Kibeho, Ruanda
A sinistra: Segatashya (è morto durante la guerra civile ruandese). A destra: Vestine (è morta a causa di una malattia cardiovascolare).
Agli inizi degli anni ‘80, a Kibeho in Ruanda, hanno inizio quelle che molti considerano le più importanti apparizioni di Gesù e della Madonna mai verificatesi nel continente africano. Gli eventi di Kibeho avranno per protagonisti sei ragazze e un ragazzo: Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka, Marie-Claire Mukangango, Stephanie Mukamurenzi, Agnes Kamagaju, Vestine Salima e Emmanuel Segatashya. Tre dei veggenti vivevano in un collegio condotto da suore in una zona molto povera del paese africano. Altri tre vivevano nella foresta. Il settimo veggente, Segatashya, un ragazzo pagano di Kibeho che più tardi assunse il nome cristiano di Emmanuel, ebbe le apparizioni di Nostro Signore separatamente dagli altri. Gesù insegnò al ragazzo il Padre Nostro e lo istruì ai fondamenti della Fede cristiana. Come per altre apparizioni dei giorni nostri, il messaggio fondamentale a Kibeho è l’invito alla conversione, alla preghiera e al digiuno. Nei loro messaggi, Gesù e la Vergine Maria, sottolineano l’importanza di amare il prossimo e di non sottovalutare il reale potere della preghiera, specialmente del Santo Rosario. In alcune visioni i ragazzi ebbero modo di vedere in anticipo avvenimenti che si sarebbero puntualmente realizzati di lì a qualche anno nel più spietato e sanguinoso olocausto della storia dell’Africa: la guerra del Ruanda. Michael H. Brown parlando di una di queste visioni nel suo libro "The Final Hour" afferma che i ragazzi videro un albero in fiamme, un fiume di sangue e molti cadaveri decapitati e abbandonati. In un altro suo libro "Trumpet of Gabriel", Brown riferisce di una visione durata otto ore nella quale i veggenti videro immagini terrificanti di persone che si uccidevano tra di loro, di corpi decapitati e gettati nel fiume. Tutti questi fatti si sono tristemente avverati appunto durante la guerra del Ruanda. Anche padre Renè Laurentin si è occupato delle apparizioni di Kibeho in un suo libro. Ecco cosa scrive il celebre mariologo: "...Il 19 agosto 1982 merita di essere riferito in modo del tutto speciale, dato il posto che occupa nella storia delle apparizioni di Kibeho. Quel giorno la Madonna apparve ai giovani, a turno, mostrandosi triste, contrariata, i veggenti dissero addirittura che era in collera, eppure era il giorno che sulla terra si festeggiava il suo trionfo in cielo. Alphonsine vide piangere la madre di Dio. I veggenti piansero, battendo i denti e tremando. Si lasciarono cadere pesantemente a corpo morto, più d’una volta durante le apparizioni che durarono ininterrottamente per più di otto ore. I giovani vedevano
immagini terrificanti, un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che alcuno li seppellisse, un albero tutto fuoco, un baratro spalancato, un mostro, teste mozzate. La folla presente quel giorno, circa 20.000 persone, conserva un’impressione di paura, di panico e di tristezza...". Le apparizioni di Kibeho sono state considerate per molto tempo con scetticismo e sospetto. Una commissione medica internazionale condusse approfonditi esami sulla salute fisica e mentale di tutti i giovani veggenti coinvolti nelle apparizioni. I rapporti elaborati dai medici furono presentati alla commissione teologica e dopo sette anni di investigazioni, il 15 agosto 1988, il vescovo locale diede la sua approvazione al culto della Vergine di Kibeho, consentendone la pubblica devozione, e dedicò il santuario mariano di Kibeho a Nostra Signora dei Dolori. Il 29 giugno 2001 il Vaticano ha reso pubblica la notizia che l'Arcivescovo Augustin Misago di Gikongoro aveva dato la sua approvazione definitiva alle apparizioni di Kibeho. L’approvazione dal vescovo riguarda soltanto tre dei sette veggenti: Alphonsine Mumureke, Anathalie Mukamazimpaka e Marie Claire Mukangango. Inoltre le apparizioni approvate sono solo quelle della Madonna e non quelle di Gesù. (Nota: il fatto che sia le apparizioni di Gesù che quelle ricevute dagli altri quattro ragazzi non siano state approvate non significa necessariamente che il vescovo le ritenga false ma soltanto che la commissione diocesana non ha trovato elementi sufficienti per qualificarle come sicuramente attendibili).
La Salette, Francia La Salette è una località della Francia che si trova nel Cantone di Corps, dipartimento di Isere. I protagonisti dell’apparizione di La Salette sono due giovani pastori: Maximin (Massimino) Giraud e Mélanie (Melania) Calvat Maximin Giraud e Mélanie Calvat rispettivamente di 11 e 15 anni. I due veggenti, entrambi ragazzi molto semplici e senza alcuna istruzione scolastica, a quell’epoca non conoscevano neanche il Padre Nostro e l’Ave Maria poiché non avevano mai ricevuto alcuna educazione religiosa. Le loro famiglie erano estremamente povere. Melania, cresciuta in una casa di otto figli, veniva spesso lasciata per la strada a chiedere l’elemosina. Era una ragazza taciturna, timida e solitaria. Massimino era invece un tipo vivace e pieno di spirito. Passava molto del suo tempo girovagando per le strade.
La Madonna appare ai due ragazzi il 19 settembre 1846 mentre questi sono intenti a pascolare le mucche sul Monte Planeau (1800 metri d’altezza). Il colloquio con i veggenti avviene prima in francese poi in dialetto, ed infine ancora in francese. La Vergine consegna ai veggenti dei messaggi e un segreto dai contenuti apocalittici. Quest’ultimo, su Sua richiesta, sarà svelato al mondo nel 1858. La sensazione per il racconto di Melania e Massimino fu grande e diede luogo a diverse investigazioni. Monsignor Philibert de Bruillard, vescovo di Grenoble, istituì una commissione di inchiesta per esaminare gli eventi riferiti dai ragazzi. La commissione concluse che l’apparizione aveva effettivamente avuto luogo. Monsignor de Bruillard il 16 novembre 1851 dichiarò vere le apparizioni della Vergine Maria a La Salette e autorizzò il culto di Nostra Signora di La Salette. Presto iniziarono i pellegrinaggi dei fedeli nella montagna di La Salette e diverse guarigioni miracolose ebbero luogo. Il 25 maggio 1852 iniziò la costruzione della chiesa, nella montagna. Nel 1879 la chiesa venne elevata al rango di basilica e consacrata a Nostra Signora di La Salette. Nel 1851 Melania e Massimino, assistiti da padre Rousselot e padre Gerin, trascrissero i messaggi e li inviarono al Pontefice, Papa Pio IX. Il Papa dopo averli letti pare che abbia affermato: "Se tutti non decideranno di fare penitenza, saremo perduti". Papa Pio IX, nel 1854, proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione. Il resoconto fedele di Melania venne pubblicato a Lecce il 15 Novembre 1879, con l'Imprimatur del Vescovo Monsignor Zola e ristampato a Lione nel 1904, qualche mese prima della morte di Melania. Maximin Giraud, dopo una vita infelice ed errante ritornò a Corps, il suo villaggio natio, e vi morì il 1 marzo 1875. Mélanie Calvat, dopo aver trascorso anch’essa una vita difficile, morì ad Altamura, in Italia, il 15 dicembre 1904.
Vedute della basilica di La Salette
Lattanzio Lattanzio (Lucio Celio Firmiano Lattanzio) nacque in Africa attorno al 250. Era uno scrittore latino e viene annoverato fra i padri della Chiesa. Maestro di retorica a Nicomedia (in Asia Minore), fu costretto a lasciare il suo ufficio nel 303 a causa delle persecuzioni contro i cristiani, alla cui religione si era convertito. Curò dal 317 l'educazione di Crispo, figlio di Costantino. Morì nel 324 circa. Perdute sono le opere del periodo pagano (Symposium, Hodoeporicum, Grammaticus e 8 libri di lettere). Rimangono: De opificio Dei (303-4), in cui riprende argomenti tratti dal pensiero classico; Divinae institutiones (7 libri, riassunti da un'epitome), primo tentativo di esporre in latino la dottrina cristiana nel suo complesso; De ira dei, De mortibus persecutorum (318-21). Particolarmente efficace nella critica al paganesimo, per il periodare armonioso fu definito "il Cicerone cristiano".
(San) Luigi Maria Grignion de Montfort Luigi Grignion nacque il 31 gennaio 1673 a Montfort, nei pressi di Rennes, in Francia.
Luigi Maria Grignion de Montfort
I genitori di Luigi erano povera gente, dei gran lavoratori che con molti sacrifici e con i pochi mezzi a loro disposizione avevano tirato su otto figli, il più grande dei quali era proprio Luigi. All’età di 12 anni, grazie all’impegno di sua madre e del suo insegnante, e con il sostegno economico di alcuni benefattori che finanziarono gli studi, riuscì ad entrare nella scuola dei Gesuiti di S. Tommaso Becket a Rennes. Guidato da alcuni sacerdoti, incominciò a praticare una profonda devozione alla Madonna, di cui assunse il nome al momento della Cresima.
Dopo aver completato gli studi, nel 1693, partì per Parigi deciso ad andare in seminario per diventare sacerdote. Venne ordinato sacerdote nel 1700 e dopo aver celebrato la prima Messa nella Chiesa di San Sulpizio venne inviato ad esercitare il ministero nella Comunità di San Clemente a Nantes. Successivamente diventò cappellano dell’Ospedale di Poitiers. Ma in realtà più che di un ospedale si trattava di una specie di ricovero dove venivano richiusi i più miserabili tra i poveri, per sottrarli alla vista del pubblico. Luigi Maria si mise al loro servizio con tutto l’amore che riservava ordinariamente a questa gente. Ma le riforme che si sforzò di introdurre nella casa gli attirarono le persecuzioni delle autorità interne, e cosi, verso la Pasqua del 1703, ritornò a Parigi. Fu un grande mistico e profeta, e un solerte apostolo della Madonna. A partire dal 1706 viaggiò molto per la Francia, e nei suoi trasferimenti ebbe più volte a fianco una Signora vestita di bianco che fu vista anche da parecchie altre persone.
Papa Clemente XI lo esortò a impegnarsi nella predicazione ai francesi, scossi dall’aspra battaglia dottrinale ingaggiata dai giansenisti contro Roma. Lui riprese allora a parlare in città e nelle campagne, non esitando ad affrontare i dotti giansenisti con discorsi ugualmente dotti. Costantemente occupato a predicare missioni, si spostava a piedi da un luogo all’altro. Nonostante ciò, trovò il tempo per scrivere: il "Trattato della vera devozione alla Santissima Vergine", il "Segreto di Maria", le "Regole della Compagnia di Maria" e delle "Figlie della Sapienza", e numerosi "Cantici" che usava nelle missioni facendoli cantare al popolo su melodie dell’epoca. Il Trattato della vera devozione alla Santa Vergine, resterà inedito per 130 anni; pubblicato nel 1842, diventerà uno dei testi fondamentali della pietà mariana. Nel 1712-13 padre Grignion fondò una comunità maschile di missionari per l’evangelizzazione: la Compagnia di Maria. Nell’aprile 1716 si trovava a Saint-Laurent-sur-Sèvre per iniziare la predicazione di una missione, quando cadde ammalato. Morì il 28 aprile di quello stesso anno. Migliaia di persone accorsero ai suoi funerali nella chiesa parrocchiale e di lì a poco si sparse la voce che sulla sua tomba accadevano miracoli. Nel 1888 venne beatificato da Papa Leone XIII, e nel 1947 canonizzato da Pio XII.
(San) Luigi Orione Luigi Orione nacque a Pontecurone (nella diocesi di Tortona) il 23 giugno 1872. Il padre era selciatore di strade; la madre, donna di casa, di profonda fede e di alto senso educativo. Pur avvertendo la vocazione al sacerdozio, per tre anni (1882-1885) aiutò il padre come garzone selciatore. Il 14 settembre 1885, a 13 anni, venne accolto nel convento Don Luigi Orione francescano di Voghera (Pavia), ma una polmonite ne mise in pericolo la vita e dovette tornare in famiglia nel giugno 1886. Dall'ottobre 1886 all'agosto 1889 fu allievo dell'Oratorio di Valdocco in Torino, diretto da San Giovanni Bosco che ne notò le qualità e lo annoverò tra i suoi prediletti. Il 16 ottobre 1889 iniziò il corso di filosofia nel seminario di Tortona. Ancora giovane chierico fu sensibile ai problemi sociali ed ecclesiali che agitavano quell'epoca travagliata. Il 3 luglio 1892 aprì a Tortona, il primo Oratorio per curare l'educazione cristiana dei ragazzi. Il 13 aprile 1895, fu ordinato sacerdote. Nel 1899 iniziò il ramo degli Eremiti della Divina Provvidenza dedicati al benedettino "ora et labora", soprattutto nelle colonie agricole. Il Vescovo di Tortona, Mons. Igino Bandi, con Decreto del 21 marzo 1903, riconobbe canonicamente la Congregazione religiosa maschile della Piccola Opera della Divina Provvidenza, i Figli della Divina Provvidenza. Confortato dal personale consiglio di
Leone XIII, Don Orione pose, nelle prime Costituzioni del 1904, tra gli scopi della nuova Congregazione quello di lavorare per "ottenere l'unione delle Chiese separate". Animato da un grande amore alla Chiesa e ai suoi Pastori e dalla passione per la conquista delle anime, si interessò attivamente dei problemi emergenti del tempo, quali la libertà e l'unità della Chiesa, la questione romana, il modernismo, il socialismo, la scristianizzazione delle masse operaie. Dopo il terremoto del dicembre 1908, Don Orione fu a Reggio Calabria e Messina per prestare soccorso specialmente agli orfani e divenne promotore delle opere di ricostruzione civile e religiosa. Per diretta volontà di Pio X fu nominato Vicario Generale della diocesi di Messina. Il 29 giugno 1915, diede inizio alla Congregazione delle Piccole Suore Missionarie della Carità. Dopo la prima guerra mondiale si moltiplicarono scuole, collegi, colonie agricole, opere caritative e assistenziali. In particolare, Don Orione fece sorgere alla periferia delle grandi città (Genova, Milano, Buenos Aires, San Paulo del Brasile, Santiago del Cile, ecc.) case di carità dette Piccoli Cottolengo, destinate ad accogliere i fratelli più sofferenti e bisognosi. Lo zelo missionario di Don Orione, che già si era espresso con l'invio in Brasile nel 1913 dei primi suoi religiosi, si estese poi in Argentina e Uruguay (1921), in Palestina (1921), in Polonia (1923), a Rodi (1925), negli Stati Uniti d'America (1934), in Inghilterra (1935), in Albania (1936). Egli stesso compì due viaggi missionari nell'America Latina, in Argentina, Brasile, Uruguay, spingendosi fino al Cile. Godette della stima personale di Pio X, di Benedetto XV, di Pio XI, Pio XII e delle Autorità della Santa Sede che gli affidarono molti delicati incarichi per risolvere problemi e sanare ferite sia all'interno della Chiesa che nei rapporti con il mondo civile. Grande devoto della Madonna, ne promosse la devozione con ogni mezzo. Tra i doni di grazia concessi da Dio a Don Orione ci sono il discernimento degli spiriti e il carisma della profezia: furono molti i testimoni della sua straordinaria facoltà di conoscere il futuro per il bene e l'edificazione spirituale delle anime. Nell'inverno del 1940, già sofferente di angina pectoris e dopo due attacchi di cuore aggravati da crisi respiratorie, Don Orione si concesse qualche giorno di riposo in una casa della Piccola Opera a Sanremo. Dopo soli tre giorni, circondato dall'affetto e dalle premure dei confratelli, morì sospirando: "Gesù! Gesù! Vado". Era il 12 marzo 1940. Il suo corpo venne trovato intatto alla prima riesumazione del 1965. Il 26 ottobre 1980 Sua Santità Giovanni Paolo II beatificò Don Luigi Orione. Questo stesso pontefice il 16 maggio 2004 lo proclamò santo.
Madre Alphonse Marie Eppinger – Francia
Madre Alphonse Marie Eppinger (al secolo Élisabeth) nacque il 9 settembre 1814 in Alsazia-Lorena, in Francia. Le difficoltà e le ristrettezze vissute nel suo villaggio le diedero fin da giovanissima una particolare sensibilità verso le sofferenze degli indigenti. Il suo più grande desiderio era quello di aiutare le persone che soffrono a causa della povertà e della malattia, fornendo loro assistenza e facendogli conoscere l'amore di Dio. Un altro suo grande desiderio era quello di diventare una religiosa. Ebbe varie esperienze mistiche. Madre Alphonse Marie Eppinger
Nel settembre 1849 Élisabeth realizzò il suo sogno e fondò la congregazione che più tardi avrebbe preso il nome di "Congregazione delle sorelle del Santissimo Salvatore".
In breve tempo la Congregazione si diffuse in tutto il mondo con l'obbiettivo di fornire assistenza sanitaria e servizi sociali secondo lo spirito di carità cristiana.
Madre Carolina Venturella – Italia Carolina Venturella nacque il 18 febbraio 1901 a Grancona, in provincia di Vicenza, da Raffaello Venturella, mercante in legname, e Teresa Chiodi. La sua famiglia era numerosa (7 figli) e a detta di tutti riservata e religiosa. Carolina perse la mamma quando aveva solo 5 anni, rimanendo sotto le cure della nonna paterna di 75 anni. Dopo due anni il padre si risposò. Madre Carolina Venturella A vent'anni, il 14 settembre del 1921, Carolina iniziò il noviziato presso l'Istituto delle Canossiane di Venezia. Il 14 settembre 1924 fece la professione di fede. Il 5 ottobre 1942 venne chiamata ad esercitare l'ufficio di Superiora nella comunità canossiana di Zocca di Modena. Alla fine del 1963, Madre Carolina cominciò a ricevere alcuni messaggi celesti sotto forma di locuzioni interiori, la mistica li definiva "impressioni intime, così chiare e precise, da paragonarle ad una vera voce". I messaggi sono incentrati principalmente sulla glorificazione dello Spirito Santo e in alcuni di essi Gesù annuncia una imminente "Nuova Pentecoste". La "povera anima" - così la chiamava Gesù - venne da Lui stesso preparata alla missione per cui era stata scelta, il Signore voleva fare di lei uno "strumento della Sua Gloria". Il 31 luglio 1989 Madre Carolina veniva portata d'urgenza all'ospedale per un ictus cerebrale. A causa della malattia, a detta dei medici, avrebbe dovuto perdere l'uso della parola e la lucidità mentale, ma la suora continuò inspiegabilmente a parlare e rimase perfettamente cosciente fino al momento della morte, avvenuta alle ore 18.15 del 30 agosto 1989 - aveva 88 anni.
Le rivelazioni ricevute da Madre Carolina sono state raccolte dal suo direttore spirituale, il Padre Cappuccino David De Angelis, in un libro intitolato: "Potenza Divina d'Amore". Il libro ha ottenuto nel 1975 l’Imprimatur del vescovo locale.
Madre Mariana de Jesus Torres – Quito, Ecuador Mariana Francisca Torres naque in Spagna nel 1563 in una famiglia dell’aristocrazia spagnola da Diego Torres and Maria Berriochoa, entrambi devoti cattolici. Fin dall’infanzia la piccola Mariana ebbe visioni di Gesù e della Madonna. Quando a nove anni le apparve Gesù e le disse che era arrivato il momento per lei di lasciare la sua casa paterna per abbracciare la sua croce in una terra lontana, Mariana comprese che doveva seguire sua zia, Madre Maria Taboada, nel viaggio che stava per intraprendere nelle Americhe per fondare l’Ordine dell’Immacolata Concezione. Durante il viaggio in nave si scatenò un uragano di inaudita violenza, tanto spaventoso che anche i marinai ad un certo momento credettero che non ci fosse più alcuna speranza di salvezza. Mariana e sua zia videro fra le acque tempestose un Madre Mariana de Jesus gigantesco serpente con sette teste che cercava di distruggere Torres la loro nave. In quel momento la piccola Mariana perse i sensi. Madre Maria pregò il Signore che li salvasse e improvvisamente la luce del giorno fece breccia in quella spaventosa oscurità e l’uragano si placò. Quando Mariana rinvenne raccontò alla zia di aver visto un serpente più grande del mare che si contorceva e poi una Signora di incomparabile bellezza vestita di sole con una corona di stelle sulla testa e con un bambino in braccio; la Signora trafiggeva con una lancia la testa del serpente. Due anni più tardi Madre Maria fece coniare una medaglia su cui era rappresentata la scena che Mariana aveva visto nella sua visione. La medaglia da quel giorno viene portata da tutte le Suore dell’Immacolata Concezione di Quito. Mariana iniziò il noviziato all’età di 15 anni e qualche anno dopo fece la professione di fede. Un giorno del 1582, quand’era ancora una giovane suora, mente stava pregando nel coro del suo convento davanti al Santissimo Sacramento, udì un rombo terrificante e improvvisamente vide la chiesa avvolta da un fitta oscurità. Solo l’altare maggiore rimase illuminato. Allora si aprì la porta del tabernacolo e comparve Gesù in Croce. La Vergine Maria, San Giovanni Evangelista e Santa Maria Maddalena erano in piedi accanto a Lui come sul Calvario. Mariana allora sentì una voce: "Il Castigo è per il ventesimo secolo". Vide tre spade, ciascuna riportava un’iscrizione. Sulla prima era scritto: "Punirò l’eresia"; sulla seconda: "Punirò l’empietà"; sulla terza: "Punirò l’impurità". Allora la Madonna disse a Mariana: "Figlia mia, vuoi sacrificarti per queste persone?", "Sono pronta" rispose prontamente la giovane suora. In quel momento le tre spade trafissero il suo cuore facendola morire.
La mattina seguente le sue consorelle trovarono il suo corpo ormai freddo riverso per terra nel coro. La sua morte venne confermata anche dal dottor Don Sancho e da un frate francescano. Mariana dopo essere morta comparve dinanzi al Signore per essere giudicata, ma in lei non fu trovato alcun peccato. Gesù le chiese se voleva accettare di tornare sulla terra per espiare per gli uomini del ventesimo secolo; Suor Mariana accettò e venne rimandata sulla terra per compiere la sua missione, e per questo per tutta la sua esistenza terrena il Signore non le risparmiò alcuna sofferenza. Nella notte del 17 settembre 1588 suor Mariana ricevette le piaghe di Cristo nelle mani, nei piedi e nel costato. Fu tormentata per tutta la vita da Satana ma anche dotata di doni mistici straordinari tra i quali quello del discernimento dello spirito. Nel 1589, alla morte di Madre Maria, venne nominata superiora, ufficio che svolse sempre con grande saggezza, prudenza e carità secondo la Volontà del Signore. Il 2 Febbraio 1594, era intenta a pregare nel coro quando le apparve la Madonna che le disse: "Io sono Maria del Buon Successo, la Regina del Cielo e della Terra". La Vergine, che da quel giorno le sarebbe apparsa con lo stesso titolo molte altre volte, le rivelò che avrebbe avuto una vita di grandi sofferenze. Maria preannunciò molti avvenimenti che si sarebbero dovuti verificare nel ventesimo secolo. Molte di queste profezie si sono realizzate con straordinaria esattezza. La Madonna chiese a Mariana di far costruire una statua che la raffigurasse esattamente come la suora la vedeva nelle sue visioni. La statua, iniziata da un artista locale, venne completata miracolosamente dagli arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele. L’autenticità di questo miracolo venne confermata per iscritto dagli stessi artisti a cui era stata commissionata la realizzazione della statua. Madre Mariana supplicò la Madonna di fare in modo che il suo nome restasse segreto, Maria le promise che solo dopo tre secoli di silenzio si sarebbe conosciuta la verità sulle apparizioni (nel ventesimo secolo). Madre Mariana morì nel suo convento di Quito alle 3.00 del pomeriggio del 16 gennaio 1635. Durante i lavori di restauro del suo convento avvenuti nel 1906 la sua tomba venne aperta e il suo corpo venne trovato incorrotto. L’apparizione di Nostra Signora del Buon Successo è stata approvata dalla Chiesa e Madre Mariana è stata dichiarata Venerabile
Maria Esperanza Medrano de Bianchini – Betania, Venezuela Maria Esperanza Medrano nacque il 22 novembre 1928 nel villaggio di San Rafael de Barrancas, in Venezuela. Ebbe la prima esperienza mistica all'età di cinque anni con l’apparizione di Santa Teresa del Bambin Gesù. A dodici anni si ammalò improvvisamente di una grave
Maria Esperanza Medrano de Bianchini
forma di broncopolmonite, ma dopo aver avuto una visione della Madonna guarì miracolosamente. Durante l’adolescenza la sua salute continuò progressivamente a peggiorare, tanto che ad un certo momento soppravvenne una nuova malattia che la lascerà parzialmente paralizzata. Da questa malattia guarì improvvisamente dopo l’apparizione del Sacro Cuore di Gesù. Seguendo il suo profondo desiderio di abbracciare la vita religiosa, visse per un certo tempo con le Suore Francescane di Mérida. Il 3 ottobre 1954, mentre si trovava nella cappella del convento, ebbe una visione di Santa Teresa del Bambin Gesù che le disse che la sua vocazione non era la vita religiosa ma essere moglie e madre di famiglia, e che sarebbe dovuta andare per il mondo a portare il messaggio di Gesù ricevuto attraverso la SS. Vergine Maria. Quello stesso giorno il Sacro Cuore di Gesù le apparve chiedendole di recarsi a Roma. Nella capitale italiana, Maria Esperanza vivrà per un certo tempo presso le suore dell'Istituto Ravasco, fino all’8 dicembre del 1956, quando si sposa con Geo Bianchini Giani. Ebbero 7 figli, un maschio e sei femmine, attualmente tutti sposati e con figli. Maria Esperanza è considerata da molti come una delle più grandi mistiche dei nostri giorni. Dio le ha concesso molti carismi straordinari: le stigmate (le piaghe della passione di Nostro Signore appaiono sul suo corpo il Venerdì Santo; l’autenticità delle sue stimmate è stata accertata da decine di medici), il dono della profezia e la visione di eventi futuri (ha previsto molti eventi storici accaduti in varie parti del mondo), il dono della guarigione, apparizioni o "materializzazioni" della Santa Ostia nella sua bocca, aromi di fiori o di frutta e apparizioni di petali di rosa che si manifestano inspiegabilmente in sua presenza, levitazione (durante la Messa), bilocazione (un gran numero di conoscenti l’ha vista in luoghi diversi nello stesso momento), ecc.. Maria Esperanza è nota soprattutto per essere stata la principale veggente delle apparizioni di Finca Betania (cfr. più avanti il link: Le apparizioni di Finca Betania). Sebbene Maria Esperanza abbia ricevuto fin da piccola numerosissimi messaggi privati dalla Madonna e da Gesù, le apparizioni della Madre di Dio a Betania e la consegna dei messaggi per il mondo hanno avuto inizio a partire dal 25 marzo 1976. Guarigioni miracolose, miracoli eucaristici, luci mistiche e inspiegabili profumi di fiori sono solo alcuni dei fenomeni prodigiosi che sono stati registrati a Betania. Il 21 novembre 1987, dopo diversi anni di investigazioni, l’arcivescovo Pio Bello Ricardo ha dichiarato che le apparizioni sono autentiche e di natura soprannaturale e ha dato la sua approvazione ufficiale perché il sito dove queste hanno avuto luogo venga considerato sacro. Maria Esperanza, dopo una lunga malattia, è morta il 7 agosto 2004 nel New Jersey (USA), assistita da suo marito e dai suoi figli e nipoti.
Maria Esperanza Bianchini in udienza privata con il Santo Padre Papa Giovanni Paolo II (18.02.1998)
Maria Giulia Jahenny – Blain, Francia Marie Julie Jahenny (1850-1941), visse nelle vicinanze di Blain, nel Sud della Bretagna in Francia. Quello di questa mistica è considerato a tutt’oggi uno fra i casi più straordinari nel suo genere. Ricevette cinque ferite dal Signore, per questo motivo veniva chiamata "la stigmatizzata bretone". Ebbe il dono di riconoscere il pane eucaristico da quello normale, riuscendo a distinguere gli oggetti benedetti da quelli che non lo erano e sapendo dare indicazioni sul luogo di provenienza delle reliquie.
Marie Julie Jahenny
Durante un periodo di cinque anni, a partire dal 28 dicembre 1875, sopravvisse nutrendosi soltanto con l'Eucarestia. Come il dottor Imbert Gourbeyre ebbe modo di verificare, durante questo intero periodo non vi furono escrezioni liquide o solide.
Durante le estasi era completamente insensibile al dolore e alla luce intensa. Alcune di queste estasi erano accompagnate da fenomeni di levitazione. Maria Giulia Jahenny morĂŹ nel 1941 all'etĂ di 91 anni.