Orgia Intellettuale | numero 1 | ottobre - novembre 2011

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Legge bavaglio a pagina 8 » OTTOBRE A PAGINA 4 » NOVEMBRE 2011 Adozioni gay, cosa NUMERO 1 ne pensiamo

A PAGINA 20 » A PAGINA 27 » Festival Internazionale Intervista ai primini di Ferrara


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ORGIA INTELLETTUALE OTTOBRE - NOVEMBRE 2011 Benvenuti cari primini, bentornati cari abitués, Siamo molto fieri (e speriamo che lo sarete anche voi!) di questo primo numero di Orgia Intellettuale perché accompagnato da taaante novità. Innanzi tutto una pagina di Facebook che vuole essere un luogo virtuale dove scambiare opinioni con voi, ricevere consigli, darvi approfondimenti o anticipazioni riguardo al giornale. Altra novità, di cui siamo molto contenti è l'ingresso in redazione di due nuovi fanciulli e una nuova donzella, che avrete modo di conoscere in questo e nei prossimi numeri. E le novità non finiscono qui! Abbiamo ben quattro nuove rubriche: una rubrica sui locali bolognesi, tenuta da Lucia Naldi; una, delle nostre misteriose ragazze del ménage à dois (ex menage à trois), che vi propongono una serie di classifiche strampalate, di hit parade delle cose più improbabili. Da questo numero il Cope (ri)scoprirà la sua passione per l'arte (l'ha mai avuta? beh, è il momento di farsela!) con la rubrica della new entry Teresa Mazzanti "Il lato Artistico del Copernico"; e infine una rubrica tutta per voi: "Scrivilo all'Orgia!". Una sorta di posta del cuore, posta del nervoso, posta dello studente esasperato... insomma una buchetta per le lettere aperta a qualsiasi sfogo o richiesta di consigli, che verranno sfornati da Ilaria Ledonne. Quindi scrivetele (su Facebook o tramite la cassetta dalle fotocopiatrici) a più non posso e datele un po' da lavorare! Altra novità che vuole incoraggiarvi a partecipare e a tirare fuori il vostro lato artistico è il CONCORSO FOTOGRAFICO! Che avrà un tema ispiratore per ogni numero di Orgia... sfogliate (e magari leggete) il giornale e lo scoprirete! Non è casuale il non aver scritto che il concorso fotografico avrà un tema ispiratore ogni mese, perché da quest'anno Orgia uscirà in modo bimensile. I tempi dell' impaginazione, della copisteria, della segreteria, ma anche dei nostri cervellini pensanti si fanno piuttosto lunghi. Ma noi vogliamo garantirvi un giornale di qualità, che esca puntuale e si sa: "fretta e bene non stanno insieme"! Tra tutte queste novità, a cui è da aggiungere la nuova grafica di Orgia che dobbiamo al nuovo designer Stefano Rossi, c'è anche qualcosa che continua come l'anno scorso, anzi meglio! Le rubriche di film, libri, viaggi, attualità, le rubriche "Dolci Ciccioni" e "Amati Ritrovati" sono pronte a ripartire con i loro articoli di cultura, che non vogliamo sia fatta solo dalle nozioni dei libri di testo. E come l'anno scorso non c'è un direttore, perché crediamo che Orgia debba essere uno spazio libero, dove ognuno possa parlare di ciò che gli interessa e far conoscere ciò che lo appassiona, e autogestito, perché ognuno di noi impari ad avere la sua fettina di responsabilità. Un'altra novità interessante, anche se meno interna ad Orgia, è l'andamento delle elezioni d'Istituto. Per la prima volta non c'è stata alcuna votazione. Cari primini, solitamente non è così! Di solito si vedono volantini delle varie liste per i corridoi, c'è attesa, curiosità. Ma quest'anno niente di tutto ciò. Si erano candidate quattro liste, due delle quali non sono state accettate per motivi burocratici (ritardo nella presentazione o mancanza dei documenti necessari) garantendo alle altre due, composte di due candidati ciascuna, l'elezione d'ufficio. Ora, non vogliamo sminuire i nostri nuovi rappresentanti d'Istituto, Alessio Ajmone, Marko Dobricic, Keivan Missaghi e Tommaso Rimondi, ai quali, anzi, facciamo un caloroso in bocca al lupo, ma ci sembra un peccato che non ci sia stata per noi tutti la possibilità di scelta e per loro il brivido della sfida . Forse si può parlare di poca partecipazione (i candidati sarebbero stati 16 su un istituto di più di 1200 studenti), forse di sbadataggine dei candidati. Quel che è certo è che abbiamo davanti un nuovo anno scolastico e che dobbiamo farci forza a vicenda per affrontarlo! Perché quindi non approfittare di questo succulento primo numero per concedersi una piccola evasione dalla routine delle lezioni? Buona lettura! La redazione di Orgia

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Lorenzo Bergonzoni


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REDAZIONE

Andrea Liotta Andrea Piromallo Arianna Vaccari Beatrice Giaramita Caterina Frolloni Chiara Minoccheri Francesca Nanni Ilaria Ledonne Leonardo Malaguti Lorenzo Bergonzoni Luca Berlingozzi Lucia Naldi Lucrezia Zanardi Miriam Montesarchio Sara Facchini Stefano Rossi Teresa Mazzanti FONDO DI ORGIA

Inquestonumero Attualità Genitori omosessuali: cosa ne pensiamo - pagina 4 » La legge bavaglio - pagina 8 » Festival Internazionale a Ferrara - pagina 20 » Intervista ai primini - pagina 27 » Pasticcio di Schifezze - pagina 5 » In marcia per la pace - pagina 6 » Cultura - Libri Nel mare ci sono i coccodrilli - pagina 9 » L’ignoranza - pagina 10 » Bugiarda no, reticente - pagina 11 » La Gatta - pagina 12 » - Racconti Ehl Mar - pagina 29 » - Film Amati Ritrovati - pagina 29 »

Quest'anno ci cimentiamo in una nuova impresa: daremo un contributo all'associazione Nyumba Ali, casa-famiglia nella città di Iringa (Tanzania) a favore di bambini e ragazzi con handicap fisico, il progetto sarà illustrato a dovere nei prossimi numeri. In più quest'anno abbiamo una seconda novità: Orgia e il C.A.R.A. (Comitato Antimafie Rita Atria) della scuola si stanno organizzando per portare avanti un progetto comune... Stay Tuned!

- Musica

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Contributi dei lettori

Per contattaci invia una mail a orgia@orgiaintellettuale.co.cc.

The National - pagina 12 » Hot Charts - pagina 15 » - Arte Il lato artistico del Copernico - pagina 16 » Manga Kissa - pagina 31 » - Altro La guida del Biassanot' - pagina 18 » D'estate la cultura non va in vacanza - pagina 28 » Il viaggio in Irlanda - pagina 28 » Dolci Ciccioni - pagina 30 » Sport Tragedia Simoncelli, incidente shock in Malesia - pagina 26 » Funny corner Opinioni opinabili & Berluscastrofe - pagina 24 » Relazione proibita - pagina 32 » Altro Concorso fotografico - pagina 13 » Ipse Dixit, Copernivox & Orgia Events - pagina 33, 34 »

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attualità

Adozioni gay, cosa ne pensiamo attualità di Arianna Vaccari I gay possono adottare i bambini. I gay non possono adottare i bambini. Sono cresciuta nella classica famiglia, una come tante: padre, madre, due figlie. Ne ho parlato con mia madre di questa mia domanda, mi ha risposto che sono assolutamente equivalenti dal punto di vista dell'amore, e lei aveva due genitori etero che si tiravano i piatti... Possono essere ottimi o pessimi genitori, come qualsiasi coppia di qualsivoglia genere, anche casi isolatissimi di due semplici amici che si ritrovano con una novità inaspettata. La più grossa e diffusa obiezione che ho sentito è stata: "l'altro/a genitore non compenserà mai la figura dell'altro sesso". Qualcuno qui potrebbe ribattere immediatamente: "e se uno dei due genitori morisse? Si sarebbe comunque condannati alla mancanza di una della due figure genitoriali"... Vero. Come obiettare? Ma tornando alla coppia omo, quando mai ad un genitore è stato chiesto di compensare? Il fatto che manchi la figura di sesso opposto in famiglia è inevitabile, sì, è così, sono d'accordo. Ma perché ci si deve immischiare in termini di compensazione? Se un bambino ha genitori di due sessi diversi avrà opinioni maggiormente diversificate o maggiori punti di vista di uno cresciuto da due genitori omo? Non credo ci siano prove scientifiche al riguardo e anche se ce ne fossero reputerei il ricercatore un omofobo e un imbecille, se figlio di una coppia omo o di giraffe. Scusate per questa mia opinione, ma è un ragionamento che non sta in piedi. Inoltre sul fatto che a questo bambino non mancherà, ma semplicemente non avrà una figura dell'altro sesso in casa ci si potrebbe stare fino a notte inoltrata, come prevedere le reazioni di un essere umano? Tutti ne hanno di diverse, spesso inspiegabili, istintive. È' l'indole umana, senza eccezioni. Sono d'accordo sul fatto che questa persona non ci sarà, come sono d'accordo sul fatto che io non sono stata in casa di altri, io sono nata in casa mia nelle braccia di mia madre, sarei stata una persona diversa se fossi stata cresciuta da due donne o da due uomini? Naturalmente sì, ma è come dire: "Sarei stata un persona diversa se cresciuta dai genitori Verdi piuttosto che dai signori Rossi?"

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Probabilmente nel primo caso mi sarebbero piaciute le scarpe o gli orecchini, nel secondo i motori o la lotta, o magari tutto il contrario...chi può dirlo? Se fossi stata cresciuta da una coppia omo sarei stata sicuramente un'atra persona, non si parlerebbe neanche di me, non starei parlando io, qui, adesso. Non sono io. Ma ci sono. Non è mai stato chiesto ad un genitore di compensare, il genitore deve introdurre il proprio figlio nel mondo, ad un'avventura chiamata vita, che è una scommessa e un impegno per tutti e tre. Nessuno può dire cosa saremmo potuti essere, perché non lo saremo mai, abbiamo già lanciato questo dado e se state leggendo, senza pessimismi, vi è andata anche bene. Tanto vale tenerci così, o no? Possiamo solo renderci conto che nasciamo puri e vuoti e a un certo punto della nostra vita, per tutta la nostra vita, ci facciamo condizionare, diventiamo parte di cose e usciamo da altre, colmiamo la nostra esistenza di ogni cosa, ci condizionano attraversandoci passioni e interessi, individuali per ognuno. L'essere genitore non c'entra assolutamente nulla con l'orientamento sessuale e quanto alle fandonie deliranti del tipo "pedofilia ergo omosessualità", non dico nulla. Sinceramente, credo che se un bambino ha due genitori che gli danno amore, lo fanno sentire al sicuro, gli fanno sentire che non ha genitori diversi dal "normale", facendogli sviluppare spirito critico ed indipendenza, sarebbero davvero ottimi genitori. E inoltre credo che a questo bambino, se ha amore e affetto, non gliene importerà nulla se i suoi genitori, che glieli hanno sempre dati, hanno entrambi le tette, o meno... Se il vostro pensiero differisce, per idee, religione, libero arbitrio (grazie al cielo lo abbiamo), chi sono io per cambiarvi? Ma se non conoscete qualcosa, e per qualcosa intendo qualunque cosa, dal non capire, all'ignorare volontariamente, al non volervi informare, mi spiace dirvelo ma credo che abbiate paura, perché da che mondo è mondo il cosiddetto "diverso" fa paura, è isolato, è in minoranza ed è terribilmente tenace... comunque se non conoscete o non prendete parte a qualcosa, non dettate legge, aspettate a giudicare e quantomeno... vi supplico, non fate del male.


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Pasticcio di schifezze attualità di Chiara Minoccheri Innanzi tutto il Pasticcio di Schifezze è una Per diluire il composto aggiungete ricetta tipicamente italiana. Anzi, vi dirò un'ampolla di bava di Bossi, l'ampolla di più: è preparabile solo su suolo italiano. rigorosamente quella del rito padano e Sarà la qualità degli ingredienti locali, sarà la bava obbligatoriamente quella uscita che negli altri paesi la popolazione proprio durante un incitamento alla secessione. non lo digerisce. Dopo aver mischiato per bene, spolverate Gli ingredienti del Pasticcio sono molteplici, la pasta con qualche dichiarazione è una ricetta molto libera. Le uniche cose infamante, come ad esempio quelle indispensabili sono una manciata di politici di Brunetta sui precari, che sarebbero corrotti e un pugno di avvocati leccapiedi. "l'Italia peggiore" oppure, a vostra scelta, Ora vi illustrerò la ricetta con gli ingredienti quelle di Berlusconi riguardo ai magistrati con cui io e molti altri l'abbiamo preparata, politicizzati e accaniti contro di lui. Il anzi ce la siamo vista servire nel piatto, pasticcio di schifezze lieviterà a vista l'estate passata. d'occhio. Per prima cosa impastate insieme un paio di processi squallidi. Vi consiglio quello Mills e quello Rubi: grumi ne fanno a volontà ma sembrano non scuocere mai. Il primo non vuole giungere al termine. Il presidente del consiglio è indagato per corruzione dell'avvocato Mills per indurlo a testimoniare il falso riguardo alle sue società offshore. Il corrotto è stato condannato ma il corruttore non ne vuol sapere. Durante quest'estate ci sono state numerose udienze alle quali il Cavaliere non partecipava per legittimissimi impedimenti. Il processo slitta e la prescrizione si avvicina. Nel processo Rubi invece, il nostro primo cittadino è indagato per concussione e prostituzione minorile. Roba che se lo facesse qualsiasi altra persona, tempo un anno e sarebbe dentro. Ma lui no, poverone. Aiutava ragazze bisognose (bisognose di 5000 euro a serata), non sapeva che fossero minorenni! E poi, se anche l'avesse saputo cosa ci sarebbe stato di male? Partecipavano semplicemente a cene, invitate come amiche. Immagino che tutti voi abbiate amiche che partecipano mezze nude a cene a casa vostra e che si fanno pagare migliaia di euro. Ma torniamo alla ricetta.

Ora è giunto il momento di aggiungere l'ingrediente principale del pasticcio estivo. Vi consiglio di utilizzare un frustino elettrico per mescolare, perché il malloppo potrebbe diventare piuttosto solido. E di indossare un grembiule, per non rischiare di sporcarvi di queste schifezze. Ah, e una mascherina, perché anche l'odore non sarà gradevole.

Il pasticcio è finito. O meglio, la ricetta di oggi è finita, dato che questo pasticcio è così vario che sembrano essere infiniti i possibili ingredienti. Ora non resta che ungere una teglia con gli intrallazzi La Vitola – Tarantini - Berlusconi e gli inviti che quest'ultimo faceva al primo di restare latitante all'estero anzi che consegnarsi alla giustizia per il reato di estorsione. Fatto ciò cuocete a 3000 gradi (queste schifezze sono peggio dei mattoni!) e una volta sfornato il pasticcio spolveratelo con il caso Milanese, il caso del braccio destro di Tremonti accusato di corruzione, associazione a delinquere e rivelazione di segreto d'ufficio. Caso che ha portato via tempo ai lavori parlamentari, avendo dovuto decidere se lasciarlo arrestare o no. E ovviamente l'hanno salvato. La vostra ricetta è terminata, non vi resta che rigurgitarla, dato che mangiarla... l'avete già fatto in abbondanza!

L'ingrediente da inserire è la bella manovra finanziaria di quest'estate. Il mio consiglio è di grattugiarla poco a poco, come ce la siamo sorbita noi italiani. Grattugiando grattugiando verranno fuori le promesse dell'abbassamento degli stipendi dei parlamentari, la riduzione delle auto blu e la riduzione dei parlamentari stessi. Promesse mai mantenute, perché entreranno (forse) (magari) (può essere) in vigore... ma dalla prossima legislatura. Se continuerete a grattugiare raggiungerete la quantità giusta per vedere con cosa sono state rimpiazzate queste promesse per far quadrare i conti: tagli alla pubblica istruzione, alla pubblica amministrazione, accorpamento dei comuni e soppressione delle province, e soppressione delle feste patronali a partire dall'anno prossimo. Il tutto tra annunci, smentite, passi indietro, salti in avanti, brancolamenti nel buio.

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attualità

In marcia per la pace Perugia - Assisi | 25 settembre 2011 attualità di Teresa Mazzanti e Caterina Frolloni

« Un solo essere, purché sia intimamente persuaso, sereno e costante, può fare moltissimo, può mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio » Sono queste forse le parole più rappresentative della Marcia della Pace, pronunciate dal suo fondatore Aldo Capitini, che il 24 settembre del 1961 inaugura la manifestazione e fonda il Movimento Nonviolento. Da quel giorno sono passati 50 anni, eppure oggi più che mai ci si rende conto di quanto sia importante e significativo percorrere quei 25 chilometri che separano Perugia da Assisi. Pace. Una semplice parola, un suono che scivola sulle labbra, ma che raramente si sofferma nella mente. Troppo superficialmente ci capita si usufruirne, ma quanti di noi si interrogano su ciò che rappresenta, sul suo significato più profondo? Pace. Quando si parla di pace, è inutile dire che, da qualche parte, si cela la parola guerra. E la guerra, non è forse anch'essa piena di sfumature e ombre multiformi? La guerra si mostra a volte con esplicita violenza, ma è anche abilissima nel nascondersi, nell'assumere molteplici aspetti e innumerevoli nomi, nell'insinuarsi nelle nostre vite scivolando sotto al nostro sguardo senza farsi notare.

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La guerra è in Libia, in Afghanistan, in Palestina, ma la guerra è anche molto, molto più vicina. La guerra è nei giovani italiani che non trovano lavoro, in un governo che taglia all'istruzione in favore delle spese militari; è in una famiglia che stenta ad arrivare a fine mese, in un operaio che perde la vita sul lavoro, nelle donne vittime di violenze, abusi, mercificazione, nei ricatti della mafia. In chiunque sia discriminato per le proprie idee, credo, sesso, origine, orientamento sessuale.

La guerra è tale soprattutto nel momento in cui ai nostri occhi si trasforma in normalità, nell'attimo in cui cessiamo di porci domande, di cercare risposte, di formulare idee, di provare il desiderio di proporre, fare, cambiare. La guerra inizia quando si crea quella rassicurante sensazione di indifferenza, di rassegnazione. Purtroppo, però, – o sarebbe meglio dire per fortuna – non si è liberi nel momento in cui si decide di non decidere. Tutto scivola addosso ai nostri corpi inermi, come intrappolati sotto un cumulo di macerie o forse più come una pioggia torrenziale che ci inzuppa fino alle ossa, ci scioglie e ci rende tutt'uno con la corrente del fiume: noi come singoli individui non esistiamo più nel momento in cui decidiamo di non far sentire la voce della nostra mente. È evidente che la pace non possa esistere come "passiva accettazione dei mali esistenti", citando ancora una volta quanto


orgia intellettuale Ognuno ha marciato donando la propria unica, inimitabile individualità, creando così una marea variopinta, multiforme, allegra, piena di musica e speranza, pervasa da un sentimento di solidarietà e fratellanza spesso dimenticato.

rivendicato da Capitini nel libro Opposizione e Liberazione. Il pacifismo è una lotta attiva, una marcia quotidiana di cui ciascuno di noi ha il diritto e il dovere di sentirsi protagonista e responsabile, un urlo contro ogni forma di ingiustizia, discriminazione, apatia. Il pacifismo è una lotta che deve essere combattuta interiormente, prima che attivamente in questa marcia, a scuola, sul luogo di lavoro, in Afghanistan. La lotta interiore, la nostra personale lotta interiore è iniziata nel momento in cui abbiamo deciso di rimanere sveglie, di cedere all'insonnia per parlare di noi, per meditare, nel cuore della notte, sui nostri obiettivi e sulle nostre speranze, ma soprattutto per abbattere la barriera del torpore, della fragilità con cui ogni essere umano deve fare i conti, prima o poi.

Insomma, per spiegare il concetto di pace spesso ci si dimentica il senso primo di questa breve ma densa parola: amore, il quale non è altro che unione, condivisione di un mondo sereno e della propria personalità in pace con l'ambiente e con gli altri. Per creare un mondo di pace la chiave è quindi l'amore, ma non solo quello fra persone. L'amore inteso anche come passione, impegno costante per perseguire i propri scopi. E questa Marcia ha dato, come da' da ben 50 anni, la possibilità a ciascuno di noi di ignorare il dolore ai piedi o il sole cocente per concentrare la propria mente e il proprio cuore sulla lunga via che dovevamo e dobbiamo ancora percorrere.

Ogni 3 o 4 chilometri la nostra via veniva interrotta da piccoli paesini umbri...ognuno con una propria, unica bellezza. Alcuni erano deserti, gli abitanti non c'erano (oppure si distinguevano bene fra la folla di pacifisti), altri pullulavano di vita e di stand: associazioni di volontariato, ong e associazioni di agricoltori che regalavano mele e pane, forse per desiderio di indipendenza dal denaro, forse come simbolo di fratellanza ben coerente con la manifestazione in corso. Dopo varie pause pranzo, l'augurio di buon appetito da parte di Don Luigi Ciotti e tanti chilometri, abbiamo finalmente scorto in lontananza, arroccata su una collina, la bianchissima Assisi, luminoso miraggio del mondo migliore che sogniamo di raggiungere e costruire. È questo l'istante in cui la pace fa capolino, quello in cui esprimiamo un desiderio e ci mettiamo in marcia, passo dopo passo, per conquistare infine il nostro traguardo e rimirare, da quella vertiginosa altitudine, il meraviglioso paesaggio che si staglia di fronte a noi, fino all'orizzonte e anche oltre. Tutto questo e tutto quello che facciamo ogni giorno, tutte le parole che versiamo su questo giornale perché, come ha detto Gandhi, «qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia.»

È questa l'invisibile barriera contro la quale si è diretta una folla di oltre 200mila persone, camminando fianco a fianco in una soleggiata domenica di settembre, immersi nella campagna umbra. Coscienti di non trovarsi lì per una piacevole passeggiata, ma per mostrare al mondo il proprio sdegno, la propria indignazione. Coscienti di non portare avanti una tradizione, ma il proprio impegno. L'unione fa la forza: nulla di più vero quando si parla di pace, pace che potrà avvolgerci finalmente e completamente solo quando tutti i popoli di questa Terra avranno dimenticato gli odi razziali, gli inganni e le prevaricazioni economiche e politiche; quando avranno apprezzato appieno la solidarietà, la fratellanza, l'altruismo... IMMAGINI DI SHOOT 4 CHANGE galleria completa su http://bit.ly/vVCyhy

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attualità

La legge bavaglio attualità di Arianna Vaccari La cosiddetta legge bavaglio è stata modificata; per il momento la rete è salva e le nostre tastiere sono libere! Discussa il 12 ottobre in Parlamento ha liberato wikipedia da quell'orrendo riquadro arancione... Sarebbe stata una psicologica condanna a morte, se verrà riproposta ed approvata finiremo in un regime dittatoriale che ha equivalenti come la Cina, dove si oscura quello che si vuole oscurare, impedendo che la gente si lamenti o semplicemente comunichi con i mezzi di informazione, anestetizzata. Forse dovremo ricorrere nuovamente ai cavalli da corsa, ai segnali di fumo...Chi aprirà un blog sarà accusato di pensare, brutta cosa in questo paese. Visto il grande movimento di protesta , o la grande stupidità dell'applicazione, la Commissione Giustizia alla Camera ha deciso all'unanimità di modificare il disegno di legge sulle intercettazioni, escludendo i blog e i siti di informazione che non siano registrati come testate giornalistiche dall'obbligo di rettifica, limitando l'azione del ddl alla stampa. In un altro paese non ci si sognerebbe nemmeno di proporla per scherzo una cosa di questo genere, ma noi siamo Italialand, per citare Crozza: "Il parco di divertimenti più grande del mondo". Siamo la barzelletta dell'Europa. Ma noi abbiamo già un'informazione che è quello che è, basti pensare che le immagini del reporter Antonello Zappadu sulle feste a Villa Certosa del nostro onorevole premier sono state pubblicate su tutti i giornali europei, da Le Monde ad El Pais, ma non su un solo quotidiano italiano, ne è stata proibita a prescindere la pubblicazione. Dopo questa censura, si può ancora pensare di essere in Democrazia? Cos'è la legge bavaglio? Com'è nata? La "legge bavaglio" è figlia dell'ex ministro di grazia e giustizia, Clemente Mastella, e impone delle restrizioni allo strumento delle intercettazioni da parte dei magistrati. La legge però tocca anche i giornalisti perché a questi sarà vietato pubblicare gli atti di indagine. Il ddl Mastella inoltre non si ferma solo ai professionisti della notizia, ma introduce nuove norme anche per tutti gli utenti internet che hanno un blog o un sito non registrato come testata giornalistica, questi dovranno sottostare ad alcune normative che regolano la stampa.

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Se venisse approvata... Come cambiano le intercettazioni? I magistrati potranno effettuare delle intercettazioni, anche ambientali, per reati che prevedono una pena massima di 5 anni di carcere, per un periodo di tempo massimo di 75 giorni. Sarà possibile prorogare il limite di tre giorni in tre giorni chiedendo l'autorizzazione al Pubblico ministero controfirmata dal giudice collegiale del capoluogo del distretto. Per i reati di mafia e terrorismo il limite sarà di 40 giorni e la proroga di 20. La registrazione delle conversazioni Sarà vietato registrare conversazioni ad insaputa dei propri interlocutori, questo emendamento è stato soprannominato "Emendamento D'Addario" (chissà come mai...), le registrazioni saranno consentite solo ai giornalisti o agli agenti dei servizi segreti. Se si indaga o intercetta un sacerdote sarà necessario avvisare il vescovo a cui il sacerdote afferisce, se ad essere indagato sarà invece un vescovo, bisognerà comunicarlo alla Segreteria vaticana. Gli effetti della legge bavaglio sulla stampa Sarà vietata la pubblicazione delle telefonate e del loro contenuto. Gli atti di indagine, anche se pubblici, potranno essere pubblicati solo in maniera riassuntiva, così come i verbali degli interrogatori. Le intercettazioni potranno essere pubblicate solo dopo la conclusione delle indagini preliminari. I giornalisti che contravverranno a questi divieti pagheranno multe dai 10 ai 100 mila euro. I PM che forniranno alla stampa atti coperti da segreto e dichiarazioni sulle inchieste potranno essere sostituiti. Cos'è il comma ammazza blog? Il comma 29, contenuto nel ddl, ha agitato molti blogger che hanno subito soprannominato il provvedimento "comma ammazza blog". Il comma introduce il "diritto di rettifica" anche per blog e siti non iscritti come testate giornalistiche. In questa maniera chi intende anche solo tenere un diario on line dovrà sottostare ad una delle norme che regolano la stampa italiana. La rettifica deve avvenire entro 48 ore e il blogger che non rettificherà potrà essere condannato a pagare sino a 12 mila euro di multa.


cultura libri

Nel mare ci sono i coccodrilli Storia ascoltata e trascritta da Fabio Geda per Enaiatollah Akbari recensione di Caterina Frolloni

« Cominciavo a pensare che dormire fosse un errore. Che forse la notte conveniva restare svegli, per evitare che le persone che mi erano vicine sparissero nel nulla. » Piccola premessa: l'Afghanistan è terra di rivalità tribali. In realtà è il paese con maggior numero di etnie diverse al mondo, poiché lungo i secoli ha svolto la sua funzione di crocevia tra India, Persi e Asia centrale. Ci sono i Pashtun, i più ricchi in genere. Poi ci sono gli Hazara, popolo di origine mongola - probabilmente giunti in Afghanistan con Gengis Kahn -, che viene considerato inferiore e come tale deve servire i Pashtun. Il nostro protagonista era un appartenente all'etnia degli Hazara. Infine ci sono molte altre etnie, non rilevanti al fine della recensione. Il piccolo Enaiatollah viene abbandonato in Pakistan dalla madre alla tenera età di forse 10 anni. Ma si tratta di un vero e proprio abbandono? L'istinto di sopravvivenza della madre ha avvolto con il suo Burka prima il figlio che la donna stessa. Eppure un bambino di forse 10 anni come può non sentirsi abbandonato? E poi, immaginate di essere dei bambini come lui che non hanno mai visto nulla in tutta la loro esistenza se non il loro povero villaggio, le montagne che circondano la valle in cui questo è situato, i soli

cento volti che lo abitano: una città grande e trafficata come Quetta, in Pakistan, non potrà che sembrarvi un inquietante labirinto e non potrete venire biasimati se penserete che in realtà la sua caoticità non dipende dalle sue dimensioni ma se crederete, invece, che il Pakistan è più movimentato dell'Afghanistan e basta. D'altra parte, ogni paese è diverso dall'altro. Tuttavia questa ingenuità iniziale abbandonerà presto il piccolo Enaiatollah, che dovrà compiere un viaggio verso la vita,fermandosi per mesi, anni, ad ogni tappa del suo percorso per guadagnare altri soldi per pagare i trafficanti di esseri umani. Questa espressione, "trafficanti di esseri umani", ha qualcosa di inquietante, è imponente, non mi sento degna di pronunciarla, nè di scriverla. Nè di specularci troppo sopra. A quindici anni, in Iran, in Turchia, il protagonista di questo sconvolgente viaggio - che molte più persone di quanto pensiamo intraprendono da anni - conosce la vita e le persone meglio di chiunque di noi. Ha vissuto nel terrore, ad ogni posto di blocco, di venire imprigionato per

sempre, molto probabilmente in un campo di concentramento afghano in cui ti fanno rannicchiare all'interno di un pneumatico e ti fanno rotolare giù per la collina... Lui ha avuto molta fortuna. O forse era destinato a giungere in Italia e raccontare la sua storia, il suo viaggio e che ora può arricchire un po' ognuno di quelli che la leggeranno.

Il viaggio, sin dai tempi di Ulisse, è sinonimo del vivere travagliato, alla scoperta di luoghi, persone, di sé stessi. A noi basta un aereo per essere catapultati in una manciata di ore verso un luogo tanto misterioso quanto pericoloso come l'Afghanistan. Invece, il percorso che viene raccontato in queste pagine rappresenta ed è il tempo rubato all'adolescenza di Enaiatollah Akbari, un bambino subito diventato adulto per la necessità di esserlo: "la scelta di emigrare nasce dal bisogno di respirare", viene riportato nel libro. Si tratta di qualcosa, insomma, che noi non potremmo mai capire fino a fondo. Ma sapere che fatti come questi accadono è la cosa importante per alimentare la nostra coscienza del mondo. E' per questo che vi consiglio questo libro, intenso ma breve, denso ma estremamente semplice perché immerso nel dolore e nella fatica, nelle speranze e nei sogni di un giovane come noi, che non ha potuto frequentare la scuola perché gli è stata strappata - per usare un eufemismo - dai Talebani. Per tanto tempo non è più riuscito a guardare una scuola, in qualsiasi luogo si trovasse: poteva soltanto ascoltare le grida dei bambini che felici vi entravano ogni giorno.

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cultura libri

L'ignoranza romanzo di Milan Kundera recensione di Teresa Mazzanti

« La nostalgia appare come la sofferenza dell'ignoranza. Tu sei lontano, e io non so che ne è di te. Il mio paese è lontano, e io non so cosa succede laggiù. »

allo stupore, alla paura, all'orrore, come se vent'anni della loro vita fossero stati amputati, lasciandosi dietro l'ombra del passato, proiettata nell'incertezza del futuro. Persino un amore travolgente diverrebbe sfuggente, "come se un poeta scrivesse il suo più grande poema con un inchiostro che, subito, svanisce".

Ancora una volta Kundera accorda armonicamente grandi temi dell'esistenza come l'oblio, la memoria, la solitudine, l'ignoranza, ai suoi vividi personaggi, straordinariamente reali ed umani. L'autore dà così luogo ad uno scenario multiforme, dove il confine tra forza e fragilità non appare poi tanto netto.

Cosa accade se si decide di tornare in patria, dopo vent'anni di assenza? Se ci si lascia trascinare dalla "grande magia del ritorno"? È ciò che avviene a Josef e Irena, i due protagonisti le cui vite sono destinate a intrecciarsi, per poi allontanarsi nuovamente, separate da "ricordi che non si somigliano". L'uomo e la donna si incontrano casualmente sull'aereo diretto a Praga, la città della loro giovinezza, ma solo lei riconosce lui, accecata dall'illusione che la memoria umana non sia ingannatrice, non muti da individuo a individuo. Può un'illusione reggere una relazione amorosa? Può essa ricostruire una vita laddove si è consolidata? I due rientrano al paese natale dal ventennale esilio proprio come Ulisse alla sua Itaca. Ma, se a differenza dell'eroe omerico, la dea Atena non disperdesse la nebbia dai loro occhio, seppur dotati della vista, non riconoscessero il loro luogo natio? L'estasi lascerebbe il posto al disorientamento,

Lorenzo Bergonzoni

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Bugiarda no, reticente biografia di Franca Valeri recensione di Lucrezia Zanardi E' uno di quei dopopranzo senza pasto, con lo stomaco vuoto e la mente stanca di studentessa copernicana alla fine della settimana. Sì, è sabato e mi trovo in treno verso Milano. Senza il tempo necessario per cercare i soldi e ingoiare qualcosa, mi rifugio nei libri, sperando di trovare da mangiare almeno per la mia mente, e svegliarla un poco. E così prendi lo zaino pesante della conoscenza che acquisirai o meno in questo lungo anno e frughi alla ricerca di uno svago costruttivo, quel libricino verde senza copertina laggiù in fondo, lasciato purtroppo tante volte da parte e rimasto lì, in attesa che una mano lo tirasse fuori. Ed ecco, finalmente ti cali nel mondo di Cesira, della sora Cecioni, della signorina snob! Ma chi sono? Da dove vengono? Tutto questo è Franca Valeri, donna dai mille volti e dalle mille storie, novant'anni pieni di vite parallele che miracolosamente convergono in un unico essere. Novant'anni. E' come se il tempo per Franca si fosse fermato, la scrittura è limpida e fresca, la mente incredibilmente lucida di particolari infantili; il tempo di una vita così piena non ha ancora perso il suo ritmo sfrenato: « Sono attualmente in un tunnel ossessivo. Sconosciuti di ogni genere mi informano che tra poco compirò novant'anni. Era proprio quello che avrei gradito dimenticare. Perché a queste date, a cui in un prossimo futuro si potrebbe anche non attribuire alcun significato, nella piccola Italia si attribuisce ancora un valore di scoop? […] Posso asserire con certezza che in questi pezzi di secoli non mi sono mai annoiata. Questo non dipende dalla vivacità dei tempi, ma da cosa si intende per divertimento o divagazione. Che è sostanzialmente una forma costante di partecipazione, il contrario esatto di noia. » Capitolo dopo capitolo scopro pezzi della sua vita e ascesa nel mondo teatrale, lentamente trovo conferme su ciò che realmente si intende col verbo "recitare". Rapita dal libro, sento il lontananza la voce che periodicamente annuncia le fermate successive e con sempre maggiore coscienza mi avvicino

« Mi ribello all'affermazione corrente che [la comicità] sia un dono di natura. La comicità è un lavoro di cervello. » alla città della nota attrice, oramai stimata in modo incondizionato. Fine? Esito... "e come faccio a saperlo?" Sì, il libro è finito e sono quasi a Milano Rogoredo. Lo chiudo, lo porto al petto e guardo fuori, adesso rilassata.

Penso che bello dev'essere scoprirsi capaci di inventare una persona e saper esserla pur non condividendo il suo pensiero, penso sia estremamente incredibile, estremamente magico tutto ciò. In un piccolo libretto Franca ha saputo raccontare la sua lunga e molteplice vita mentre noi, normali esseri

con una sola storia alle spalle, possiamo soltanto provarci e con fatica. Come è possibile calarsi nella parte ed essere altro? Com'è possibile comprenderlo? Credo che la risposta risieda nel palco, e questo bisogno mi porta ad andare a far visita al Piccolo di Milano, e il caso sarà pure terribile nella nostra vita, ma ci sono momenti in cui l'eccezione alla regola fa capolino, come fa capolino, dall'entrata, proprio Franca in carne ed ossa, col suo sorriso smagliante e fiori in mano, attorniata da amici. Non è una visione, non è un sogno. Le sorrido, lei ricambia, e con questo come unico "grazie" ci voltiamo verso il futuro, un futuro ancora pieno di spettacoli.

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cultura libri/musica

La gatta romanzo di Junichiro Tanizaki recensione di Lucrezia Zanardi Se un giorno vi troverete in una strana condizione di calma ed equilibrio. Se è una di quelle giornate di pioggia d'autunno, da gustarsi seduti in poltrona con tazzina di tè alla mano, allora è arrivato il momento di leggere “La gatta”. Libro delicato, raffinato, che racconta minuziosamente un'ossessione. La storia di un legame indissolubile, forse l'unico appiglio alla vita del nostro quasi protagonista: Shozo. La scena la occupa Lily, Shozo la può soltanto assecondare, e con lui gli altri. E Lily è una gatta. Questo romanzo breve (che a me pare più una novella lunga) si è rivelato una piacevole sorpresa, soprattutto per quanto riguarda le fedelissime descrizioni del

comportamento della gatta e l'organizzazione della materia narrativa, dal momento che pressoché in ogni capitolo Tanizaki si immerge con abilità in un diverso personaggio, rivelandone i pensieri e le segrete intenzioni. Come per paradosso, i difetti di solito attribuiti ai felini vengono proiettati sugli umani, che agiscono così sulla spinta dell'egoismo, dell'interesse e della scaltrezza, ingannandosi l'un l'altro; e ancor più assurdamente soltanto Lily sembra conoscere davvero il significato della riconoscenza e dell'affetto.

Dedicato a Lisa e Marko

The National recensione di Lucrezia Zanardi Intendo recensirvi un gruppo? Un cd? Non lo so di preciso, questa è la verità! Perciò credo che comincerò col raccontarvi la storia di questa nuova scoperta che, per quanto possa sembrarvi strano, proviene dalla Germania! Ebbene sì, mi trovavo in Germania, nel Meclemburgo, e la fortuna ha voluto che incontrassi un artista favoloso: fotografo, chitarrista e cantante in un gruppo e per di più insegnante di tedesco! (no, non era il cantante dei National!) I suoi molteplici interessi permisero me e i miei compagni di approfondire la lingua attraverso la musica (per quanto possa sembrare strano, anche in Germania a volte capitano buoni gruppi, che non siano i Prinzen, per intenderci!) e alla fine, di conoscere sempre meglio e diventare amici del nostro caro insegnante. E così un giorno fa partire un brano differente, con differente linguaggio. La musica coinvolgente, quasi struggente, comincia a diffondersi e parte una chitarra elettrica dolce e decisa e subito dopo, ecco una bellissima voce baritonale. "Sebi, chi sono?" "The National" - dice lui con gli occhi luccicanti e un sorriso a mille denti. Bloodbuzz Ohio è la canzone, Matt Berninger il cantante, The National il gruppo, High Violet il nuovo disco. Una bellissima e coinvolgente Terrible Love dà inizio al tutto, per poi passare a Sorrow, a mio parere una delle più notevoli, sia come testo che come composizione, anche se anche Bloodbuzz e Runaway non scherzano, ah aspetta, anche England, ah, e poi Little Faith! Ragazzi... fate prima ad ascoltarvelo! Tornata in Italia mi si è spezzato il cuore scoprendo che erano stati a Ferrara giusto un mese prima, giusto un mese prima che me ne scoprissi l'esistenza! Ma pazienza, la prossima volta verrete anche voi con me!

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Concorso fotografico Regolamento

Orgia Intellettuale bandisce la prima edizione del suo neonato concorso fotografico interno all’Istituto Niccolò Copernico di Bologna. Può partecipare qualunque studente del suddetto Liceo. Ogni due mesi sul giornalino scolastico la redazione renderà nota ai lettori la parola alla quale dovranno ispirarsi e la scadenza. Ogni due mesi la Redazione pubblicherà le foto del partecipante vincitore.I vincitori potranno essere diversi, in quanto il concorso prevede più percorsi (per questo parole differenti ogni volta). Il partecipante può inviare massimo tre foto a parola, sulle quali la giuria darà il proprio giudizio. Le foto che accettiamo: - devono in qualche modo attenersi alla parola data. - devono essere in formato JPEG, PNG o TIFF. - devono essere inviate a foto@orgiaintellettuale.co.cc entro i termini di scadenza prefissati, pena l’esclusione. - possono contenere volti o persone (la redazione non si prende la responsabilità di eventuali soggetti non consenzienti, nel caso questi dovranno informare la Redazione che escluderà la foto dal concorso). La giuria sarà composta dai membri della redazione (escluso chi volesse partecipare al concorso). Anche i lettori possono far parte della giuria, gli interessati possono contattare la redazione tramite mail: foto@orgiaintellettuale.co.cc Oltre alla giuria, anche gli studenti avranno la possibilità di partecipare attivamente alla decisione finale, attraverso i "mi piace" dati alle foto che la redazione pubblicherà sulla sua pagina Facebook (http://www.facebook.com/orgiaintellettuale). Il numero di "mi piace" influenzerà (in parte) la scelta della giuria, che valuterà la qualità e originalità delle foto. Le foto vincitrici saranno pubblicate sul numero successivo di Orgia Intellettuale, assieme al nome del fotografo. Alla fine dell’anno la Redazione organizzerà una grande mostra finale, nella quale verranno esposte tutte le foto del concorso. Inviandoci le tue foto ci dai il permesso di utilizzarle, stamparle, pubblicarle ed esporle.

parola INIZIO scadenza 30 nov '11

Invia le tue foto a foto@orgiaintellettuale.co.cc 14

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cultura musica

Hot Charts classifiche musicali di Francesca Nanni e Sara Facchini (also known as mènage à dois) Il mènage à trois è scomparso: abbiamo perso un membro (quella brutta tr...) e ora siamo un mènage à dois. Sisi, à dois: non è convenzionale e fa più fico, ammettiamolo. Vi domandate se ci imbottiamo di film e musica? Abbastanza. Ok, sappiamo che Orgia non aveva bisogno delle nostre classifiche, ma solo di occupare gli spazi bianchi… E poi, come poteva Orgia rifiutarci essendo noi un mènage à dois? Classifica 1: "Traduttore traditore" Le opinabili traduzioni dei titoli di film in italiano. Se mi lasci ti cancello – Eternal Sunshine of the Spotless Mind Belli e Dannati – My own private idaho Tutti insieme appassionatamente – The sound of the music L'attimo fuggente – Dead Poets Society Giovani, carini, disoccupati – Reality bites Io non sono qui – I'm not there Trappola di cristallo – Die hard Una notte da leoni – The hangover Una settimana da dio – Bruce Almighty Fatti, strafatti, strafighe – Dude, where's my car? Classifica 2: "Oggi c'ho un brufolo: giriamo un video con i fans che così si sentono importanti…" - Video in cui fans, o comunque inutili sempliciotti, sono i protagonisti e assumo il ruolo del cantante. Pink – Aerosmith Snow – Red Hot Chili Peppers Adrienne – The Calling Rock This Party – Bob Sinclair Love Lost- The Temper Trap Rockstar – Nickelback Almeno Tu Nell'Universo – Elisa Bigger Than Us – White Lies Autumn Song – Manic Street Preachers Elle me dit – Mika

Classifica 3: "Dammi una lametta che mi taglio le vene" Sara: Mad World – Gary Jules Fix You – Coldplay Creep – radiohead Hide and Seek – Imogen Heap Special Needs – Placebo By This River – Brian eno Fra: Quicksand Jesus – Skid Row Slip To The Void – Alter Bridge Something To Believe In – Bon Jovi Iris – Goo Goo Dolls Low Man's Lyrics – Metallica Dead's Man Ballet – Sixx:A.M. Classifica 4: Essendomi scordata di svegliare i Green Day rimedio con 5 belle canzoni sull'ottobre October & April – The Rasmus ft. Anette Olzon Love in October – Permutations October – Broken bells October – U2 Ottobre – Fabrizio Moro Classifica 5: "Le canzoni che Angelo pompa nelle casse della macchina", ossia le canzoni che mio padre ascolta a tutto volume in macchina. White Wedding – Billy Idol Highway To Hell – AC/DC More Than This – Roxy Music Pretty Fly – The Offspring Goodbye Stranger - Supertramp

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cultura arte

Il lato artistico del Copernico (Si p)Arte! - viaggio alla scoperta di universi creativi arte di Teresa Mazzanti Quest'anno ho pensato di regalare ai 9 lunghi mesi che ci attendono, come belve in agguato in attesa di spalancare le fauci e inghiottirci, un po' di luce e colore, grazie alla mia "picciola" rubrica d'arte. Accartocciate e buttate nel cestino ogni preconcetto, qualsiasi odio o rabbia repressa per l'Argan e i suoi consimili. L'arte NON è una materia stampata su tediosi libri scolastici, o vecchie tele accumulate nei polverosi corridoi che perseguitano i vostri ricordi di passate gite e visite a musei e pinacoteche. Ho fiducia che non tutti voi la pensiate così, ma mi sento comunque in dovere di avvertirvi. Soprattutto in un paese dove il valore dato alla cultura è calpestato da un elenco di altre "priorità". Io penso (dico "penso" perché ritengo che ognuno possieda una propria interpretazione) che l'arte sia tutto ciò che ci circonda. L'arte è vita e morte; è gioia, passione, malinconia, angoscia, apatia, rabbia, dolore. L'arte è originale e banale, è bella e brutta. È dolce e dura, è verità e menzogna. L'arte è un viaggio alla scoperta di se stessi e del mondo, l'esplorazione della propria interiorità come della natura umana nel suo insieme. Sono le mille espressioni di un unico volto. L'arte è anche un mezzo per capire ed interpretare la realtà, un'occasione per riflettere su contesti politici, sociali e culturali. Ne abbiamo conoscenza fin dal più remoto passato, ci supporta nel presente, ci prepara al futuro. L'arte può abbattere idee consolidate da secoli dentro di noi, cambiare persone e pensieri, crearne di nuovi. Può mostrare o celare, sconvolgere o lasciare indifferenti. L'arte è questo e molto altro ancora. Non pretendo di dare voce a massime o di realizzare riflessioni erudite su artisti e correnti. Mi considero una modesta appassionata, una giovane amatrice che scrive per il puro piacere di farlo. Non mi aspetto quindi che saranno in molti ad apprezzare questa rubrica. La colgo semplicemente come un'occasione per crescere e valorizzare il mio interesse. In fondo è anche in questo che consiste l'enorme opportunità che offre un giornalino scolastico, la possibilità di approfondire

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un argomento che ci sta a cuore, di mettersi in gioco, di sperimentarsi e offrire le proprie parole agli altri, per crescere grazie a loro. Per questo ogni suggerimento o critica da parte vostra sarà per me motivo di grande soddisfazione! Lo ammetto, la capacità di sintesi non è mai stato il mio forte. Vi risparmierò da un ulteriore fluire di pensieri, e per non lasciarvi con il suono delle mie sole parole, che si sono già pronunciate abbastanza (ora vi lascio alle vostre occupazioni, lo giuro!) riporto la voce di chi l'arte l'ha fatta e l'ha vissuta. Alzo lo sguardo dal foglio e lo poso sulla prima citazione che incontro, appena visibile tra il caos della mia eclettica bacheca. Perdonate quindi se può non essere la più azzeccata, ma a volte è bello abbandonarsi al caso.

« Solo l'arte può salvarlo dall'assenza in cui tutto piomba scrive, dipinge, scolpisce, sogna bisogna sconfiggere la tomba. » - André Breton


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particolare de La Giuditta - Gustav Klimt, Vienna

particolare de Medea - Alphonse Mucha, Praga

Nel prossimo numero

Un'anticipazione del prossimo numero: parlerò di due personalità artistiche e femminili appassionate e appassionanti, che con le loro vite, tragedie, dolori, sogni, amori, ma soprattutto con il loro genio pittorico, anche a distanza di secoli e oceani non possono fare a meno di lasciare affascinati. Parlerò di loro come artiste e come persone, valorizzandone l'unicità e riflettendo sulle tante somiglianze che le legano. Di loro vi dò un ulteriore indizio: questa foto e questo quadro. Vi sfido a riconoscerle!

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cultura altro

La guida del Biassanot' cultura di Lucia Nandi Col primo numero di Orgia di quest'anno è mio piacere presentarvi anche una nuova rubrica nata dalle riflessioni di una domenica mattina dopo l'ennesimo sabato sera passato in giro, persi e confusi, a chiedersi "dove andiamo stasera, che si fa?" Ecco, questa modesta rubrichetta è dedicata ai Biassanot', bolognesissima parola che indica i notturni, chi fa mattina, la ggente ggiovane, che esce e si diverte ed è sempre a caccia di locali e serate interessanti. Questa graziosissima e molto chiara parolina dialettale è infatti l'unione del verbo "biasser" (mangiare, masticare) con "not, nott", che significa chiaramente notte. Dopo essermi sentita appellare così da mio padre svariate mattine, ho deciso di usarlo come titolo, e suona davvero bene! (vedi mai, il potere delle dialetto, delle tradizioni, come sono conservatrice...) Mi è stato sempre molto a cuore il discorso delle serate, degli eventi, dei locali, perché personalmente trovo così bello trovarsi si, un po' stanchini e abbacchiati a causa di scuola-lavoro-famiglia, ma con quella voglina frizzante di uscire! Ed è per questo che vi parlerò qui di vari baretti, pub, locali, delle serate che fanno, magari di qualche festival, di qualche osteria, di qualche concertino... e tutto a Bologna! Ah, rimarrete sorpresi nel vedere quante cose si possono fare la sera invece che sperperare i propri soldi in cicchetti in Via Irnerio, brutti alcolizzati!

lenta); inoltre il locale esteticamente all'esterno... non esiste, nel senso che c'è un micro cancelletto davanti a cui fare la fila per entrare, una volta dentro si fanno due scalini, si paga e ci si ritrova in questa enorme, come dire, sala sotterranea, che a primo impatto mi ha subito ricordato una cantina per le sue arcate di mattoni a vista. Della cantina non ha però fortunatamente l'odore e l'umidità, anzi è un locale molto curato, con una bella illuminazione, un ottimo impianto musicale, e dei bagni abbastanza confortevoli. Il locale è grande perciò vi sono due bar, il principale in una saletta attigua allo spazio in cui solitamente vi è il dj o chi di dovere che presenzia la serata e un altro bar più piccolo a cui si arriva tramite una specie di corridoio, in pietra, stile catacombe ma decisamente meno macabro. Qui si trova una sorta di privè con varia musica e soprattutto, soprattutto è zona fumatori (bazzissima, piccolo commento personale). Bene, ho finito, ora leggete qualcosa di professionale (e di parte, ovviamente): Il Circolo Arci "Alle Rive Del Reno", meglio noto come Millenium Club, è un circolo giovanile nato 20 anni fa in via Riva di Reno 77/a. Come circolo propone serate a tema, musica dal vivo e live per gruppi emergenti, corsi di ballo, workshop teatrali e di poesia, mostre fotografiche e tanto altro. L'ingresso è riservato ai soci Arci.

Cominciamo dunque! Per questo mese ho chiesto al direttore creativo del Millennium Club di darci una visione generale del locale e delle serate che fanno, e tutto ciò potrete leggerlo fra poco. Prima mi sembra giusto offrirvi un mio parere a riguardo: premettendo che è un locale che fin'ora ho frequentato poco per via del tipo di serate, perlopiù non adatte ai miei gusti, nelle 3 o 4 volte in cui ci sono andata il posto mi ha sempre fatto una buona impressione. I punti a favore sono innanzitutto la localizzazione, cioè in centro, a 10 minuti a piedi da P.zza Maggiore (io ci ho messo così, magari però sono molto veloce o, più probabile, sono molto

Il 4 Ottobre 1991 apriva a Bologna il Circolo "Alle Rive Del Reno". 20 anni fa. E così ci siamo domandati: perché non organizzare qualcosa di veramente forte per l'inaugurazione? Abbiamo buttato giù diverse idee ma quella che ci ha convinto di più è stata quella di giocare con i numeri, i nostri numeri ovviamente. Avevamo il 1991, l'anno della nostra prima apertura. Avevamo il 2011, questa stagione che si prospetta incredibile. E avevamo il numero 20 appunto, i primi 20 anni di Millenium Club. 20 anni contraddistinti da un impegno continuo nella promozione di eventi culturali rivolti a tutti. Perché allora non organizzare qualcosa tutte le sere? Associazionismo, Cultura, Musica.

Programma 2011/2012 Lunedì Corso di Danza Contemporanea Orario: 18.30 - 20.30 Corso di Tango Argentino Orario: 20.30 - 22.30 Martedì PuraVida Club Latino Orario: 19.00 - 22.00 (corsi) / 22.00 - 02.00 (serata) (Ingresso con consumazione obbligatoria) Mercoledì Arci Millenium Live http://www.facebook.com/arci.millenium.live Orario: 22.00 - 01.00 - Ingresso gratuito! Giovedì Corsi di Teatro Orario: 20.00 - 22.00 Rockcity Night http://www.facebook.com/rockcity.night.bologna Orario: 22.30 - 04.30 - Ingresso gratuito! 1° e 3° Venerdì del mese Corsi di Teatro Orario: 19.30 - 21.30 2° e 4° Venerdì del mese Corsi di Teatro Orario: 19.30 - 21.30 College Party http://www.facebook.com/college.party.bologna Orario: 22.30 - 04.30 - Ingresso 8€ (5€ in lista entro l'01.00)

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1° Sabato Corsi di Teatro Orario: 19.30 - 21.30 Bring Back My '90s! http://www.facebook.com/bring.back.bologna Orario: 23.00 - 04.30 - Ingresso 5€ 2° Sabato Corsi di Teatro Orario: 19.30 - 21.30 3° Sabato Corsi di Teatro Orario: 19.30 - 21.30 Saturday Night Live http://www.facebook.com/arci.millenium.live Orario: 23.00 - 04.30 (Ingresso con consumazione obbligatoria) 4° Sabato Corsi di Teatro Orario: 19.30 - 21.30 I just want to Pop! http://www.facebook.com/ijustwanttopop.bologna Orario: 23.00 - 04.30 - Ingresso 4,99€ [Erasmus Free Entry]

Domenica Corsi & Spettacoli di ballo, Mostre fotografiche, Reading poetici, Workshop teatrali


orgia intellettuale Corso di danza contemporanea (Lunedì) Tutti i lunedì sera il Circolo Arci "Alle Rive Del Reno" Millenium Club ospita un corso di Danza Contemporanea a cura dell'insegnante Lara Russo. Corso di tango argentino (Lunedì) Tutti i lunedì sera il Circolo Arci "Alle Rive Del Reno" Millenium Club ospita un corso di Tango Argentino a cura degli insegnanti Giovanni Begotti, Nuccia Piro e Matilde PuraVida Club Latino (Martedì) Tutti i martedì sera il Circolo Arci "Alle Rive Del Reno" Millenium Club ospita la serata PuraVida Club Latino, che propone corsi di ballo latino americano. Dopo i corsi il locale apre a tutti, musica latino americana! La finalità culturale di asd PuraVida Club Latino è quella di trasmettere, tramite l'insegnamento dei balli latino americani, lo stile e il folklore cubano in un ambiente disteso, amichevole e rilassato, dove la didattica non mira a tecnicismi stretti ma punta direttamente al cuore della passione, che muove i nostri passi ed il nostro corpo mentre ci esprimiamo nel ballo. I corsi: - Salsa Cubana - Salsa Portoricana - Bachata Dominicana - Gestualità Cubana maschile e femminile - Rumba Cubana e Son Cubano - Tango Argentino Rassegna "ARCI MILLENIUM LIVE" (Mercoledì) Il circolo ARCI "Alle Rive del Reno", da un paio di anni porta avanti un progetto chiamato "ARCI MILLENIUM LIVE", e mette a disposizione gli spazi del proprio circolo per fare esibire i nuovi gruppi emergenti. Ecco che il circolo diventa spazio aperto, dove tutti nel tempo troveranno lo spazio per far sentire la propria musica, dove i nostri soci potranno non solo ascoltarla, ma anche confrontarsi e scambiarsi idee e socializzare, scambiando modi ed usi con altre realtà europee, visto che molti giovani del progetto Erasmus frequentano il nostro circolo scoprendo cosa significhi fare parte della nostra associazione. Avere idee, proporle e provare a realizzarle insieme. Per la stagione 2011/2012 "ARCI MILLENIUM LIVE" si sviluppa,

sdoppiandosi in Rassegna Musicale e Contest Musicale, per dare un'ulteriore opportunità ai gruppi emergenti della scena bolognese e non solo. Per maggiori informazioni si prega di contattare i seguenti numeri di cellulare: 3485627091/3387981505. Rockcity Night (Giovedì) La serata più famosa del nostro circolo, il vanto del nostro locale, e lasciatecelo dire, una delle più belle e famose serate del centro storico a Bologna. Una serata aperta a tutti, da sempre gratuita, (e sempre lo sarà) che da oltre 10 anni è un must bolognese per tantissimi studenti di Bologna, studenti fuori sede, studenti Erasmus, che trovano nel Millenium un punto di aggregazione giovanile molto importante. Squadra che vince non si cambia, dunque, e non si cambiano nemmeno le modalità: sempre al giovedì, e sempre alla stessa ora: tutti i giovedì dalle 22.30 a notte inoltrata. In preserata ci sarà un grande live ogni giovedì, con le band selezionate dai ragazzi di Magazzino Millenium. Ogni settimana una band o un artista solista salirà sul palco per dare voce alla propria musica! College Party (2° e 4° Venerdì di ogni mese) La grande riapertura di una delle serate più promettenti del nostro circolo, il piccolo gioiello del nostro locale, una delle serate più fresche e divertenti del centro storico a Bologna. Festa in stile college americano dove i soci sono invitati a seguirne lo stile e le usanze. College Party è musica dal vivo e dj set trascinanti, College Party è giochi e intrattenimento. Chi di noi non si è innamorato delle atmosfere di film come Animal House? Il venerdì sera al Millenium è possibile rivivere tutto questo, divertendosi insieme a tanti giovani richiamati dalle divertenti pubblicità che vengono fatte per la serata. In queste due stagioni di College Party molti di voi ci chiedevano di aumentare il numero di serate a tema college; e così, se squadra che vince non si cambia, qui stavolta cambiano le modalità: la serata raddoppia, e al quarto venerdì di ogni mese abbiamo deciso di aggiungere il secondo venerdì di ogni mese, per bissare il divertimento e farvi trovare un College Party ogni due settimane. Bring Back My ‘90s (1° Sabato di ogni mese)

Bring Back My 90's è un appuntamento mensile che porta il pubblico a contatto con gli usi e costumi degli anni ‘90. Quanti di noi non vorrebbero tornare indietro di 20 anni e rivivere i magici anni '90? La serata non offre soltanto musica appartenente al decennio in questione, ma anche film, giochi e immagini di ciò che è passato alla storia di quel periodo. Musica, Boy Bands, Spot televisivi, Cartoni Animati, Programmi per ragazzi, Film Cult e Giocattoli... tutto quello che avete sempre desiderato in un'unica serata! Chi partecipa alle serate ha un idea più chiara di ciò che è stato un periodo non troppo lontano dal nostro, fa raffronti col presente, vede come è evoluta nel bene e nel male la nostra società e, in definitiva, ha un'idea sommaria del suo passato, che è la base su cui poter progettare il proprio futuro. I just want to Pop! (4° Sabato di ogni mese) La grande apertura di una delle più belle novità di questa stagione 2011/2012, che durante l'anno passato ha visto come progetto pilota le serate organizzate dai nostri amici di Popculture Staff. Una serata che sarà in grado di tutti, e che questa stagione verrà riproposta senza cambiare una virgola, ma aggiungendo contenuti stupendi volta dopo volta. La serata I just want to Pop! vi farà ballare, cantare ai ritmi delle migliori canzoni pop, dagli anni '50 ai giorni nostri, e il contorno della serata sarà a dir poco stupefacente, perché saprà coinvolgere tutti voi in divertenti situazioni audio/ video e in simpatici photoset a tema. Ingresso a 4,99€ (prezzo pop!) con la possibilità di entrate gratuita per tutti gli studenti Erasmus. Domenica La domenica sarà dedicata ai corsi, agli spettacoli di ballo (saranno organizzati anche corsi a cura della Scuola di Tango Argentino), al teatro (in programma alcuni workshop tra cui il laboratorio di teatro a cura di Mila Vanzini e quello a cura di Sara Graci e Bianca Ferricelli) e ad altre iniziative culturali. Tra i corsi proposti: CORSO DI DIZIONE E LETTURA ESPRESSIVA tenuto da Mila Vanzini Il corso si propone di sperimentare le potenzialità espressive della voce, per accrescere le proprie capacità comunicative, attraverso esercizi di dizione, di articolazione, di emissione vocale e di interpretazione. Il lavoro vocale si

svilupperà in fasi progressive e gli argomenti di studio saranno: - respirazione diaframmatica - proiezione spaziale della voce - dizione e articolazione per controllare le cadenze regionali - lettura secondo l'analisi logica - lettura espressiva Il laboratorio si concluderà con una prova di lettura aperta al pubblico. Il corso è aperto a tutti: a chi vuole imparare a controllare la propria cadenza dialettale/regionale; a chi vuole migliorare la capacità di parlare in pubblico; a chi vuole fare un lavoro propedeutico all'interpretazione teatrale e a chi semplicemente vuole scoprire e assaporare il piacere della lettura ad alta voce. Corso di recitazione tenuto da Mila Vanzini Il corso si propone di esplorare le potenzialità espressive del corpo e della voce e di elaborare un approccio al teatro partendo dal gioco con i compagni. Le tecniche base dell'arte dell'attore saranno infatti apprese attraverso una pratica graduale fatta di esercizi che sono giochi scenici. Il campo di indagine sarà la relazione dell'attore con: - il proprio strumento (corpo, voce, emozione); - lo spazio; - l'Altro (compagno di scena, spettatore). Le lezioni sono suddivise in due parti, una dedicata al riscaldamento (risveglio dell'energia espressiva), l'altra dedicata all'esplorazione di varie tecniche di improvvisazione. In un momento successivo, l'improvvisazione si concentrerà sullo studio di brevi dialoghi che verranno presentati al pubblico come momento conclusivo del corso. Il corso è aperto a tutti: a chi ha già qualche esperienza teatrale e vuole intraprendere il mestiere del teatro, a chi lo fa per la prima volta ed è semplicemente curioso e a chiunque abbia voglia di mettersi in gioco sperimentando le proprie potenzialità. (Ingresso riservato ai soci Arci) Circolo Arci "Alle Rive del Reno" MILLENIUM CLUB BOLOGNA Via Riva di Reno 77/a, Bologna Avete visto quante diavolo di serate ci sono solo in questo locale? E Bologna è piena di locali! Quindi, uscite, andate a divertirvi, c'è una miriade di feste diverse in questa città!

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Festival Internazionale a Ferrara attualità di Teresa Mazzanti e Lucrezia Zanardi Cosa possiamo noi, minuscoli ingranaggi di questo grande pianeta, per seguire la storia che ci sfugge in ogni direzione? Come facciamo a farla nostra e a renderla viva? In un mondo che corre all'impazzata, formato da tante lunghe, ma relativamente corte storie, che si intersecano, si dividono, deviano? Il senso di impotenza che a volte ci prende è davvero frastornante e ci provoca spaesamento. Per fortuna accade che a volte nasca qualche eroe magnanimo, con una passione: quella di raccontare, e in particolare di raccontare agli altri le diverse realtà del mondo. Non è un'impresa semplice, eppure Internazionale, fin dalla sua nascita, ha saputo essere all'altezza della sfida e... che dire: i risultati si possono vedere, anno dopo anno, proprio nella piccola Ferrara, quando la città si popola di colori, di pace e sorrisi frastornanti. Quest'anno abbiamo deciso di provare a raccontarvi un po' di questa realtà, e precisiamo un po', poiché come nella vita, i tre giorni di questo potente festival sono stati intrinsechi di una intensità quasi impressionante, quasi commovente. Al di là delle nostre dubbie doti, cercheremo di riportarvi fedelmente i saggi messaggi trasmessi dalle altrettanto sagge personalità incontrate. Iniziamo da Kumi, l'ospite più atteso del Festival! Kumi Naidoo Ci dirigiamo alla piazza municipale, dove la folla in fermento si è già riunita. Ci infiltriamo tra la gente fino a ritagliarci un posto davanti al palco, dove ci uniamo al clima di attesa generale. Ci guardiamo attorno: vediamo tantissimi giovani, seduti in piazza come noi, ma anche meno giovani, in piedi o sulle sedie, già tutte occupate. Come ogni altro spazio circostante. C'è una certa eccitazione nell'aria, che si trasforma in entusiasmo all'arrivo dell'ospite, sotto forma di uno scroscio di applausi. È Kumi Naidoo, da due anni direttore di Greenpeace International, intervistato per noi da Barbara Serra. La giornalista di Al Jazeera, anche lei un po' emozionata, nonostante non lo dia a vedere, introduce alla piazza la personalità seduta sul palco insieme a lei, che da subito non può fare a meno di affascinare anche chi, fino a quel momento, ne conosceva a malapena l'esistenza. "Rainbow Warrior", questo è il titolo che Internazionale ha deciso di dare all'incontro. Un guerriero dell'arcobaleno che è passato "dalla lotta all'apartheid alle battaglie per l'ambiente". Naidoo ha infatti cominciato a combattere per il mondo che sognava fin da giovanissimo. Aveva 15 anni quando per la prima volta si unì al movimento che si batteva contro l'apartheid, in Sudafrica, il suo paese e la sua casa, dal quale venne esiliato a 21 anni per poi tornare e riprendere le lotte, che caratterizzeranno per sempre la sua vita. L'intervistatrice pone la sua prima domanda: cosa lo spingeva, a soli 15 anni, a essere così politicamente attivo? Dopo avere ascoltato la traduzione, Naidoo sembra rimanere un attimo interdetto. Comincia a spiegare situazioni che sicuramente ha già raccontato tante volte: le disuguaglianze sociali tra bianchi e neri, le disparità dell'istruzione e... si ferma. Questa volta è lui a porci una domanda: "ma perché è necessario sapere il motivo?".

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Fa un esempio. Ricorda di quando a una manifestazione cominciarono a gridare uno slogan: "we want eguality", che a fine corteo, passando di bocca in bocca, si era trasformato in "we want a color tv". Nessuno si fermò a riflettere sul senso di quelle parole: tutti proseguirono la marcia verso la stessa meta e con la stessa determinazione. Lui era lì, insieme a tanti altri, voleva lottare, lottava, senza fermarsi e chiedersi il perché. Lo faceva e basta, perché era giusto che fosse così, perché sentiva che non poteva fare altrimenti. "Tutti, anche da molto giovani, dobbiamo confrontarci con delle scelte. La mia è stata se diventare parte della soluzione o del sistema. Ho scelto la prima, perché non voglio che la seconda sia a mio nome. Il cambiamento è possibile". L'energia e l'intensità con cui comunica sono contagiose. "La leadership politica è arrivata a tollerare la corruzione, una corruzione dilagante" prosegue, "per questo c'è un movimento che vuole riprendere la grande tradizione lasciata da Nelson Mandela." Si dichiara deluso, nonostante i tanti progressi di cui può andare fiero. C'è molto rammarico nella sua voce mentre fa notare come spesso i media sottolineino quanto l'Africa sia il continente più povero e corrotto. "Forse, sicuramente, la causa sta sotto la nostra terra, che rovina il nostro paese, dato che la maggior parte della corruzione ha a che fare con il petrolio e con tutto ciò che ha a che fare con i paesi occidentali e i loro governi". Per il leaders africani questa corruzione non sarebbe stata possibile senza la collaborazione di quelli occidentali, sostiene giustamente. "La prima volta che ti hanno offerto di diventare direttore di Greepeace In., hai rifiutato" - riprende Serra - "come mai sei passato dalla lotta per la libertà a quella in difesa dell'ambiente?". "Con l'elezione di Obama, si associò la sua causa anche alla mia nomina" - comincia a rispondere. "Ma come si fa a essere nero e verde allo stesso tempo?" - aggiunge, manifestando un'inaspettata ironia, che nel corso dell'intervista avrà modo di rivelarsi più volte. Continua dicendo come facilmente si ritenga che solo chi sta bene, chi ha un tetto sulla testa e cibo a sufficienza, si preoccupi dell'ambiente. Ma sono le persone che vivono con maggior disagio che si rendono maggiormente conto della situazione ambientale. La lotta per l'ambiente e quella contro la fame nel mondo sono due facce della stessa medaglia. Racconta di come, nel momento in cui hanno proposto di assumere il ruolo di direttore dell'associazione, si trovasse nel bel mezzo di uno sciopero della fame, con lo scopo di sensibilizzare il governo. "Non è possibile prendere una decisione come questa a stomaco vuoto!" dice sorridendo. Con un sorriso più intenerito ricorda di quando, la stessa sera, la figlia telefonò da Londra, dove si era recata per studio, per rimproverare il padre: "se non consideri seriamente questa proposta,


orgia intellettuale smettila subito con questo stupido sciopero della fame". È stato proprio grazie alla figlia che Naidoo ha infine deciso di compiere questo passo, per lei e per tutti i giovani del pianeta, per garantire loro un futuro di pace e di dignità. Ognuno di noi lascia la propria impronta sul terreno. Quanto grande e di che genere sarà l'impatto di quest'orma, spetta a noi deciderlo. Chi abbatterebbe le mura della propria casa con la stessa leggerezza con la quale infettiamo il nostro pianeta? In fondo siamo solo qui di passaggio, direte voi, esistenze infinitamente brevi che agiscono con altrettanta infinitamente grande irresponsabilità. È con questa parola, irresponsabilità, con cui Naidoo accusa maggiormente i governi. L'irresponsabilità di non pensare ad assicurare un futuro ai propri figli e alle generazioni di domani. "Dobbiamo cambiare le politiche. E se non possiamo cambiare le politiche, allora dobbiamo indirizzare i nostri sforzi a cambiare i politici." Irresponsabilità tanto loro quanto dei leaders commerciali. Come i dirigenti delle compagnie petrolifere, le quali oggi possono spremere fino all'ultima goccia di petrolio dell'Artico in conseguenza dello scioglimento dei ghiacci che loro stessi hanno provocato, senza nemmeno considerare la tragedia mondiale che si genererebbe in seguito a un rovesciamento in mare. Dopo aver parlato dell'enorme pericolo costituito dallo scioglimento dei ghiacci, Naidoo ci tiene a mandare un messaggio, rivolto ai numerosi giovani riuniti questa sera a Ferrara come ai giovani di tutto il mondo. Quando si partecipa a una protesta, a una campagna, a una manifestazione, ci si domanda se queste azioni hanno una validità. "SI", risponde tutto d'un fiato, "in quanto sensibilizzano la popolazione ed esprimono idee, e questo è già un buon inizio". "Quarant'anni fa nasce Greanpeace International: l'associazione ha ottenuto quello che sperava?" - chiede la giornalista, dopo aver aspettato che gli applausi si affievolissero. Il direttore parla di molte battaglie vinte, di tanti traguardi raggiunti nel corso degli anni. "Ma, per essere onesti, abbiamo vinto tante battaglie, sì, ma stiamo comunque perdendo il nostro pianeta, il disastro ambientale sta ancora avvenendo". Naidoo si rivolge al mondo con parole schiette e realistiche. C'è chi potrebbe leggervi una certa amarezza, ma la stanchezza, quella sicuramente no. Prosegue con la stessa vitalità e passione, non è certo una persona che si arrende facilmente. "La battaglia non dev'essere vista solo come ambientale, ma anche per la pace e la sicurezza. È necessario trovare il modo di migliorare un pianeta come un'intera società, il modo di associare tematiche ambientale a politiche sociali". Le sue parole suscitano tanti applausi, fa notare Serra, "ma quanto sono veramente ascoltate dai politici di tutto il mondo?” "Dobbiamo trovare un canale di comunicazione con i governi e i capi delle grandi multinazionali (che detengono un grande potere), dato che il dialogo con questi è molto difficile". Il manico del coltello è, seppure in piccola parte, nelle mani di Greanpeace: infatti, essendo sostenuta da liberi cittadini, può godere

di una grande autonomia e indipendenza, non essendo limitata da questioni di soldi di fronte alle grandi aziende e ai leaders politici. Ed è per questo che è libera di dire ciò che vuole. "Se i capi delle aziende vorranno fare dei passi avanti, avranno il nostro sostegno. Contro chi fingerà e commetterà crimini ambientali, noi ci opporremo pubblicamente" annuncia. "È una vera forza della natura" dice Serra traducendo l'atmosfera entusiastica, fattasi quasi intima con lo scendere delle ombre serali. Ma nonostante il buio, Naidoo non ha ancora finito di illuminare i nostri pensieri. "Ci fanno credere che non siamo tenuti a partecipare, a impegnarci, ad attivarci, che la democrazia sia solo andare a votare ogni 4-5 anni" - riprende, - "NO!" - il suo urlo dilaga come un'onda. "Bisogna combattere, partecipare, impegnarsi, attivarsi, anche se poi si fallisce." Ci rende poi partecipi degli insegnamenti lasciategli in eredità dalla madre: "È molto meglio provare a fare qualcosa e poi fallire che non provare affatto." E se anche prima non avevamo dubbi su di lei, vista l'indole della prole, la frase seguente ci dimostra tutta la saggezza della signora Naidoo: "è meglio essere onesti e impopolari che disonesti e molto popolari". La voce del figlio riprende autonoma: "è importante ricordarsi che molti leaders come Mandela, Ghandi, e M.L. King, quando si alzarono e dissero «NO!» furono arrestati e mortificati. Bisogna quindi ricordare che alzarsi in piedi e dire «NO!» rende impopolari: sarà la Storia a giudicare, a dare il verdetto finale. Credo che ne sappiate qualcosa, voi italiani, che avete qualcuno che possiede tanti media, è disonesto, ma popolare... Anche qui lasciamo che sia la Storia a decidere". "In Italia non ci sono certo l'apartheid o la fame, ma una certa apatia. Come vede che i giovani, e i meno giovani, possano far sentire la propria voce?" - gli si rivolge Serra. "Devono alzarsi e gridare: «Berlusconi non mi rappresenta! Berlusconi non è l'Italia!»" L'eccitazione è alle stelle. "Al di là del bunga bunga, sta veramente distruggendo un paese, un contesto davvero ricco culturalmente e socialmente. Ma nonostante il controllo dei media e del governo, che hanno cercato di insabbiare il referendum di giugno, il 65% ha votato no al nucleare e alla privatizzazione dell'acqua. E questo è un segnale molto positivo della direzione presa dall'Italia". Dopo i fischi e il batter di mani che seguono, Naidoo riprende ancora le parole della madre, che ormai ha tutta la nostra stima: "Dio è in ogni essere umano: per questo ognuno può vedere la sua forza negli occhi dell'altro, e concentrarsi sulle proprie debolezze". Così, dopo aver affrontato ambiti ambientali, politici e sociali, Naidoo passa a quello religioso, dimostrando come anche questo aspetto della nostra cultura sia strettamente collegato alla tematica ambientale. Su ogni testo sacro infatti sono descritte l'importanza di preservare la natura e l'amore per essa. Per questo motivo gli uomini religiosi sono colpevoli, colpevoli di un certo silenzio. A queste parole una ragazza si alza in piedi, irritata, citando gli sforzi fatti dalla Chiesa a questo proposito. "Cosa vuoi di più?" ingiunge. Più sensibilità, più coerenza, più risonanza, un discorso più incisivo che divenga una priorità, non più un'eccezione. Ecco cosa vuole Naidoo. Ed è con queste parole che si conclude un incontro memorabile: "mi piacerebbe vedere un giorno il papa uscire davanti alla folla e pronunciare queste parole: «ma pensate che Dio sia stato così malvagio da metterci le risorse sotto terra e così rovinare la sua creatura? Credo che l'umanità abbia sbagliato direzione in cui guardare. Ha guardato in giù, invece di alzare gli occhi al cielo, al sole e al vento»".

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orgia intellettuale Esprimere a parole le sfumature più profonde della propria interiorità non è cosa facile, soprattutto scegliendo di non raccontarle con la lingua della propria madre, del proprio padre, delle sorelle e dei fratelli, ma in lingua italiana. La cultura straniera incontra così la nostra tradizione, arricchendola, anche grazie alla personalità di ogni poeta e alla loro identità in quanto donne.

La Compagnia delle Poete La gente continua ad applaudire Kumi mentre noi ci dirigiamo verso il teatro! Le emozioni si susseguono ora dopo ora e la brama di conoscenza e scoperta sembra non fermarsi! E questa sera conosceremo ancora una nuova realtà: quella delle Poete. La loro compagnia nasce nel 2009 grazie all'idea di Mia Lecomte, poeta italo-francese e studiosa di letteratura della migrazione. A farne parte sono donne straniere e italostraniere, originarie di una ventina di paesi diversi, tutte con alle spalle una storia di migrazione e transnazionalità. Portano i loro versi sul palco accompagnate da molteplici linguaggi artistici: suoni, musiche, video, danze... La poesia entra in perfetta armonia con questo caleidoscopio espressivo, che ne amplia e avvalora il contenuto. Lo scopo è riportarla alle origini, alla sua oralità condivisa. Così la scena si adatta e si modifica di volta in volta, modellandosi attorno alle poete presenti sul palco.

Madrigne: spettacolo poetico al Festival Essere un poeta, essere un migrante, essere una donna: sono autentiche sfide, lo sono sempre state, oggi forse più che mai. I versi si disperdono in una bufera di immagini, lo straniero cerca la casa di cui sono rimaste solo la memoria e le speranze. La donna il suo posto nel mondo. Quanto è difficile conciliare i tre stati! Un trinomio complesso, che questo gruppo tutto al femminile, proveniente da ogni orizzonte del pianeta, ha deciso di risolvere traducendone i calcoli in un flusso di sensazioni. Lasciarsi trasportare da questa corrente, a tratti placida, a tratti impetuosa come un turbine di rapide, ti porta con loro, attraverso il profumo e il suono di terre lontane, il segno lasciato da lotte e gioie quotidiane, in un variegato paesaggio di sogni e ricordi.

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Eva di Barbara Pumhösel Sono stufa di vedere Eva che morde la mela sotto lo sguardo del serpente. Eva che quadro dopo quadro viene ricacciata dal paradiso. Vorrei vederla seduto sul ramo più alto del melo con le gambe penzoloni. Vorrei vederla sorridere mentre prepara una torta di mele o ancora mentre cantando pianta i semi. Calndelaria Romero Non so perché questo filo che lega stringe. No deja a vecez dormir/non lascia a volte dormire. Diviene corda che tutto rammenda hilo que no deja caer/filo che non lascia cadere ett snöre runt livet/un filo attorno la vita. ... Ecco come si vive da sopravvissuti ancorati come le scarpe di Magritte i tus imàjenes son las mias/ e le tue immagini sono le mie. Nella notte non distinguo ciò che fu mi sueno, tu sueno/mio sogno, tuo sogno mi estar/mio stare. Così passano i giorni en la distancia/nella distanza som barn när dom leker/come bambini quando giocano senza accorgersi. Nel gioco del stare o non stare. abbiamo scelto la cosa più probabile. Nel cielo gli stormi non eravamo noi. Da tempo abbiamo smesso di viaggiare stanchi. Ma ecco la corda di nuovo si tende, stringe chiede vad är du? Hur dör man utan skugga? Chiede. Dove sei? Come si muore senza l'ombra


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Welcome to Mali Colmate di tanta carica emotiva, forti dopo discorsi tanto intensi e magici per l'animo, ci siamo incamminate per la Ferrara oramai illuminata dai lampioni, diretti verso Piazza Castello, dove (strano a dirsi!) abbiamo trovato una grande folla accalcata davanti ad un palco. Il maxischermo ci dava un'idea di cosa stesse avvenendo: proiettava colori e sorrisi, bonghi e voci potenti. Due musicisti maliani, Amadou e Mariam. Una musica ritmata ed elettrizzante, proprio ciò che ci voleva per enfatizzare la nostra condizione semi-contemplativa! In quella piazza si incontrava lo scenario Internazionale, lo scenario DI Internazionale: un minestrone di passi e strade camminate, di mondi interiori che condividono un grande interesse, l'interesse per la terra che li circonda e i suoi abitanti. Lì dove la ragazza che decide una mattina di cambiare vita, così su due piedi, non è un caso isolato, dove ogni singolo viaggio necessita un racconto e un orecchio attento. Ci guardiamo attorno e ci scopriamo incredibilmente fortunate a trovarci qui, in questo grande punto d'incontro! Ma i progetti non sono finiti! Dopo aver partecipato ad una intensa conferenza sulla primavera araba (per la quale avremmo dovuto scrivere a parte un articolo altrettanto lungo), dopo Kumi, il teatro, il concerto... ci manca solo una bella mostra: Elogio alla Pigrizia. Elogio alla Pigrizia Il contrasto fra la vita, il brulicare di gente in Piazza Castello e la tranquillità e silenzio di Porta degli Angeli è stato di grande effetto. La mostra narra la storia dei tratti di Guido Scarabottolo, noto disegnatore italiano (ovviamente conosciuto a livello internazionale, fuorché dalla sua terra natia), che pubblica spesso suoi disegni sul famoso giornale, oltre che disegnare copertine di libri e annessi. Quest'anno è lui il vincitore del concorso indetto da internazionale, con titolo "Elogio alla Pigrizia" Strano pensare che una mostra aperta 24h su 24, con ragazzi pronti a rispondere ad ogni domanda, incredibilmente ancora attivi la sera, dopo una giornata stancante e piena, sia intitolata "Elogio alla Pigrizia"ma ora andiamo a scoprire cosa ha portato Scarabottolo alla vincita... attraverso le parole dell'autore stesso!

« Il mio segreto è che non so disegnare e sono pigro. Si tratta di una miscela esplosiva di qualità che va trattata con una certa cautela ma che può garantire risultati accettabili. »

«Provate a pensarci. Un Pigro cercherà tutti i modi per realizzare qualcosa senza passare per la formazione canonica: un sistema semplice per avere la probabilità di scoprire qualche nuova tecnica. La stessa persona è troppo pigra per cercare a lungo qualcosa da copiare: si affrancherà prima dalla "tirannide" dei modelli. Non avendo talento naturale per il disegno, il Nostro si guarderà bene dall'applicarsi con costanza ad un apprendimento faticoso evitando così i rischi di uno stucchevole virtuosismo. Al contrario cercherà di produrre illustrazioni con il minimo numero di segni, costringendosi in tal modo alla riposante disciplina della sintesi. Inoltre il dispendio energetico richiesto dissuaderà ben presto il Pigro dal futile proposito di seguire le mode. Naturalmente, non potendo contare sul talento e su strabilianti mezzi tecnici, sarà costretto ad inventarsi qualcosa perché i suoi disegni possano piacere a qualcuno. Per fortuna, essendo un illustratore pigro, non sarà ossessionato dalla necessità di disegnare continuamente, anzi cercherà di evitarlo in tutti i modi, ad esempio leggendo moltissimo, costruendo mobili, andando al cinema, a teatro, ai concerti, riparando la bicicletta, visitando musei e gallerie d'arte, frugando nel frigorifero, viaggiando, passeggiando in città o nei boschi, facendo la coda alla posta... e tutto ciò contribuirà (anche se a sua insaputa) alla formazione di una cultura variegata, se non profonda, aiutandolo non poco a risolvere i problemi connessi all'immaginazione di immagini. Non starò qui a parlare poi del risparmio energetico connesso all'uso del computer, ma lasciatemi spendere una parola per ricordare quali interessanti risultati possono essere raggiunti e quante fatiche scongiurate affidandosi ad un buon agente. Finisco qui per non dover pensare troppo a lungo, ma sono certo che con un minimo impegno potrei trovare altri buoni argomenti a sostegno della pigrizia.» - Guido Scarabottolo

Conclusione Beh, Scarabottolo può continuare a sminuire la sua arte, ma sta di fatto che la sua mostra non ci ha certo rese pigre! Semmai ci ha riconciliate col mondo e reso più dolce il passaggio dalla vita attiva e appassionante che viene trasmessa ogni anno qui, in questa piccola città, al monotono fluire dei nostri giorni. È stato meno traumatico e ci ha fatto vivere il passaggio con più positività, con più voglia di fare e di scoprire, con un block notes pieno di appunti, di nomi, titoli da andare a cercare, e tante nuove idee da sviscerare!

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funny corner

Opinioni opinabili & Berluscastrofe funny corner di Leonardo Malaguti L'altro giorno sono andato in edicola e, come ogni settimana, ho comprato "Novella 2000" per tenermi informato, da bravo cittadino che sono, sull'attualità del nostro Paese. Aperta la rivista, a sorpresa, sono caduti fuori dei fogli giallastri che, se di primo acchito potevano sembrare un simpatico inserto di cucina, si sono rivelati essere degli estratti inediti dello "Zibaldone" di Giacomo Leopardi; incuriosito mi sono messo a scartabellare tra queste pagine e ho scoperto una prima versione, poco diversa da quella arrivata a noi, del famoso canto "A Silvia" che si è rivelata essere una clamorosa profezia di alcuni fatti che recentemente sono accaduti nel nostro Paese. Questa prima stesura della poesia porta l'emblematico nome di "A Silvio"…

A Silvio una profezia Leopardiana Silvio, rimembri ancora quel tempo della tua vita immorale, quando beltà splendea davanti agli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, e tu, lieto e bramoso, il limitare della gioventù assalivi? Suonavan le piene stanze, e le vie d'intorno, al tuo perpetuo ballo, allor che all'opre maschil intento sedevi, assai contento di quella bionda soubrette che in braccio avevi. E il governo leggiadro spesso lasciando e le corrotte carte, ove il tempo tuo perso e di te si spendea la peggior parte, d'in su i lettoni del tuo bel bordello porgeva ella il corpo suo al suon della tua dote, e dalla man veloce che percorrea la prosperosa tetta.

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Lorenzo Bergonzoni

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Miravi il bel sedere, gonne attillate e corte, e quinci le man allunghi e quindi senti. Lingua mortal si sveglia quando sentiva il seno. Che pensieri soavi, Che gran danze, che culi, o Silvio mio! Quale allor ti apparia la vita umana e il fato! Trovato ahimè alla minorenne insieme il magistrato preme, acerbo e sconsolato è il pene al doler di tua sventura. O magistrato, o magistratura, perché non prendi poi quel che ti ho promesso allor? Perché mai tanto denaro tu non vuoi? Tu pria che legge fregasse il tuo governo, dal tuo ricco portafoglio combattuto e vinto, tramavi, o pazzerello. E non vedevi il dolor del popol tuo; non ti torceva il core l'amara vita delle povre folle, degli italiani impoveriti e chini, ma teco le compagne ai festini ragionavi sol d'amore. Anche perirà fra poco la speranza mia dolce: ai danni tuoi anche negaro i fati la punizione. Ahi come, come sfacciato sei, nano grifagno di Forza Gnocca, a noi hai rubato speme! Questo è quel mondo? Questi gli eletti, il lavor, l'opre, gli eventi dei quali assai tanto chiedemmo insieme? Questa la sorte dell'Itale genti? All'apparir del vero tu, bischero, ridesti: e con la mano le furbe corna ed una donna ignuda mostravi di lontano.

Lorenzo Bergonzoni

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sport

Tragedia Simoncelli, incidente shock in Malesia sport di Luca Berlingozzi Immobile sul circuito di Sepang. Simoncelli è stato investito dalle moto di Colin Edwards e Valentino Rossi, perde il casco che rotola via come una palla. Sono queste le immagini agghiaccianti dell'incidente, durante il secondo giro del Gp della Malesia, di domenica 23 ottobre 2011. Dopo un'attesa infinita, 50 lunghi minuti senza notizie, fra lo sconforto di parenti, colleghi e amici, arriva l'annuncio ufficiale: il 24enne amico di tutti "SuperSic" non c'è più.

Tutti lo pensavano ma nessuno diceva niente. Dopo mezz'ora le prime notizie: un medico uscito dalla clinica spiega che il pilota, con evidenti segni di una ruota sul collo, è arrivato in arresto cardiovascocircolatorio e che "stavano lavorando". Così quello che tutti credevano diventava sempre più reale. Ai box si assiste a scene di commozione, due piloti di grande esperienza come Capirossi e Rossi, inquadrati dalle telecamere, hanno gli occhi lucidi. Rossi e Edwards raccontano, scossi, il rumore delle loro moto che passavano sopra il corpo di Simoncelli. La gara viene interrotta. Poi arriva l'annuncio: "Simoncelli è morto". Il dott. Michele Macchiagodena, direttore medico della Irta, riporta i tentativi fatti dai diversi medici per tenere in vita Simoncelli. Ci torna in mente un vecchio incidente di Franco Uncini, molto simile a questo, il pilota però in quella occasione riuscì a sopravvivere. Questo ricordo ci ha fatto sperare ma questa volta purtroppo le cose sono andate diversamente. Una cosa è certa: senza Simoncelli, senza la sua gioia di vivere e la sua classe innata il mondo delle moto non sarà più lo stesso. Questo episodio fa riflettere noi giovani, così tanto attirati dalla velocità, sul rischio che si può correre se si guida in maniera sconsiderata. Perché persino a professionisti del calibro di Simoncelli possono succedere delle fatalità. Marco Simoncelli era molto ammirato dai giovani appassionati di moto perché era una persona solare che sapeva colpirti. Ce lo ricorderemo per sempre.

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attualità

Intervista ai primini Io che posso amare, io che posso studiare, io che posso fare ciò che voglio... sono davvero così sicuro di essere libero? attualità di Lucrezia Zanardi e Caterina Frolloni Strano che ad essere più disinformati siano (almeno meno informati di noi vecchi copernicani) coloro che stanno vivendo sulla loro pelle gli effetti della Riforma Gelmini e della finanziaria. Alle medie saranno stati pochi i professori che, in qualità di ottimisti informati (alias pessimisti- cioè realisti), hanno spiegato ai loro ignari studenti cosa stava succedendo alla nostra scuola. E altrettanto pochi saranno stati gli studenti che hanno avuto voglia di sapere cosa stesse avvenendo. Noi almeno, eravamo immature da questo punto di vista. Abbiamo deciso di fare questa sorta di intervista per svegliare un po' le menti assopite (tra le quali trovano collocazione anche le nostre) ed impegnate a studiare, studiare, studiare (sì, ecco, in questo contesto la mente c'è e non c'è, diciamo così). E non ci riferiamo solo alle menti dei primini, ovviamente.

Domanda 3 - Il nostro Paese è indubbiamente più libero e fortunato di tanti altri. Pensi che dobbiamo starcene con le mani in mano perché i politici sono lì per risolvere i nostri problemi o credi sia importante agire attivamente? A questa domanda hanno risposto solo 2 persone, convinte dell'importanza della partecipazione attiva. Domanda 4 - Da 1 a 10 quanto è importante lo studio scolastico per la tua formazione come persona?

Eccovi le domande che abbiamo rivolto a 10 studenti di prima e le loro risposte:

Domanda 1 - Cosa sai riguardo la Riforma Gelmini? "Non ho capito cosa riguarda/la cosa non mi interessa" (4) "So molto poco" (1) "Ho meno ore, in classe siamo in 30, hanno tolto degli indirizzi..." (3) "Sono abbastanza informato" (2)

Domanda 2 - Come pensi che questa abbia inciso sul cambiamento della tua formazione scolastica? Pensi che questi cambiamenti siano positivi/negativi? Ti provoca rabbia, indifferenza,...? "Positivi, credo" (3) "Sono ancora all'inizio, non so ancora dare una risposta" (2) "Negativi: siamo in tanti e facciamo fatica a seguire, per questo ci tocca fare tutto a casa" (3) "Negativi: è stato un cambiamento che ci ha svantaggiati. Ci hanno tolto quasi tutto" (2)

Tirate le somme, ci siamo guardate negli occhi e la domanda è sorta spontanea: com'è possibile? Com'è possibile che noi, studenti non toccati dal radicale cambiamento siamo scesi in piazza anno per anno e invece i diretti interessati non sanno o non vogliono sapere? Si tratta di un assopimento o di prematura preoccupazione da parte nostra? Probabilmente entrambe. Da una parte vediamo dei ragazzini come altri, che si affidano in primo luogo alla scuola per la loro formazione anche personale, che in effetti è punto di riferimento indiscusso per la basica formazione di un individuo. Ma se questa base comincia a vacillare, se ciò da cui parte la nostra formazione inizia a diventare precario, non ci sentiremmo anche noi un po' spaesati? Non troveremmo strane quelle domande? Una base non può essere instabile, e se lo è allora è la causa dell'altrettanto precaria coscienza di chi vi poggia i piedi. Il disinteresse dimostrato dalla maggior parte degli studenti potrebbe derivare dunque da ciò, sommato agli scarsi ma necessari dibattiti familiari a proposito e il mancato aiuto nel comprendere le novità che avrebbero dovuto affrontare questi ragazzi nel loro vicino futuro, da parte dei professori. Ne risultano generazioni ancora chiuse nel proprio mondo, che faticano a confrontarsi con ciò che avviene all'infuori del proprio piccolo sistema, magari non rendendosi conto di quanto i cambiamenti esterni influiscano sul proprio vivere giornaliero, sulla libertà fittizia della quale vivono... e viviamo.

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cultura altro

D'estate la cultura non va in vacanza approfondimento di Miriam Montesarchio Di solito l'estate è il periodo in cui sui giornali impazza il gossip ed i TG consigliano di bere acqua, di mettersi il cappellino e di non uscire di casa nelle ore più calde. Questa estate bolognese però è stata piena di eventi culturali e non uscire di casa è stato veramente difficile. La stagione si è aperta col Biografilm Festival, incentrato quest'anno sugli anni '80. Sono andata a vedere un documentario sulla Traumfabrik, luogo che fra i tanti vide passare anche Andrea Pazienza. Questo documentario raccontava la Bologna tra gli anni '70 e '80 attraverso la storia dei ragazzi che occuparono un appartamento in via Clavature 20 e lo chiamarono Traumfabrik, la fabbrica dei sogni: qui si disegnava, si faceva musica, si ascoltava la radio... Sempre più o meno all'inizio dell'estate si è svolta la festa della Fiom, che tra i tanti eventi ha ospitato "Tutti in piedi" di Michele Santoro. Le gocce

di pioggia che andavano e venivano non ci hanno impedito di partecipare a questa serata in cui, oltre a personaggi noti, hanno parlato anche operai, insegnanti e studenti finalmente in modo libero, senza che qualcuno desse loro del vigliacco o rappresentante dell'Italia peggiore. Oltre a quest'evento particolare per festeggiare i dieci anni della Fiom, a Bologna anche quest'anno è stato ripetuto il "Cinema sotto le stelle" in Piazza Maggiore. Tra i tanti film, è stato proiettato "Noi credevamo" di Martone, anticipato però da spezzoni di video su ciò che accadde durante il G8 di Genova. Dal 7 luglio al 3 agosto il Parco della Zucca di via Saliceto ha ospitato una serie di spettacoli teatrali, tra i quali "La fila indiana" di Ascanio Celestini: se lo avete solo visto in televisione e pensate che sia bravo, dal vivo è veramente spettacolare. "La fila indiana" è uno spettacolo composto da varie storie di razzismo scritte da Celestini in fretta

dopo l'incendio in un campo nomadi, un naufragio di un barcone di emigranti o dopo le affermazioni di qualche politico. Come il Cinema in Piazza, anche l'Arena Puccini è uno dei cinema all'aperto estivi più noti che quest'anno ha offerto al pubblico qualcosa in più: non solo ha proiettato film, ma ha invitato registi, attori e associazioni. Ad esempio per la proiezione di "20 sigarette" era presente il regista Aureliano Amadei. Anche per la proiezione di "Sorelle Mai" era presente il regista Marco Bellocchio, che a settembre è tornato di nuovo a Bologna per presentare al Cinema Lumiere la nuova versione di un suo vecchio film: "Nel nome del padre". Il fatto che ci siano stati tanti eventi culturali nel corso dell'estate e che il numero dei partecipanti sia stato alto, vuol dire che Bologna è ancora capace di offrire molto e, cosa più importante, che il pubblico è interessato e attivo. Alla prossima estate! (sperando che arrivi presto...)

Il viaggio in Irlanda approfondimento di Miriam Montesarchio Dopo aver visto l'Irlanda, non la dimenticherai mai più. È bastata una vacanza studio di due settimane per farmi innamorare di questo paese e ogni volta che ci penso mi tornano in mente il profumo dei prati e la musica nei pub. Aggiungi poi a tutto questo delle persone stupende provenienti da ogni parte d'Italia che come te hanno deciso di fare una vacanza studio a Waterford, nel sud più a sud della Repubblica d'Irlanda. Waterford è conosciuta in tutto il mondo come la Città dei Cristalli, per la produzione tradizionale e storica di cristalli particolarmente raffinati. L'Irlanda del Sud ha cercato le proprie origini nelle tradizioni del proprio popolo. Il gaelico è la prima lingua ufficiale e viene insegnato in tutte le scuole,

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l'inglese è la seconda. Oltre al rugby, un altro sport popolare è l'hurling. L'hurling è uno sport di squadra di origine celtiche, giocato all'aperto con una mazza e una palla. È uno degli sport più veloci giocati sull'erba. La capitale dell'Irlanda è Dublino, una città stupenda. Nel centro si trova Temple Bar, il quartiere della vita notturna e luogo d'incontro di molti artisti di strada. Tra i tanti pub e club, i più importanti sono il Temple Bar, che prende il nome dal quartiere, e l'Hard Rock Café. Praticamente dietro l'Hard Rock Café c'è un negozio chiamato "The Icon Factory", gestito da dei giovani che con le loro mani creano tazze da caffè, magliette, cartoline e quadri con soggetti della cultura irlandese.

Quando camminavo in giro per le città, vedevo che un sacco di persone di tutte le età aveva dei tatuaggi e che spesso gli irlandesi indossano vestiti strani. Tra le ragazze va molto di moda tingersi i capelli dei colori più strani, per esempio di rosa o di verde. Le città sono piene di artisti di strada ed è molto bello, perché a volte capita di vedere dei ragazzi suonare la chitarra insieme ad un artista di strada anziano. Molti quando ero in Irlanda mi dicevano che lì me li sognavo la pasta o il sole dell'Italia, ma l'Irlanda è un paese che non ti fa sentire la nostalgia di casa.


cultura film/racconti

Amati Ritrovati rubrica cinefila di Chiara Minoccheri - recensione del film Le fate ignoranti Terzo film del regista turco, naturalizzato italiano, "Le fate ignoranti" è una storia originale, insolita, eppure estremamente reale. Non so come descrivere la trama del film dandovi un’idea dei temi senza però svelare quelle sorprese che meritano davvero di essere lasciate tali. Antonia e Massimo sono sposati da quindici anni e fidanzati sin dai tempi del liceo. Sono una coppia borghese senza figli e hanno un matrimonio felice nel quale condividono tutto. Tutto meno il segreto di Massimo: lui ha l’amante. Poco dopo la morte del marito Antonia scopre la notizia sconvolgente, per lei che riponeva in lui tutta la sua fiducia e tutto il suo bisogno di protezione. Rimasta sola (fatta eccezione per la madre, schietta e cinica che non sembra di grande consolazione), confusa e spaesata, comincerà a cercare l’amante di suo marito, in una disperata corsa verso la verità. In nome di questa curiosità morbosa, cieca, apparentemente masochista, Antonia si avvicina all’amante di suo marito che le apre il mondo parallelo nel quale lui viveva la

metà nascosta della sua vita. Questo "nuovo mondo" la aiuta ad aprire la mente, a capire le diversità e a tollerarle. La immerge e la fa uscire cambiata, oltre ad aiutarla a superare la sua perdita. I sentimenti, i dialoghi, i caratteri dei personaggi sono veri, sinceri, vicini. Gli attori convincenti e coinvolgenti. Ozpetek riesce a trattare temi come la solitudine, l’amicizia, la fiducia, la verità,

l’amore fornendone diversi punti di vista ed esaminandoli da diverse "sponde", senza mettere le diversità le une contro le altre, ma piuttosto rendendo possibile un dialogo tra esse, un punto di incontro e di crescita. Insomma spero di essere riuscita a trasmettervi almeno un po’ dell’entusiasmo che ho provato io per questo fantastico film! Buona visione!

« Che stupidi che siamo, quanti inviti respinti, quante parole non dette, quanti sguardi non ricambiati. Tante volte la vita ci passa accanto e noi non ce ne accorgiamo nemmeno. »

Ehl Mar racconto di Andrea Piromallo Ehl Mar I – Le origini Ehl Mar studiava francese ma era triste. Tutti lo prendevano in giro per via del suo naso a forma di pignatta a forma di orecchino a forma di cammello, perché aveva la gobba, ma non è che alla fine era triste per quello, anzi sì, la cosa lo rendeva tristissimo. Così, si comprò un iPad con schermo a 72 pollici per sentirsi figo, e d'un tratto tutti volevano tocchicciargli l'iPad con le loro manine sudice per muovere le cose. Le cose andavano da tutte le parti, ma Ehl Mar ancora non era felice. Allora il suo nuovo amico Scoche gli disse "eh ma sei incontentabile! Hihihih! Guarda che poi ti ammazziamo!" e lo minacciò con sei fucili in uno in due. Ehl Mar si prese una pausa di riflessione andando a el mar. Guardò el mar e le sue onde che si stagliavano contro il suo viso (era in acqua). D'improvviso, sentì il suono di uno squalo! Pensò subito all'eventualità che potesse essere uno squalo, perché quando

era piccolo gli avevano instillato l'idea che le cose facessero il rumore di se stesse. Ed era vero! Lo squalo agitò le zanne e si sturò le orecchie con veemenza primordiale, poi si gettò verso il sole, esplodendo. Ehl Mar capì finalmente che ciò che lo rendeva triste era in realtà una cosa. Ehl Mar II – Scopre la cosa Ehl Mar II era il fratello di Ehl Mar. A differenza del fratello, lui non era triste, anzi, era sempre sorridente come un culo ed era molto generoso anche se sotto sotto odiava tutti. Aveva anche lui un iPhone, ma odiava l'idea che le cose si dovessero muovere, quindi lo aveva configurato in modo che le cose stessero tutte ferme come un blocco di bava indurita dai calli. Anche lui si comportava di conseguenza, non muovendosi mai ma scivolando per terra dappertutto con la forza del vento. Al momento stava leggendo un libro. Aspettava una folata di vento per cambiare

pagina ma scoprì d'improvviso che il libro era in realtà un piatto di bava indurita dai calli. "Però, sta ferma come le cose del mio iPhone!" disse con stupore. Intanto, Ehl Mar era lì che guardava i pezzetti di squalo esploso cadergli intorno dolcemente, posandosi con leggiadria sulla spiaggia sporca di ruggine viscosa. Vide davanti a sé un pezzo di squalo a forma di naso a forma di pignatta a forma di orecchino a forma di cammello, perché aveva la gobba. Gli ricordò il suo naso. Pensò che il suo naso potesse essere la causa della sua tristezza e si fece compiere chirurgia plastica. Si fece fare il naso a forma di sé stesso. Esso era ora il suo avatar e agiva controllato da lui in un pianeta lontano lontano. Un giorno, però, venne ucciso dagli abitanti del pianeta lontano lontano e Ehl Mar si ritrovò con un naso a forma di sé stesso morto, penzolante, in putrefazione. La cosa lo rendeva così triste che per non avere istinti suicidi decise di essere felice. E da quel giorno non fu più triste.

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cultura altro

Dolci Ciccioni ricette di Andrea Liotta Premessa: vorrei sottolineare che nonostante anche in redazione non fosse stato colto, solamente la prima ricetta "Il putridone" è tratta dal ricettario tratto dai libri di Roald Dahl, per il resto tutte le ricette sono gentilmente offerte dal ricettario di mamma e sono state tutte già ampiamente provate, in modo che qualunque dubbio abbiate possa avere risposta. Detto ciò passiamo alla parte interessante! I dolci che vi propongo oggi sono tra i miei preferiti: il Creme Caramel (e i suoi derivati) e la Tenerina.

Arrivati a questo punto potete impostare il fornetto su 120° ventilati, riempire una teglia d'acqua e cuocere il vostro creme caramel a bagnomaria. Una volta cotto, mettetelo in frigorifero per un'oretta a raffreddare. Ora potete metterlo sul vostro piatto da portata e servirlo! Consigli: Quando fate il caramello, aiutatevi nel mescolarlo con un cucchiaino, oltre ad aiutarvi poi anche quando lo verserete nello stampo, diventa un'ottimo lecca lecca mentre aspettate che si cuocia :D Tenerina Occorrente 250 g di cioccolato fondente 150 g di burro 250 g di zucchero 5 uova 1/4 di panna Esecuzione:

Creme Caramel Occorrente 1/2 litro di latte 4 uova 4 cucchiai di zucchero 1/2 busta di zucchero a velo (Relativamente a cosa volete fare) 2 o 3 amaretti 3 o 4 cucchiaini di cacao fondente 1 o due tazzine di caffè (gli ingredienti sono calcolati per un budino abbastanza grande)

Esecuzione Sbattere gli ingredienti con la frusta fino ad ottenere una miscela omogenea, poi a scelta aggiungere uno degli ingredienti aggiuntivi elencati sopra, per dare al vostro budino un sapore diverso. A questo punto prendete un pentolino e create un piccolo stato di zucchero (in più rispetto ai 4 cucchiai) sul fondo, in modo che mettendolo sul fuoco si crei il caramello necessario a ricoprire il fondo dello stampo destinato al budino.

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Esecuzione Prendete il cioccolato e mettetelo a sciogliere a bagnomaria a fuoco basso insieme al burro, mentre ciò avviene montate l'albume a neve, aggiungendo un pizzico di sale fino. Fatto questo sbattete zucchero e tuorli fino ad ottenere un comporto omogeneo. Ora controllate il cioccolato, che oramai dovrebbe essere fuso, mescolate in modo che non ci siano grumi e aggiungetelo ai tuorli. Ora prendete un cucchiaio e unite gli albumi al resto mescolando piano, in modo che non perdano il loro volume. Versatelo sulla teglia e infornate a 180° per 30m o meno, per controllare piantate uno stuzzicadenti: se la torta si attacca, è meglio lasciarla un altro po' a cuocere. La torta va servita possibilmente fredda e coperta di zucchero a velo, volendo con un po' di panna montata. Consigli: Per controllare che gli albumi siano montati bene provate a piantarci dentro un cucchiaino, se sta in piedi da solo avete finito!


cultra arte

Manga Kissa fumetti di Ilaria Ledonne L'estate è finita, la scuola è cominciata e anche Orgia è tornata per allietare la vostra vita al Cope! E come altre rubriche, anche "Manga Kissa" è stata riconfermata nei "palinsesti" del nostro amato giornalino! Ottobre volge al termine... e la notte dei fantasmi e delle streghe si avvicina! Come sicuramente tutti saprete, Halloween è una festa tipicamente americana, ma già da qualche anno ha cominciato a prendere piede anche in altri paesi, Italia e Giappone inclusi! Tuttavia è più un modo per stare in compagnia (magari guardando un film horror, perchè no) che altro. Ma nonostante ciò, non mancano i manga che hanno come protagonisti o come personaggi principali i signori della notte del 31 ottobre. Ho scelto per voi due titoli: Il primo è Soul Eater, manga che ha avuto e sta avendo molto successo sia in Giappone che in Italia. La storia ruota attorno alla vita degli studenti della Shibusen, un'accademia il quale scopo è istruire giovani combattenti di tutto il mondo perchè combattano i kishin (umani che hanno divorato le anime di altri umani) e le streghe. Vi sono i maestri d'armi, il cui compito è quello di raccogliere novantanove anime di kishin e una di strega da far mangiare al proprio partner, l'arma, ovvero un ragazzo con la capacità di trasformarsi in arma. Obiettivo primario è perciò quello di mantenere la pace... ma se qualcosa avesse cominciato a turbarla? È stato prodotto anche un anime, trasmesso in Italia da Rai 4 (ma come sono solita ricordarvi, è facilmente reperibile in streaming su internet, sia in italiano che in giapponese sottotitolato). Il secondo è Blue Exorcist (Ao no Exorcist in Giappone). Il protagonista è Rin Okumura, adolescente con una forza e una resistenza sovrumana cresciuto insieme al gemello Yukio da Shiro Fujimoto, un prete. A causa proprio della sua forza e del suo caratteraccio, le persone non si fanno troppi problemi a chiamarlo "figlio del demonio". Ma poco prima della partenza del fratello Yukio per l'Accademia della Vera Croce (una prestigiosa scuola privata), accadrà qualcosa di inaspettato, che svelerà al protagonista che in realtà suo padre è... Satana! E nella speranza di dimostrare a tutti che è diverso dal padre, Rin deciderà di diventare un esorcista e di iscriversi anche lui all'Accademia della Vera Croce con l'obiettivo di eliminare Satana e tutti i suoi demoni! In Giappone stanno trasmettendo l'anime ispirato al manga (anche questo reperibile in streaming su internet in giapponese sottotitolato).

Per questo numero è tutto! E mi raccomando... ricordatevi che comprare Orgia Intellettuale è cosa buona e giusta!

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cultura racconti

Relazione proibita contributi dei lettori - racconto inviatoci via e-mail di Beatrice Strada

Pioveva. Anche l'odore del muschio, il ticchettio continuo delle migliaia di gocce che rimbalzavano sul tetto, persino lo scrosciare del piccolo fiumiciattolo appena formatosi sul lato della strada si era amplificato come sempre. Come sempre da quel giorno di molto più di un secolo fa. Il retro di casa Salvatore era sempre stato perfetto, per starsene in solitudine. L'acqua gli cadeva addosso, noncurante. Era fresca. Qualche volta il suo odore pungente riusciva a coprire quasi del tutto il profumo della... sete. Lo scalpiccio delle sue scarpe sulle foglie del giardino avevano attirato la sua attenzione pochi secondi prima che lei lo chiamasse. «Damon?». Eccola, quella voce. La voce che lo chiamava, che nominava il suo nome. Quanto avrebbe desiderato, per la millesima volta ormai, raggiungerla e avvolgerla tra le sue braccia, annusare il profumo del suo balsamo nuovo, gustare con tutte le proprietà olfattive l'aroma del suo caldo sangue che scorreva denso nel suo collo? Ma non poteva. Spense per qualche secondo la sua parte emotiva, per riprendersi. Stop. Spinto il bottone, chiuso. Succedeva tutte le volte. Un respirone, qualche secondo di attesa. Poi riaprì gli occhi. «Stefan non c'è, mi dispiace. Probabilmente è andato a fare compagnia ad una famiglia di conigli», disse senza voltare le spalle. «Damon entra, per favore. Ti ammalerai», urlò Elena. Come se fosse necessario che lei urlasse, affinché lui potesse sentirla. «I vampiri non si ammalano per queste cose, ricordi?!», disse sarcastico girando il volto, guardandola. Ritornò fisso con lo sguardo davanti a se. «Ti prego», sussurrò. Ecco, ora giocava la carta dell'amica premurosa con la voce supplichevole. In meno di un secondo l'aveva raggiunta e trasportata fino in salotto. Ammiccò uno dei suoi sguardi irresistibili: lei era sorpresa. Amava sorprenderla. Amava lei. «Grazie», disse Elena lievemente.

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«Ah-ah-ah, niente ringraziamenti. Ti saresti ammalata tu, se fossi stata ancora fuori implorandomi di entrare. Allora, di cosa hai bisogno? Ti ho già detto che Stefan...». «Non sono venuta qui per Stefan», disse la ragazza tutta d'un fiato. «Sono venuta per te». Il bicchiere pieno di sangue che stava per assaporare cadde a terra, rompendosi in mille pezzi. Avrebbe potuto evitare che accadesse, afferrandolo prima dell'impatto. Ma era rimasto immobile. Il liquido denso e rosso scivolò sul pavimento liscio e lucido di marmo. Lei si alzò di corsa, raggiungendolo probabilmente per aiutarlo a raccogliere i resti di quel che era stato uno dei tanti bicchieri da collezione di famiglia. La sua mano stava per toccare un frammento di vetro, ma lui fu più veloce e la bloccò. «Non vorrai rischiare di farti male?», le disse lui in un bisbiglio che la fece rabbrividire. Senza darle il tempo di accorgersene, la trascinò sul divano, osservandola dritto negli occhi. Riusciva a scorgere il riflesso delle proprie iridi azzurre nelle sue pupille nere. Elena respirava affannosamente. La sua pelle era diafana, e i suoi capelli castani le ricadevano pari ai lati del suo dolce viso. Oh, come gli ricordava maledettamente Katherine. Ma lei non era Katherine. Era qualcosa di speciale, meglio di quella dolce fanciulla per cui era letteralmente impazzito nel pieno della sua ingenua gioventù, meglio di quella ragazza che in realtà non lo aveva mai amato veramente. E, a dire il vero, nemmeno Elena lo amava. Non lo amava perché lui non era ciò che lei desiderava. Era solo se stesso, non era Stefan. Eppure lei era lì, fra le sue braccia, bellissima. Se solo fosse stato tutto diverso, se solo lei non fosse fidanzata con suo fratello. La guardò fisso negli occhi, e sapeva che lei si sentiva a disagio. «Tutto tuo», disse in tono malizioso. Aveva sempre usato quelle sottospecie di frecciatine nei suoi confronti, tanto sapeva che su di lei non avevano alcun effetto. Anche se, in cuor suo, sperava

sempre di poter attirare un minimo la sua attenzione, di farle capire. «Non... non so come dirtelo» disse balbettando, innervosita. «Dillo e basta» la incoraggiò noncurante, girandosi per prendere un altro bicchiere dal tavolino di fianco al divano. Poi accadde. Con le sue piccole mani, Elena gli girò lentamente il viso e lo tirò verso il suo. Poi appoggiò le sue candide e morbide labbra sulle sue, baciandolo piano, quasi timorosamente. Non era possibile, forse non stava accadendo sul serio. Ricambiò il gesto. Mosse le sue labbra a ritmo con le sue, assaporò il loro dolce gusto. Pose una mano dietro la nuca di Elena, attirandola verso se. La abbracciò affettuosamente. Ora poteva anche morire. Ora qualcuno poteva anche ficcargli un maledetto paletto di legno nel cuore, perché ormai niente più importava se era felice, in quel momento. Niente più importava se lei lo amava.


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IPSE DIXIT - ERRORI E CITAZIONI DEI PROFESSORI Bertolli «In un grafico spazio-tempo, una retta parallela all'asse y dello spazio è Dio.» Hossner «Attraversare è di movimento perché prima sei di qua e poi sei di là.» «Chi è pendolare? Come l'orologio di qua di là?» «Con rimanere ci va avere, è ovvio! Ho rimasto!» «Vuoi una tazza di te?» «No grazie, non fumo!» Buonpensiere «Non dovrebbono...» «Ragà, vi dovete attivare!» «Dai, primo doppio bra'... pro... pro... VAI AVANTI! Dobbiamo essere sintetici, questi passaggi sono obbligatori!» «Allora, fai otto e tre quattordici...» Uno studente canta: «Che confusione...» B: «Si, nella testa tua!» S: «Ma non dovremmo assegnare la ‘x'?» B: «Lei dice che dovremmo assegnare la ‘x'... MA CHI TE L'HA DETTO? AVETE MAI FATTO MATEMATICA?? NO!» S: «Lo dicevo perché nelle equazioni l'incognita di solito è 'x'» B: «Mannaggia arrivederci!» «Questa scrittura è ambigua! Dov'è il segno meno? Davanti alla linea di prozio!» «Ma cambiare il segno non dovreb... interpreta! Vieni alla lavagna a fare la domanda, se no stiamo troppo lontane!» Lippolis «Sono partita in quarta, ma noi siamo in terza» «Matematica: studio della mate..., no, non lo so!» Travaglini «Uno dice che bisogna studiare la storia e l'altro dice che bisogna perdersi nei bagni turchi. Ma di cosa stiamo parlando?» «Come in "Ritorno al futuro" lui guarda la foto e lui scompare, sparisce anche il tuo 6!»

Todesco «Non roviniamo questa domanda con una risposta.» Craviari «Chiederemo a Bonafide se sente le differenze che io non sento. Se le sente...» Caravello «...assemblea di cittadinanza possiamo chiamarla anche ASSEMBLANZA...» Becca "Se uniamo le vostre 4 teste ci facciamo...un mezzo cervello!" Focardi "No! Ho sbagliato disegno, cancellatelo!" ... "Ah, no, scusate, potevate tenerlo..." "Ok, ragazzi, voglio il programma finito tra 2 ore!" S: "Soccia, ti sfido io a non fare un cazzo per 2 ore!" "Pensate a questo imperatore cattivo, che ama la fisica, vi minaccia di morte e per salvarvi dovete misurare il peso di un'astronauta tramite una molla, io la faccio oscillare mi salvo la vita…" Mezzetti «Fate schifo, siete degli stronzi, bisognerebbe fare la classifica del più e meno schifoso!» «Mia figlia ha un bambino mooolto antipatico...» «Il padre di questa bambina ha una faccia da culo che non vi dico...» «A mia figlia non faccio tagliare i capelli perché altrimenti...che 2 PALLE!!!» «Se giudichi uno dal membro o dai rapporti sessuali, metti Rocco Siffredi come presidente del Consiglio, Rocco Siffredi tutta la vita! Che copula con Belen Roriguez!»

Incorvaia «Allora, oggi è il 19, il dieci l'abbiamo già interrogato, 9 diviso 2, tre, chi è il tre?» Travaglini «Poi abbiamo questo avatar azzurrino che è Zefiro.» «Esiste il pannolone se uno non riesce a trattenere la pipì. L’esigenza può accadere ma non è epidemica.» Brognara «Se conosci la legge oraria, conosci TUTTO.» Falavigna Mentre scruta la cartina dell’Irlanda e la accarezza S: «Prof cosa fa?» F: «Ripercorro il viaggio che ho fatto tanti anni fa!» S: «Quanti anni aveva?» F: «A long time ago!» F: «M. stai zitta!» S: «Ma prof avevo smesso di parlare!» F: «Ecco brava continua.» S: «Continuo o smetto?» F: «Continua a smettere!» Massaro «Konversation non se pò fa, ja?» Bertoni B: «Se uno si siede su una sedia non riesce a sollevarsi» S: «Prof, dovrebbe levitare!» B: «Si, ci sto lavorando...»

Piglia S: «Prof, la mia compagna si attacca con il banco» P: «Ah, se s'attacca, allora è una cozza!» «Vai a chiedere in bidelleria...»

Invia gli Ipse Dixit dei tuoi prof a ipsedixit@orgiaintellettuale.co.cc o inseriscili nell'urna del lotto 3

Citazione recupero matematica, estate '11

Lorenzo Bergonzoni

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PARTECIPA ANCHE TU

ORGIA EVENTS

Un nuovo anno è alle porte, è ora di farsi avanti! Non è mai troppo tardi per partecipare, e ogni sorta di articolo è ben accetta: potete inviarlo a articoli@orgiaintellettuale.co.cc o venire alla prossima riunione (che si terrà il 1 dicembre '11 alle 14). E ricordate: non è obbligatorio far parte della redazione fissa!

1 Novembre Cantina Bentivoglio: Dimitri Sillato

COPERNIVOX Virginia, stai cagata! Tu, ragazzo dai lunghi capelli biondi di 5F, rivela il tuo nome su Orgia!

La ragazza di 3A è una fica assurda Yeah buddy! W la 1G!

Ragazzo con i capelli rossi, non sai cosa ti farei... Le primine la danno via a chiunque A.A.A. cercasi ragazzo parecchio figo che viene sul 35 del quale, purtroppo, non sappiamo il nome. Ti amiamo anche se probabilmente sei di prima.

Un particolare invito per G..........: lavati i capelli! Caravello pelato di merda! Ciao ciao Copernico! Come sono contenta di non essere più studentessa qui! Però vi voglio bene lo stesso. (Ale) Io amo cucire, è la mia vita

Voglio un'altra festa del cope con un impianto audio decente!

Stucchiamoci sto porro Caprino, dove sei?

Scrivi un messaggio anonimo e inseriscilo nell'urna del lotto 3, lo pubblicheremo nel prossimo numero

3 Novembre Cantina Bentivoglio: Francesca Biancoli Combo Millennium Club: The Ties and The Lies 4 Novembre Estragon: Etno Afro Raduno Covo Club: A Classic Education Locomotiv Club: Iceage + Laquiete Cantina Bentivoglio: Danny Brusha Trio Kindergarten: Flash Mob Camoufl’art Party Millennium Club: Guitar Wolf + Cut + Post No Bills 5 Novembre Estragon: Steelfest 2011 Covo Club: Summer Camp Locomotiv Club: Voodoo Soul Shaker Party Kindergarten: R-909 Chapter 32 – Born To Be Hard Millennium Club: Bring Back My 90’s 7 Novembre Cantina Bentivoglio: Daniele Dall’Omo Group 8 Novembre Chiesa di Sant’Ambrogio: Aidan Moffat Cantina Bentivoglio: Enrico Ronzani Trio 9 Novembre Estragon: Amon Amarth + As I Lay Dying Cantina Bentivoglio: Bologna Jazz Festival (fino al 19.11) 10 Novembre Locomotiv Club: Retox + Zeus Millennium Club: The Villains 11 Novembre Estragon: Reggae Festival Covo Club: Mike Joyce (The Smiths) Locomotiv Club: Bud Spencer Blues Explosion Millennium Club: College Party 12 Novembre Estragon: La Festa di Compleanno di Radio Città Fujiko 103.1 Covo Club: John Grant Sottotetto: Robbo Ranx Locomotiv Club: Dub Syndicate 13 Novembre Locomotiv Club: Ema

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14 Novembre Cantina Bentivoglio: Federico Pierantoni Quartet 16 Novembre Locomotiv Club: Josh T Pearson + Egle Sommacal 17 Novembre Millennium Club: Marco Sbarbati 18 Novembre Estragon: Anni ’80 Night Covo Club: Male Bonding Locomotiv Club: Pinback Unipol Arena (ex Futurshow Station): Zucchero 19 Novembre Estragon: Fleet Foxes Covo Club: Dee Dee & Brandon Locomotiv Club: Shigeto Millennium Club: Saturday Night Live 23 Novembre Estragon: Natacha Atlas & Transglobal Underground 24 Novembre Estragon: The Horrors Covo Club: The Horrors Millennium Club: Ross 25 Novembre Estragon: CSS (Cansei De Ser Sexy) Covo Club: Altre Di B Locomotiv Club: Zen Circus + Fast Animals And Slow Kids Millennium Club: College Party 26 Novembre Estragon: Fiesta Catalana Covo Club: Original! Northern Soul All Nighter Locomotiv Club: Tonino Carotone Millennium Club: I Just Want To Pop Unipol Arena (ex Futurshow Station): Paul McCartney On The Run 30 Novembre Sottotetto: Dead Tyrants Locomotiv Club: Junior Boys


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