Orgia Intellettuale | numero 4 | ottobre - novembre 2012

Page 1

ro ! me ito nu ratu g

Bimensile di (r)Esistenza Copernicana OTTOBRE — NOVEMBRE 2012 Numero 4

A PAGINA 6 » Elezioni americane, Obama VS Romney

A PAGINA 8 » Intervista a Don Luigi Ciotti

A PAGINA 10 » Copernicani all'estero


orgia i ntellettuale

ORGIAINTELLETTUALE OTTOBRE — NOVEMBRE 2012

Numero 4

orgiaintellettuale.co.cc facebook.com/orgiaintellettuale orgia@orgiaintellettuale.co.cc

A

dorati Copernicani, e così ci troviamo di nuovo qui! Con questo bel regalo di giornale in mano! Dolcetto o scherzetto? Dato che siamo tutti dei bravi e buoni bambini, abbiamo pensato di donarvi una piccola grande chicca (a nostro avviso si tratta di una grande caramella succulenta, ma tocca a voi giudicare): un bellissimo primo numero di Orgia Intellettuale gratuito!

Iniziamo dal dolcetto. Nuovi Copernicani hanno deciso di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro con noi per sfornare novità prelibate oltre alle rubriche che voi tanto amate: una base di attualità strettamente copernicana, un ripieno di cultura, fra viaggi, reportage fotografici, interviste e politica e una glassa stellare (oroscopo). Ma, signori e signore, la nostra magnifica torta non può considerarsi realizzata senza la dovuta ciliegina! Preparate macchine, matite, pennelli e stilografiche: è in arrivo un nuovo grande concorso d’arte... e non più solo fotografico!

2

orgia intellettuale

Sì, avete capito bene: la ciliegina sulla torta dovrete metterla voi. Lo scherzetto sta proprio qui: anche voi vi rimboccherete le maniche con noi e renderete questa torta all’altezza di Dolci Ciccioni! (Lio sarà orgoglioso di voi!) Dopo questa nauseante introduzione, cogliamo l’occasione per fare un grande in bocca al lupo ai nuovi rappresentanti d’Istituto e a tutti voi, affinché possiate vivere una vita dolce e cicciona! — Lucrezia Zanardi e Caterina Frolloni per la redazione [P.S.: Se trovate zucche, gufi o pipistrelli in giro per il giornale, non preoccupatevi: sono i nostri disegnatori che si sono lasciati prendere un po' la mano da questa atmosfera halloweenesca!]


orgia INTELLETTUALE

Lorenzo Bergonzoni

orgia intellettuale

3


orgia i ntellettuale

In questo numero Elezioni americane: Obama vs. Romney

Don Luigi Ciotti - Un problema di responsabilità

Gli Americani si ritengono insoddisfatti del governo Obama o odiano troppo Romney? Quale sentimento prevarrà? Piccola panoramica su un tema che pur svolgendosi nell'altra parte dell'Atlantico ci tocca molto da vicino. pagina 6 »

Emergenza etica in Italia: tra mafie e corrotti, pensieri deboli e sbrigativi, fughe di cervelli e taciti corresponsabili.. esiste una ricetta che curi il nostro Paese? Don Ciotti, ispiratore e fondatore di Libera, prende parola al Festival di Internazionale,lanciando un forte messaggio: ci vuole una presa di coscienza da parte di ognuno di noi. pagina 8 »

Copernicani all'estero: United World College

India... Ancora una volta

Quando un compagno abbandona il banco di scuola per un anno non è facile salutarsi... e se gli anni fossero due? C'è anche questa possibilità! Ma cosa sono i Collegi del Mondo Unito? Francesca ci racconta la sua esperienza, tra le meraviglie del Galles, incontri con altre culture e ricordi copernicani! pagina 10 »

L'India sta intraprendendo un percorso di capitalizzazione dell'economia, tra mille proteste e dissensi. Siamo di fronte ad un occidente che non ha più di che investire a casa sua vuole trasferire le proprie attività in oriente: un nuovo tipo di colonialismo? pagina 12 »

REDAZIONE Caporedattori Teresa Mazzanti Caterina Frolloni Correzione bozze Francesco Boni Impaginazione Stefano Rossi Illustrazioni Lorenzo Bergonzoni Disegnatori Lorenzo Bergonzoni Marina Huo Teresa Mazzanti Disegni in copertina e ultima pagina Teresa Mazzanti

4

orgia intellettuale

Copernico Copernicani all'estero: United World College - pagina 10 » Se Scrubs non ti è bastato - pagina 14 » CARA - pagina 15 » Dì di si anche tu! - pagina 16 » Stereotipi e violenza - pagina 18 » Proteggiamo la scuola pubblica dal ddl Aprea - pagina 22 » Attualità Elezioni americane: Obama vs. Romney - pagina 6 » Don Luigi Ciotti - Un problema di responsabilità - pagina 8 » India... Ancora una volta - pagina 12 » Anarchy on the Web - pagina 21 » Lo sapevi che... - pagina 24 » Cultura » Libri Il circo capovolto - pagina 25 » Il coraggio di vivere ancora non c’è - pagina 27 » Cultura » Fotografia Berlin, du bist so wunderbar! - pagina 28 » Cultura » Cinema Revolutionary Road - pagina 37 » Some Prefer Cake - pagina 40 »


orgia i ntellettuale

Editori Andrea Liotta Caterina Frolloni Chiara Minoccheri Francesco Mascari Giulia Bergami Giulia Vendra Ilaria Ledonne Laura Rotolo Lisa Evangelista Lorenzo Bergonzoni Lucrezia Zanardi Marina Huo Marko Mansuelli Miriam Montesarchio Olivia Teglia Teresa Mazzanti Valentina Fabbri Docente referente Prof.ssa Anna Maria Incorvaia

Cultura » Musica Random Music Pills [The Kinslayer] - pagina 42 » Dvořák - pagina 44 » Cultura » Arte Impressioniamoci - pagina 58 » Frida - pagina 63 » MOSTRAmi - pagina 71 » Cultura » Fumetti Manga Kissa - pagina 66 » Cultura » Viaggi Taxi Driver - Turks do it better - pagina 48 » Era uma vez em Portugal - pagina 52 » Cultura » Altro Dolci Ciccioni - pagina 38 » Eventi nel mirino - pagina 51 » Spaccio Intellettuale - pagina 61 » Riflessioni pomeridiane Il mondo visto attraverso Facebook - pagina 47 » Funny corner Oroscopo Copernicano - pagina 54 » Giochi - pagina 57 » Altro Collettivo Frida - pagina 65 » Concorso artistico! - pagina 68 » Annunci della redazione - pagina 69 » Copernivox - pagina 72 » Ipse Dixit - pagina 73 »

COME LEGGERE I CODICI QR Novità abbastanza recente sono i codici QR, quei simpatici quadrettoni che compaiono ogni tanto in qualche articolo. Ogni codice QR rappresenta un link a un contenuto internet: un video, un sito, un'immagine, ecc. Li utilizzeremo spesso nei nuovi numeri. Se hai un cellulare abbastanza recente puoi, passando il telefono sul codice, visitare questo link direttamente sul telefono. Mentre alcuni (pochi) telefoni hanno questa funzione "di serie", su altri è necessario

installare un applicazione di terze parti per leggere i codici. Se hai un iPhone, la redazione consiglia l'applicazione gratuita "Scan" scaricabile dall'App Store. Installala da lì. Se hai un cellulare Android puoi utilizzare QR Droid scaricabile da Google Play. Ricordiamo che è necessario essere collegati ad internet. Apri l'applicazione scaricata e passa il telefono sul codice! Sotto al QR troverai anche un link visitabile da computer.

orgia intellettuale

5


attualità

Elezioni americane: Obama vs. Romney

Attualità | di Marko Mansuelli ——————————————————————— «Barack Obama is the luckiest dude on the planet because the guy he's running against appears to be getting dumber the closer it gets to the election.» John Stewart ——————————————————————— rima di iniziare a trattare dello scontro politico di cui si parla molto nell'ultimo periodo, penso sia doveroso descrivere il metodo elettorale statunitense, affinché si possano anche capire meglio certe dinamiche che sono diverse dalle nostre, nell'ambito delle campagne elettorali.

P

Prima di tutto negli Usa non è detto che il candidato più votato sia effettivamente colui che andrà a governare. Infatti un candidato, per diventare presidente, deve ottenere più electoral college votes dell'altro, che vengono acquisiti raggiungendo la maggioranza nei singoli stati degli Usa (che in tutto sono 50). Ogni stato vale un certo numero di ''voti'', in proporzione al numero degli abitanti. Bisogna anche sapere che ci sono stati fedeli ai democratici (rappresentati ora da Obama) ed altri ai repubblicani (rappresentati ora da Romney), quindi all'inizio delle campagne elettorali ogni partito parte già, ufficiosamente, con una base di punti, che cerca di aumentare vincendo negli stati storicamente non legati ad un partito. Ed è lì che si fanno le propagande o le conventions dei candidati. Prendiamo ad esempio un candidato repubblicano alla presidenza. Lui sa che non otterrà mai la maggioranza nello stato di New York, che è una delle roccaforti dei democratici, quindi là non spenderà né tempo né denaro per propagande, pubblicità televisive, manifesti, volantini o comizi. Allo stesso modo si comporterà in Texas, sapendo già che là vincerà. Tutte le energie dei candidati e dei loro team,

6

orgia intellettuale

dunque, si concentrano sugli stati "neutri", come la Florida (che offre anche molti electoral college votes, quindi è molto ambita da entrambe le parti). Nonostante Obama sia un personaggio ammirato e benvoluto dalla maggioranza degli americani, la sua popolarità è calata molto, soprattutto tra i democratici, in quanto non è riuscito a mantenere molte delle promesse fatte nella campagna precedente. La sua fortuna, però, è quella di avere un rivale non molto amato dalla maggioranza degli americani, addirittura anche all'interno del partito repubblicano. In questo senso Romney è il miglior avversario che Obama potesse desiderare. Il primo difetto del repubblicano è stato quello di sottovalutare in tutti gli aspetti la popolarità di Obama, pensando che per vincere bastasse ribadire gli insuccessi del suo rivale e che non fosse importante parlare di sé, dei suoi progetti o del tipo di presidente che vorrebbe essere. Così facendo, tuttavia, ha permesso ad Obama ed al suo team di farlo per lui. Infatti chiunque segua Obama su Twitter noterà quanto spesso lui twitti su Romney dipingendolo come uno di quei ricconi senza scrupoli che nei film americani suscitano tanta antipatia. Ma Romney, oltre che dai colpi di Obama, deve difendersi anche da se stesso, a causa delle brutte uscite che fa, come l'ultima rivolta ai sostenitori del presidente in carica, che attualmente sono circa il 47%, in cui li ha definiti dei "poveracci" dei quali non gli interessa il voto. Romney con questi suoi atteggiamenti conferma l'immagine che Obama dipinge fin dall'inizio della campagna, quella di un arrogante snob che non comprende i bisogni della gente comune.


orgia i ntellettuale

Si può inoltre capire molto sui due candidati vedendo a quale parte della popolazione si rivolgono per ottenere il voto. Obama sta attuando una strategia per cui vuole ottenere il voto soprattutto delle minoranze (neri, ispanici ecc.) e delle donne, che ormai tutte insieme superano la maggioranza. Romney invece si attiene a strappare il voto ai ricchi bianchi conservatori, sapendo però che otterrà pure quello dei lavoratori bianchi (che, a differenza di quelli italiani, sostengono di più la destra) e degli appartenenti alla categoria "white trash" (spazzatura bianca), noti per la loro ignoranza e chiusura mentale. Per quanto il candidato repubblicano sia molto discusso, la vittoria di Obama non è affatto sicura e questa campagna rimarrà fino alla fine una battaglia per l'ultimo punto. Bisognerà attendere il 6 novembre per vedere se avrà prevalso l'odio per Romney o l'insoddisfazione per l'ultimo governo Obama. n

Mappatura degli Electoral College Votes http://sn.im/25a10dy

orgia intellettuale

7


attualità

Don Luigi Ciotti Un problema di responsabilità

Cos’hanno prodotto i "semi di legalità" fino ad ora e quanti devono ancora germogliare? Attualità | di Lucrezia Zanardi

A

nche quest’anno, nell’ambito del Festival di "Internazionale", hanno parlato sul palco di Piazza Municipale a Ferrara tante forti personalità del panorama mondiale; sabato sera ho potuto riflettere sulle parole di David Graeber e pormi qualche domanda sul nostro futuro per quanto riguarda le nuove istituzioni, i sistemi politici, OccupyWall Street ed i suoi sviluppi. Sinceramente ho trovato la proposta politica dell’antropologo ed attivista statunitense ancora troppo embrionale, troppo emozionale e poco concreta, alla luce dei tempi che stiamo vivendo, ma non è che l’idea mi dispiaccia. Forse è il non riconoscere nel suo volto quella concretezza e spinta che invece ho visto in Luigi Ciotti venerdì. Una piazza gremita di gente, in silenzio, ad ascoltare un uomo che di rabbia ne ha per uno Stato intero, la rabbia che tutti noi dovremmo esprimere, ma che ci limitiamo a nascondere o a non considerare. Ho provato vergogna, lì seduta, la vergogna data dal sentirsi in qualche modo responsabili del decadimento morale del nostro disgraziato ed amato Paese. Neanche quando l’intervistatore gli chiede di parlare dei frutti positivi portati da Libera, Ciotti riesce a farsi prendere dalla soddisfazione: "Abbiamo fatto tanto, ma se ora è possibile confiscare i beni alla Mafia, è grazie alle responsabilità dei singoli, assieme, noi, società INSIEME; noi, economia, bene e utile, possiamo andare d’accordo! Quindi è possibile! Ma quello che abbiamo fatto è ancora una cosa minuscola! Ci sono delle ombre impressionanti in questo momento, ombre che noi

8

orgia intellettuale

dobbiamo affrontare, che la politica deve affrontare. E se ci sono ancora ombre, a più di 400 anni dall’imposizione della mafia nel nostro Paese, allora dobbiamo sentirci corresponsabili, non dobbiamo continuare ad essere "solidali"; non posso soffrire questa parola: non basta infatti essere solidali, è necessario sentirsi moralmente coinvolti!" Rabbrividisco. Penso a quanti solidali esistono in Italia, penso anche che molti, ad esempio questa signora che si è fermata davanti a me, con due bambini che le chiedono "Che cos’è? Andiamo? Che palle!" e un cane che abbaia ogni 3 secondi, vogliano soltanto essere spettatori e che non chiedano altro, neanche da loro stessi. Va bene così, non creiamoci altri problemi. Meglio la semplicità, un lavoro assicurato e tre pasti al giorno. Bene. Questa gente non capisce che la raccolta di firme per la confisca dei beni mafiosi è iniziata nel 1996 e che è nata dal basso, che senza un singolo "coinvolto moralmente", un cittadino capace di non voltare la testa, quella democrazia che tutti rivendicano non sarà mai reale. Questi i tre grandi pilastri di Libera: difendere la Democrazia, la dignità umana e la giustizia. Non si tratta quindi solo di una lotta contro i mafiosi, bensì di una lotta contro i corrotti... ma come facciamo se in Italia non si può ancora dimostrare la corruzione? Cosa dobbiamo pensare quando ci ricordiamo che quella raccolta di firme, per la confisca dei beni dei mafiosi e dei corrotti, non passò alla camera? Che solo cancellando la seconda parte di quella frase si è riuscita a raggiungere l’unanimità?... "Ovvi motivi, direte! Si parla di chi ferma un disegno di legge per interesse privato... Ma chi dice con chiarezza che le cose stanno in questo modo? Credo che i peggiori complici siano quelli che stanno a guardare e lasciano fare."


orgia i ntellettuale

Si fa fatica ad ammettere queste cose, forse... ma c’è anche tanta sofferenza. Perché dentro di noi c’è il desiderio di servire il Bene comune del nostro Paese, il bisogno di verità, di giustizia... e noi giovani, dove siamo in tutto questo? Ciotti risponde: "Siamo noi a dovervi parlare con determinazione di questi problemi. I giovani ci sono se trovano dei punti di riferimento veri e presenti. Ma quante parole abbiamo perso, quante parole la politica ha svuotato di senso! Io voglio fermarne il furto ; ci hanno svilito la parola "solidarietà" facendone un insulto a noi stessi, lasciandoci indietro. Poiché la lotta alla mafia si fa con le politiche sociali, dev’esserci uno scatto dentro ciascuno di noi e dev’esserci novità, soprattutto nella politica, in quanto notoriamente la storia dice che non possono esistere mafie senza il concorso della politica" ... e allora non prendiamoci in giro. E poi il grande problema : "In Italia c’è uno zoccolo duro che vive nell’illegalità e chi invece, pur non vivendoci, ci fa grandi affari. C’è troppa gente che ha scelto la legalità malleabile. C’è un'EMERGENZA ETICA: bisogna che noi ci rialziamo dal degrado morale, dal pensiero debole e sbrigativo."

riforme, i rinnovamenti, saranno più apparenza che realtà, ambigui, compromessi." Io non so se un giorno i pensieri di Graeber diventeranno la nostra realtà, però so che credo ancora nell’idea di Stato , che non si possa ancora, in un Paese come l’Italia, ragionare su un radicale cambiamento di istituzioni. Ma c’è una cosa che comunque va presa ad esempio del movimento di OccupyWall Street: la capacità di prendere decisioni dal basso, di partecipare e di non vedere la classe politica in lontananza come qualcosa di intangibile e perso nel suo mondo di affari ed interessi privati. No. Serve responsabilità. "Non ci stiamo per la dignità di tutte le persone. Non permettiamo questo giochetto. Io voglio vedere i nuovi progetti, programmi freschi, parole chiare, impegni chiari… ma non da Luigi Ciotti. Altrimenti sarebbe inutile ricordare Falcone e Borsellino, inutile se non si è capaci di voltare pagina, alzare la testa. Più di 400 anni di mafie. Questo dobbiamo ricordarci questa sera." n

Sbrigativa quella madre che sta zitta di fronte ad un figlio che non vuole ascoltare e che, assecondandolo, prende per mano l’altra figlia, strattona il cane e se ne va. Forse è il degrado morale che ci spinge ad andarcene. Noi cervelli in fuga, cervelli pensanti che non vogliono spegnersi, vediamo così tanto marcio da non riuscire a farci coraggio ed entrare in lotta dall’interno? "È possibile creare positività, ma ci vuole uno scatto. Ciò che preoccupa è che se non c’è un cambio radicale all’interno della politica, le

orgia intellettuale

9


copernico

Copernicani all'estero: United World College

C

Attualità Copernicana di Francesca Maviglia

ari copernicani vecchi e nuovi, pullman accolto con pentole e vuvuzelas dagli Quando la meravigliosa redazione di Orgia studenti del secondo anno alle chiacchierate serali mi ha chiesto una testimonianza sul periodo con una cinese ed un’americana, passando per le di studio all’estero che sto vivendo, come potevo camminate del venerdì sera per andare fuori a cena rifiutare? nel paese più vicino e le lezioni di spagnolo con due Chi era presente l’anno scorso forse può ricordarsi guatemalensi, una messicana, una hondurense, un di me perché giravo per la scuola con i capelli marocchino ed uno spagnolo. Oppure l’eccitazione tinti di blu; l’attuale vuoto di colore nei corridoi della prima gita a Cardiff, con la mia amica che è dovuto al fatto che in questo momento sono in rassicura l’autista dell’autobus perplesso dalle Galles all’United World College of the Atlantic, nostre urla: "It’s all right, I’m just american!", e le dove finirò gli ultimi due anni di scuola. "National Evening" in cui a turno gli studenti dello stesso gruppo geografico/culturale preparano un So che il 99% delle persone che stanno leggendo breve spettacolo per giocare sugli stereotipi ed questa lettera non ha idea di cosa siano i Collegi del esibire gli elementi più caratteristici dei loro Paesi. Mondo Unito (aka UWC); io stessa non avevo idea della loro esistenza e tuttora non l’avrei se non fosse Certo mi mancano le porte blu del Copernico, i stato per la vostra redattrice, Lucrezia (grazie Lu!), momenti di complicità quotidiana con i miei che me ne ha fortunatamente parlato durante il compagni di classe, i poetici ed accoglienti annunci magnifico Cantamaggio di due anni fa (messaggio della preside all’interfono, gli intervalli in giardino non-tanto-subliminale: andate al Cantamaggio!). (dalle notizie che mi giungono pare che quest’anno Molto in breve, UWC è un’organizzazione fondata mi mancherebbero anche se fossi ancora lì), la 50 anni fa con lo scopo di riunire studenti da sensazione di familiarità e appartenenza di quando diversi paesi del mondo per studiare insieme, giravo per i corridoi con i miei amici, mentre qui è seguendo un programma sia accademico sia non, tutto nuovo e lontano dalla comfort zone. con particolare enfasi su attività di volontariato nella comunità locale e sull’attivismo per Quello che non mi manca è la sensazione di essere promuovere l’accettazione delle diverse culture e il chiusa dentro un acquario per pesci e non poter miglioramento della situazione sociale globale. Se uscire a vedere il mondo, il rapporto stressante con questa descrizione non è sufficiente per farvi venire i professori con cui raramente si riesce davvero voglia di entrarne a far parte, ecco una foto del a stabilire una relazione umana, l’anestetico castello che ospita il College dove sto studiando al alternarsi di un argomento dopo l’altro da studiare momento: e dimenticare, la noia e l’idea costante di star sprecando il tempo senza significato. So che in bianco e nero non rende bene, ma dato che mi rifiuto di piegarmi al crimine estetico di Con questo non voglio certo dire che il Copernico inserire un link in una pubblicazione cartacea vi faccia schifo e che quello che sto facendo io sia ricordo che Google è vostro amico e basta cercare meglio: questa scuola è stata la mia seconda casa, "Collegi del Mondo Unito" per trovare la pagina mi ha aiutato in tutti i modi possibili, mi ha fatto italiana dell’organizzazione. crescere e mi ha dato delle possibilità incredibili. Non è facile descrivere questo primo mese e Siamo fortunati perché, nonostante tutti i problemi mezzo in poche righe, dal terrorizzante arrivo in della scuola italiana, abbiamo – ancora – un sistema

10

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

educativo pubblico che funziona, magari non perfettamente ma lo fa, mentre in tanti altri paesi (il Regno Unito, per fare un esempio vicino) le speranze di studiare ad un’Università decente sono minime se la tua famiglia non può permettersi i costi di una scuola superiore privata.

del mondo, iscrivetevi ad un’associazione di volontariato, trovate qualcosa che vi dia il tipo di adrenalina e soddisfazione che vi serve in questo momento. Non lasciate che la scuola sia il centro della vostra vita così a lungo da diventare noiosa. n

Il messaggio che voglio lasciare non ha niente a che vedere con la ricerca di una migliore qualità scolastica, ma tanto con lo scorrere una dopo l’altra delle giornate: se vi sembra per per la maggior parte del tempo quello che fate non abbia senso, abbiate il coraggio di cambiare, studiate un anno/ sei mesi/tre mesi all’estero, fate attivismo, passate l’estate a lavorare come camerieri dall’altra parte

orgia intellettuale

11


attualità

India... Ancora una volta

Ancora una volta al bivio: tradizione e crescita economica possono essere conciliati? Attualità | di Caterina Frolloni

I

l governo del primo ministro indiano comunque ai governi locali. Monmohan Singh nell'ottobre dello scorso Lo stesso Barack Obama aveva affermato anno, si dice dopo sette anni di sostanziale l'impossibilità di creare nuovi posti di lavoro inattività del suo operativo, ha proposto un piano (dunque di generare crescita economica) a causa di liberalizzazione dell'economia che prevede la delle restrizioni ai finanziamenti stranieri in India. possibilità da parte di multinazionali straniere di Tali parole hanno provocato scalpore in un'India approdare nel subcontinente indiano non più solo ancora segnata da un forte antiamericanismo, in qualità di commercianti all'ingrosso, ma anche dovuto alla matrice socialista dei membri del al dettaglio. Multinazionali come WalMart, Tesco, Parlamento. La maggior parte di essi, infatti, Carrefour e Ikea avevano già espresso la loro derivano la loro cultura politica dal primo premier disponibilità ad investire capitale in India, però solo indiano Jawaharlal Nehru (1889-1964). a condizione che le leggi che ponevano restrizioni ai finanziamenti fossero cambiate. Nonostante questo piano di liberalizzazione sia Così il governo all'inizio di settembre 2012 ha scaturito dal desiderio di permettere all'India di presentato questo piano in Parlamento, scatenando entrare a far parte di quella parte di mondo che reazioni indignate dell'opposizione e di circa 50 noi chiamiamo "occidentale" o "sviluppato" basato milioni di persone (sul totale miliardo di abitanti su un modello di economia capitalistico, esiste dell'intero subcontinente) che in data 20 settembre realmente la necessità di ottimizzare il sistema hanno partecipato allo sciopero nazionale che ha di trasporto e vendita delle merci, soprattutto visto coinvolte scuole, uffici, trasporti pubblici alimentari, presso i piccoli commercianti: in India, ed ovviamente negozi. Ciò che si teme e che così come in molti paesi "in via di sviluppo" e ha scatenato queste pacifiche manifestazioni di "arretrati", il 30% delle merci giunge ai venditori disapprovazione non è altro che la possibilità che già marcio a causa delle strade dissestate e della il passaggio da una sistema economico di base mancanza di sufficienti celle frigorifere che socialista ad uno capitalistico tolga il lavoro - a garantiscano la freschezza dei cibi. causa della sleale concorrenza dei nuovi grandi Il piano di liberalizzazione, tuttavia, non risolverà ipermercati- a circa un milione di persone impiegate questo spreco di materia alimentare, bensì potrebbe nel piccolo commercio. causare un problema forse più ingente: attraverso la possibilità di investire capitale in India fino a Da un lato vi sono coloro che promuovono ed divenire maggiori azionisti, la nascita dei grandi accolgono con gioia questo piano di liberalizzazioni. ipermercati genererebbe circa un milione di Essi sostengono che il provvedimento in questione disoccupati fra i proprietari di piccole botteghe. farà crescere l'economia indiana: gli abitanti dei Proprio per questo motivo il 50% dei commercianti villaggi (che costituiscono il 65% della popolazione) indiani aderirà alle iniziative dell'opposizione, la permetteranno ai piccoli commercianti di quale sostiene che il prezzo delle merci in vendita sopravvivere, dal momento che gli ipermercati presso WalMart, Tesco e via dicendo sia nettamente potranno aprire solamente in città con più di 1 superiore alla norma. milione di abitanti (una cinquantina in tutta l'India). Pretendere che gli investimenti stranieri possano in Inoltre questi grossi rifornitori alimentari (e non) futuro risolvere i problemi economici dell'India è dovranno acquistare il 30% della loro merce da come pretendere di "esportare la democrazia". rivenditori locali e l'ultima parola spetterà sempre e

12

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

La questione è controversa: un occidente che non del 50%. Forse sbaglio, ma cosa succederà quando ha più di che investire a casa sua vuole trasferire la Serbia potrà usufruire di questa ricchezza le proprie attività in oriente, ma, così facendo, derivata dai nuovi investimenti e l'Italia ne sarà, esporta anche un tipo di economia che arricchirà dall'altro lato, impoverita? Non succederà forse pochi, impoverirà molti e invece di incrementare la che la manodopera italiana costerà meno di quella domanda, col tempo la farà decrescere, portando serba? così lo stesso sistema allo sfacelo (questa situazione è quella che stiamo vivendo noi, oggi, in occidente). "Non vogliamo svendere il Paese agli stranieri", Dunque, a mio avviso, non si tratta soltanto di afferma la parlamentare Mamata Banerjee che, una questione di diritto al lavoro, ma siamo di assieme al BJP (partito popolare indiano) e a partiti fronte all'esportazione (o importazione, a seconda comunisti minori, ha minacciato il governo di del punto di vista) di un qualcosa che potrebbe formare una coalizione per bocciare il suo piano di ricondurre l'occidente ad una situazione analoga al liberalizzazioni. colonialismo. Questa donna che non è solo una parlamentare, ma Se è vero che la storia si ripete, credo che ciò che ha sempre combattuto in prima linea per i diritti dei si ripresenti siano i meccanismi storici, mentre i ceti meno abbienti, cosa intendeva realmente dire ruoli di chi vive questi meccanismi si alterneranno con quella frase? di volta in volta, da popolazione a popolazione. Il messaggio che ne deriva ha una profonda valenza Una volta che l'India si sarà arricchita grazie agli culturale. Parliamo del cibo. Il cibo svolge un ruolo investimenti di noi occidentali, una volta che avrà chiave nella cultura di una popolazione, poiché attraversato le fasi della crescita, della decrescita, dietro esso si cela uno dei tasselli dell'identità del della crisi e della depressione, credo che sposterà i popolo stesso. La merce venduta da questi grandi suoi investimenti verso il nuovo mondo impoverito ipermercati, per loro natura occidentali, sarebbe (l'occidente). Chiaro che non sono né un'economista profondamente legata alla cultura culinaria europea né una storica, ma basta osservare la politica e americana e allontanerebbe così la popolazione economica della Fiat per rendersi conto che questo dai propri modelli di riferimento. processo sta avendo luogo proprio ora. Inoltre, probabilmente, dietro l'affermazione di Tralasciando la questione americana, la Fiat ha Mamata Banerjee, chiamata affettuosamente "Didi", iniziato i suoi licenziamenti nella Penisola proprio sorella maggiore, dai bengalesi (lei infatti proviene nel 2008, anno in cui la crisi economica è scoppiata e dal Bengala Occidentale), vi era anche un'allusione sono iniziate le trattative con il governo serbo per il neanche poi così tanto velata alla colonizzazione trasferimento della produzione della monovolume inglese subita fino al 1947. in terra balcanica. E tutto ciò a quale scopo? Essenzialmente l'azienda non aveva abbastanza L'India sta forse andando verso un nuovo tipo soldi per garantire gli stipendi minimi agli operai di colonizzazione? Secondo la mia ipotesi, sì, torinesi, dunque ha deciso di investire in un Paese ma presto sarà l'occidente a divenire colonia in cui la manodopera ha un costo inferiore di più dell'oriente. n

orgia intellettuale

13


copernico

Se Scrubs non ti è bastato

Intervista a Copernicani all'Università Attualità Copernicana | di Giulia Vendra

I

nizia il viaggio nel mondo dell’Università! Ecco l’intervista ad un’ex copernicana diplomatasi nel 2010, Sara Nanni, che ha scelto di studiare medicina; scopriamo insieme cosa questa scelta comporta.

Cosa ti ha spinto a scegliere questo corso di Laurea? Mi ha sempre incuriosito capire cosa accade all’interno del nostro corpo, come funziona, come mai ci ammaliamo ma soprattutto come si può intervenire per curarlo e migliorare la vita delle persone. Quali sono le materie principalmente affrontate? Anatomia, fisiologia, che concerne lo studio del funzionamento di apparati e sistemi, e patologia, ossia lo studio della varietà incredibilmente vasta dei modi in cui ci ammaliamo. Quanto ti hanno aiutato le competenze che hai acquisito grazie al Copernico? Molto! Soprattutto per quanto riguarda le materie trattate nei primi due anni, avevo delle basi solide che mi sono servite molto, e non solo nei campi convenzionali che chiunque potrebbe immaginare indispensabili nello studiare medicina, come la fisica, la biologia e la chimica, ma anche per quanto riguarda inglese, poiché la maggior parte degli articoli scientifici sono appunti in lingua anglofona. Come è stato il passaggio dal mondo liceale a quello universitario? È stato indubbiamente positivo! All’università ci sono delle tempistiche totalmente diverse da quelle a cui ti hanno abituato nell’arco dei cinque anni e se hai una buona capacità organizzativa riesci ad affrontare con serenità lo studio del vastissimo programma di medicina; se credete di aver studiato moltissimo al Copernico aspettatevi qualcosa di simile in ambito universitario, ma vi posso

14

orgia intellettuale

assicurare che è un corso di Laurea comunque affrontabile. Ovviamente cambia il rapporto con i professori, si riduce moltissimo e questo per certi versi è un vantaggio e per altri uno svantaggio. Due aggettivi che descrivano la tua facoltà: Stimolante ed impegnativa. Qual è lo stato attuale della facoltà bolognese? Ne è passato di tempo dal 1088! A mio parere qui a Bologna Medicina è organizzata molto bene, prevede che vengano utilizzati spesso i laboratori ed è strettamente collegata al mondo ospedaliero del Sant’Orsola. Ci sono inoltre un sacco di agevolazioni per tessere e abbonamenti ad associazioni della città, come ad esempio il CUSB, che ti permette di fare sport senza spendere troppo. A chi consiglieresti questo tipo di corso di Laurea? A chiunque sia curioso e desideroso di scoprire e conoscere, ma soprattutto a chi desidera lavorare un domani a stretto contatto con le persone. What’s next? Nel prossimo numero filosofia ed economia. n


pubblicità

Comitato Antimafia Rita Atria Ehi, tu! Sai cos'è la mafia? Ne sei così sicuro? Perché noi del Comitato Rita Atria siamo consapevoli che è un grave problema in Italia (ed anche in Emilia-Romagna, dove vi sono più di 100 beni confiscati). Pertanto come Rita Atria, la ragazza cui è intitolato il Comitato, ci informiamo e ci impegniamo nel nostro piccolo per sconfiggere la Criminalità Organizzata! Per saperne di più infórmati nelle classi 3A, 3N, 3O, consulta la nostra bacheca al primo piano tra i lotti 3 e 4 per conoscere le date delle riunioni o iscriviti al gruppo di Facebook. Ricordate: il nostro Comitato è aperto a tutti! Con il supporto di: Presidio Studentesco "Mauro Rostagno"

Gruppo Facebook http://sn.im/25a0azm

orgia intellettuale

15


copernico

Dì di si anche tu!

Attualità Copernicana | di Teresa Mazzanti

C

apita anche a voi di risvegliarvi a metà maggio e realizzare che improvvisamente un altro anno è passato? Che sia l’aria primaverile ad averci intorpidito, ma come sia possibile che questo accada, rimane un mistero: che tutte quelle persone, quelle parole, quei luoghi che ci sembravano così vicini tanto da poterne percepire costantemente la presenza su una spalla, siano d’un tratto diventati… ricordi! All’orizzonte si staglia l’estate in tutto il suo accecante splendore. Certo, una nebbia di verifiche ed interrogazioni offusca il panorama, ma si dissolverà presto. Estate: una sola parola capace di evocare un intero flusso di sensazioni, odori, esperienze...Pochi altri vocaboli tra gli oltre 135000 del dizionario ne sono altrettanto capaci, e credo che si tratti di una qualità straordinaria. O forse ancora più straordinario è il fatto che solo noi possiamo dirci responsabili di un contenuto così ricco, racchiuso in un insieme di sole sei lettere. E tanto maggiore sarà l’intensità evocativa con cui la parola estate vi si scioglie sulla lingua come la migliore delle prelibatezze, tanto più intensamente l’avrete vissuta. Il risultato è sempre qualcosa di unico. Bene, ora che vi ho fatto contorcere dal dolore sulle vostre scomode sedie rese ancor più scomode dal pensiero di un intero anno davanti, in tutta la sua massiccia presenza minacciosa, potete cominciare a proiettarvi verso una dimensione futura. Ai tre mesi estivi ognuno di noi attribuisce quindi immagini, ricordi, parole… Quanti di voi vi associano la parola volontariato? Personalmente posso dire di custodire nel ripostiglio della memoria anche una cartella con questo titolo. L’anno scorso mi sono ritrovata infatti con un intero mese libero, un agosto torrido e una Bologna

16

orgia intellettuale

deserta che ho voluto riempire con qualcosa di diverso. Forse alcuni di voi hanno già sentito parlare di Sayes, l’ente che si occupa di contattare associazioni di vario genere agenti sul territorio del comune e di organizzare attività di volontariato estivo per ragazzi. Lo so, chi ha voglia di sottrarre metà giornata, per una durata di due settimane, ad un meritato cazzeggio finalmente raggiunto dopo 9 mesi di scuola? Eppure queste due settimane potrebbero regalarvi momenti pieni, che vi assicuro non potrete dimenticare facilmente. Nel mio caso ho partecipato alle iniziative dell’associazione ADMO, che si occupa della donazione di midollo osseo. Oltre ad avvicinarmi ad un mondo e ad un ente che non conoscevo, ho incontrato tantissime persone di ogni età e genere, ma tutte accomunate da una forte motivazione : una passione e un entusiasmo che non hanno potuto fare a meno di coinvolgermi. Persone che non avrei mai pensato di conoscere. Ma quello che mi è rimasto impresso più nel profondo è forse l’essermi sentita apprezzata in un contesto nuovo, col quale non mi ero mai approcciata prima, essermi scoperta in grado di misurarmi con un ambiente lavorativo, di sentirmi motivata a dare un aiuto concreto in qualcosa che non riguardasse la scuola o le circostanze alle quali sono abituata. Per non parlare delle porte che mi si sono aperte di conseguenza. Mi basta pensare alle svariate iniziative che Sayes dedica agli ex volontari estivi (ma alle quali ogni liceale può prendere parte liberamente) durante il corso dell’anno, dal partecipare alla marcia della pace ad Assisi, ad un ciclo di incontri ed attività rivolti a tutti i giovani bolognesi.


orgia i ntellettuale

Insomma, una grande opportunità che consiglio vivamente a tutti di cogliere al volo. Mancano ancora molti mesi e certamente le prossime occupazioni estive non sono tra i nostri principali pensieri, ma mi è capitato di vedere molti ragazzi che l’anno scorso non hanno fatto in tempo ad iscriversi perché sono venuti a contatto con l’iniziativa troppo tardi. In genere l’elenco delle associazioni viene pubblicato a maggio insieme al modulo da compilare relativo alla partecipazione.

giornate intere non facevi altro che imparare cose nuove fino ad allora considerate irrealizzabili, tornando in qualche modo ad avere sei anni! Perché il volontariato non è solo fare del bene ad altri, ma anche divertirsi! A chi consiglieresti questa esperienza e perché? A tutti i giovincelli d'oggi che hanno voglia di compiere qualche buona azione o comunque di occupare noiose giornate estive! E poi l'attività di Sayes dà anche credito, quindi è proprio una bazza! Ringraziamo Veronica Amicarella :) n

Per chiunque abbia voglia di approfondire o leggere l’elenco delle associazioni con cui è possibile partecipare troverà sul sito tutte le informazioni di cui necessita. Ma prima di correre ad accendere Google, perché non leggere la testimonianza di una ragazza che, come me, è stata una volontaria dell’estate 2011? Dove e da chi hai sentito parlare di Sayes per la prima volta? Un giorno a scuola, durante l'intervallo, un ragazzo viene da me porgendomi un foglietto e mi dice: "Tieni". Senza nemmeno leggerlo me lo metto in tasca, e tornata a casa, mentre mi cambiavo, mi cade per terra. Ed è proprio in quel momento che sono venuta a sapere per la prima volta del progetto di Sayes! Sin da subito l'idea mi è sembrata assolutamente fantastica! Per quale associazione hai lavorato? Il biglietto mi diceva di andare sul sito di Sayes, così da avere maggiori informazioni. Sul sito ho trovato un elenco delle associazioni che aderivano al progetto e dove avrei potuto fare esperienza di volontariato. Curiosando un po' ho trovato un' associazione che risiedeva praticamente di fronte a casa mia, si chiamava FantaTeatro ed era una sorta di campo solare che intratteneva i bambini con laboratori teatrali e manuali. E allora mi son detta: perché no? Perché hai deciso di diventare volontaria? In estate le giornate in città sono sempre tutte uguali: se non esci con gli amici allora stai a casa su Facebook, e se non stai a casa su Facebook allora stai in cucina a mangiare. Insomma, con il volontariato hai l'occasione di stare fuori tutto il giorno divertendoti e per di più aiutando qualcuno che ha bisogno. Allora perché tirarsi indietro? Cosa ti ha lasciato questa esperienza? Tanta, tanta creatività! Stando con i bambini

orgia intellettuale

17


copernico

Stereotipi e violenza

Attualità Copernicana | di Teresa Mazzanti, Giulia Bergami e Valentina Fabbri

Il

25 novembre sarà la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne. Attorno a questa data ruotano una serie di eventi promossi dalla Casa delle Donne per non subire violenza, inerenti al Festival della Violenza Illustrata (le date del festival a momenti sul sito). In questa occasione saranno esposte immagini, presentati video, allestiti spettacoli, incontri, letture ed altre espressioni artistiche (e non) relative al tema della violenza di genere. In vista di questa occasione abbiamo proposto a 15 classi, 3 per ogni anno (1 linguistico, 1 PNI e 1 maxi) la compilazione del questionario qui pubblicato. Il questionario non voleva essere a titolo statistico, né informativo, non solo in quanto ciò non rientrava nelle nostre possibilità (e non abbiamo la presunzione che potesse), ma anche perché lo scopo che ci siamo prefissat* era piuttosto quello di suscitare il dubbio là dove si consolidano idee spesso stereotipate o poco chiare. Per questa ragione alcuni quesiti potevano risultare poco chiari nell’esposizione o comunque non sbrigativamente e banalmente affrontabili con un vero o falso. Dai risultati ottenuti dal sondaggio abbiamo confermato alcune delle nostre presupposizioni, nuove considerazioni ci sono invece apparse inaspettatamente. Alcune idee preconcette restano comunque largamente diffuse, aldilà del sesso, dell’anno e della sezione frequentata. In seguito al questionario, alleghiamo un elenco degli stereotipi più comuni con un commento che, nella sua brevità, speriamo non risulti banalizzante o poco esauriente. I punti citati e quelli non toccati per la loro lunga argomentazione (ad esempio la relazione tra pornografia e violenza) li terremo come spunti per riflessioni future, e speriamo che facciano riflettere anche altri. Chiunque sia curioso di esaminare i contenuti dei

18

orgia intellettuale

questionari distribuiti, può contattare la redazione, saremo felici di parlarne insieme! Intanto… cos’è la Casa delle donne per non subire violenza e di che cosa si occupa? La Casa delle donne per non subire violenza è un Centro antiviolenza dove viene offerto ascolto, sostegno e protezione a donne italiane e straniere vittime di violenza prevalentemente domestica, cioè da parte di partner o ex partner.


orgia intellettuale

Stereotipi e luoghi comuni In Italia, l’immagine della famiglia come luogo della sicurezza, della cura e degli affetti e delle strade cittadine come luoghi del pericolo e del rischio, fortemente radicata nelle nostre culture, ha contribuito al permanere di molti stereotipi sul fenomeno della violenza alle donne. Essi ostacolano un intervento appropriato e rendono ancora più faticoso e difficile per chi la subisce parlarne e chiedere aiuto. La confutazione degli stereotipi qui presentati si basa sull’esperienza ventennale delle Case e dei Centri Antiviolenza e sulle ricerche realizzate negli ultimi trent’anni in molti paesi. Stereotipo: Le donne sono più a rischio di violenza da parte di uomini a loro sconosciuti. I luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari; gli aggressori più probabili sono i loro partner, "ex" partner o altri uomini conosciuti: amici, colleghi, insegnanti, vicini di casa. Stereotipo: La violenza domestica è un fenomeno poco diffuso. La violenza domestica è un fenomeno sociale con un alto livello di sommerso: dai dati a nostra disposizione risulta che quasi un terzo delle donne hanno alle spalle storie di maltrattamenti ripetuti. La scarsa disponibilità all’ascolto da parte delle istituzioni e a volte di amici e parenti, la legittimazione sociale della violenza, la mancanza di risorse, la quasi impunibilità degli aggressori contribuiscono ancor oggi a mantenere sotto silenzio questo fenomeno. Stereotipo: La violenza domestica è presente soltanto fra le classi più povere o culturalmente e socialmente svantaggiate o stranieri. La violenza domestica è un fenomeno trasversale che interessa ogni strato sociale, economico e culturale, senza differenze di razza, di religione o di età. Stereotipo: La violenza domestica è causata dall’assunzione di alcool o droghe. L’alterazione dovuta all’alcool o alla droga viene spesso usata come giustificazione della violenza esercitata. Alcolismo e tossicodipendenza non sono mai "causa" diretta della violenza. Il legame fra uso di sostanze e comportamenti violenti, laddove esiste, è molto complesso e mediato da fattori culturali quali il ritenere che l’alcool abbia un effetto disinibente. È stato dimostrato che la maggior parte degli episodi di violenza, quando il partner violento è alcolista, si verifica in assenza di consumo di alcool. Molti alcolisti o consumatori abituali di droghe non sono violenti con le loro partner.

Stereotipo: La violenza domestica non incide sulla salute delle donne. La violenza domestica è stata definita dagli esperti della Banca Mondiale come un problema di salute pubblica che incide gravemente sul benessere fisico e psicologico delle donne e di tutti coloro che ne sono vittima. Si stima che uno su cinque giorni di salute persi dalle donne in età riproduttiva sia dovuto a stupro e violenza domestica. Stereotipo: La violenza domestica è causata da una momentanea perdita di controllo. La maggior parte degli episodi di violenza che si verificano all’interno della famiglia sono premeditati. Il concetto di "perdita di controllo" è contraddetto dalla testimonianza stessa degli aggressori: se da un lato essi asseriscono che la violenza sfugge al loro controllo razionale, dall’altro riconoscono che il suo uso è giustificato dal comportamento delle donne e calcolato al fine di ottenere certi effetti su di loro. Stereotipo: I partner violenti sono persone con problemi psichiatrici. Credere che il maltrattamento sia connesso a manifestazioni di patologia mentale ci aiuta a mantenerlo lontano dalla nostra vita, a pensare che sia un problema "degli altri". In realtà, solo una percentuale di maltrattatori inferiore al 10% manifesta caratteristiche o sintomi psicopatologici. La grande diffusione della violenza domestica esclude la possibilità che si tratti di un fenomeno interpretabile in termini di patologia o devianza. Stereotipo: I partner violenti hanno sempre subìto maltrattamenti nell’infanzia. Il fatto di avere subìto violenza nell’infanzia non comporta automaticamente diventare violenti in età adulta. La relazione fra questi due fenomeni, quando esiste, va studiata caso per caso. Ci troviamo infatti di fronte sia a maltrattatori che non hanno mai subito o assistito a violenza durante l’infanzia, sia a vittime di violenza che non ripetono tale modello di comportamento. Stereotipo: Alle donne che subiscono violenza domestica "piace" essere picchiate, altrimenti se ne andrebbero di casa. Paura, dipendenza economica, isolamento, mancanza di alloggio, riprovazione sociale e spesso da parte della stessa famiglia di origine, sono alcuni dei numerosi fattori che rendono difficile per le donne interrompere la situazione di violenza.

orgia intellettuale

19


orgia i ntellettuale

Stereotipo: Anche le donne sono violente nei confronti dei loro partner. Una significativa percentuale di aggressioni e di omicidi compiuti dalle donne nei confronti del partner si verifica a scopo di autodifesa e in risposta a gravi situazioni di minaccia per la propria sopravvivenza. Salvo il caso degli omicidi, la violenza femminile, quando esiste, si configura in modo diverso e raramente assume le caratteristiche di sistematicità e lesività che caratterizzano il maltrattamento maschile. Stereotipo: La donna che viene picchiata ha fatto qualcosa per cui se l’è meritato. Nessun comportamento o provocazione messa in atto dalle donne può giustificare la violenza da loro subita. Stereotipo: spesso un uomo violento non riesce a contenere la propria aggressività e la rabbia gli fa perdere il controllo. La rabbia è un sentimento comune a tutte le persone che spesso proviamo anche nei confronti delle persone a cui vogliamo più bene. Non possiamo scegliere quando provare rabbia, ma possiamo scegliere sempre come esprimerla: un atto

di violenza è una scelta e quindi una responsabilità personale. Stereotipo: un uomo violento può essere un buon padre. I bambini che assistono alle violenze del padre sulla madre ne riportano un danno equivalente a come se l’avessero subita direttamente. Stereotipo: il problema della violenza contro le donne riguarda la famiglia e non la società. Il problema della violenza domestica è sempre stato tenuto sotto silenzio sia dagli uomini consapevoli di compiere reati, sia dalle donne che si vergognano di esserne vittime, che dalla società che tradizionalmente lo ritiene un problema intimo delle persone a cui capita e pertanto non di propria competenza. Si tratta invece di un fenomeno di origine culturale drammaticamente diffuso a livello globale, che compete anche alla società. Ringraziamo la Casa delle Donne per l’aiuto e i dati che ci ha fornito. n

Teresa Mazzanti

20

orgia intellettuale


attualità

Anarchy on the Web

Attualità | di Marko Mansuelli

F

acebook è gratuito. E lo sarà sempre. Questo è lo slogan che ci appare quando ci troviamo davanti alla schermata iniziale di Facebook. Ma a qualcuno potrebbe sorgere il dubbio che il popolarissimo social network prima o poi possa diventare a pagamento. Ormai siamo abituati a vivere internet da dipendenti, soprattutto quando si tratta di quei siti che ci permettono di fare ricerche e di metterci in contatto con i nostri amici o con chiunque si voglia. Ma qualcuno si è mai chiesto chi o cosa sia a capo di questo immenso mondo parallelo virtuale, in cui noi 'giriamo' spensieratamente, come fossimo nel centro storico della nostra città?

La verità è che, ora come ora, su internet vige una specie di anarchia. Non sono molti i limiti che un privato ha sul web e ancora non esiste un'efficiente regolamentazione a livello internazionale. Ma a chi importa? 'Più libero è, meglio è' si potrebbe dire... Ma la verità è che senza leggi da seguire su scala mondiale, molti Paesi sono suscettibili a certi usi - o abusi, direbbero i loro governi - di internet. Com'è capitato, ad esempio, con le primavere arabe, per cui i dissidenti al regime spesso facevano trapelare notizie sull'andamento delle rivoluzioni attraverso i loro tweet, magari scavalcando le barriere imposte nel mondo reale dal dittatore di turno. È per cercare di porre dei limiti a internet che nel prossimo dicembre, a Dubai, si svolgerà la World conference on international telecommunications. Sarà un summit a livello mondiale in cui due ideologie diverse si scontreranno per decidere le sorti della rete. Una fazione è guidata dagli Stati Uniti (e dai suoi alleati), che ritengono giusto lasciare internet così com'è ora, poiché, come affermò mesi fa la vicepresidente Clinton al New York Times, è giusto che i dissidenti ai regimi dittatoriali di tutto il mondo abbiano la possibilità di farsi sentire; ovviamente sono parole molto ben studiate in un periodo in cui le guerre civili nel Nord Africa

costituiscono un tema particolarmente scottante. Ma cosa spinge veramente gli Usa ad indossare ancora una volta la maschera del supereroe? In verità vogliono mantenere l'egemonia su internet per continuare con successo la loro politica del full spectrum of dominance, ovvero il dominio americano su tutti i campi: terra, mare, aria, spazio e ora anche internet. Da notare, infatti, che i siti che finiscono per '.com', '.net' e '.org' sono la maggioranza nel web e hanno sede negli Stati Uniti, quindi sottostanno alle leggi americane. La politica degli States, inoltre, è sostenuta da giganti del web come Google, Facebook e Twitter che hanno un'influenza non poco rilevante. Dall'altra parte del ring, a Dubai, si troverà la Russia che già nel 1998 sosteneva fosse necessario adottare dei 'principi internazionali' contro il terrorismo dell'informazione, che starebbe danneggiando legittimi governi. Della stessa idea oggi sono anche altri paesi quali Cina, Bielorussia, Cuba, Zimbabwe e altri non molto famosi per il loro rispetto della libertà di parola. Dubai offre la possibilità alla Russia e alla Cina di farsi sentire, anche perché si avvalgono del sostegno di India, Brasile, Iran e Arabia Saudita, Paesi che al di là delle nostre convinzioni e di cosa ci dicono i nostri giornali, sono molto forti. Ma cosa propongono effettivamente gli avversari degli Usa? Sostengono che è necessaria una regolamentazione della rete da parte di organizzazioni collegate all'Onu come l'Itu (International telecommunications union). Inoltre, propongono che l'accesso a social network e siti vari avvenga a pagamento, a vantaggio delle compagnie telefoniche e delle finanze pubbliche dei Paesi dove quei network e siti hanno sede. Per esempio, gli utenti russi dovrebbero pagare l'uso di Facebook agli Usa (e di conseguenza sarebbero scoraggiati ad accedervi). Quest'ultima opzione difficilmente verrà accettata, ma sarebbe meglio non essere tanto sicuri di quei 'sempre' che Facebook ed altri siti ci promettono. n

orgia intellettuale

21


copernico

Proteggiamo la scuola pubblica dal ddl Aprea

Attualità Copernicana | di Coordinamento Collettivi Antagonisti

F

orse qualcuno ricorda la questione del disegno di legge Aprea, che, durante il primo anno del ministero Gelmini (eravamo nel 2008) suscitò la protesta di tutto il mondo della scuola. Un disegno di legge che favorisce l’inserimento di un privato nella gestione e nel finanziamento della scuola pubblica. Ora questo ddl deve essere approvato in parlamento rischiando di riformare radicalmente gli organi collegiali della scuola, la sua gestione e didattica. Come? Molto semplice: abrogando tutti i diritti ottenuti da studenti e studentesse con anni di lotte e sanciti dallo "Statuto delle Studentesse e degli Studenti della Scuola Secondaria"(Decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249 in Gazzetta Ufficiale, 29 luglio, n. 175). Ma analizziamo meglio i cambiamenti agli organi collegiali previsti dal ddl:

all’istituto. La rappresentanza del personale ATA sarà semplicemente cancellata. Per quanto riguarda gli studenti il ddl prevede che essi siano rappresentati, ma non viene detto quanti rappresentanti ci debbano essere né come debbano essere nominati (anche uno solo andrebbe bene!). Tuttavia la novità più grave è l’ingresso di un privato cittadino nel finanziamento della scuola pubblica e nel CdA, in quanto ciò comprometterebbe l’autonomia degli istituti e l’imparzialità degli stessi insegnamenti. Le scuole non possono diventare direttamente fondazioni, ma possono ricevere contributi da fondazioni per sostenere la propria offerta formativa. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché mai un privato vorrebbe finanziare un istituto se non per ottenere un tornaconto personale?

Le scuole avrebbero autonomia statutaria. Ciò significa che, se ora il funzionamento e la composizione del Consiglio di Istituto e degli altri organi collegiali sono pressoché uniformi per tutte le scuole della nazione, in seguito all’approvazione del ddl ogni scuola avrà organi collegiali che funzionano in modo diverso e addirittura diversi organi di partecipazione, ma ciò non porterà gli organi collegiali, in particolare il Consiglio di Istituto, ad avere più ampi poteri decisionali; piuttosto essi saranno liberi di decidere da soli il proprio funzionamento e la propria composizione. Quindi questa tanto decantata autonomia statutaria quale utilità avrebbe?

Consigli di Classe Attualmente il Consiglio di Classe è presieduto dal DS o da un coordinatore di classe che ne fa le veci ed è composto, oltre che da tutti i docenti della classe, da due rappresentanti dei genitori e da due rappresentanti degli studenti. Il ddl abroga esplicitamente queste norme, ma non è chiaro che cosa introduca al loro posto. Si dice questo: il Consiglio dei docenti opera anche per consigli di classe. Quindi i Consigli di Classe sarebbero composti solo dai docenti? Però si dice anche che lo statuto disciplina la composizione, le modalità della necessaria partecipazione degli alunni e dei genitori alla definizione e raggiungimento degli obiettivi educativi di ogni singola classe. Insomma, la partecipazione di studenti e genitori nelle classi è demandata allo statuto della scuola, non è più garantita dalla legge, diventa una sorta di concessione della scuola stessa. Rappresentanti di genitori e degli studenti I rappresentanti di genitori e degli studenti potrebbero anche non essere eletti, ma designati in altro modo (ad esempio nominati dal preside).

Consiglio dell’autonomia (ex Consiglio di Istituto) Il Consiglio di Istituto è ribattezzato Consiglio dell’autonomia ed il numero dei componenti viene assai ridotto (ora per le scuole con più di 500 studenti sono previsti 19 membri, mentre il ddl prevede tra i 9 e i 13 membri). Al CdA parteciperebbero docenti e genitori in pari numero, il Dirigente Scolastico e due membri esterni

22

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

Il comma è troppo generico per fare deduzioni ragionevoli.

Conclusioni Dietro il feticcio dell’autonomia scolastica – che viene garantita in modo formale, cioè finto, e non sostanziale – si cela la sostanziale volontà di distruggere gli organismi di partecipazione di studenti e famiglie e favorire le influenze esterne nell’amministrazione scolastica.

Diritto di assemblea Potremo dire addio alle assemblee d’istituto, ai collettivi studenteschi ed al nostro diritto fondamentale di riunirci tra studenti per confrontarci su temi che ci stanno a cuore e che ci toccano da vicino! Il ddl abrogherebbe tutti Questo ddl distruggerà la scuola pubblica come gli articoli dal. 12 al. 15 del D.Lgs. 297/94, che la conosciamo, al fine di creare una sorta di istituiscono e regolano in modo preciso, per genitori "scuola-azienda" sul modello delle charter schools americane. Cerchiamo tutti insieme di informarci e studenti, il diritto di assemblea. In particolare bene su questo disegno di legge per riuscire a verrebbero abbattuti, in un colpo solo, l’assemblea contestarlo e respingerlo! La scuola pubblica è e di classe, il comitato degli studenti e dei genitori (riunione dei rappresentanti di classe) e l’assemblea deve rimanere un bene comune inviolabile! n generale d’istituto.

Teresa Mazzanti

orgia intellettuale

23


attualità

Lo sapevi che...

Riflessioni sull'aborto Rubrica di Attualità | di Teresa Mazzanti

L

o sapevi che… Il 28 settembre è stata la Giornata mondiale per l’Aborto Accessibile, Legale e Sicuro.

Ebbene, perché dedicare una data al tema dell’aborto, accompagnato da questi tre attributi? Perché in tanti paesi l’interruzione volontaria di gravidanza non è ancora legale, tanto meno accessibile e sicura. Perché in Italia, a distanza di 30 anni dalla sua legalizzazione, l’aborto resta un tema caparbiamente dibattuto.

Perché l’accessibilità e la sicurezza, i punti cardine che la 194 si prefiggeva di assicurare, stanno venendo messi a repentaglio. Se oltre il 70% dei medici (oltre l’80% in alcune regioni) si dichiarano obiettori di coscienza per propri interessi professionali, per poi, molte volte, operare privatamente nel proprio studio in cambio di contanti; se i consultori non offrono adeguatamente

24

orgia intellettuale

i propri servizi o sono addirittura assenti, se negli ospedali la donna è spesso abbandonata in un momento che più di ogni altro necessita di un supporto psicologico, allora, dopo tutti questi se, ci si chiede se è davvero il caso di parlare di aborto sicuro, accessibile. Legale. Si ritorna alle cliniche private, a quelle straniere (chi se lo può permettere, ovviamente, e le altre?). Negli ultimi anni, grazie anche a una maggiore educazione sessuale, i casi di aborto sono calati. Ma l’interruzione di gravidanza è e resterà sempre una scelta mai facile, sempre dolorosa, che una donna deve poter compiere liberamente e con la consapevolezza di poterla compiere in totale sicurezza, sia fisica sia psichica (per quel tanto che quest’ultima sia possibile). E questo glielo deve assicurare in primo luogo lo Stato. Dovrebbe. n


cultura » libri

Il circo capovolto

Recensione del libro di Milena Magnani Cultura » Libri | di Lucrezia Zanardi ——————————————————————— La verità è che si continuano a stabilire linee di confine. Ci si trova collocati di qua o di là da una recinzione. Però io dico che si può provare a camminare sopra la recinzione, calpestandone il filo spinato, in un eterno sconfinamento. ——————————————————————— on partirò raccontandovi l’inizio di questo libro, né arriverò ad una fine. Mi piace piuttosto farvi immaginare tanti bambini che ascoltano una storia, che sembra quasi una storia di magia, di artisti che sanno stare su un filo e uomini che sanno sputar fuoco. Una storia di teatranti. Una storia di circo, del Kèk Cirkus. Ma non c’è solo una storia di finzione e giocoleria: esiste anche la storia reale e con essa le sue brutture. E così Branko Habral è morto appena fuori dal campo nomadi, sette pugnalate che non l’hanno risparmiato. Lui, che dall’Ungheria aveva deciso di partire, partire per riscoprire le sue radici, nei luoghi in cui il padre le aveva perse, o aveva cercato di dimenticare. Perché Birkenau ha risparmiato solo lui.. assieme agli scatoloni del Kek Cirkus. Branko scopre di avere origini rom solo una volta cresciuto, il padre, toccato dallo sterminio di tutta la sua famiglia, una volta uscito dall’inferno decide di rinnegare le sue origini e di cambiare vita in modo radicale. E così Branko cresce, sradicato, irrequieto. Ma i geni non mentono e, quando si scopre capace di camminare su un filo come un trapezista provetto, il padre deve ammettere, non senza fatica, tutta la verità. "Perché in fondo non siamo una tribù di parenti o consanguinei, veniamo da Paesi incredibilmente distanti, però ci accomuna questo aver steso i panni sopra gli stessi fili, questo esserci accettati l’un l’altro in quanto cittadini senza più radici". E questo è Branko, che parla ai bambini del campo

N

nomadi, una volta giunto a destinazione. Giunto a destinazione, durante l’inverno della grande pioggia,un camion carico di scatoloni, convinto di poter trovare uno spazio libero dove accamparsi. Non è così semplice, anche un campo nomadi è un crogiolo di realtà molteplici e poco compatibili, esattamente come la società che lo circonda, nel quale prevalgono l’aggressività e l’esclusione – almeno iniziale – dell’altro. La stessa emarginazione e lo stesso disagio che connotano la società esterna, quella dei ‘normali’. L’orgoglio imporrebbe di risalire sul camion e riprendere il cammino, ma ci sono gli occhi dei bambini, la loro curiosità per il carico che lui ha dichiarato: un circo. E Branko rimane, con un circo da costruire e una dolorosa eroica storia da raccontare. Un’espressività che è "sorella gemella della musica" ha affermato Erri De Luca: Milena Magnani non ci racconta soltanto di un passato spietato, che tutti ci ripetiamo di ricordare e non ripetere, ci

orgia intellettuale

25


orgia i ntellettuale

racconta anche del dolore presente, di una storia che disgraziatamente si ripete, tra repressioni e odio irrisolto.. Però Branko Hrabalci lascia un messaggio: "E poi la sensazione impalpabile, simile a un presentimento, di poter vivere nel campo in un modo diverso, in un modo che, forse, potrebbe mettere in salvo". C’è una possibilità di riscatto, di futuro: un nuovo circo, un "Circo capovolto" , quello che quei piccoli ascoltatori rimonteranno, nella memoria, nell’onore del loro narratore.. e di ogni vittima. n ——————————————————————— "Chissà se qualcosa di me è rimasto fuori a alitare per le strade. Sugli autobus. Sotto i rossi dei semafori. Chissà se qualche sconosciuto per caso un giorno si farà venire in mente il mio volto, magari mentre ricorda un’altra cosa, se ritroverà l’immagine di questo mezzo randagio che sono stato, seduto sul fondo. […] Chissà se qualcuno proverà sollievo non vedendomi salire alla fermata degli ipermercati, al pensiero che non dovrà, per quel giorno, abbassare immediatamente il finestrino.

E infine chissà se, dopo tanto sollievo, qualcuno si domanderà dove sono finito. Così malandato. Così poco gradevole come qualsiasi altro baraccato". Perché ciò che noi siamo, quello che ci sentiamo "alla fine è soltanto un pensiero", perché così è fatta la vita di un uomo "è un’immagine che si crede di aver visto, inghiottita di colpo da un dolore senza preavviso". ——————————————————————— [Per chi fosse interessato al tema, questa storia verrà recitata anche su un palco! Da venerdì 15 a domenica 17 febbraio alle 21 al Teatro delle Temperie di Calcara (frazione di Crespellano)]

Teresa Mazzanti

26

orgia intellettuale


cultura » libri

Il coraggio di vivere ancora non c’è

Recensione del libro di Alberto Moravia Cultura » Libri | di Giulia Vendra

A

lzi la mano chi non ha mai avuto un compagno di classe un po’ effeminato, puntualmente schernito e aggredito per questo suo particolare modo di essere. Ebbene, Marcello si trova suo malgrado in questa categoria di bambini, ed una violenza cieca e immotivata si impadronisce di lui ogni volta che si trova a giocare da solo, ossia sempre. Un giorno, di ritorno da scuola, mentre sta percorrendo solitario la strada di casa, una macchina di lusso accosta e lui, prigioniero del tutù rosa che i suoi sfrontati compagni di classe gli hanno infilato con forza, accetta un passaggio verso casa; dentro l’abitacolo c’è Lino, il giovane autista di una ricca nobildonna straniera, ovviamente in vacanza quando lo chauffeur conduce l’innocente bambino nella sua camera da letto .La promessa di un regalo speciale ed ecco che Marcello viene condotto una seconda volta in un stanzino dove, istigato dal pedofilo, spara un colpo di rivoltella. Gli anni passano e Marcello non riesce a cancellare questo terribile e sanguinoso omicidio dalla sua memoria; ora è un giovane e promettente membro del regime fascista, all’interno del quale è così facile trovare un’identità preconfezionata che decide di fare suo un conformismo spudorato, che lo porterà a sposare una donna che non stima ma soprattutto che non ama, sempre fedele al motto: "Se lo fanno tutti è giusto, è normale". Che brutto concetto quello di normalità, che esprime la conformità a una regola che non si sa bene chi abbia stabilito, ma al quale molti ubbidiscono a capo chino. Eppure, se guardiamo nel passato di questo serioso uomo in completo grigio troviamo un padre chiuso in una clinica per malattie mentali e una madre sessantenne con un amante di vent’anni che non dimostra il minimo interesse per la vita, seppur uniformata alla massa, del figlio. In questo scenario così triste e squallido c’è però una figura che con il suo orientamento politico si è creato molti dissensi,

un professore universitario, ex docente di Marcello, un intellettuale osteggiato dal partito; lo stesso ragazzo che un tempo seguiva con interesse le sue lezioni si ritrova a Parigi con un unico scopo: indicare al cecchino che volto ha il suo vecchio professore, colpevole di occuparsi della formazione di giovani rivoluzionari. Una scossa però colpisce il giovane quando incontra la moglie della vittima, una donna alta dalla fronte luminosa che incanta chiunque abbia la fortuna di guardare nei suoi profondi occhi castani, e dove tuttavia alberga un’anima astuta e pronta a tutto pur di raggiungere il suo scopo, in questo caso sedurre l’ottusa ma formosa moglie di Marcello. Provate ad immaginare la sua faccia quando le scopre in atteggiamenti intimi nella sua stanza d’albergo!Un nemico da eliminare, un incontro che lo riporterà all’epoca del suo essere vittima e un colpo di scena nel finale riempiono questo libro di ingredienti interessanti, ma non ti permettono mai di allontanarti dalla denuncia dell’autore e dall’amara consapevolezza che , in fondo, siamo tutti un po’ conformisti. Lo so, dura lex sed lex, ma il calore del conformismo, più o meno inconsciamente, è parte di noi. Tocca poi a ciascuno trovare il giusto equilibrio tra ciò che si è e la società che ci circonda, senza però dimenticare che l’anticonformismo e la varietà culturale sono due elementi che danno quel sapore in più alla nostra vita senza i quali l’esistenza si riduce davvero soltanto ad un soffio effimero. n ——————————————————————— "… tutti la perdiamo la nostra innocenza, in un modo o in un altro: questa è la normalità, questo ripiego, questa forma vuota. Al di fuori di essa, tutto è confusione e arbitrio" . ———————————————————————

orgia intellettuale

27


cultura » fotografia

Berlin, du bist so wunderbar!

Un diario di bordo per immagini. reportage fotografico di Lucrezia Zanardi

M

entre la S-Bahn mi riportava alla cara Kreuzberg, una notte di settembre, pensavo a quanto mi sentissi parte di quell’enorme agglomerato di case e, pur non vivendoci, ne riconoscevo la storia e la sentivo come presente. Perché Berlino non dimentica ma continua a vivere, con una voglia propulsante carica d’adrenalina. Per questo il titolo non è solo un elogio alle

Fehrnsehturm

28

orgia intellettuale

pubblicità che la Berliner ha messo in giro per la città; è il consiglio datomi quella tarda serata: Berlino come sei? Fresca? Giovane? Attiva? Malinconica? Esuberante? Levigata?... Sei WUNDERBAR! Non c’è altro aggettivo. n


orgia i ntellettuale

Hauptbahnhof

Holocaust Mahnmal

orgia intellettuale

29


orgia i ntellettuale

Sony Center

Viktoria Park

30

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

Viktoria Park

Döner Kebab, Yorckstraβe

orgia intellettuale

31


orgia i ntellettuale

Kreuzberg

Kreuzberg

32

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

Arbeit

Polnische Augen

orgia intellettuale

33


orgia i ntellettuale

Bahnhof Zoo

Bahnhof Zoo

34

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

Bahnhof Zoo

Alexanderplatz bei Nacht

orgia intellettuale

35


orgia i ntellettuale

Alexanderplatz bei Nacht

Berlinische Galerie

36

orgia intellettuale


cultura » cinema

Revolutionary Road

Recensione del film di Sam Mendes Cultura » Cinema | di Marina Huo

"P

er anni ho pensato che noi condividessimo un segreto: che noi due saremmo stati meravigliosi nel mondo." "Hopeless emptiness. Now you’ve said it. Plenty of people are onto the emptiness, but it takes real guts to see the hopelessness."

Parigi, a vivere... davvero. E solo fuggendo insieme dalle noiose giornate una perfettamente uguale all'altra, dalla delusione di esser diventati proprio le persone che non volevano diventare, dal vuoto disperato delle loro vite, avranno finalmente l'occasione di rivoluzionare le loro strade...

Se provate a chiedere di loro agli abitanti di Revolutionary Road, sicuramente vi risponderanno che Frank e April Wheeler sono una coppia perfetta: belli, simpatici e colti. Ma aldilà delle apparenze che entrambi cercano di mantenere ad ogni costo, sono due persone deluse dalla vita, dall'altro, ma soprattutto da se stessi. La loro intera esistenza è fondata sul presupposto di essere diversi, di essere immuni alla pateticità e monotonia che sembrano contagiare chiunque si trasferisca in periferia, di essere, insomma, speciali. Ma non lo sono!

Ma non potrebbero essere felici a Revolutionary Road, esattamente lì dove sono? I parigini sono forse gli unici capaci di condurre un tipo di vita diverso?

A cambiarli sarà la forte volontà di April di realizzare il sogno di sempre di Frank: andare a

Revolutionary Road è un concentrato di emozioni, di sentimenti e di temi estremamente umani, una storia vissuta negli anni '50 tra il conformismo sociale, i sogni e la voglia di vivere. Con i pluricandidati all'oscar Leonardo Di Caprio e Kate Winslet, un film troppo commovente: merito soprattutto della forza dei dialoghi e delle perfette interpretazioni: ecco perchè vi consiglio di guardarlo in lingua originale! Il finale sarà inevitabilmente offuscato dalle lacrime :'( n

orgia intellettuale

37


cultura » altro

Dolci Ciccioni

cultura » altro | di Andrea Liotta

C

iao a tutti! So che alla fin fine questa roba non la leggerà nessuno (giustamente aggiungerei!) e passerete tutti direttamente alle ricette, quindi non sprecherò tempo nell’augurarvi "bentornatiii!1!!1!!" o cose simili, ma arriverò direttamente al sodo. Le due ricette di questo bimestre sono: i cupcakes (una botta di grasso incredibbbbbile) e le frittelline di riso (che mi faceva sempre la nonna!).

Cupcakes! Occorrente Una teglia da muffin o dei "porta pirottini" (non conosco il nome, sono in alluminio ed hanno la forma dei muffin!) Un setaccio fine 2 Uova 120 g Burro a temperatura ambiente 120 g di Farina 120 g di Zucchero Un cucchiaino raso di lievito in polvere (quello per dolci!) La scorza grattugiata di un limone Un pizzico di limone Una bustina di vanillina (lo zucchero a velo, per intenderci)

38

orgia intellettuale

Preparazione La preparazione, se vogliamo essere onesti, è piuttosto facile: prendete le solite fruste e sbattete lo zucchero ed il burro, finché non diventano una bella cremina. Ora, una ad una aggiungete le uova, il sale e la vanillina. Mentre continuate a lavorare l’impasto adducete la scorza. Come ultimo passo aggiungete la farina ed il lievito, passati prima al setaccio. A questo punto prendete un cucchiaio di legno e usatelo per mescolare il tutto. Adesso prendete la vostra teglia o quello che avete intenzione di usare, metteteci dentro dei pirottini di carta e distribuite l’impasto all’interno, facendo attenzione che non superi la metà, altrimenti in fase di cottura vi uscirà dal bordo! A questo punto infornate (se il forno è già acceso è meglio) a 180° per 20 minuti, quando dovrebbero dorarsi in superficie. Teoricamente la ricetta finisce qui, perché sono buoni anche da soli. Ma tutti sappiamo che un cupcake senza la sua copertura burrosa da far schifo non è nulla. Quindi vi lascio qui sotto anche la base per la crema al burro. Per la precisione per 300 gr di crema.


orgia INTELLETTUALE

Crema al burro (300 gr) Occorrente Termometro da cucina Pentolino con il fondo grosso Una spatola 150 g di Zucchero 50 ml di Acqua 175 g del solito burro 6 tuorli (125 gr) una busta di vanillina Preparazione Mettete l’acqua e lo zucchero nel pentolino a fuoco lento, mescolate di tanto in tanto con un cucchiaio d’acciaio finché non diventa sciroppo (all’incirca quando raggiunge i 121°, fate attenzione che non diventi caramello). A questo punto con le fruste sbattete i tuorli e poi aggiungete lo sciroppo. Ora prendete il burro, fatelo diventare una specie di cremina con l’aiuto della spatola ed unite burro, vanillina e la miscela che avevate fatto prima. Ora potete aggiungere a piacere cacao in polvere, scorza di limone, vaniglia, insomma, lavorate di fantasia! Mettete poi in frigo ed aggiungete sopra ai vari tortini.

Preparazione Mettete il latte in una pentola e portatelo a ebollizione, a questo punto ponete il riso con il sale e lasciatelo cuocere per una ventina di minuti scarsa, finché non assorbe gran parte del latte. A questo punto aggiungete il resto degli ingredienti, mettete l’olio in padella e portatelo a temperatura da frittura. Ora, con un bel mestolone mettete l’impasto di riso a friggere, fino a quando non diverrà dorato da entrambi i lati. "Dov’è il dolce?" , vi chiederete. Semplice, mentre scola l’olio sullo scottex, aggiungete zucchero a piacere (io in genere ne metto da far venir le carie, ma qui sta a voi!) e gustate! (: n

Ora che abbiamo guadagnato qualche chilo, possiamo passare al momento frittella! Frittelle Ingredienti Un litro di latte 2 uova 100 g di riso 3 cucchiai di farina sale quanto basta olio per friggerle.

Teresa Mazzanti orgia intellettuale

39


cultura » cinema

Some Prefer Cake

Cultura » Cinema | di Teresa Mazzanti

Q

uest’anno, dal 20 al 23 settembre, si è svolta la IV edizione di Some Prefer Cake , il festival che ogni anno celebra la ricchezza del cinema lesbico. Da molti sicuramente è passato inosservato, ma forse qualcuno ha notato la forza visuale della foto protagonista della locandina di quest’anno: una stampa in bianco e nero ritrae una giovane donna di colore, lo sguardo sicuro, forte, quasi ribelle, un occhio fisso in quello dell’osservatore, l’altro nascosto dalla nuvola di fumo che le esce dalle labbra dischiuse. Ma perché un festival di cinema lesbico? "Perché ostinarsi a organizzare un festival di cinema lesbico in tempo di spread, quando le risorse per la cultura vengono drasticamente tagliate e la crisi sembra fagocitare le nostre vite? La precarietà vuole rubarci il tempo per la creatività, i sogni, lo spaio mentale per immaginare e sperimentare altri mondi possibili. Noi come lesbiche ci ribelliamo a questi meccanismi che ci uccidono, e lo facciamo anche attraverso le visioni cinematografiche, perché crediamo nel potere rivoluzionario dell’immaginazione". Sono le frasi di Luki Massa, dell’associazione Fuoricampo. Per lei, e per molti altri, un festival di cinema lesbico significa uscire dalle costrizioni, dagli stereotipi, dai tabù. Significa celebrare un patrimonio culturale che testimonia parole, relazioni, storie, sentimenti che tutti possiamo riconoscere, e di cui tutti dovremmo godere. Purtroppo la ricchezza di questo patrimonio rimane un tesoro inespresso: rintracciare i film proiettati durante il festival si tratta infatti di un’impresa pressoché impossibile. Film profondi, a tratti ironici, a tratti commoventi. "Corti e mediometraggi raffinati, drammatici ma anche esilaranti,; uno sguardo panoramico nel lungometraggio, con fiction che raccontano grandi storie d’amore, di vecchiaia e giovinezza, avventura,

40

orgia intellettuale

fughe e ribellioni; documentari che denunciano la violenza e il pregiudizio e soprattutto che scrivono pagine della nostra storia." Questa ricchezza è data anche dalle tante nazionalità diverse che la raccontano: Israele, India, Spagna, Danimarca, Svezia, Germania, Francia, Stati Uniti, Italia… Innumerevoli sono i Paesi di provenienza delle pellicole, accompagnate a volte da un incontro con le registe. L’edizione di quest’anno è stata dedicata ad Adrienne Rich, poetessa, saggista, lesbica e femminista americana, da poco scomparsa, che ha unito la sua vita non solo all’arte ma anche all’attivismo. Come lei, anche Zanele Muholi ha deciso di coniugare questi due elementi. Si tratta dell’artefice della foto simbolo dell’edizione 2012 di Some Prefer Cake. Sudafricana, Visual ARTivist, come si definisce, è stata ospite della rassegna che le


orgia i ntellettuale

ha anche dedicato una mostra nell’ex manicomio psichiatrico dove fino a non troppo tempo fa venivano rinchiusi omosessuali e transessuali. Sullo sfondo di queste pareti, immagini che raccontano i corpi ed i volti di lesbiche sudafricane, immagini che documentano drammi quali la pratica degli "stupri correttivi", usati appunto come forma di "correzione" nel tentativo di "ricondurre" all’eterosessualità. Corpi e volti che colpiscono, che ti fissano, corpi e volti nei quali non si percepisce nessuna forma di vittimizzazione, ma piuttosto di forza, orgoglio, bellezza, erotismo, elementi che si coniugano trasformandosi in un unico patrimonio artistico e stendardo politico. In rivendicazione di questi corpi e di questi volti è importante che esista un festival di cinema lesbico, anch’esso un insieme di immagini che, unendosi, danno forma a un’unica voce, fatta di tante labbra, che sfida ogni crisi, ogni pregiudizio, ogni censura ed ogni violenza. «I thought I was stronger my will the ice-sail speeding my runners along frozen rivers bloodied by sunset thought I could be forever

«Mi pensavo più forte la volontà come una vela che lanciava i miei scafi su fiumi ghiacciati insanguinati al tramonto pensavo di poter essere per sempre

will-ful my sail filled with perfect ozone my blades flashing clean into the ice»

volontà intatta la mia vela gonfia di perfetto ozono le mie lame lampi lucenti nel ghiaccio»

Adrienne Rich Terza Rima, in Fox (2001) n

orgia intellettuale

41


cultura » musica

Random Music Pills [The Kinslayer]

Rubrica di Musica | di Lorenzo Bergonzoni

Canzone: The Kinslayer Gruppo: Nightwish Album: Wishmaster Anno: 2000 Testo originale For whom the gun tolls For whom the prey weeps Bow before a war Call it religion

Testo tradotto Per chi rintocca la pistola Per chi piange la preda Inchinati davanti a una guerra Chiamala religione

Some wounds never heal Some tears never will Dry for the unkind Cry for mankind

Alcune ferite non guariscono mai Alcune lacrime non saranno mai Asciutte per i crudeli Piangi per l'umanità

Even the dead cry - Their only comfort Kill your friend, I don`t care Orchid kids, blinded stare

Anche i morti piangono - Il loro unico conforto Uccidi il tuo amico, non mi importa Orchidee bambine, sguardi accecati

Need to understand No need to forgive No truth no sense left to be followed

Bisogno di capire Nessun bisogno di perdonare Nessuna verità, nessun senso rimasto da seguire

Facing this unbearable fear like meeting an old friend "Time to die, poor mates, You made me what I am!"

Affronto questa insopportabile paura come se incontrassi un vecchio amico "È ora di morire, poveri compagni, avete fatto voi di me quello che sono!"

In this world of a million religions everyone prays the same way "Your praying is in vain, it`ll all be over soon" Father help me, save me a place by your side! "There is no god: our creed is but for ourselves"

In questo mondo di un milione di religioni, tutti pregano allo stesso modo "Il vostro pregare è in vano: presto sarà tutto finito" Padre aiutami, lasciami un posto al tuo fianco! "Non c'è dio, il nostro credo è solo per noi stessi"

42

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

"Not a hero unless you die, our species eat the wounded ones" Drunk with the blood of your victims I do feel your pity-wanting pain, Lust for fame, a deadly game

"Non sei un eroe se non muori, la nostra specie si nutre dei feriti" Ebbro del sangue delle tue vittime sento il vostro dolore desideroso di pietà, desiderio di fama, un gioco mortale

"Run away with your impeccable kin!"

"Scappa con la tua impeccabile famiglia!"

"- Good wombs hath borne bad sons..." Cursing God, why? Falling for every lie Survivors` guilt In us forevermore

"- Buoni grembi hanno partorito cattivi figli" Maledicendo Dio, perchè? Cascare in ogni bugia La colpa dei sopravvissuti In noi per sempre

15 candles Redeemers of this world Dwell in hypocrisy: "How were we supposed to know?"

Quindici candele Redentori di questo mondo Vivono nell'ipocrisia: "Come potevamo saperlo?"

4 pink ones 9 blue ones 2 black ones

Quattro rosa Nove blu Due nere

- In memory of the Redeemers 20.4.1999

- In memoria dei Redentori 20.4.1999

Q

La frase "Dwell in Hypocrisy" o "Vivono nell'Ipocrisia" si riferisce ai genitori dei due assassini, che si giustificarono appunto con la frase "come potevamo saperlo".

uesta canzone ricorda ciò che accadde il 20 aprile del '99 alla Columbine High School nella cittadina di Littleton, in Colorado, USA. Due ragazzi, armati di 9mm, fucili da caccia e a pallettoni massacrarono 13 persone (dodici studenti ed un professore) e ne ferirono altre 24. I due omicidi, Eric Harris e Dylan Klebold, erano iscritti regolarmente all'istituto.

Questo nonostante il fatto che non solo i due avevano tenuto nascosti in casa ordigni al propano da nove chili ciascuno ma erano già noti alle autorità per altri reati minori, tra i quali tenere un sito web in cui si proferivano minacce di morte a svariati studenti e professori della Columbine High School, oltre a vari "Tutorial" su come fabbricare ordigni e armi in casa. Sito denunciato e chiuso prima della strage.

I due alunni tentarono di far esplodere due bombe al propano nella mesa della scuola, prima di entrare nell'edificio e aprire il fuoco su bersagli casuali. I due ordigni non esplosero, per fortuna. Eric e Dylan dunque entrarono nella scuola e spararono a tutti gli studenti che incontrarono uccidendone tre. Si diressero dunque alla biblioteca "Redentori" è un appellativo ai due giovanissimi dove uccisero altre dieci persone e ne ferirono molte stragisti, che sostennero di commettere omicidi per altre. vendicarsi della società. Nascondendosi dietro una "giusta causa". Tentarono poi uno scontro a fuoco con la polizia, arrivata poco dopo l'inizio della sparatoria, senza Questo è soltanto un riassunto. L'intera vicenda la alcun successo. Poco dopo i due si suicidarono, si trova su Wikipedia (sorprendentemente anche accanto ai corpi di due delle loro vittime. Un colpo in quella italiana). È una lettura un po' pesante, ma alla tempia con una 9mm ed uno alla bocca con un credo valga la pena di leggerla. fucile da caccia. Testimonianze dirette riportano frasi come "Credi in Dio", pronunciate dai killer L'ondata di macabro è dovuta all'avvicinarsi prima di uccidere due delle loro vittime, mentre di Halloween quindi tranquilli, non rifarò una una terza persona fu lasciata viva. recensione simile. Credo... Molte delle frasi riportate nella canzone provengono da altre testimonianze (confermate o Beh, questo è tutto. n meno).

orgia intellettuale

43


cultura » musica

Dvořák

Cultura » Musica | di Laura Rotolo

C

hi tra voi non ha mai ascoltato un brano composto da Johann Sebastian Bach? O brani operistici di Giuseppe Verdi, di cui la pubblicità ama abusare? Chi di voi non ha mai sentito nominare il grande virtuoso Niccolò Paganini? Sono pronta ad affermare con sicurezza che ciascuno di voi conosca almeno i nomi di questi storici musicisti e compositori e – mi auguro – riconosca la loro importanza all'interno della nostra cultura. Ma forse non tutti voi conoscono il compositore ceco Antonín Dvořák.

Ho deciso di parlarvi di lui perché attualmente mi sto concedendo una pausa dall'altisonante musica barocca italiana (su cui - ahimè! - avrò un esame quest'estate) e sto studiando la sua sonatina per violino e pianoforte (che peraltro vi consiglio vivamente di ascoltare); quello di Dvořák è uno stile completamente diverso rispetto a ciò a cui sono abituata e ha in qualche modo colpito tanto profondamente la mia sensibilità da spingermi a volerne parlare. Buona lettura! :) Ecco una sua breve biografia. Antonín Dvořák (pronunciato 'dvorjac', alla francese) nasce l'8 settembre del 1841 in una cittadina vicino a Praga, che allora faceva parte dell'Impero soprannazionale e cosmopolita degli Asburgo. In questo paese egli trascorre la maggior parte della sua vita, alimentando la sua fede cristiana e il suo amore per la musica tradizionale boema, che influenzeranno enormemente il suo stile. La sua famiglia è di estrazione piuttosto modesta: sua madre è cameriera e suo padre è macellaio, ma è proprio da lui che riceve i primi rudimenti musicali. Durante la giovinezza impara a suonare il violino, poi il pianoforte e l'organo e infine la

44

orgia intellettuale

viola; purtroppo però la sua famiglia ha problemi finanziari ed Antonín non è convinto di potersi dedicare professionalmente alla musica come avrebbe desiderato; componeva infatti solo brani d'occasione per feste popolari. Grazie ad un finanziamento dello zio, però, Dvořák si trasferisce a Praga, all'età di 16 anni, per cercare di raggiungere il suo sogno e fare della Musica la sua vita e due anni dopo, nel 1859, si diploma in organo. Dopodiché egli si guadagna da vivere suonando la viola nell'Orchestra del Teatro Provvisorio Boemo e dando lezioni private di viola e violino; la composizione rimane quindi per lui solo un lusso a cui però non era in grado di rinunciare. Sono di questo periodo le sue prime opere sinfoniche (tra cui la Prima Sinfonia in Do minore B 9), seppur di scarso successo dovuto all'ascesa, in Germania, del grande Wagner, e Cipressi, un ciclo di canzoni per voce e pianoforte, ispirato probabilmente dall'angoscia per l'amore non corrisposto nei confronti di una sua giovane allieva, l'attrice Josefina (di cui poi sposerà la sorella nel 1873). Dvořák non si lascia scoraggiare da questi insuccessi e dopo una decina d'anni le sue condizioni economiche sono già migliorate sensibilmente; la sua fama come compositore si diffonde fino ad arrivare a Vienna, dove registra una sensibile accoglienza di opere come il Quartetto n.4 in Mi minore B 19 (1869-1870), l'opera Alfred (1870), la cantata Hymnus (1873) e la Terza Sinfonia in Mi bemolle maggiore Op. 10 B 34 (1873). Queste composizioni nascono sotto l'influenza dello stile tedesco, in particolare di Richard Wagner, ma ancora ricche di elementi del folklore e della musica popolare ceca, contaminazione che rende il suo stile unico ed interessante. Grazie a questi ottimi risultati, Antonín può finalmente abbandonare il suo lavoro da orchestrale e dedicarsi pienamente al suo grande amore, la composizione. Negli anni della maturità il suo stile ed il suo


orgia i ntellettuale

linguaggio musicale iniziano a denunciare l'influenza della particolare etica 'classicista' e 'conservatrice' di Johannes Brahms, che la critica contrapponeva spesso e volentieri alla corrente maggiormente progressista di Wagner; stringe una grande amicizia con il primo anche per via della comune idea del recupero di ritmi e melodie derivanti dalla musica popolare. In questo periodo compone la prima delle due serie delle celeberrime Danze Slave (1878), modellate sull'esempio delle Danze Ungheresi di Brahms, in segno della grande gratitudine che nutre nei suoi confronti.

fondamentale per il suo stile e gli fornisce nuovi stimoli per la composizione: qui infatti diviene particolarmente amico di Harry Burleigh, un promettente musicista nativo che trascorreva ore a cantare spiritual americani per il suo insegnante, stimolandone la fantasia creativa. Esperienze come questa, oltre ai numerosi viaggi che compie appositamente per apprendere tutti i segreti della musica indiana nativa, lo portarono a comporre il suo capolavoro più noto, la Sinfonia n. 9 'Dal Nuovo Mondo', scritta nel 1893, e famose partiture da camera, come il Quartetto per Archi 'Americano' in Fa maggiore Op. 96 e il Quintetto d'archi in Mi Quello è il momento in cui la fama di Dvořák riesce bemolle maggiore Op. 97; giunge inoltre lo stimolo a superare i confini dell'Impero asburgico ed arriva per la composizione di un nuovo capolavoro, il con particolare fortuna anche nei Paesi anglosassoni, Concerto per Violoncello e Orchestra in Si minore circostanza che sarà decisiva per il suo futuro. Nel (1895), uno dei pezzi del repertorio per violoncello 1884 compie il primo viaggio in Inghilterra per ancora oggi tra i più apprezzati. un'esecuzione dello Stabat Mater Op.58: la sua composizione riscuote talmente tanto successo Purtroppo, sebbene ancora relativamente giovane, che iniziano a fioccare importanti commissioni numerose malattie tra cui l'arteriosclerosi lo per società corali, come, tra le altre, la cantata The costringono a rientrare in patria boema, dove nel Spectre's Bride Op. 69 B 135 (1885), l'oratorio Santa 1901 porta a compimento il suo capo d'opera in Ludmilla Op. 71 (1886) ed il Requiem Op. 89 (1891). ambito melodrammatico, Rusalka. In generale, per il pubblico inglese compone la Settima Sinfonia in Re minore Op. 70 B 141 (1885) A coronamento della sua vita riceve la medaglia e l'Ottava Sinfonia in Sol maggiore Op. 88 B 163 d'oro per l'arte e la scienza dall'Imperatore (1888). Francesco Giuseppe I e viene nominato senatore a vita nel 1901, per poi morire tre anni dopo, in Questo è il periodo più splendente per il nostro povertà, dopo una vita costellata sì di fatiche ma compositore: è nominato dottore honoris causa anche di enormi successi. dalle prestigiose università di Cambridge e Praga, Molto bene! Ora che vi ho raccontato i principali viene invitato a dirigere le sue opere in Paesi come accadimenti della vita del nostro compositore Germania, Ungheria, Russia ed Austria, finché non posso passare a parlarvi di alcune sue principali decide di accettare l'invito di una ricca esponente composizioni. dell'alta società americana, Jeannette Thurber, e dunque di trasferirsi a New York e di assumere la Per quanto riguarda le Danze Slave, queste direzione del Conservatorio Nazionale dal 1892 al sono una serie di 16 pezzi per orchestra (anche 1895. La signora Thurber sceglie proprio Antonín se inizialmente erano stati pensati come pezzi perché vuole che il nuovo direttore fornisca lo per pianoforte a 4 mani) composti in momenti stimolo alla fondazione di una vera e propria scuola diversi della vita di Dvořák, classificati in Op. 46 nazionale di composizione, così che venga creato e in Op. 72, rispettivamente del 1878 e del 1886. il nucleo originario di uno stile autenticamente Come già detto prima, questi brani furono ispirati americano, basato non solo sulla scuola classica dalle Danze Ungheresi di Brahms e, essendo europea, ma anche sulle esperienze strettamente particolarmente nazionaliste, riscossero ai tempi locali. Ricordando le sue umili origini e l'ardua molto successo, considerando anche il fatto che strada percorsa, egli accetta ponendo tuttavia la prima egli era pressoché sconosciuto. condizione che la scuola fosse aperta a tutti, non In ciascuna delle due serie non troviamo dei veri e solo agli individui delle classi più abbienti, bensì propri temi tradizionali, bensì melodie composte anche e soprattutto a quei nativi americani ed a nello stile di danze tipiche ceche (nell'Op. 46 in quegli afroamericani talentuosi sfortunatamente particolare) e anche di danze slovacche, polacche e privi di mezzi economici e pertanto ammessi alla serbe (nell'Op. 72). Partiture leggere e disimpegnate scuola gratuitamente. Questo gesto, chiaramente nell'aspetto ma estremamente complesse ed illuminato e lungimirante, basterebbe a qualificare elaborate nella composizione, sono caratterizzate da la grandezza e la sensibilità di Dvořák non un ritmo trascinante e brioso. soltanto come musicista e compositore, ma anche e Consiglio in particolare l'ascolto della Danza soprattutto come essere umano. in Do maggiore Op. 46 n. 1 e della Danza in Mi La presenza negli Stati Uniti è assolutamente minore Op. 72 n. 2: la prima, dopo un fragoroso

orgia intellettuale

45


orgia INTELLETTUALE

accordo iniziale, è interessante a mio parere per l'uso del furiant, tempo borioso e caratterizzato dall'alternanza tra le battute di tempo binario e ternario, che risulta particolarmente movimentata ed irregolare; la seconda danza invece si inserisce nella circolarità e nell'armonia di un tempo ternario ed è notevole come nell'introdurre temi nuovi il carattere cambi radicalmente, da mesto e malinconico a più sereno e disteso. Dall'altra parte, consiglio l'ascolto di quelle opere composte dopo il soggiorno negli Stati Uniti, dunque contaminate di riferimenti alla musica tipicamente pellerossa o afroamericana. Come potrei non citare quelli che sono i suoi maggiori capolavori, come la Sinfonia n. 9 in Mi minore detta 'Dal Nuovo Mondo', o il Quartetto per Archi n. 12 in Fa maggiore Op. 96?

più interessante ed affascinante: l'inserimento omogeneo e naturale di alcune antichissime melodie derivate dalla cultura nativa americana – derivate, poiché Dvořák non cita letteralmente alcun tema preesistente, ma adatta climi ed atmosfere della musica indigena ricreandone le suggestioni in un percorso unico, ricostruendone, ad esempio, il ritmo e l'andamento. Sono dunque molti gli elementi che concorrono a formare un'Opera così vasta e con veramente pochi termini di paragone nel campo sinfonico moderno: scuola tardoromantica europea, suggestioni e modi dell'Est e influenze americane; il tutto amalgamato sapientemente in un affresco dal sapore quasi epico, in cui i temi musicali si imprimono con forza nella memoria dell'ascoltatore. n

In queste due opere, tra i maggiori successi della carriera del compositore, vi è immediatamente riconoscibile la sua personalità per il trattamento dell'armonia e per l'orchestrazione vigorosa, ma a tutto ciò va aggiunto un elemento distintivo ancor

Marina Huo

46

orgia intellettuale


riflessioni pomeridiane

Il mondo visto attraverso Facebook

Rubrica di Riflessioni Pomeridiane | di Caterina Frolloni

N

el primo numero di quest'anno vorrei illuminarvi sul significato che il tempo ha per me. Forse sarebbe stato più indovinato parlarne l'anno scorso, quando la parola chiave del concorso fotografico era appunto "Tempo". In realtà credo che ciò che vi sto per illustrare non si discosti dal tema del concorso del prossimo numero (non si sa mai che vi lasciate ispirare un po' da questa lettura). Può essere che sia pretenzioso da parte mia tentare di dare un'interpretazione ad alcuni meccanismi perversi della gioventù (bruciata) del nostro tempo...

Ho un amico di 18 anni che sostiene di non sapere cosa gli piace. Non fa molte cose nella sua vita, ma se ve lo descrivessi non pensereste che in lui c'è qualcosa che non va. D'altra parte: chi sono io per affermare che lui è una persona sbagliata, che c'è del male in lui? Fa nuoto, va a scuola, vede gli amici, beve, fuma... e come moltissimi giovani passa tanto, troppo tempo connesso al socialnetwork più celebre degli ultimi tempi. Non so se avete presente quella sensazione strana che vi pervade quando aprite la pagina di Facebook, per cui le vostre forze vi abbandonano progressivamente e tutto ciò che potete fare è scorrere la rotellina del mouse e fissare la Home in attesa del prossimo link da commentare... proprio quella sensazione in cui vi sentite risucchiati da un vortice di informazioni inutili. È quasi un circolo vizioso: più fate scorrere la pagina, più volete continuare la scorrerla.

Forse abbiamo solo paura del tempo, per questo gli siamo succubi. Forse abbiamo paura della solitudine, mondo perfetto in cui il nostro io può decidere di essere qualcos’altro, per questo scegliamo un luogo virtuale in cui migliaia di persone si perdono: forse non vogliamo perderci da soli. Ed ancora, forse cerchiamo una scusa per sfuggire ai nostri doveri: ci rifugiamo in un nonluogo, in un mondo utopico in cui i ruoli sociali non corrispondono a quelli della realtà (il mio ragazzo può essere mio fratello, la mia migliore amica mia cugina, e via discorrendo), nel quale dunque non dobbiamo sottostare ai dettami di nostra madre (quella vera), che ci dice di studiare o di fare la spesa. Dunque, l'indovinello? È sempre il solito "chi sono io?"? E il Cappellaio Matto le rispose: «Solamente se vi teneste in buoni rapporti con lui, potreste fare con l'orologio tutto ciò che vi piace». Nessun giudizio morale accorre da parte mia verso chi sceglie di trovare se stesso attraverso le vie tortuose di un mondo senza strade, senza cielo, senza odori... Quello che non riesco a cogliere, la cui mancanza mi impedisce di condividere questa scelta, è la poesia. n

Alice sospirò e disse: "Penso che potreste impiegare molto meglio il vostro tempo, piuttosto che sciuparlo proponendo indovinelli che non hanno risposta." Cosa ci spinge a passare tutto quel tempo collegati a Facebook? Qual è l'indovinello che speriamo di risolvere?

orgia intellettuale

47


cultura » viaggi

Taxi Driver - Turks do it better

Memorie da Istanbul Cultura » Viaggi | di Lisa Evangelista

C

ertamente è probabile che il giovane viaggiatore risparmioso arrivi ad Istanbul con un volo low cost sulle ali di un aereo Pegasus, il quale, se proprio non supera la Ryanair per l'appiccicume dei sedili, almeno conquista più facilmente la simpatia. Sia chiaro che la precedente riflessione vale solo per coloro che tollerano i bambini. Tutti gli altri si preparino ad assistere ad un interminabile video di dimostrazione delle procedure di sicurezza di una durata che considererete ragionevole solo alla prima visione, per l'appunto recitato da nanetti turchi con apparenti problemi di dizione.

Superato l'impatto con la nuova lingua e quello dell'atterraggio è probabile che il sopracitato viaggiatore risparmioso venga abbandonato nello sperduto aeroporto di Sabiha Gökçen. A quel punto è scontato che entri a contatto con la prima importante novità della sua futura vacanza. Come tutte le più soprendenti rivelazioni anche questa riguarda un ambito quotidiano ed essenziale: la guida. La peculiarità con cui i turchi maneggiano maldestramente il volante è quasi disarmante, tanto che il povero turista si sentirà inevitabilmente coinvolto nelle riprese di qualche film d'azione di serie B, peraltro poco credibile. Personalmente, a distanza di qualche tempo, sono ancora convinta che fosse tutta una stupefacente montatura, un espediente per la promozione del turismo, quando nel bel mezzo di un incrocio un diplomatico turco sprezzante della vita decise di intraprendere una curva col sole in faccia, il cellulare nella destra e apparentemente nessun'altra mano intenzionata ad afferrare il volante. Rimasi ferma qualche secondo, sinceramente colpita da tanta magistrale destrezza, fino a quando qualche altro stuntman della strada non mi fece trasalire a colpi di claxon. I turchi a loro modo sono ottimi autisti. Per questo motivo non ci si può sconvolgere troppo se l'autobus che collega il centro città impiega due

48

orgia intellettuale

ore in più per arrivare e nel frattempo siete stati in grado di imparare a memoria ogni pubblicità del ponte su cui siete rimasti bloccati. Verrete brutalmente lasciati a voi stessi a Taksim. Ai turchi piace venderla come piazza, ma mi sembra corretto muovere un paio di critiche. Prima di tutto Taksim è un quartiere di qualche decina di chilometri quadrati, motivo per cui mi pare esagerato pretendere che un povero straniero spaesato capisca dov'è stato scaricato. Qui mi sento in dovere di alzare un appello all'ente del turismo. Sul serio, se non è possibile fornire almeno la metà delle strade di un cartello stradale, che almeno venga sollecitata la produzione di cartine provviste di nomi corrispondenti a quelli veri. Cimentarsi nella lettura di una cartina stradale di Istanbul è come pretendere di leggere le tessere dello scarabeo dal sacchetto. La probabilità statistica di riuscire ad azzeccare il nome della via è più o meno la stessa. La seconda critica entra nel puro ambito architettonico: spiazzo non è un equivalente di piazza. Taksim è uno spiazzo, un enorme spiazzo più o meno libero dagli autisti folli, dal quale partono strade, tra cui Istiklal. Non è una piazza, fine della storia. Dopo la breve riflessione sulle doti dei turchi al volante capirete perché, sebbene Taksim si trovi sulla sponda nord di Istanbul e l'ostello scelto dal povero viaggiatore risparmioso su quella opposta, consiglio comunque una bella passeggiata. In fin dei conti se siete arrivati vivi dopo tutti quei chilometri in autobus perché sfidare la sorte prendendo un taxi, che potrebbe tranquillamente imboccare una rotonda contromano? Sopravvissuti all'arrivo comincia la scoperta della città. Sarà scontato, ma è inevitabile che consigli qualche covo di turisti come Aya Sofia e la Moschea Blu. La prima è stata chiesa, moschea e attualmente è visitabile a qualche decina di lire turche, mentre la


orgia i ntellettuale

seconda è da evitare nelle ore di preghiera per non intralciare i fedeli. Rischiate di sbagliare momento cinque volte al giorno, ma vale la pena fare qualche tentativo. Non distante, sempre lì a Sultanahmet, merita la vecchia cisterna, un groviglio di archi e ponti sull'acqua di qualche centinaio di metri. A rendere l'abiente più suggestivo contribuiscono i pesci troppo grassi che nuotano intorno a voi nella semioscurità.

sventurati che credono al primo prezzo proposto. Per esperienza ammetto che è semplice trattare fino alla metà, anche se non si è particolarmente portati per gli affari. Non temete per le difficoltà linguistiche, potete tranquillamente gesticolare come scimmie. Se il vostro inglese è penoso, probabilmente il loro sarà peggiore, ma pare che i turchi abbiano sviluppato un linguaggio dei gesti forbito quasi quanto il nostro.

L'ultima spesa ingente è quella per entrare al palazzo di Topkapi, un complesso di chioschi e stanzette stipate di gioielli che vi aiuteranno a farvi sentire un poveraccio un po' preso per i fondelli, dal momento che metà delle sale non sono accessibili col patetico biglietto che avete comprato all'entrata. Se vi sentite offesi andatevene cercando di convincervi che non ne valeva la pena, oppure avventuratevi anche nell'harem e concludete così le spese folli.

Chiaro che ci si può spingere un po' più ad ovest, ma vi prego, terminate la vostra pacifica passeggiata alla moschea di Solimano. Oltre vi attendono loschi quartieri popolari animati da soli uomini col monociglio e lo sguardo inquietante. Se siete amanti del brivido e cambiate improvvisamente idea, e vi assicuro che accadrà, o ci siete solo capitati per sbaglio, stringete a voi i vostri averi e scappate dai loro occhi concupiscenti nascondendovi in una moschea. Potrete anche essere ammaliati dalle indiscutibilmente affascinanti imprese romane, ma vi assicuro che la vista dell'Acquedotto di Valente vale decisamente meno della vostra vita.

La parte migliore di Istanbul però è quella gratuita, o quasi. Rimanere incastrati nella folla che si ammassa per le vie del Bazar non costa nulla per esempio. Se ciò avvenisse attendete una decina di minuti e valutate. Se non vi siete mossi più di due metri potete aprirvi la strada a gomitate cercando di non ribaltare le varie spezie e verdure, oppure seguire la scia di una corta vecchina velata, temprata dall'esperienza, che a dispetto dell'apparenza distribuisce calci e pugni senza riserve. Non contate di comprare nulla, ovviamente, o verrete inghiottiti senza speranza. Il Gran Bazar invece è al chiuso, un labirinto di negozi di lampade, profumi, spezie e saponette in cui i negozianti cercano di rubare più soldi possibile agli

Piuttosto, se proprio siete stanchi delle avances dei negozianti e camerieri che cercano di convincervi a finanziarli per infastidire qualcun altro, col traghetto fate un salto per meno di un euro a Kadıköy passando davanti alla torre in cui era reclusa la sciagurata figlia del sultano. Il tardo pomeriggio è un buon momento per partire, il tramonto salla sponda asiatica è memorabile. Per quanto riguarda le gite fuori porta vi potete sempre lanciare alla scoperta del Bosforo, sappiate che proveranno a propinarvelo fino alla nausea

orgia intellettuale

49


orgia i ntellettuale

ad ogni angolo di strada, o fare un salto ad Adalar, l'isola dei Principi più grande tra le onde del mar di Marmara. Non sono permesse le macchine, quindi con una bici a noleggio e una buona resistenza al tanfo di sterco equino potrete arrivare fino in cima e gustarvi una bottiglia di vino. Fatelo anche se non vi piace affatto e portate la macchina fotografica, fa molta scena e i ficcanaso di Facebook vi crederanno persone raffinate. Rimane uno dei pilastri di Istanbul: il cibo. Dal momento che i prezzi sono, oserei dire, ridicoli, trangugiate senza remore tutto ciò che vi capita a tiro. Una cena da tre euro è più che possibile. Dai venditori ambulanti di misir e kestane, alle bettole del quartiere di Galata non c'è un solo posto in cui potrete ingurgitare più di ciò che potete permettervi, non lo reputo fisicamente possibile. Se adorate il pesce imbottitevi dei panini speziati di Karaköy guardando le navi salpare, se preferite

l'ingrassamento da dolci buttatevi sul baklava. Potreste anche superare la spontanea avversione che proverete alla vista del gelato servito a fette, invece che a palline, e concludere così il pasto. Oppure c'è sempre un kebabbaro pronto a soddisfare le attese. Prima di ripartire per la patria non dimenticate di provare un kumpir. Il nome lo fa sembrare un cibo innocente, ma nella realtà dei fatti altro non è che un'enorme patata lessa rimescolata con formaggio fuso e farcita di tutto quello che riuscirete a farci stare. Una volta ingurgitato avidamente il tutto, lasciatevelo scivolare con calma nello stomaco in modo che funga da Diazepam mentre la troupe di nanetti vi ripropone la cantilena in turco. Renderà il viaggio di ritorno quanto meno sopportabile, almeno fino a quando non vi accorgerete di essere tornati a casa. n

Luca Roffi

50

orgia intellettuale


cultura » eventi

Eventi nel mirino

Cultura » Eventi | di Teresa Mazzanti

X edizione di Gender Bender - International & Contemporary Issues on Gender 27 ottobre - 3 novembre 2012 La parola chiave di quest’anno sarà EVOLUZIONE, insieme al consueto motto vive la difference! Il festival propone 9 anteprime nazionali, 3 prime nazionali, 1 anteprima mondiale, 1 anteprima europea, 18 lungometraggi, 15 spettacoli, 4 mostre, 5 party, 7 conversazioni, 20 azioni popolari e molto altro ancora... Il programma completo su www.genderebender.it

II edizione del Festival della Violenza Illustrata Data da definirsi (indicativamente metà novembre) Incontri, mostre, presentazioni di libri, eventi incentrati attorno al tema della violenza di genere e alla giornata del 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza alle donne. Chocoshow 18-22 novembre 2012 Torna anche quest’anno la goduriosa rassegna di cioccolato che saprà rendere un po’ più dolce l’avvicinarsi dell’inverno. n

orgia intellettuale

51


cultura » viaggi

Era uma vez em Portugal

C'era una volta in Portogallo – cronaca di un viaggio Cultura » Viaggi | di Lisa Evangelista

A

ll'inizio pensi che non ci sia un motivo concreto per cui i portoghesi debbano essere tristi. Voglio dire, certo, sono relativamente poveri, memori della mazzata storica post età dell'oro, perseguitati da turisti che si ostinano a comunicare in spagnolo, considerati privi di una qualche rilevanza sul piano internazionale e potrei proseguire, ma comunque tutto ciò non basterebbe a motivare tanta depressione malcelata. Da nord a sud si riconoscono in una specie di caratteristica nazionale che a loro piace chiamare saudade, e che qualunque non portoghese descriverebbe semplicemente come un prolungato disturbo anedonico di carattere atavico. Sì, saudade suona decisamente più poetico. Questa struggente malinconia, quasi una nostalgia per il perduto o l'irraggiungibile, ha anche qualche risvolto positivo: così le note struggenti del fado fungono un po' da collante, più o meno nella stessa accasciante modalità della Sehnsucht goethiana. Risuonano per tutte le strade, dal Minho, una specie di Narnia altantica dal punto di vista climatico, all'Algarve, che sta al primo come la California alla Valle d'Aosta. Il divario lo intuite subito quando nel bel mezzo di uno degli agosti più caldi della vostra vita venite scaricati con qualche ora di ritardo, in linea con la tradizione portoghese, a Porto. Vi accoglierà, con vostro grande inaspettato entusiasmo, il clima giocondo della bassa padania novembrina, caratterizzato banchi di nebbia e coltri di nubi pre-apocalisse. Ma non temete, sarà così probabilmente per tutta la durata del vostro soggiorno e sicuramente avrete il tempo di mutare i vostri altrimenti indispensabili polmoni in un paio di branchie. Questo clima acquatico però non deve scoraggiarvi troppo: la mancanza di sole e il grigiume esaltano ulteriormente il fascino dei grovigli di stradine e di arcate, di azulejos e panni stesi. A quanto pare le sagge vecchine portoghesi

52

orgia intellettuale

hanno trovato la maniera di asciugare i panni sebbene il tasso di umidità superi il centodieci percento. Ed è una capacità nota a tutte loro, dal momento che l'intera Ribeira, il quartiere che si affaccia al porto, è sempre piena di pittoreschi mutandoni svolazzanti dall'aria pressoché asciutta. Forse però la vera meraviglia di Porto è dovuta all'insenatura nebbiosa in cui si trova e al Douro, che splende nella luce filtrata dalle nubi, animato dal via vai di pescatori e dagli schiamazzi dei gabbiani. Un assaggio dell'estremo nord lo offre Viana do Castelo e la sua basilica panoramica. In cima al Monte de Santa Luzia si gode una vista magnifica della foce e delle scogliere selvaggie del nord, che vi ispirerà fino a quanto non vi sentirete letteralmente tagliare a fettine dal vento gelido. Se riuscite ancora a muovervi seguite la perpetua delle pulizie, che dopo aver piantato l'aspirapolvere tra le panche della chiesa si improvviserà guida turistica e vorrà farvi salire in cima, ripetendo criptica "ascensor um euro" fino a quando le darete retta. Potete fare anche un giro in paese, sempre che la mostruosa statua appena fuori dalla stazione non vi raccapricci troppo: noterete infatti che le corpulente forme taurine della donna rappresentata sono oltremodo sproporzionate e inquietantemente evocative. Questo probabilmente perché a quel punto avrete riconosciuto l'assenza di un collo, le gambe storte e tendenti al chiasmico e l'adipe tipico della maggior parte delle portoghesi. Non ve ne siete accorti? Fateci caso allora, perché il Portogallo è l'occasione adatta per incrementare la vostra autostima. A questo punto sembra che ci sia la possibilità di formulare una teoria diversa sull'origine di tanta depressione nel sesso maschile, ma per ora potrebbe sembrarvi solo un'ardita tesi antropologica. Braga vale una visita e il santuario di Bom Jesus, incastonato nella boscosa collina a oriente, è splendidamente candido anche sotto la pioggia più


orgia i ntellettuale

pesante. Basta non spaccarsi il collo sul muschio e non avvelenarsi bevendo alla prima fontana e la soddisfazione del pellegrino alla meta sarà vostra. Nel caso vogliate risparmiarvi la salita, c'è una funicolare, ma al ritorno tenetevelo per voi. Se l'uggiosa realtà del nord portoghese vi ha distrutto fisicamente e psicologicamente, e magari il maltempo vi sta consumando con un'inesorabile e prolungata costanza, non sentitevi troppo in colpa nel saltare Aveiro durante il viaggio verso Lisbona. Almeno fino a quando un pescatore di Belém ve la descriverà come la Venezia portoghese e sarete costretti a maledirvi per il resto della vostra vita. A quel punto il danno è fatto, lasciatevi sommergere da Lisbona e non pensateci troppo. Perdetevi nelle strade strette e ripide dell'Alfama, in cui sarete incantati dalle decorazioni kitsch dei negozianti, dalla Feira da Ladra, in cui verrete spiazzati con prezzi troppo bassi per proporne di inferiori, dal miradouro sul mare e dal profumo afrodisiaco del pesce alla griglia. La modernità è concentrata nella Baixa e Avenida e nelle larghe strade del Barrio Alto, dove un susseguirsi di piazze e piccioni affammati vi riporterà al ventunesimo secolo. Infine, posso capire lo scoraggiamento, ma vi prego di prendere un tram, di quelli piccoli, gialli e da rottamare, e andare fino a Belém. È un quartiere fuori mano e isolato dalla città, ma fa rivivere tutta l'atmosfera delle caravelle e del prestigio che rende fieri e depressi i portoghesi, e che a quanto pare non basta a rincuorarli, oserei aggiungere. Se non vi capita di rimanere bloccati lì dopo il calare del sole, diventando così protagonisti di qualche incubo kafkiano, godetevi a cuor leggero il tramonto sul Tago.

rimmarrete spiazzati: le persone sorridono. Non si sbilanciano, sia chiaro, ma danno veramente l'idea di non essersi rassegnati al martirio dell'esistenza. Sarà il sole, il mare, i paesaggi secchi e le scogliere, le anemoni colorate, il surf, la natura selvaggia, ma qui il clima è un altro in tutti i sensi. A Lagos si rifugiano i turisti meno coraggiosi, ma se volete spiaggie cristalline passate un'intera giornata a Sagres, sulla punta estrema dell'intera Europa, catapultati nel bel mezzo dell'Atlantico. Siate carini con le vecchiette pazze del paese, forse ne incontrerete una alla fermata, dove ormai ha residenza, la quale pretenderà di sostenere con voi una conversazione di senso compiuto nella sua strana lingua. Sorridete cortesemente e fate finta di capire. Alla fine vi renderete conto che il Portogallo sarà riuscito a strapparvi più di un semplice apprezzamento e che a dispetto del clima mutevole, della lingua folle e delle discutibili fattezze femminili, vi avrà lasciato tanto. I portoghesi sono tanto amabili che rimarrete invischiati anche voi in una specie di saudade, e spero che non la attribuirete solo al ritardo dell'aereo. n

Potete lasciare Lisbona strappandovi i capelli dalla tristezza, oppure consolarvi con una giornata spartita tra le montagne di Sintra e il mare di Cascais. La prima ha da proporre un tour tra boschi, castelli e piccoli paesini, la seconda le spiagge più vip della costa centrale. Se sperate di passare da una all'altra via treno però, sebbene i chilometri tra le due si contino su una mano, vi consiglio piuttosto di stendervi su una rotaia di Sintra e aspettare di reincarnarvi in un abitante di Cascais. Ci mettereste sicuramente meno tempo. Il numero di cambi che dovreste affrontare è troppo alto perché ve lo menzioni senza suscitare un'isterica ilarità generale. Prendete un autobus. Proseguendo il viaggio, prima o poi arriverete al profondo sud. Qui

orgia intellettuale

53


funny corner

Oroscopo Copernicano

funny corner | di Teresa Mazzanti Ariete

Toro

Un angelo custode ti scruta dall’alto: per niente angelico sei tu, che corri all’impazzata. Ti senti un ariete da guerra, ma è inutile incaponirsi: non sfonderai le mura, neanche per uscire in cortile durante l’intervallo. Molto più saggio sarebbe fermarsi: impara a brucare come una pecorella, in quel verde praticello, ma al suonare dell’ultima ora. Lo scompiglio, anziché trovarsi attorno a te, non potrebbe invece essere dentro di te? Libro consigliato: Le parole per dirlo, Marie Cardinal

Chi l’ha detto che devi correre dietro uno stendardo rosso? Tu al massimo muggisci, e alla corrida preferisci le comodità della casa. Ma le stelle parlano chiaro: è il momento opportuno per compiere una pazzia, uno strappo alla regola talvolta può rivelarsi salubre. Attenzione, però, potrebbe trattarsi di un attacco di ingordigia (ma a noi di Orgia non piacciono le bilance, quindi datti pure alla pazza gioia!) Libro consigliato: Gordon Ramsay’s Passion for flavour, Gordon Ramsay

Pesci

Sagittario

Nuotate in un mare di sogni inquieti che sembrano preannunciarvi la fine del mondo…ma il 21 dicembre è ancora lontano, evitate le contorsioni mentali, optate piuttosto per lo yoga. O per lo yogurt. Mente sana in intestino sano. Evitate piuttosto le acidità: perché tutto quel limone sui sofficini Findus? Cercate insomma di spiegare le vele in acque tranquille, non è un miraggio, ma una realtà che dipende da solo da voi. Libro consigliato: Gordon Ramsay’s Passion for Seafood, Gordon Ramsay

Hai visto un muro pararsi di fronte al tuo galoppare. Non è un ostacolo invalicabile, ma lanciargli contro delle frecce non è una soluzione. Non sarà invece possibile aggirarlo? Col sacrificio di fare la strada più lunga, troverai dei frutti succulenti ad aspettarti dall’altra parte. Amore: metti un estintore sul comodino. Lavoro: disperdi le tue energie. Oggetto della fortuna: baffi finti. Libro consigliato: Le cronache di Narnia, C. S. Lewis

54

orgia intellettuale


orgia i ntellettuale

Leone

Vergine

Venere nel tuo segno ti fa da musa e tu, tutto tronfio, ruggisci come solo un vero re della foresta sa fare (ma i leoni non vivono nella savana?) Tu no, evidentemente, che corri e sbalzi per il mondo alla ricerca di qualcosa di cui hai solo una vaga idea. Cerca di fare chiarezza. Se hai appena fatto un incontro che ti sembra importante, è ora di aprirsi di più. Attenzione: le stelle parlano di grandi novità di coppia... Potrebbe trattarsi di un figlio! Non fare il micione sornione, e,invece di fare le fusa, usa le giuste precauzioni. Libro consigliato: La storia infinita, M. Ende

Puntuale e precisa come un orologio svizzero: si salvi chi può! Sicura, mia cara verginella, che non sia l’ora di essere un po’ più trasgressive? Sii disinvolta e lasciati alle spalle la tua timidezza: sono in arrivo novità amorose. Accoglile con un sorriso. Una spiga di segale cornuta sul bordo del letto, se colta al tramonto, faciliterà il corso delle cose. Evita invece i fagioli. Lavoro: attenta a non spaventarti di fronte a delle cadute di tono: ti rimetterai in piedi, non sottovalutarti. Libro consigliato: L’educazione sentimentale, Flaubert

Bilancia

Cancro

Naturalmente sai che, ormai da tempo, Saturno soggiorna nel tuo segno, e non sembra intenzionato a sloggiarsene. Ma sull’altro piatto della bilancia è subentrato Marte che, con la sua aria pazzerella, ti dà un tocco di originalità e di grinta, che non passerà certo inosservato. Pericolosa la parola baiocco. Se prevedi che qualcuno si trova sul punto di pronunciarla, corri ai ripari: tappati le orecchie e immagina una scimmietta vestita alla zuava che sbatte i piatti. Libro consigliato: ….

La tua natura riservata ti suggerisce di rimanere quatto quatto, aspettando che una preda succulenta cada dal cielo. Non vedi l’ora di tagliuzzarla con le chele. Ma – ehi!- non è il momento di essere timidi: esci dalla tana, è in arrivo l’occasione di farsi notare, non sottovalutare le tue capacità. Amore: come cantava Arisa (e come fortunatamente non canta più) la sincerità è la chiave di ogni buon rapporto. Se usata ora, aprirà la porta vincente. Altrimenti, se lo ritieni opportuno, chiudila subito, quella porta, e senza indugi. Getta la chiave in un pozzo il quinto giorno in cui senti un gatto miagolare tre volte sotto una luna stellata. Libro consigliato: La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano

orgia intellettuale

55


orgia i ntellettuale

Gemelli Solitari? Mai e poi mai! Da bravi gemellini avete deciso di uscire dalla culla e partire alla conquista del mondo. Siete curiosi, avidi del latte della conoscenza, della novità, del cambiamento. Anche un piccolo piacere intellettuale potrà regalarvi grandi soddisfazioni. Aprite bene occhi ed orecchie: un incontro importante vi gironzola attorno, attenti a non lasciarvelo scappare. Una penna di struzzo in un vaso di vetro aiuterà il fato. Libro consigliato: Guida galattica per autostoppisti, Douglas Adams

Scorpione Mirabolanti fantasie, viaggi spericolati, la mente che oscilla da una dimensione all’altra. "Sogno o son desto?", è il quesito che più ti poni, ma subito ricacci in quell’angolo dove releghi tutte quelle cose che nella loro importanza per te hanno ben poca rilevanza. Realtà, sogno…saranno poi così diversi? Agisci come se non lo fossero, e con la prospettiva di sognare ti senti libero, fai tutto quello che ti passa per la testa. Attenzione, però: il dolore nel mondo reale si sente. E se non fai attenzione, rischi di cadere e farti male. Libri consigliati: Interpretazione dei sogni, Freud

56

orgia intellettuale

Capricorno Te, sempre così realistico, improvvisamente tra le nuvole. Leggero, con un leggero sorrisetto demente sulle labbra. Hai corso tra i pascoli con le altre caprette tutta l’estate: ma non è che quell’erbetta te la sei anche fumata? È ora di tornare alla realtà, soprattutto con un anno alle porte. In amore sei distratto, aspettati momenti di incertezza, dovuti anche a eventi che non avevi previsto. Per chi non è in coppia, vongole e frizzantino riaccenderanno una vecchia fiamma di cui sai bene che le ceneri non si sono mai del tutto spente. Libro consigliato: L’insostenibile leggerezza dell’essere, Kundera

Acquario La nebbia agli irti colli piovigginando sale e sotto al maestrale urla e biancheggia il mar…Si avvicina San Martino, le acque si fanno burrascose e scure in superficie, ma esiste uno specchio tranquillo che medita più in profondità. Un ribollir de’ tini ti rende inquieto, è vero, ma c’è anche quell’aria così limpida e pura dell’autunno. Insomma, un periodo pieno di contrasti, nel quale oscilli come la curva della funzione seno (aiuto! Perché ho fatto lo scientifico??) Suggerimento: i contrasti fanno parte della vita, sono ciò che la rendono bella, l’importante è sapersi destreggiare e trovare il proprio equilibrio. Libro consigliato: Rime nuove, Carducci


Puzzle 1 (Hard, difficulty rating 0.60)

6 8

5

8

9 8 1 5 3 7 9

8

2

2 5

1 5 8

8

9

1

1 1 (Hard, difficulty rating 0.60) Puzzle 3

Puzzle 2 (Easy, difficulty rating 0.37)

1 8

1 9 8

6 8 7

6 7

8

2

7

8 5 9

2

7

4 3rating 0.37) 2 Puzzle 27(Easy, difficulty

8 4 9 7 6

1

3 8

6

9

1

3

5

1 4

7 9 4

2 5

7

7 6 4 5

3

1

6

1

3 7

6

9 7 1 3

4 6

9

5

9

1 3 2 1

8 2

4 1 2 8

9

2 6

4

6 3 9 8

4 9 8 2

5 2

1

4

3 6

2 6 3

3 6

2 7 3

9 8

1

7

2

7

9

8

3 45(Medium,2difficulty 7 rating 0.58)9 Puzzle 3 8 7

2 7

2

2

7

6

8

8

6 3

8 4

7

3 3

5 6

6

funny corner

Puzzle 4 (Medium, difficulty rating 0.58)

3 Puzzle 34(Medium, difficulty rating20.60)6

9

7

2

4

Puzzle 3 (Medium, difficulty rating 0.60)

2 3

9 4

8

7

7 5

6

7

6

4 2

9 6 2 7

5

9

2

9

4 3 4

3 5 4 2 3

1 7

3 6 2

9 5 1

3 7

7 3

9 7

2 8 5

5 4 7

3 2

1 2 9 8 1

8 2 8

5

Generated by http://www.opensky.ca/~jdhildeb/software/sudokugen/ on Tue Oct 23 05:15:30 2012 GMT. Enjoy!

5

3 9

7

6

1

4

3

4

8

3

5 2

5

7

2

8

2

3 4

Generated by http://www.opensky.ca/~jdhildeb/software/sudokugen/ on Tue Oct 23 05:15:30 2012 GMT. Enjoy!

orgia intellettuale

57


cultura » arte

Impressioniamoci

Riflessioni da un giugno piovoso nel Musée d’Orsay Cultura » Arte | di Teresa Mazzanti

D

i che colore è il cielo? E il mare? Qualcuno se l’è mai chiesto?

Che domanda sciocca! Anche un bambino sa che se vuole disegnare l’acqua è il pennarello blu che deve prendere dall’astuccio. Vogliamo rimanere bambini per sempre?

Mi trovo al Musée d’Orsay, a Parigi. Mi soffermo di fronte al Ponte giapponese. Con uno sguardo, colgo tutto ciò che rimane impresso nella mente dopo un battito di ciglia: nessun contorno, nessun particolare definito, ma colori, luce, persino suoni, il tepore di una bella giornata primaverile. Il mio sguardo cattura un’impressione visiva in grado di coinvolgere tutti i sensi.

Il mondo ha più colori di quanti crediamo. Basta La realtà prende forma attraverso pennellate, saperli vedere. Prendetevi una giornata libera da bastano pochi tocchi per definirla. impegni e andate a rilassarvi nella natura, lungo "Ma questa non è la realtà…è un’impressione!" un fiume. Guardate l’acqua che scorre: non sarà è l’accusa di un critico alla prima esposizione certamente blu, né azzurra, ma verde, bianca, grigia, impressionista del 1864, nello studio del fotografo rosa, gialla. Oppure molto altro ancora. Nadar. Ripetete l’esercizio davanti ad un quadro impressionista. Dal vivo, possibilmente, come Quel critico aveva ragione e aveva torto. La dal vivo gli artisti del movimento cominciarono a realtà infatti altro non è se non un susseguirsi dipingere per la prima volta. Sceglietene magari inarrestabile di impressioni, che vengono una dopo uno di Monet: una veduta della Senna. Sarete l’altra seguendo una successione senza fine. sorpresi dalla varietà di colori che l’artista ha Monet vuole dimostrarlo quasi con insistenza utilizzato per renderne la superficie. raffigurando la stessa scena in diversi momenti Noterete anche che questa non è ferma, ma sembra della giornata e dell’anno: all’alba, al tramonto, in vibrare. È luce vibrante. Il colore è luce. La luce estate, in inverno, col sole o con la pioggia. Una modifica il mondo, è la responsabile del mutare miriade di scenari diversi. La realtà, anche quella delle sue sembianze. più quotidiana, diviene improvvisamente instabile. Se poi vi soffermerete davanti allo stesso soggetto, In un mondo così incostante, cosa rimane di certo? ritratto in un momento diverso, vi accorgerete che appare completamente diverso. Eppure si tratta Il presente, immediato, evidente, palpabile, è l’unica dello stesso fiume. certezza che possediamo. L’unica cosa che esiste Sicuri? davvero. Come pretendere infatti che esistano un La realtà si muove, cambia continuamente. Lo prima e un dopo? stesso luogo non è mai lo stesso luogo: ad ogni istante che passa ne compare uno nuovo. Il passato è esistito, è vero, ma ora non ne rimane I nostri occhi sono così abituati ad un tale una nebulosa che possiamo modellare con la mente. isterismo di metamorfosi, che a malapena ce ne Si dilata, si restringe, a volte scompare. È un tunnel accorgiamo. Ma qualcuno ci riesce. Ci sono riusciti dove perderci, ossessionati da un ricordo che gli impressionisti, senza limitarsi ad osservare, ma assume forme gigantesche, o un pozzo profondo in desiderosi di mostrarci questo modo di vivere le cui la memoria precipita. cose. Un modo che i nostri occhi possono imparare Ci si può fidare di un passato che continuiamo a scoprire. a trasformare, mano a mano che il tempo scorre?

58

orgia intellettuale


orgia INTELLETTUALE

Possiamo definirlo una certezza? E il futuro? Il futuro è un’illusione, neanche una manipolazione della mente, ma bensì un suo frutto. Possiamo solo immaginarlo, provare a prevederlo. Non possiamo nemmeno modificarlo, anche se nella dimensione inconscia, come un ricordo passato. In definitiva, il futuro non esiste. È un’invenzione. Quel che resta è il presente. I quadri di Monet, come degli altri impressionisti, sono il presente, un presente di cui l’uomo si fa testimone. Un testimone inquieto, che con difficoltà accetta il limite del momento. L’uomo tende ad evadere da ciò che conosce. Forse perché quello che vede non sempre lo soddisfa, o magari lo sdegna per la sua cruda concretezza, e allora cerca un altrove, un rifugio dove nascondersi dietro il grembo rassicurante di sogni e progetti futuri, o dietro la nostalgica ed elegante patina color seppia di un album di ricordi. Altre volte il presente spaventa, perché come la libertà pretende un prezzo da pagare, delle responsabilità di cui spesso il suo testimone non si ritiene all’altezza, e con ciò rimane uno spettatore passivo. Rifiutiamo la realtà bendandoci gli occhi e in questo modo rifiutiamo di vivere davvero. A spaventarci è forse anche questo scorrere, un fotogramma dopo l’altro, del tempo, e non esistono argini o dighe sufficienti a contenerne il flusso. La mutabilità delle immagini è così rapida che a volte stentiamo a starle dietro. Arranchiamo. Fuggiamo. Un attimo prima, un attimo dopo, istantaneamente se ne andrà lasciando il posto a un altro istante

ancora. La presenza delle cose ne sottintende l’assenza. Tutto è destinato a sfaldarsi e a scomparire, il continuo mutare del presente ci ricorda quotidianamente l’inevitabile avvicinarsi di una fine. E per quanto l’uomo, terrorizzato,si sia sforzato di affinare il suo tentativo di fuga da una realtà inaccettabile, la realtà continua a esistere imperterrita, che egli ne voglia essere testimone o meno. Certo, avendone la possibilità, perché non esserlo, con tutte le pene e le meraviglie che questo comporta? Non vedremo mai la stessa scena più di una volta e questo rende ogni circostanza terribilmente bella e preziosa, proprio perché irripetibile. E non si tratta solo di una questione di luce e di condizione atmosferica. Non vedremo mai la stessa scena più di una volta perché è il nostro sguardo che per primo trasforma lo scenario; perché il nostro stesso sguardo cambia. Perché noi per primi cambiamo: le nostre idee, i nostri sentimenti, i nostri pensieri. Siamo una fitta concatenazione di eventi ed esperienze vissute che ci rendono ora, nel presente, ciò che siamo: qualcosa di diverso da prima e qualcosa di diverso da dopo. E quello che siamo ora filtra il mondo che ci circonda. Ciò che ora stiamo guardando è reso ancora più unico in quanto nessuno, neanche noi stessi, lo vedrà più sotto le sembianze con le quali lo stiamo guardando in questo preciso momento.

Impression, soleil levant - Monet, 1872

orgia intellettuale

59


orgia i ntellettuale

Il ponte giapponese, Monet Gli impressionisti, dietro questo senso di bellezza, ma anche di precarietà, fanno un tentativo. Attraverso l’arte, tentano di far sì che un attimo diventi eterno. Da secoli l’uomo si ostina dietro a questa presunzione creando così capolavori senza tempo. Senza tempo, non eterni. Ogni quadro vuole rappresentare un istante dell’esistenza che non si ripeterà. Fissarlo sulla tela è il tentativo di conservarlo, catturarlo, controllarlo, ma evitare che si sfaldi e scivoli via, verso quella fine che tutto inghiotte. È anche vero, tuttavia, come ho detto prima, che ognuno proietta uno sguardo differente sulle cose. Questo vale anche per un’opera d’arte, ed è incredibile pensare come ogni giorno il Musée d’Orsay ospiti centinaia di dipinti sempre nuovi! Infatti ogni visitatore vedrà quadri diversi. Avrà impressioni diverse. E se deciderà di tornare anni dopo, o solo il giorno successivo, ecco che si troverà dinanzi a nuovi quadri ancora. L’umore, un’idea, un incontro, un’esperienza, un suggerimento inaspettato. Cambiamo. Ma le opere impressioniste tentano di essere anche qualcos’altro ancora. Quando sulla tela compare una persona, questa fa particolare impressione. Ci ricorda che l’uomo non può essere un semplice testimone della realtà, ma che è parte della realtà stessa, e proprio come lei è un’impressione. Come tutte le cose, è destinato a sfaldarsi. Non c’è differenza tra una nuvola, uno specchio d’acqua, un albero, una persona: quella scena, quella luce, quel tratto di vita si raggrumano tutte quante in spesse pennellate ad olio che ne trascurano i contorni. Sono tutte egualmente indefinite, come fossero un unico spazio fatto di

60

orgia intellettuale

colore e luce. Eppure a tutti, o quasi, piace la loro arte. Ne traggono un senso di quiete e non di disagio. Non credo si tratti solo della loro essenza vaga e indefinita, che gentilmente nasconde il lato duro e regolare della realtà. Gentilmente ci mostra anche scene che tutti siamo in grado di riconoscere. Anche chi non è un intenditore in materia, di fronte a una campagna dolce, a un paesaggio estivo, un giardino fiorito, una riunione tra amici o una delle tante promenades nella natura, si sente subito rilassato e come sollevato. Le loro opere mirano proprio a questo: sono una serie di inviti che ci inducono a vivere l’esistenza con serenità, ad apprezzare le mille gioie del presente senza affannarsi costantemente ad evaderne. Sono inviti a vivere momento per momento, senza proiettarci in altre dimensioni. Sono inviti a vivere. È vero che l’esistenza è breve e degradabile, ma questo non dev’essere da ostacolo, anzi, dev’essere da stimolo a trascorrere con intensità ogni attimo. Tendiamo a banalizzare ciò che abbiamo, la nostra incontentabilità ci è più che mai nemica in quanto ci impedisce di possedere davvero qualcosa. Gli impressionisti ci dicono che si può possedere il momento semplicemente vivendolo. Ci dicono che il presente ha infinitamente più da offrirci del passato e del futuro e che è infinitamente più bello: perché esiste, e perché noi esistiamo. n

Donna con ombrellino girata a sinistra Monet, 1871


cultura » altro

Spaccio Intellettuale Poesie Cultura » Altro

Siamo famelici. In un certo senso, è l’appetito che ci nutre. Nei sogni azzanniamo illusioni, assaggiamo pensieri nei pomeriggi oziosi, divoriamo momenti nelle sere d’estate e speranze nelle albe d’inverno. Non desideriamo saziarci. Siamo giovani. Lo saremo sempre. Quando il nostro viso si coprirà di rughe e le ossa ci reggeranno a stento, noi rimarremo giovani. Assistiamo alla morte quotidiana di persone che continuano a sopravvivere giorno dopo giorno. Che senso ha morire se non si ha mai vissuto? Non abbiamo mai detto di non avere paura. Siamo timidi. E insicuri. Anche questo nessuno ha mai provato a negarlo. Ma l’incertezza è la nostra forza, e la curiosità il nostro coraggio. Non vogliamo morire senza avere sofferto. Siamo a caccia di sensazioni. Non vogliamo morire senza esserci emozionati: noi sappiamo cosa questo vuol dire e cosa questo comporta. Non vogliamo morire senza aver amato fino alle lacrime, senza aver passato notti di angoscia e prigionia; senza esserci sentiti liberi ed essere saliti in alto in alto in alto e aver sfidato l’universo e l’assoluto, e aver boccheggiato di estasi e gridato d’euforia, come se tutto il mondo ci stesse

orgia intellettuale

61


orgia i ntellettuale

ascoltando…! intensità Per poi ricadere, precipitare Voglio nel baratro che tutto inghiotte, tutto, utto, tto, to, o, ... … Ci rialziamo. (qui scappo sempre) Perché non vogliamo morire — [anonimo] senza avere sofferto e amato ed esserci commossi almeno una volta. ——————————————————————— Senza aver riso, ballato, scopato, viaggiato. Senza aver provato rabbia, desiderio, tristezza. Disperazione, terrore, follia, gioia, meraviglia. Malinconia.

Ci siamo detti addio in un giorno d’estate faceva caldo ma io non sento niente vedo solo la luce Senza esserci svegliati stupefatti nel cuore della notte, che mi accecava il tuo viso con quel fuoco vivo che ci arde nel petto quando ci Provo ancora dolore accorgiamo di esistere. al ricordo di tutti quei pugnali che ti sei infilato-che mi hai infilato Non vale la pena morire senza la consapevolezza di che ti ho infilato-che mi sono infilato aver lottato fino alla fine del tentativo di provare Quanti ne abbiamo sprecati? tutto. Eravamo così piccoli Sapendo bene che tutto capaci di farci tanto Male. non esiste. Il Male è un liquido denso E perché poi essere coerenti quando si può non esserlo? nero che penetra nei pori della pelle Non vogliamo sapere, vogliamo credere. tu Non vogliamo trovare, vogliamo scoprire. un involucro Non vogliamo certezze: il dubbio ci attrae come una contenitore di dolore sorgente nel deserto. niente Vomito un uomo nero Non vogliamo essere felici. Vogliamo VIVERE. degno di autorità e rispetto — gli Eretici che mi guarda con disprezzo Come posso dargli torto? ——————————————————————— Non sapevo che due piccole persone Fossero capaci di farsi tanto male. Mancanza Senza Mi sono schiacciata lasciarmi scivolare come si schiaccia una vescica via fino a ridurmi a un aborto di me stessa Sento Ora so come si sente un feto morto senza essere mai nato. spaventoso Silenzio. Il dolore è un animale viscido Che ti si appiccica e sussurra Sembra dolce quasi cose atroci da sentire le peggiori. Fragore. Frastuono. Fracassamento. Ossa infrante. Come un feto abbandonato Tronchi di ferro stridenti. mi raggomitolo in un angolo buio ancora più solo se qualcuno si avvicina Vorrei e mi chiede come stai Un feto abbandonato pelli sensibili senza rimpianti sente solo di esser solo. stupore soffice, sussurro tattile, stupore morbido Che stupido chi pensa pelle che soffia sensazioni su che si muoia una volta sola. n di me

62

orgia intellettuale


cultura » arte

Frida

Cultura » Arte | di Teresa Mazzanti

D

a tanto, troppo tempo, volevo scrivere un articolo su Frida Kahlo. Da mesi lo rumino e rimugino, eppure non mi sono mai decisa. Conosco bene il motivo: ogni mia parola, una vota stesa sulla carta, mi sarebbe inevitabilmente parsa banale, già detta e stradetta da altri. E io temo la banalità.

Questo però sarebbe un ostacolo sormontabile, ma di fatto non è l’unico. Queste parole, anche se accostate in maniera mirabile, o rimescolate in frasi originali e grammaticalmente impeccabili, rimarrebbero comunque insufficienti a esprimere tutto ciò che germoglia e vibra dentro di me, ciò che lei rappresenta per me. "Le parole non sono assolutamente in grado di rappresentare e rendere in tutto il loro volume i rumori interiori". Perciò mi sono affidata a Frida, limitandomi a dire l’essenziale e lasciando parlare lei stessa: è lei la vera scrittrice di questo articolo, io le ho giusto dato una mano a trovare la strada. Tutto, come ogni grande storia e ogni grande vita, ha un inizio. In questo caso risale al 1907. Magdalena Carmen Frieda Kahlo Calderòn nasce il 6 luglio a Coyocàn, Messico, figlia di padre tedesco di origini ungheresi e madre messicana. Spesso affermerà di essere venuta la mondo 3 anni più tardi, nel 1910, così da far corrispondere l’anno della propria nascita on quello della rivoluzione messicana. "Ricordo che avevo 4 anni all’epoca della Decena Tràgica. Vidi con i miei occhi la lotta contadina di Zapata contro le forze di Carranza (…) L’emozione chiara e precisa che conservo della rivoluzione messicana è stata la ragione per cui all’età di 13 anni entrai a far parte della Gioventù Comunista". L’attivismo politico caratterizzerà tutta la sua vita, come pure il suo grande amore, Diego, il cui nome riempie le pagine del diario di Frida a caratteri

cubitali e il cui volto ricorre sulle tele. Lui è un artista già famoso, militante nella lega giovanile comunista. La loro è un’unione indissolubile, profonda, ma anche profondamente tormentata, che assorbirà Frida per tutta la vita. Di Diego la pittrice traccia anche un meraviglioso ritratto "con colori che non conosco: le parole", che più di ogni altra cosa descrive lui e il loro legame. Prima di ogni altra passione però viene l’arte, strumento che le permette di sopravvivere alle sofferenze di un terribile incidente di cui rimane vittima all’età di 17 anni e che, con le sue conseguenze, la segnerà per sempre, costringendola a ripetuti e dolorosi interventi e impedendole di avere figli. "La morte di notte danzava attorno al mio letto", scrive ricordando una lunga permanenza in ospedale. È qui che comincia a dipingere. "Ho iniziato a dipingere mentre ero convalescente da un incidente automobilistico che mi costrinse a letto per circa un anno. Ho sempre lavorato sotto l’impulso spontaneo dei miei sentimenti. Non ho frequentato nessuna scuola, non sono stata influenzata da nessuno; dal mio lavoro non mi sono aspettata altro che la soddisfazione che mi dava il fatto stesso di dipingere ed esprimere quello che non avrei potuto esprimere in un atro modo. Ho dipinto ritratti, composizioni di figure e anche quadri in cui il paesaggio e la natura morta avevano la parte più importante. Sono riuscita a trovare una modalità espressiva personale senza che nessun pregiudizio mi forzasse a farlo. Per 10 anni il mio lavoro è consistito nell’eliminare tutto quello che non nasceva dalle motivazioni interne che mi spingevano a dipingere. Dato che i miei soggetti sono sempre state le mie sensazioni, i miei stati d’animo e le reazioni profonde che a mano a mano la vita suscitava in me, ho spesso oggettivato tutto questo in autoritratti,

orgia intellettuale

63


che erano quanto di più sincero e reale potessi fare per esprimere i miei sentimenti e le mie sensazioni." Frida non cerca la notorietà. "Francamente non ho la minima intenzione di diventar qualcuno, non sopporto le persone che si danno un sacco di arie e non mi interessa assolutamente essere una merdona come loro." Rifiuta le categorie: anche per questo non accettala proposta di Bréton di unirsi al suo movimento. "Pensavano che fossi una surrealista, ma non lo ero. Non ho mai dipinto sogni. Ho dipinto la mia realtà". Frida preferisce essere originale, nel senso stesso di ritrovare la propria origine. "Cercherò di dire l’unica verità: la mia". Dipingere diventa un’urgenza, dettata dalla necessità di esorcizzare angosce e pulsioni interne. "I miei quadri sono ben dipinti, con pazienza, non con negligenza. La mia pittura porta in se’ il messaggio del dolore. Ritengo che almeno a qualcuno possa interessare. Non è rivoluzionaria. Perché mai dovrei illudermi che sia militante? Non ci riesco. Dipingere ha arricchito la mia vita. Ho perso tra figli e altre cose che avrebbero potuto colmare la mia vita orribile. La pittura ha preso il posto di tutto questo. Ritengo che il lavoro sia la cosa migliore". La malattia, la sofferenza e il suo amore irriducibile per la vita le inducono il desiderio di non perdersi niente, di "prendere a morsi la vita", di vivere ogni frammento dell’esistenza con tutta l’intensità di cui è capace. Relazioni con entrambi i sessi, amicizie, viaggi, politica, quell’amore totalizzante per Diego… Lo stesso desiderio la spinge verso gli eccessi, eccessi di alcool, droga, cibo, fumo, ma anche dei colori, dei gioielli e dei fiori di cui si ricopre e che hanno lasciato quell’immagine unica subito riconoscibile di lei. In foto la si vede spesso costretta a letto o in sedia a rotelle, magari intenta a dipingere, e sempre vestita e adornata secondo suo gusto, perfetta. "Che cosa mi servono le gambe e ho le ali per volare?"

64

orgia intellettuale

Frida ha ancora molto da raccontare. A chi volesse ascoltarla, suggerisco una serie di modi con cui sarà facile e meraviglioso sentire la sua voce. 1) Andate in biblioteca, o in libreria: prendete un art dossier o un libro, oppure accontentatevi di internet. Ciò che è assolutamente essenziale è conoscere i suoi quadri. La sua voce è un grido, un canto che ti penetra attraverso le sue "scimmiette", come le chiamava lei. Quello è il suo linguaggio, e non serve un dizionario per tradurlo. Basta perdersi in quelle immagini. 2) Una volta cominciato il viaggio attraverso i suoi dipinti, date un’occhiata anche alle sue fotografie, che la mostrano in carne ed ossa, in bianco e in nero. Sono bellissime e costituiscono uno sguardo esterno, ma anche intimo, su di lei, le sue relazioni, la sua vita. 3) Ora è venuto il momento di prendere un segnalibro (sempre he la lettura non vi catturi tanto da finire il libro tutto d’un fiato). Le letture possibili sono infinite. Io vi consiglio il suo diario (rigorosamente a colori, con i disegni originali), la bellissima biografia di Hayden Herrera (Vita di Frida Kahlo; ed. La Tartaruga ), ma soprattutto Lettere appassionate (Abscondita, a cura di Martha Zamora), una raccolta epistolare emozionante. Molte delle citazioni che ho scelto vengono da qui. 4) Un intermezzo musicale. Su youtube troverete senz’altro "What the Water Gave Me", una canzone di "Florence & The Machine" liberamente ispirata all’omonimo dipinto della pittrice messicana. 5) Per concludere, potte stendervi sul divano e godervi un film, Frida, un omaggio alla sua vita. Il viaggio non finisce qui, adesso tocca a voi! Esistono ancora tanti modi per scoprirla, ad esempio scrivere questo articolo, andare nel negozio in fondo a via Oberdam che è una sorta di altarino alla sua memoria, partecipare a una festa in maschera travestiti "da Frida" o dare il suo nome a un collettivo. Buena suerte! n


pubblicità

C O L L E T T I V O F R I D A *FEMMINISTA Per pari diritti fra uomini e donne, per rivendicare un ruolo egualitario di entrambi i generi nella società attuale dove, secondo noi, è assente; per combattere la regressione che sta colpendo i diritti, la libertà, l’emancipazione della donna in questo periodo più che mai. *ANTISESSISTA Per combattere ogni forma di discriminazione sessista a tutti i livelli; per un dialogo partitario, aperto fra i generi in direzione dell’ emancipazione dai sistemi patriarcali che, ancora oggi, rimangono; per approfondire il ruolo di subordinazione della donna all’ interno di quest’ultimi. Non sosteniamo alcuna forma di superiorità, di alcun genere. Attualmente fanno parte di Frida sia ragazze sia ragazzi. Riteniamo necessario tenere aperto il collettivo a donne e uomini perché solo grazie ad un confronto più ampio nasce una consapevolezza più ampia riguardo a temi del Genere(discriminazione delle donne, femminismo nel mondo, stereotipi e pregiudizi…), a temi riguardanti sia il panorama storico e teorico sia l’attualità politica e sociale in Italia e nel mondo. Rifiutiamo il sistema qualunquista repressivo attuale che divide, crea e promuove una società bisessista nella quale si fomentano stereotipi e discriminazioni. Appoggiamo e sosteniamo la lotta per abbattere qualsiasi forma di società patriarcale di matrice reazionaria e conservatrice. Questo collettivo ha innanzitutto lo scopo di avviare un percorso di informazione e autocoscienza anche attraverso il contributo di estern*; si propone l’attuazione e la promozione di azioni concrete realizzabili solo con una partecipazione attiva. Il collettivo non ha un* sol* portavoce, né leader, è orizzontale, aperto a tutt* ‘’Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene’’ Rosa Luxemburg Ci riuniamo il primo e il penultimo martedì (ogni due) del mese, alle ore 15.00 nella sede del Minghetti in via Nazario Sauro 18.

Collettivo Frida Per contattarci, il nostro profilo facebook è Collettivo

Frida *

*Il nome ha origine da Frida Kahlo, grande pittrice messicana della prima metà del Novecento, partecipe e sostenitrice della lotta rivoluzionaria messicana

orgia intellettuale

65


cultura » fumetti

Manga Kissa

Cultura » Fumetti | di Ilaria Ledonne

S

alve a tutti lettrici e lettori! Anche quest'anno Manga Kissa è riconfermata, pronta per voi a proporvi nuove letture e novità ;) Ma non indugiamo oltre e diamo il via alla rubrica per il terzo anno di seguito!!!

Parto proponendovi due gruppi di date assolutamente imperdibili! Il primo è quello del Lucca Comics che quest'anno si terrà dal 1 al 4 novembre. Per chi non lo sappia è l'incontro più grande e importante di tutt'Italia e avrete modo di incontrare autori di manga, serie tv e libri fantasy ( solo per citarvi due nomi quest'anno come ospiti ci saranno Christopher Paolini, autore del Ciclo dell'Eredità, e Takeshi Obata, autore di Death Note e Bakuman! ) e di acquistare articoli che ogni nerd di questo mondo vi invidierebbe! Il secondo gruppo è quello del Bologna Fumetto&Games, il 17-18 novembre, che, pur non essendo bello ed enorme come quello di Lucca, è sempre un'ottima occasione per chi (come me :( ) non ha la possibilità di andare al Lucca Comics (nonostante siano anni che giuro e spregiuro di andarci!). Altra cosa a mio parere moooolto interessante è l'annuncio della casa editrice Star Comics che ha comprato i diritti di Katekyo Hitman Reborn! (Tutor Hitman Reborn! in Italia) e farà continuare la pubblicazione donde era stata interrotta, oltre ad una nuova edizione più economica che uscirà in contemporanea con l'altra e ripartirà dal primo volume! Adoro questo manga! :) È divertente e neanche dopo 400 e passa capitoli diventa monotono! La storia racconta di Tsuna, un ragazzo che va male a scuola e negli sport e che viene considerato da tutti un perdente buono a nulla. Un giorno si presenta a casa sua un bambino che dice di essere il più forte assassino di tutto il mondo, nonché

66

orgia intellettuale

fidato sicario del nono boss della famiglia mafiosa Vongola. Il suo nome è Reborn, ed è arrivato direttamente dall'Italia in Giappone per trasformare Tsuna nel perfetto decimo boss che è destinato a diventare! Come ho già detto prima è divertente, perciò non tratta il tema della mafia con serietà e realisticità, ma nel manga è sempre sottolineata la cosa ( anche perché non penso che nessuno di voi riesca a volare grazie a fiamme sprigionate da dei guanti come fa il protagonista XD). Beh... che altro dire? Quest'estate ho scoperto per

Katekyo Hitman Reborn


orgia i ntellettuale

caso uno spokon manga (manga sportivo) sul basket... molto carino! Qualche anno fa ho letto Slam Dunk (anche questo sul genere spokon manga sul basket ) e mi è piaciuto molto...così ho detto "Perché no?" Il manga in questione è Kuroko no Basket. La trama ruota attorno alla così detta "Generazione dei Miracoli", la squadra di basket composta da cinque membri della scuola media Teikou che durante il suo periodo di attività era riuscita a vincere contro ogni squadra rivale. Dopo essersi diplomati, i cinque ragazzi sono andati in cinque diverse scuole superiori, entrando a far parte delle rispettive squadre di basket. Tuttavia, un fatto di cui pochi sono a conoscenza è che esisteva un altro giocatore della "Generazione dei Miracoli", il sesto giocatore fantasma, Kuroko. Kuroko oggi è una matricola al Liceo Seirin, una nuova scuola con una buona squadra tuttavia poco conosciuta. Ora il ragazzo e Kagami, un giocatore dal talento naturale che ha frequentato la scuola media in America, si pongono l’obiettivo di portare la squadre del Seirin ai nazionali e battere la famosa "Generazione dei Miracoli".

per cui penso che continuerò! Ovviamente consiglio caldamente a tutti voi di leggerlo ;) Hanno cominciato da poco l'anime, per cui per quelli che volessero vederlo anche animato, o preferiscono gli anime (o sono troppo pigri :P) dalle recensioni sul web pare rimanga abbastanza fedele all'opera originale! Quante cose interessanti questa volta, vero? Siete contenti? Eh? Eh? Eh? Alla prossima... speriamo con altrettante o più idee! Bye Bye. Ila P.S. I consigli e le proposte sono ben accette! n

Ho letto i primi capitoli del manga e trovo sia interessante, in più i disegni mi piacciono molto,

Kuroko no Basket

orgia intellettuale

67


orgia i ntellettuale

Concorso artistico! Ricomincia anche quest’anno il concorso lanciato l’anno scorso dalla redazione: vi ricordate quando, ad ogni uscita, vi proponevamo un tema da interpretare con una foto? Quest’anno la sfida si amplia, ed oltre alla macchina fotografia si aggiungono altri strumenti: penna, carta, matita…tutto ciò che può essere utile allo sfogo della vostra creatività, perché il tema prescelto vi lascerà la libertà di interpretarlo attraverso racconti, disegni, fumetti, articoli, poesie, foto… tutto quello che la mente vi suggerisce. tema: "gioventù bruciata" | scadenza 30 novembre 2012 invia la tua opera a concorso@orgiaintellettuale.co.cc Orgia Intellettuale bandisce la seconda edizione del suo giovane concorso fotografico interno all’Istituto Niccolò Copernico di Bologna. Può partecipare qualunque studente del suddetto Liceo. Ogni due mesi sul giornalino scolastico la redazione renderà nota ai lettori la parola alla quale dovranno ispirarsi e la scadenza. Quest’anno il concorso a temi prevede l’invio di foto, disegni e racconti. Ogni due mesi la Redazione pubblicherà le opere dei partecipanti vincitori (uno per tipo di opera). I vincitori potranno essere diversi, in quanto il concorso prevede più percorsi (per questo parole differenti ogni volta). Concorso fotografico Il partecipante può inviare massimo tre foto a parola, sulle quali la giuria darà il proprio giudizio. Le foto: - devono essere in formato JPEG, PNG o TIFF. - possono contenere volti o persone (la redazione non si prende la responsabilità di eventuali soggetti non consenzienti, nel caso questi dovranno informare la Redazione che escluderà la foto dal concorso).

68

orgia intellettuale

Concorso di scrittura Accettiamo tutti i racconti, purché si attengano al tema assegnato e non risultino offensivi nei confronti di terzi. Non è prevista una lunghezza minima o massima. Concorso di disegno Chiediamo disegni su fogli A4. Devono essere scannerizzati (a 300 o 600 DPI) quindi inviati alla nostra mail. Alla mostra finale saranno richieste le opere originali. Tutte le opere devono in qualche modo attenersi alla parola data e devono essere inviate a concorso@orgiaintellettuale.co.cc entro i termini di scadenza prefissati, pena l’esclusione. La giuria sarà composta dai membri della redazione (escluso chi volesse partecipare al concorso). Le opere vincitrici saranno pubblicati sul numero successivo di Orgia Intellettuale, assieme al nome dell’artista. Alla fine dell’anno la Redazione organizzerà una grande mostra finale nella quale verranno esposte tutte le produzioni del concorso.


orgia i ntellettuale

Anche gli studenti avranno la possibilità di partecipare attivamente alla decisione delle opere vincenti, attraverso i "mi piace" dati alle opere che la redazione pubblicherà sulla sua pagina Facebook (http://www.facebook.com/orgiaintellettuale). Il numero di "mi piace" influenzerà (in parte) la scelta della giuria, che valuterà qualità ed originalità.

Inviandoci le tue foto, disegni e racconti ci dai il permesso di utilizzare, stampare, pubblicare ed esporre.

Annunci della redazione

C

ercasi servizi, storie, racconti, critiche, pensieri, reportages, interviste, commenti, domande, foto, disegni.

Ci piacciono gli articoli: curiosi, spassosi, noiosi, ansiosi, tediosi, sospettosi, studiosi, leziosi, esosi; interessanti, stravaganti, importanti, maldicenti e ben pensanti; deprimenti e coinvolgenti. Scottanti. Insolenti. Rivoluzionari, già visti e stravisti. Sgrammaticati, incoerenti, impeccabili; lunghi, eterni, brevi e brevissimi.9 Non è volubilità la nostra… CERCASI libertà e conoscenza.

passioni, interessi, esperienze o quesiti. È una grande opportunità per far sentire la propria voce e per ascoltare l’opinione di altri studenti. Ricorda: Orgia è anche un gioco! Giocare ai "piccoli giornalisti"regala soddisfazioni e arricchimenti. Si gioca per crescere e divertirsi. Vieni a giocare, ti aspettiamo! Per qualsiasi dubbio o suggerimento scrivici oppure vienici a cercare direttamente e quando vuoi, saremo felicissimi di ascoltarti.

— Teresa Mazzanti per la redazione

CERCASI (disperatamente) individui che si interessino di informatica e di grafica disposti ad assistere un impaginatore sull’orlo di una crisi di nervi (e una corte di giornalisti incapaci che scrivono ancora con penne di piccione ed inchiostro di balena). Orgia Intellettuale è un giornalino con relazioni aperte con qualsiasi tipo di idea e con orientamento. È un giornale fatto per gli studenti e a misura di studenti: appartiene a tutti e tutti possono prenderne parte attiva leggendolo o scrivendoci, regolarmente o freelance. È uno spazio libero dove condividere pensieri,

orgia intellettuale

69


orgia i ntellettuale

Teresa Mazzanti

70

orgia intellettuale


cultura » arte

MOSTRAmi

Le recenti mostre d’arte nelle città italiane Cultura » Arte di Teresa Mazzanti Caserta, Reggia fino al 4 novembre Keith Haring. Il Murale di Milwankee

Roma, Palazzo delle esposizioni fino al 3 febbraio 2013 Robert Doisneau. Paris en liberté

Firenze, Centro di Cultura Contemporanea Strozzina fino al 27 gennaio 2013 Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea

Torino, Palazzina Promotrice delle Belle Arti 18 ottobre 2012 - 27 gennaio 2013 Edgar Degas. Capolavori dal Musée d’Orsay

Genova, Palazzo Ducale fino al 7 aprile 2013 Mirò. Poesia e luce Genova, Palazzo Ducale 18 ottobre 2012 – 24 febbraio 2013 Steve McCurry. Viaggio intorno all’uomo Milano, Palazzo Reale fino al 6 gennaio 2013 Pablo Picasso. Capolavori dal Museo Nazionale Picasso di Parigi

Torino, Pinacoteca Agnelli 10 novembre 2012 – 10 marzo 2013 Freedom Not Genius Treviso, Casa dei Carraresi 20 ottobre 2012 – 2 giugno 2013 Tibet. Tesori dal tetto del mondo. Vicenza, Basilica Palladiana fino al 20 gennaio 2013 Raffaello verso Picasso. Storie di sguardi volti e figure

Pisa, Palazzo Blu 13 ottobre 2012 – 3 febbraio 2013 Wassily Kandinsky. Dalla Russia all’Europa Ravenna, Mar 17 febbraio 2012 – 16 giugno 2013 Borderline. Artisti tra normalità e follia. Da Bosch all’Art brut. Da Bacon a Basquiat Roma, Scuderie del Quirinale fino al 20 gennaio 2013 Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese Akbar. Il grande imperatore dell’India Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna fino al 27 gennaio 2013 Paul Klee e l’Italia

orgia intellettuale

71


orgia i ntellettuale

Teresa Mazzanti CONTATTI

COPERNIVOX [Qualche simpaticone ha pensato "bene" di svuotare la nostra bellissima urna al lotto 3 o i gossip e le corrispondenze stile giornale-murale sono passate di moda! Ma

72

orgia intellettuale

facciamole tornare in voga: il Copernivox deve continuare ad esistere!! L'unico reperto rinvenuto è... un penny! Che brutte persone...]

E-mail: orgia@orgiaintellettuale.co.cc Sito www.orgiaintellettuale.co.cc/contatti Facebook www.facebook.com/orgiaintellettuale


orgia i ntellettuale

IPSE DIXIT - Errori e citazioni dei professori Baroni Piglia «Il big bang... in ucraino patapumf...» «Prima del realismo i pittori andavano in un posto, lo Travaglini schizzavano e poi tornavano nel «Capito? Devi sentire la forza in te, loro studio a dipingere.» come voda, se vuoi prendere 8, 9, 10!» Rambaldi «Cos'è, tra me e te ci deve essere «Avete capito? Perchè se non avete una congiunzione astrale?» capito, di cosa stiamo parlando? Di «Non uscirai più per tutto l'anno acqua sporca?» scolastico, hai esaurito il bonus per il bagno.» Frascari «Non ti ricordi gli argomenti «Ma se voi avete la sensibilità di un vecchi? Cos'è, sei andato da uno fagiolo non capite questo libro!» psicanalista che ti ha ipnotizzato e cancellato una parte della tua Di Campli vita? Se te metto davanti la foto del «C'è l'aldilà ma noi siamo buono e del cattivo governo tra 8 nell'aldiqua.» mesi che me dici, che giocano a «Ma se io andassi mai a fare la carte?!» shampista!» Tadeo «Il 10 dev'essere un'eccellenza molto eccellente!» Chiarini «Sarà stata la Madonna di Lourdes che gli è apparsa in sogno e gli ha detto che bisognava moltiplicare per -1.» «Ragazzi non siamo qui a parlare della vita sessuale delle cavallette in Alto Adige!» (ad uno che si era messo in ginocchio per finire un'espressione) «Bravo, inginocchiati davanti all'altare della matematica!» «Ragazzi, lo sapete che non mi piacciono le formule preconfezionate in brodo di giuggiole!»

Buonpensiere «Ma come ve lo devo dire? In inglese, in spagnolo... o in dialetto barese!» Hossner «Chi non capisce... è messo male!» Favalini «Dovete stare attenti quando leggiamo, non potete leggere come fosse dibì e dibò!» Vacca «Come mai sei in ritardo? Ti si è inceppata la renna?» Bocchino «Ecco, adesso ho perso il filo!... Dov'è il mio filo?»

Musiani «Tipo quanto tempo ti ci vuole a venire da qui a scuola?» «Bravo S., quasi quasi ti darei +...ma te lo do la prossima volta» «Qualsiasi avete...va bene!» «Voglio la correzione con la penna rossa... e gialla!» «Get è duttile» «Poi ci sono tante parolacce che dovrei insegnarvi...ma quelle ve le imparate da soli» «Se poi avete una fitta ad un orecchio, si ha una 'ache'» «Se avete fatto un incidente, oppure uno vi ha ferito con un bastone...» «I died for... ah no, no facciamo le corna» Zambonelli «Il Sole non è una delle più grandi stelle o delle più luminose... non è proprio una superstar! Ah a proposito, piccola digressione, l'altra sera ho visto J-Lo mentre passavo davanti al Baglioni!» Todesco «Quindi possiamo dire che Platone... toh, guarda, un piccione!» «La mucca è l'animale più filosofico... solo lei riesce a stare tranquilla in un prato senza neanche giocare a pallone!» Petrioli «Un foglio di carta millimetrata costa 10 cent, potrai rinunciare alla tua caramella!»

Grassi «Tu non puoi tornare in letargo che questo tuo risveglio mi infastidisce?» Invia gli Ipse Dixit dei tuoi prof a ipsedixit@orgiaintellettuale.co.cc o inseriscili nell'urna del lotto 3

orgia intellettuale

73


orgia i ntellettuale

Numero disponibile online! www.orgiaintellettuale.co.cc/archivio-numeri Passalo dopo averlo letto! Questo meraviglioso numero gratuito sarà disponibile anche online! Diffondete il verbo Copernicano tra compagni, amici e congiunti, le

nostre parole sono per tutti e tutti sono invitati a partecipare! :)

Riciclalo! Se proprio vuoi sbarazzarti di questo bellissimo giornale, non buttarlo nell'indifferenziata.

74

orgia intellettuale

Passalo a qualcun altro o riciclalo. Pensa a quei poveri alberi che sono stati tagliati per stamparlo!


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.