Novembre 2008
o n g a b re il a f o i titi. s r s a e v v a i al re a m u mo e l a q i b c s o a i i r c e. C un p e solo s s .” r a o e i r v g e i g d a h a l “Prim bini, o anc sono ben qui al vil , Kenya e ta ua ai bam sso le cos cqua puli estione dell’acq e l’a ig Ma ad i ad avere mitato locale d t un co ce di abitua
DIRITTO AL CIBO
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im al, an Adap
SPECIALE NATALE SOLIDALE 2008 SCOPRI LE NOSTRE PROPOSTE Foto: Keiron O’Connor/Oxfam
E SE UNA PERSONA PUÒ CAMBIARE LE COSE… IMMAGINA SEI MILIONI! Il mondo ha bisogno di cure mediche adeguate e di istruzione di buona qualità. I suoi abitanti devono poter usare fonti d’acqua sicure e strutture igienico-sanitarie efficienti. Per questo ci vogliono sei milioni di operatori sanitari ed insegnanti in più e ci vogliono le risorse per garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita. E perché ciò sia possibile, c’è bisogno che tu lo chieda agli Stati e ai governi del Mondo. Unisciti ad Adapal. Unisciti al crescente movimento globale che promuove salute, acqua e istruzione per tutti.
REPORTAGE I Balcani alla ricerca di identità e tradizioni
www.ucodep.org
CAMPAGNA Salute Acqua Istruzione PER TUTTI
VOLONTARIATO Le voci dal campo
Ucodep promuove in Italia la campagna PER TUTTI come parte della campagna globale FOR ALL di Oxfam International
Ucodep - per un mondo a dimensione umana - Novembre 2008 - Direttore responsabile: Laura Meini - Trimestrale - Anno 2008, n°3 Iscrizione Registo Stampa c/o Tribunale di Arezzo n. 9/85 - Autorizzazione n. 909 del 29.09.97. Variazione del 13.03.07. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/67/2004 Arezzo.
Novembre 2008
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DIRITTO AL CIBO
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SPECIALE NATALE SOLIDALE 2008 SCOPRI LE NOSTRE PROPOSTE Foto: Keiron O’Connor/Oxfam
E SE UNA PERSONA PUÒ CAMBIARE LE COSE… IMMAGINA SEI MILIONI! Il mondo ha bisogno di cure mediche adeguate e di istruzione di buona qualità. I suoi abitanti devono poter usare fonti d’acqua sicure e strutture igienico-sanitarie efficienti. Per questo ci vogliono sei milioni di operatori sanitari ed insegnanti in più e ci vogliono le risorse per garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita. E perché ciò sia possibile, c’è bisogno che tu lo chieda agli Stati e ai governi del Mondo. Unisciti ad Adapal. Unisciti al crescente movimento globale che promuove salute, acqua e istruzione per tutti.
REPORTAGE I Balcani alla ricerca di identità e tradizioni
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CAMPAGNA Salute Acqua Istruzione PER TUTTI
VOLONTARIATO Le voci dal campo
Ucodep promuove in Italia la campagna PER TUTTI come parte della campagna globale FOR ALL di Oxfam International
Ucodep - per un mondo a dimensione umana - Novembre 2008 - Direttore responsabile: Laura Meini - Trimestrale - Anno 2008, n°3 Iscrizione Registo Stampa c/o Tribunale di Arezzo n. 9/85 - Autorizzazione n. 909 del 29.09.97. Variazione del 13.03.07. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB/67/2004 Arezzo.
Editoriale
cambiare le cose è possibile di Ilaria Lenzi, Responsabile Ufficio Identità e comunicazione Ucodep
Diritto al cibo. Un tema che sempre più torna ad essere al centro dell’agenda politica, ma che ancora non può contare su un adeguato impegno e volontà della comunità internazionale. I dati della Fao parlano da soli: ancora oggi nel mondo 925 milioni di persone vivono nella fame. E proprio nel 2008, per una molteplicità di cause (cambiamenti climatici, aumento del prezzo del petrolio e del costo delle materie, migrazioni dalle campagne in città, conversione di terreni agricoli in altre forme) la crisi alimentare mondiale ha vissuto un nuovo picco drammatico. Come Ucodep, da anni impegnati sui temi di sicurezza alimentare, sostenibilità e aiuto ai piccoli produttori, ci sembra importante dedicare l’ultimo numero 2008 della nostra rivista a questo argomento. Sia perché molti sono i progetti che in questi anni abbiamo realizzato per creare alternative locali di sviluppo a partire dal contesto rurale, concentrandosi su qualità, diversificazione produttiva e valorizzazione del territorio come risposte in grado di evitare la crisi alimentare. Sia perché il 2008 ha visto due momenti importanti in Italia dedicati a questi temi. Da un lato, il vertice della Fao, lo scorso giugno a Roma, di cui abbiamo parlato con Barbara Stockins (direttrice di Oxfam Gran Bretagna). Dall’altro l’esperienza, ormai giunta alla terza edizione, di Terra Madre Toscana - Il Giusto Gusto che ha offerto un’ulteriore opportunità per riflettere su bontà organolettica dei prodotti, pulizia ecologica e giustizia sociale. Argomenti sui quali siamo e saremo sicuramente impegnati anche in vista del prossimo G8, in Italia nel 2009, che ha già in agenda, fra altri, il tema della sicurezza alimentare. Un G8, quello italiano, ricco di impegni e attività per Ucodep e Oxfam International: dopo il G8 giapponese, spetta infatti a noi la sfida di chiedere, in primis al Governo italiano, di mantenere il proprio impegno sull’Aiuto pubblico allo sviluppo, quando invece stiamo purtroppo assistendo a un deciso cambiamento di rotta rispetto alle promesse fatte a livello internazionale. In particolare salute, acqua e istruzione saranno i temi portati al centro dell’attenzione del prossimo G8. La campagna PER TUTTI. Salute. Acqua. Istruzione., presentata in Italia a settembre come declinazione della campagna globale For All di Oxfam International, mira infatti a chiedere ai governi di mantenere i propri impegni in tema di aiuti allo sviluppo
destinati, in particolare, a garantire l’accesso universale a servizi essenziali quali appunto salute, acqua e istruzione. E molte saranno le occasioni, i momenti e le opportunità per aderire alla campagna. E un primo momento di presentazione della campagna si è svolto alla presenza delle persone che, più di altre, saranno poi coinvolte nel promuoverla: i volontari di Ucodep. Il 2° Incontro nazionale dei volontari di Ucodep, a cui hanno partecipato oltre 100 persone, ha rappresentato un momento importante nel percorso di crescita della “famiglia” Ucodep. Sempre di più sono, infatti, le persone che si uniscono a noi per contribuire, attraverso il loro tempo, le loro esperienze e capacità, le loro donazioni a costruire un mondo più giusto e senza povertà. Siamo felici e grati della fiducia, la collaborazione e la simpatia (nel senso greco del termine, di condivisione di emozioni) che sempre più volontari e donatori ci stanno manifestando: senza di loro sarebbe impossibile (e non avrebbe neppure senso!) sviluppare i nostri progetti. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli di avere una grande responsabilità nel portare avanti le nostre attività anche in nome di chi ci sostiene e ci aiuta. Per questo, come ogni anno, abbiamo volontariamente deciso e prodotto il bilancio sociale, uno strumento che ci “obbliga” a rendere conto del nostro impegno, di come gestiamo le risorse e di quali risultati abbiamo raggiunto nell’anno precedente. E, dato che è uno strumento per condividere i risultati in maniera trasparente, il bilancio sociale è stato allegato alla rivista per i nostri donatori ed è disponibile su www.ucodep.org per tutti i nostri amici. Infine, nell’ultimo numero dell’anno, non poteva mancare uno speciale dedicato al Natale. Un Natale non inteso nell’ottica dei consumi e degli sprechi, ma, al contrario, nell’ottica di un impegno solidale con chi ci è vicino e lontano. Adozioni a distanza, donazioni, regali particolari (opere d’arte, biglietti di Natale, prodotti del commercio equo)… tante idee per festeggiare in maniera diversa queste feste. Con l’augurio che, anche a partire da questa lettura, siano sempre più forti in tutti noi la passione e l’impegno per costruire un mondo più giusto e senza povertà. Perché, insieme, è possibile cambiare le cose, è possibile costruire un futuro più giusto e sostenibile. Per tutti. n
UCODEP | NOVEMBRE 2008
SOMMARIO EDITORIALE 3
Diritti e responsabilità a cura di Ilaria Lenzi
PRIMO PIANO 5 qualità progettuale e gestionale certificata
gestione trasparente ed efficace dei fondi raccolti
Ucodep - per un mondo a dimensione umana Notiziario periodico Novembre 2008 anno 2 numero 3 Registro stampa c/o Tribunale di Arezzo n. 9/85 - Autorizzazione n. 909 del 29.09.97. Variazione del 13.03.07. Editore Ucodep onlus Via Concino Concini, 19 - Arezzo T. +39 0575 182481 F. +39 0575 1824872 info@ucodep.org www.ucodep.org Direttore responsabile Laura Meini Coordinamento editoriale Ilaria Lenzi ilaria.lenzi@ucodep.org Hanno collaborato Daria Anteucci, Farida Bena, Gabriele Carchella, Stefania Carrara, Anna Dal Piaz, Annarita De Bellis, Elena Ferrini, Elisa Bacciotti, Elisabetta Gasperini, Sorinel Ghetau, Marcella Locicero, Lorenzo Luatti, David Mattesini, Jason Nardi, Anna Pasquale, Paolo Pezzati, Eliana Pitimada, Carlo Simonetti, Stefania Spapperi, Francesco Torrigiani Progetto grafico Demostenes Uscamayta Ayvar Impaginazione Paolo Bucci, Daniela Giglio, Gerarda Lo Russo, Demostenes Uscamayta Ayvar Foto di copertina Preparazione di un pasto nella Comunità di Cotacachi, Ecuador 2004 - Demostenes Uscamayta/ Ucodep©
Una rete globale di insegnanti intervista ad Anna Dal Piaz
REPORTAGE 8 10 11
I Balcani al bivio di David Mattesini Prodotti tipici. Un'identità comune. intervista a Sorinel Ghetau Viaggio in Bosnia Erzegovina di Daria Antenucci
ATTUALITÁ 12 14 16
G8: da Toyako all'Italia intervista a Farida Bena PER TUTTI. Salute. Acqua. Istruzione. di Elisa Bacciotti Social Watch: il rapporto 2008 a cura di Federica Corsi
FOCUS ON BILANCIO SOCIALE L'importanza di dare conto di Annarita De Bellis
33
SPECIALE NATALE SOLIDALE 2008 Trascorri il Natale vicino ai bambini intervista a Vittoria Puccini Un bicchiere d'acqua... Per sempre. di Elisabetta Gaperini Acqua in Arte di Eliana Pitimada Fai la tua offerta! di Eliana Pitimada
36 38 40 41
VOLONTARIATO 2°incontro nazionale dei volontari di Paolo Pezzati Mirando al Sur 2008 di Paolo Pezzati
42 43
INIZIATIVE Un legame lungo dieci anni di Elena Ferrini L'agenda delle iniziative a cura di Lara Marino
44 DOSSIER (IN) SICUREZZA ALIMENTARE 18 20 22 23 24 26 28 31 32
Prezzi a doppio taglio intervista a Teresa Cavero Crisi alimentare intervista a Barbara Stocking Terra Madre Toscana di Ilaria lenzi Dal locale all'internazionale intervista a Piero Sardo Specie e popoli da non dimenticare di David Mattesini Sopravvivere a sud di Hebron.. intervista a Francesco Rigamonti Una rete di giustizia economica di David Mattesini Camerun. Sviluppo rurale. di Stefania Spapperi Bibliografia sul tema a cura di Lorenzo Luatti
45
COMMERCIO EQUO 46
Natale 2008 di Ilaria Lenzi
Illustrazioni Demostenes Uscamayta Ayvar Stampa LitografEditor - Citta di Castello (PG) Tiratura Questo numero è stato stampato in 4.000 copie E’ consentita la riproduzione totale o parziale dei soli articoli, purchè venga citata la fonte. La rivista Ucodep è stampata su carta ecologica Cyclus priva di cloro
Prima di gettare questa rivista nella carta passatela a un amico interessato a conoscerci. Grazie.
UCODEP | NOVEMBRE 2008
Nota sulla Privacy
La presente pubblicazione vi è stata recapitata in quanto il vostro nominativo risulta inserito negli archivi di UcodepOnlus, la quale provvede all’informativa prevista dall’art. 13 del D.Lgs. n. 196/2003, comunicando che i dati sono raccolti per il perseguimento degli scopi individuati nello statuto dell’associazione. Un eventuale rifiuto comporterà per Ucodep l’impossibilità di informarla sulle attività dell’associazione. Il trattamento dei dati personali avviene mediante strumenti cartacei, informatici e telematici. Potranno venire a conoscenza dei suoi dati gli operatori dell’Unità Comunicazione, dell’Unità Amministrazione di Ucodep e il personale dell’azienda incaricata per la spedizione. Ucodep garantisce, nel contempo, la sicurezza e la riservatezza dei dati. E’ possibile richiedere chiarimenti e informazioni circa l’origine dei dati, le finalità e le modalità del trattamento cui sono destinati i dati. E’ possibile richiedere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, nonché l’aggiornamento, la rettificazione o, se vi è interesse, l’integrazione dei dati. Titolare del trattamento è l’Associazione Ucodep in persona del legale rappresentante Francesco Petrelli. Ogni richiesta di informazioni in materia di protezione dei dati personali può essere rivolta alla Responsabile del trattamento dati, Ilaria Comanducci, inviando una raccomandata a/r presso la sede di Ucodep: Via Madonna del Prato, 42 - 52100 Arezzo o inviando un fax al numero: 0575 401772.
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primo piano
UNA RETE GLOBALE DI INSEGNANTI Intervista ad Anna Dal Piaz, Responsabile progetto Connectando Mundos
Ucodep e le altre tre Organizzazioni non governative europee coinvolte nel progetto Conectando Mundos (Intermón Oxfam, Cidac e Inizjamed) hanno deciso di dare impulso a un processo che vada ben oltre il progetto europeo triennale che si conclude nel gennaio 2009, concentrando i loro sforzi nel costituire una rete di insegnanti ed educatori di Ong che sia capace di immaginare un futuro migliore e che dia così seguito all’impegno per la pratica di un’educazione che chiamiamo “per una cittadinanza globale”.
Per comprendere dunque di quale scommessa stiamo parlando, abbiamo raccolto la testimonianza di Anna Dal Piaz, responsabile del progetto. Cosa significa oggi educare ad una cittadinanza globale? «L’educazione per una cittadinanza
globale è una proposta che vuole contribuire alla formazione di cittadini e cittadine responsabili che si impegnano per la giustizia e la sostenibilità del Pianeta. Vogliamo promuovere il rispetto e la valorizzazione della diversità come fonte di arricchimento umano, la difesa dell’ambiente e il consumo responsabile,
il rispetto dei diritti umani per tutti, la parità di genere, la valorizzazione del dialogo come strumento per la risoluzione pacifica dei conflitti, la partecipazione, la corresponsabilità e l’impegno nella costruzione di una società equa, giusta e solidale».
90 educatori ed educatrici provenienti da Spagna, Portogallo, Malta, Repubblica Dominicana, Italia hanno preso parte al seminario a Cortona (AR). Foto: Federico Saracini/Ucodep ©
UCODEP | NOVEMBRE 2008
primo piano
Cambiare è difficile, ma è possibile, necessario e urgente. Le nostre scelte oggi costruiscono ciò che sarà domani
Cittadini stranieri durante un corso di formazione per la Mediatori linguistico-culturali durante mediazione linguistico culturale, Arezzo un corso di formazione, Arezzo Foto: Ilaria Lenzi/Ucodep © Foto: Ilaria Lenzi/Ucodep ©
Vogliamo che le reti nazionali e la rete internazionale diventino una “massa critica” che riesca a trasformare l’educazione verso la promozione di una società equa, giusta e solidale Come nasce la rete internazionale degli insegnanti? «La rete nasce sia come strategia, che come modalità di lavoro per promuovere e praticare l’educazione per una cittadinanza globale. Nell’incontro che si è svolto dal 19 al 21 luglio 2008 a Cortona, una parte dei lavori è stata destinata a una riflessione su questo tema per capire cosa significa lavorare in rete e che tipo di rete vogliamo costruire per continuare a lavorare insieme, noi educatori delle Ong insieme agli insegnanti europei e del mondo. Come ha detto anche Oscar Jara nel suo intervento dedicato a questo tema: il lavoro in rete implica una cultura e una visione di trasformazione ed è espressione di questa». Quale ruolo deve giocare la scuola in questo processo? «Avendo coscienza che i processi educativi sono legati alla complessità crescente dei processi sociali, economici e politici del mondo in cui viviamo, riconosciamo che la scuola, oggi, continua a essere organizzata secondo un modello educativo inefficace che non sempre riesce a dare risposte alle sfide della nostra contemporaneità.Per questo la scuola, insieme agli altri attori educativi (famiglie, ONG, etc.) deve operare un cambiamento culturale e organizzativo per riuscire a dare risposte più efficaci. Affermiamo, sulla base delle esperienze condotte da educatori, educatrici ed istituzioni diverse, che l’educazione per una cittadinanza globale è una risposta possibile per promuovere un’educazione trasformatrice e una scuola aperta sul mondo».
Oscar Jara ha fornito stimoli fondamentali tratti dalla sua lunga esperienza di lavoro in rete in America Latina, Cortona (AR). Foto: Federico Saracini/Ucodep ©
UCODEP | NOVEMBRE 2008
Quali saranno gli obiettivi nel prossimo futuro? «Vogliamo che le reti nazionali e la rete internazionale sull’educazione per una cittadinanza globale diventino
conectando mundos Si continua a pensare e fare insieme un’educazione trasformatrice… Cortona (AR). Foto: Federico Saracini/Ucodep ©
una “massa critica” che riesca a trasformare l’educazione in modo da promuovere una società equa, giusta e solidale. L’educazione infatti è una delle strategie che permette di generare una cambiamento dei valori, delle attitudini e dei comportamenti di una società. Per questo riteniamo che la scuola insieme agli altri attori educativi (famiglie, ONG,
etc.) debba aiutare le nuove generazioni a leggere criticamente la realtà, a comprendere le cause della povertà, degli interessi che portano alla distruzione dell’ambiente, a combattere il razzismo, il maschilismo, l’omofobia e qualunque tipo di esclusione. Non è solo una questione di “contenuti” da studiare, ma anche di cambiamento di dinamiche, di modalità,
di organizzazione dell’evento e del contesto educativo…Come abbiamo scritto anche nel nostro slogan del Manifesto Internazionale: “Cambiare è difficile, ma è possibile, necessario e urgente. Le nostre scelte oggi costruiscono ciò che sarà domani». n a cura di David mattesini, Ufficio Identità e Comunicazione Ucodep
IL SEMINARIO INTERNAZIONALE DI CORTONA Si è svolto dal 19 al 21 luglio 2008 a Cortona, l’Incontro Internazionale sul’educazione per una cittadinanza globale, che ha visto la partecipazione di oltre novanta ospiti fra insegnanti ed educatori delle Ong coinvolte nel processo, provenienti da Malta, Portogallo, Spagna e Repubblica Dominicana e naturalmente dall’Italia. Tre gli obbiettivi specifici del seminario: • La promozione dello scambio di conoscenze ed esperienze tra educatori nel contesto dell’educazione formale. • La mobilitazione degli attori educativi per l’identificazione di una strategia per il rafforzamento dell’Educazione per una Cittadinanza globale (rete). • La presentazione e promozione del Manifesto internazionale per l’educazione alla cittadinanza globale.
Proprio nella presentazione del Manifesto Internazionale per l’educazione a una cittadinanza globale, abbiamo avuto anche il contributo del Prof. Vinicio Ongini della Commissione Intercultura del Ministero della Pubblica Istruzione. Nell’intervento sono state chiarite le relazioni tra il Manifesto e il documento dal titolo “La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri”, redatto dalla Commissione Intercultura durante il precedente Governo. Un momento di confronto anche istituzionale davvero importante. Un ottimo punto di partenza per far sì, che questo Manifesto Internazionale e soprattutto le proposte in esso contenute, sostenute dagli insegnanti e dalle Ong coinvolte in questo processo, diventino una realtà.
Scarica dal nostro sito il Manifesto Internazionale per l'educazione a una cittadinanza globale: http://www.educiglo.net/images/stories/manifesto_internazionale/manifesto_internazionale_it.pdf UCODEP | NOVEMBRE 2008
Reportage
I BALCANI AL BIVIO di David Mattesini, Ufficio Identità e comunicazione Ucodep
Sono diversi i passaggi di portata storica che oggi si pongono di fronte alle varie Amministrazioni statali e regionali in tutta l’area balcanica. La scelta è sempre la stessa, sposare la causa europea o rifugiarsi in situazioni di più o meno accentuato isolazionismo internazionale.
Variegati i contesti, differenziati gli scenari, anche se forse per la prima volta da molti anni sembra prevalere trasversalmente una linea nettamente filoeuropea. Così, dopo l’indipendenza ottenuta di recente dalla neo repubblica kossovara, le maggiori conferme arrivano dai più recenti risultati elettorali del maggio scorso. Su tutti, la vittoria delle forze filoeuropeiste guidate da Boris Tàdic in Serbia, salutata con entusiasmo sia dal governo sloveno che da quello croato, a cui si affianca la vittoria della coalizione “Per una Vojvodina europea” al secondo turno delle elezioni provinciali in Vojvodina, ossia in quella provincia a maggioranza serba la cui indipendenza era
stata messa in ombra dalla più risonante svolta kossovara. Sullo sfondo la mano tesa alla Serbia dalla Ue, che nel ribadire l’Accordo di stabilità e associazione firmato due anni fa, rilancia l’ipotesi del riconoscimento di paese candidato all’ingresso nell’Unione, status sino ad oggi detenuto solo da Turchia, Croazia e Macedonia. Se dunque è questo lo scenario più recente nelle relazioni internazionali e nelle scelte politiche di fondo di alcuni dei vari Governi dell’area, ne esiste un altro composto dalle scelte strategiche e amministrative intraprese dalle varie amministrazioni locali, e proprio su queste è chiamata a intervenire oggi la cooperazione italiana e internazionale
Conclusasi la prima parte del progetto Seenet, il lavoro di rete e cooperazione decentrata fra enti locali continua e si amplia. Foto: Ufficio Sud Est Europa/Ucodep ©
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Italia
Slovenia
Croazia
Serbia
Bosnia Erzegovina Adriatico
Toscana
Kosovo Montenegro Albania
Macedonia Fyrom
Tirreno Jonio
con l’obiettivo dichiarato di elevare gli standard dei servizi di base, la propulsività del tessuto economico e produttivo e il livello stesso del sistema di infrastrutture complessivo, attraverso il rafforzamento della rete di relazioni già formatasi tra i diversi governi locali. La seconda fase del progetto Seenet Dopo l’esperienza del tutto positiva della prima parte del progetto Seenet - i governi locali motori dello sviluppo, realizzata dal 2003 al 2006, e partita negli anni ‘90 dalla collaborazione realizzata tra Regione Toscana e la Regione Istriana, insieme al Ministero degli Affari Esteri, a Ucodep e all’Ong Cospe, anche nella sua seconda fase torna ad essere protagonista la rete degli enti locali già costituitasi tra le diverse Municipalità di Bosnia Erzegovina, Albania, Croazia, Montenegro, Macedonia, Serbia, Kossovo e della Toscana.
BALCANI La seconda parte del Seenet è una sfida importante che procederà in due direzioni: da un lato l’allargamento del network di partner italiani, dall’altro lo sviluppo economico e rurale e il sostegno alla piccola e media impresa «La seconda parte del Seenet è una sfida importante dato che si propone di continuare nell’ulteriore sviluppo del lavoro fatto in questi anni - spiega Sorinel Ghetau, responsabile paese di Ucodep in Bosnia Herzegovina- Sono due le direzioni che intraprenderemo nel prossimo futuro. Da un lato l’allargamento del network di partner italiani e la creazione di nuove sinergie con il sistema regioni. Dall’altro ci proponiamo di continuare sulla strada dei contenuti già affrontati: sviluppo economico e rurale, e il sostegno alla piccola e media impresa». Sono 46 in totale le Autorità locali coinvolte nella fase due di un’esperienza di cooperazione decentrata che ha già riscosso la piena soddisfazione di tutti gli attori locali coinvolti. In crescita anche la rete di partner italiani, che salgono a 11 in tutto. Coinvolta come capofila la Regione Toscana, seguono Regione Emilia Romagna, Regione Piemonte, Regione Veneto, Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Marche, Provincia Autonoma di Trento, Anci, Associazione delle l’Agenzia delle Democrazie Locali, CeSPI, Osservatorio Balcani. Ed anche nella seconda fase del progetto, Ucodep gestirà il segretariato del programma. Gli ambiti di intervento L’ambito di intervento principale rimane la lotta alla povertà e il rafforzamento del percorso di avvicinamento della regione Occidentale dei Balcani all’Unione Europea, in un contesto in cui le tensioni post belliche e le evidenti fragilità del tessuto economico-produttivo, rallentano la transizione di questi territori verso i processi di sviluppo endogeno: «Fermi restando tutti gli ambiti di intervento già avviati nella prima fase, se ne aggiungeranno di nuovi - continua Ghetau - che verranno organizzati in sub reti tematiche.
Sostenere e valorizzare i piccoli produttori locali. Una delle chiavi per lo sviluppo economico locale.Foto: Ufficio Ucodep di Mostar/Ucodep ©
Ad esse veranno affiancate delle attività di tipo verticale, su esperienze concrete quali lo sviluppo rurale, la promozione turistica del territorio, il sostegno alla piccola e media impresa. Su questi temi ci saranno gruppi di enti locali, all’interno di questo grande network, che lavoreranno insieme su attività concrete e localizzate». Una fase avanzata di apprendimento reciproco quindi, un’occasione in più per avvicinarci alla creazione di una vera Europa delle Comunità locali. Per farlo però occorre prima di tutto partire dalla presa d’atto delle differenze tra i diversi territori. «Il Programma parte proprio dalle differenze che caratterizzano i diversi territori - spiega Lorenzo Paoli - e su queste cerca di costruire un lavoro in rete fra più soggetti istituzionali a livello locale, regionale, nazionale ed internazionale in una
sorta di “laboratorio” a sostegno delle politiche locali. Il partenariato quindi viene posto al centro dell’iniziativa per ridurre i divari fra i territori e la creazione di comune prosperità. Tutto ciò sarà sviluppato partendo dall’esperienza concreta di persone e istituzioni che sono state, e sono tutt’ora, impegnate nel gestire dinamiche simili a quelle in cui si trovano gran parte dei territori del sud est europeo. Su questioni come l’informazione e la divulgazione, la ricerca, il rafforzamento delle competenze dei funzionari pubblici nella gestione dei fondi comunitari e l’associazionismo fra le Municipalità, i Governi locali possono giocare un ruolo di grande rilevanza per essere loro direttamente, i primi motori dello sviluppo». n
Info lorenzo.paoli@ucodep.org
UCODEP | NOVEMBRE 2008
reportage
PRODOTTI TIPICI. UN'IDENTITÀ COMUNE. Intervista a Sorinel Ghetau, Coordinatore Ucodep Sud Est Europa
L’agricoltura in Bosnia Erzegovina è uno dei settori fondamentali dell’economia. Nonostante la debolezza di un’autorità statale, il settore pesa sull’economia del paese per ben il 19 % del Pil. Dopo la creazione nel 2005 dell’Agenzia per la sicurezza alimentare, la scommessa adesso è allineare le produzioni tipiche agli standard europei richiesti per le esportazioni. I risultati sino ad oggi «Grazie al lavoro portato avanti dal 2005 al 2008 nell’ambito del progetto Sapori D’Erzegovina, abbiamo raggiunto risultati davvero importanti - racconta Sorinel Ghetau - Grazie al lavoro dei nostri partner italiani (la Provincia di Arezzo, il Comune di Prato, Ansfoc e il Consorzio degli Apicoltori di Trieste, il Centro Studi Turistici e Slow Food), il settore della valorizzazione delle produzioni tradizionali agricole ha coinvolto e sta coinvolgendo con entusiasmo crescente numerosi attori del territorio dell’Erzegovina e dell’intero Paese». Un impegno che ha portato a determinanti ricadute dirette: dalla ristrutturazione dei locali dei produttori, alla formazione tecnica alla creazione di diverse cooperative.
A fianco dei piccoli produttori Avviato in aprile il progetto “Tutela e valorizzazione dei prodotti agricoli tradizionali di pregio dell’Erzegovina”, cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano e promosso insieme all’Ong Cefa, in tre anni si propone di promuovere lo sviluppo rurale integrato dell’Erzegovina. «Saranno circa 400 i piccoli produttori di formaggio nel sacco, dal 2006 presidio Slow Food, di miele e di vino, soprattutto giovani, che beneficeranno direttamente di interventi di formazione e assistenza tecnica - continua Ghetau - da parte di esperti locali ed internazionali tra i quali l’Ansfoc e i Consorzi di apicoltori di Trieste, Udine e Gorizia. Riceveranno, inoltre, attrezzature al fine di migliorare la qualità dei prodotti». Un rapporto di collaborazione tra pubblico e privato, in grado di rafforzare l’identità culturale di un paese che si sta muovendo verso un identità europea senza perdere la propria. Un superamento intelligente dei nazionalismi degli anni della guerra e la riscoperta di un identità tradizionale che accomuna tutte le regioni dell’area balcanica. Da qui l’ adattamento delle tecniche locali di produzione alle Il formaggio nel sacco, una produzione tipica da salvaguardare, un’identità culturale da tutelare Foto: SirIz Mijeha, Bosnia Erzegovina/Ucodep ©
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UCODEP | NOVEMBRE 2008
norme igienico-sanitarie dell’Unione Europea. Un aiuto alla promozione e alla commercializzazione dei prodotti, tutelando al contempo la tradizione e la cultura locale. Lo sviluppo del turismo enogastronomico Data la mancanza di un collegamento diretto tra autorità centrale e attori locali, molto spesso il rischio è che le potenzialità di promozione del territorio vadano disperse. Da qui la necessità di un lavoro stringente per invertire questo trend. «Attraverso attività di formazione, scambi di esperienza ed assistenza tecnica realizzate in collaborazione con tecnici della Provincia di Arezzo e del Centro Studi Turistici di Firenze, cercheremo di rafforzare le capacità degli attori pubblici e privati locali di promuovere le risorse del territorio, anche in funzione dello sviluppo del turismo rurale ed enogastronomico». Infine, una grande opportunità di lavoro e di impegno per i giovani. «Grande sostegno sarà dato all’associazione giovanile “Sapori D’Erzegovina” a cui verrà affidato il compito di gestire il Centro Servizi per la Promozione dei Prodotti e del Territorio e una serie di punti informativi e di degustazione lungo la Strada del Gusto che sarà promossa dal progetto», conclude Ghetau.n a cura di David Mattesini, Ufficio Identità e Comunicazione Ucodep
Info sorinel.ghetau@ucodep.org
BALCANI
VIAGGIO IN BOSNIA ERZEGOVINA di Daria Antenucci, Responsabile Ufficio Ucodep a Sarajevo
Ancora oggi la Bosnia Erzegovina è ricordata per il conflitto che dal 1992 al 1995 ha riportato la guerra in Europa e solo un visitatore molto distratto non si accorgerebbe dei segni ancora visibili che la guerra ha lasciato. Eppure, imparando a conoscere questi luoghi, si scopre molto di più.
Non può sfuggire, infatti, il ricco patrimonio culturale, eredità degli imperi che nel corso dei secoli hanno influenzato le tradizioni, la lingua, la cucina del paese. A questo si aggiunge una natura incontaminata, eredità della storia più recente, con la scarsa industrializzazione nella Iugoslavia di Tito e le mine, oltraggio della guerra, che in alcune aree rendono il territorio ancora inaccessibile. La ricchezza di risorse e il bisogno di raccontare un paese che sta ricostruendo la propria identità ci ha spinti verso progetti di valorizzazione del territorio in chiave turistica, sviluppando importanti alleanze in Bosnia Erzegovina e in Italia. Ci siamo così concentrati sul turismo
naturalistico che meglio risponde alle esigenze del territorio. Un turismo consapevole e non di massa, curioso e attento, che pone al centro le piccole comunità rurali e montane. Con loro lavoriamo per la riscoperta delle specificità e delle produzioni locali, l’identificazione delle aree turisticamente più interessanti e la definizione di misure per tutelarle, la creazione di infrastrutture di accesso a basso impatto ambientale, la cura del turista (dall’accoglienza a guide professionali), attraverso interventi circoscritti, come la pulizia dei sentieri, o di più largo respiro, come il supporto alla creazione di parchi naturali che garantiscano la protezione delle risorse. Il tutto, mantenendo un approccio
Attività di rafting sulla Neretva... Luoghi di fascino e interesse per un turista consapevole e responsabile. Foto: Sulejman Badzak, Bosnia Erzegovina/Ucodep ©
Prijedor Bihać
Tuzla
Sanski Most
BOSNIA ERZEGOVINA Croazia
Livno
Konjic
Dreznica
Sarajevo Trnovo
Serbia
Mostar Nevesinje Stolac
Montenegro
Trebinje Adriatico
Albania
di insieme, facendo cioè riferimento non solo ad alcuni poli attrattivi, ma all’importanza di costruire reti. Al momento, attraverso progetti pilota, siamo presenti lungo la Valle della Neretva, il fiume verde smeraldo che sfocia nel Mar Adriatico. In futuro l’intervento si estenderà lungo i fiumi Una e Sana, nel nord-ovest, e Drina, protagonista insieme al celebre ponte di Višegrad del racconto di lunga parte della storia del paese. Ma su questi luoghi non vogliamo svelare nulla di più, un piccolo assaggio lo troverete con un viaggio informatico sul sito www.viaggiareibalcani.net in attesa di incontrarci sulle rive della Neretva… n Info daria.antenucci@ucodep.org
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attualitÀ
G8: DA TOYAKO ALL’ITALIA Intervista a Farida Bena, Responsabile Ufficio Campagne Oxfam International e Ucodep in Italia
Archiviato il G8 di Toyako con pochi e modesti risultati, già si guarda al vertice del prossimo anno in Italia. A colloquio con Farida Bena, Responsabile dell’Ufficio Campagne di Oxfam International e Ucodep in Italia. Si è concluso con una simbolica stretta di mano tra esponenti italiani e giapponesi del mondo non governativo il G8 di Toyako. Il passaggio di consegne è avvenuto in occasione della conferenza congiunta che le Gcap (Coalizione globale per la lotta alla povertà) giapponese e italiana hanno tenuto il 9 luglio 2008, giorno conclusivo del vertice. E’ così cominciato il lungo cammino che conduce al vertice degli Otto, in programma il prossimo anno in Italia. La società
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civile italiana si sta già preparando all’appuntamento, mentre i risultati del G8 giapponese sono messi sotto la lente d’ingrandimento: «Un obiettivo minimo in Giappone è stato raggiunto, perché gli otto leader hanno ribadito l’impegno preso a Gleneagles tre anni fa - di fornire nuovi aiuti per 50 miliardi di dollari in più all’anno entro il 2010», osserva Farida Bena, Responsabile dell’Ufficio Campagne di Oxfam International e Ucodep in Italia. «Metà di questa cifra è destinata
all’Africa. Non si dice nulla, però, sui passi da fare per imprimere un’inversione di tendenza al livello globale degli aiuti, che stanno scendendo dal 2006». Anche in tema di cambiamento climatico è stato registrato qualche progresso, ma nel complesso non si può parlare di svolta: «L’accordo sul clima prevede la riduzione delle emissioni del 50% entro il 2050, senza però stabilire l’anno di riferimento per il calcolo del dimezzamento. Questo stato di cose ci lascia con un 50% di
Gli otto grandi vestono i tradizionali kimono giapponesi e ballano il karaoke nell’azione dimostrativa organizzata da Oxfam a Sapporo alla vigilia del G8 giapponese. Foto: Farida Bena/Oxfam International e Ucodep ©
g8 L’Italia ha promesso di stanziare una somma pari allo 0,51 del Pil in Aps entro il 2010, ma è ancora fermo allo 0,19% conclude la Bena. E proprio in tema di aiuti, acqua, salute e istruzione saranno posti al centro del G8 Italiano del luglio 2009. Attrarre l’attenzione dell’opinione pubblica italiana sulla necessità di garantire l’accesso universale a questi servizi di base potrà così facilitare l’adozione, da parte del governo italiano, di politiche di aiuto pubblico allo sviluppo veramente efficaci per sollevare dalla povertà milioni di persone nel mondo. In questa direzione lavorerà infatti la Campagna PER TUTTI. Salute. Acqua. Istruzione, che sarà condotta in Italia dall’Ufficio Campagne Oxfam e Ucodep durante tutto l’anno che ci separa dalla scadenza del summit italiano. n a cura di Gabriele Carchella, Responsabile media Ufficio campagne Oxfam International e Ucodep
Il mais come materia prima per i biocarburanti. Azione dimostrativa di Oxfam in occasione del G8 giapponese contro i biofuel. Foto: Emily Subden/Oxfam ©
probabilità di un disastro climatico», commenta la Bena. Il G8 italiano sarà ancor più importante per il clima, perché precede di pochi mesi la conferenza Onu di Copenhagen sull’ambiente in programma a dicembre 2009. Spetta al governo italiano, dunque, imprimere la svolta ai negoziati che finora non si è vista e dare l’esempio mantenendo gli impegni presi sull’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps): «L’Italia ha promesso di stanziare una somma pari allo 0,51 del Pil in Aps entro il 2010, ma è ancora fermo allo 0,19%. Per centrare questo obiettivo serve un deciso cambiamento di rotta. Stiamo assistendo invece all’esatto contrario: nel testo della legge finanziaria che il parlamento sta discutendo, è previsto un taglio annuale di 170 milioni di euro all’Aps per il triennio 2009-2011. In questo modo il governo italiano, che a gennaio 2009 assumerà la presidenza del G8, rischia di compromettere la sua credibilità»,
Un obiettivo minimo in Giappone è stato raggiunto: fornire nuovi aiuti per 50 miliardi di dollari in più all’anno entro il 2010 G8: attivisti presentano le loro richieste secondo la tradizione del Tanabata, la festa dei desideri giapponese. I desideri sono scritti su strisce di carta e poi appesi su un albero di bambù. Foto: Emily Subden/Oxfam ©
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PER TUTTI. SALUTE. ACQUA. ISTRUZIONE. di Elisa Bacciotti, Responsabile attività mobilitazione Ufficio Campagne Oxfam International e Ucodep
“La speranza non è l’illusione che quello che facciamo avrà successo. La speranza è la certezza che quello che stiamo facendo abbia un senso, che abbia successo, o meno.” Vaclav Havel*
Immaginare un mondo in cui ogni bambino e ogni bambina possa andare a scuola, ogni madre possa dare alla luce e crescere i propri figli, ogni persona abbiano almeno 30 litri d’acqua pulita al giorno per bere, cucinare, pulire, lavarsi. E’ da questo sogno che nasce la campagna PER TUTTI. Ma qual è la realtà? Oggi quasi 80 milioni di bambini e di bambine non vanno a scuola, 1.400 madri muoiono ogni giorno prima o durante il parto, più di un miliardo di persone non ha accesso all’acqua.
Vittoria Puccini, Fry e Dudu (Modena City Ramblers) e Piero Pelù hanno dichiarato il loro impegno per la campagna PER TUTTI. Badia a Ruoti (AR) Foto: Stefano C. Montesi/Photomovie per Ucodep ©
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Come cambiare tutto questo? Crediamo che la risposta stia nel chiedere agli Stati ricchi di aumentare le risorse donate per la lotta alla povertà. Combattere la povertà non è un atto di carità, ma un investimento nella felicità e nella sicurezza di tutti gli uomini e le donne del mondo. Servono molti soldi, si dice. E’ vero? Proviamo a fare due conti. Per raggiungere l’obiettivo di garantire a tutti acqua, salute, istruzione, basterebbe investire 13 miliardi di dollari - quanto noi tutti abbiamo speso per scaricare la musica on line in un anno. Se per fronteggiare la crisi economica la sola Unione Europea ha deciso in poche ore l’investimento immediato di 2.000 miliardi di dollari, siamo sicuri che investire 13 miliardi di dollari, da qui al 2015, rappresenti davvero un problema di soldi per tutti gli stati donatori ? Certo, sappiamo che - anche se ci fosse l’impegno degli Stati donatori non basta. Per questo la campagna For All è stata lanciata da Oxfam International a livello globale, nel settembre 2007, in una grande nazione emergente: l’India. Occorre che gli Stati del Sud del Mondo si impegnino a investire maggiormente
i finanziamenti ricevuti per finanziare sistemi sanitari, educativi, igienico-sanitari pubblici ed efficienti. Alcuni Stati già lo stanno facendo, con risultati strepitosi: lo Sri Lanka nel corso degli anni 90 ha scelto garantire cure mediche gratuite a tutti: come risultato il tasso di mortalità materna è dimezzato. In Brasile, a Porto Alegre, il comune ha fornito acqua pulita al 99,5% dei nuclei familiari con una tariffa ideata per tutelare le famiglie più povere, e la mortalità infantile è praticamente scomparsa. In Tanzania, dal 2000 al 2004 la cancellazione del debito e l’aumento degli aiuti ha permesso al governo di aumentare del 50% le risorse destinate all’istruzione e di investirle secondo un piano coordinato, che ha permesso di reclutare nuovi insegnanti e maestri elementari. Esempi che fanno piazza pulita di schemi e preconcetti come “dare soldi ai paesi del Sud e ai loro governi è uno spreco: sono male impiegati, rubati o sprecati, non arrivano alla gente”. In realtà, è dimostrato che raddoppiare l’aiuto pro-capite per la salute riduce del 2% la mortalità infantile in un paese, e che investire l’1% di più del Pil in istruzione significa, per un paese in via di sviluppo, incrementare l’istruzione fino al 5,4%. All’Assemblea Generale dell’Onu di un mese fa, Inghilterra, Olanda, Spagna, Giappone, Stati Uniti, tra gli altri, hanno stanziato nuove risorse per aumentare l’accesso all’acqua e all’istruzione. L’Italia, che pure ospiterà il G8, tace. Cosa aspetta? Forse aspetta che i cittadini italiani chiedano al Governo del paese di agire. Ed è proprio per questo che Ucodep e Oxfam International, insieme in Italia, hanno lanciato la campagna PER TUTTI. L’obiettivo è quello che una parte dei 6.000.000 di firme che la rete di Oxfam raccoglierà da qui al 2009 e che chiedono ai governi del mondo di garantire a tutti salute, istruzione ed acqua per tutti “parli italiano”: obiettivo ancora più importante se consideriamo che l’Italia ospiterà nel 2009 il G8 che è chiamato a prendere decisioni importanti su salute, acqua, istruzione. Sappiamo che per noi questa è una sfida. Anche con noi stessi e con la nostra attività quotidiana: significa prendere coscienza del fatto che i progetti concreti che portiamo avanti ogni giorno nei paesi in via di sviluppo, sono fondamentali per cambiare la vita della gente oggi, ma non saranno sufficienti a sradicare la povertà nel lungo periodo, se non riusciamo anche a cambiare le politiche che oggi perpetuano la povertà e l’ingiustizia in questi paesi. Ma soprattutto, una sfida che ci porterà, ogni giorno fino a luglio del prossimo anno, ad uscire dai nostri uffici per parlare con le persone che ci teniamo di più a convincere:
per tutti Oltre 1.200 firme sono state raccolte durante i concerti dei Cold Play a Bologna e Milano. Milano Foto: Ilaria Lenzi/Ucodep ©
quelli che credono che “non è possibile cambiare le cose, da soli”. Nel Sud del Mondo, ogni insegnante, medico, operatore sanitario ogni giorno è capace di fare la differenza per le persone intorno a lei. Ed anche noi possiamo fare la differenza: perché è proprio quando si è in tanti, insieme, a chiedere con forza un cambiamento che le cose accadono. L’abolizione della schiavitù, il voto alle donne, la lotta all’apartheid, la legge per la cancellazione del debito internazionale, la moratoria per la pena di morte… tutti casi in cui il sogno di alcuni, grazie all’impegno di tanti, è diventato realtà per tutti. Le prime iniziative pubbliche della campagna, come la presenza alle due date italiane del gruppo rock Coldplay a Bologna e Milano, sembrano darci
ragione: abbiamo raccolto, grazie ai nostri quaranta volontari, quasi 1.400 firme - più o meno 1 su 10 dei presenti ha aderito alla campagna! - e molte sono state le richieste di informazioni, approfondimenti, e le offerte di collaborazione dalle persone più disparate, pronte a diffondere la campagna in tutta Italia. Speriamo, tra un anno, di poterci ritrovare, in 100 piazze diverse d’Italia, con tutti quanti hanno aderito alla campagna per festeggiare un rinnovato impegno dell’Italia per la lotta alla povertà. Ci proveremo: non sappiamo come andrà, ma sappiamo che avrà avuto senso farlo, insieme. n * Scrittore, drammaturgo e politico ceco. È stato l’ultimo presidente della Cecoslovacchia ed il primo presidente della Repubblica Ceca
Anche tu, PER TUTTI
Firma la petizione on line su www.ucodep.org Unisciti a noi per chiedere acqua pulita, cure mediche ed istruzione di qualità per tutti.
Cambiare le cose è possibile. UCODEP | NOVEMBRE 2008
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attualitÀ
SOCIAL WATCH: Il RAPPORTO 2008 a cura di Jason Nardi, Coordinatore nazionale della coalizione italiana Social Watch
Il rapporto internazionale del Social Watch affronta quest’anno - 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani - il tema dei diritti nella società globalizzata, da quelli umani fondamentali a quelli ad essi direttamente collegati, come quelli economici, sociali e culturali. Un’analisi complessiva della situazione internazionale e, nello specifico, della situazione italiana. Liberalizzazione del commercio e diritti umani: un caso esemplificativo Nei paesi della regione Araba gli accordi di libero commercio con gli Stati Uniti e la creazione di Zone Industriali Qualificate (QIZ) che ne hanno preceduto la ratifica, se da un lato si propongono quale strumento di stabilizzazione e sviluppo economico per i Paesi interessati, dall’altro provocano la drammatica conseguenza di continue violazioni dei diritti umani per migliaia di cittadini e immigrati costretti a condizioni lavorative di semi-schiavitù. In Giordania questa situazione riguarda oltre 60.000 lavoratori prevalentemente donne provenienti dalle zone rurali e immigrati. Decine di migliaia di lavoratori provenienti da Bangladesh, Cina, India, Sri Lanka,sono stati privati dei passaporti e costretti a lavorare fino a 109 ore la settimana per multinazionali straniere come Wal-Mart, Gloria Vanderbilt, Target and Kohl’s. L’analisi della situazione in Italia: il diritto a non essere poveri Secondo l’ISTAT, in Italia 2,6 milioni di famiglie vivono oggi sotto il livello di povertà, ovvero circa il 13,1% della popolazione, con una tendenza al peggioramento. La definizione di povertà, solitamente, è troppo spesso confinata solo ai livelli di reddito. E’ al contrario necessaria una definizione più ampia, che
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prenda in considerazione il benessere e l’accesso ai servizi di base, dalla salute all’educazione, dalla casa al lavoro dignitoso. La tutela dei diritti umani verso gli immigrati e le categorie socialmente deboli “I diritti umani in Italia non sono egualmente garantiti a tutti i gruppi sociali. Gli immigrati in particolare soffrono di violazioni dei diritti umani fondamentali”, afferma il Social Watch. L’Italia è l’unico Paese europeo senza una legge effettiva sul diritto d’asilo. L’ultima riforma sull’immigrazione, la “Bossi-Fini”, appare disegnata per scoraggiare l’ingresso di immigrati nel Paese. In particolare, il Social Watch denuncia la limitazione delle libertà personali dei richiedenti asilo, in totale contrasto con la Costituzione italiana, e la violazione del diritto alla difesa legale quando lo status di rifugiato è negato. Violazioni di diritti umani dentro i Centri di Permanenza Temporanea (CPT), istituiti nel 1998, sono frequenti e documentati. Il Belpaese, inoltre, non ha a tutt’oggi secondo il Social Watch “un quadro legislativo adeguato per combattere la violenza contro le donne come anche misure efficaci per prevenire il lavoro minorile e lo sfruttamento”.
Moratoria della pena di morte Una nota positiva, invece, riguarda l’azione promossa a livello internazionale dalla diplomazia italiana con un’importante vittoria alle Nazioni Unite. Il 18 dicembre 2007, l’Assemblea Generale ha votato a maggioranza a favore di una risoluzione presentata dal governo italiano per una moratoria sulla pena di morte. n
Il Social Watch Creato nel 1995 da un gruppo di organizzazioni della società civile per promuovere la volontà politica necessaria a far diventare realtà le promesse dei governi in seno alle Nazioni Unite, ricordando loro gli impegni presi e valutandone l’implementazione, il Social Watch pubblica ogni anno un rapporto sulla lotta alla povertà e per l’eguaglianza di genere, compilato dalle oltre 400 organizzazioni che fanno parte del network in oltre 70 Paesi del mondo. In Italia, la coalizione del Social Watch è formata da Ucodep, WWF, Acli, Arci, la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Mani Tese, Lunaria e la Fondazione di Banca Etica.
Info federica.corsi@ucodep.org jason.nardi@ucodep.org
(IN)SICUREZZA ALIMENTARE Piantagione di grano, Cotacachi, Ecuador Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
La democrazia alimentare è al centro dell’agenda per la democrazia e i diritti umani, al centro del programma per la sostenibilità ecologica e la giustizia sociale. Vandana Shiva - India
Sommario • Prezzi a doppio taglio • Crisi alimentare • Terra Madre Toscana • Dal locale all’internazionale • Specie e popoli da non dimenticare • Sopravvivere a sud di Hebron... • Una rete di giustizia economica • Camerun. Sviluppo rurale.
L'insicurezza globale nel settore alimentare: cause e possibili soluzioni
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DOSSIER
PREZZI A DOPPIO TAGLIO Intervista a Teresa Cavero, Responsabile Ricerca, Dipartimento di Studi e Campagne, Intermón Oxfam
In concomitanza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione dello scorso 16 ottobre Oxfam International ha pubblicato “Lezioni dalla crisi alimentare: 10 azioni che i paesi in via di sviluppo dovrebbero intraprendere”. Un approfondimento sullo stato odierno della crisi alimentare globale, basato sugli studi di caso di Oxfam International in Bangladesh, Brasile, Burkina Faso, Cambogia, Guatemala, Indonesia, Messico, Pakistan e Tanzania e alcune brevi informazioni raccolte da Oxfam da: Egitto, Giordania, Libano, Territori Palestinesi Occupati e Yemen. Ne parliamo con la curatrice della ricerca. Quali sono i dati più problematici dell’aumento dei prezzi alimentari? «L’innalzarsi dei prezzi dei generi alimentari ha spinto milioni di persone nei paesi in via di sviluppo sempre più nella fame e nella povertà. Secondo la Banca Mondiale, ci sono oggi 967 milioni di persone malnutrite nel mondo, quasi un sesto della popolazione mondiale. I piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo non hanno potuto beneficiare dei prezzi più alti, a causa anche dei danni all’agricoltura e alle politiche commerciali. Le persone vulnerabili nei paesi sviluppati (così come i poveri nei paesi in via di sviluppo) sono colpiti più fortemente. I consumatori che vivono in città che sono consumatori al netto di cibo (cioè che acquistano più di quello che vendono) stanno combattendo per avere abbastanza da mangiare: i più poveri nei paesi in via di sviluppo spendono tra il 50% e l’80% dei loro redditi per acquistare cibo. Ma gli abitanti delle zone rurali stanno soffrendo ugualmente, dal momento che anche molti di essi sono consumatori al netto di cibo. Le donne vengono colpite particolarmente: spesso lavorano la terra ma non la possiedono e non hanno accesso al credito. Allo stesso tempo portano il peso di nutrire la famiglia, e spesso cercano un secondo lavoro per ricavare un reddito aggiuntivo. Queste donne finiscono per ridurre le proprie razioni di cibo, quando non riescono a trovare nulla».
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la Banca Mondiale stima che 119 milioni di persone in più sono stati spinte alla fame dall’aumento dei prezzi degli alimenti. Questo rappresenta una regressione molto preoccupante rispetto all’Obiettivo di Sviluppo del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015 Qual’è l’impatto diretto di questa crisi dei prezzi sui paesi in via di sviluppo? «In generale l’impatto sulla povera gente nei paesi in via di sviluppo è stato incredibilmente negativo. Vi sono alcuni paesi che sono esportatori di cibo, come il Brasile e l’Argentina, che hanno guadagnato a livello generale, ma anche in questi paesi i poveri sono colpiti più duramente dall’aumento dei prezzi. Nei paesi che importano cibo e hanno alti livelli di povertà, come Haiti, il Bangladesh e molta parte dell’Africa Subsahariana, i prezzi più alti minano fortemente i tentativi di ridurre la fame e la povertà. Nel complesso, la Banca Mondiale stima che 119 milioni di persone in più sono stati spinte alla fame dall’aumento dei prezzi degli alimenti. Questo rappresenta una regressione molto preoccupante rispetto all’Obiettivo di
Sviluppo del Millennio di dimezzare la fame entro il 2015. Le decisioni politiche prese negli ultimi decenni sull’agricoltura, il commercio, i mercati nazionali e la protezione sociale hanno ripercussioni sul grado di vulnerabilità e sulle conseguenze sofferte dalla gente. I paesi che hanno sostenuto la propria produzione agricola e hanno espanso il loro sistema di protezione sociale hanno più capacità di ripresa rispetto alle variazioni improvvise dei prezzi. D’altra parte, invece, i paesi che hanno abbandonato i propri sistemi agricoli, tagliando la produzione di cereali e divenendo dipendenti dall’importazione di cibo, sono estremamente vulnerabili». Cos’è cambiato dal summit della FAO a Roma dello scorso giugno? Vi sarà un ulteriore summit sulla crisi alimentare? «All’appello di emergenza del Programma Alimentare Mondiale all’inizio di quest’anno è stato risposto, per la maggior parte grazie a una grossa donazione da parte dell’Arabia Saudita. All’incontro della FAO a Roma a giugno sono stati promessi nuovi fondi (12,3 miliardi di dollari), ma poco è stato sborsato da allora e persino i nuovi fondi non sono sufficienti a soddisfare i bisogni mondiali (le Nazioni Unite stimano che sono necessari tra i 25 e i 40 miliardi di dollari). L’incontro è stato positivo perché ha accresciuto la consapevolezza della crisi alimentare, e ha riportato l’agricoltura all’interno
(in) sicurezza alimentare I governi dei paesi in via di sviluppo debbono investire di più nel sostegno all’agricoltura, concentrandosi sui piccoli agricoltori e sulle donne. Essi dovrebbero avere politiche di protezione sociale, come un reddito minimo garantito, e appoggio alla scolarizzazione e alla salute dell’agenda dello sviluppo, dopo decenni di completa esclusione. Dopo l’incontro, le Nazioni Unite hanno adottato un approccio integrato (il cosiddetto Taskforce’s Comprehensive Framework for Action o Cfa) che è soddisfacente a livello generale, ma che difetta di leadership e coordinamento. Ai paesi in via di sviluppo si sta chiedendo di produrre piani che alimentano iniziative diverse a livello globale, laddove le Nazioni Unite dovrebbero coordinare il tutto. Vi sono state molte dichiarazioni solenni d’intento, ma non è stato fatto abbastanza. Vi è il pericolo che la crisi finanziaria globale distragga l’attenzione generale da questo problema - e non si deve permettere che questo accada. E’
assai preoccupante come i governi dei paesi ricchi abbiano sistematicamente fallito nell’adempiere agli impegni presi nei confronti dei paesi in via di sviluppo sulla lotta alla povertà, adesso in particolare con la crisi alimentare, mentre nelle scorse settimane sono stati capaci di mobilitare astronomiche quantità di fondi per la crisi finanziaria. Vi sarà un ulteriore incontro a Madrid, programmato adesso per febbraio 2009, che avrà l’obiettivo di coordinare piani e misure pratiche per combattere la crisi». Ritiene sostenibile il piano della comunità internazionale per i paesi in via di sviluppo colpiti dalla crisi alimentare? C’è qualcosa che manca e che essi possano o debbano fare? «Come ho detto, la comunità internazionale è ben lontana dal provvedere il necessario sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo
Attraverso la promozione dei piccoli proprietari agricoli e di programmi di protezione sociale, i paesi in via di sviluppo possono ridurre la propria vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi degli alimenti
Simulazione dell’incremento medio dei livelli di povertà (%) a causa dell’aumento dei prezzi fra il 2005 e il 2007
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Fonte: Ivanic, M. and Martin, W. (2008) ‘Implication of Higher Global Food Prices for Poverty in Low-Income Countries’, World Bank Policy Research WP 4594
colpiti dalla crisi alimentare. L’approccio integrato del Cfa delle Nazioni Unite rappresenta un’iniziativa positiva, ma i paesi membri debbono impegnarsi per farlo funzionare in maniera efficiente. Prevede azioni in termini di incremento e miglioramento degli investimenti nell’agricoltura, di cui vi è molto bisogno. Ad ogni modo, Oxfam considera che siano necessarie riforme più in profondità, sia nei paesi in via di sviluppo sia a livello globale. I governi dei paesi in via di sviluppo debbono investire di più nel sostegno all’agricoltura, concentrandosi sui piccoli agricoltori e sulle donne. Essi dovrebbero avere politiche di protezione sociale, come un reddito minimo garantito, e appoggio alla scolarizzazione e alla salute. I governi dei paesi sviluppati e altri donatori come il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e altre agenzie multilaterali e le Ong dovrebbero appoggiare i paesi in via di sviluppo nel portare avanti queste politiche e non esercitare pressione su di essi ad aprire i loro mercati troppo velocemente o adottare altre politiche che potrebbero esporre eccessivamente le loro popolazioni ai pericoli del libero mercato. L’aiuto globale all’agricoltura - che è drammaticamente diminuito - deve essere accresciuto». Secondo lei, possono i paesi in via di sviluppo “approfittare” della crisi alimentare per promuovere la produzione locale e la biodiversità? «La crisi alimentare apre un’opportunità unica per affrontare quei problemi strutturali che hanno indebolito il settore agricolo nei paesi in via di sviluppo, così come per rafforzare le politiche di protezione sociale. Attraverso la promozione dei piccoli proprietari agricoli e di programmi di protezione sociale, i paesi in via di sviluppo possono ridurre la propria vulnerabilità alle fluttuazioni dei prezzi degli alimenti. Possono ridurre anche la povertà e la disuguaglianza e migliorare la propria capacità di resistere alle fluttuazioni dei prezzi. L’agricoltura dei piccoli proprietari, grazie all’adozione di tecniche di produzione adeguate, contribuisce anche a preservare l’ambiente e la biodiversità».n a cura di Farida Bena, Responsabile Ufficio Campagne Oxfam International e Ucodep
Scarica il testo completo del rapporto di Oxfam International (spagnolo) www.ucodep.org - ufficio campagne
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DOSSIER
CRISI ALIMENTARE Intervista a Barbara Stocking, Direttrice di Oxfam Gran Bretagna
Tra pochi anni potrebbero essere un miliardo le persone che non hanno cibo sufficiente per vivere. La crisi alimentare è destinata a restare a lungo una priorità dell’agenda internazionale. Ne parliamo con Barbara Stocking, direttrice di Oxfam Gran Bretagna. «Sulla diagnosi della crisi alimentare siamo tutti d’accordo. C’è un concorso di cause: maggior consumo di cibo, soprattutto di carne da parte delle popolazioni emergenti come Cina e India. Ci sono poi l’impatto incontrollato della produzione di biocarburanti e i cambiamenti climatici». Barbara Stocking, direttrice di Oxfam Gran Bretagna, spiega così l’aumento dei prezzi del cibo che ha ridotto alla fame milioni di persone. Durante il vertice sull’emergenza cibo, tenutosi lo scorso giugno alla Fao, la Stocking ha presieduto i lavori delle Ong. E insieme ai colleghi dell’universo non governativo ha cercato di individuare i fattori all’origine della crisi e le possibili soluzioni. «Altre cause non secondarie sono le prolungate siccità
e le improvvise alluvioni, che si sono abbattute soprattutto sui paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia; l’aumento del prezzo del petrolio e di quello dei fertilizzanti», continua la Stocking. I numeri dell’emergenza, del resto, non hanno bisogno di commenti: 854 milioni di persone senza cibo sufficiente per alimentarsi; 21 dei 37 paesi più a rischio in Africa e dieci in Asia; prezzi alimentari aumentati dell’83 per cento in tre anni.
Se le coltivazioni di biofuel aumentano, i contadini si devono spostare e, nel tempo, che fine fanno?
Produzioni agricole e biocarburanti. Una questione aperta. Ecuador Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
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La crisi alimentare si può affrontare solo unendo gli sforzi. Crede possibile che la comunità internazionale si muova tutta nella stessa direzione? «Mi sembra sia nata la consapevolezza che dobbiamo agire tutti insieme. Fao, Ifad, Banca mondiale, Wfp, Nazioni Unite: ognuno di questi soggetti finora ha elaborato una ricetta senza però arrivare ad averne una comune. Finora sono mancati gli anelli di congiunzione per un piano di azione integrato e coerente». Sui biocarburanti Oxfam International sta conducendo una dura battaglia. E’ possibile trovare un accordo su una strategia comune su questo tema? “Ancora no, purtroppo. L’analisi è diversa sia sull’utilità che sull’impatto
Dossier Frutta, ortaggi e cereali: prodotti diversi sempre meno accessibili a una grande parte della popolazione… Cotacachi, Ecuador Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
delle coltivazioni. Serve più analisi e più diversificazione sul biofuel. In alcune zone tropicali, ad esempio, la coltivazione della canna da zucchero (dalla cui biomassa viene estratto il propellente, ndr) non ha un impatto così negativo come nel nord. Va analizzato l’impatto che queste coltivazioni hanno sui piccoli contadini. Se le coltivazioni di biofuel aumentano, i contadini si devono spostare e, nel tempo, che fine fanno? E ancora: le enormi coltivazioni al nord per ottenere etanolo (un altro biofuel, ndr), non sono giustificate dai risultati, visto che per ottenere il 10% di energia sono stati fatti danni devastanti all’ambiente. Ancora una volta non c’è una risposta valida per tutti mentre è fondamentale che le decisioni siano prese insieme con chi vive in quelle terre». A che punto sono gli aiuti per i piani agricoli e l’alimentazione? «La Banca centrale europea e Federal Usa hanno immesso sul mercato da gennaio a maggio più di mille miliardi di dollari per affrontare la crisi finanziaria. Nello stesso periodo per l’agricoltura sono
La direttrice di Oxfam Gb, Barbara Stocking, parla con il personale locale durante una visita a Shinyanga, Tanzania. Foto: Jenny Matthews/Oxfam©
stati stanziati 4 miliardi di dollari. E’ come parlare di Davide e Golia. Detto questo, non c’è dubbio che i soldi devono essere usati bene, che gli aiuti non sono sempre appropriati. Ad esempio è inutile consegnare tonnellate di grano in sacchi;
è molto più utile produrre quel grano in loco per favorire la produzione agricola locale». n a cura di Gabriele Carchella, Responsabile media Ufficio Campagne Oxfam International e Ucodep
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terra madre toscana di Ilaria Lenzi, Responsabile Ufficio Identità e comunicazione Ucodep
Anche quest’anno Il Giusto Gusto - Terra Madre in Toscana ha portato volti, idee, prodotti e progetti da tutto il mondo in Toscana: 40 comunità dal mondo, 105 produttori, agricoltori, pescatori hanno incontrato le comunità della Rete di Terra Madre Toscana e condiviso reciprocamente le proprie esperienze. Giunto ormai alla terza edizione, Il Giusto Gusto - Terra Madre in Toscana è sempre più il frutto di un lavoro e una passione cresciuti negli anni grazie alla volontà di numerosi attori: Slow Food Toscana, Ucodep, Fondazione Slow Food per la biodiversità Onlus e Regione Toscana, in qualità di Comitato promotore, ma anche le Amministrazioni locali, le comunità di produttori toscani, le associazioni, le aziende, i ristoratori, i volontari, le Condotte Slow food che condividono questo impegno. Sin dalla nascita, nel 2004 per volontà di Slow Food, di Terra Madre, incontro delle comunità del cibo mondiale a Torino, anche in Toscana si è cercato di sviluppare e far crescere una rete regionale e internazionale di persone, progetti e tradizioni fondate sul criterio ispiratore di buono, pulito e giusto. 40 delegazioni, provenienti da Europa, Africa, Asia, Medio Oriente, America centrale e del Sud, per un totale di 105 produttori e allevatori hanno incontrato,
dal 28 ottobre al 2 novembre le comunità toscane, i produttori locali, le istituzioni, la cittadinanza e condiviso esperienze, problematiche e possibili soluzioni intorno al tema del cibo ponendo la propria attenzione alle risorse ambientali, agli equilibri planetari, all’aspetto organolettico dei prodotti, alla dignità dei lavoratori e alla salute dei consumatori. Un’occasione di incontro, scambio, interculturalità che si è diffusa capillarmente in tutta la Toscana grazie all’ospitalità delle persone che hanno accolto i delegati stranieri, alle cene conviviali dove è stato possibile assaggiare prodotti particolari e di qualità, agli incontri con realtà locali di produttori e società civile. Il momento centrale e conclusivo è stato a Orbetello (GR) il 31 ottobre e il 1° novembre, in occasione dei workshop tematici (filiera corta, educazione e consumi, sviluppo locale) e del convegno sulla Rete di Terra Madre Toscana. 200 persone si sono
Volti, emozioni e culture si incontrano a Terra Madre Foto: Ilaria Lenzi/Ucodep ©
incontrate per discutere, attorno al tema del convegno (Una rete locale e le sue radici nel mondo), sul futuro della Rete Toscana. Si, perché Terra Madre Toscana, non è solo un evento periodico di incontro con le comunità del cibo del mondo, ma è soprattutto una rete regionale e internazionale di scambio e cooperazione fondata su tre criteri ispiratori: la bontà organolettica dei prodotti, la pulizia ecologica, la giustizia sociale. Fondatasi ufficialmente ad Arezzo, durante l’edizione 2006 de Il Giusto Gusto - Terra Madre in Toscana, si è rafforzata con la realizzazione del Parlamento di Terra Madre Toscana nel gennaio 2008 a Chianciano (SI) ed è pronta a guardare al futuro con nuovi progetti di scambio, cooperazione, crescita reciproca. Sempre più convinti che sia necessario uno sforzo comune in sostegno dei metodi di produzione alimentare e di commercializzazione in linea con i concetti di solidarietà, uguaglianza, libertà e sostenibilità, come già di mostrano alcuni progetti concreti (i Mercati della Terra in Libano, la rete dei cafetaleros del centro America di Cafè y Cafè, il presidio internazionale del formaggio nel sacco. Grazie, a tutti coloro che hanno partecipato e reso possibile questo evento e che, condividendo i criteri di buono, pulito e giusto, contribuiscono a costruire, intorno al tema del cibo, la sicurezza alimentare, la produzione agricola, un mondo più equo.n
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dal locale all'internazionale Intervista a Piero Sardo, Presidente della Fondazione Sloow Food per la biodiversità
Lavorare in rete porta a forme di apprendimento reciproco maggiore, alla produzione di casi di successo, ad unire le energie e le esperienze dal livello locale fino al livello internazionale… per un mondo più buono, pulito e giusto… Buono, pulito e giusto: da Slow Food alla Fondazione per la Biodiversità ai progetti internazionali… «Sloow Food è nata come associazione gastronomica, anche se aperta e democratica. Poi, strada facendo, ci siamo resi conto che la gastronomia veicolata attraverso il concetto di sostenibilità e correttezza delle produzioni e tutela delle produzioni tipiche era un concetto rivoluzionario in questo settore. La nascita della Fondazione, 5 anni fa, ha coinciso con la nostra apertura a progetti nel Sud del mondo. E quindi alla definizione di quei criteri di giustizia ed equità la cui necessità è molto evidente nel sud del pianeta, ma troppo poco spesso nel nord. Da lì in poi abbiamo incentrato ancor di più il nostro lavoro in questa direzione, anche attraverso la costruzione di rapporti di partenariato e apprendimento reciproco con soggetti che lavorano da anni nel Sud del mondo». Un rapporto continuativo e di partenariato anche con Ong? «Certamente. Lavorare con organizzazioni non governative, come Ucodep ad esempio, ci ha aperto al lavoro diretto sui progetti, soprattutto all’estero, cosa che prima non avevamo mai fatto. Un esempio significatamente positivo, lo abbiamo avuto in un contesto particolarmente complesso come il Libano, dove, insieme ad Ucodep, abbiamo realizzato i Mercati della Terra. Un esperimento innovativo anche per la cooperazione italiana, con la vendita diretta dei prodotti da parte dei contadini. Un esperienza importante
che ha riscosso l’approvazione di tutti i soggetto coinvolti e che è stata possibile solo grazie a un ampio e continuativo lavoro di rete a livello internazionale». La rete. Un tema centrale anche per Terra Madre. E per la crescente Rete di Terra Madre Toscana… «Terra Madre, anche nella sua versione Toscana, rappresenta una scommessa su cui c’è ancora molto da investire e da fare. Quando si parla della costruzione di una rete, come questa, dobbiamo capire che o si riesce ad innescare meccanismi di valorizzazione diretta per i produttori o il tutto rischia di diventare solo “belle parole”. In Toscana un progetto come questo funziona perché c’è una realtà politica straordinaria, una forte presenza delle Istituzioni e di associazioni che lavorano in questa direzione, a livello regionale, nazionale e internazionale, da anni. Trasferire questo in altre realtà non è invece così facile. Per questo penso che Terra Madre Toscana possa fare da modello per altre realtà». nereale andino, Ecuador
La quinoa, un antico grano andino da salvaguardare, Cotacachi, Ecuador, Ecuador Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
a cura di David Mattesini, Ufficio Identità e Comunicazione Ucodep
In Toscana un progetto come questo funziona perché c'è una realtà politica straordinaria, una forte presenza delle Istituzioni e di associazioni che lavorano in questa direzione, a livello regionale, nazionale e internazionale, da anni
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SPECIE E POPOLI DA NON DIMENTICARE di David Mattesini, Ufficio Identità e comunicazione Ucodep
L’agricoltura da sempre ricopre un ruolo fondamentale in tutte le società umane. Dal Sud America all’Africa, essa determina il modo di vivere di ogni comunità modellandone abitudini alimentari e abitative, l’abbigliamento, l’organizzazione del lavoro, la cultura e le feste.
In un periodo in cui i costi delle materie prime e degli alimentari suscitano non poche ansie, la sicurezza alimentare assume un significato ancora più importante. Tuttavia, essa va di pari passo con la sicurezza degli agricoltori, e quest’ultima a sua volta, è legata al mantenimento della biodiversità. In questo senso, la ricostruzione di una filiera produttiva e commerciale attorno a prodotti “dimenticati” o sottoutilizzati dalla grande agricoltura o da abitudini di consumo standardizzate, permette il rafforzamento dei legami comunitari e identitari, gettando le basi per uno sviluppo locale endogeno, ossia in grado di avanzare autonomamente nel lungo periodo.
Tutelare specie vegetali e identità culturali E proprio la promozione di agrobiodiversità, lo sviluppo locale e il rafforzamento di reti di cooperazione decentrata sono gli obiettivi al centro del progetto promosso da Ucodep, Acra, cofinanziato da Ifad, avviato a inizio 2008 in Ecuador, Marocco e Senegal. L’intervento mira infatti a promuovere e tutelare quelle che, a livello internazionale, sono definite Neglected and underutilized species (Nus), le migliaia di specie vegetali dimenticate, nonostante che il loro valore nutritivo e culturale, oltre che naturalistico, abbia segnato la storia di molte comunità. La promozione dell’agrobiodiversità in questi
Il lavoro agricolo: un patrimonio culturale e identitario da tutelare e tramandare di generazione in generazione. Cotacachi, Ecuador Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
Colombia
Cotacachi
Reserva de Cuyabeno Oceano Pacifico
Quito
ECUADOR Perù
paesi diviene così anche una battaglia in tutela dei beni comuni e dei diritti dei popoli indigeni, attraverso una gestione comune e arricchente di terra, acqua e sementi. Promuovere l’accesso al mercato interno ed esterno Gli articolati obiettivi del progetto prevedono prima di tutto un incremento qualitativo e quantitativo della produzione di alcune colture tradizionali, con forte attenzione al rafforzamento dei gruppi produttivi in aree marginali, in particolare femminili. Questo processo viene accompagnato quindi da azioni di marketing e strategie promozionali per il commercio nazionale e internazionale.
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dossier La promozione dell’agrobiodiversità in Ecuador, Marocco e Senegal, diviene così una battaglia a tutela dei beni comuni e delle specificità culturali
I risultati di un raccolto basato su concimi organici, Cotacachi, Ecuador Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
L’obbiettivo è cercare di favorire un maggiore accesso al mercato anche ai gruppi più marginali. Un ruolo centrale sarà ricoperto poi dallo sviluppo e dalla promozione del turismo responsabile, caratterizzato da attività agrituristiche, dove viene incentivato l’impiego femminile. I patner Tra i partner più significativi coinvolti in questa prima fase del programma, segnaliamo Ctm Altromercato, attore di riferimento a livello italiano ed europeo nel settore del commercio equo e solidale, e l’Associazione Italiana di Turismo Responsabile (Aitr) con la sua rete in Italia, Francia e Spagna. Passa anche da queste collaborazioni infatti un’intensa azione di supporto alla creazione di partenariati strategici tra comunità a livello nazionale ed internazionale, in grado di rafforziare le reti esistenti e incrementare iniziative di cooperazione decentrata tra istituzioni locali, Ong, settore privato, media, associazioni di produttori e Università. Fondamentale per questo sarà anche la
stretta collaborazione con istituzioni internazionali quali Ifad, Fao (programma Giahs) e Bioversity International. n
Sostieni anche tu i produttori dell'Ecuador c/c postale 14301527
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DALLA PARTE DEI PICCOLI PRODUTTORI Prosegue l’impegno di Ucodep nella zona della Riserva Naturale del Cuyabeno. Dopo il lavoro per la tutela della biodiversità nell’area svolto negli ultimi anni, nasce infatti un nuovo progetto per la valorizzazione delle risorse agroforestali e delle potenzialità commerciali di questa ragione ecuadoriana. Beneficiari diretti saranno circa 450 famiglie appartenenti alle comunità contadine e indigene delle zone marginali della regione di Sucumbios. In una Provincia in cui, a partire dagli anni sessanta, l’intensa attività di estrazione petrolifera, dei cui proventi poco beneficiano nella regione, ha modificato radicalmente l’equilibrio degli ecosistemi locali, e in cui si risente pesantemente delle conseguenze del conflitto nella vicina Colombia, è fondamentale lavorare con le famiglie (spesso provenienti da altre aree del paese) e comunità locali per favorire una gestione sostenibile delle risorse naturali e forestali. Un riappriopriamento territoriale che dovrà transitare inevitabilmente, secondo le finalità del progetto, attraverso la
riattivazione del settore agricolo, basandosi sulla valorizzazione di coltivazioni tipiche locali e l’utilizzazione di sistemi di produzione a basso costo ed ecosostenibili. L’obbiettivo è giungere, dove sia possibile, a certificazioni biologiche e del commercio equo, che aumentino tra l’altro il valore dei prodotti. Strettamente interconessa con questa strategia sarà quindi l’appoggio alla creazione di una filiera commerciale più corta, incentivando la vendita dei prodotti nel vicino mercato di Lago Agrio e nella creazione di nicchie protette sul mercato nazionale. Le produzioni privilegiate saranno il cacao, il caffè e la frutta, grazie anche alla dotazione di specifici strumenti di marketing soprattutto verso donne e giovani delle comunità interessate. Il progetto, partito nel 2008, vedrà il cofinanziamento dell’Unione Europea, e si avvarrà del prezioso contributo di diversi partner locali, tra cui l’associazione di produttori Aroma Amazonico, il Ministero dell’Ambiente, ISAMIS ed altre importanti realtà.
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SOPRAVVIVERE A SUD DI HEBRON... Intervista a Francesco Rigamonti, Responsabile progetto Ucodep in Palestina
Un contesto naturale e umano ostile ha compromesso la sicurezza alimentare dei pastori palestinesi. Ucodep sta intervenendo per garantirne la sopravvivenza, grazie ad un progetto finanziato dall’Ufficio per gli aiuti umanitari della Commissione Europea (Echo).
Il progetto, che durerà 11 mesi, è iniziato a Marzo e si rivolge alle famiglie di allevatori che abitano i villaggi a Sud della West Bank, collocandosi in sinergia con i progetti di sicurezza alimentare che Ucodep sta portando avanti da 3 anni in Palestina a Jenin, Nablus, Tubas e nella valle del Giordano.
In quale il contesto ci troviamo ad agire? «Siamo a Sud di Hebron, lungo la strada 317 e a Massafer Yatta, una delle zone più povere della Cisgiordania. 425 le famiglie beneficiarie che abitano questa zona desertica, priva di servizi di base: molti vivono in grotte o tende e praticano
Tubas
Israele
PALESTINA Nablus
Giordania
Ramallah Betlemme Gerico Hebron Mar Morto
Essere allevatore in Palestina oggi, un mestiere difficile. L’accesso ai pascoli dove far nutrire i propri animali è spesso ostacolato dalle misure di sicurezza israeliane. Cisgiordania. Foto: Alberto Conti/Ucodep ©
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la pastorizia. Carne e latte di ovini o caprini sono destinati all’autoconsumo e, in parte, alla vendita: carne di agnello e, in minor quantità, prodotti caseari che vengono venduti a Yatta, sede del mercato. Massafer Yatta è una zona ad alto interesse strategico per l’esercito israeliano, utilizzata per esercitazioni militari. Il governo Israeliano non ha tuttavia ancora completato in quest’area la costruzione del Muro che dovrebbe circondare l’intera Cisgiordania e quindi i palestinesi la utilizzano per recarsi illegalmente in Israele a cercare lavoro. La presenza di un’area militare e le misure di sicurezza per bloccare i palestinesi che cercano di entrare in Israele
dossier
Le condizioni di vita delle famiglie di allevatori a Sud di Hebron sono sempre più precarie. Cisgiordania Foto: Alberto Conti/Ucodep ©
Siamo in una zona ad alto interesse strategico per l’esercito israeliano. Una recinzione impedisce ai lavoratori illegali della West Bank di recarsi in Israele limitano e condizionano ulteriormente gli spostamenti di uomini e greggi verso pascoli e servizi - scuole, ospedali, mercati - ostacolando la viabilità intorno alla città di Yatta, lo sbocco commerciale più importante.» Condizioni di vita veramente difficili quindi…. «Direi proprio di sì. E come se non bastasse, i coloni israeliani dei vicini insediamenti sono molto aggressivi, sia contro i pastori, a cui impediscono l’accesso ai pascoli, sia contro gli stessi volontari internazionali. A peggiorare ulteriormente la qualità della vita degli abitanti della zona è stato l’aumento dei prezzi del foraggio, aumento non compensato dal guadagno nella vendita di prodotti caseari o della carne. I piccoli allevatori sono sempre più spesso costretti ad acquistare a credito, un credito che hanno difficoltà a ricevere dovendo quindi ricorrere, come extrema
ratio, alla vendita di parte delle greggi. Infine la siccità, che negli ultimi tre anni ha colpito pesantemente la regione, si è ulteriormente aggravata quest’anno. Basti pensare che il 90% dei nostri beneficiari ha le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana, vuote.»
indebitarsi ancora di più per l’acquisto del foraggio. Si forniscono kit veterinari, consulenze e strumenti di formazione in campo veterinario, al fine di tutelare la salute degli animali e incrementarne la produttività e si fornisce supporto a quei pastori, sempre meno numerosi, che ancora portano avanti la tradizionale transumanza verso i pascoli nel nord della Valle del Giordano. Piccole azioni che, lo speriamo, possono contribuire in tempi brevi a garantire alle popolazioni del Sud della West Bank un tenore di vita dignitoso». n
Quale è quindi il nostro ruolo? «In questo contesto è difficilissimo operare in campo infrastrutturale; si cerca quindi di aiutare i pastori distribuendo foraggio e sementi selezionati, in modo che non siano costretti a vendere il bestiame per far fronte ai debiti, o a
a cura di Anna Pasquale, Ufficio Identità e comunicazione Ucodep
ll 90% dei nostri beneficiari ha le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana vuote
Info francesco.rigamonti@ucodep.org
ECHO Nel 2006 Ucodep ha ottenuto da parte di Echo il contratto quadro per lavorare con l’Unione Europea su progetti di emergenza, post emergenza e prevenzione disastri. Echo, l’Ufficio per gli aiuti umanitari della Commissione europea, interviene a sostegno delle vittime di disastri naturali e conflitti al di fuori dell’Unione Europea lavorando assieme ad altri organismi
internazionali con cui stringe degli “accordi di collaborazione”, una sorta di contratto per raggiungere l’obiettivo comune: gestire al meglio l’emergenza. L’aiuto è garantito in maniera imparziale, a prescindere da razza, etnia, gruppo, religione, sesso, età, nazionalità o affiliazione politica delle vittime.
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UNA RETE DI GIUSTIZIA ECONOMICA di David Mattesini, Ufficio Identità e comunicazione
La crisi del settore del caffè, che a fine anni '90 ha fatto crollare i prezzi del 70% interessando circa 25 milioni di produttori nel mondo, rischia oggi di ripresentarsi. La maggior parte dei Paesi colpiti dalla crisi si trova nell’area dell’America Centrale e dei Caraibi. L’industria del caffè ha prodotto, nel 2002, introiti per 70 miliardi di dollari, il 93% dei quali rappresenta gli introiti del settore della trasformazione e commercializzazione e solo il 7% resta ai produttori. Le cause della crisi attuale sono fondamentalmente due: la concentrazione del mercato nelle mani delle “Big Four” (quattro multinazionali: Nestlè, Sara Lee, Procter&Gamble e Kraft) e la sovrapproduzione. A ciò si aggiunge
l’alta volatilità dei prezzi, determinati dalla Borsa di New York, che colpisce soprattutto i piccoli produttori diretti, che costituiscono circa l’85% del totale dei produttori. I cafetaleros che in questi anni hanno investito in una produzione di caffè qualità e che sono in grado di vendere direttamente un prodotto finito, processato e di qualità, sono oggi però molto meno vulnerabili che a fine anni ’90 e stanno uscendo dalla povertà.
Oceano Atlantico
Salcedo REPUBBLICA DOMINICANA Haiti Sierra de Neyba
Bonao Santo Domingo
Mar dei Caraibi
Le comunità dei produttori della Repubblica Dominicana sono oggi meno vulnerabili di fronte alla crisi dei prezzi del caffè. Provincia di Monseñor Noel, Repubblica Dominicana Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
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dossier Le cause della crisi attuale sono fondamentalmente due: la concentrazione del mercato nelle mani delle “Big Four” (quattro multinazionali: Nestlè, Sara Lee, Procter&Gamble e Kraft) e la sovrapproduzione Il peso socio-economico del settore nell’area Il caffè rappresenta nei Paesi dell’area dell’America Centrale e dei caraibi frazioni del Pil che vanno dal 2 al 6%. Questa percentuale è nettamente più rilevante qualora si riferisca al Pil del settore agricolo, giungendo a rappresentare il 40% nel Salvador, il 25-30% in Guatemala e Nicaragua ed il 20% in Costa Rica. In Honduras, grazie all’escalation di produzione della seconda metà degli anni ‘90, rappresenta oggi circa il 50% del Pil di settore, il 22% delle esportazioni. Oltre a essere una fonte di reddito, l’attività cafetalera è la prima “generatrice” di lavoro per l’economia Regionale. Soprattutto nella coltivazione, raccolta ed elaborazione del prodotto finale. In Costa Rica la mano d’opera legata al caffè rappresenta il 4.5% della mano d’opera nazionale e il 21% della mano d’opera impegnata in attività agropastorali, percentuale che raggiunge il 30% in Nicaragua. In Guatemala l’11% della popolazione economicamente attiva è occupata nel settore del caffè. In Honduras circa 64.000 famiglie coltivano caffè ed è fonte di 350.000 impieghi permanenti nell’area rurale. Caso a parte è ancora la Repubblica Dominicana, dove, nonostante le grandi potenzialità, i quantitativi prodotti sono ancora, sui livelli complessivi, sostanzialmente marginali. Repubblica Dominicana. Un’esperienza sedimentata La caduta dei prezzi del caffè del 75% nell’arco dagli anni ’90 in poi ha causato l’abbandono delle coltivazioni da parte di molti produttori ed a ciò si è sommato, nel tempo, un continuo processo di erosione dei suoli, ancora più gravemente colpiti dal susseguirsi di tempeste tropicali degli ultimi anni. Ma l’area montagnosa presenta caratteristiche ambientali e climatiche perfettamente compatibili con la produzione del caffè, potendosi qualificare nel mercato per
Le cause della crisi attuale sono fondamentalmente due: la concentrazione del mercato nelle mani delle “Big Four” (quattro multinazionali: Nestlè, Sara Lee, Procter&Gamble e sulla qualità del prodotto rappresenta una via di uscita Investire dalla povertà, Repubblica Dominicana Foto: Dario Gil Pichardo/Ucodep ©
la propria qualità. Per questo Ucodep ha avviato nel 2001, nella provincia di Salcedo, a Nord del paese, un progetto di riqualificazione e riorganizzazione produttiva e commerciale del caffè, che, puntando sulla qualità del prodotto, ha favorito anche la nascita di un consorzio di produttori (Coscafè): nel giro di 5 anni le attività promosse dal Consorzio, che mirano alla vendita diretta di un caffè di qualità già processato (saltando cioè gli intermediari) hanno permesso un incremento del reddito per produttore pari al 360% e coinvolto sempre più
Beneficiari diretti? Circa 2.000 cafetaleros tra Repubblica Dominicana, Guatemala, Honduras, Salvador, Costa Rica e Nicaragua produttori, fino agli oltre 100 attuali. Le produzioni di Coscafè, biologiche certificate, stanno conquistando crescenti quote di esportazione verso importatori internazionali come “caffè verde” e una parte è torrefatta e distribuita in Europa
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DOSSIER Nel giro di 5 anni le attività promosse dal Consorzio hanno permesso un incremento del reddito per produttore pari al 360% dalla Caffè River di Arezzo con il marchio Caffè Jamao, marchio distribuito anche attraverso i canali del commercio equo e solidale (www.jamao.com). In sostegno dei Cafètaleros: il valore aggiunto delle produzioni tipiche Proprio da un backgroud di esperienze come quella del Caffè Jamao, che accomuna anche altre realtà di differenti paesi caraibici, nasce a fine 2007 Cafè y Caffè. Un programma molto esteso, anche geograficamente parlando, che mira a migliorare il tenore di vita dei piccoli produttori di caffè delle comunità rurali di montagna, riducendone la vulnerabilità socio-economica e culturale ed aumentando la sostenibilità delle coltivazioni. Beneficiari diretti? Circa 2.000 cafetaleros tra Repubblica Dominicana, Guatemala, Honduras, Salvador, Costa Rica e Nicaragua.
Café y Caffè, cofinanziato dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, coordinato dall’Istituto Agronomico per l’Oltremare di Firenze, in collaborazione con il Cfc. (Common Found for Comodities), l’Ico (International Coffee Organization), a Fondazione Slow Food per la biodiversità, Ucodep e vari partner locali, si fonda sul principio della valorizzazione di qualità di un prodotto tipico come fonte di reddito e miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali, valorizzazione e tutela del territorio e di un’identità culturale ad esso connessa. Ad Ucodep, in qualità dei requisiti di “competenza tecnica, conoscenza del territorio e radicamento nella realtà locale”, acquisiti nell’arco di un’esperienza ultradecennale svolta assieme al Comitato Aretino per la Cooperazione Decentrata con la Repubblica Dominicana nella zona di Salcedo e del lavoro fatto insieme a Slow Food sul presidio del caffè Los Bolos della Sierra Cafetalera di Neyba, è affidato il compito di rafforzare le capacità delle associazioni locali di cafficoltori nella produzione di caffè di qualità, gestione post-raccolta, controllo qualità, promozione e commercializzazione del prodotto.
Un importante passo in avanti verso un concreto sostegno alle produzioni locali di due varietà di caffè arabico, rinomate per le peculiarità organolettiche acquisite con la coltivazione ad alta quota: Typica e Caturra. Nelle sole aree di Neyba e Salcedo saranno infatti 1.100 in totale i piccoli produttori e i soggetti economici coinvolti. Riuniti in una cooperativa, in una associazione di produzione biologica ed in quattro nucleos. Allineare le produzioni con gli standard internazionali Allineare le produzioni locali con gli standard di qualità richiesti dal mercato internazionale. Questa la scommessa che ci troviamo di fronte ad oggi. Al termine del progetto i produttori interessati alle attività del programma disporranno infatti di attrezzature adeguate per la lavorazione, l’essiccazione, la selezione e per l’analisi organolettica del prodotto. Un passaggio cruciale per consolidare nel tempo una produzione, al contempo sostenibile e di qualità, divenuta ormai celebre nel mondo. n Info lorenzo.ridi@ucodep.org
L’ALTRA FACCIA DEL TURISMO A differenza di altri paesi del sud del mondo, la Repubblica Dominicana è oggi una destinazione turistica affermata sul mercato internazionale. Il turismo qui sta divenendo indiscutibilmente protagonista di un processo di sviluppo economico che sta rapidamente trasformando il paese facendone crescere le opportunità di reddito e di occupazione. Il settore turistico costituiva già il 7% del Pil nel 2003 e la maggior fonte di crescita dell’impiego circa il 23%, oggi tale incidenza continua a crescere. A fronte però di tali benefici, si deve tener conto degli effetti negativi che il turismo di massa ha provocato nell’isola: dominio monopolistico dei tour operatori che vendono un’immagine stereotipata del paese (turismo di playa y sol), e dunque offrono un prodotto omogeneo con pochissime aperture alla diversificazione; concentrazione dell’offerta turistica esclusivamente sulla costa (Punta Cana, La Romana, Puerto Plata), con l’esclusione delle zone interne; la presenza di un grossa componente di turismo sessuale; forti problemi di esclusione sociale ed economica delle comunità locali dalla ripartizione degli utili derivanti dal turismo che non ricadono sul territorio locale. A fronte di tali problematiche, l’impegno sempre maggiore del Governo dominicano a sanare le esternalità negative di tale modello turistico. Anche da qui parte il lavoro di Ucodep e del Comitato Aretino per la Repubblica Dominicana, che si indirizza da anni alla promozione di forme economiche diversificate: i percorsi di turismo responsabile. Una valida alternativa per la sussistenza delle comunità locali, soprattutto nelle zone dell’entroterra del paese, ancora non raggiunte dal turismo di massa. Il valore aggiunto dato dalla diretta gestione degli attori locali coinvolti, che hanno una diretta ricaduta degli utili del turismo,
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evita così la loro emigrazione dalle zone rurali, lo snaturamento della matrice agricola delle popolazioni e la perdita dell’identità culturale. Su questa strada ha lavorato sino da oggi la Ruta del cafè di Salcedo, su questa strada continueremo nel prossimo futuro con un nuovo progetto nelle aree dei Distretti Municipali di Bonao e Salcedo, tra le montagne delle Provincie Monseñor Nouel e Hermanas Mirabal. Due i patner locali coinvolti. Il Consorcio Seguimiento del café composto da 115 membri attivi, produttori del caffè di qualità Jamao e La Federación campesina hacia el progreso. Un’organizzazione senza scopo di lucro fondata nel 1979 dopo il passaggio dell’uragano David, che lasciò nella miseria 3000 famiglie e obbligò il 65% di esse ad emigrare dalla zona montagnosa alla zona piana della Provincia Monseñor Nouel. Principali risultati attesi? Un aumento del 30% del flusso ecoturistico e il rispetto delle norme di qualità della Ruta del Caffè dominicano. Previsti infatti nuovi percorsi di valorizzazione in tutta l’area del Rio Yuna. Conseguenza diretta, le nuove opportunità lavorative per i giovani ed un aumento dei redditi per le famiglie delle comunità della Ruta del Caffè dominicana riducendone così l’emigrazione per ragioni di mera sussistenza. Un’occasione in più per la valorizzazione di un territorio unico al mondo.
Info e prenotazioni
www.larutadelcafedominicano.org www.jamao.com www.ucodep.org
dossier
camerun. Sviluppo rurale di Stefania Spapperi, Responsabile Ufficio Africa Sub-sahariana Ucodep
Il progetto “Sviluppo rurale integrato per gli abitanti di Haut Knam”, promosso dal Comune di Bucine in Camerun grazie al contributo della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, a cui hanno aderito diversi Comuni del Valdarno e della Val di Chiana, sta mostrando i primi risultati. In una zona in cui circa il 90% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, con un alto tasso di mortalità infantile e la malaria quale principale causa di morte, abbiamo deciso di lavorare insieme alle comunità e istituzioni locali sia per migliorare le strutture sanitarie pubbliche - prive di acqua corrente - sia incrementando e diversificando il reddito delle famiglie. Tutto ciò, in risposta a un progressivo aggravamento delle difficili condizioni di vita delle popolazioni locali, che negli ultimi mesi hanno visto aumentare vertiginosamente il prezzo dei beni alimentari; nel marzo scorso le manifestazioni di protesta che hanno interessato anche il distretto di Haut Knam e che sono sfociate in episodi di violenza, causando circa 100 vittime. Tra le prime attività in risposta ai bisogni
della popolazione, con particolare attenzione a donne e bambini, vi è stata la realizzazione di fontane da sorgente, destinate ad uso comunitario, e la riabilitazione e l’allacciamento alla Benin rete idrica di un primo “centro di salute Chad integrata” nel Comune di Bakou. Al fine Nigeria Togo di incrementare il reddito familiare, l’impegno è quello di promuovere la Repubblica Ghana Centrafricana Haut Knam trasformazione delle produzioni agricole CAMERUN di competenza femminile, per aumentarne Yaoundé la quantità e qualità in modo che il Oceano Atlantico Ruanda surplus produttivo possa essere destinato a fini commerciali. Sono state quindi Congo Gabon acquistate presse per produrre olio da palma commestibile e piccole macine per trasformare la manioca in gari, una sorta di farina che rappresenta un alimento di Concrete attività di miglioramento base per la popolazione camerunense e delle condizioni di vita, rese possibili che, venduto, rappresenta una importante anche grazie a Insieme per il Camerun, fonte di reddito. iniziativa promossa dai Comuni di Bucine, Castelfranco di Sopra, Cavriglia, Civitella in Val di Chiana, Laterina, Montevarchi e Terranuova Bracciolini in collaborazione con Ucodep, che mira, attraverso specifici eventi (come il concerto dei Marlene Kuntz a Montevarchi lo scorso giugno) a raccogliere fondi aggiuntivi per combattere la povertà a Haut Knam. n
Insieme per il Camerun:
Acqua, salute, cibo abbiamo bisogno anche del tuo aiuto.
Dona ora Sostenere le donne in agricoltura. Una chiave per lo sviluppo locale Foto: Fernando Poccetti/Ucodep ©
c/c postale 14301527
Il tuo aiuto può fare la differenza Info stefania.spapperi@ucodep.org UCODEP | NOVEMBRE 2008
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Bibliografia sul tema: Cibo, cultura, alimentazione, biodiversità a cura del Centro di Documentazione “Città di Arezzo” e di Lorenzo Luatti, ricercatore del Centro di Documentazione Città di Arezzo e di Ucodep
Buratti M., La biodiversità, il Mulino, Bologna, 2007, 129 pp. Un’introduzione interessante al significato e alla funzione della biodiversità osservata da differenti angolazioni e a vari ordini di grandezza, dal DNA alla rete globale del vivente sul nostro pianeta. Stimolante l’ultima parte, in cui si parla dell’importanza della biodiversità per la conservazione e il rinnovamento di tutte le forme di vita, primariamente di quella del nuovo “padrone di casa”, homo sapiens sapiens. Sicurelli D., Divisi dall’ambiente. Gli Usa e l’Unione europea nelle politiche del clima e della biodiversità, Vita e pensiero, Milano, 2007, 150 pp. Perché Ue e Usa appaiono così divisi sui temi della politica ambientale, tanto che mentre l’UE ha assunto la guida dei negoziati sull’ambiente, gli Usa rifiutano di ratificare accordi internazionali su temi cruciali come il clima o gli organismi geneticamente modificati? Dalla metà degli anni ‘90 l’acuirsi di questa divergenza ha attivato una nuova “frattura transatlantica”, spesso trascurata dai politologi, eppure altrettanto rilevante di quelle manifestatesi nel campo della politica estera o della sicurezza. L’autrice cerca di illuminarne le ragioni più profonde, e per farlo rilegge i recenti episodi che hanno visto coinvolti Usa ed Europa sulle questioni ambientali attraverso le teorie delle relazioni internazionali. Singer P., Mason J., Come mangiamo. Le conseguenze etiche delle nostre scelte alimentari, Il Saggiatore, Milano, 2008, 381 pp. Per illustrare concretamente le conseguenze etiche e sociali delle scelte alimentari, gli autori selezionano e analizzano i comportamenti di tre famiglie americane dalle abitudini alimentari molto differenti: una che si rifornisce presso un grande supermercato e frequenta abitualmente i fast food, una che acquista preferibilmente alimenti biologici e infine una che segue una dieta rigidamente vegana. Grazie a un’accurata indagine sul campo, gli autori verificano la provenienza di
tutti gli alimenti in questione, scontrandosi a volte con l’omertà delle multinazionali. Neresini F., Rettore V. (a cura di), Cibo, cultura e identità, Carocci, Roma, 2008, 151 pp. I contributi raccolti nel volume convergono sul tema centrale della relazione fra cibo, cultura e identità nel contesto della società italiana contemporanea. Dietro al consumo del cibo si nasconde infatti anche la costante ricerca di un segno di distinzione e dunque di identificazione. Il bisogno di risorse sempre nuove con cui placare l’incessante richiesta di riconoscimento che proviene dalla debolezza delle nostre identità. Chef Kumalé, Il mondo a tavola. Precetti, riti e tabù, Einaudi, Torino, 2007, 190 pp. Chef Kumalè è un gastronomo, uno scrittore, un antropologo appassionato e specializzato dei sapori del mondo. Sfruttando la sua amplissima esperienza a contatto con le cucine del mondo Chef Kumalè affronta in questo libro diversi temi: il cibo come simbolo; la globalizzazione dei mercati e dei flussi migratori per capire il modo in cui cambiano gli stili di consumo alimentare degli italiani; l’esotizzazione del gusto, tra cucina etnica, fusion e world food ecc. Bertapelle F., Ascolta i campi di grano. I misfatti dell'industria agroalimentare e l’alternativa del cibo naturale intero, EMI, Bologna, 2008, 144 pp. Un saggio sull’alimentazione, dove si mostrano le distorsioni e anche l’assurdità dell’attuale modello di sviluppo. Indicando che è possibile percorrere un’altra strada, l’autore traccia un manuale pratico per chi vuole sviluppare nuovi stili di vita, in armonia con l’ambiente e con la qualità alimentare che l’industria agroalimentare ha sempre più difficoltà di garantire. Tanti i testimoni, sconosciuti e non, del nostro tempo, presenti nel libro. AA.VV., Terra Madre. 300 Presìdi e 1200 comunità del cibo nel mondo, Slow Food, 2007. Agli agricoltori, ai pescatori, agli artigiani che quotidianamente nutrono il mondo, assecondando i ritmi della natura, tutelando
l’ambiente e modellando i paesaggi, è dedicato questo libro. La storia di quanti tra loro parteciperanno alla seconda edizione di Terra Madre, in rappresentanza di 1500 comunità del cibo dei cinque continenti. Di ognuna si descrivono genesi, composizione, tecniche, prodotti, fornendo l’indirizzo di posta elettronica del responsabile. Un catalogo inedito che è anche uno straordinario repertorio di tradizioni, culture, saperi e sapori. Colli M., Colli R., Gallo S., Mangiocosa? L’alimentazione spiegata ai bambini, La Scuola, Brescia, 2007, 127 pp. Un libro, giocoso, sull’alimentazione. Nasce dall’idea di spiegare e documentare, in modo chiaro e divertente per i bambini (e più scientifico per gli adulti, grazie a delle sezioni a loro dedicate), che nutrirsi in modo salutare non solo fa bene ma può rivelarsi molto piacevole. Tra le pagine del libro sono inserite alcune storie, filastrocche, racconti e fumetti, scritti ed illustrati da famosi autori per ragazzi.
La biblioteca del nostro Centro di Documentazione Città di Arezzo ha circa 15 mila volumi sulle tematiche dell’interculturalità, immigrazione, sviluppo, diritti, cooperazione internazionale… I libri sono disponibili per il prestito bibliotecario e interbibliotecario. La biblioteca è aperta tutti i pomeriggi, dal lunedì al venerdì. Il catalogo è online: www.cddarezzo.org www.provincia.arezzo.it/biblioteche L’abuna copto Mina, Gerico - Palestina Foto: Andrea Semplici/Ucodep 2006 ©
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focus on
L’IMPORTANZA DI DARE CONTO di Annarita De Bellis, Responsabile redazione Bilancio Sociale Ucodep
Tutto, ma proprio tutto, su un anno di impegno e solidarietà per costruire un mondo più giusto, raccolto nel nostro Bilancio Sociale 2007.
Grazie all’impegno di tutti i nostri operatori in Italia e all’estero, è finalmente disponibile l’edizione 2007 del Bilancio Sociale di Ucodep. Attraverso questo strumento ci impegniamo, ormai da cinque anni, a rendere conto, in maniera completa e rigorosa, del nostro operato e della gestione delle nostre risorse. Completo, perché ogni nostra attività ha un suo momento di approfondimento nella relativa scheda progetto. Rigoroso, perché fondato su un chiaro e accurato sistema di indicatori quantitativi e qualitativi che permette di misurare e comparare la nostra performance sociale ed economica anno dopo anno. È per Ucodep prima di tutto uno strumento di governance interna attraverso il quale verifichiamo e valutiamo la nostra capacità di rispondere alla mission in coerenza con quelli che sono i nostri valori. E questa valutazione la condividiamo, in maniera pubblica e trasparente, con tutti i nostri principali stakeholder: lavoratori, volontari, soci, finanziatori, donatori, partner. È il legame che unisce tutte le iniziative che Ucodep ha intrapreso negli ultimi anni (Certificazione di Qualità, Adesione all’Istituto Italiano della Adozione, Programmazione strategica, Accordo quadro con i lavoratori) frutto di una politica e di una pratica di gestione trasparente e responsabile.
sia diventato un volume ponderoso. Per questo motivo, per sostenibilità ecologica, già dall’anno passato abbiamo deciso di non stamparlo su carta ma di diffonderlo sotto forma di cd, offrendo comunque la possibilità di scaricarne la versione completa dal nostro sito. A corollario del Bilancio Sociale abbiamo sviluppato anche una brochure sintetica (disponibile in italiano, spagnolo e inglese) che contiene i dati e i fatti basilari dell’azione e dei risultati del
nostro operato nel 2007. E ancora, a Giugno la rivista Ucodep è uscita con un numero speciale interamente dedicato al rendiconto. Speriamo così di offrire le informazioni che interessano a ciascuno di voi, anzi vi invitiamo apertamente a partecipare al processo di definizione dell’informazione contenuta nel nostro Bilancio Sociale, scrivendo le proprie osservazioni e contributi a annarita.debellis@ucodep. org. n
Rendere conto, un impegno di trasparenza e responsabilità verso tutti i nostri stakeholder. Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
La completezza dell’informazione offerta fa sì che il nostro Bilancio Sociale
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Bilancio sociale
Il percorso del Bilancio Sociale di Ucodep: uno strumento in evoluzione Numero 0 - anno 2003: dopo una lunga riflessione sulla metodologia, parte l’avventura del BS con un numero a circolazione interna e con la consapevolezza che avere un primo esperimento, anche se incompleto, fornisce lo stimolo per migliorarlo molto più che aspettare un altro anno nel tentativo di avere un prodotto migliore. Numero 0 e Numero 1 - anni 2003 e 2004: una parte consistente è dedicata alla metodologia, negli anni successivi verrà messa in appendice Numero 1 - anno 2004: vengono cambiate le schede progetto. Tale struttura rimarrà inalterata nelle edizioni successive e sarà ampliata per l’edizione 4 - anno 2007, aggiungendo “i risultati consolidati del progetto negli anni precedenti”. In questo modo la scheda non fornisce solo al lettore ciò che è stato fatto nell’anno, ma è uno strumento aggiornato sui risultati del progetto fino a quel momento. Numero 2 - anno 2005: nella sezione lavoratori viene introdotto il questionario anonimo di valutazione sui principi del documento Lavorare ad Ucodep. Compare per la prima volta la sezione “volontari” nella categoria di stakeholder primari interni e la quantificazione dei beneficiari per specifiche tipologie di azione.
In questo modo si rende più evidente e trasparente il tipo di partenariato che l’associazione ha all’interno della cooperazione internazionale. Nel numero 4 anche l’Unità Italia e l’Unità Comunicazione produrranno la stessa informazione specifica. E’ anche l’anno in cui Ucodep vince L’Oscar di Bilancio Sociale del Sole 24 ore. Numero 3 - anno 2006: tra gli stakeholder viene aggiunta uno specifica sezione su “stagisti e volontari del servizio civile”. Nella sezione partner si passa, per quanto riguarda l’Unità Cooperazione Internazionale, all’esplicitazione di chi sono, raggruppandoli per categorie. Compare la prima edizione “ridotta” per scopi di più agile comunicazione (rapporto annuale) Numero 4 - anno 2007: al rapporto annuale sintetico si aggiunge anche un numero speciale della rivista con funzione di sintesi del bilancio sociale. I risultati del questionario dei lavoratori vengono analizzati non solo per sesso e anzianità lavorativa ma anche per sede di lavoro. All’interno della relazione sociale compare uno specifico paragrafo sulle attività di Campagna e Advocacy e sui beneficiari.
LA FORZA DELLE ALLEANZE
BILANCIO SOCIALE
20 07
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Rendere conto. Un impegno responsabile e trasparente.
Ucodep ha scelto di distribuire a tutti i suoi sostenitori una copia del Bilancio sociale, di modo che ciascuno possa verificare le modalità di gestione ed utilizzo dei fondi di Ucodep. Il bilancio è inoltre disponibile per tutti sul nostro sito web: www.ucodep.org.
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SPECIALE NATALE solidale Un'adozione a distanza, una donazione, l'acquisto dei nostri biglietti di auguri... tanti modi per trascorrere un Natale di solidarietĂ .
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SPECIALE NATALE solidale
TRASCORRI IL NATALE VICINO AI BAMBINI Intervista a Vittoria Puccini, attrice italiana che da anni è a fianco di Ucodep e testimonial per le campagne di adozione a distanza.
Vittoria come è nato il suo impegno a fianco di Ucodep? «Nel 2004, grazie a Ucodep, sono entrata in contatto con una realtà che mi era sconosciuta, quella dei paesi del Sud America, che per alcuni aspetti sono purtroppo comuni a molti paesi del Sud del Mondo. Sono paesi in cui la maggior parte delle persone vive al di sotto della soglia di povertà, con meno di un dollaro al giorno, e ovviamente, i più penalizzati sono i più deboli: i bambini”. Come si è concretizzato il suo impegno? «Mi sono resa conto che ognuno di noi deve fare qualcosa per aiutarli, così ho deciso di sostenere le attività di Ucodep promuovendo le campagne di adozione a distanza per raccogliere fondi e sottoscrivendone una io stessa». Perché ha scelto questa forma di sostegno? «L’adozione a distanza con Ucodep è un gesto importante perché non si limita ad aiutare un singolo bambino, ma sostiene l’intera comunità garantendo un futuro migliore a intere famiglie tramite la realizzazione di progetti che prevedono la costruzione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo come scuole, cisterne o i servizi igienici di base. Ma è un gesto che unisce anche le nostre famiglie: ogni volta che da Ucodep arriva il materiale fotografico e gli aggiornamenti sui progetti condividiamo con i nostri cari i successi raggiunti». Quindi il suo bilancio sull’esperienza di adozione a distanza è positivo? «Assolutamente si, ho potuto verificare io stessa i benefici della mia scelta e la destinazione dei fondi raccolti: in alcune comunità dell’America Latina Vittoria Puccini sostiene da anni le adozioni a distanza di Ucodep, Firenze Foto: Ilaria Lenzi/Ucodep ©
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rid anch'io sono stati già realizzate cisterne, orti scolari, abbiamo potuto migliorare le strutture scolastiche e fornire ai bambini il materiale didattico. Sicuramente c’è ancora molto da fare e per questo continuo a sostenere Ucodep: perché penso che è necessario l’impegno di tutti per combattere la povertà in ogni paese del mondo. Spero che molte persone decidano, come me, di stare dalla parte dei bambini: inoltre il sostegno a distanza è un’esperienza coinvolgente e nello stesso tempo alla portata di tutti, bastano veramente pochi centesimi al giorno». Continuerà a essere a fianco di Ucodep? «Si, ho partecipato all’inaugurazione della mostra “Acqua in arte” a Firenze e io stessa ho decorato una scultura. E’ stata un’occasione per verificare l’importanza dell’impegno degli artisti rispetto a un tema come quello dell’accesso all’acqua e soprattutto quello dei tanti sostenitori che hanno acquistato un’opera d’arte sostenendo così i progetti di Ucodep. Inoltre, insieme ad altri colleghi tra cui Piero Pelù, i Modena City Ramblers, Negrita sono testimonial della campagna PER TUTTI che Ucodep ha lanciato insieme a Oxfam International in difesa del diritto all’accesso ai servizi essenziali. Ho deciso di impegnarmi in prima persona e spero che in tanti si uniscano a noi».n
Un’adozione, una comunità di bambini che può andare a scuola e costruirsi un futuro, Provincia di Monseñor Noel, Repubblica Dominicana Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
a cura di Eisabetta Gasperini, Responsabile Ufficio raccolta fondi Ucodep
L’ADOZIONE A DISTANZA TI AVVICINA # Per attivare il tuo sostegno a distanza o richiedere informazioni, compila e spedisci questo modulo a Ucodep, Via Concino Concini, 19 - 52100 Arezzo. Riceverai la documentazione sul progetto e la comunità beneficiaria e tutte le informazioni per rendere efficace il tuo sostegno.
Nome___________________________________ Cognome____________________________________ Indirizzo_______________________________________________________________________n. _____ CAP_______________________Città__________________________________________Prov._________ Tel.__________ / __________________________Email________________________________________ Scegli il paese da cui vuoi avere informazioni: ®Ecuador ®Vietnam ®Repubblica Dominicana
®Palestina
®Dove c'è più bisogno
Autorizzo Ucodep Onlus al trattamento dei miei dati personali in conformità all’art.13 del D.lgs 196/2003 UCODEP | NOVEMBRE 2008
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speciale natale solidale
UN BICCHIERE D'ACQUA... PER SEMPRE di Elisabetta Gasperini, Responsabile Ufficio raccolta fondi Ucodep
Se gli dai un bicchiere d’acqua calmerai la sua sete oggi… Ma con soli 8 euro al mese avrà acqua potabile per il resto della sua vita.
Acqua, per sempre significa offrire a tutti una possibilità per costruirsi il futuro, Repubblica Dominicana Foto: Fabrizio Becattini/Ucodep ©
Garantire l’accesso all’acqua potabile è uno dei presupposti fondamentali perché migliaia di persone possano uscire dalla povertà. Proprio per questo, come Ucodep, abbiamo scelto di realizzare progetti di cooperazione, in molti dei paesi in cui siamo presenti, che mirano a migliorare le infrastrutture relative all’acqua e, al tempo stesso, siamo impegnati nel chiedere ai governi di rispettare uno degli obiettivi del millennio: ridurre della metà, entro il 2015, il numero di persone che, nel mondo, non hanno accesso all’acqua. Oggi 4.000 bambini moriranno a causa della carenza d’acqua potabile e delle cattive condizioni igieniche. Dare oggi un bicchiere d’acqua non è però un gesto risolutivo: è necessario lavorare sulle infrastrutture e sulla società civile per far si che molte persone possano cambiare il proprio futuro e avere diritto a una vita dignitosa. È necessario un supporto continuativo e duraturo nel tempo, in grado di modificare alla base le cause della povertà e dell’ingiustizia. Per questo è necessario l’aiuto di tutti: basta un piccolo gesto, ma continuativo, per far sì che centinaia di famiglie nel Sud del mondo possano migliorare la propria vita e aver garantito il diritto di accesso ai diritti essenziali: acqua, salute, educazione.
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regali Con l’aiuto dei nostri sostenitori possiamo, ad esempio, cambiare il futuro delle donne del Camerun e dei loro figli, allacciando i loro villaggi alla rete idrica e riabilitando gli ambulatori dove oggi, a causa della carenza di acqua, non ci sono le condizioni igieniche necessarie per la cura e la prevenzione della malaria che rappresenta ancora la principale causa di mortalità. Così come, per esempio, i bambini delle comunità di Cotacachi in Ecuador, grazie
alla costruzione di cisterne per l’acqua potabile, potranno realizzare gli orti scolari, produrre ortaggi e frutta per la mensa scolastica e far così fronte alla malnutrizione. Per garantire tutto questo è necessario dare continuità al nostro lavoro e far crescere le comunità del Sud offrendo loro la possibilità di costruirsi una vita dignitosa: un bicchiere d’acqua risolve il problema di oggi, ma non cambia la vita.
Per cambiare la vita occorre garantire un futuro. Per questo Ucodep chiede a suoi sostenitori di sottoscrivere una domiciliazione bancaria (Rid). Una modalità che ci permette di assicurare un sostegno costante ai nostri progetti: un piccolo gesto che costa poco, ma che offre a migliaia di uomini, donne e bambini ben più di un bicchiere d’acqua. Perché senza acqua non c’è vita, né salute, né istruzione. n
salute acqua e istruzione. per tutti. Bambino in cammino verso una fonte di acqua, Bakou, Camerun Foto: Luca Pianigiani/Ucodep ©
Compila il modulo e rispediscilo in busta chiusa a Ucodep, Onlus via Concino Concini,19 - 52100 Arezzo.
# Nome Cognome Via n° CAP Città______________________________Prov.______________ Codice fiscale Coordinate bancarie: IstitutoBancario______________________________________ n° conto corrente° ABI CAB Telefono____________________________________________ Email_______________________________________________ Scelgo di sostenere Ucodep a cadenza Annuale con euro: ®20 ®30 ®50 ®100 quota libera_______ Mensile con euro: ®8 ®10 ®15 ®20 quota libera_________ Autorizzo Ucodep ad incassare la quota indicata accreditandola sul proprio conto corrente secondo le norme d’incasso del servizio R.I.D. fino a revoca di questa autorizzazione. Data_______________________ Firma________________________________________ __
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speciale natale solidale
ACQUA IN ARTE di Eliana Pitimada, Ufficio raccolta fondi Ucodep
Fonte di vita e causa di conflitto: 110 artisti hanno accettato il nostro invito a riflettere sul tema dell’acqua in una mostra che ha voluto sensibilizzare i visitatori sulla necessità di garantire a migliaia di persone l’accesso all’acqua potabile. E di raccogliere fondi per i nostri progetti. Ucodep, in collaborazione con il Centro Unesco di Arezzo e Unric - Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, ha organizzato una mostra che si è tenuta dal 16 maggio al 4 giugno 2008 presso la Galleria di Arte Contemporanea di Arezzo e dal 14 al 22 giugno, presso la Pinacoteca del Consiglio Regionale della Toscana a Firenze. Oltre cento artisti di rilievo, toscani e non, hanno partecipato all’evento donando una loro opera, decorata secondo il proprio stile e gusto, incentrata sul tema dell’acqua. Numerosa ed entusiasta è stata anche la partecipazione dei testimonial di Ucodep e artisti del mondo dello spettacolo che hanno voluto contribuire all’iniziativa decorando alcune sculture di Enzo Scatragli a forma di goccia. La mostra, che ha ricevuto la sponsorizzazione anche di Regione Toscana, Provincia di Arezzo, Comune di Arezzo, Ente Cassa di Risparmio, Aboca e Teletruria, ha trattato il tema da diversi punti di vista con approcci che spaziano
nei generi tradizionali: disegno, pittura e scultura, e non tralasciano gli aspetti sociali, simbolici e spirituali. La grande affluenza giornaliera e la partecipazione di rappresentanti istituzionali e di privati cittadini sia alle due inaugurazioni che durante le esposizioni, così come le richieste di informazioni e contatti hanno confermato il buon esito dell’evento.
e, perché no? Fare un regalo di Natale per sé e la propria famiglia di arte e solidarietà.n
Goccia d’artista decorata da Paolo Hendel, Firenze Foto: Ilaria Lenzi/Ucodep ©
Evento reso possibile solo grazie alla calorosa partecipazione di oltre 100 artisti che ci fa piacer ringraziare per l’impegno, la disponibilità e il messaggio che ci hanno dato donandoci una loro opera d’arte. Ma il nostro ringraziamento è soprattutto per coloro che acquistando un’opera hanno contribuito a finanziare i nostri progetti e le nostre azioni per garantire alle popolazioni dei paesi nei quali lavoriamo l’accesso all’acqua potabile. Ancora oggi è possibile compiere un gesto di solidarietà: basta contattarci e scegliere insieme un’opera da acquistare
È NECESSARIO L’IMPEGNO DI TUTTI.
dipende da te!
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È questo il messaggio che gli artisti ci hanno dato per primi donandoci le loro opere. Anche il tuo contributo è fondamentale. Acquista un quadro o una scultura: avrai l’opportunità di sostenere una giusta causa e aggiudicarti un’opera di grande valore artistico. Puoi richiedere il catalogo all’indirizzo: sostenitori@ucodep.org oppure telefonando allo 0575/1824836
sostenere ucodep Grazie a tutti gli artisti che hanno partecipato a “Acqua in arte” Luca Alinari, Manlio Allegri, Vittorio Angini, Ariberto Badaloni, Carlo Badii, Emanuele Barletti, Maddalena Barletta, Mauro Berrettini, Marcello Bertini, Mario Bettazzi, Biffe, Rosanna Boddi Bronzi, Sestilio Burattini, Andrea Butera, Paolo Butera, Wanda Butera, Annamaria Buonamici, Alessandra Camaiani, Silvano Campeggi (Nano), Dina Cangi, Massimo Cantini, Nado Canuti, Mauro Capitani, Francesco Caporali, Giuliano Caporali, Mario Caporali, Myriam Cappelletti, Cinzio Cavallarin, Sergio Cavallerin, Luciano Ceccherelli, Giuliano Censini, Paolo Chimeri, Amalia Ciardi Dupré, Roberto Coccoloni, Giancarlo Cungi, Paolo Della Bella, Tommaso D’Errico, Lorenzo Donati, Daniela Dragoni, Paolo Fabiani, Giuseppe Fanfani, Luca Fanfani, Alessandro Faralli, Franco Fedeli, Gino Filippeschi, Mirella Forlivesi, Nadia Formentini, Simonetta Fratini, Franca Frittelli, Andrea Gabbriellini, Patricia Garcìa Vélez, Annamaria Gelmi, Giuliano Ghelli, Mauro Gialli, Emanuele Giannetti, Gianfranco Giorni, Giacobbe Giusti, Lucio Gnalducci, Monica Gori, Raffaello Gori, Riccardo Grazzi, Andrea Guerra, Andrea Guerzoni, Amedeo Lanci, Patrizio Landolfi, Gerarda Lo Russo, Raffaello Lucci, Caterina Mariucci, Alessandro Marrone, Pina Martini Salvi, Fabio Masini, Giancarlo Montuschi, Roberto Naccari, Elena Nemkova, Paolo Netto, Mario Nibbi, Yoshin Ogata, Franco Onali, Lamberto Parigi, Elio Pasquali, Onofrio Pepe, Luciano Pera, Lorenzo Piemonti, Dario Polvani, Gianmaria Potenza, Luciano Radicati, Laura Raggioli, Rapini, Tobia Ravà, Sandro Ricci, Giuseppe Rocca, Andrea Roggi, Franco Rotella, Gerardo Sacco, Piero Sbarluzzi, Enzo Scatragli, Lelia Secci, Luca Squarcialupi, Sergio Staino, Sandra Stocchi, Giuseppe Strillozzi, Junya Tanaka, Paolo Antonio Toci, Grazia Tomberli, Fiorenzo Toniutti, Paola Vallini, Piero Vignozzi, Gianni Villoresi e Alessandro Benvenuti, Paolo Hendel, Modena City Ramblers, Negrita, Filippo Nibbi, Piero Pelù, Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi
fai la tua offerta! di Eliana Pitimada, Ufficio raccolta fondi Ucodep Riparte da settembre l’appuntamento di Ucodep on-line. Le gioie di Ucodep, Le grandi firme per Ucodep, Ucodep in rosa sono solo alcune delle aste da noi programmate su eBay.
Gioielli in argento: Anello con brillantino azzurro. 2 collane con pietre colorate gialla e verde acqua. Foto: Eliana Pitimada/Ucodep ©
Partecipando alle aste di Ucodep si ha la possibilità di aggiudicarsi oggetti particolari, gioielli e abiti e di avere l’opportunità di sostenere i nostri progetti. Visita la sezione “Aste di beneficenza”, che ospita le aste delle associazioni non profit e fai la tua offerta! n Nota: Le donazioni a favore di Ucodep sono deducibili o detraibili dal proprio reddito.
eBay è un “marketplace”, ossia una piattaforma su internet che offre ai propri utenti la possibilità di vendere e comprare oggetti sia nuovi che usati, in qualsiasi momento, da qualunque postazione internet e con diverse modalità. Per essere acquirenti i requisiti sono minimi: basta registrarsi sul sito fornendo alcuni dati basilari (indirizzo abitazione per il ricevimento della merce, codice fiscale). (fonte www.wikipedia.it)
Come aiutarci Sei un’azienda? Possiedi un negozio? Conosci qualcuno interessato a donare ad Ucodep dei beni da mettere all’asta su Ebay?
# Per ricevere maggiori informazioni su questa iniziativa, compila e spedisci questo modulo a Ucodep, via C. Concini, 19 – 52100 Arezzo, oppure telefona allo 0575 2418836 Nome ________________________________ Cognome____________________________________________ Indirizzo ________________________________________________________________n. _______________ CAP____________________ Città ___________________________________________ Prov. ____________ Tel. _________________________________ E-mail ______________________________________________
tuoi trasforma i olidarietà! oggetti in s
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VOLONTARIATO
2° INCONTRO NAZIONALE DEI VOLONTARI di Paolo Pezzati, Coordinatore dei volontari di Ucodep
La famiglia dei volontari cresce, si incontra, si confronta e… appuntamento al prossimo anno! Il 26-28 ottobre scorso si è tenuto nella bellissima cornice dell’abbazia di Badia a Ruoti nel Comune di Bucine vicino ad Arezzo, il 2° Incontro Nazionale dei Volontari Ucodep. All’evento hanno partecipato più di 80 volontari, con un picco di 102 persone il sabato mattina, provenienti da varie parti d’Italia. La mattinata si è aperta con una condivisione dell’identità e dei valori dell’associazione: volontari, operatori, soci, hanno parlato di come vivono giorno dopo giorno i valori di Ucodep: giustizia, dignità umana, democrazia, impegno, solidarietà, sobrietà.
Al pomeriggio i volontari hanno ascoltato la testimonianza di un partner di progetto della Bosnia Erzegovina e hanno partecipato agli approfondimenti dei gruppi tematici del sabato pomeriggio. Domenica invece è stata la volta del racconto della attività svolte dai gruppi territoriali ma anche delle altre attività di volontariato quali le traduzioni, la gestione del blog e l’organizzazione della comunicazione in rete. La tre giorni si è infine conclusa con il lancio della campagna PER TUTTI promossa assieme ad Oxfam International sui temi dell’accesso all’acqua, alla salute e all’istruzione.
Ma il raduno è stato soprattutto il momento di incontro tra tutte le persone che pur non conoscendosi hanno sostenuto le attività di Ucodep nei loro territori con tanto entusiasmo. Entusiasmo che ha avuto modo di manifestarsi nella divertente festa del sabato sera durata fino a tarda notte! L’idea è ora quella di partire di slancio con le prime attività nei nostri territori e se possibile coinvolgere ancora più persone dentro i nostri gruppi. Nel frattempo… vi aspettiamo numerosi il 22-24 maggio 2009 per il 3°Incontro nazionale dei volontari!n Volti, audio, video, documenti dell’incontro dei volontari su hpp://volontariperucodep.blogspot.com
Da Badia a Ruoti 2008 un saluto per ritrovarsi insieme il prossimo anno. Foto: Demostenes Uscamayta Ayvar/Ucodep ©
Partecipa anche tu! Il blog dei volontari ti aspetta. Invia un post, carica una foto o contatta gaia.saviotti@ucodep.org per ulteriori informazioni.
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Unisciti ai gruppi territoriali di Ucodep Contatta paolo.pezzati@ucodep.org per scoprire come e cosa fare. UCODEP | NOVEMBRE 2008
MIRANDO AL SUR 2008 di Paolo Pezzati, Coordinatore dei volontari di Ucodep
Un racconto a più voci: il campo di volontariato in Repubblica Dominicana che si è concluso lo scorso 24 agosto e che ha visto la partecipazione di 10 persone provenienti da tutta Italia. Pubblichiamo qui di seguito alcuni estratti delle testimonianze dei volontari che hanno condiviso questa esperienza. Le versioni integrali sono disponibili su http://volontariperucodep.blogspot.com/. «Vi vorrei mostrare una pagina del mio taccuino di viaggio: “Faccio fatica ad alzarmi dopo la festa di ieri sera, abbiamo ballato Merengue e Bachata fino a tardi. A colazione come sempre c’è frutta fresca e caffè, comincia a piacermi la papaya... Poi tutti al lavoro sul sentiero. Le zanzare ci assalgono e il lavoro con piccone, pala e machete è duro, ma continuo a lavorare sognando ancora playa Madama dove siamo stati domenica, una bellissima spiaggia selvaggia raggiungibile solo a piedi e via mare. La sera quando torniamo vedo soddisfatta il nostro lavoro e di quanto abbiamo allungato e sistemato il sentiero. Sono stanca ma è una stanchezza sana che dopo una doccia fresca se ne va e mi dà di nuovo energia per festeggiare anche questa sera con la gente allegra di questo posto”». Caterina
«Un’esperienza completa: il lavoro nel sentiero, con zappa, picconi e machete, tra zanzare, afa tropicale, ma tante risate e chiacchiere; le sere sulla “montagna”, isolati dal resto del mondo, tra il silenzio addolcito da merengue e bachata. Gli occhi e i racconti delle persone con tante storie da scoprire, il riso bianco e i tostones, sapore unico e ormai inconfondibile; le docce gelate della sera, che temprano il fisico e l’animo; la semplicità di una vita che forse avevo dimenticato. […]La Loma di Bonao ci ha lasciato un segno indelebile, ha costruito un legame vero che continua, tra le nostre vite di oggi. Grazie, grazie a tutti per quello che abbiamo creato, oltre il sentiero». Micaela
«Una volta partiti le esperienze si accumulano velocemente; bastano pochi giorni per sentirsi già veterani dei posti e delle situazioni, conoscitori profondi delle persone. I pensieri, le emozioni sono focalizzati lì dove stai vivendo, il proprio passato ed il proprio futuro hanno contorni meno precisi e sono comunque meno importanti del presente. Sei concentrato a fare quello che devi, nello sforzo di dare quel piccolo contributo che è nei propositi, ma vuoi anche prendere, e portare con te a casa al ritorno, un po’ della mentalità, della capacità di vivere situazioni disagiate proprie delle persone del posto». Pino Info Prossimi campi di volontariato paolo.pezzati@ucodep.org
Campo di volontariato, Bonao, Repubblica Dominicana Foto: Claudia Albani /Ucodep ©
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iniziative
un legame lungo dieci anni di Elena Ferrini, Esperta educazione, ex cooperante Ucodep in Repubblica Dominicana
Il 2008 è l’anno in cui il Comitato Aretino la Repubblica Dominicana supera il traguardo dei dieci anni dalla sua istituzione. Ed ecco che in tale occasione nasce la volontà di condividere una riflessione sull’esperienza che per tutti questi anni ha visto protagonista i territori di Arezzo e delle province della Repubblica Dominicana. Tutto nasce nel 1997. Quando per la prima volta viene avviata una collaborazione tra la Provincia di Arezzo e quella di Salcedo (attualmente ribattezzata provincia Hermanas Mirabal) all’interno di un progetto socio-sanitario che a oggi conta oltre 15 province dominicane dislocate in tre diverse aree del Paese, oltre a altri attori toscani e del Centro Italia impegnati in molteplici settori di intervento (educazione, salute, turismo sostenibile, sviluppo rurale, prevenzione disastri). Un percorso lungo e significativo, in cui gli attori che da entrambe le parti hanno partecipato alla costruzione di reti di collaborazione e scambi di esperienze (enti locali, una Ong internazionale e altre organizzazioni del territorio) hanno sentito la necessità di “fare il punto”, di analizzare e valutare non soltanto ciò che è stato realizzato ma come si sono svolti i processi e chi ne è stato protagonista. Da qui la richiesta di collaborazione al Centro Studi di Politica Internazionale (Cespi) che ha condotto un lavoro di approfondimento e analisi sull’evoluzione di questa esperienza, ricostruendola sia in chiave storica che partenariale e mettendo in luce l’evoluzione delle relazioni, le influenze dei diversi avvenimenti e lo stretto legame che sussiste tra relazioni fra attori e iniziative progettuali. I risultati della ricerca, condotta da Raffaella Coletti e Silvia Marteles sia in Italia che in Repubblica Dominicana verranno raccolti in una pubblicazione dal titolo “Arezzo e Salcedo, 10 anni di cooperazione”, vedrà la luce il prossimo ottobre e sarà presentata all’interno del seminario internazionale sulla cooperazione decentrata che si svolgerà ad Arezzo il 21 novembre 2008. Ma gli eventi che celebreranno il decennale non finiscono qui. Nel corso della ultima settimana di novembre ad Arezzo ci saranno numerose occasioni di conoscenza e approfondimento del legame che in questi anni si è costruito fra Arezzo e la Repubblica Dominicana. Si comincia dal Teatro della Bicchieraia, il 21 novembre, con uno spettacolo dedicato alle sorelle Mirabal, eroine di Salcedo; il 22 sera, una cena aperta a tutti gli aretini dedicata ai progetti di adozione a distanza e, dal 24 al 29, una mostra interattiva rivolta agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado della Provincia di Arezzo. Molteplici occasioni per rivivere insieme, anche attraverso uno speciale televisivo (20 novembre, ore 21.50 su Teletruria), dieci anni della nostra storia e ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto e continuano a sostenere questa esperienza.n Info xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx Foto: XXXXXXXXXXX/Ucodep ©
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UCODEP | NOVEMBRE 2008
Oceano Atlantico
Salcedo REPUBBLICA DOMINICANA Haiti Sierra de Neyba
Bonao Santo Domingo
Mar dei Caraibi
Oltre 50 le aule allestite in due anni di attività a sostegno dell’educazione in Repubblica Dominicana. Foto: Elena Ferrini/Ucodep ©
samanta.ferrari@ucodep.org - T. + 39 0575 333363 www.arezzosolidale.org
AGENDA Degli appuntamenti novembre - dicembre 2008
a cura di Lara Marino e Ilaria Lenzi, Ufficio Identità e comunicazione Ucodep
1° Settembre - 30 Dicembre Asta di beneficenza su ebay Al prezzo di partenza di 1 euro abiti firmati, gioielli, scarpe,accessori e molto altro ancora per sostenere i progetti di Ucodep nei paesi del Sud del mondo. http://members.ebay.it/ws/ eBayISAPI.dll?ViewUserPage&useri d=ucodep_onlus Dal 15 ottobre Ogni giovedì mattina, ore 9.00 - 13.00 Ridurre, Riciclare e Riutilizzare Mostra multimediale permanente dedicata a studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado su riciclo, recupero e riutilizzo dei rifiuti. Centro di documentazione Città di Arezzo 10 - 30 novembre (lun - ven: ore 15:00-18:30; sab - dom: ore 10:00-13:00, 15:00-19:00) Mostra del libro interculturale Percorsi di animazione alla lettura per bambini e studenti, incontri con gli autori, esposizione di pubblicazioni, dibattiti ed approfondimenti. Centro di Documentazione Città di Arezzo 28 ottobre - 2 novembre Il Giusto Gusto - Terra Madre Toscana • In tutte le province toscane • 28 ottobre 2008, ore 20:30 - Cene conviviali con i produttori stranieri e toscani • 31 ottobre - 2 novembre 2008 Incontri con la cittadinanza e i produttori stranieri e toscani • A Orbetello (GR), 2 novembre
- Rete di Terra Madre Toscana: dal locale al globale - programma 2009/2010 - convegno internazionale e workshop tematici nell’ambito della Manifestazione “Gustatus” promosso dal Comune di Orbetello che accoglierà produttori e prodotti della Terra di Toscana nei suoi mercatini
in collaborazione con Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la biodiversità Onlus e Regione Toscana
6 novembre, ore 9.30 Microfinanza oggi: ricerca e nuovi spazi di intervento per gli Enti Locali Seminario di approfondimento Consiglio Regionale della Toscana, Firenze in collaborazione con Centro di Documentazione Città di Arezzo
12 novembre Ciclo di incontri “A proposito di Cooperazione” La centralità dell’educazione nei progetti di cooperazione Interviene: Maria D. Rinaldi Cospe Informagiovani di Firenze in collaborazione con il Comune di Firenze
21 novembre Las Mariposas - Storia delle sorelle Mirabal. Recital letterario teatrale dedicato alle eroine della Repubblica Dominicana. Compagnia Laboratorio Danza e teatro di Torino. Ingresso libero. Teatro della Bicchieraia, Arezzo a cura del Comitato Aretino per la Repubblica Dominicana
21 novembre Seminario internazionale 10 anni di cooperazione decentrata con la Repubblica Dominicana Sala dei grandi, Provincia di Arezzo
a cura di Comitato Aretino per la Repubblica Dominicana
22 novembre A cena per la Repubblica Dominicana Cena cittadina alla scoperta di quest’isola e dei progetti di adozione a distanza Centro Affari e Convegni, Arezzo a cura di Slow Food Arezzo 24- 29 novembre Mostra fotografica itinerante Il volo delle Mariposas Gioco di ruolo interattivo sulla tematica delle sorelle Mirabal, eroine di Salcedo e la storia della Repubblica Dominicana durante la dittatura di Trujillo. Dedicato a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado del territorio aretino. Arezzo Factory, Arezzo a cura del circolo Baobab di Arezzo, promosso da Comitato Aretino per la Cooperazione Decentrata
26 novembre Ciclo di incontri “A proposito di Cooperazione” Healt and education for all, la campagna ‘PER TUTTI’ promossa da Ucodep-Oxfam International Interviene: E. Bacciotti - PopMob Campaining Officer - UcodepOxfam International Informagiovani di Firenze
1 - 24 dicembre Tendone di Natale 2008 Mostra mercato dedicata a prodotti artigianali e alimentari dell’economia solidale: commercio equo e solidale, biologico, socialmente responsabile e molto altro ancora. Tante occasioni per conoscere un’altra parte di mondo e creare speciali regali di Natale. Ad Arezzo, San Giovanni Valdarno (AR), San Casciano Val di Pesa (FI) in collaborazione con la Cooperativa Wipala
18 dicembre Assemblea dei soci di Ucodep Edizione straordinaria dell’assemblea per approvare il documento di pianificazione strategica di Ucodep Centro di Documentazione Città di Arezzo Cena di Natale di Ucodep Centro Sociale Agazzi
24 gennaio 2009
Porte aperte a Ucodep
Inaugurazione della nuova sede di Ucodep Via C. Concini, 19 - Arezzo lo stesso giorno verranno inaugurati anche gli spazi a noi adiacenti della Cooperativa Koinè
>>>vi aspettiamo numerosi<<<
in collaborazione con il Comune di Firenze
Maggiori informazioni e aggiornamenti su: www.ucodep.org
UCODEP | NOVEMBRE 2008
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COMMERCIO EQUO
NATALE 2008 di Ilaria Lenzi, Socia della Cooperativa Wipala
Aprirà le porte al pubblico dal 1° al 24 dicembre il tradizionale “Tendone di Natale” che ormai da 20 anni Ucodep e la cooperativa Wipala organizzano nella città di Arezzo, e non solo. Numerose le novità e gli eventi previsti al suo interno... In uno spazio di circa 60 metri quadri sarà possibile fare un viaggio attraverso i 5 continenti del Pianeta: alimentari, artigianato, prodotti per la cura del corpo, giochi per bambini, prodotti editoriali sono solo alcuni degli oggetti che è possibile trovare presso la Mostra mercato equo e solidale, quest’anno promossa ad Arezzo in collaborazione con l’Assessorato alle politiche sociali della Provincia. L’edizione 2008 della mostra mercato, però, offre anche un ricco paniere di attività culturali ed educative. Si comincia da un percorso didattico sul consumo critico e la cittadinanza responsabile, diretto ai bambini di almeno 30 classi delle scuole elementari di Arezzo
e, contemporaneamente, dei giovani frequentatori della nostra Bottega del Mondo a San Casciano Val di Pesa (FI). Si prosegue attraverso uno spazio aperto alla comunicazione e l’informazione, soprattutto visiva, sui temi legati al commercio equo. Una sorta di salotto solidale dove saranno proposte letture di fiabe del Sud del Mondo, mostre fotografiche, proiezioni di filmati, conferenze tematiche in collaborazione con realtà aretine impegnate nell'economia solidale. Una mostra mercato che si propone di promuovere i prodotti, ma anche la conoscenza e la scoperta di una parte di mondo spesso poco nota. E che
Regali per aziende, parenti e amici Stufo del solito spumante e panettone? Ti offriamo una linea personalizzabile di cesti di Natale e gadget con prodotti del commercio equo e solidale, di agricoltura biologica e della cooperativa Libera Terra che coltiva le terre confiscate alla mafia nel Sud Italia. Richiedi il nostro catalogo, con cesti regalo a partire da 5,00 euro, contattaci telefonicamente o passa presso le nostre Botteghe del Mondo: saremo felici di realizzare per te un regalo che parla di solidarietà e responsabilità. Info e prenotazioni: T. 349 4219887 - F 0575 1824872 - info@wipala.org Un regalo solidale ha un doppio valore: oltre alla qualità dell’oggetto in sé regala dignità a chi lo produce. Grazie al commercio equo i produttori del Sud del mondo ricevono un degno compenso per il loro lavoro, non sono sfruttati e possono permettersi di migliorare la propria vita e quella delle loro famiglie, nel rispetto dell’ambiente ed all’interno di rapporti commerciali paritari. I prodotti di Libera terra sono frutto del lavoro di ragazzi/e svantaggiati/e che aderenti alle cooperative sociali Libera terra (afferenti all’associazione di Don Ciotti) possono coltivare i terreni confiscati alla Mafia. n
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UCODEP | NOVEMBRE 2008
anche quest’anno sarà replicata negli altri territori delle nostre Botteghe del Mondo: San Giovanni Valdarno (AR), San Casciano Val di Pesa (FI), Sarteano (SI). Uno spazio reso possibile solo grazie alla presenza dei numerosi volontari che ogni anno (40 solo per l’edizione 2007 ad Arezzo) ci aiutano a promuovere un Natale più responsabile, attento e solidale. Vi aspettiamo, dunque, per curiosare, partecipare, acquistare, fare volontario, conoscerci… n Info carlo.simonetti@ucodep.org www.ucodep.org T. 0575 182481
Auguri di buone feste!
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Vincenzina è un personaggio di Lucrezia Dei e Giuseppe Scapigliati www.vincenzina.net
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...coltivare le tue passioni.
Auguriamoci che ...
Sicuramente sarà... www.ucodep.org
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Caratteristiche tecniche: Biglietto aperto 23x16 cm Biglietto chiuso 11,5x8 cm Carta patinata opaca 300 gr
Grafica: Demostenes Uscamayta Ayvar
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Quest’anno ricordati di...
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mio l e n tosse ano. r e p la am e n e u t i u ing os n n e mi a t e m n h a o c l c si ciò ato c o è i l l d i a b e r r os mo sibil Mali i m s d a o i i p b s , ca eè “Ab i s ottore e o d , c , n o e le ili gi villag cambiare ranza.” Em e pe h s c à o d S mi e a v i mot
Grafica: Demostenes Uscamayta Ayvar
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Quest’anno scegli di fare i tuoi auguri in modo speciale. Richiedi i biglietti di Ucodep per i tuoi amici e la tua famiglia oppure proponili alla tua azienda.
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...un anno con i fiocchi!
... un altro mondo sia possibile.
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Per maggiori informazioni sui biglietti e per ricevere un preventivo, compila il modulo qui in basso ed invialo via fax ad Ucodep allo 0575 1824872 oppure contatta il numero Verde 800.99.13.99 o scrivici una mail a sostenitori@ucodep.org Saremo felici di trovare la migliore soluzione per te.
" Foto: Keiron O’Connor/Oxfam
E SE UNA PERSONA PUÒ CAMBIARE LE COSE… IMMAGINA SEI MILIONI! Il mondo ha bisogno di cure mediche adeguate e di istruzione di buona qualità. I suoi abitanti devono poter usare fonti d’acqua sicure e strutture igienico-sanitarie efficienti. Per questo ci vogliono sei milioni di operatori sanitari ed insegnanti in più e ci vogliono le risorse per garantire a tutti l’accesso all’acqua pulita. E perché ciò sia possibile, c’è bisogno che tu lo chieda agli Stati e ai governi del Mondo. Unisciti ad Emilien. Unisciti al crescente movimento globale che promuove salute, acqua e istruzione per tutti.
® persona ®azienda Nome ________________________________ Cognome ____________________________________ Ditta/Ente ___________________________________________________________________________ Indirizzo __________________________________________________ n° _______________________ Cap ________________ Comune _________________________ Provincia ______________________ P.IVA _______________________________ Persona da Contattare ____________________________ Telefono _________________________________ Fax ______________________________________ Indirizzo e-mail ______________________________________________________________________ Cap ________________ Comune _________________________ Provincia ______________________
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