di aggressione verso una donna cinese, la quale contestava una multa sul suo veicolo, il quale sarebbe stato sequestrato per la ricevuto scaduta sul libretto dell’assicurazione RCA. La domanda culmine che mi preme di rispondere è: come mai solo ora i Cinesi si sono arrabbiati e si è sfociato in protesta? Premetto subito che qualsiasi manifestazione senza il consenso delle autorità si deve ritenere illegale, e per tanto non legittima. Sorvolando la seguente nota, le urla che si sono agitate il 12 aprile non era solo rivolte verso quella donna, ma sono grida di protesta ancora una volta con le autorità, che attivano verso di noi, italiani o stranieri che siano, due pesi – due misure: perché in poco meno di 60 secondi un’autorità dello Stato risulta così celere nel multarmi il mio autocarro in sosta per scarico merci, mentre il suo collega in Questura è capace di dilungare le pratiche del permesso di soggiorno oltre i 6 mesi, rendendo la tua persona riconosciuta come clandestina? Perché mai un servizio è efficiente, l’altro no? E perché gli stessi italiani possono “farla franca” per le stesse infrazioni stradali? Insomma, la stragrande parte dei cinesi ha imparato il codice stradale nelle stesse nostre autoscuole, e hanno imparato anche le nostre brutte abitudini stradali, perché ci sbalordiamo tanto? Glielo abbiamo insegnato noi che sulla strada “vince la legge del più furbo”, di chi supera tutti, di chi posteggia nei posti vietati e sfreccia ben oltre i limiti di velocità segnalati? Stessa analoga cosa con la legge applicata alla vita quotidiana del lavoro. Però questa notizia, che impazza su tutti i giornali, non è altro che la punta dell’iceberg: sotto alle eloquenti proteste vi è un sentimento di oppressione, di soprusi ricevuti in silenzio nella quotidianità, di trattamenti speciali riservati ai immigrati, fatte di file interminabili ed estenuanti davanti agli uffici delle poste e delle questure (per poi non aver la sicurezza di ricevere i documenti necessari), fatte di tasse sempre puntuali e precise nelle buchette delle lettere, file estenuanti nelle varie questure italiane, controlli e ispezioni a sorpresa nei vari locali commerciali (che non fanno altro che agitare le persone oneste, come mio padre, che non è più un ragazzino ed ha i suoi malesseri cronici), intenti a riportare con massimo dettaglio qualsiasi infrazione da multare. Ci siamo chiariti, spero: spesso gli stranieri vedono solo la faccia negativa della società del belpaese, ricca di doveri e povera di diritti sul piano dei fatti concreti (benché Costituzione e legge italiana ci riservano un trattamento degnamente umano, solo in teoria). Nessuna colpa agli italiani, anzi, loro stessi sono le prime vittime di una politica che da anni risulta miope su vari argomenti (dovrei essere esplicito? Pensioni e rilancio economico, oltre alla malasanità dilagante in certe zone). Direi che quasi mai nessun parlamentare, che fosse della Lega Nord o dei DS (ora Partito Democratico), abbia mai interpellato le associazioni che rappresentano la figura dell’immigrato in Italia: si sono quasi sempre avvalsi dei dati raccolti da dipartimenti di Polizia e Carabinieri, con l’aiuto del P.M. (Pubblico Ministero) di turno o del console poco propenso a un dialogo costruttivo, e più

interessato a patti diplomatici ed accordi economici bilaterali. Siamo sempre stati considerati oggetti, forza lavoro, merce di scambio da far entrare con difficoltà e far uscire con inaudita facilità. Il fenomeno si è poi accentuato quando noi, figli di immigrati, abbiamo dato maggior voce al popolo delle 2° Generazioni, dove teniamo tanta sete di giustizia sociale, giusto perché non ci viene riconosciuto a tutti la Cittadinanza Italiano per diritto di nascita (io sono uno dei pochi fortunati, ma è stato solo un caso). Ragazzi, non rifugiamoci nei soliti luoghi comuni, dove il Cinese è un mangia cani a tradimento, gli Slavi sono dei furfanti e i NordAfricani degli spacciatori: la legge, se applicata con disciplina e buonsenso, sa già quali individui sono colpevoli o meno di fronte alla giustizia. Non c’è bisogno di molto sale in zucca, per capire che la criminalità, micro o maxi che sia, esiste dappertutto. E se la delinquenza italiana dilaga, non possiamo prendercela con gli extracomunitari. Se un individuo è colpevole e colto in flagranza di reato, esso deve essere arrestato, che sia bianco, nero, grigio, con le strisce zebrate o a pua… Insomma, a rigor di logica sto applicando la legge come il sindaco di Milano Letizia Moratti applica in via Paola Sarpi la legge del più forte, le sacro sante norme risalenti agli anni ’30: non ci sarebbe neanche bisogno di affermare che un po’ di buonsenso in ogni angolo della società fa bene a tutti, ma chi sfrutta lo squallido scudo della legge per affermare un’azione punitiva e discriminatoria verso, in questo caso i cinesi, è … ci siamo capiti! L’associazione Vivi Sarpi ha ottime, anzi giusti motivi per protestare la situazione esasperata nel loro quartiere, costretti ogni giorno a subire abusi dei camioncini di cinesi e italiani che parcheggiano sui marciapiedi per scaricare le merci: i motivi sono ben giusti, sono i modi di porsi di fronte ai cosiddetti colpevoli che sono poco corretti. Parliamo invece delle frange estreme che fomentano il clima, che ahimè mi tocca purtroppo citare (omettere questo lato sarebbe alquanto scorretto), quali Lega Nord e Forza Nuova, emblemi esasperati ed estremi della Milano anti-fascista: i loro centri sociali presidiano regolarmente da diverso tempo le zone popolate dagli stranieri, e manifestano il tutto con marce e per lo più scritte con le bombolette spray (esempi lampanti? Tornate a casa, Fecce delle società, e altri slogan xenofobi più gravi ed espliciti). Tutto questo è alquanto impunito dalle autorità locali, segno che alla giunta milanese fa comodo appoggiare involontariamente le frange estreme di destra. In fondo, gli italiani non fanno nulla di male, sono gli uomini neri e gialli a portare disordine, giusto? Sto forse esagerando con la mia ironia da uomo stanco di questi soprusi, ma non posso fare altrimenti, perché a volte la realtà supera la mie immaginazioni più assurde. E mi delude, giorno dopo giorno. Ma non dispero, e cerco di riportare ordine alle mie idee sempre in questo articolo. Mi scuso per il tono accesso preso nelle ultime battute, ma la perfidia sottesa a molti gruppi di centro-destra ed estrema destra non merita neanche un dialogo onesto e di reciproco rispetto in questo caso, visto che loro per primi non intendono porgere la mano e dialogare con la comunità cinese meneghina (sono i politici sempre per primi a dover porgere le corde per ormeggiare un sano dibattito, non noi, che possiamo solo protestare). È una battaglia già scritta, con mediazioni difficili e xenofobia latente in molti residenti di via Paolo Sarpi, non tanto da parte dei vecchi, ma dei giovani neofascisti (non trovo altri termini, scusate, ma chi richiama il Duce per le sue conquiste coloniali, non ha altre definizioni. La storia non perdona.), ragazzi

TRENTUNO


Numero sei | Orgia intellettuale dai 18 ai 35 anni che fin da giovani hanno perseguitato quei pochi stranieri coetanei che si aggiravano o per scuola o per il vicinato, giusto per urlagli contro qualche insulto, “perché tanto se lo meritano”. Io per fortuna non ho subito nulla di così provocatorio, e non ho mai dato corda ed attenzioni a queste persone, per non dare loro la soddisfazione di un pretesto per un insulto maggiore, o peggio ancora, per uno scontro fisico. Se fermate qualsiasi cinese che sappia tir fuori qualche parola in italiano, sono certo che vi dirà che siamo gente pacifica, venuta qui per lavorare nel pieno rispetto della gente; in fondo chi viene qua vuole riscattarsi sotto il profilo economico, e il lavoro risulta una sorta di gioco, dove si può vincere o si può perdere. La 1° generazione scommette un sacco sul mondo del lavoro, e tutte quelle attività in via Sarpi nascono come vera e propria sfida di gente più o meno giovane volenterosa di lavorare e guadagnare, per riscattarsi da una situazione misera in Cina. Tutte quelle attività e imprese con ideogrammi orientali sulle insegne sono tutte legali, nel senso che sono state acquistate o affittate con un regolare contratto, dove tutte le possibili tasse vengono pagate (questo per una mentalità e cultura meticolosa orientale). Sotto il punto di vista delle licenze tutti i negozi in via Sarpi sono legali sotto ogni punto di vista (è stato proprio il comune di Milano a vendergliele). Posso anche affermare, con buona sicurezza, che le associazione mafiose qui in Italia sono carenti, visto che le Chinatown italiane sono piccole e con poca storia (50 anni) rispetto a quelle d’oltreoceano (150 anni di storia) e di altri Paesi Europei (100 anni di storia). Difficile per la mafia cinese radicarsi in posti ancora poco ghettizzati, dove le denunce e le indagini segrete delle autorità hanno spesso incastrato mini bande criminali (per lo più prostituzione o commercio di clandestini). L’omicidio di 2 cinesi avvenuta il 27 aprile è per lo più ricollegabile a una sorta di micro criminalità giovanili, fatta di debiti, conti in sospeso e passioni amorose tradite. Ma state tranquilli: dietro non esiste una maxi struttura, ma bensì tante micro realtà autonome, non per forza affiliate alla Triade, che gestisce il mercato interno di 1,3 miliardi di persone, contro l’effettivo di 14.000 a Milano. Consiglio a tutti di passare sul link di Wikipedia, alla voce Triade, organizzazione ben strutturata con veri e propri nomi e cognomi (http:// en.wikipedia.org/wiki/Triad). I loro affari, tra l’altro, si concentrano sul triangolo Shanghai-Taipei-Hong Kong, mentre i mercati esteri quali America ed Europa sono più rischiosi (territori nemici appunto, con altre realtà criminali più o meno grandi). Ritengo che la mafia italiana sia più internazionale e con stretti rapporti con più traffici di droga, mentre quella cinese legata alla tradizione e al territorio nazionale (anche i cinesi sono molto razzisti, per certi versi). E poi, a Zhe Jiang (da dove vengono il 90% degli emigranti) non mi risulta esserci qualsiasi loro sede. Direi che sono ben più pericolosi i delitti passionali, visto che anche gli uomini asiatici in famiglia sono, in generale, piuttosto gelosi. È poi vero che l’omertà italiana e cinese fanno di pari passo, e considero questa la vera Mafia (perché è il silenzio che paga tutte queste vittime). Il doppio omicidio del 27 aprile, secondo notizie della stampa, ha matrici passionali (in questo caso una ragazza contesa). Uno delle due vittime è un giovane con piccoli precedenti penali già noto alle autorità per risse e altri comportamenti violenti (conosciuto in zona come il figlio del proprietario del ristorante giapponese Tokyo). Nutro grande fiducia nella Polizia e nei Carabinieri, che si sono sempre ben mossi anche tra le comunità cinesi (basta ricordarsi la strage di Reggio Emilia di 5 anni fa). Spero vivamente che la Giustizia possa fare il suo corso con il ritrovamento dei colpevoli. Ma non facciamo di un erba un fascio, sto solo delineando molto vagamente quelle che potrebbero essere le discordanze tra il Vostro e il mio punto di vista.

mento del Governo di Pechino e del console per farle cambiare rotta: in soldoni, questa vicenda poteva rendere difficili svariati legami commerciali con le maggiori società di ImportExport italo-cinesi (facciamo dei nomi? Bao Steel Factory, 3° azienda al mondo leader nel settore dell’acciaio. Se saltassero gli accordi, il mercato della compravendita di acciaio in Italia subirebbe forti perdite, per non parlare delle famose quotazioni in Borsa). Non è nell’interesse di nessuno ledere questi interessi commerciali, soprattutto quando l’Italia è in questo gioco, data la sua economia “fragile”, legata spesso alle vicende estere (petrolio, gas, esportazioni, etc.). Siamo un Paese dipendente, ma questo lo sapevamo già: infatti puntiamo sulla qualità dei nostri stilisti, della nostra cultura e storia per attrarre turisti, delle nostre tradizioni culinarie e dei nostri motori (Ferrari, Maserati, Lamborghini, Ducati). Qualità, e non quantità! Eppure va tutto a rotoli, e sembra che la ricetta dell’importazione-esportazione cinese debba essere ancora salda e stabile in prospettiva futura. Nella voce import-export, tutti quei negozietti e ingrossi che occupano diversi capannoni di ogni città italiana (per fortuna i cinesi si sono distribuiti in tutta la penisola, e non solo a Milano ☺) hanno un valore importante per il commercio dei containers da diporto, gli stessi che contengono vestiti dai marchi fantasiosi a quelle dai nomi prestigiosi (siete più esperti voi in moda, quindi evito di elencarveli). Detto ciò, non è nell’interesse di nessun imprenditore o azionista di maggioranza di numerose aziende ledere il cosiddetto guanxi (i rapporti di amicizia per interessi economici), quindi si presume che il problema di via Paolo Sarpi sia un altro, e queste applicazione delle regole ferree siano un ennesimo pretesto: ricordate la SARS, Sindrome di polmonite aviaria acuta? Il fatto risale all’anno 2002-2003, anni davvero neri per la nostra comunità: ricordo con poco piacere l’aria di sfiducia che si respirava in famiglia, per via dei bilanci generalmente in passivo di tutte le attività cinesi in Italia, compresa la nostra; nel resto d’Europa e del mondo non si sono registrati cali pari al 90% della clientela nei ristoranti, questo perché si sono contati in Italia 461 servizi televisivi sulla SARS, che ha procurato la bellezza di 80 morti sul globo, contro i 3 registrati lo stesso anno per la tubercolosi, che invece ha causato 2 milioni di morti, soprattutto in Africa. I media hanno gestito bene la paura gialla, e anche in questi giorni stanno rivelando luoghi comuni, pregiudizi e vere e proprie azioni dirette a ledere la nostra immagine.

Svegliatevi gente, non volevo essere io a dirlo, ma i media si sono schierati apertamente in modo negativo nei nostri confronti, e difficilmente cambieranno posizione. Non fatevi influenzare dalle solite notizie commentante a sproposito, cercate di affermare un giudizio critico e di super partes, al di sopra delle due parti (Comunità cinese e il Sindaco di Milano). Il mio desiderio è che questi due schieramenti raggiungano un compromesso ragionevole, tenendo in causa le ragioni di entrambi i soggetti: solo un dialogo aperto, dove entrambi cercano volontariamente di andare incontro alle esigenze altrui, sarà veramente possibile attuare un patto conveniente a tutti. Il mio sogno è anche quello di trovare una figura carismatica e di rilievo capace di rappresentare la nostra realtà, magari un cinese di 2° Generazione appunto: con AssoCina, associazione libera fra giovani italo-cinesi, è nata una vera e propria voglia di rivalsa verso una società cieca di fronte al nostro fenomeno socio-culturale. No, non chiediamo di essere politicamente attivi, né come votanti né come votati: chiediamo semplicemente un’applicazione delle leggi nel vero senso della parola, con oltre i doveri, i diritti. Siamo sempre stati un popolo pacifico, ben incline alle regole dei Paesi che ci hanno ospitato. Se ora in USA e UK ci sono comunità ben integrate, è grazie a uno stretto dialogo tra le nostre comunità e i Governi. Noi popolo delle 2° Generazioni in Italia ci crediamo (anzi Riprendo di nuovo il discorso su via Sarpi: non riesco neanche sogniamo) fortemente nell’affermazione dei nostri ideali di a nascondere od eclissare la mia poca stima verso libertà e giustizia, e Voi? l’operato passato del Sindaco Moratti, ma ritengo Sun Wen Long che la sua disponibilità a dialogare sia stato un Italo-cinese di 2° Generazione gesto da apprezzare, pur sempre forzato dall’amRappresentante dell’altro faccia della Luna (Gialla) biente politico, visto che c’è voluto un ammoni-

TRENTADUE


Numero sei | Orgia intellettuale Quando uscirà questo numero del giornalino, questo biciclette, pedalavano per chilogiorno farà parte del passato e questo articolo risul- metri su strade sterrate e buie, terà un po' in ritardo, ma del resto io sono la Meg e con armi, viveri e messaggi, non mi fermo davanti a niente, figuriamoci davanti nascosti nelle gonne e nei reggiseni, per i partigiani che a a delle date di uscita (soprattutto quelle di Orgia). Coincidenza vuole che oggi, giorno in cui devo scri- volte erano fratelli, mariti, fivere l'articolo per orgia, sia il 25 aprile. E io non mi danzati, figli o semplicemente dimentico mai del 25 aprile. E mi piacerebbe che sconosciuti. Ed esse non si sonessuno si dimenticasse di cosa vale o di cos'è no mai arrese, né davanti ai posti di blocco tedeschi, né quando sottoposte a tor(perchè c'è anche chi non sa cos'è). tura. Innanzitutto il 25 aprile come data è Oggi mi chiedo cosa resterà quanil giorno in cui Milano venne liberata do anche questi ultimi partigiani dai partigiani e dagli alleati e raprimasti saranno morti. Continuerà presenta quindi l'intera (o quasi) a vivere il ricordo di quello che c'è liberazione dell'Italia dalle truppe stato oppure il 25 aprile diventerà naziste tedesche. Però, già il 21 per tutti noi solo un giorno da Aprile furono quasi del tutto e suctrascorrere in spiaggia quando fa cessivamente, con l'arrivo delle caldo? Speriamo bene, mi dico. La truppe alleate, proprio del tutto libecosa che più mi fa rabbia è che rate Bologna e altre importanti città Scuola di Pace di Montesole morti questi ultimi vecchi non si centro-settentrionali. Però quello che io ritengo che bisogna ricordare, potranno più ascoltare le loro storie, che sono la sapere, e far sì che sia veramente parte della storia nostra storia, non ci potranno più raccontare con le comune di tutti gli italiani e non solo, (la resistenza lacrime agli occhi di quando a 18 anni hanno imc'è stata anche in altri paesi europei), sono quel bracciato un fucile per sfuggire alla leva obbligatosenso di appartenenza, di orgoglio nazionale, quella ria, e quindi ad una condanna a morte, e sono corsi voglia di libertà e di dignità che forse durante quegli in montagna e hanno visto i tedeschi uccidere gli anni di guerra e di occupazione erano andati perdu- amici impiccandoli col fino spinato sparandogli nelle ta e che, attraverso la resistenza, furono ritrovati da gambe, mettendoli così contro una morte lenta e tutti, non solo dai partigiani, ma anche dai contadi- dolorosa (questo accaduto proprio a Casalecchio); ni, dagli operai e da tutti i cittadini di qualsiasi clas- non ci potranno più raccontare di quando camminase sociale e ideologia. Giorni fa ho avuto una di- vano di notte con le orecchie tese e dormivano nelle scussione con un mio amico di destra perchè lui non stalle, di quando hanno fatto festa insieme alla genriconosceva il 25 aprile come festa nazionale, ma la te e di quando improvvisamente la paura era soriteneva solamente una festa di celebrazione della praffatta dalla voglia di vivere e dalla voglia di libersinistra. No! Io credo che il 25 aprile debba andare tà. Per adesso però quei vecchi resistono come hane va al di là della politica; la liberazione, la lotta e la no resistito 60 (e più) anni fa. E mentre noi resistiaresistenza per la libertà sono e devono essere valori mo fino alla fine della scuola, concludo questo noiocomuni, sia negli uomini di destra che di sinistra. Va sissimo (vero?) articolo con due cosette: una poesia ricordato infatti che del CLN (comitato di liberazione di Pavese e una dichiarazione di Calamandrei parnazionale) e degli altri gruppi, facevano parte ra- lando ai giovani della costituzione italiana. gazzi e ragazze appartenenti ai più svariati schieramenti politici. Quindi il 25 aprile è di tutti e soprat- Tu non sai le colline tutto la resistenza non è stata una cosiddetta lotta dove si è sparso il sangue. di classe. Ma forse, quella gente che fa del 25 aprile Tutti quanti fuggimmo un normalissimo giorno per andare al mare, non sa tutti quanti gettammo neanche cosa effettivamente c'è dietro una semplice l'arma e il nome data. Se andate a parlare con i partigiani e le partigiane che ancora vivono e hanno la forza di raccon- Cesare Pavese tare le loro storie, scoprirete e vivrete, anche solo «Se voi volete andare in pellegrinaggio attraverso le loro parole, tutto ciò che c'è stato, nel luogo dove è nata la nostra Costitudurante gli anni della guerra, in Italia e soprattutto zione, andate nelle montagne dove cadqui da noi, in Emilia – Romagna. dero i partigiani, nelle carceri dove furoE' importante, secondo me, ricordare quei ragazzi no imprigionati, nei campi dove furono che hanno vissuto per mesi in montagna, nascosti impiccati. Dovunque è morto un Italiano nei boschi, addirittura, mi raccontava un vecchio per riscattare la libertà e la dignità, partigiano oggi, mangiando per una settimana le andate lì, o giovani, col pensiero, perpere lasciate per terra dai contadini. Essi hanno ché lì è nata la nostra costituzione.» lottato per mesi contro il freddo e la fame per la Piero Calamandrei Milano 26 gennaio 1955 libertà del loro paese e della loro gente e c'hanno anche rimesso la pelle, uccisi in modo crudele e spietato dagli occupanti tedeschi. E non dimentichiamoci neanche delle donne che, in sella alle loro

TRENTATRE


Numero sei | Orgia intellettuale Come sappiamo l’essere umano è sempre capace a superare i propri limiti, i propri record, siano essi positivi o negativi. Per questo motivo, vorrei parlarvi di una cosa che mi ha fatto girare veramente le “scatole”. Poi magari vi esprimerò quello che per me è il problema globale, ma per ora limitiamoci a illustrare cosa è successo alla scorsa assemblea d’istituto. In poche parole, nonostante le precedenti assemblee abbiano portato una delle maggiori affluenze degli ultimi anni, l’ultima ha visto le cose capovolgersi, molto probabilmente perché si era deciso di farla monotematica. Ecco, questo comportamento della gente mi ha davvero lasciato molto interdetto, per non usare parole magari un po’ più pesantuccie… È davvero un atteggiamento schifoso quello di chi è stato a casa: fossero stati meno della metà gli assenti non sarebbe stato un problema, ma, purtroppo quelli rimasti a dormire erano circa 700 e passa. Quelli rimasti a dormire che magari si lamentano perché le assemblee non sono interessanti e poi sono i primi a non venire quando si cerca di fare qualcosa di più interessante e diverso. E allora Dante mi trova d’accordo su una cosa, forse l’unica: che gli ignavi, quelli che si trastullano dalla mattina alla sera senza poi combinare niente devono soffrire o comunque debbano pagare in qualche modo la loro nullafacenza. Ecco, dei nullafacenti siete voi che state a casa. Forse mi sbaglio, forse non vi lamentate neanche se un assemblea è di scarsa qualità, forse non vi lamentate per nulla, anche se una cosa potrebbe darvi fastidio. Non adoperate giudizio mai. La vostra vita è morta, probabilmente, fatta dallo stupendo nasci, consuma, crepa. Io mi vergognerei un po’, anzi, proprio non potrei sopportare di “vivere” lasciandomi “morire” così. Probabilmente avrò torto visto che uno contro 700 non è la maggioranza. E tutto si basa sulla maggioranza no? -.Quando ci sono queste dimostrazioni penose del comportamento umano mi fa davvero ribrezzo il mondo, i suoi abitanti fantocci tutti uguali. Più della metà ugualmente a letto. E il rimanente a imparare e conoscere cose interessanti. Più della metà ugualmente a far niente. E gli altri a organizzare qualcosa di diverso. Se poi al pianeta intero, e quando dico pianeta dico la civiltà umana, gli sta bene avere delle persone uniformate nei comportamenti quotidiani, nei pensieri etc, allora ok; ma se vi accorgete che la tv e tutta quella spazzatura vi sta bloccando, non vi permette di essere quelli che siete, allora cercate di non morire mentre ancora state camminando. Perché alla fine si imparano troppe cose mentre vivi veramente… e la vita non è certo guardare Buona Domenica o il Grande Fratello, o leggere la Gazzetta.

Ultimamente avverto questa tendenza all'astrazione e alla "fuga" (notate che metto tra virgolette) dalla nostra realtà. Ma in che modi: chi con la droga (tristemente diffusissima), chi con la musica (fortuantamente altrettanto diffusissima), chi si rifugia nell'amore(...). Non è una cosa bella, non è bella per niente. Ciò vuol dire che la nostra dimensione ci sta assuefacendo, sta letteralmente esagerando. Tutto questo ESPORRE, voler DIMOSTRARE DI ESSERE I MIGLIORI, i PIù FORTI, i PIù DEGNI. E' questo probabilmente che ci stanca, questa continua competizione, questa gara continua per cercare di arrivare al traguardo più in fretta possibile, più velocemente possibile. Ci stiamo massacrando la testa in questo modo e sfortunatamente non ce ne rendiamo conto. E' difficile frenare un treno in corsa e questo treno io lo vedo molto bene metaforizzato nella nostra società, una società troppo arida e senza valori, nella quale se non si ha il materiale IMMEDIATAMENTE, non si è soddisfatti, non si è FELICI. Ma siamo sicuri che giungiamo poi alla felicità? Questo bisogno impellente di oggetti, di cose, di MATERIA. Non c'era tempo fa. Dico quando i nostri genitori erano dei cinni. Loro si accontentavano del pop-corn da 20 lire alla domenica, mentre guardavano il film sui Cow-Boy, o la sana partita a pallone dietro dal prete. Vabbè che parla il campagnolo e certe realtà non so se la gente di città la può capire. Ma comunque non importa, il punto è un altro. Il punto è che non sappiamo dove andiamo, abbiamo una meta? Penso di no. Siamo i figli di una generzione di mezzo che vediamo l'inevitabile(?) distruzione del pianeta in cui viviamo, che annusiamo lo smog delle nostre macchine, che sentiamo il frastuono della vita che ci circonda. Allora fermiamoci un attimo a riflettere e per una volta non lasciamoci travolgere dal flusso di eventi che ora mai ci ha immobilizzato, catatonizzato e inglobato in questa dimensione quadrata.

Andrea 3D

TRENTAQUATTRO


Numero sei | Orgia intellettuale Ispirata dalla visione del film/documentario “Finché morte non ci separi” (Tying the Knot) di Jim de Sève del Tribeca Film Festival 2004, e da una discussione nata su un forum della rete forumfree che frequento spesso, ho pensato di dire la mia su un argomento decisamente attuale e decisamente delicato. Io sono assolutamente favorevole ai matrimoni gay. Il giusnaturalismo (da Ius Naturae, ovvero Diritto di Natura) secondo il quale tutti gli esseri umani hanno per nascita, o natura che dir si voglia, dei diritti, quali quello di vita, di libertà e di proprietà, che sono inalienabili, è alla base della nostra società democratica. Ognuno è quindi libero di vivere la propria vita come meglio ritiene (nel rispetto delle leggi e della libertà altrui ovviamente) per cui ognuno è libero di avere i gusti che vuole e amare chi vuole e chi siamo noi per impedirgli di dimostrare il suo amore attraverso un giuramento di fedeltà eterna, quale il matrimonio, come fanno tutti gli altri? Il Matrimonio è per definizione l’unione di due persone che si amano, allora perché loro non dovrebbero farlo? Ed è per questo, perché ritengo che dovrebbe essere uno di quei diritti inalienabili anche per loro il diritto di sposarsi, che ho parlato immediatamente di matrimoni e non di DICO, anche se, pur nel loro essere riduttivi e molto simili a un puerile compromesso, probabilmente sono l’unico passo in quel senso che l’Italia è in grado di fare ora.. si spera che riesca, almeno questo. Io sono favorevole anche a legalizzare l'adozione da parte di coppie gay, anche se questo è un argomento sicuramente più spinoso, visto che non si tratta più semplicemente di vivere la propria vita, dal momento che è coinvolta anche la vita del bambino e la sua libertà. Io sono però del parere che sarebbe giusto dare anche alle coppie gay, così come ai single o conviventi, la possibilità di adottare un bambino, se sono in grado di dargli tutto ciò di cui ha bisogno per crescere, una casa, l'istruzione, amore. Quando qualcuno dice che un bambino deve per forza

avere una madre e un padre, mi viene da sorridere. Ce ne sono davvero pochi di bambini, specie ai nostri giorni, che sono cresciuti da una madre e un padre, se solo si pensa alle schiere di divorziati o ragazze madri; ci sono poi altre mille situazioni in cui un bambino non ha una madre e un padre che lo crescono; per esempio io sono orfana di entrambi i genitori eppure ritengo di essere cresciuta alquanto bene, ma basta guardarsi intorno e ci sono tanti altri esempi. E anche tutti i bambini che non vengono adottati, che se si estendesse la possibilità anche a gay e single o conviventi, diminuirebbero, rimangono a vivere in un orfanotrofio, e non vengono comunque cresciuti da una madre e un padre. Ci sono poi anche madri e padri che maltrattano i figli, non sto a fare l'elenco delle cose che fanno perché è disgustoso. Perché tutte queste realtà sono possibili e tutte queste persone hanno il diritto di crescere figli mentre i gay no? Chi dice che non potrebbero essere buoni genitori? La loro non è una malattia contagiosa, hanno una testa e hanno un cuore, cosa fanno di male? E si è vero che i bambini sanno essere crudeli, ma se i genitori per primi insegnassero ai propri figli che non c'è nulla che non vada nei gay, che non sono malati, né tanto meno pericolosi, a nessun bambino verrebbe mai in mente di prendere in giro un compagno di scuola perché i suoi genitori sono gay. Mi viene da ridere anche quando sento dire che “i gay sono contro natura.” Come si può dire questo, quando anche tra gli animali ci sono esemplari di coppie omosessuali? Se fosse una cosa ‘contro natura’ gli animali non lo farebbero, dato che non essendo in grado di pensare razionalmente, seguono gli istinti naturali, no?

Povero Dante, e poveri tutti quei studenti di 3° Liceo che si apprestano a fare i compiti in classe sull’Inferno dantesco: proprio pochi giorni fa la Chiesa, alias il pontefice Benedetto XVI, ha firmato un documento che sancisce l’abolizione del limbo dai testi di teologia cristiana. Nulla di strano, in effetti, ma quali conseguenze paradossali potremo venire incontro? Intanto questo cambiamento influenza tutti coloro che fino a quella data hanno studiato e creduto fermamente all’esistenza del limbo, a nella parte più alta dell’Inferno, verso il fiume Acheronte: il limbo è proprio il loco temporaneo delle anime appartenute a persone buone morte prima del 33 D.C., dove risiedono anche gli infanti non battezzati appunto, individui non cattolici perché non battezzati, ma che risultano giustamente impuniti agli occhi del Signore. Facendo un ragionamento logico e consequenziale (la teologia stessa è applicazione della ragione abbinata alla fede religiosa), la sparizione del limbo non darebbe fissa dimora a illustri personaggi nati prima della resurrezione di Gesù, come Omero, Virgilio, Achille piè veloce, Ulisse, Enea, Agamennone. Insomma, tutti quei fantastici personaggi greci letti e straletti a scuola verrebbero sfrattati da un posto che fino poco tempo era casa loro, il loro sacro santo domicilio (in tutti i sensi, è la dottrina cristiana assieme a Dante Alighiri ad averli ha messi lì, volenti o meno)! Diciamo tranquillamente che potevano benissimo mettere una postilla esclusiva a tutti gli infanti mai battezzati, invece di togliere il problema alla radice, eliminando appunto il limbo (creando altre questioni irrisolte, per giunta). Un’annotazione fatta da me in chiave ironica, ma che vista sotto una veduta più generale e più seria fa veramente piangere: fino a che punto la dottrina cristiana può sbagliare? Alla luce dei fatti, è realmente possibile sbagliare anche nei piani alti di qualsiasi religione, proprio per la nostra natura umana (infatti viviamo nel peccato, Amen!). E, se è possibile correggere errori secolari (il suddetto consolidato dal celebre Dante Alighieri), è possibile che noi, semplici individui del popolo terrestre, possiamo individuare altre pecche della struttura di questa e di altre dottrine religiose? A Voi lettori l’ultima parola a questa domanda senza risposta certa, per riflettere su ciò che è fede, unica cosa salda verità ed imprescindibile, e la dottrina, labile e influenzata dalle interpretazioni dell’uomo. E così, vorrei finire in modo ironico. “Oh Dante, dove me so’ finiti quei magni ganzi poeti greci tipo O’mero, O’razio e O’vidio, mo’ ch’el Limbo è sparito? Maremma maiala, ma qua dobbiamo riscrivere ‘na storia daccapo ☺!”

TRENTACINQUE

Sun Wen Long


Numero sei | Orgia intellettuale =UN ANNO IN CINA www.intercultura.it= Come si fa a spiegare un mondo senza incappare in giudizi e pregiudizi? Come spiegare una società basata su valori diversi e per certi versi inconcepibili agli occhi occidentali? Allo stesso modo,però, siete (e siamo) altrettanto un mistero per la gente che vive qui. Penso che i cinesi guardino con ammirazione gli occidentali, la stessa meraviglia che provano i bambini per un pappagallo che parla. Basta accendere la tv per accorgersene. Ci sono programmi in cui i laowai (ovvero gli stranieri) sono chiamati ad esibirsi in canzoni e simili performance. Non so se le persone guardino questo genere di spettacoli per il talento che i laowai mostrano, ma sono sicura che gran parte dell’audience è attratto dalla curiosità. E’ come mostrare loro animali rari, animali da circo che si mettono in mostra. Forse la grande attrattiva dei laowai è nel loro aspetto, così diverso dai cinesi. E’ comune dire “i cinesi sono fatti con lo stampino” ma, con la stessa semplice ingenuità di chi non conosce, anche i cinesi la pensano più o meno nella stessa maniera quando vedono gli occidentali. Questi ultimi sono descritti tutti con gli occhi a mandorla, capelli neri e dritti, tranne Jackie Chan e pochi altri, che sono inspiegabilmente “diversi”. Dal loro canto, i cinesi affermano che tutti gli occidentali hanno un naso e occhi molto grandi. È facile vedere come nessuno dei due abbia la ragione che ritiene di avere. I cinesi non sono tutti uguali (se lo fossero come potrei distinguere i miei host parents?o peggio ancora mio papà?) ma vedono gli occidentali tutti simili perché non vedono ciò che di solito gli occidentali notano. Infatti, un europeo per esempio pone molta attenzione sul colore degli occhi e dei capelli, cosa che ovviamente non ha senso in Cina. I cinesi sono quindi abituati a mettere più attenzione su altri tratti somatici, che risultano molto simili nei popoli indoeuropei. C’è anche un altro fattore: le persone vedono ciò che vogliono vedere, e questa è una realtà che ho consolidato sulla mia pelle. Io sono metà cinese e metà italiana: in Italia, generalmente, nessuno mi dice a prima vista “tu sei cinese”, anche se magari dopo un po’ magari intuisce che c’è qualcosa non proprio occidentale. In Cina, paradossalmente, è uguale: pensano che io sia cinese, forse da qualche minoranza etnica, anche se per ovvi motivi

si ricredono dopo un attimo. Come nella realtà europea si è cristallizzato il detto “tutti i cinesi sono uguali”, anche qui è arrivato il pregiudizio “i laowai sono tutti uguali”. Cosa dire? Nella diversità c’è qualcosa di incredibilmente simile: la volontà di unificare il diverso per esorcizzarne il timore. Paradossalmente, nel diverso mostriamo le nostre similitudini perché siamo umani, dopotutto; mentre ci differenziamo nelle nostre qualità, nelle nostre paure e difetti siamo doppiamente “tutti uguali”. Malgrado ciò, la differenza più profonda non è nell’aspetto quanto nel pensiero. La morale cinese è profondamente segnata dalla filosofia confuciana, alla cui base ci sono il rispetto per gli anziani, il pudore, una certa repressione dei sentimenti. Certamente non sono i valori che vengono trasmessi nella cultura occidentale e forse è difficile rendersi conto quanta differenza ci sia dalla radice. I cinesi non si baciano mai in pubblico, in nessun contesto. Ci sono delle eccezioni ovviamente, ma davvero rare, da quando sono qui (7 mesi e passa) ho visto solo una coppia molto giovane baciarsi in pubblico. Pure nei matrimoni non è costume un lungo bacio appassionato modello “Bella Addormentata nel Bosco”, ma piuttosto il bacio che potreste dare a vostra nonna. In televisione, oltre a non esserci chiaramente nessuna esibizione di corpi seminudi come quelli di veline e letterine, il bacio è un concetto molto astratto. I cinesi sono appassionati di telenovele, anche se in sette casi su dieci la storia è di base è la stessa, con leggere sfumature. C’è un lui che ama lei (o lei ama lui), sono timidi, non vogliono fare capire all’altra persona i propri sentimenti, incappano in situazioni ridicole-comiche in cui i loro sentimenti vengono a galla. Una di queste telenovele, molto simpatiche devo dire, è la storia di un attore strafamoso che per liberarsi delle sue innumerevoli ammiratrici finge di convivere con una falsa fidanzata. L’attore si innamora della fanciulla ma regge la parte

TRENTASEI


Numero sei | Orgia intellettuale del figo-io-non-mi-innamoro. I problemi iniziano quando la ragazza esce con altri ragazzi, scatenando la gelosia del ragazzo. Tralasciando il fatto che i due protagonisti quando sono nella loro casa fanno ossessivamente le pulizie, alla fine (ultimo episodio, ultimi minuti) c’è la scena che tutte le ragazze aspettano: il bacio. Non vi dico che delusione quando un bacio tra bambole di plastica avrebbe reso più sentimento. La scena è più o meno questa: loro che si dicono “tu mi stai a cuore davvero” (il “ti amo” è probabilmente censurato) e le loro labbra si appiccicano immobili l’una sull’altra, restando in questa posizione per qualche minuto. L’elevato senso del pudore ha delle strane conseguenze. I cinesi in qualche modo non hanno il permesso di farsi carezze e coccole, quindi i loro scambi di affetto sono molto “bambineschi” e abbastanza goffi, come per esempio fare sganascino, toccarsi il collo, accarezzare la testa dei cari come un cane e così via. Solitamente un cinese non ha moltissime esperienze con l’altro sesso. Se uno studente ha una ragazza mentre studia nella scuola superiore, è possibile che stia con lei per tutta la vita o diversi anni. Un mito ancora ben impresso è l’amore eterno ed è impensabile cambiare ragazzo/a come si cambiano i calzini. Chi rompe queste regole e si comporta come un occidentale è un bad boy, o una bad girl. Questa categoria di “ribelli” è caratterizzata da: ragazze che si truccano e si vestono un minimo scollate o “volgari” (anche se ovviamente non si arriva al degrado ti mettere in mostra perizomi e mutande), adolescenti che hanno già avuto un rapporto sessuale (anche se stanno con quella persona da molto tempo), adolescenti che hanno avuto diversi boyfriends/ girlfriends o che si baciano e toccano in pubblico. Nella Cina d’oggi i matrimoni combinati non sono all’ordine del giorno, se si intende l’obbligo di convolare a nozze con un partner scelto dalla famiglia. Tuttavia la famiglia si preoccupa che il figlio o la figlia trovi una sistemazione e una dolce metà e, anche se non apertamente, c’è sempre un certo controllo. Generalmente, i ragazzi e le ragazze hanno “il permesso” di avere un ragazzo/a formale all’università. Dopodichè, se con il passare degli anni non hanno ancora nessuno, la famiglia provvede a fare da matchmaker. Non impone nessuno, ma presenta possibili partner al figlio/ figlia, che sono accuratamente scelti anche dal punto di vista economico, relazione tra famiglie etc. Con la

politica del figlio unico, poi, le famiglie prestano grande attenzione che i loro pargoli scelgano la persona giusta, o almeno giusta secondo la famiglia. La ragazza che ogni famiglia spera di trovare ha invariabilmente alcune qualità a cui tutte le ragazze, in diversa misura, fanno riferimento. La ragazza deve essere posata, gentile, un po’ timida, pura e innocente, un po’ bambina e tenera. La sua pelle è molto chiara, perché il bianco è indice di grande bellezza. Non saprei esattamente descrivere come dovrebbe essere un ragazzo perfetto, ma ad ogni modo pure in Cina il confine tra mascolinità e femminilità si assottiglia sempre più. Recentemente mi è capitato di vedere degli splendidi scatti su una rivista di alcune giovani star emergenti. Niente da dire, erano tutte ragazze ce facevano la loro degna figura, se non che alla fine le belle giovani donne si sono rivelate dei ragazzi! In qualsiasi modo si incontrino due persone che intendono sposarsi, la coppia che formeranno avrà sempre ben impresse le regole del pudore. Vedendo una coppia cinese si fa fatica a immaginare come possano avere avuto un figlio: anche se si siedono vicini c’è sempre una distanza considerevole tra di loro e il contatto fisico è sempre evitato. A volte mi chiedo se si amino davvero ma arrivo sempre alla conclusione che anche la loro idea di amore non è certamente quella che noi possiamo avere in testa. Dalla mia personale osservazione, il loro amore è prima di tutto un piacere non strettamente legato alla passione, sia fisica che mentale. I cinesi hanno i loro modi per dimostrare affetto e non è giusto giudicarli, ma continuo a pensare che, per quanto trovino altre vie, viene loro insegnato eccessivamente ad autoreprimersi. Tuttavia, è la loro cultura, il loro sistema, la loro tradizione e alla fine, seppure scandaloso a dirsi, ne sono stata un po’ affascinata. Non posso immaginare per me stessa un mondo senza baci e carezze “occidentali” , ma non posso fare a meno di pensare a che dovremmo essere un po’ contagiati da alcune abitudini cinesi…

TRENTASETTE

Eleonora 4F


Numero sei | Orgia intellettuale

Bentrovati, cari lettori! La primavera è finalmente arrivata e con lei un’altra puntata della nostra favolosa rubrica. La domanda cui risponderemo questo mese è: gli ideatori delle pubblicità in televisione sono convinti che gli spettatori siano deficienti? La risposta, ahimè, sembra essere positiva. Non contenti di aver ideato sconcertanti reality shows, valanghe di talk shows in cui greggi di semivip dicono la loro (banalissima) opinione su soggetti di cui non sanno nulla e quiz sospetti, ora anche la pubblicità rasenta l’idiozia. Gli imprenditori sono veramente convinti che accorreremo in frotte a comprare il nuovo sgrassatore se ce lo ordina un ex partecipante del grande fratello ripescato dall’oblio? Per comprendere meglio questa sconvolgente situazione, abbiamo radunato gli spot in categorie. Ecco le più frequenti: -LA BELLA FAMIGLIA FELICE. Un’allegra e spensierata famigliola (madre e padre 22 anni, 2 figli di 8 e 10) si alza a mezzogiorno (il sole è già alto nel cielo), si precipita nel soggiorno e trova un cabaret pieno di brioches fumanti, materializzatosi dal nulla. Segue degustazione estatica del prodotto mentre la colonna sonora del gladiatore si irradia magicamente per la casa. Alternativa: uno dei bambini, alzatosi durante la notte, incontra esseri misteriosi e soprannaturali intenti a sfornare pagnotte o a svolazzare nel cielo come brutte copie di Mary Poppins per procurarsi dei biscotti. -I NOSTRI MIGLIORI AMICI. La situazione è surreale: una certa azienda vuole convincerci di essere i nostri migliori amici, di formare una grande famiglia, o comunque che il benessere dei consumatori viene prima di tutto e che, se fosse possibile, il proprietario di un certo marchio ci inviterebbe tutti a cena. -LE MASCOTTES. Alcuni prodotti (cibo, medicine) sono reclamizzati da assurdi pupazzetti che interagiscono, di solito, con persone con un sorriso ebete stampato in faccia. Le loro battute sono di una stupidità così abissale che costringono lo spettatore a cambiare canale inorridito. -TESTIMONIANZE. Perfetti sconosciuti appaiono sullo schermo e ci raccontano dettagli della loro vita e quanto sia importante per loro quel caffè o quella cera da pavimenti. E chi se ne frega, verrebbe voglia di rispondere loro, ma non si può. Peggio ancora, un personaggio più o meno famoso ci spiega quante volte al giorno dobbiamo visitare il bagno.

-GLI ANIMALI. Ridotti inizialmente ad un ruolo marginale, ora animali virtuali riempiono gli spot parlando, accoppiandosi ed espletando i loro bisogni fisici. All’inizio si poteva sorridere, adesso ci cascano le braccia. -I MIRACOLI. Le pubblicità dimostrative sembrano tirate fuori da scene di vita domestica di Harry Potter. Sgrassatori che rimuovono in 2 secondi, senza bisogno di strofinare, strati di ruggine vecchi di dieci anni, panni che fanno scomparire la polvere nel nulla, spray che catturano gli odori, adesivi istantanei e invisibili…basta avere una bacchetta magica! -RIVOLUZIONI SCIENTIFICHE. Il mondo della pubblicità è pieno di premi nobel mancati. Improbabili ricercatori provenienti, di solito, dagli Stati Uniti passano la loro vita a studiare dentifrici e shampoo ed elaborare i risultati in complicatissimi grafici. Il risultato è un prodotto miracoloso che cambierà drasticamente la nostra vita, al pari della scoperta del fuoco. -PROBLEMATICHE ESISTENZIALI. Personaggi famosi oppure spesso anche sconosciuti ci confidano ciò che turba il loro cuore e rovina la loro vita: le prime rughe, qualche capello bianco, la dentiera che cede, le mutande che tirano. Per fortuna il prodotto xxx risolve tutti i loro problemi e ridona loro il sorriso. Se tutto ciò è raccontato per mezzo di un irritante motivetto che non sentivate dagli anni dell’asilo, la visione diventa insostenibile. -FREGATURE. In questa categoria rientrano molte delle pubblicità dei cellulari. Costruite spesso a puntate e “recitate” da personaggi famosi, queste pubblicità promettono che passando ad un certo gestore non si pagherà più nulla e si verrà sommersi di regali. Come faccia il suddetto gestore a non fallire rimane un mistero. Forse la spiegazione è nel testo che scorre in sovrimpressione ad una velocità tale che è praticamente impossibile leggerlo. -SPOT FINTAMENTE INTELLIGENTI. Mentre scorrono immagini di cascate, verdi vallate o scene edificanti di vita domestica al rallentatore, una voce narrante ci propina un discorsino buonista e commovente con il tono di chi ci sta rivelando una grande verità. Dopo il terzo ascolto, ci si rende conto che si tratta solo di un ammasso di banalità ripescate mettendo insieme le frasi dei Baci Perugina. -VIP. Queste pubblicità sono le peggiori. Convinti che basti la sola presenza di un qualche vip a farci acquistare tonnellate del prodotto, testo e situazioni sono curate al minimo, dando origine a spot di una bruttura unica. Da questo elenco si deduce che sì, gli ideatori degli spot sono veramente convinti che gli spettatori abbiano il quoziente intellettivo di un lombrico. Forse il lancio sincronizzato di tutti i televisori fuori dalla finestra farebbe cambiare loro idea.

TRENTOTTO


Numero sei | Orgia intellettuale

Dopo l’assenza dello scorso numero, la vostra fashion-victim preferita torna a farsi sentire con notizie magari non proprio freschissime, visto il tempo che passa da quando consegniamo gli articoli in ritardo all’uscita e anche visto il mio scambio imminente! Ma passiamo alle cose veramente importanti come, ad esempio, il ritorno del rosa, in tutte le sue sfumature. Lo so, molte (perché io do per scontato che i ragazzi saltino a piè pari le mie pagine e sopratutto NON si vestano di rosa) di voi staranno già pensando “Oddio, che schifo, il rosa, sembrerò un confetto” ma vi prego di abbandonare questi pensieri per rendervi conto che in realtà il rosa fa parte della nostra quotidianità: il rosa è il colore femminile per eccellenza e poi, con l’avvicinarsi dell’estate, il rosa enfatizzerà il colore della carnagione scura. Mila Schön punta su un top fuxia (o fucsia?) con una particolare allacciatura da abbinare con pantaloni stretti color argento; Iceberg mischia invece rosa e arancione per ottenere uno svolazzante abitino dal taglio tipicamente estivo. C’è di tutto per tutti, quindi, mi raccomando, “think pink” (che, per chi non lo sapesse, è anche il motto della Barbie)! Tutto questo mio brillante discorso mi co-

stringe a dare contro a nientedimeno che Giorgio Armani, il quale, mantenendo i suoi propositi di creare in nero, se ne frega un po’ della solarità dell’estate e dà alla sua collezione P/E i toni del grigio, salvo poi salvarsi un attimo con uno stupendo abito lungo e argenteo che comunque non è molto adatto alle serate estive che ci aspettano. Purtroppo mi tocca quindi declassare Armani come out… E intanto anche il luccicoso mondo della moda viene contagiato dalla “I-pod mania”: qualche genio, del quale purtroppo non sono riuscita a trovare il nome, ha inventato una cintura in pelle, denominata Tune, con la fibbia in metallo in cui incastrare il proprio I-pod e tenerlo comodamente a portata di mano. In più, il sito www.scottvest.com mi ha letteralmente sconvolto con la sua collezione di abiti “tecnologici”; vi assicuro che c’è veramente di tutto. E ogni abito è rigorosamente pieno ti tasche e tasconi… Ancora più sconvolgente è l’ingresso di Kate Moss tre gli stilisti della catena Topshops, abbastanza famosa in Inghilterra. Sembra che la regina della polvere (leggi cocaina) abbia finalmente messo la testa a posto e si sia ispirata, per la sua linea, a… se stessa. La sua collezione infatti sembra appena uscita dal suo armadio, con un misto di abiti vintage e mise adatte a un the con le amiche. Dando un occhiata ai modelli devo ammettere che la Moss come stilista se la cava, cosa che non posso dire

TRENTANOVE


Numero sei | Orgia intellettuale di Madonna, con la sua collezione targata H&M. La popstar (che sembra più giovane a 40 anni che a venti) ha pensato solamente a se stessa, creando tre tute (modello identico in bianco, nero e l’ormai immancabile viola) che indosserà durante il suo tour. Lascio giudicare a voi, ma per me sembra più un completo da sci che “un’esclusiva tuta sportiva”, come è stata lanciata. E tanto per restare in tema, mi giunge la notizia che anche Kylie Minogue abbia presentato la sua linea di abiti, all’inaugurazione del primo store H&M cinese. Devo bocciare, a malincuore, anche lei: per l’occasione sfoggiava un taglio piuttosto simmetrico che non donava di certo al suo visto e un vestito bianco dal taglio tipicamente cinese che, data anche la sua bassa statura, non valorizzava la sua figura. Non vorrei sembrare troppo severa questa volta e infatti trovo assolutamente IN Tom Ford, assieme ai capelli neri della Fra! Questo affascinante 45enne era lo stylist preferito di Gucci (anche perché aveva salvato il marchio quando era sull’orlo del fallimento), finché nel 2004 non abbandonò le sfilate per la maison di moda italiana dopo aver vinto praticamente tutti i premi a cui uno stilista aspira. Ora, tre anni dopo aver lasciato

Gucci, ha finalmente inaugurato una sua boutique, in Madison Avenue, con la sua linea ready to wear maschile. Tra profumi, accessori e, ovviamente, abiti, l’articolo meno costoso ha attaccato un cartellino con scritto 3000 €… E continuando con qualcosa di veramente cool, ho scovato, curiosando in giro il vero must dell’estate 2007: si chiamano sandali topless e sono infradito… senza l’infradito! La ciabattina infatti ha sulla superficie una speciale colla a base di acqua che la mantiene attaccata ai piedi, in modo da abbronzarli senza la striscia bianca che verrebbe con un paio di

sandaletti normali. Ce ne sono per tutti i gusti, sia da uomo che da donna, con tutte le fantasie possibili e costano meno di 15 dollari. Impossibile quindi non averli! Anche per questo numero è tutto dal luccicoso mondo della moda! Ci risentiamo per l’ultimo numero che sarà pieno di notizie per l’estate… ora scusatemi ma ho una valigia da fare!

QUARANTA

Drew 2I


Numero sei | Orgia intellettuale

Salvissime, ormai affezionati (almeno spero) lettori…spero che vi siate dati da fare con la cioccolata a Pasqua perché vi sarà sicuramente servita per arrancare nello studio…niente paura, manca ormai poco e poi avremo tre mesi per guardarci i piedi in allegria…nell’attesa ingannate il tempo con una nuova edizione di Orgia Costume&Società!! Se vi ricordate, tempo fa vi avevo parlato della strana moda delle varie starlette che si mettono a cantare…bè, pare che la moda si sia estesa anche agli attori un po’ più affermati: Kevin Costner ha recentemente fatto causa alla sua casa discografica perché questa non avrebbe rispettato i patti stabiliti per il lancio della “Kevin Costner Band” (ma quando c’è la fantasia…) della quale il celebre attore è frontman (cosa impossibile da dedurre dal nome del gruppo) e scrive le canzoni…allora cosa aspettate? Correte nei negozi e cercate il CD di Kevin Costner (e state attenti a non capitare nella sezione DVD…)… siamo sicuri che sfonderà (e tanto, anche se non sfonda, è già lui ricco sfondato)! Da un attore celebre ad un musicista che vorrebbe diventare anche un attore famoso però si fa notare con mezzi un po’ strani: Keith Richards (chitarrista dei Rolling Stones che compare ne “I pirati dei Caraibi”) ha dichiarato di aver sniffato le ceneri di suo padre per poi ritrattare. Ok, si è rimangiato tutto, ma vogliamo parlare di cosa avrà pensato sua madre quando l’ha sentito? Non ci voglio neanche pensare…comunque la Disney non è stata felice di tale uscita e ha deciso che l’attore è un po’ troppo “sopra le righe” per promuovere il film…e che sarà mai? Uno dice di aver sniffato le ceneri di una persona e viene subito additato come pazzo…ma per favore, siamo nel 2000, no? secondo me non c’è proprio nulla di strano…e poi si sa, la cenere sbianca, magari credeva di pulirsi il naso, poveretto… Ma cambiamo argomento… Alanis Morissette si è messa a fare la simpatica: ha deciso, in uno sprazzo di umorismo quanto mai esplosivo, di fare una cover di “My Humps” dei Black Eyed

Peas trasformando il celebre pezzo r’n’b in una ballata e, non contenta, ha girato pure il video (parodia dell’originale) prendendo in giro Fergie. Come credete che reagirà la bionda ad un tale affronto? Butterà Alanise giù dal London Bridge (ah aha aha aha!!!)? noi non lo possiamo sapere, ma voi sì…se avete qualche idea c o m u n i c a t e l a a l l ’ i n d i r i z z o macosafaràfergiequandoverràasaperechealaniselefailv e r s o ? i o ( s t r a n a m e n t e ) n o n l o so,sevoilosapetefatecelosapereancheanoi.sopralapanc a l a c a p r a c a n t a (enonsignificacheunadelledueassomigliaaunacapra,sia chiaro)@oc&s.it. In palio tre fantasticissimi premi: 1) La meravigliosa ed esclusivissima dentiera di Nilla Pizzi (con tanto di certificato di garanzia); 2) Il corredo intimo di Britney Spears usato nella sua prima notte di nozze (ufficialmente l’ultimo paio di mutande indossato dalla popstar) oppure 3) Una fornitura decennale di caffè sponsorizzato dal cast de “L’Italia Sul 2”…ma allora cosa ci fate ancora lì, pensateci e rispondeteci, avete idea di quanto siano prestigiosi questi premi?! Ma torniamo un attimo a parlare delle mode che impazzano tra le star della TV…saprete bene che le nostre dive, per amore, farebbero di tutto, ebbene pare che, al momento il modo più gettonato per dimostrare l’autenticità dei loro sentimenti ai loro amati sia comunicarli attraverso i giornali…proprio così e, per dimostrarlo, portiamo uno dei tanti esempi possibili: Elisabetta Gregoraci (tanto per citarne una a caso) ha scritto una bellissima e romantica lettera d’amore per il suo amatissimo Flavio e, invece di dargliela o spedirgliela, l’ha fatta pubblicare su una rivista di gossip…scelta interessante, d’altronde perché dirle di persona certe cose, no? Mi sembra quanto mai un’idea assurda il comunicare il proprio amore senza almeno, chessò, un comunicato stampa, un annuncio pubblicitario, o farlo dire in uno dei messaggi promozionli di “Gabry e Wilma” no? allora perché non fare anche di questa meravigliosa rubrica il vostro “mercurio dell’ammmooore”? se volete comunicare i vostri sentimenti al ragazzo/a che vi piace/amate/stimate/ammirate le capacità nel gioco degli scacchi/ecc…mandate il vostro

QUARANTUNO


Numero sei | Orgia intellettuale messaggio all’indirizzo seiveramentefantastico/ aquandotichiniaprenderelacocacoladallamacchinettaequestononsignificachetiabbiaguardatoilsedere,machel ofaiconunaclasseincredibile@oc&s.love.smack.it. Noi della redazione di questa rubrica saremo felicissimi da farvi da cupidi…! Ah, davvero c’è già il copernivox per quello? Ok, ritiro tutto: a quanto mi dicono, pare ci sia un’urna da qualche parte nella scuola…non ne ho mai sentito parlare, comunque…peccato però… Se, come noi, vi sentite indignati dal fatto che qualcuno abbia osato solo pensare di rubare un’idea alla vostra rubrica preferita (ed anche se non è la vostra rubrica preferita fa lo stesso) scrivete a eorachisono’stirompiscatolechecivoglionofregareillavor o ? possibilechenonpossiamomaifarenientedinuovo’na’star u b r i c a ? a d e s s o c i p e n soio@scommettochelorononhannotuttiiconcorsicheabb iamonoi@spedizionepunitiva.oc&s.it. Smettiamola di parlare di queste stupidaggini e parliamo di un’altra star della musica: Cristina D’Avena ha da poco festeggiato i 25 anni di carriera e, per festeggiare l’evento c’è stata una serata nel famoso Roxy Bar dove l’idolo di tutti i bambini ha riproposto tutti i suoi successi…ma la grande Cristina non si ferma mica qui, anzi, fa proposte anche per la TV: vorrebbe infatti riproporre “Kiss Me Licia”, telefilm di cui lei era protagonista…insomma una ne pensa e cento ne fa (o forse è il contrario…)…ma quanta ingegnosità per una tale ristrettezza longitudinale…hai capito…! Ma ricordiamoci che, mentre noi parliamo di queste stupidaggini, c’è gente che sta facendo cose utili alla società e, soprattutto, intelligenti: Barbara D’Urso ha da poco dato il via al nuovo reality della TV: “1,2,3, Stalla” che ha un format veramente geniale! Se non avete ben presente, vi riassumo l’idea. Ci sono questi aspiranti (ma soprattutto mai visti) presentatori, conduttrici, eccetera che devono vedersela con durissime prove bucoliche senza perdere la voglia di entrare nel mondo della TV…ma vi rendete conto? Barbara D’Urso ci sta facendo un favore incredibile! O almeno VI sta facendo un favore perché a ME, invece, sta togliendo del lavoro…spero che almeno serva a qualcosa… ma a cosa potrebbe mai servire? Dopotutto, se non ci arrivano con la D’Urso, c’è sempre Maurizio Costanzo, quindi, in un modo o in un altro voi siete sempre rovinati e io ho sempre qualcosa di cui scrivere…non mi dispiace l’idea…ma facciamo finta di niente e continuiamo con le nostre notizie dal mondo dei VIPs…

ATTENZIONE: notizia triste e struggente. Munirsi di fazzoletti, gelato, ma, soprattutto una foto di Brad Pitt. Avete presente quella ragazza chiamata Charlotte Casiraghi (non è la figlia illegittima di Pierluigi, allenatore dell’under 21), che viene da una famiglia molto disagiata e indigente di Montecarlo (paesino arido e sperduto del terzo mondo)? Si? No? fa lo stesso. Costei è la figlia di Carolina di Monaco, ma non è questo che ci interessa, quello che ci interessa è che questa piccola fiammiferaia dei giorni nostri ha perso l’amore. Ebbene sì, miei cari lettori, è triste, ma la meravigliosa storia tra lei e Felix Winckler (potrebbe essere figlio di Henry [Fonzie], ma su questo indagheremo più avanti) è finita…lo so che è difficile crederci, ma bisogna abituarcisi, dopotutto abbiamo potuto sopportare di vedere Adriana Volpe che piangeva perché non riusciva a pattinare sul ghiaccio…cosa può esserci di più doloroso? Fatevi forza che passiamo a cose più allegre. Ci sono delle fantastiche notizie sulla salute di Britney. Pare infatti che la nostra seconda eroina stia meglio…e sapete chi ce l’ha detto? Justin Timberlake… abbiamo o non abbiamo delle fonti autorevoli qui a oc&s? pare, infatti che il cantante abbia chiamato la sua ex fiamma e abbia comunicato alla stampa di sentirsi molto sollevato dal fatto che la regina del pop (seee, ‘na volta…) si stia riprendendo…e noi che pensavamo che dopo tutte le avventure di lei, Justin avrebbe fatto finta di non conoscerla…siamo piacevolmente stupiti. Per finire informiamo ora i gentili lettori che le ultime foto di Fabrizio Corona [ritraenti i puffi, Rita Levi Montalcini, la madre di Paolo Brosio, Giampiero Galeazzi, le Winx, ma soprattututto Mara Venier che pulisce gli scarichi lenti con un detersivo qualsiasi (e dire che ce la facevamo più generosa nei confronti dell’industria dei detergenti…)] sono disponibili dalla prossima settimana. Vi ricordiamo che sono poche ed esclusive, quindi vi consigliamo di prenotarvi! Adesso mi accomiato allegramente da voi. Alla prossima. La ragazza più visionaria di tutte:

QUARANTADUE


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moltitudine di ragazze asfissiate da un ragazzo geloso. Prima di tutto devi sapere che, se un uomo o un ragazzo è geloso, il problema parte in primo luogo da lui: se il tuo ragazzo fosse sicuro di sé non farebbe appostare i cecchini pronti a spararti se ti avvicini un po’ a qualcuno né tantomeno ti farebbe l’interrogatorio. So benissimo che la cosa può essere Carissima Desi, (anzi, è) molto scocciante, ma, se lo non so se faccio bene a conami e vuoi stare con lui, secondo me fidarmi con te, ma a volte è dovresti fare innanzitutto due cose: per meglio un’estranea che ti prima cosa, parlargli chiaro e spiegargli dica le cose chiaramente, un po’ che non riesci a sopportare di esdi durezza serve (ndD: ti spezze- …il mio ragazzo è un po’ sere controllata; in secondo luogo rò il cuore, te lo prometto), ma dovresti provare a renderlo più soprattutto che ti faccia rimanere troppo geloso e si mette sicuro di sé attraverso qualche nell’anonimato. un sacco di paranoie....Io e dimostrazione in più: non devi Veniamo alla ragione della mia lui facciamo scuole diver- fargli trovare l’ingresso cosparso lettera: il mio ragazzo è un po’ di petali di rose quando viene da troppo geloso e si mette un sacco se e ha addirittura chiesto te, ma prova a fargli sentire che di paranoie. Premetto subito che a diversi suoi amici di per lui ci sei e vedrai che si sentirà non l’ho tradito né ho intenzione più importante (almeno spero) e di farlo. Evidentemente sono la tenermi d’occhio nel caso la gelosia, con un po’ di fortuna, si sola a pensarlo, visto che lui mi mi avvicinassi troppo a attenuerà. tempesta di domande manco fosqualche altro uomo. Non Ti dico infine che, se c’è una cosa se un carabiniere. Io e lui facciache sappiamo tutti è che un rapmo scuole diverse e ha addirittura so come uscirne viva!!!... porto non può funzionare senza chiesto a diversi suoi amici di tefiducia. Neanche con tutto l’amore nermi d’occhio nel caso mi avvicie i buoni sentimenti del mondo si può andare nassi troppo a qualche altro avanti se non ci si lascia vivere a vicenda e si uomo. Non so come uscirne cerca di chiudere la propria vita (e quella dell’alviva!!! Io lo amo, ma grazie a tro) attorno alla storia. queste sue fissazioni, la noSpero che il tuo ragazzo riesca a cambiare comstra storia sta diventando portamento e che i miei consigli ti servano, aluna sofferenza. La cosa che trimenti è meglio prendere dei provvedimenti mi rattrista di più è che questi seri (volevi la durezza? Eccoti accontentata). attacchi (ndD: attacchi??!) aumentano sempre In bocca al lupo. di più di giorno in giorno. Che mi voglia lasciare? Oppure è lui che ha un’altra e nasconde tutto dietro questo alone di gelosia sfrenata? O forse è semplicemente scemo… spero che la tua risposta mi illumini. Kiara 91.

Salve di nuovo a voi che leggete questa (o meglio quest’altra) rubrica…mi dispiace di non aver potuto adempiere ai miei compiti di consigliera lo scorso numero, ma prometto che mi farò perdonare. Andiamo quindi a leggere i dubbi di questo mese…!

L

Scrivi a “Cara Desi”

R

Cara Kiara, mi sembra di capire che tu hai un problema comune a molte ragazze, quindi spero che questa risposta possa essere utile non soltanto a te, ma anche alla

QUARANTATRE

orgiaintellettuale@gmail.com Oppure lascia la tua lettera Nell’urna del lotto 3.


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QUARANTAQUATTRO Pubblica la tua opera arte! Invia il tuo lavoro a orgiaintellettuale@gmail.it Oppure imbucalo nell’urna al lotto 3.


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GLI OGGETTI Più COOL del mese!!! SAPONETTE SHOCKANTI!! Tranquilli, non si tratta di nuovi tipi di stupefacenti sotto forma di saponette (anche se l’idea è buona, ma credo che i narcotrafficanti ci abbiamo già pensato…). Siete fuori rotta: questa è l’invenzione dell’anno: saponette al posto del caffè! Cosa dite? No, non dovete mangiarle, ma bensì usarlo per lavarvi. Cosa? Non vi lavate, be affaracci vostri. Se non avete neanche il tempo di prepararvi la moka col caffè, questo oggetto non solo migliorerà la vostra igiene personale, ma anche l’attività dei vostri neuroni. L’equivalente di due tazze di caffè per lavaggio costa all’incirca 5 €, in vendita nei più strani negozi online!

ELETTRO FINGERS!! Ormai la rete impazza per delle menate di gadget insulsi e diabolici. Il prodotto che vi voglio presentare è della 2° categoria. Altro che diabolico, è da cretini immondi mettersi due dita collegate alla corrente elettrica a 220 Volt! Ma avete studiato un po’ a fisica i circuiti elettrici? Per il sol fatto che poggiate i piedi per terra, creerete un ponte tra le vostre dita imbecillemente inserite nella presa di corrente e il terreno circostante; il che vuol dire che semplicemente vi passerà davanti ai vostri bigotti occhi una quantità pazzesca di Ampere e Watt!!! Consigliato per chi è depresso e ha forti istinti suicidi, e vuole farlo stilosamente! A proposito… non è in vendita in nessun negozio, neanche in rete, TIE’! (PESCE D’APRILE RITARDATO!)

PILLOW COMMAND!! Stufi di avere 10 telecomandi sparsi per il letto che si infilano nelle vostre cavità più intime? Ma vi piace così tanto?! O be, a ognuno i propri gusti, però qualcuno ha pensato bene di inventare dei cuscini che comandano a distanza il nostri amati elettrodomestici, quali Hi-Fi o televisori. Per ora accendono e spengono, avanzano e indietreggiano coi programmi e col volume. In un futuro avremmo anche 9 cuscini numerici, praticissimo! Comodità a portata di guanciale!

CHOC-U-LATOR!! Delicious, of coure! Wait wait, aspetta aspetta… sembra cioccolata, ma sa di plastica, mha… AH! Ma che sciocco, è un nuovo tipo di calcolatrice! Ne hanno inventata una più del diavolo, calcolatori a forma di barretta di cioccolata fondente, con tanto di pacchetto e carta stagnola alla Willy Wonka! Ci manca solo il biglietto d’orato e la visita alla fabbrica di cioccolata di Johnny Depp!

A cura di Tutta la Redazione

QUARANTACINQUE


Numero sei | Orgia intellettuale Anche per questa volta pochissime minicensure. Continuate così, e cercate di non offendere nessuno, se non se lo merita! Monda è solo nostro!! By le secondemmine (le più belle del cope) =))). X nico 4°E: ma come si fa a non avere il coraggio di provarci con Josephine!!!!????… pensa che eri anche bresco figuriamoci da sobrio…sei un ingenuo… by qualcuno della tua classe. Michela 1°E, ti prego smettila di fare la troia con tutti! Sei patetica! Dhahrio lascia stare la Fede, by Luca. Alice 1°M dei troppo bona!! Ma da dove sei uscita?? Fatti vedere più spesso, ti prego!!! Anonimo. Adri e Maggio ringraziano ufficialmente la "bamboleira" per la gentile concessione del suo letto nella notte del 23/03/2007 in Svezia!! Adri e Maggio 4°E cretini…sono stanco…ma che 1d10t1. By Nico. Tommy 4°E, quando balli togliti il manganello dalle tasche…comunque Therese era felice by N&M. BEEEEEE! ….Tommasssso!… a 20 si vince la tipica scarpetta olandese in porcellana! By lo sai chi (di 4°E). alla coppietta di 3°B: avete reso!!! By IL Kope. Dimagrite se non ci passate...by le ragazze che girano a braccetto x i corridoi!!! Lo dico e lo ripeto… voi di 1°E siete peggio di un peto!!! Abbiamo importanti testimonianze fotografiche su Canappia+Boazza 1°A…W i matrimoni omosessuali!!! X Nico 4°E: ma che musta avevi all’ultima festa in Svezia??!…e andiamooo. By Maggio 4° E. 3339499812 è il numero dell’Alice di 1° E… [Questo spazio non è un giornale di annunci matrimoniali, e vale x tutti :)! Cmq non posso pubblicarlo, per ovvi motivi di privacy NdT] giamma sembri il signor Tumnus. By le cronache di Narnia. Matte ma perché non ti trasferisci a Bologna? By una che vuole troppo bene alla tua ragazza!!! Betti, Paulina, Annina non vedo l’ora di divertirmi un casino con voi in Inghilterra, siete super, vi adoro!!! W la musica! W i clash e l’Inghilterra Sorina! W Birillo! I maschi della 2°M sono i migliori! Pochi ma buoni! Frey, Monda, Felix

e Baril siete troppo belli! By noi. X Giuli 4°A: sei troppo carina! Mi piaci 1 sacco ma nn so cm dirtelo. “Campa cavallo…non è una tigre” 1°puntata by STB. Dega t’amo. La Mela e la Sara sono veramente speciali! Baci ally =-). Sofy+Ayla+Kate+Fra+Gre=the most beautiful girls in Copernico high school! 3 panze sei 1 grande...in tutti i sensi! By Swat e Gutalax. La compagnia aerea “KLM” ringrazia il signor Ghini Matteo per il lettore mp3 gentilmente lasciato sull’aereo [che sfiga, cmq condoglianze J NdT]. Ricky…I’m lost without you… quand’è che lo capirai e tornerai da me? By una ragazza a cui manchi troppo! Mocciant 2°E mi attizzi un casino by anonima ammiratrice di 1°B. frey 6 troppo figo, hai un gran bel culo! By le tue compagne di classe! Complimenti vivissimi a Laffi 4°C, k, in gita, sgamato alle 4 e mezza di notte in camera di ragazze, rx alla Gaetani:Probabile che me ne vado…-. Cervo sei uno s--+-o… senza offesa…ma km fai a dormire sapendo k hai un figlio in Romania? [In effetti, io andrei anche a trovarlo se fossi in te, Gianmarco J NdT] Scoiattolino TVTRB…sai chi è. X la ragazza con il c+l+n+ di 3° M: tiratela di meno e fidati ke camperai 100 anni! Ihihih. X la tipa che fa ed fisica con me: io ora sono libero, se vuoi che ci conosciamo fatti vedere…by Adri 4°E. w il 5°lotto e le sue classi, soprattutto la 2°C e i suoi studenti! By Chry! X Flore: l’insalata è nel piatto, basta condirla. RIPETO: bisogna condirla. Clap your hands if you want some moreeeeeeeeee! Che maglietta ho, m a c h e m a g l i e t t a hooooooooooooooooo! By deFe.

Lasciate i vostri messaggi all’urna del lotto 3 o mandate un sms al

334 8168093

QUARANTASEI


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