Bollettino APAN 404 2017

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Bollettino di informazione astronomica nr. 404/2017

Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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Bollettino di informazione astronomica nr. 404/2017

OSSERVATORIO ASTRONOMICO e PLANETARIO G.Galilei 28019 SUNO (NO) Tel. 032285210 / 335275538 www.osservatoriogalilei.com info@osservatoriogalilei.com Mercoledì 1 Marzo 2017, dopo le ore 21, in osservatorio, per i tradizionali incontri del primo mercoledì di ogni mese, vi sarà una serata di osservazioni al telescopio. In caso di cattivo tempo sarà in uso il planetario. La Luna sarà di tre giorni con una falce visibile del 7%, sorge alle 08.44 e tramonta alle 21.43. Si potranno vedere le costellazioni invernali e primaverili oltre a molti oggetti del profondo cielo. Alla sera saranno visibili solamente i pianeti Venere dopo il tramonto e Marte ma quest’ultimo sarà difficilmente osservabile data la ridotta dimensione e la debole luminosità.Giove sorgera ad Est in tarda serata.

RECENSIONI (a cura di Silvano Minuto) IL CIELO 2017 Guida all’osservazione astronomica e diario quotidiano

New Press 2016 Pagine 320 - € 22.00 Codice ISBN-10: 8898238983

80 pagine di testi: guida all'osservazione astronomica e all'uso del telescopio, glossario, dati, mappe e tabelle di interesse generale, fenomeni geocentrici ed eliocentrici del 2017. 24 pagine mensili corredate di mappe stellari e planetarie per sapere, mese per mese, quello che offre il cielo notturno. Diario giornaliero con "planning", promemoria meteo, appuntamenti astronomici del 2017, mappe delle eclissi, congiunzioni e occultazioni visibili in Italia con la posizione dei quattro satelliti galileiani per i fenomeni che interessano Giove. L’agenda ‘il cielo’, nata da un progetto di Giuseppe Gavazzi professore di astrofisica all’Università di Milano Bicocca, accompagna da 25 anni sia gli appassionati astrofili, che la utilizzano per programmare e annotare le loro osservazioni, sia i neofiti che per la prima volta si avvicinano all’astronomia. «Albe di colore turchino colgono di sorpresa gli astronomi sfiniti, talvolta offrendo spettacoli di nubi modellate dal vento, illuminate da sotto in su dal sole appena spuntato, come dischi volanti…» In queste poche righe (tratte dal libro di Giuseppe Gavazzi, La colorata lentezza delle galassie, Marsilio Editori, Venezia) si può cogliere l’ambizione che ha animato e tuttora sostiene gli sforzi dell’editore nell’affrontare, anno dopo anno, in modo creativo eppure rigoroso, questo tema che, unico forse tra le discipline scientifiche, coniuga Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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il rigore scientifico al fascino romantico dell’osservazione della volta celeste. Giuseppe Gavazzi dopo la laurea in Fisica con Beppo Occhialini, è stato ricercatore all’osservatorio di Leiden (Olanda), all’Istituto di Fisica Cosmica del CNR di Milano e astronomo all’osservatorio di Brera (Milano). L’evoluzione delle galassie, il tema di ricerca che da sempre coltiva, lo ha portato a utilizzare da trent’anni i maggiori telescopi del mondo.

IL CIELO DEL MESE Congiunzione Luna-Marte la sera di mercoledì 1 Marzo 2017 ale ore 19.00

LUNA

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DIARIO ASTRONOMICO Presentazione nel bollettino n. 355 del 21.1.2015 1920 Osservazioni da agosto a dicembre. Tempo non sempre favorevole. Osservazione della Nova Aquilea il 10 agosto e poi dal 27 agosto della Nova Cigni che si protrae per lunghi mesi. Vengono riportate le impressioni sul terremoto che ha colpito la Garfagnana il 6 settembre. Osservati Mira, Venere, Marte, Giove e Saturno e in particolare una eclisse totale di Luna il 27.10. Parte 49 anno 1920 10 Agosto 1920. 22h 15m e 12 Agosto 21h 55m - 22h 15m. Riosservata al binocolo la Nova Aquilae, la quale sembra un po’ peggio visibile della stella n. 9 (vedi carta Bull. Sett. 1919) di gr. 7.8. Osservazione difficile per la debolezza dello strumento. 27 Agosto 1920. 20h 45m - 20h 55m e 21h 10m - 21h 30m. Oss. della Nova Cigni. Il chiaro di Luna intenso disturba l’osservazione; ciò nonostante si identifica facilmente la Nova che brilla in prossimità delle stelle  e d del Cigno. Il suo splendore è notevolmente inferiore a quello di  e presso a poco uguale a quello di , con la quale però, date le condizioni dell’osservazione (posizione elevata della stella; nubi e chiaro di Luna) non è certo possibile un più preciso confronto. 28 Agosto 1920. 21h 30m - 22h. Il cielo fino a poco fa nuvoloso ed offuscato si è fatto in gran parte sgombro e permette di osservare la Nova in condizioni abbastanza favorevoli. Disturba però sempre molto la luce del plenilunio. Lo splendore della Nova supera quello di tutte le prossime stelle (, , k,  Cigno ecc.), ma è un po’ inferiore a quello di . 1 Settembre 1920. 21h 25m - 21h 50m. Cielo quasi completamente sereno; Chiaro di Luna. Oss. della Nova Cigni. Lo splendore della stella, disceso notevolmente al di sotto di quello di  Cigno, è però assai superiore a quello di  e d. Un po’ superiore a quello di 33, ma inferiore a r e k. 2 Settembre 1920. 21h 25m - 22h. Cielo quasi completamente sereno; chiaro di Luna: la Luna non è però molto alta ed incomincia a disturbare meno. Oss. della Nova Cigni. Un po’ più debole del 1°; comunque sempre leggermente superiore alla 33. 4 Settembre 1920. 21h 40m - 22h 20m. Oss. della Nova Cigni, il cui splendore continua a declinare. Sensibilmente meno brillante di 33 Cigno; leggermente superiore a  della stessa costellazione. 5 Settembre 1920. 21h 50m - 22h 25m. Cielo sereno, con cirri. La Nova Cigni si mantiene superiore alle prossime stelle  e d, ma sembra un po’ inferiore a . 6 Settembre 1920. 21h 10m - 21h 30m e 21h 45m - 22h 20m. Cielo sereno. Oss. della Nova Cigni. Un po’ più debole del 5. Superiore a d ed a  Cigno; inferiore a 33 e sensibilmente anche a . (binocolo e occhio nudo).

Entrambe le scosse principali del terremoto della Garfagnana del Settembre 1920 furono nettamente sentite a Modena ove la prima, quella del 6 circa 13h 10m ebbe l’intensità del 3° grado della scala Rossi-Forel e l’altra del 7 verso 7h, molto più forte e di lunga durata, l’intensità del 5°. La prima fu avvertita dalla maggior parte delle persone in stato di riposo; la 2^ fu invece sentita da tutti e produsse molto panico. Sebbene non abbia personalmente constatato nessun fenomeno speciale, i giornali locali hanno riferito che qualche quadro è caduto, qualche lampadario si è rotto e che quasi tutti i campanelli hanno squillato a distesa. (segue) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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9 Settembre 1920. 21h 15m - 21h 40m e 22h - 22h 20m. Cielo sereno, Oss. della Nova Cigni. Inferiore a 33 e a  Cigno; superiore a d e a  (binocolo e occhio nudo). 10 Settembre 1920. Circa 21h 20m. Oss. della Nova Cigni. Il cielo annuvolato non permette di fissare la grandezza della stella, nel cui splendore si nota per altro una evidentissima diminuzione rispetto a quello dell’ultima osservazione (binocolo). 11 Settembre 1920. 21h - 21h 30m. Oss. della Nova Cigni. Lo splendore della stella è disceso al di sotto di quello di  Cigno, ma è sempre superiore a quello di d. (binocolo). 13 Settembre 1920. 21h 5m - 21h 45m. Oss. della Nova Cigni. La Nova, sempre più debole è inferiore a d Cigno, per quanto notevolmente superiore a B.D. +52.2623 e alle altre prossime stelle (binocolo). 15 Settembre 1920. 21h - 21h 50m. Oss. della Nova Cigni. Inferiore a  Cigno, ma sempre superiore a B.D. +52.2623 (binocolo). 16 Settembre 1920. 20h 55m - 21h 42m. Oss. della Nova Cigni. Sempre superiore alla B.D. +52.2623, ma un po’ più debole di ieri (binocolo). 17 Settembre 1920. 20h 55m - 21h 5m. Oss. della Nova Cigni. Sempre sensibilmente superiore alla B.D. +52.2623 (binocolo) 5 Ottobre 1920. 21h 10m - 21h 35m. Cielo un po’ nuvoloso. Lo splendore della Nova Cigni è disceso notevolmente al di sotto di tutte le prossime stelle. Essa è difficilmente visibile anche al binocolo. 12 Ottobre 1920. 21h 10m - 21h 40m. Come già notavasi il 5, la Nova Cigni non è più sicuramente visibile al binocolo, che tuttavia permette di osservare facilmente B.D. +51.2703 di gr. 7.16, e di scorgere distintamente altre stellucce anche più deboli, come quella a Sud della precedente e la B.D. +52.2613, di gr. 7.63. 13 ottobre 1920. 21h 30m. Oss. di Mira, facilmente visibile al binocolo, ma inferiore alle altre stelle del quadrilatero. 27 ottobre 1920. Eclissi totale di Luna, parzialmente visibile. Il fenomeno è però stato a Modena praticamente inosservabile. Cielo con cirri. Il Sole scompare circa 17h 5m, e quindi dopo l’uscita della Luna dall’ombra, avvenuta a 16h 57m. La Luna, pallidissima, si scorge circa 17h 20m e solo dopo 17h 30m riesce a liberarsi degli strati nuvolosi e dalle brume dell’orizzonte che le danno una spiccata tinta aranciata. 22 Dicembre 1920. 18h 30m. Chiaro di Luna. Oss. di Venere. Il pianeta è immerso in vapori che ne indeboliscono lo splendore e gli danno una spiccata tinta aranciata. Al cannocchiale (54mm, ingr. 69) mostra distintamente una fase prossima alla quadratura. 24 Dicembre 1920. 19h 5m. Chiaro di Luna. Oss. di Marte. Unici dettagli visibili sono un piccolo disco e la sua tinta aranciata (cann. di 54mm; ingr. 69). 27 Dicembre 1920. Cielo con velatura di cirri; chiaro di Luna. 0h - 0h 15m. Oss. di Giove (l’immagine è mossa e confusa ed il pianeta non mostra dettagli distinti: appena nei migliori momenti si possono intravedere le due fascie equatoriali. Dei satelliti uno è ad W del pianeta e due ad E (cann. di 54mm; ingr. 69). Saturno segue non lungi Giove, molto meno brillante, ma a sua volta notevolmente superiore a  Leone (Denebola). Al cannocchiale (0h 25m - 0h 43m) mostra un dischetto che nulla presenta di caratteristico, se non l’insolita mancanza dell’anello. Nessuno dei satelliti ha potuto essere osservato (cann. di 54mm; ingr. 47 e 69). (segue) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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Particolare manoscritto dei rilevamenti

LE NOTE DI URANIO: SONO ARRIVATI I LED – (Light Emitting Diode)

(a cura di Uranio)

Abito in una zona periferica di Milano. Nella ma via l’illuminazione pubblica a LED è arrivata il 2 dicembre 2014. In un primo momento sono contento della novità , perché le lampade erano ben dirette verso il basso, dall’alto il bulbo non si vedeva affatto. Mi dicevo : finalmente si ridurrà l’inquinamento luminoso , ad oggi, giugno 2016, tutta Milano ha l’illuminazione pubblica a lampade LED . A questo punto mancava una verifica sul campo, ossia l’osservazione diretta del Cielo Stellato. Certamente a Milano la situazione non era delle migliori, ma in periferia mi difendevo . Magari con l’aiuto del Fohn o Favonio, il vento che riscaldandosi proveniente da nord delle Alpi, crea l’aria molto secca, tanto da riuscire ad avere un discreto Cielo Stellato. Sono riuscito ad osservare molte stelle variabili per l’AAVSO , American Association of Variable Star Observers. Ho raggiunto il numero di 13463 stime visuali , tutte regolarmente registrate nel data base dell’AAVSO stessa . Inoltre sotto il cielo di Milano ho visto la maggior parte delle mie 81 comete, chissà se potrò vederne ancora da casa mia con questi LED ? Alla prova dell’osservazione, il cielo oggi è pessimo. Mi sono reso conto che l’illuminazione è troppo forte anche se molto risparmiosa, Quindi la mia conclusione è : “ecco, si inquina di più spendendo meno” . Il riflesso globale delle lampade LED è mostruoso e, se non c’è l’aria secca, la diffusione della luce verso l’alto è devastante. Le stelle sono praticamente cancellate. Esistono foto notturne di Milano prese dallo spazio ( anche da Samantha Cristoforetti ), dalle quali si vede la vistosa differenza di luminosità della città di Milano rispetto ai paesi limitrofi , prima il cielo era scadente, adesso, è utile usare una espressione forte, fa schifo. Se si batte su di un motore di ricerca di internet “I LED di Milano visti dallo spazio” appaiono delle foto notturne di Milano, esaminando le quali con riferimento, come detto, ai paesi limitrofi, ci si rende conto che le mie annotazioni sono assolutamente veritiere . Si, lo so, con i LED si risparmia parecchio, ma occorre la scelta giusta dei LED, e non inutilmente alzare il livello di luminosità con l’alibi del solo risparmio. (Uranio) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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IMPARARE GLI ALLINEAMENTI - AURIGA

(a cura di Silvano Minuto)

Da: Osservare il Cielo – Corso per imparare a riconoscere le stelle e le costellazioni Un osservatore che per la prima volta affronta un cielo stellato con la volontà di riconoscere le costellazioni, può essere preso dallo sconforto: le stelle sono tante, più o meno luminose, più o meno vicine fra loro; orientarsi in un mare così caotico può sembrare difficile. Quando si inizia ad osservare il cielo, occorre innanzitutto cercare delle forme caratteristiche, dette asterismi. Fondamentale per l'apprendimento è un cielo non inquinato e buio, possibilmente sgombro da intralci fisici (come montagne alte molto vicine) che impediscano l'osservazione di grandi aree della volta celeste. In questa esposizione non seguiremo necessariamente le stagioni, ma procederemo ad illustrare le varie costellazioni per raggruppamenti omogenei. Una sezione interattiva per imparare gli allineamenti di base è disponibile sul sito istituzionale APAN alla pagina: http://www.osservatoriogalilei.com/home/index.php/didattica/imparare-gli-allineamenti I - Riconoscere il Grande Carro (o Orsa Maggiore) – 31.3.2011 III – Cassiopeia – 31.5.2011 V – Cefeo – 31.8.2011 VII – Perseo – 27.10.2011 IX – Triangolo estivo – 31.12.2011 XI – Il Cigno – 28.02.2012 XIII – Alcune costellazioni minori – 30.04.2012

II – Riconoscere la Stella Polare – 30.4.2011 IV – Costellazioni circumpolari – 28.7.2011 VI – Drago – 30.9.2010 VIII – Cani da Caccia – 30.11.2011 X – La Lira – 31.01.2012 XII – L’Aquila – 31.03.2012

XIX – Boote e dintorni – 31.05.2012 XXI – Chioma di Berenice – 31.07.2012 XXIII – Trovare Ercole – 30.9.2012 XXV – La testa dell’Ofiuco – 30.11.2012 XXVII – Serpente – 31-1-2013 XXIX – Bilancia 31.3.2013 XXXI – Capricorno – 31 05 2013 XXXIII – Pegaso – 31 07 2013 XXXV – Il Quadrato del Pegaso – 31102013 XXXVII – Ariete e Triangolo – 31122013 XXXIX – Il grande pentagono di Auriga - 28022014 XLI – I Gemelli – 30402014 XLIII – Lepre – 27062014 XLV – Eridano 31082014 XLVII – Canopo 30102014 XLIX – L’Orsa Maggiore XLXI – Il Cancro XLXIII – Arturo e dintorni XLXV – Spica e la Vergine XLXVII – Il triangolo di primavera

XX – Boote e Corona Boreale – 30.06.2012 XXII – Spica e la Vergine – 31.8.2012 XXIV – Dal Triangolo estivo all’Ofiuco – 2.11.2012 XXVI – Ofiuco – 31.12.2012 XXVIII – Scorpione – 28.2.2013 XXX – Sagittario – 30.04.2013 XXXII – Verso l’Acquario – 30 06 2013 XXXIV – Andromeda – 31 08 2013 XXXVI – Perseo – 30112013 XXXVIII – Pesci – 31012014 XL – Il Toro – 31032014 XLII – Auriga – 31052014 XLIV – Colomba 31072014 XLVI – Poppa 30092014 XLVIII – Le Vele 31122014 XLX - Il Leone XLXII – Verso l’Idra XLXIV – Boote e Corona Boreale XLXVI – Chioma di Berenice XLXVIII – Il Leone

XLXIX – Il Cancro XLXXI – Il gigante Orione XLXXIII – Il Cane Maggiore XLXXIX – Il Cane Minore e l’Unicorno XLXXXI – Il Toro

XLXX – Verso l’Idra XLXXII – Sirio e il Triangolo invernale XLXXX – A Nord di Orione XLXXXII – I Gemelli

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L’AURIGA La costellazione dell'Auriga è una delle più brillanti del cielo: contiene cinque stelle disposte a formare un pentagono, la più brillante delle quali, Capella, con una magnitudine pari a 0,08, è la sesta stella più luminosa del cielo. Si tratta di una stella di colore giallo, ma in realtà è un sistema di quattro stelle, risolvibili solo con un telescopio. Nelle notti invernali, l'Auriga si osserva senza difficoltà sfruttando l'allineamento a pentagono suggerito in precedenza, raggiungendo El Nath, uno dei corni del Toro; questa stella costituisce anche il vertice meridionale di un altro pentagono, il cui vertice opposto ad El Nath è costituito da Capella, che durante le notti di febbraio si presenta praticamente allo zenit. A sud di Capella è presente un gruppo composto da tre stelle di terza magnitudine, talvolta chiamate "caprette", due delle quali sono disposte in coppia.

Poppa Culmina al meridiano intorno alle ore 22 del 17 febbraio. Copre 673 gradi quadrati e contiene 140 stelle più brillanti della sesta magnitudine. La costellazione della Poppa è di origine recente. Deriva dalla divisione della “Nave Argo” effettuata dall’Abate La Caille nel XVII secolo in quattro raggruppamenti di stelle: Poppa, Carena, Vela e Bussola. L’assegnazione delle lettere dell’alfabeto greco alle stelle principali non è però stata aggiornata e così Poppa non ha le stelle Alba, Beta … e l’astro più luminoso è diventato Zeta di mag. 2.3. Nella mitologia la Nave Argo. Era l’imbarcazione guidata da Giasone che con gli Argonauti era andato alla conquista del “Vello d’oro”. Questa costellazione collocata ad est del Cane Maggiore può essere osservata , molto bassa sull’orizzonte, in inverno. Si può scorgere interamente sotto i 40° di latitudine nord. Per rintracciare la sua stella principale si può partire da Sirio, dirigersi verso Delta CMa (direzione sud-est) e raddoppiare la distanza.

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Zeta – Naos A.R. 08h 04m – D. – 40° 00’ n. 2.3 – Sp 03 E’ la stella più brillante della costellazione. Difficilissima da scorgere per la sua bassa latitudine. Si trova a 1400 anni luce di distanza e brilla come 20.000 soli. E’ un astro caldissimo, la temperatura superficiale è di 35.000° K (è una delle stelle più calde che si conoscano). Lo spettro contiene delle righe di assorbimento dell’elio ionizzato, quindi è un astro rarissimo con caratteristiche assai peculiari. Kappa A.R. 07h 39m – D. – 26° 48’ Separazione 9.9” - m. 4.5 – 4.7 – AP° 318 Stella doppia composta da due astri bianco-azzurri quasi identici, facilmente separabili anche on piccoli strumenti. Xi A.R. 07h 49m – D. – 24° 52’ Separazione 4.7” - m. 3.3 – 5.3 – AP° 229 E’ una coppia ottica composta da due stelle di colore giallo. Facili da osservare con piccoli strumenti. Pi A.R. 07h 17m – D. – 37° 06’ Separazione 76” - m. 2.7 – 7.9 – AP° 212 E’ la seconda stella per luminosità della costellazione. Doppia con le componenti di mag. 2.7 e 7.9separate da 76”. I colori delle componenti sono giallo e azzurro. Molto bassa sull’orizzonte, difficile da osservare alle nostre latitudini. Rho A.R. 08h 08m – D. – 24° 18’ – Tipo Delta Scuti m. 2.7 – 2.9 – periodo 0,14 gg Variabile con periodo di 3 ore e 23 minuti quindi il ciclo si ripete più volte nel corso della stessa notte. E’ osservabile solo da chi possiede la strumentazione adatta. Sigma σ Puppis L2 Puppis A.R. 07h 14m – D. – 44° 38’ – Tipo Irregolare m. 2.6 – 6.0 – periodo 240 gg E’ un’interessante variabile a lungo periodo ma troppo bassa per poter essere osservata agevolmente alle nostre latitudini. V Puppis A.R. 07h 58m – D. – 49° 15’ – Tipo Beta Lyrae m. 4.7 – 5.2 – periodo 1.45 gg Variabile di tipo Beta Lyrae con periodo di 1.45 giorni. Si potrebbe seguire anche ad occhio nudo se non risultasse troppo a sud per gli osservatori europei. 19 Puppis A.R. 08h 11m – D. – 12° 56’ Separazione 72” - m. 4.7 – 9.4 – AP° 256 Stella doppia posta all’interno dell’ammasso aperto NGC 2539. I colori sono arancio e bianco. (segue)

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Ngc 2414 AR 07h 33m – D - 15° 27’ Dim: 4’ – mag. 7.9 – tipo Ammasso Localizzabile 1.2° a sud est di M 47. Le stelle più brillanti sono di magnitudine 9.

Ngc 2422 – M 47 AR 07h 37m – D – 14° 30’ Dim. 29’ – mag. 4.4 – tipo Ammasso Ammasso aperto molto luminoso contenente circa 30 stelle a partire dalla mag. 6. Può essere identificato anche ad occhio nudo. Facile da rintracciare: si trova un grado e mezzo a NordOvst di M 46. Date le dimensioni, le migliori visioni si ottengono utilizzando binocoli o telescopi a largo campo. Dista da noi 1700 anni luce e le sue dimensioni reali sono di 17 anni luce. Utilizzando un binocolo a largo campo si possono osservare contemporaneamente M 47, M 46 e Ngc 2423 Ngc 2423 A.R. 07h 37m – D. - 13° 52’ Dimensioni 19’ – mag. 6.7 – tipo Ammasso Scoperto da Herschel nel 1786. Si trova a soli 40’ a nord di M 47. Ammasso aperto composto da 40 stelle a partire dalla 9^ mag. Le dimensioni sono inferiori ai 20’. All’interno dell’ammasso si trova una gigante rossa (Ngc 2423-3), le gira attorno un pianeta di tipo gioviano scoperto nel 2007. Dista 2500 anni luce.

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Ngc 2437 – M 46 AR 07h 42m – D - 14° 49’ Dim: 27’ – mag. 6.1 – tipo Ammasso Ammasso aperto, molto ricco, visibile nei pressi di M 47. Contiene almeno 100 stelle a partire dalla mag. 8.7 fino alla 14. E’ disposto su si un’area di poco inferiore a mezzo grado, circa delle dimensioni della Luna Piena; le migliori visioni d’insieme si hanno, come per M 47, con buoni binocoli e telescopi a largo campo. E’ un ammasso giovane con un età valutata in 300 milioni di anni. Si trova ad oltre 3300 anni luce di distanza. La sua caratteristica principale è quella di mostrare una nebulosa planetaria (Ngc 2438) che però non appartiene all’ammasso ed è vista al suo interno solo per ragioni prospettiche. Ngc 2438 AR 07h 42m – D -14° 44’ Dim: 66” – mag. 11 – tipo Planetaria Nebulosa planetaria visibile all’interno dell’ammasso aperto Ngc 2437 – M 47.

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IL SISTEMA DELLE SETTE TERRE CHE PUÒ OSPITARE GLI ALIENI

(a cura di Silvano Minuto)

L’annuncio della Nasa: probabile la presenza di oceani di acqua liquida La Nasa - nelle persone di Thomas Zurbichen, professore a Washington e Michael Gillon, astronomo a Liegi, hanno annunciato che “è stato trovato un sistema planetario stupefacente». Sette pianeti grandi pressappoco come la Terra, dove potrebbero esserci oceani, che orbitano intorno a una stella nana. La loro orbita è di soli 12 giorni, invece dei nostri 365. Per raggiungerli, servono 39 anni luce, cioè sono a 235 trilioni di miglia da noi. Ma esistono. Lo dice un telescopio ad Atacama, lo conferma il telescopio Spitzer dallo spazio. Nel maggio dello scorso anno il team di astronomi, aveva pubblicato la scoperta di tre pianeti intorno a Trappist-1. Il risultato delle analisi aveva però spinto Gillon e colleghi a sospettare la presenza di altri pianeti, e per questo il team aveva deciso di condurre nuove osservazioni, sfruttando anche il telescopio spaziale infrarosso "Spitzer". Analizzando i dati, gli astronomi hanno potuto identificare quattro nuovi pianeti, portando questo sistema planetario a sette membri, denominati Trappist-1 b,c,d,e,f,g, h in ordine crescente di distanza dalla stella. "E' un sistema planetario sorprendente", commenta Gillon, "non solo perché abbiamo trovato così tanti pianeti, ma perché sono sorprendentemente simili alla Terra". Le stime di densità hanno mostrato che i pianeti più interni dovrebbero essere rocciosi, proprio come i pianeti interni del Sistema Solare. Le orbite di questi pianeti non sono molto diverse da quelle dei satelliti medicei di Giove, e sono molto più piccole dell'orbita di Mercurio. Ma nonostante siano così "impacchettati" intorno alla stella, questi pianeti non sono soggetti a temperature infernali. Trappist-1 ha infatti una massa inferiore a un decimo di quella solare, ed è quindi molto fredda e poco luminosa. Numeri alla mano, questo significa che la temperatura su questi pianeti potrebbe potenzialmente consentire la presenza di acqua liquida, e sfruttando opportuni modelli climatici è possibile farsi un'idea più precisa di quali pianeti abbiano le condizioni ambientali più favorevoli. L'acqua liquida è uno degli ingredienti fondamentali per lo sviluppo della vita come la conosciamo, quindi i pianeti nella fascia di abitabilità sono i candidati migliori per andare a caccia di forme di vita aliene. E' importante però ricordare che la presenza di acqua allo stato liquido in questi casi è solamente un'ipotesi che si basa su modelli climatici e sulla distanza dei pianeti dalla stella. Per Trappist-1 non è stata rivelata in modo diretto la presenza di acqua, né tantomeno sono state scattate immagini della superficie di questi pianeti, che sono ovviamente troppo distanti per i telescopi attuali. Il passo successivo sarà quindi studiare, con telescopi di nuova generazione, le atmosfere di questi pianeti, per identificare le "firme" chimiche di organismi viventi.

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ASTROTECNICA

(a cura di Corrado Pidò) Un metodo semplice, veloce per un allineamento polare accurato con CCD/DSLR Il miglior sistema per essere certi di aver raggiunto uno stazionamento polare preciso, è misurare la deriva delle stelle causata dal disallineamento ed eventualmente procedere alla correzione. Questa noiosa procedura di approccio iterativo, è ora notevolmente agevolata dall’introduzione dei sistemi di acquisizione (CCD) che permettono di raggiungere un preciso allineamento, misurando e correggendo eventuali errori, in pochi minuti. Esistono vari software adatti allo scopo, alcuni di notevole complessità, ma seguendo passo passo la procedura riportata qui sotto, ciò che è realmente necessario sono una camera CCD o DSLR ed il telescopio. Ecco i passi da seguire. Preparare e stazionare normalmente il telescopio con CCD o DSLR installati e pronti.

1. 2. 3. 4. 5. 6.

Puntare il telescopio verso SUD con la declinazione a 0° (piano equatoriale). Trovare una stella di 5a o 6a magnitudine (possono essere utilizzate stelle deboli) Mettere a fuoco la stella sul CCD o DSLR. Una volta a fuoco muovere la stella verso Ovest rispetto al campo inquadrato dell’immagine. Impostare il telescopio alla minima velocità . Tipicamente la velocità di guida. Impostare il software della camera per una esposizione di 105 secondi. (I primi 5 secondi sono

necessari a evidenziare il punto di partenza della stella nell’immagine risultante.) 7. Una volta trascorsi I 5 secondi premere il tasto OVEST (W) della pulsantiera per far muovere la stella dalla parte opposta del sensore. 8. Continuare a muovere verso OVEST per i successivi 50 secondi. Una voltra trascorsi 55 secondi dall’inizio dell’esposizione invertire immediatamente la direzione del telescopio verso premendo EST (E) sulla pulsantiera. 9. Una volta terminate l’esposizione interrompere il movimento verso EST del telescopio. Il tracking deve rimanere attivo.

Una volta terminato il download dell’immagine della camera dovrebbe apparire una figura simile a quella qui sotto (fig. 1):

Fig. 1 L’immagine risultante rappresenta l’angolo di deviazione. L’obiettivo è trasformare una figura a < in una un’unica linea retta. Per applicare la necessaria correzione è necessario effettuare delle regolazioni della montatura in azimuth. Nella figura sopre, il punto iniziale della stella si trova al di sotto della linea generate alla fine dell’esposizione, indicando che l’asse polare sta puntando troppo verso Ovest. Correggere l’errore muovendo la montatura verso Est utilizzando solo le regolazioni in azimuth. (segue) Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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Effettuare una nuova esposizione ripetendo la procedura descrita nei precedent passi da 5…9 e procedure alla comparazione dell immagini. La nuova imagine dovrebbe essere simile a questa (fig.2)

Fig.2

Se l’angolo risulta maggiore rispetto al precedente, significa che l’azimuth è stato mosso nella direzione errata. Nel caso che l’angolo risulti invece invertito (la stella iniziale si trova al di sopra dellala linea) rispetto alla precedente imagine significa che è stata effettuata una sovracorrezione in. Continuare con le regolazioni in azimuth fino a quando si otterrà un aperfetta sovrapposizione delle tracce, come nell’esempio qui sotto (fig. 3).

Fig. 3 Una volta raggiunto questo risultato , la deriva EST-OVEST è stata annullata, è necessario quindi procedere alla correzione della deriva NORD-SUD.

Deriva Nord-Sud Trovare una stella con caratteristiche simili a quelle discritte al punto 2 sull’orizzonte Est o Ovest. Seguire la procedura descritta nei passi 5….9 indicati della pagina precedente. Per correggere la deriva è ora necessario agire sulla regolazione della latitudine della montatura. Ripetere la procedura (come per la regolazione dell’azimuth) fino a quando l’immagine restituita sarà uguale a fig. 3 Una volta regolata l’altezza (latitudine) verificare nuovamente che l’azimuth non presenti errori.

Note: E’ possibile aumentare la precisione aumentando il tempo di esposizione. E’ inoltre possibile lasciare che la traccia esca dal campo inquadrato per poi ritornare nelle vicinanze del punto iniziale. Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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FLY ME TO THE MOON

Spunti per l'osservazione lunare - (a cura di Davide Crespi)

Il cratere Briggs

Al bordo ovest-nord-ovest della Luna possiamo osservare il cratere " Briggs", una formazione circolare di 37Km con versanti abbastanza scoscesi, pareti poco elevate, fondo piatto, montagna centrale e tre linee di cresta. La sua formazione risale al Imbriano Superiore (da -3.8 miliardi di anni a -3.2 miliardi di anni). Il periodo migliore per la sua osservazione è 6 giorni dopo il primo quarto oppure 5 giorni dopo l'ultimo quarto.

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Bollettino di informazione astronomica nr. 404/2017 Alcuni dati: Longitudine: 69.187° West Latitudine: 26.453° North Faccia: Nearside Quadrante: Nord-Ovest Area: Bordo Ovest-Nord-Ovest della Luna Lo strumento minimo per poter osservare questa formazione è un rifrattore da 60mm. Origine del nome: Dettagli: Henry Briggs Matematico inglese del 17° secolo nato in Inghilterra Nato a Warleywood nel 1561 Morto a Oxford nel 1630 Fatti notevoli: Autore di una tavola di 31 000 logaritmi con 14 cifre decimali nel 1624 e di una tavola di valori trigonometrici nel 1633. Autore del nome sconosciuto Nella foto una ripresa di Lunar Orbiter 4 del cratere " Briggs" e un ritratto dell’epoca di Henry Briggs.

LE VIGNETTE DI GIACOMO (GIM) BONZANI

(a cura di Gim Bonzani)

L’astronomia disegnata di Gim.

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ASTROFOTOGRAFIA

(a cura di A.Segantin )

M82 - NGC 3034

La celebre galassia M82 (NGC 3034) conosciuta anche con il nome di “Galassia Sigaro” M82 è una galassia relativamente brillante, grazie anche alla sua vicinanza, e se la notte è particolarmente adatta all'osservazione astronomica può essere individuata anche con un semplice binocolo; uno strumento come un telescopio rifrattore da 60–80 mm. La vediamo qui ripresa da A.Segantin, G.Bianchi, L.Colombo e R.Brisig nella notte del 22 Febbraio al telescopio principale da 0.61mt dell’associazione. La ripresa è stata affidata al sensore APS-C di una canon EOS-350D modificata per l’uso astronomico in Full Spectrum. L’immagine risultante è la composizione di 15 pose da 180” mentre la calibrazione è stata effuttuata con l’ausilio di 3 dark frame, 15 flat field frame e 15 bias frame.

Hanno collaborato: Silvano Minuto, Giacomo Bonzani, Alessandro Segantin, Luigi Colombo, Roberto Brisig, Giuseppe Bianchi Corrado Pidò, Davide Crespi, Sandro Baroni (Uranio). Osservatorio Astronomico e Planetario G.Galilei – Suno 45° 36’ 16” Nord 08° 34’ 25” Est

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www.osservatoriogalilei.com – www.apan.it

L'osservatorio ha una propria pagina facebook: https://www.facebook.com/OsservatorioAstronomicoGalileoGalilei La pagina è moderata, quindi qualsiasi cosa scritta sulla bacheca non apparirà in pubblico prima di essere vagliata dagli amministratori. Ricordiamo che è possibile iscriversi all'associazione versando la quota per il 2017, invariata da anni, di €25,00. I versamenti dei soci sono gli unici proventi dell'osservatorio. La quota può essere versata in osservatorio oppure con bonifico su IBAN IT43J0503445690 000000008000

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