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Riassunto del testo di Economia politica di Mauro Baranzini. CAP.13-19 Anno Accademico NON SPECIFICATO prof. BARANZINI 12 pp. 61.0 k.B
Autore: Anonimo
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Capitolo 13 13 Il circuito economico 13.1 La contabilità nazionale La contabilità nazionale indica in cifre le operazioni di natura economica che hanno luogo all’interno di una nazione durante un determinato periodo di tempo (di regola un anno). Essa vuole dare un immagine della vita economica del paese e da una risposta sulla domanda quanto della produzione viene consumato, quanto risparmiato e quanto scambiato con l’estero. il circuito economico1 (flussi monetari, rapporti economici)
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sono decisi dagli imprenditori secondo previsioni di reddito se i risparmi > investimenti se i risparmi < investimenti supponiamo che risparmi = investimenti ⇒ estero non importa!
Per la contabilità nazionale questi flussi vanno tradotti in cifre. Il reddito nazionale può essere calcolato in tre modi (senza doppi conteggi): 1. tutti i valori aggiunti delle singole imprese (vendite meno acquisti) 2. redditi ricevuti 3. le spese nazionali (consumo privato + consumo pubblico + entità (Wert) degli investimenti) ⇒ tutte le tre somme devono essere uguali!
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in Italia questi dati vengono elaborati dall’Istat (istituzione generale di statistica)
-313.2 Alcuni definizioni • Prodotto nazionale lordo (Pnl): valore di tutti i beni e servizi prodotti in un anno in una data nazione (tiene conto della proprietà nazionale) Reddito nazionale lordo (Rnl): somma di tutti i redditi generati (e distribuiti) nella produzione del Pnl Prodotto interno lordo (Pil): valore di tutti i beni e servizi prodotti in un anno nei confini di una data nazione (tiene conto della territorialità) • Pnl potenziale: produzione se tutte le forze di lavoro fossero impegnate (96-98% ⇒disoccupazione frizionale) e tutta la capacità produttiva fosse sfruttata (90-95% ⇒riparazioni, revisioni, sostituzioni) Pnl effettivo: valore reale • Prodotto nazionale netto (Pnn): Pnl - ammortamento (rimpiazzi per mantenere la capacità produttiva) Reddito nazionale netto (Rnn): Rnl - ammortamento • Reddito nazionale (Rn): Rnn - imposte indirette (sui prezzi alti artificiosamente) • Pnl a prezzi correnti: produzione di un dato anno in base ai prezzi di quell’anno Pnl a prezzi costanti: deflazionato con degli indici dei prezzi 13.3 I limiti del Pnl come misura del benessere di una nazione Punti positivi del Pnl: Una certa quantità di informazioni in un’unica cifra, definire il benessere, paragonare i nazioni difetti del Pnl: • non ci dà indicazioni sul livello assoluto dei prezzi nelle varie nazioni • deflazione del Pnl a prezzi correnti è difficile • misura cambiamenti quantitativi e non qualitativi (Qualità ↑, prezzi rimangono) • non tiene conto della distribuzione del reddito e della ricchezza tra gli individui • non include tutti i prodotti immessi sul mercato (non monetarizzato, sottratti al fisco) • non include valutazione del tempo libero 13.4 Gli indicatori sociali: indici dei benessere socio-economico accanto ai fattori economici anche fattori sociali, politici ed istituzionali determinano il livello di vita. Condizioni per indicatori sociali: 1. rappresentare una misura generale ed aggregata delle condizioni socio-economiche 2. essere calcolati su archi di tempo abbastanza lunghi 3. riferirsi alle erogazioni (output) piuttosto che alle immissioni (imput) analisi dei fattori: • reddito, ricchezza ed occupazione • educazione • salute pubblica • previdenza e protezione sociale • ordine sociale e gli aspetti istituzionali • alloggio ed ecologia
-4â&#x20AC;˘ aspetti consumistici
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Capitolo 14 14 I flussi del prodotto finale: il modello keynesiano di sotto, sovra e piena occupazione 14.1 I quattro flussi del prodotto finale Pnl
=
C
consumo privato
+
I Investimenti
+
G spesa pubblica
+
X differenza tra es- e importo
equilibrio al di fuori della situazione di pieno impiego = domanda <,> reddito 14.2 Il divario di domanda domanda < offerta che garantisce pieno impiego si verifica: • Contesto dinamico: parte dal pieno impiego ⇒ non tutti i redditi vengono spesi ⇒ domanda ↓ ⇒aggiustamento della produzione al livello della domanda ⇒ rinunciare all’impiego • Contesto statico: economia si trova già in equilibrio di sottoimpiego Divario di domanda = offerta di pieno impiego - domanda effettiva 1 funzione crescente ma non proporzionale al reddito Attenzione: consumo non e mai zero anche se non c’è nessuno reddito! 2 funzioni costanti
Come riportare all’equilibrio? ⇒ Intervento dello Stato a traverso due tipi di politiche: 1. politica fiscale: - aumento delle spese di consumo o/e di investimenti pubblici ⇒ moltiplicatore (cap.17) - diminuzione delle imposte dirette o indirette - ridistribuzione dei redditi per i meno ambienti che consumano proporzionalmente di più 2. politica monetaria: - riduzione dei saggi d’interesse ⇒ acquisti a credito↑ - stimolo agli investimenti
-6Quale scegliere? 1. (+) effetto più immediato perché agiscono sui consumi (-) struttura democratica lenta 2. (+) banca centrale può decidere entro breve tempo (-) effetto più spostato nel tempo perché agisce sugli investimenti Scopo: mantenere produzione vicino al livello potenziale per non rischiare una inflazione 14.3 L’eccesso di domanda o scarto inflazionistico domanda > offerta che garantisce il pieno impiego si verifica: • Contesto dinamico: domanda↑ per ricorso ai risparmi o tasso d’interesse troppo basso • Contesto statico eccesso di domanda o scarto inflazionistico: domanda - offerta politica fiscale o monetaria restrittiva può riportare all’equilibrio ⇒ più difficile perché • più facile politica di rilancio della spesa pubblica • mentalità inflazionistica • inflazione si guarisce anche un po’ da sola Stagflazione = stagnazione + inflazione 14.4 La spirale recessiva e la spirale inflazionistica spirale recessiva: continua contrazione della domanda da parte dei consumatori; non si stabilizza per lungo tempo su una posizione particolare; non può continuare infinitamente spirale inflazionistica continua accelerazione dell’aumento dei prezzi
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Capitolo 15 15 I consumi I consumi sono la parte più rilevante per determinare il livello d’attività economica. 15.1 Caratteristiche e composizione dei consumi 1. la categoria più rilevante per il Pnl (nazioni industriali 60-70%) 2. flusso di spesa più stabile le Pnl (beni di prima necessità ai quali è difficile rinunciare); consumi sono maggiormente flessibili verso l’alto che non verso il basso 3. all’interno dei consumi c’è una certa instabilità (petrolio↓, energia alternativa↑) 4. rapporto consumi-Pln è molto instabile (altri 3 categorie piuttosto instabili) 15.2 La funzione del consumo o legge fondamentale di Keynes e la propensione media e marginale al consumo legge: persone tendono ad aumentare il loro consumo con l’aumento del loro reddito, ma in modo meno che proporzionale all’aumento del reddito (e viceversa). propensione media dei consumi + propensione media al risparmio2 = 1 Perché si risparmia: • acquisti di beni durevoli (p.e. automobile) • motivi precauzionali; emergenze • provvedere per tempi con reddito più basso (disoccupazione, pensionamento) • capitale per le prossime generazioni • Incapacità di spendere • interesse per capitale risparmiato in vista di un consumo futuro in termini algebraici: C (consumo totale) = C*(consumo di sussistenza + cY (propensione al consumo) (Grafico p.149) vedi anche p.150-151 15.3 Aspetti di breve e di lungo periodo della funzione del consumo 15.3.1 Qualche valutazione empirica Il legge di Keynes ha dato dei risultati abbastanza buoni considerando il breve periodo ed è utile nel descrivere il comportamento dei gruppi di famiglie con reddito differente. Indagini ci dicono però che non vale per le analisi di lungo periodo, perché su archi di tempo molto lunghi la propensione media e dunque marginale al consumo tende a restare stabile. 15.3.2 La funzione del consumo a lungo termine Il consumo non dipende soltanto dal reddito ma anche da altre variabili economiche e non economiche come il ciclo vitale (età), patrimonio, reddito passati e futuri. 2
durchschnittliche Neigung zum Konsum bzw. zu Ersparnissen
-815.4 La teoria del ciclo vitale del consumo e del risparmio Teoria: gli individui pianificano spese e risparmi su tutto l’arco della loro vita in modo da massimizzare l’utilità derivante dal consumo. (Grafico p.155) Constatazioni sulle quale la teoria è basata: • il reddito raggiunge il massimo ai 55 anni, l’interesse percepito sui risparmi verso l’età del pensionamento • i consumi hanno un andamento più regolare del reddito, e raggiungono il massimo dai 35 ai 45 anni (spese per i figli!) • la ricchezza = accumulazione dei risparmi; è dapprima negativa e raggiunge il massimo verso i 60-65 anni i consumi e i risparmi dipendono allora di: 1. parametri istituzionali (età del pensionamento, l’impostazione fiscale sul reddito, ecc.) 2. parametri demografici (lunghezza della vita, età di matrimonio, numeri di figli, ecc.) 3. parametri economici (salari, probabilità di rimanere disoccupato, prospettive di carriera, ecc.) Conclusione: il reddito è decisivo nelle fasi del ciclo vitale dai 25 ai 45 anni e nel pensionamento, mentre nella fase dai 45 ai 60 le componenti di questa teoria sono più importanti. 15.5 La teoria del reddito permanente e l’ipotesi del reddito relativo Il rapporto consumo-reddito è maggiormente stabile nel lungo periodo perché una continuità dei consumi massimizza l’utilità e perché il reddito presenta un andamento sovente irregolare. teoria del reddito permanente riguarda due aspetti: 1. il consumo viene deciso in funzione del reddito atteso (non attuale) 2. decidere quali sono gli entrati di natura transitoria del reddito (oltre al livello del reddito permanente) ipotesi del reddito relativo: il consumo corrente dipende dal consumo passato perché abitudini di consumo cambiano difficilmente; nel caso in coi il reddito dovesse diminuire, il consumo non verrebbe immediatamente ridotto ⇒ asimmetria di comportamento 15.6 Le ragioni della stabilità dei consumi nel secondo dopoguerra Nonostante un aumento del reddito, il rapporto consumo-risparmio è rimasto stabile perché: 1. consumismo, forte promozione pubblicitaria 2. classi giovani che consumano tanto guadagnano sempre di più 3. fenomeno inflazionistico (risparmi perdono a valore) 4. politica di assistenza sociale scoraggia il risparmio individuale 5. aumento della spesa pubblica di consumo 6. aumento del tempo libero
-915.7 Il meccanismo del moltiplicatore Le spese aggiuntive (esogene) hanno sul reddito un impatto maggiore dell’aumento iniziale della spesa stessa. Questa vale anche per una diminuzione della spesa. M = 1 : (1-PMgC) = 1 : PMgR Moltiplicatore propensione marginale propensione margial consumo nale al risparmio alcuni considerazioni: 1. più alta la PMgC più grande è il moltiplicatore e viceversa 2. il risparmio ha un effetto negativo sul M. 3. una alta imposizione fiscale e spendere il proprio reddito in beni importati hanno un effetto negativo sul M. 4. il valore del M. é compreso tra 1 e l’infinito3 5. gli effetti positivi del M. (posti lavori↑, reddito nazionale↑) sono osservabile solo nel caso di sotto impiego; altrimenti crea surriscaldamento 6. può essere calcolato per qualsiasi tipo di shock o spesa esogena La velocità di circolazione della moneta decide quanto veloce si verificano gli effetti del M. Se lo Stato aumenta l’imposizione fiscale dopo aver aumentato la spesa, distrugge gli effetti del M. 15.8 Il profilo dei redditi del lavoro in base al ciclo Il profilo del reddito risulta più pronunciato per le classi a reddito elevato e più piatto per le classi non qualificate professionalmente. Quel’unltimo profilo raggiunge prima il massimo del profilo dei classi ad alto reddito. 15.9 Il risparmio e la composizione della spesa delle famigli svizzere indagine: • risparmio↑ se reddito↑ • risparmio↑ se meno numerosi in famiglia • risparmi bassi per gruppo die età di 40-49 anni i pensionati: • risparmio negativo per quelli con reddito basso • risparmio alto per quelli con reddito alto • risparmio < 0 per 62-69 anni risparmio =0 per 70-74 anni risparmio alto per > 75 anni Per il resto del cap.15.9 e per il cap.15.10 si vedi nel libro p.164-166 e tutte le tabelle.
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M = 1 se tutto il reddito viene risparmiato, se tutto fugge al consumo, se il PMgR = 1; M = infinito se tutto il reddito viene speso, se tutto fugge al risparmio, se il PMgC = 1
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Capitolo 16 16 Gli investimenti 20 -30% del reddito nazionale sono destinati alla produzione di macchinari. Il centro decisionale sono le aziende, gli imprenditori e lo Stato. 16.1 La composizione degli investimenti componenti principali: 1. attrezzatura (Einrichtungen), impianti (Installierungen) e strutture: fabbriche, edilizia non residenziale delle imprese pubbliche e private; mezzi di trasporto; infrastrutture pubbliche (strade, ponti, aeroporti, ecc.) 2. l’edilizia residenziale: servizio per lungo tempo caratteristiche: - molto influsso del saggio d’interesse - molto sensibile alla congiuntura 3. le scorte: per evitare di creare un’altra categoria di spesa le scorte vengono conteggiate nel Pnl: - scorte↑ ⇒ aggiunto al Pnl - scorte↓ ⇒ sottratta al Pnl 16.2 Le caratteristiche dell’investimento 1. variabile più instabile del prodotto nazionale (scorte, acceleratore) 2. due tipi: - rimpiazzo (mantenere capacità produttiva) - netto (accrescere la capacità produttiva) 3. rapporto tra incremento (Zunahme,-wachs) degli invest. e incremento dei consumi non e stabile 4. variabile indipendente dell’andamento del reddito 16.3 I metodi di finanziamento dell’investimento 1. profitti non distribuiti o accumulati 2. chiedere dei prestiti agli istituzioni finanziari 3. chiedere die prestiti agli obbligazionari alle famiglie 4. investimenti in abitazioni sono finanziati da famiglie o istituzioni finanziari 16.4 Le decisioni relative all’investimento e la curva dell’efficenza marginale del capitale 1. domanda attesa 2. procurarsi i finanziamenti 3. ostacoli burocratici; lasso del tempo tra invest. e prime vendite 4. saggio d’interesse (non l’elemento più importante) 16.5 Investimenti e aspettative Investire = fare delle previsioni perché è un processo che richiede molto tempo e il contributo alle vendite e profitti tarderà nel tempo. l’influenza del saggio d’interesse sui investimenti: più alto il saggio, meno investimenti vengono fatti e vice versa ⇒ ci crediamo perché e logico, anche se in realtà capita che ci sono alti saggi e alti investimenti allo stesso tempo. Questo è colpa degli altri fattori.
- 11 16.6 Il meccanismo dell’acceleratore Gli investimenti di rimpiazzo e gli invest. netti dipendono dalle vendite: piccoli aumenti delle vendite portano a forti invest. e vice versa, se due condizioni sono date: • grado di sfruttamento degli impianti produttive (capitale) dev’essere completo (non si può più ricorrere ai macchinari inutilizzati) • rapporto capitale : produzione annuale > 1 ⇒ tabella 16.1 (p.191): per mettere in ginocchio l’industria dei macchinari non ci vuole una diminuzione del consumo ma basta un rallentamento del consumo durante un periodo di buona crescita. Conclusioni 1. fluttuazioni degli invest. > fluttuazioni dei beni di consumo ( fdi > fluttuazioni del Pnl) 2. il ciclo dell’investimento procede quello del consumo (non sono sincronizzati) 3. differenze tra i vari settori dell’economia dell’andamento della domanda 4. economie tecnologicamente più avanzate, l’impatto dell’acceleratore è più forte 5. aspetto temporale: vendite↑↓ ⇒ invest.↑↓ ⇒normalmente la variabile indipendente (vendite) precede quella dipendente (invest.). Qui abbiamo il contrario! 16.7 La composizione del prodotto nazionale lordo svizzero dal 1960 al 1994 e la formazione di capitale fisso vedi libro p. 194-195
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Capitolo 17 17 La spesa pubblica e l’economia del settore pubblico
Capitolo 18 18 il ciclo economico 18.1 La nozione di equilibrio economico • marginalisti: salari e saggi d’interesse = flessibili ⇒ rendono la domanda uguale all’offerta e garantiscono il pieno impiego; ⇒ l’offerta determina la domanda • Keynes: i produttori producono tanto quanto sperano di vendere ⇒ la domanda determina l’offerta 18.2 Il ciclo economico: definizioni e caratteristiche l’attività economica conosce ritmi di diversa intensità. Lunghezza del ciclo e causa per i fluttuazioni: 1. Fluttuazione stagionale: 1 anno; spese natalizie, turismo, produzione agricola 2. Fluttuazione di medio periodo: 8-10 anni; esperienza, cause congiunturali e strutturali 3. Ciclo di lungo periodo: 15-25 anni; esperienza, settore di costruzioni, andamento demografico (Baby Boom) 4. Cicli molto lunghi e rivoluzioni tecnologiche: 50-60 anni; nuove industrie (ferrovie, energia elettrica) ⇒ onda lunga: periodo di sviluppo attorno a un nucleo di innovazioni fondamentali 18.3 Le caratteristiche del ciclo economico di medio periodo
3-6 anni, ripida domanda > offerta risparmi < invest. saggi d’interesse in aumento scorte diminuiscono (tranne quelli speculative)
1-3 anni, piano domanda < offerta risparmi > invest. saggi d’interesse in ribasso scorte aumentano (tranne quelli speculative)
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alcuni definizioni: • recessione: al minimo 6 mesi di crescita negativa • depressione: forte e lunga (3-5 anni) recessione • contrazione / rallentamento: crescita positiva ma meno che gli anni precedenti 18.4 Fattori endogeni ed esogeni del ciclo 18.4.1 Fattori endogeni o interni 1. moltiplicatore e acceleratore 2. le fluttuazioni della domanda (per aspettative e saggi d’interesse) 3. l’inerzia fiscale (Cap.17) 4. cicli psicologici (ottimismo / pessimismo) 5. sovrainvestimento 6. distribuzione del reddito e della ricchezza (determina la domanda) 18.4.2 Fattori esogeni o esterni 1. demografici (e migratori) 2. innovazioni tecnologiche (vedi cap. 18.2: onda lunga) 3. le teorie monetarie (espansione o contrazione della massa monetaria) 4. le teorie economiche del ciclo della politica: per esser eletto: 1) 1 anno prima degli elezioni spendere 2) dopo aver vinto subito marcia in dietro in modo che sia dimenticata al momento delle elezioni successive ⇒ stop and go 18.5 Conclusioni sulle cause dei cicli economici importanti esogeni: 1., 2., 4. importanti endogeni: 1., 6. asincronia tra i vari fenomeni del ciclo economico:
- invest.-consumo - crescita del Pnl-pressioni inflazionistiche