Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 48) art. 1, comma 2, DCB Brescia
LA VOCE DELLA COMPAGNIA DI S. ANGELA • BRESCIA
Aprile r Maggio r Giugno 2015
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VOCE DELLA
COMPAGNIA DI S. ANGELA DI BRESCIA APRILE - MAGGIO - GIUGNO 2015
3 Via F. Crispi, 23 - 25121 Brescia Tel. 030/295675-3757965 Nihil obstat quominus imprimatur Aut. del Trib. di Brescia n. 24/69 del 5 sett. 1969 Direttore responsabile: D. Antonio Fappani Tipografia: Alfa - Brescia Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 nยบ 46) art. 1, comma 2, DCB Brescia
La parola del Superiore
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- Nel giorno di Pentecoste gli Apostoli “furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, delle grandi opere di Dio, come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (At2,4). Gli Apostoli pieni di Spirito Santo con franchezza annunciano che il Cristo Risorto continua ad essere il Maestro e il Salvatore e perciò invitano alla conversione per essere salvati. Lo stesso Spirito in questi nostri giorni sta suscitando testimoni capaci di attirare l’attenzione su Cristo unico Salvatore. Anche noi, con la celebrazione della Pasqua, desideriamo ardentemente di essere suoi veri testimoni, anche se avvertiamo “le difficoltà, l’esperienza del fallimento, meschinità umane che fanno tanto male” e che troppe volte premono
“Desiderate i doni dello Spirito”
† Vigilio Mario Olmi
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La parola del Superiore per ostacolare la nostra risposta generosa. Non ci scoraggiamo anche se i frutti sono scarsi e i cambiamenti sono lenti e avvertiamo la tentazione di stancarci”. Piuttosto intendiamo vigilare perché il cuore non si stanchi di lottare, perché non ci ripieghiamo su noi stessi, perché in tal caso “il Vangelo, che è il messaggio più bello che c’è in questo mondo, rimarrebbe sepolto sotto molte scuse”.
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- Al primo posto mettiamo l’impegno di ravvivare la fede in Cristo risorto, “credere che Egli veramente ci ama, che è vivo, che è capace di intervenire misteriosamente, che non ci abbandona, che trae il bene dal male con la sua potenza e la sua infinita creatività. Abbiamo bisogno di una certezza interiore che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo. Non va perduto nessun atto d’amore per Dio, nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza. Lo Spirito Santo opera come vuole, quando vuole e dove vuole; a noi è chiesto di fare bene la nostra parte senza pretendere di vedere risultati appariscenti. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi come piace a Lui. Occorre una decisa fiducia nello Spirito Santo, perché Egli “viene in aiuto alla nostra debolezza”. Lasciandoci portare dallo Spirito vivremo un’autentica libertà, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettendo a Lui di illuminarci, guidarci dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in ogni momento. Operando sotto la sua ispirazione possiamo essere certi che saremo misteriosamente fecondi.”
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- Le riflessioni che ho appena richiamate, sono tolte dall’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco, e le ritengo quanto mai opportune anche per noi, per aiutarci a riprendere
La parola del Superiore il giusto passo dopo le comprensibili lentezze emerse nell’ultimo periodo, dopo le elezioni della Superiora e del Consiglio. Lo Spirito Santo, invocato prima delle elezioni, ha guidato nei vari passi compiuti sia nella designazione delle candidate che nelle votazioni. Dopo la presentazione delle elette da parte del Vescovo, la Superiora e il Consiglio stanno avviando il loro servizio e meritano tutta la fiducia e la collaborazione delle figlie sia per comporre i Gruppi con le Responsabili che le Commissioni previste. Sarà ancora la piena fiducia nell’azione dello Spirito Santo, che continuerà ad illuminare, rasserenare e stimolare a superare eventuali disagi e a offrire piena disponibilità. E’ sempre opportuna l’esortazione di S. Angela a rendere infinite grazie a Sua Divina Maestà per essere state chiamate ad essere unite insieme come vere e intatte spose del Figliuol di Dio, unite nella preghiera e nell’amore reciproco, collaborando alla vita della Compagnia, secondo le indicazioni della Regola e del Direttorio.
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- Infatti il carisma, che lo Spirito Santo ha affidato ad Angela Merici e per mezzo suo alla Chiesa, è un dono singolare che mantiene la sua vitalità e il suo fascino anche nel nostro tempo. Siamo consapevoli che si tratta di un tempo con segni contradditori, di fronte ai quali potremmo sentirci indecisi sul da farsi. Ma siamo sicuri che lo Spirito Santo sta preparando segni e indicazioni con la forza creativa che gli è propria. A noi spetta il compito di pregare e vegliare per essere trovati pronti ad accogliere le indicazioni man mano vengono proposte sia in questo anno della Vita Consacrata, che per il prossimo Giubileo della Misericordia. Come gli Apostoli, uniti con Maria erano assidui nella preghiera, in attesa dello Spirito santo, così anche noi, in comunione con Maria, S. Angela e le Venerabili Girelli, perseveriamo per essere trovati pronti ad accogliere il messaggio di vita nuova in Cristo Redentore e Sposo.
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La parola della Superiora
Carissime figlie e sorelle, la nostra Regola insiste nel descrivere, nell’esigere da noi di essere “vere ed intatte spose del Figliol di Dio”. La sponsalità è la relazione singolarissima, totalizzante, la più forte che possiamo immaginare. Essa è data dalla dimensione di profonda intimità, dalla familiarità particolare e dalla condivisione di tutto ciò che conta per l’uno e per l’altra. I tratti del volto dello sposo, i sentimenti e i desideri del suo cuore non sfuggono alla donna innamorata. Al contrario, essa vi coglie le indicazioni per la sua risposta d’amore. Quando ripercorriamo nel cuore le tappe che ci hanno condotte alla familiarità che oggi ci lega al nostro Dio, sentiamo che il nostro patrimonio è nell’incontro e nel
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“Chiamate a essere vere e intatte spose del Figlio di Dio”
Maria Rosa Pollini
La parola della Superiora cammino lungo il quale il Signore ci conduce, prendendoci per mano, e ci educa al suo amore. Quand’è che si è spose, responsabili? Quando si crea un vincolo, perché è il vincolo che crea lo stato di sponsalità, che non è un vincolo giuridico ma un vincolo di amore che ci lega allo sposo. Dio chiama per un amore totalitario che coinvolge la persona in ogni sua dimensione, per tutta la vita. Tra Cristo e la persona chiamata che risponde si stabilisce un rapporto di reciproca donazione che è quello dello Sposo e della Sposa. La Sposa è chiamata a conformarsi allo Sposo, a condividere i suoi sentimenti e atteggiamenti nei confronti del Padre e dell’umanità. “Se vi sforzerete per l’avvenire di vivere come si richiede alle vere spose del Salvatore”. S.Angela con queste parole esprime l’impegno essenziale di vita nella consacrazione, una fedeltà costante del cuore e delle scelte di ogni giorno a Cristo Salvatore dell’uomo. In altre parole, indica come meta dell’anima la conformazione all’Amato, che è l’esigenza di ogni amore vero e profondo. In ciò consiste la realizzazione vocazionale! Allora ci sarà data la capacità di attraversare tutte le difficoltà della vita e quelle proprie dello stato verginale, senza restarne schiacciate. S.Angela dice: “Ogni nostra tristezza si volgerà in gaudio ed allegrezza e scopriremo che le strade spinose, erte e sassose, si renderanno a noi fiorite, piane e gioconde e coperte di preziosissimi tesori” (Reg. Proem.) La vera novità di Angela, quella che oggi dobbiamo ritrovare in tutta la sua forza profetica e nella sua freschezza evangelica, appartiene ad un’altra categoria teologico spirituale: la categoria dell’incarnazione. Consiste, infatti, nel vivere questa sponsalità mistica nel mondo, cioè nel presentarci, da donne consacrate per la missione, veramente incarnate nella storia, a contatto con i laici, tese a proporre risposte e
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La parola della Superiora azione-segno, per l’evangelo di Cristo, di fronte alle sfide che emergono dai segni dei tempi. Si tratta di testimoniare che nella vita quotidiana, fatta di situazioni comuni e di lavoro, come nella ricerca spirituale e nel servizio ecclesiale condivisi con tutte le persone, si può e si deve assicurare il primato di Dio, la fedeltà d’amore alla sua Parola, la vigilanza, nell’attesa di Cristo Sposo, che viene sempre e che verrà un giorno in via definitiva. La figlia di S.Angela, madre spirituale è dunque sposa, che messa a parte dei desideri del suo Sposo, imitandolo, rende disponibile la sua vita nel servizio. L’amore del Signore s’incontra in lei con le caratteristiche femminili ed essa partecipa perciò al progetto di un’umanità riconciliata divenendo Madre dei figli che il sangue di Cristo rigenera. L’autenticità della nostra vita ci è data dall’essere madre, l’amore di Cristo in noi si trasforma in forza di fecondità evangelica e ci spinge a servire. Verginità e Sponsalità diventano feconde di atteggiamenti e di opere, aprendoci “alla maternità spirituale, più forte, senza comparazione, di quella corporale”, perché ha la sua fonte nella potenza dell’amore di Dio. Bisogna avere coscienza di questo essere spose, di esserlo nella verità, di sapersi sposate, di pensarci, di rifletterci, di voler essere sposate a Cristo, perché non sempre è facile, non sempre è ovvio, non sempre è agevole essere spose, comportarsi da spose di Cristo.
AVVISO Si comunica che il secondo corso dei S. Esercizi si terrà dal 13 al 19 settembre e sarà dettato da Mons. Giacomo Bonetta.
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Spiritualità
Mons. Luciano Monari 25 Marzo 2015 - Annunciazione del Signore Omelia in occasione della presentazione della Superiora e del nuovo Consiglio di Compagnia
Verginità feconda Di per sé verginità e maternità sono contraddittorie: o l’una o l’altra e per questo motivo la verginità è una forma di povertà, in quanto è rinuncia alla maternità, quale realizzazione piena di una vita. Non c’è una realizzazione più grande nella vita umana che il trasmettere una vita. Il far esistere una persona umana nella maternità significa esattamente questo. Perciò la scelta di verginità è una scelta di vita che si pone in contraddizione con questo tipo di realizzazione; esprimendo la rinuncia a una pienezza, è una forma di povertà. Però nel racconto della Annunciazione la Verginità non è in contraddizione con la maternità; anzi, paradossalmente, è la condizione per cui Maria rimane vergine per poter essere madre: diventa Madre del Figlio di Dio, Madre che rende possibile al Figlio di entrare nella storia degli uomini, e si inserisce nella trama delle relazioni umane. Quando Maria chiede all’Angelo: “Come avverrà questo poiché non conosco uomo?”, la risposta è che proprio per il fatto che Maria non conosce uomo, proprio per il fatto di essere vergine, ella può diventare luogo dove la Parola di Dio si fa carne, la promessa di Dio si compie. Maria diventa feconda proprio per la promessa di Dio,
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Spiritualità diventa Madre di Dio che vuole donarsi agli uomini come presenza di amore e di salvezza. E questo credo sia evidentemente un messaggio prezioso per noi, un messaggio decisivo per voi, che avete una vocazione di verginità, che non deve essere una vocazione di sterilità: il non dare vita, il non comunicare vita sarebbe una povertà negativa. La verginità invece deve essere una povertà positiva, cioè feconda secondo una maternità diversa, in un ordine a una vita umana più profonda, quale segno della presenza della vita di Dio in mezzo agli uomini, che è in grado di rigenerare l’esperienza umana, di sanarla, di redimerla. Il senso della Incarnazione del Figlio di Dio è riconciliazione, redenzione, perdono, salvezza, vita nuova e così via. E questo come avviene? Per opera dello Spirito Santo. Dice infatti l’Angelo: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la Sua ombra, perciò colui che nascerà sarà Santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Lo Spirito Santo dunque, che è l’amore di Dio, la ricchezza di vita di Dio, la santità di Dio, riempie la vita di Maria e la rende feconda, Madre del Figlio di Dio. L’indicazione è chiara. Se voi desiderate che la vostra sia una verginità feconda, dovete accogliere il dono dello Spirito, lasciare che i vostri pensieri non nascano semplicemente da voi, ma dallo Spirito di Dio
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Spiritualità dentro di voi, e che a dare energia ai vostri desideri sia ancora lo Spirito di Dio; che a muovere i vostri progetti, le vostre decisioni sia ancora lo Spirito di Dio e così via con tutto quello che questo comporta. E’ lo Spirito che dà la motivazione profonda di ogni momento della vostra vita; e voi dovete cercare di essere sempre più docili allo Spirito perché questo si compia. E se uno dicesse: “Lo Spirito è invisibile e quindi è difficile da percepire, da cogliere, o da fare entrare dalla propria vita”, è bene ricordare che il Nuovo Testamento dice che “lo Spirito è come il vento che non si sa da dove viene e dove va”, però si sa che c’è e si sa che c’è non semplicemente come si avverte la presenza del vento, ma per gli effetti che si vedono. Ci sono gli effetti o della brezza che sfiora sulla nostra faccia o di un vento tempestoso che può sradicare degli alberi. Come si percepisce il vento, così è dello Spirito: non si sa da dove viene o dove va perché è fuori dal mondo e viene da Dio, ma gli effetti si vedono. Ci sono gli effetti dolci della vita di tutti i giorni, come la pazienza, la bontà, la mitezza; ci sono anche gli effetti tempestosi come quando lo Spirito capovolge la vita, capovolge i progetti che si avevano preparati, distrugge tante nostre sicurezze nelle quali avevamo posto la nostra fiducia; è capace di distruggere l’egoismo, l’orgoglio, e tante abitudini di meschinità e di impazienza. In questa esperienza dello Spirito nella nostra vita si trova la radice di quella fecondità spirituale che ricordavo, per cui anche noi operiamo interventi, esprimiamo comportamenti, lavoriamo e quindi trasformiamo in qualche modo il mondo. Il problema è il sapere se la trasformazione che operiamo, di fatto porta nel mondo la presenza di Dio, o se invece il nostro comportamento nasconde la presenza di Dio.
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Spiritualità Ad es. un comportamento di cattiveria o di invidia nasconde la presenza di Dio: lì Dio non si vede, mentre un comportamento di amore, di perdono, e di pazienza la manifesta: lì c’è il dito di Dio. Allora per entrare in questa prospettiva, occorre che i nostri pensieri e i nostri desideri prendano la forma giusta. E quale è la forma giusta? quella della Parola di Dio. Dio ci salva con il suo Spirito, ma poiché lo Spirito, come dicevo prima, è invisibile, ma se ne percepiscono gli effetti, allora è necessaria l’azione di chi è mosso dallo Spirito. Dio poi, oltre allo Spirito, ci ha dato anche la Sua Parola: “Dopo aver parlato molte volte in diversi modi ai nostri Padri attraverso i Profeti, in questi giorni ha parlato a noi attraverso il Figlio che è irradiazione della Sua sostanza, l’impronta della Sua sostanza”. Il fatto che Dio ci ha parlato e ha detto parole umane, ci illumina così che possiamo leggerle o ascoltarle, decifrarle o metterle in memoria, insieme a poesie che ci piacciono e farle diventare il patrimonio della nostra memoria. Questo costituisce il DNA della vita nello Spirito. La vita nello Spirito ha una energia infinita che appunto è quella dello Spirito, ha una forma precisa che è quella della Parola di Dio, quella del Vangelo, quella di Gesù. Gesù è la Parola di Dio. Il Vangelo e tutto il contenuto della Sacra Scrittura è come il riassunto della umanità di Gesù, la sua forma umana. La forma umana di Gesù non è altro che la sintesi, non è altro che tutta la rivelazione biblica da Abramo in poi. Tutto quanto è contenuto nelle duemila e tante pagine della Sacra Scrittura è condensato nella vita umana di Gesù. Ma evidentemente per capire la vita umana di Gesù bisogna leggere le duemila pagine, perché altrimenti di Gesù conosciamo la superficie, quello che appare, mentre è importante conoscere il pensiero
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Spiritualità profondo che sta alla radice della esperienza spirituale di Gesù, del Suo rapporto con il Padre, della Sua obbedienza al Padre, della Sua profonda conoscenza di tutta la condizione umana. Avete fatto le elezioni della Superiora e del Consiglio e perciò comincia un tempo nuovo nel cammino della vostra Compagnia. Questo cammino fatelo alla luce del Vangelo della Annunciazione, fatelo ricordando che siete state chiamate alla Verginità. Questa vocazione alla Verginità non è una vocazione alla sterilità, è una vocazione alla maternità. Si tratta di una maternità che deve entrare in profondità nella vostra esperienza, una maternità che misteriosamente chiede la rinuncia al matrimonio, che avviene al di fuori del rapporto dell’uomo e della donna, che avviene nella obbedienza alla Parola di Dio con la forza dello Spirito Santo; e avviene quando i vostri pensieri e i vostri sentimenti smettono di essere pensieri e sentimenti mondani e diventano pensieri spirituali, cioè mossi dallo Spirito. Sono sentimenti che riguardano il corpo, le mani, gli occhi, le nostre relazioni con gli altri, ma poiché sono mossi dallo Spirito, sono sentimenti secondo la forma della Parola del Vangelo, di quella Parola incarnata che è Gesù di Nazareth. Ecco: questo chiedo al Signore che vi faccia vivere con i sentimenti di Cristo questo nuovo periodo, e possiate percorrere un nuovo tratto del vostro cammino rendendo dovunque ragione della speranza che è in voi. Che il Signore vi dia lucidità su di voi, vi dia il coraggio e la pazienza di assimilare giorno per giorno il Vangelo di Gesù fino a farlo diventare vostro nella mente, nel cuore e nella vita. (trascrizione non rivista)
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Spiritualità
Ascoltare la Parola
Ascoltare: primo atteggiamento di culto. Alla radice di quell’unica alleanza che Dio ha voluto realizzare in due tempi, prima con Mosè e poi con Cristo, c’è un unico verbo che risuona continuamente: “Ascolta, Israele...” (Deut 4-6.9.20.27). Nel racconto della trasfigurazione la voce che risuona nella nube dice: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (Mt 17,5). L’evangelista Giovanni riporta queste parole di Gesù: “Chi ascolta la mia parola ha la vita eterna Chi è da Dio ascolta le mie parole” (Gv 5,24; 8,47). In breve, l’ascolto è l’atteggiamento fondamentale del credente che, pertanto, non può non trovare espressioni in quel culto liturgico che manifesta visibilmente l’identità e la missione del cristiano. Infatti il verbo ascoltare risuona con insistenza in tutti i libri liturgici, a cominciare proprio dal Messale: “Tutti devono ascoltare con venerazione le letture della parola di Dio” (OGMR 29). “La preghiera eucaristica esige che tutti l’ascoltino con riverenza e silenzio”. Lo stesso silenzio rituale, che tanto spazio trova nell’attuale ordinamento della messa, non è in funzione di un semplice raccoglimento intimistico, proprio della preghiera individuale, ma è per favorire l’ascolto e l’accoglienza della Parola come pure il messaggio non verbale lanciato dai segni liturgici (OGMR 45,54,56). Ascoltare non è un atteggiamento passivo poiché comporta l’accoglienza consapevole di ciò che è stato proclamato. Durante il silenzio “non si deve ritenere che i fedeli siano ridotti ad assistere all’azione liturgica come muti ed estranei spettatori, ma si inseriscono più intimamente nel mistero che si celebra in forza delle disposizioni interne che derivano dalla parola di Dio che si ascolta,
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Spiritualità dai canti e dalle preghiere che si pronunciano e dall’unione spirituale con il sacerdote che proferisce le parti a lui spettanti”. Le premesse al Lezionario affermano chiaramente che “nell’ascolto della parola di Dio si edifica e cresce la Chiesa”. Ora, l’assemblea liturgica è, e deve essere, l’immagine più chiara di quella comunità il cui atteggiamento fondamentale non è quello di moltiplicare i gesti cultuali, ma di porsi in ascolto. L’ascolto è il primo e fondamentale gesto di culto. La messa è un unico atto di culto. La partecipazione attiva presuppone questo fondamentale atteggiamento di ascolto durante tutta l’azione liturgica. Tuttavia l’ascolto trova la sua espressione più significativa durante la liturgia della Parola. Non dimentichiamo che tutti i riti di introduzione della messa hanno lo scopo di disporre i fedeli “ad ascoltare con fede la parola di Dio e a celebrare degnamente l’eucaristia” (OGMR 46). Nella celebrazione liturgica non si legge, ma si celebra. Giovanni Paolo II ha scritto che “occorre non dimenticare che la proclamazione liturgica della parola di Dio, soprattutto nel contesto dell’assemblea eucaristica, non è tanto un momento di meditazione e di catechesi, ma è il dialogo di Dio con il suo popolo”. In altre parole, la liturgia
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Spiritualità
della Parola non è semplice informazione, istruzione, ma preghiera nel significato più alto di questo termine, cioè ascolto e contemplazione; esperienza di Dio che parla! La proclamazione della Parola è un’arte. La riforma liturgica sgorgata dal Vaticano II ha restituito la Scrittura al popolo di Dio non solo attraverso una lingua comprensibile a tutti, ma anche affidandone la proclamazione a ministri laici specializzati (OGMR 59). “L’assemblea liturgica non può fare a meno dei lettori, anche se non istituiti per questo compito specifico”. Ascoltare e fare comunione. Sovente durante la liturgia della Parola l’assemblea si trasforma in una sala di lettura. I foglietti o altri sussidi
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Spiritualità simili, che pure possono avere un’utilità in fase di preparazione alla messa o come approfondimento successivo, ma non durante la celebrazione, pur con tutte le buone intenzioni, finiscono inevitabilmente per ostacolare un’autentica partecipazione attiva, nonostante tutte le ragioni a favore. Le premesse e le rubriche del Messale, insistono nel sottolineare che durante la liturgia della Parola “tutti stanno in ascolto” (OGMR128 e 130). La lettura individuale di qualsiasi testo non è prevista nella celebrazione liturgica. La lettura individuale e simultanea dello stesso testo che viene proclamato, nonostante tutte le apparenze contrarie, separa, isola, divide; l’ascolto invece unisce, manifesta e alimenta quella comunione che costituisce lo specifico della celebrazione liturgica. Lo sforzo di ascoltare senza leggere soprattutto la parola di Dio e la preghiera del sacerdote, anche se faticoso, è un “segno” liturgico che significa apertura attenta al “Ministero santo a cui affidarsi e dal quale lasciarsi raggiungere e salvare”(C. M. Martini) “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta!” Ovviamente chi presta la voce al Signore che parla al suo popolo deve essere in grado di farsi ascoltare dando anche alle parole tutta la pregnanza del loro significato e del loro suono. Chi è lettore, all’ambone deve leggere la parola di Dio sul Lezionario e non dal foglietto. (1 Sam 3). M. Rosa P.
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Attualità
In Italia c’è un tesoro nascosto: il tecno-rifiuti
Migliaia di quintali di ferro, vetro, acciaio, alluminio, rame e di altre sostanze preziose sono nascosti nelle 237mila tonnellate di elettrodomestici ad alta tensione, che sono stati raccolti lo scorso anno in Italia. A tutti è capitato d’aver davanti agli occhi il frigorifero o il computer, il televisore o il telefonino appena comprati e di chiedersi dove buttare questi altri strumenti della nostra vita, ormai inutili. C’è chi li raccoglie, li ricicla e li rimette sul mercato. Eppure quelle carcasse di fili e circuiti hanno davvero l’ossigeno in bocca. Il loro riciclo fa risparmiare all’ambiente tonnellate di anidride carbonica e altrettante di ferro, vetro, acciaio, alluminio senza contare le polveri d’oro racchiuse nei chip e nelle schede madri, che raggiungono quasi l’8% della produzione mondiale. Se solo si raccogliessero tutti i cellulari fuori uso che la gente tiene nei cassetti, potremmo ricavare 150 milioni di euro. I rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Race) fanno gola a tanti, criminalità compresa, ma sul Don Franco Frassine
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Attualità
loro recupero hanno iniziato a mettere il naso anche i cittadini, anche se troppo spesso gli elettrodomestici finiscono nel garage, in soffitta e, peggio, abbandonati per strada. A finire nel canale del riciclo, l’anno scorso, sono stati soprattutto TV e monitor, a seguire frigoriferi e grandi elettrodomestici. L’unico settore in crescita, comunque, è quello delle sorgenti luminose, cioè le lampadine a basso consumo, che ha superato la soglia di una tonnelata ( 7%): non era mai successo. Il riciclo in Italia è vicino allo zero, perché tutte le componenti che ricaviamo dagli apparecchi vanno all’estero, in impianti specifici in Germania, Olanda, Belgio, Austria. Nel nostro Paese non abbiamo un’infrastruttura tecnologica in grado di lavorarli, tranne in qualche caso marginale. Dopo la raccolta facciamo le prime lavorazioni di separazione meccanica, ma non la fase di estrazione delle materie prime. Afferma un componente del settore “A livello nominativo si è fatto il minimo, recependo la direttiva europea nel 2005 e avvviando il sistema solo tre anni dopo”. La domanda che molti si pongono è “che benefici ha il privato a smaltire Race?”. Dal punto di vista economico, nessuno; il vantaggio è ambientale, di risparmio di energia, etico, perché contribuisce a
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Attualità realizzare una società più a misura d’uomo. Non ha però privilegi diretti, a meno che non ci siano promozioni nei singoli negozi. E’ importante, però, non sottovalutare gli effetti indotti dal riciclaggio, che s’innescano come, per esempio una legge, che però non avrebbe un effetto immediato sui consumatori. In realtà ci sono tanti ostacoli per chi vuole disfarsene; talvolta i consumatori pagano per smaltire e, questo, è un disincentivo. Dovrebbe essere il contrario. L’unica soluzione è la raccolta porta a porta, perchè tutte le iniziative che si sono realizzate nel locale, alla fine non hanno avuto grande incidenza. In questo senso solo pochi Comuni sono attrezzati adeguatamente. Il problema vero è di organizzazione nei territori, che non sono equipaggiati né culturalmente né tecnicamente per gestire la raccolta delle componenti, ma anche di carenza d’informazione e sensibilità dei cittadini. E’ assurdo che all’estero con i rifiuti si fanno i soldi, in Italia si spendono e basta. Val la pena di rifletterci e di agire.
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Missioni
Guardando l’immagine di un bimbo piangente...
Esaurimento delle risorse e accumulo dei rifiuti sono chiari segnali di un sistema che sta divorando se stesso. Il tutto si verifica mentre metà della popolazione mondiale non ha ancora conosciuto il gusto della dignità umana. Crisi sociale e crisi ambientale sono strette in un abbraccio mortale. Secondo la Banca Mondiale le persone che vivono in una situazione di povertà e di sottosviluppo sono oltre tre MILIARDI. Esse hanno le sembianze del bambino piangente che siede nudo fuori della capanna. Hanno l’aspetto dell’uomo dal volto scavato e bruciato dal sole che, machete alla mano, cerca di strappare un pezzo di terra alla foresta. Assomigliano alla donna dal corpo macilento vestito di stracci che cerca cibo frugando nella montagna di rifiuti. I poveri assoluti popolano i villaggi nelle campagne e si affollano nelle baraccopoli delle città. Campano di lavori precari, malpagati, alla mercè di padroni, caporali e mercanti. Li incontriamo tramite i nostri consumi: quando beviamo una tazza di caffè, quando mangiamo una banana, quando indossiamo un paio di scarpe sportive. La coscienza di ogni persona civile dovrebbe ribellarsi davanti a un mondo dove solo il 20% più ricco gode dell’86% della ricchezza prodotta, mentre il 40% più povero deve accontentarsi del 3%. Tocca a tutti arginare una globalizzazione che, in nome del libero mercato,
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Missioni dà alle multinazionali il potere di fissare il prezzo del caffè e del cacao a livelli di fame. Tocca a tutti fare pressione sulle imprese che delocalizzano affinché paghino salari dignitosi. Vivere semplicemente... Già negli anni ’40 Gandhi proponeva di “vivere semplicemente affinché gli altri possano semplicemente vivere”. Di fronte all’idea di dover ridurre i nostri consumi, la prima reazione è di panico: nella nostra fantasia si affacciano immagini di privazioni e di sofferenze. Tuttavia la sobrietà non significa ritorno alla candela o alla morte da tetano. Significa piuttosto liberarsi dalla schiavitù dell’inutile e del superfluo, adottando uno stile di vita più parsimonioso, più pulito, più inserito nei cicli naturali. Significa ricordarsi che la civiltà non consiste nella moltiplicazione dei bisogni, ma nella capacità di ridurli. Dobbiamo essere in grado di scoprire altre modalità di soddisfazione dei nostri bisogni: come la via della CONDIVISIONE, cioè l’uso comune dei beni. Il presupposto della sobrietà è il recupero del senso di sufficienza, cioè di sazietà. Oggi viviamo in un sistema che invita a consumare sempre di più, facendoci credere che la felicità passa solo attraverso l’avere. Tuttavia così facendo, perdiamo altre dimensioni umane: la SPIRITUALITA’, la SOBRIETA’, l’AFFETTUOSITA’, la GRATUITA’. Ed eccoci arrivati al nocciolo della questione: non troveremo mai la misura dei consumi finché non avremo riempito il nostro cuore e la nostra mente con altri principi ed altri valori di riferimento. Lucia P.
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Cronaca
Dies Academicus 2014-2015
Martedì 17 marzo 2015, presso la sede bresciana dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, si è svolta la cerimonia del Dies academicus 2014-2015. Puntualmente alle ore 9,30, nella cappella dell’Ateneo, c’è la celebrazione eucaristica presieduta dal ‘nostro’ Vescovo Luciano e concelebrata da mons. Claudio Giuliodori, Assistente spirituale dell’Università Cattolica. Il Vescovo Luciano, nell’omelia, facendo riferimento alle letture del giorno (Ez 47, 1-9.12; Gv 5, 1-3.5-16), tra l’altro: a) pone la domanda: davvero Gesù è la Presenza di Dio? Ne è prova che là dove passa, incontra persone ecc., là tutto si risana, rivive, nella dimensione del suo amore oblativo; b) e sottolinea l’importanza dell’Università in un tempo in cui si corre il rischio di perdere interesse per la cultura. Si raggiunge poi l’aula magna dell’Ateneo, dove il Rettore Franco Anelli, nel suo discorso introduttivo, sottolinea le due ragioni per cui, quest’anno, il Dies academicus assume «un valore e un significato speciali»: 1) l’anno accademico, con inizio il prossimo 1 novembre, sarà il 50.mo dalla fondazione della sede bresciana dell’Università; 2) l’anno accademico che si celebra oggi è il primo dopo la beatificazione di Papa Paolo VI. «Ricordare Paolo VI in questa Università e nella sua città – concluder il prof. Anelli – significa rinnovare la fiducia nella cultura e nella scienza, che Papa Montini non ha mai contrapposto alla fede cristiana».
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Cronaca Comunica poi: a) l’avvio, in questa sede bresciana, del Corso triennale in Scienze politiche e della Laurea magistrale in Gestione di contenuti digitali: b) e che, alle quattro sedi esistenti, si affiancherà la nuova sede nella porzione del già Seminario diocesano, acquistata alcuni anni fa. Il prof. Mario Taccolini, delegato rettorale di coordinamento delle strategie di sviluppo della sede di Brescia, svolge la lectio su “Impresa, lavoro, capitale a Brescia: alle origini di un modello di sviluppo”. Tra l’altro egli afferma che «Territori e valori delineano i contorni di specifici e interrelati culturali systems che, soprattutto nel caso italiano, servono a illuminare numerosi percorsi - di successo o di affanno economico - in età contemporanea e paiono offrire e prefigurare il futuro». Brescia, per la sua storia di vivacità imprenditoriale, non disgiunta dall’interesse per i problemi del mondo del lavoro, per l’attività nel campo del credito (istituti bancari di matrice cattolica, banche ‘laiche’), per l’elaborazione circa l’uso delle risorse finanziarie e terriere a sostegno delle varie iniziative, è un esempio di questa premessa. A tutto ciò non è stata estranea la presenza di una Chiesa aperta al dialogo con la modernità. Lucia B.
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Cronaca
Dalla Germania
Lo scorso anno la Compagnia di Sant’Angela ha ospitato un gruppo di studenti/studentesse tedeschi che subito hanno fatto amicizia con le Consorelle incontrate nella nostra Casa. Da loro la nostra Valentina ha ricevuto una bella lettera che desideriamo pubblicare. Carissima Valentina, carissime sorelle Angeline, colgo l’occasione da una frase d’italiano di Annika, la ragazza con la caviglia slogata, per aggiornarvi sulle ultime novità del gruppo. Il preside mi ha finalmente autorizzato a tenere un mini corso di lingua e cultura italiana (due ore settimanali) frequentato dai ragazzi che voi conoscete. Li sto preparando per l’esame CILS, un attestato d’italiano, che si terrà all’università di Siena il 20 luglio 2015. Durante la lezione ho spiegato loro il concetto di “similitudine”espresso nel Salmo 42 “come la cerva anela ai corsi d’acqua, così il mio cuore cerca Te”. Per verificare se effettivamente avessero capito l’argomento, ho chiesto ad ognuno di loro di formare una similitudine. La frase di Annika è stata: “Vorrei cucinare così bene come Teresa”. Tutte abbiamo riso e applaudito la sua spontaneità e il suo affettuoso ricordo della cucina di Teresa. Io stessa mi commuovo davanti a tanta riconoscenza. Annika ha anche proposto che nel 2016, durante le vacanze estive, le
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Cronaca piacerebbe ripetere l’esperienza dell’anno scorso insieme ai genitori e lei e la mamma vorrebbero prendere lezioni di cucina da Teresa. Il salmo 42 accompagnerà un nuovo progetto: “Insegnami... mi affido a Te”! Questo è il titolo del canto-inno scelto secondo i criteri di “come Tu mi vuoi”. Le Orsoline di Santa Regina ci ospiteranno dal 14 al 21 luglio a Siena. La mattina i ragazzi frequenteranno un corso di lingua di venti ore settimanali all’università e il pomeriggio visiteranno la città e s’impegneranno in attività di volontariato. Siena però non è Brescia e le Orsoline non sono le Angeline!!! Anche quest’anno questa, speriamo, bella esperienza è legata ad un lungo e faticoso lavoro organizzativo. Per questo vi chiedo vivamente di pregare per me affinché il buon Dio e Sant’Angela mi accompagnino in questo nuovo compito di “evangelizzare” e di promozione di cultura, senza la quale né in Europa né nel mondo intero ci si riesce a distinguere nel “Bene”. Aristotele diceva che l’intelligenza risiede nel cuore di ognuno di noi. Anche se non vi scrivo spesso, vi penso ogni giorno e come i ragazzi ricordo anch’io con un pizzico di nostalgia la ricca settimana trascorsa insieme. Ci sono momenti in cui mi piacerebbe chinare la testa sulla spalla di Valentina e recitare in compagnia di Lucia e di tutte voi l’amato rosario. Vi voglio bene. Stefy
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Cronaca
Due eventi importanti in Compagnia
Sabato 6 giugno 2015, si è tenuta l’Assemblea ordinaria di fine anno, nella quale si è dato giustamente risalto al recente cambio di Governo della Compagnia con Rosa Pollini come Superiora al posto di Maria Teresa Pezzotti durata in carica 35 anni consecutivi. Tutta l’assemblea è stata unanime con un applauso di augurio per Rosa e uno di ringraziamento prolungato per Maria Teresa portando poi tutto sull’altare della Santa Messa. Il secondo momento importante è stato quello della inaugurazione della lampada ad olio davanti a S. Angela, che arderà perennemente come omaggio e supplica alla Madre di tutto il mondo orsolino. Erano presenti non solo le Figlie di Brescia, ma rappresentanti autorevoli di alcuni Istituti e Compagnie della C.I.M., del Centro Mericiano, nonché gli architetti dell’opera, Milena Veljkovic e Stevan Tesic, e Mons. Federico Pellegrini, incaricato per i Beni culturali e artistici della nostra Diocesi. Maria Teresa Pezzotti, in Cripta, aveva illustrato con molto fervore questa iniziativa della lampada: è stata lei ad iniziare e portare a termine l’iter dell’opera. Come si leggerà qui sotto, l’idea è nata dall’amore fantasioso e creativo di Agnese Vezzoli e di altre Consorelle. E quando la lampada della vita di Agnese si spegneva sulla terra, in Cielo rimbalzava focosa e ardente vicino a Sant’Angela. Il suo sogno si è avverato quaggiù e fa da ponte per lassù. Giusi G.
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Cronaca
La Lampada per Sant’Angela Merici
Carissima Superiora Sono Agnese che scrive a nome delle Figlie che sono ospiti di Casa Girelli. Noi siamo le Sorelle che in questa parte della struttura della Casa di Riposo sono chiamate a compiere in noi la redenzione dei fratelli col dolore e la sofferenza che, unite a quella di Gesù, salva il mondo. Questa mattina abbiamo avuto un’ispirazione: perché nel Santuario di Brescia non facciamo ardere un lume, una lampada ad olio, che bruci giorno e notte e presenti al nostro “Sposo” le intenzioni della Compagnia e i bisogni di Essa e di tutto il mondo? A turno con tutte le Compagnie, assieme alle Suore Orsoline, potremmo elevare un’offerta di sacrificio e di preghiera che si alzi al cielo con penetranti grida di gioia e lacrime. E un modo anche questo per far piovere luce nel buio della notte e collaborare con Papa Francesco alla evangelizzazione di tutto il mondo. Se la nostra proposta è buona, siamo certe che saremo ascoltate. Per questo rinnoviamo la nostra fedeltà a Cristo e alla Chiesa per la pace universale. Casa Girelli, Marone 16 Novembre 2013 Agnese Vezzoli - Maria Colossi Francesca Bonetti - Domenica Taddei Barbara Longhena - Maria Giordani - Teresa di Adro
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Tra Noi
Alla Superiora e al nuovo Consiglio della Compagnia di Sant’Angela Noi siamo le anziane e ammalate della Compagnia e nonostante tutto conosciamo che cosa comporta una tale elezione di essere parte della sequela di Cristo, perché Sant’Angela ci ha tracciato ed indicato la strada che abbiamo cercato di seguire e di vivere. Ora che le nostre forze si sono indebolite, siamo ugualmente attente nel cercare e volere quei mezzi e quelle vie che sono necessarie per perseverare e progredire fimo alla fine. Siamo state chiamate ad esprimere la nostra preferenza per eleggere la nuova Superiora e le Consigliere; in voi poniamo la nostra fiducia perché la precarietà della nostra vita non comprometta la nostra fedeltà all’impegno assunto. S. Angela vi suggerisce in quale modo abbiamo bisogno di essere aiutate: “Vi supplico che vogliate tener conto ed avere nella mente e nel cuore scolpite le vostre figliole ad una ad una; e non solo i nomi, ma ancora la condizione e natura e stato ed ogni esser loro. Il che non vi sarà cosa difficile se le abbraccerete con vera carità” (Secondo Legato).
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Tra noi “Vogliate spesso…. visitare le vostre figlie e care sorelle, salutarle, vedere come stanno, confortarle, animarle perché stiano di buona voglia” (Quinto Ricordo). “Vivete e diportatevi in modo che le vostre figlie si possano specchiare in voi… Procurate che dall’esempio vostro siano mosse ed animate al vivere virtuoso…” (Sesto Ricordo). “Siate legate col vincolo della carità, l’una con l’altra stimandovi, aiutandovi e sopportandovi in Gesù Cristo” ( Nono Ricordo). “Trovandosi insieme, possano conoscersi ed amarsi come care sorelle e così, spiritualmente insieme ragionando, congratularsi e consolarsi” (Capo XVIII). Noi preghiamo e offriamo volentieri la nostra sofferenza per voi e per tutta la Compagnia; siamo convinte di essere ancora utili alla Chiesa nella quale siamo chiamate a sperimentare e a dimostrare che Dio è capace di colmare il nostro cuore e di renderci felici. Anche se la nostra lunga vita ci ha fatto sperimentare quanto la strada sia “spinosa e sassosa”, come dice Sant’Angela, la formazione continua che abbiamo ricevuto e che ora voi continuerete a donarci, sarà di sprone e forza perché la strada diventi sempre più “fiorita e lastricata di finissimo oro” così che Gesù Cristo diventi sempre più il nostro “tesoro” e in questa certezza vogliamo “far festa perché in Cielo a tutte, una per una, è preparata una nuova corona di gloria e di allegrezza”. Grazie per il vostro impegno nel lavoro che vi apprestate a fare, il quale ci auguriamo intenso e proficuo perché la nostra famiglia spirituale si rafforzi nello spirito e cammini veramente sulle orme di S. Angela, nella convinzione che la nostra piccola porzione di Chiesa riveli sempre meglio la presenza di Cristo nel mondo e altre giovani scoprano la bellezza della consacrazione e godano della nostra stessa gioia. Enrica L.
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Tra noi
Dove c’è Dio, c’è speranza
Per possedere il Regno di Dio, non basta l’entusiasmo, la gioia della scoperta. Bisogna anteporre la perla del Regno ad ogni altro bene. “Gesù, il tesoro nascosto e la perla di grande valore”. Gesù non si preoccupa di spiegare “che cos’è il Regno dei Cieli”, non lo fa mai vedere direttamente, ma sempre di riflesso. Insomma, preferisce lasciarlo intuire con parabole e similitudini, manifestandone soprattutto gli effetti: è capace di cambiare il mondo. Il Regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù; è Lui la perla di grande valore. E’ la gioia della presenza di Gesù nella nostra vita che ci rende aperti ad accogliere i nostri fratelli e diviene perciò una presenza feconda. Per qualcuno l’incontro con Gesù, molto atteso e cercato, indica che Dio comunque si lascia trovare perché è Lui che per primo cerca d’incontrarci. E’ venuto per essere il “Dio con noi”. Vivere per Chi si è scelto di amare non per una ricompensa, ma per essere come Chi ci ha chiamato a farlo, è ciò che vale veramente. Comunque, non dimentichiamo mai che la santità non è questione di tempo, di luoghi, ma è testimonianza di una vita vissuta con vera umiltà ed amore. Mariuccia G.
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Tra noi
Luigia Francini
(11 settembre 1905 - 9 marzo 1997) A quasi vent’anni dalla sua morte, la Redazione di “Voce” ha il piacere di pubblicare questo ricordo scritto dal nipote Andrea, con l’augurio che possano seguire altre memorie di Consorelle così da poter ricostruire la storia della nostra Compagnia.
“La bontà ha bisogno degli uomini, come gli uomini hanno bisogno della bontà”. Questo è il “Credo” con cui Luigina Francini, la Signorina Maestra, come era conosciuta da tutti, s’incamminò sul sentiero della carità e del sacrificio. Nata a Cabianco, frazione di Muscoline, l’11 settembre del 1905, cominciò a dedicarsi all’attività benefica, ancora in gioventù, quando rinunciò alle legittime soddisfazioni che l’agiatezza della sua famiglia avrebbe potuto permetterle. Educanda presso il Collegio- Convito intitolato a Maddalena di Canossa, dopo aver insegnato nel medesimo Istituto cittadino, si ritirò nel suo paese nativo, dedicandosi gratuitamente all’educazione dei bambini del suo paese. Aprì le porte della sua casa ai figli delle famiglie martoriate dalla povertà e dalla guerra guidata da una fede non unicamente dettata dall’ordine di appartenenza, ma da un istinto innato, puro di amore e attenzione verso il prossimo. Cominciò ad essere chiamata dove il dolore bussava alla porta, dove la malattia e l’infermità facevano piangere e soffrire intere famiglie. “Guai all’uomo solo”: è questo un appunto tratto dalla Sacra Scrittura che Luigia ha lasciato annotato su una pagina ingiallita dal tempo, un pensiero verso tutti coloro che, perso l’ultimo legame di parentela, restavano soli al mondo, privi di ogni assistenza.
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Tra noi Il 12 luglio l940 chiese di essere accettata nella Compagnia, dove entrò il 4 ottobre 1941; il 3 ottobre 1942 emise i fermi propositi temporanei e quelli perpetui nel settembre 1945. Nel 1958 fece ristrutturare la sua umile abitazione, abbattendone le mura, trasformandola in ospizio, in dormitorio, in infermeria, tutto con i propri mezzi, ottenuti dal frutto della rendita lasciatale dai genitori, la “Casa di S. Giuseppe”, come fu chiamata la casa- ricovero fondata da Luigia, che spese le proprie sostanze a favore degli ospiti che accoglieva, fornendo ad essi ogni necessaria comodità. Luigia era una persona modesta, schiva, di poche parole, una donna dotata di molta energia e forza d’animo che seppe dare alla sua vita un’impronta di totale donazione a Dio nel servizio agli uomini. La
L’asilo intitolato a “Morelli Rubesca” a Muscoline
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Tra noi decennale opera di assistenza valse alla maestra Francini, nel 1960, la consegna del Premio alla Bontà “Pietro Bulloni”. Chiamata dalla fiducia della popolazione del suo paese, ricoprì anche cariche civili. Nel 1948 fu consigliera presso l’asilo infantile “Marco Pedrali” di Castrezzone e negli anni ’50 insegnante a Marone presso l’Istituto intitolato a Maddalena ed Elisabetta Girelli e catechista presso l’oratorio della chiesa di Santa Maria Assunta in Muscoline. Tra il 1962 e il 1974 diresse la scuola materna “Morelli Rebusca “ di Muscoline con spirito di umiltà e generosità derivante da una fede profonda e dalla sua consacrazione religiosa. Ormai anziana, ritiratasi nella sua Cabianco, condusse una serena vecchiaia, fatta di preghiera e di continuo aiuto agli altri, donando quel poco che le era rimasto. Luigina è stata testimone in qualsiasi luogo, ove abbia operato, di come una donna possa vivere donandosi totalmente senza ritirarsi in un convento, ma professando la propria fede in famiglia, secondo il carisma di Sant’Angela. Il ricordo dell’operato di Luigia rimane vivo in quanti l’hanno conosciuta, nei suoi Cari e nella consorella Natalia, una delle bambine accolte in tempo di guerra e rimaste al suo fianco per oltre cinquant’anni. Tutt’ora la chiesetta di San Giovanni Battista in Cabianco conserva numerose “opere” commissionate da Luigia che parlano della sua devozione verso il paese natio e le origini cristiane della sua famiglia, che dimorò per secoli nella stessa frazione. Inoltre ricorda come si prodigò per ottenere la presenza del Santissimo Sacramento nella stessa chiesetta. Luigia spirò nella sua abitazione circondata dall’affetto dei suoi Cari: il distacco dalla famiglia fu per lei altrettanto forte e sentito, quanto il desiderio di ritornare alla casa del Padre.
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Tra noi
Anniversari di Consacrazione - anno 2015 60° Borsarini Lavinia Chiesa Maria Cresseri Esterina Monella Domenica Pini Angela Ragazzoni Maddalena Zambelli Fausta
Ome Bedizzole Castenedolo Cevo Brescia Cevo Palosco (Bg)
50° Ansoldi Teresina Bernardelli Nella Berlinghieri Savina Bianchini Francesca Lazzari Fiorina Liberini Ada Luscia Maria Mangerini Maria
Brescia Salò Pisogne Darfo Botticino Sera Anfo Vesio Brescia
25° Noventa Domenica
Botticino Mattina
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Le ricordiamo
Ferrari Ernestina Lucia Nata a Brescia il 23 dicembre 1939 Consacrata nel 1982 – Deceduta il 28 marzo 2015
Un ricordo Avendo conosciuto Lucia Ferrari quando era giovane, piena di salute, di vita, di intelligenza, ho ammirato la sua forza nell’affrontare la sua malattia, le sue privazioni con serenità, senza mai abbattersi. Per me è un esempio nel compiere la volontà del Padre. Grazie Lucia. Prega per tutta la Compagnia. Marì Mangerini
Gregorini Maria Nata a Vezza d’Oglio il 10 maggio 1920 Consacrata nel 1948 – Deceduta il 23 marzo 2015
Per tutta la sua lunga vita ha vissuto come vera figlia di Sant’Angela, dedicandosi a Dio e agli altri. Ha trascorso un periodo di tempo a Casa S. Angela come cuoca. Riservata e delicata, era di esempio a chi le stava vicino.
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Le ricordiamo Poi si è dedicata alla sorella inferma fin quando fu colpita lei stessa da un’infermità progressiva, che accettò come purificazione aderendo alla volontà del Signore. Ha sempre saputo affrontare le prove della vita con amore, unita a Gesù. Trascriviamo qui quanto scrisse in una lettera del 2003: “Glorifico il Signore con la preghiera, la sofferenza, la riflessione. Si può pregare in qualsiasi momento; non è necessario trovarsi in Chiesa, se si è impediti da una malattia e non lo si fa per negligenza. Dobbiamo porre in Lui la nostra fiducia, amarLo e credere in Lui. Se hai fiducia nel potere della preghiera, supererai tutte le sensazioni di dubbio, paura e solitudine, il senso di incapacità, il silenzio dell’anima che riconosce le proprie manchevolezze ed imperfezioni.” Le Consorelle dell’alta Valle Camonica Ho condiviso tanti anni con la Zia Maria e ho avuto accanto una persona semplice, saggia, una mamma e un’amica, sicuramente un dono grande che Dio ha voluto mettermi vicino. La sua vita non è stata facile, le prove che il Signore le ha riservato, le ha sempre affrontate con forza e serenità confidando sempre in quella Provvidenza di cui era tanto convinta. Qualche giorno fa in uno dei suoi libri ho trovato un foglietto scritto di suo pugno, datato 27 gennaio 2011, che recita così: “Rinnovo con tutto il mio cuore i fermi propositi di obbedienza, verginità e povertà nella Compagnia di Sant’Angela. Iddio li voglia accettare e mi dia la grazia di preservarli fino alla morte”. Ora la Zia Maria è tornata alla casa del Padre e io e tutta la mia famiglia la immaginiamo accanto al suo Sposo Divino che tanto ha amato con la certezza che continuerà a proteggere noi e tutte le persone che ha amato. Grazie Zia La nipote Isy Ghitti
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Le ricordiamo
Taini Ester Nata a Brescia l’11 luglio 1929 Consacrata nel 1963 – Deceduta il 24 marzo 2015
L’incontro con Ester è stato un privilegio, non solo per i congiunti, ma anche per le tante persone che l’hanno conosciuta nell’ultimo periodo della sua vita. Ha lasciato un’orma profonda anche in Casa di Industria, nelle compagne, nei loro parenti, negli operatori per le sue parole, il suo eloquente sorriso silenzioso, la sua tenera umiltà, quasi remissività, il suo ordine esteriore, che lasciavano intuire un candore interiore, negli impercettibili movimenti delle labbra, nel costante impegno della preghiera. Innamorata di Cristo sempre, quel Cristo che ha servito tutta la vita, in silenzio, nel quotidiano, donna consacrata con Fede matura, illuminata di Speranza disarmata, professata nella Carità del dono di sé, sempre: così è stata avvertita Ester. Grazie Signore di averla donata alla sua famiglia, alla sua comunità, a tutti noi. Ora Ester canta davanti a Te il suo Magnificat. Marcella Bonafini Ex Presidente Casa di Industria
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Indice
Indice
La parola del Superiore (S. Ecc. Mons. Vigilio Mario Olmi) “Desiderate i doni dello Spirito” pag.
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La parola della Superiora (Maria Rosa Pollini) “Chiamate a essere vere e intatte spose del Figlio di Dio”
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Spiritualità Mons. Luciano Monari 25 Marzo 2015 - Annunciazione del Signore Ascoltare la Parola (Maria Rosa Pollini)
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Attualità In Italia c’è un tesoro nascosto: il tecno-rifiuti (Don Franco Frassine)
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Missioni Guardando l’immagine di un bimbo piangente... (Lucia Pagani)
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Cronaca Dies Academicus (Lucia Baruffi) Dalla Germania (Stefy) Due eventi importanti in Compagnia (Giusi Gregori) La Lampada per Sant’Angela Merici
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Tra noi Alla Superiora e al nuovo Consiglio della Compagnia di Sant’Angela (Enrica Lamberti) Dove c’è Dio, c’è speranza (Mariuccia Goffi) Luigia Francini
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Le ricordiamo
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Inserto
“Una gloriosa storia da raccontare e da costruire” assemblea 6 giugno 2015
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– L’assemblea di giugno, di norma, comporta una riflessione sulla vita della Compagnia a conclusione dell’anno pastorale con una verifica circa gli obiettivi che erano stati proposti e condivisi all’inizio, nel settembre scorso. E’ perciò ci chiediamo: quali erano le prospettive e gli obiettivi? come hanno guidato il cammino dell’anno?. Il programma prevedeva innanzitutto alcuni adempimenti riguardanti la vita della Compagnia e secondariamente gli obiettivi della Diocesi e della Chiesa Universale. Gli adempimenti interni riguardavano in particolare le tappe previste dall’apposito regolamento per l’elezione della Superiora e del Consiglio, determinando di fatto i tempi per i vari appuntamenti previsti. La partecipazione alle iniziative della Diocesi si è concretizzata con alcune iniziative secondo le indicazioni date per l’Anno Montiniano dopo la Beatificazione di Paolo VI del 19 ottobre 2014, mentre la partecipazione a quelle della Chiesa universale ha tenuto conto delle proposte fatte per l’Anno della Vita Consacrata indetto da Papa Francesco, dal 30 novembre 2014 Festa di Cristo Re dell’Universo al 2 febbraio 2016, festa della Presentazione del Signore.
I
Inserto Evidentemente l’attenzione maggiore è stata data alle elezioni. Seguendo le norme del Regolamento, si è prima proceduto alla consultazione per la designazione delle candidate e quindi alla preparazione delle liste e delle sedi, e infine si sono svolte le votazioni, lo spoglio delle schede, la proclamazione delle elette. Il nostro Vescovo il 25 marzo, festa dell’Annunciazione del Signore, ha presieduto in santuario alla celebrazione eucaristica con il rito della presentazione ufficiale delle elette a Superiora e Consigliere. Per l’Anno montiniano sono stati promossi alcuni convegni di notevole rilievo e precisamente: – il 22.11.2014: “Il B. Paolo VI e le venerabili Girelli”, – il 24. 01. 2015: “Il B. Paolo VI e la Vita consacrata”, in collaborazione con gli Istituti religiosi e secolari, – il 14 febbraio 2015 : “Il B. Paolo VI e la Promozione della Donna”, in collaborazione con il Centro Mericiano e alcune Aggregazioni ecclesiali femminili, – il 16 febbraio 2015: “A 40 anni dall’Evangelii Nuntiandi di Paolo VI”, per i Sacerdoti. I temi dell’Anno della Vita Consacrata sono stati tenuti presenti solo in parte, sia nel Ritiro plenario e su Voce della Compagnia e con la partecipazione con tutti gli Istituti religiosi e secolari alla celebrazione della Presentazione del Signore del 2 febbraio.
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– Oggi, giunti ormai a metà percorso dell’Anno della Vita Consacrata, intendiamo, con più calma, dedicare la nostra attenzione ad alcune indicazioni proposte dal Papa,
II
Inserto con l’occhio rivolto alla nostra storia e alle prospettive per gli orientamenti futuri. L’esortazione del Papa Francesco deve essere di incitamento anche per noi, affinché in tutte le figlie si consolidi la gioiosa consapevolezza del singolare dono di cui sono depositarie, qual è il carisma sempre attuale di S. Angela. Evidentemente tutta la Compagnia per essere pronta a far suo l’incitamento del Papa deve esser ben unita attorno al nuovo Consiglio e seguire gli orientamenti che verranno proposti, appena concluso il periodo richiesto per prendere atto delle questioni pendenti, anche in vista della configurazione dei gruppi e della nomina delle relative Responsabili. Per il momento ritengo si debbano riprendere per la nostra riflessione le linee-guida che il Papa ha proposto per l’Anno della Vita Consacrata. La prima indicazione richiama la caratteristica fondamentale della vita consacrata all’interno della missione della Chiesa: “Il valore della Chiesa, fondamentalmente, è vivere il Vangelo e dare testimonianza della nostra fede. La Chiesa è sale della terra, è luce del mondo, è chiamata a rendere presente nella società il lievito del Regno di Dio e lo fa prima di tutto con la sua testimonianza, la testimonianza dell’amore fraterno, della solidarietà, della condivisione. La radicalità è richiesta a tutti. Ma i consacrati seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico, testimoniano come Gesù ha vissuto su questa terra”. Domandiamoci allora: - Come stiamo vivendo la radicalità evangelica in questo nostro tempo?
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Inserto Il nostro modo di vivere la Regola testimonia il primato dell’amore di Dio e del prossimo? In concreto il Papa propone il valore della fedeltà, come S. Angela esorta le Figlie a “tener l’antica strada ed usanza della Chiesa” e “far vita nuova”. La Compagnia del resto, poiché vive nel mondo, avverte i mutamenti di mentalità e di costume, e li affronta con prudenza vivendo nella Chiesa, sicura dell’assistenza dello Spirito Santo. Perciò “facendo vita nuova”. In tal modo spera di essere in linea con le parole del Papa S. Giovanni Paolo II, quando diceva: “Non solo abbiamo una gloriosa storia da ricordare e da raccontare, ma una grande storia da costruire! Guardate al futuro, nel quale lo Spirito vi proietta per fare con voi ancora cose grandi”. Con questa fiducia ci disponiamo fin d’ora a celebrare nel prossimo novembre il 480° anniversario di fondazione della Compagnia di S. Orsola. Sarà una occasione propizia per “rendere infinite grazie” per l’abbondanza dei frutti maturati durante gli anni della nostra appartenenza alla Compagnia e particolarmente in quest’anno nella docilità allo Spirito Santo. Questo ci aiuterà anche per fissare alcune linee per proseguire sulla stessa strada con fiducia, appunto per “una grande storia da costruire”.
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– Dopo aver posta l’attenzione sulla radicalità evangelica, il Papa, come già abbiamo ricordato in altre occasioni, ha indicato tre obiettivi: guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione, abbracciare il futuro con speranza.
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Inserto Li riprendiamo facendo qualche annotazione pensando agli ultimi decenni della nostra storia.
I° “Guardare il passato con gratitudine” A questo riguardo dice il Papa: “Raccontare la propria storia è indispensabile per tener viva l’identità, così come per rinsaldare l’unità della famiglia e il senso di appartenenza dei suoi membri. E’ un modo anche per prendere coscienza di come è stato vissuto il carisma lungo la storia, quale creatività ha sprigionato, quali difficoltà ha dovuto incontrare e come sono state superate”. Non è certo il momento di richiamare, anche solo per sommi capi, le tappe più significative della storia più che secolare della Compagnia. A tale scopo hanno già dato ampia risposta i tre convegni promossi dal Centro Mericiano nell’ultimo decennio. Invece per ora è più utile evidenziare che a Brescia la Compagnia ha potuto mantenere la sua fisionomia originaria di famiglia composta da “vere e intatte spose del Figliuol di Dio”, che, vivendo nel mondo, hanno partecipato alla vita della Chiesa, curando soprattutto l’assistenza e l’educazione della gioventù femminile. E’ segno caratteristico della originalità e bellezza del carisma mericiano il fatto che la Compagnia abbia continuato a vivere, anche se dal Concilio di Trento e dal Codice di Diritto Canonico del 1917, fino a Pio XII nel 1947, non erano previste istituzioni di consacrate secolari. Questo spiega anche il fatto che altre Istituzioni, che pur si ispiravano a S. Angela, per poter essere riconosciute dalla S. Sede, hanno dovuto costituirsi come Congregazioni di Orsoline, dedite
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Inserto all’azione educativa, e che, data la bontà della loro qualità di vita e di attività, di fatto si sono diffuse sia in Europa che in diversi continenti. Un altro particolare: la Compagnia di S. A. di Brescia, ha potuto mantenere la sua fisionomia secolare fino alla soppressione del 1810 e poté riprendere nel 1866 per opera delle Sorelle Girelli su precisa indicazione del Vescovo Girolamo Verzeri e si diffuse in quasi tutte le Parrocchie della Diocesi. Con loro la spiritualità di S. Angela si è arricchita della devozione all’Immacolata Concezione e al S. Cuore di Gesù., e l’azione pastorale si diversificò secondo le esigenze del tempo, in conformità all’azione pastorale nelle parrocchie, specie per la gioventù femminile, curando la dottrina cristiana e gli oratori, l’apostolato missionario, la preghiera per le vocazioni e il decoro delle chiese. Una particolare attenzione è stata data anche per l’azione sociale, collaborando con il laicato cattolico. E’ sufficiente al riguardo accennare alla collaborazione delle Girelli all’opera del B. Giuseppe Tovini. E’ pure da ricordare un altro fatto singolare, che cioè con le Sorelle Girelli l’esperienza bresciana ha superato i confini diocesani, così che anche in altre Diocesi sono sorte delle Compagnie di S. Orsola secondo la Regola di S. Angela, nella edizione in loro possesso. Dopo l’approvazione degli Istituti secolari da parte di Pio XII, le Compagnie diocesane nel 1958 si sono orientate ad unirsi in un’unica Federazione, secondo le Costituzioni preparate e poi approvate dalla S. Sede ad experimentum per un settennio. Con la celebrazione del Concilio Vaticano II però sono emersi due elementi che hanno convinto le Compagnie di Brescia, Verona
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Inserto e Mantova a un ripensamento. Si tratta del riconoscimento degli Istituti secolari come Istituti di Vita consacrata, e del ruolo del Vescovo diocesano, come vicario di Cristo nella Chiesa particolare, in comunione col collegio dei vescovi attorno al Papa nella Chiesa universale. Infatti “la vita consacrata è dono alla Chiesa, nasce nella Chiesa, cresce nella Chiesa, è tutta orientata alla Chiesa”(LG) Di questo ripensamento per la Compagnia di Brescia ricordo le fasi principali: – Il 18.9.69 la Superiora Pierina Corbetta, d’accordo col Vescovo mons. L. Morstabilini e il Superiore mons. L. Fossati, presenta la richiesta di mantenere come caratteristica la originale ed originaria effettiva diocesanità. – Papa Paolo VI approva questa scelta il 21.8.1971 e, dopo la pubblicazione del nuovo Codice di Diritto Canonico del 1983, è stata avviata la richiesta di riconoscimento ufficiale della Compagnia di Brescia, che si è conclusa con la dichiarazione del 2.6.1992 della Compagnia come “Istituto secolare “ante litteram”. – In seguito nascerà la C.I.M, come collegamento tra tutte le Istituzioni Orsoline. – Sono da ricordare altre due indicazioni di mons. Morstabilini e mons. Fossati: affiancare alla Regola un Direttorio e alla Compagnia l’istituzione di un Centro Mericiano. Queste due indicazioni si concretizzano durante l’episcopato di mons. Bruno Foresti. In particolare, secondo lo statuto approvato, il Centro mericiano ha il compito di ricercare, raccogliere e conservare il patrimonio
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Inserto documentale e religioso e culturale che riguarda il pensiero e l’opera di S. Angela Merici, e farlo conoscere con intento educativo; mentre il Direttorio redatto secondo le indicazioni del Concilio Vaticano II e le norme del C.D.C. del 1983 viene approvato il 25.11.1985. – Nello stesso periodo viene ripresa la Causa di Canonizzazione delle Sorelle Girelli: le loro salme vengono traslate da Casa S. Angela in Santuario e il 3.7.1998 sono riconosciute Venerabili. Per far conoscere la loro spiritualità e diffonderne la venerazione nasce la rivista “Due Donne un Carisma”. – Sono pure da ricordare: - lo sforzo compiuto per riprendere i lavori di restauro del Santuario, della Cripta e dei locali adiacenti al santuario, - le opere di ristrutturazione in Casa S. Angela, per renderla più funzionale secondo le mutate esigenze, della Casa di Marone trasformata in Casa di Riposo, - e interventi di vario genere per le altre case. – Da segnalare è pure la singolare esperienza missionaria di Fulvia e Lucia in Brasile a S. Gerardo do Araguaia a fianco del bresciano “fidei donum” d. Giovanni Magoni, nella diocesi di Santissima Conceicao do Araguaia, dove era Vescovo il bresciano mons. Pietro Conti; la loro permanenza negli anni 1998-2006 metterà il seme di una possibile Compagnia di S. Orsola in quella Diocesi. – Il 24.5 2007, in comunione con gli Istituti religiosi e secolari che si ispirano a S. Angela, viene solennemente celebrato il bicentenario della Canonizzazione di S. Angela e nella festa di
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Inserto S. Angela presiederà la celebrazione eucaristica il Card. Dionigi Tettamanzi. – Negli ultimi anni sono da segnalare: - Nel 2010 la proclamazione di S. Angela Patrona secondaria di Brescia, Città e Diocesi. - Il 25.11.2012 mons. Luciano Monari approva il nuovo Direttorio. – Il Centro Mericiano promuove il Centro Internazionale di Studi, un valido strumento di collegamento con tutte le Istituzioni Mericiane e alcune iniziative con gli Amici di S. Angela della Parrocchia di S. Angela. Con tutte queste iniziative si è sviluppato un vero spirito di reciproca conoscenza e stima tra tutti gli Istituti religiosi e secolari, che hanno in comune la stessa ispiratrice, S. Angela. Per quali motivi ho richiamato ricorrenze, istituzioni, interventi ed iniziative degli ultimi decenni? Semplicemente per evidenziare come in concreto si sia manifestata l’opera dello Spirito Santo, l’assistenza di S. Angela e la vitalità del suo carisma. Il tutto è stato possibile mediante la dedizione di tante persone e particolarmente di come le figlie hanno collaborato nei vari ambiti: nel Consiglio, nei Gruppi, nella direzione delle Case, nelle Commissioni, per mantenere vivo il carisma di S. Angela nelle singole comunità e presso i Sacerdoti diocesani, secondo lo stile proprio della secolarità e della diocesanità. E’ perciò con viva gratitudine che, con l’intercessione di S. Angela, ringraziamo il Signore che ha ispirato, e assistito la Compagnia durante il percorso appena richiamato.
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Inserto Inoltre ritengo sia doveroso in questo momento ricordare particolarmente quelle figlie che hanno operato in questi decenni e che ora sono presso il Signore, e insieme a S. Angela e alle venerabili Girelli contemplano il volto di Cristo Redentore e Sposo. Va poi espresso un ringraziamento particolare a tutte quelle figlie che si sono avvicendate nel Consiglio di Compagnia, o nelle Case o in qualsiasi altro ufficio più o meno noto. Riconoscenza cordiale va espressa singolarmente a Maria Teresa Pezzotti, che per 35 anni è stata Superiora e Madre fino al marzo scorso. Ogni figlia ha certamente motivi personali per esprimerle sentimenti di gratitudine, e tutta la Compagnia desidera stringersi attorno a Maria Teresa per manifestarle i sentimenti di riconoscenza per essersi dedicata a tempo pieno promuovendo iniziative e coordinando interventi con materna premura, per tener vivo e far conoscere il carisma di S. Angela, sostenere il passo delle più anziane e accompagnare quello delle giovani che in questi decenni si sono consacrate a Cristo Sposo.
II° “Vivere il presente con passione” A questo riguardo il Papa invita innanzitutto a fare un esame di coscienza: “In ascolto attento di ciò che oggi lo Spirito dice alla Chiesa ci domandiamo se e come ci lasciamo interpellare dal Vangelo per la vita di ogni giorno e per le scelte che siamo chiamate a operare: Gesù è davvero il primo e l’unico amore”? Nel nostro caso siamo fedeli alla missione ricevuta da S. Angela nella Chiesa?
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Inserto Vivere il presente con passione significa diventare esperti di comunione e rendersi presenti con coraggio là dove ci sono differenze e tensioni, ed essere segno visibile della presenza dello Spirito, che infonde nei cuori la passione perché “tutti siano una sola cosa”. Queste parole del Papa suggeriscono a ciascuna di sostare nella riflessione e maturare risposte sincere nell’intimo della coscienza; e a tutta la Compagnia di ricuperare il valore dell’essere “unite insieme per servire Sua Divina Maestà”. In tutte poi ci deve essere la consapevolezza che la comunione è particolarmente richiesta in questo periodo di assestamento del nuovo Consiglio, superando sentimenti e atteggiamenti di confronti o di critiche circa scelte, indirizzi e proposte man mano vengono presentati. Piuttosto esprimiamo riconoscenza verso quelle che si sono rese disponibili e che ora, essendo state elette e presentate dal Vescovo, confidano sull’aiuto dello Spirito Santo e sulla comprensione delle Figlie, per assumere lo spirito e le indicazioni descritte nella Regola e nel Direttorio per svolgere il loro compito non facile. Come dice il Direttorio : “La Superiora, tenendo vivo il riferimento alla maternità e alla spiritualità di s. Angela, con soave fermezza propone alle figlie l’imitazione e la fedeltà a Cristo Maestro e Sposo, fa amare la Regola, crea comunione a tutti i livelli, incoraggia e corregge, conforta e consiglia”. E “il Consiglio assiste la Superiora nella guida della Compagnia e, come tale, ne condivide le responsabilità sia all’interno sia al suo esterno, secondo le indicazioni della Regola e del Direttorio.” E’ comprensibile che nella prima fase del loro mandato sia la
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Inserto Superiora che le Figlie abbiano bisogno di tempo per assumere quei sentimenti che devono caratterizzare il rapporto reciproco, richiesto per consolidare la fedeltà ai fermi propositi e alla cordiale comunione. Perciò non servono confronti, valutazioni o chiusure che renderebbero difficile il clima di fraternità e di comunione tanto raccomandate da S: Angela e riproposte dal Papa: offuscherebbero la testimonianza viva della verginità scelta in risposta all’amore di Cristo Sposo. E’ bene ricordare l’esortazione di S. Angela: “siate sollecite e vigilantissime affinché qualche zizzania di discordia fra loro non accada”; piuttosto “siano tutte unite e concordi nella volontà; . … quanto più sarete unite, tanto più Gesù Cristo sarà in mezzo a voi a modo di padre e buon pastore” (L10). Questa raccomandazione della Madre trova riscontro nel richiamo del Papa: “Tra consacrati, critiche, pettegolezzi, invidie, gelosie, antagonismi sono atteggiamenti che non hanno diritto di abitare nelle nostre case”.
III° “Abbracciare il futuro con speranza” La situazione in cui viviamo vista solo con criteri umani non potrebbe che causare scoraggiamento. Non si può fingere che non ci siano difficoltà. Dice ancora il Papa: “Conosciamo le difficoltà cui va incontro la vita consacrata: la diminuzione delle vocazioni e l’invecchiamento, i problemi economici, le sfide della globalizzazione, le insidie del relativismo e l’irrilevanza sociale”.
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Inserto Le difficoltà hanno toccato più direttamente le persone consacrate, perché si presentano con dimensioni e circostanze decisamente così gravi, che possono essere superate solo ponendo la nostra speranza in Colui che morendo ha vinto il peccato e la morte e risorgendo ha dato a noi la vita. Da qui la sua esortazione: “Non cedete alla tentazione dei numeri e dell’efficienza, meno ancora a quella di confidare nelle proprie forze. Mi rivolgo soprattutto a voi giovani. Siete il presente con la freschezza e la generosità della vostra scelta: nello stesso tempo ne siete il futuro, perché presto sarete chiamati a prendere nelle vostre mani la guida dell’animazione della formazione, del servizio, della missione”. Ripromettendoci di riprendere queste indicazioni del Papa nel prossimo futuro, anche in vista del giubileo della Divina Misericordia, per il momento ritengo importante richiamare la vostra attenzione su due dimensioni fondamentali: la cura della vita spirituale e la disponibilità a collaborare per la vita della Compagnia. La cura della vita spirituale è ben sottolineata dalla Regola e dal Direttorio nel capitolo V°. Di questo capitolo ricordo in particolare i numeri 44-49 e evidenzio quanto è affermato nel n. 50 “Le giornate di ritiro, gli esercizi spirituali, gli incontri che in Compagnia sono proposti per sostenere il singolare dono della vocazione, costituiscono un’occasione particolare di grazia cui ciascuna corrisponde con responsabilità e gratitudine”. Solo per motivi gravi si può giustificare l’assenza ai ritiri o alle assemblee o agli esercizi spirituali.
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Inserto Non si può pensare che una figlia possa tener vivo l’amore a Cristo sposo senza una ordinata vita di preghiera e una fedele partecipazione ai momenti di vita comunitaria. Sono proprio tutte scusate quelle figlie che trascurano gli incontri e, magari per anni, gli stessi esercizi spirituali? Anche sulla disponibilità alla collaborazione della vita della Compagnia dobbiamo mantenere chiari alcuni criteri di valutazione. Innanzitutto va ritenuta come il segno visibile della appartenenza alla famiglia spirituale, nella quale si è stati accolti nel giorno della Consacrazione verginale. E la qualità e modalità di partecipazione hanno dei riferimenti chiari nel Direttorio. Per es. il n. 63 dice: “Ciascuna figlia partecipa in modo corresponsabile alla vita della Compagnia e s’impegna a collaborare attivamente, secondo le proprie attitudini e capacità”. Non è mia intenzione colpevolizzare qualcuna per debole disponibilità alla collaborazione. Posso solo dire che dove e quando si cercano giustificazioni senza un confronto autorevole si corre il rischio di indebolire la propria fedeltà ai fermi propositi e di indebolire la vitalità della famiglia spirituale. Abbracciare il futuro con speranza comporta dunque un serio impegno di vivere con fedeltà il presente, secondo l’ammonimento di s. Angela: “non basta alcun buon principio senza la perseveranza”. “Armiamoci coll’osservanza dei suoi santi precetti e diportiamoci in modo che troncando gli inganni del demonio, possiamo gloriosamente arrivare alla celeste Patria, recando grande gloria ed allegrezza al Cielo e alla sua terra”.
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Inserto Solo in tal modo l’Anno della vita consacrata si trasformerà in un autentico kairòs, un tempo di Dio ricco di grazia e di docile adesione all’azione dello Spirito Santo, nella fedeltà al carisma dato a S. Angela e affidato alla Chiesa. † Vigilio Mario Olmi
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