ΤΑΙΖΕΝ ΧΗΑΡΑΧΤΕΡ ΣΤΟΡΨ ΒΟΟΚ − ΓΟΛ∆ ΣΑΙΝΤ
SHURA DEL CAPRICORNUS - CASA DEL CAPRICORNO
Età: 23 Altezza: 186 cm Peso: 83 Kg Data di nascita: 12 Gennaio Gruppo Sanguigno: B Luogo di nascita: Spagna Luogo di addestramento: Monti Pirenei, Spagna Opera a cura di Orion81
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“ Non esiste cosa che non possa tagliare con il doppio filo della spada sacra nascosta nel braccio! “ E' il Gold Saint che protegge la casa del Capricorno. Sia le sue braccia che le sue gambe sono affilate come l'acciaio. Per ciò che riguarda l'abilita' nell'uso del proprio corpo, tra il Gold Saint e' la persona che più vi eccelle. Il "Jumping Stone", che scaglia in aria l'avversario usando la sua stessa forza, non viene messo in mostra contro il Rozan Shoryu Ha di Shiryu. Infatti pensava che per quanto la forza che possedeva fosse malvagia, se l'avesse trapassato sarebbe passato alla giustizia, tuttavia, commosso dalla risolutezza nel combattere fino alla morte di Shiryu, cresciuto nella lealtà all'ideale, si rende conto del proprio errore. Infine, dopo aver ceduto a Shiryu tutta quanta la propria forza, si disperderà.
TECNICHE: JUMPING STONE Shura sfruttando l’impeto dell’attacco dell’avversario lo aggira e lo scaraventa in aria grazie alla poderosa forza delle sue gambe.
EXCALIBUR BRACCIO DESTRO La sacra spada, dono della dea Atena, alberga nel braccio di Shura. Il taglio di Excalibur non ha rivali.
EXCALIBUR BRACCIO SINISTRO Shura negl’anni è stato in grado di forgiare una nuova spada speculare ad Excalibur la cui elsa è nel braccio sinistro. Non ci sono variazioni sensibili per quanto riguarda le caratteristiche del colpo.
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CARATTERE: Alla sua prima comparsa Shura appare tanto sicuro di sé stesso al punto di sfiorare anche la strafottenza contro Dragone. Ovviamente tale sicurezza dei propri mezzi deriva di certo dal fatto di essere Gold Saints da una parte, e dall’altra dal dono della sacra spada Excalibur da parte della dea Athena. Orgoglio e sicurezza contraddistinguono pertanto il carattere del Saints del Capricorno.
IL SUO POTERE E LA SUA STORIA: Shura di Capricorn è cavaliere d’oro del grande tempio e custode della decima casa dello zodiaco. Durante la corsa dei bronze saints verso le stanze del Gran sacerdote, Shura si erge a difesa della casa del Capricorno contro Shiryu di Dragon. Lo scontro appare subito proibitivo per il Dragone, che sotto i colpi del cavaliere d’oro si vede privato prima del suo invincibile scudo, e poi dell’intera armatura del dragone. I colpi di Shura si rivelano infatti simili a taglienti fendenti, capaci anche di tagliare di netto una montagna, e neanche l’invincibile scudo di Shiryu risulta difesa efficace. Durante la battaglia nella decima casa, Shura ricorda come tredici anni prima rivolse il braccio contro Aiolos del Sagittario, additato di tradimento verso il primo ministro del tempo e di conseguenza di tradimento verso Athena. Fu il cavaliere di Capricorn a ferire a morte Aiolos dunque, mentre tentava di portare in salvo la bimba reincarnazione della dea della giustizia. La stessa bimba viene risparmiata da Shura e lasciata al suo destino, dopo la sconfitta di Aiolos. La fermezza dimostrata dal cavaliere del Dragone durante il combattimento e la sua volontà di ottenere la vittoria a costo della propria vita per spianare la strada ai compagni, fanno vacillare le convinzioni del cavaliere d’oro e la sua devozione verso il gran sacerdote. Al culmine dello scontro, il cavaliere del Dragone deve ricorrere alla Pienezza del Dragone per poter sconfiggere il forte avversario. Ma la Pienezza del Dragone richiede in pegno la vita di Shiryu, tale è la condizione per avere la meglio sul cavaliere di Capricorn. Al raggiungimento della Pienezza del Dragone, mentre i due cavalieri stanno volando verso lo spazio cosmico esterno, Shura comprende la realtà; Shiryu è davvero dalla parte della dea Athena. I ricordi di Shura ritornano nuovamente a 13 anni prima, quando convinto di aver risparmiato la piccola Athena per pietà, aveva invece riconosciuto il cosmo lucente della divina bimba. Prima di scomparire avvolto dal fuoco della Pienezza del Dragone, Shura si priva delle sue vestigia d’oro che vanno a coprire il corpo di Shiryu e, dopo avergli anche fatto dono della sua tecnica micidiale, fa in modo che il cavaliere di bronzo abbia salva la vita facendolo tornare sul suolo di Atene. Il cavaliere del Capricorno, dall’alto del paradiso dei cavalieri, continuerà poi a sostenere il Dragone durante la difficile battaglia di Asgard, rammentandogli del dono fattogli durante la battaglia delle dodici case. Dopo la battaglia contro Poseidone, Shura torna al grande tempio nella veste di spectre al servizio di Hades, il signore degli inferi; assieme a Saga dei Gemelli e Camus dell’Aquarius Opera a cura di Orion81
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ΤΑΙΖΕΝ ΧΗΑΡΑΧΤΕΡ ΣΤΟΡΨ ΒΟΟΚ − ΓΟΛ∆ ΣΑΙΝΤ procederanno alla scalata delle dodici case per arrivare alle sale della dea Athena, con lo scopo di ucciderla. Shura, assieme agli altri gold in versione spectre, affronterà come cavaliere di Hades gli altri cavalieri d’oro del grande tempio, fino ad un epico scontro contro Shaka di Virgo dove, tre contro uno, avrà la meglio assieme a Saga e Camus sul cavaliere della vergine utilizzando un micidiale colpo proibito da Athena stessa, l’Athena Exclamation! L’evolversi della storia evidenzierà come i tre ex cavalieri d’oro abbaino solo finto un’alleanza con il dio dei morti, per poter portare il proprio aiuto ai cavalieri fedeli ad Athena ed alla dea stessa.
DELUCIDAZIONI DA TAIZEN: L'affilatura del taglio della sua mano, considerata una spada sacra, e' incredibile, taglia infatti a meta' lo scudo posseduto da Shiryu.
Donandogli il proprio Cloth salva la vita a Shiryu, in punto di morte dopo aver lanciato il Rozan Kouryu Ha.
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LA GOLD CLOTH DEL CAPRICORNO:
PUGNO: 5 CALCIO: 5 ARMI SPECIALI: 1 SPIRITO: 1 GITTATA: 5 Proprietario non solo di un Cloth eccezionale nel fare a pezzi facilmente qualsiasi cosa, e' in grado anche di usare le sue mani come spade, e inoltre, utilizzando la forza della tecnica iniziata dall'avversario adotta la pratica del calcio volante. E' il Gold Saint che più di tutti ama ed eccelle nella lotta corpo a corpo.
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LA COSTELLAZIONE DEL CAPRICORNO: Il Capricorno (in latino Capricornus) è una costellazione dello zodiaco. Questa costellazione è la più debole tra quelle dello zodiaco, dopo il Cancro. Le sue stelle più brillanti si trovano in un triangolo i cui vertici sono Giedi (α), Deneb Algedi (δ) e ω Capricorni. Un ammasso globulare non è sfuggito all'occhio attento di Charles Messier, e viene catalogato con la sigla M30; si individua nella parte sud-orientale della costellazione, senza difficoltà. Le galassie visibili in questa parte di cielo sono in massima parte remote e poco luminose, fuori dalla portata di strumenti amatoriali. Questa costellazione è una delle più antiche che siano state definite, forse la più antica, nonostante la sua debole luminosità. Disegni di un capricorno o simili sono stati trovati su tavolette babilonesi di tremila anni fa. Uno dei possibili motivi è che a quel tempo, il solstizio d'inverno dell'emisfero boreale accadeva mentre il Sole si trovava nel Capricorno. La preoccupazione per la rinascita del Sole potrebbe aver reso molto importanti le osservazioni astronomiche ed astrologiche di questa regione del cielo. Per la stessa ragione la posizione più meridionale del sole, che viene raggiunta durante il solstizio d'inverno dell'emisfero boreale, è chiamata il Tropico del Capricorno, un termine che definisce anche una linea sulla Terra dove il Sole si trova allo zenith a mezzogiorno del solstizio. A causa della precessione degli equinozi, il solstizio d'inverno non accade più mentre il sole si trova nel Capricorno. Il pianeta Nettuno fu scoperto in questa costellazione dall'astronomo tedesco Johann Galle, vicino a Deneb Algedi (δ Capricorni) il 23 settembre 1846, su indicazione del matematico Urbain Le Verrier.
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MITOLOGIA: Il Capricorno è una creatura dall'aspetto alquanto improbabile, con la testa e le zampe anteriori di capra e la coda di pesce. La costellazione ebbe chiaramente origine ai tempi dei Babilonesi e dei Sumeri, che avevano una passione per le creature anfibie; gli antichi Sumeri la chiamarono SUHUR-MASH-HA, il pesce capra. Per i Greci, che la chiamarono Egocero (capra cornuta), la costellazione si identificava con Pan, dio della campagna che aveva corna e zampe di capra. Pan, una creatura giocosa di natali incerti, passava gran parte del suo tempo a caccia di donne o sonnecchiando. Riusciva a spaventare la gente grazie al suo grido particolarmente forte, da cui ebbe origine la parola «panico». Uno dei suoi figli fu Croto, che s'identifica con la costellazione del Sagittario. Il tentativo di Pan di sedurre la ninfa Siringe fallì quando quella si trasformò in un mucchio di canne. Mentre lui teneva strette a sé le canne il vento soffiò fra di esse, producendo un suono incantevole. Pan scelse alcune di quelle canne di misura diversa e le unì una all'altra con la cera formando la famosa zampogna di Pan, detta anche siringa. Per due volte Pan portò soccorso agli dèi. Durante la lotta degli dèi contro i Titani egli soffiò in una conchiglia contribuendo alla fuga dei nemici. Secondo Eratostene questa è la sua connessione con la conchiglia responsabile della parziale raffigurazione di pesce che ha in cielo, sebbene Igino dica, ma la cosa suona leggermente assurda, che essa è dovuta al fatto che lanciò crostacei alla volta dei nemici. In un'occasione posteriore Pan urlò agli dèi che si stava avvicinando il mostro Tefeo, mandato contro di loro dalla Madre Terra (Gea). Su suggerimento di Pan gli dèi si trasformarono in animali per ingannare il mostro. Lo stesso Pan si rifugiò in un fiume, trasformando in pesce la parte inferiore del suo corpo. Zeus lottò con Tefeo, ma il mostro riuscì a strappare i nervi dalle mani e dalle gambe del dio, lasciandolo azzoppato. Ermete e Pan glieli restituirono, permettendogli di riprendere l'inseguimento di Tefeo. Zeus lo fermò con la sua folgore e alla fine lo seppellì sotto il Monte Etna, in Sicilia, che, a causa del respiro del mostro, continua a vomitare fuoco. Per ringraziarlo dei suoi servigi, Zeus sistemò l'immagine di Pan nel cielo come costellazione del Capricorno. La stella Alfa del Capricorno viene chiamata sia Algedi che Giedi, dall'arabo al-jady che significa «il capretto», il nome arabo della costellazione. Delta del Capricorno si chiama Deneb Algedi, dall'arabo «coda di capretto». Il tropico del Capricorno è la latitudine terrestre in cui il Sole è perpendicolare a mezzogiorno al solstizio d'inverno, intorno al 22 dicembre. Ai tempi dei Greci il Sole era in Capricorno a quella data, ma l'effetto della precessione fa sì che oggi al solstizio d'inverno esso sia in Sagittario.
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EXCALIBUR, LA SACRA SPADA Le spade di re Artù: Il nome Excalibur significa in grado di tagliare l'acciaio. La prima tradizione (secondo Geoffrey of Monmouth, Robert Wace e Layamon), chiamava la spada Caliburm; una spada magica venuta da Avalon. Nella tradizione celtica il nome originale era Caledfwylch. La versione in cui Artù estraeva la spada dalla roccia apparve per la prima volta nel racconto in versi francese Merlino, di Robert de Boron. Ma l'autore inglese Sir Thomas Malory scrisse che la spada che Artù aveva estratto dalla roccia non era Excalibur, poiché Artù aveva rotto la sua prima spada in uno scontro contro re Pellinor; lo stesso viene affermato nella francese Suite du Merlin (Prosa di Merlino), ca. 1240. Poco dopo, Artù ricevette una nuova spada dalla Dama del Lago, e questa era chiamata esplicitamente Excalibur (Nuova Caliburm): una spada diversa, secondo Malory, dalla prima. Il fodero di Excalibur aveva il potere magico di proteggere il suo proprietario dall'essere ferito; è il furto del fodero da parte di Morgana la Fata che porta, alla fine, alla morte di Artù. In Morte Arthure (ca. 1400), si dice che Artù aveva due spade; la seconda era Clarent, rubata dal malvagio Mordred, che con essa diede ad Artù il colpo mortale.
Etimologia: La parola Excalibur ha origini molto controverse, la cui nascita si può far risalire a due ceppi linguistici ben differenti: quello latino-indoeuropeo e quello sassone. Dal latino abbiamo diversi significati, ma quello più plausibile deriva da un'antica popolazione di fabbri chiamati "Calibs"; Excalibur si può quindi scindere in due parole ex (con ablativo): dai e Calibs: Calibi, quindi tradotto letteralmente il significato diventerebbe "forgiata dai Calibi". Altre sfumature latine riportano alla Opera a cura di Orion81
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ΤΑΙΖΕΝ ΧΗΑΡΑΧΤΕΡ ΣΤΟΡΨ ΒΟΟΚ − ΓΟΛ∆ ΣΑΙΝΤ capacità della spada e al suo aspetto come, per esempio, ex "calibro" che tradotto significa in perfetto equilibrio. Dal ramo celtico il significato cambia completamente, infatti, l'odierno nome deriverebbe da Caliburn, arcaico nome della leggendaria spada, che in antichità significava "acciaio lucente" o "acciaio indistruttibile".
IMPRESSIONI PERSONALI: Orgoglioso e fiero di essere uno dei Saint maggiori, anche grazie ad Excalibur per la quale è considerato uno dei gold più cari alla dea Athena, Shura viene magnificamente caratterizzato in EPISODE G, la serie parallela di Kurumada disegnata da Okada. In EPISODE G Shura dimostra, oltre alla solita grande sicurezza dei propri mezzi, anche un’inaspettata calma che lo rende ancora più affascinante, quasi come un cavaliere solitario. Bellissimo poi il legame che caratterizza Shura ed Aiola del Leone (protagonista di E. G). Se nella serie regolare si viene a sapere che il Gold Saint del Capricorno aveva affrontato Aiolos del sagittario durante la sua fuga dal Grande tempio per portare in salvo la piccola Athena, in E. G viene evidenziato sia quanto Shura ammirasse il Gold Saint del Sagittario, sia quanto per lui fosse stato motivo d’orgoglio averlo potuto affrontare, benché come nemico. Bellissima la scena in cui Shura assiste, nascosto, al pianto di Aiola che veglia la salma del fratello posta coperta opra un altare di pietra. Pur essendo a conoscenza del fatto che Aiolos non era deceduto ma fuggito, Shura non poteva offrire conforto al giovane Saint del Leone per ordini superiori.
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ΤΑΙΖΕΝ ΧΗΑΡΑΧΤΕΡ ΣΤΟΡΨ ΒΟΟΚ − ΓΟΛ∆ ΣΑΙΝΤ Solo, davanti l’altare vuoto dove avrebbe dovuto essere la salma di Aiolos, Shura promette a sé stesso che avrebbe difeso la dea Athena e la giustizia per gli uomini anche al posto del Saint del Sagittario, quel Saint che per lui e gli altri giovani Gold Saints era motivo di ammirazione e devozione. Se già la fierezza di Shura quindi appare nelle puntate dell’anime dove spiritualmente accorre in aiuto di Shiryu, in E. G viene portata ai massimi livelli. A mio avviso pertanto Shura risulta come uno dei personaggi più particolari di tutto il mondo di Saint Seiya, che va conosciuto a fondo prima di riuscire ad apprezzarlo davvero. Fonti Ufficiali e Autore: Taizen – Nue di Capricorn – Orion81
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