Agricoltura 4-2013

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Fatti UN FENOMENO IN CRESCITA

Orti in città: più socialità

Sono un importante fattore di aggregazione e favoriscono il recupero degli spazi verdi nelle aree urbane. L’esperienza del Comune di Bologna dove si contano circa 2.700 zone ortive. Il successo dei corsi amatoriali. Zanetti

ANTONIO APRUZZESE

e produzioni sostenibili

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L’

orto è una passione vera. Che si tratti di appezzamenti urbani gestiti da pensionati e famiglie o di piccole aree verdi che spuntano da balconi e terrazze c’è sempre più gente disposta a prendere una zappa in un rapporto più diretto con la terra e i suoi frutti. Non si tratta neppure di una nicchia, magari un po’ snob, se è vero (dati Confeuro) che sono 7 milioni gli italiani che vi si dedicano, limitando i danni di quel progressivo abbandono di cui è vittima l’agricoltura. É un fenomeno che genera fermento. Per dirla con il Wwf gli orti «garantiscono cibo sano, diffondendo stili di vita sostenibili e possono diventare una rete viva in grado di aumentare la biodiversità nelle nostre città». Esistono, inoltre, mappe on line (a Bologna gramignamap.it, da un progetto di Giuseppina Aloe e Serena Conti) per capire quanto verde autogestito si nasconde fra palazzi e centri commerciali, comprese aiuole e community garden, perchè «questa ricchezza privata può trasformarsi in un patrimonio di risorse e relazioni», avvertono le curatrici del sito. L’orto di cui parliamo non è semplicemente innaffiare e coltivare, si tradirebbe una dimensione più vasta. Lo dimostra il progetto europeo Hybrid Parks (*) che vuole ottimizzare potenzialità e risorse di aree verdi e giardini, partendo proprio dai valori culturali ed ambientali degli orti urbani per arrivare alla costituzione di parchi: ibridi ovviamente. Dieci i Paesi rappresentati nel progetto e 16 partner, fra cui la Regione Emilia-Romagna con l’assessorato Programmazione territoriale e urbanistica. E intanto fioriscono i corsi, promossi anche da soggetti “insospettabili”. Così il colosso degli elettrodomestici Whirlpool, che nella sua sede italiana a Comerio (VA) ha riproposto il corso “L’orto in casa” per i suoi dipendenti: trentenni- quarantenni, per lo più neofiti. «Il riscontro avuto la dice lunga sul bisogno di riagganciare il rapporto con la terra. In un’epoca scandita dalla dimensione virtuale e da tempi sempre più frenetici, “sporcarsi le mani” può dare un contributo importante alla qualità della nostra vita», ha aprile 2013


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