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PA R C H I IBRIDI a b i l i t Ă s i n e r g i e performances


#4 MOTIVI PER RESTARE IN #4 CITTÀ AD AGOSTO

Il progetto Hybrid Parks mira alla condivisione e creazione di sinergie per la valorizzazione di parchi e giardini in sintonia con politiche si sviluppo sostenibile. Nell’ambito del progetto, la regione Emilia-Romagna intende valorizzare il contributo dell’agricoltura urbana come elemento fertile per il miglioramento del paesaggio locale, promuovendo diverse attività. Ultima in ordine di tempo la manifestazione culturale “ARTE NELL’ORTO” che prevede quattro tappe itineranti, nel mese di Agosto, in diverse città della regione. Il filo conduttore delle quattro azioni di “ARTE NELL’ORTO” sarà la sperimentazione degli orti urbani

come veri e propri spazi pubblici creativi e multifunzionali, mostrando al pubblico non solo come l’agricoltura urbana e gli orti possano aumentare la qualità della vita cittadina e svolgere funzioni sociali, ma anche come essi possano essere veri e propri luoghi esperienziali, evocativi, contemporanei. Le attività, coordinate tra loro, costituiscono un “evento a tappe tra gli orti dell’Emilia-Romagna”, garantendo al pubblico di partecipare a tutti gli incontri. Ogni evento è concepito come azione site-specific, con spettacoli ed installazioni originali pensate per i luoghi o adattando agli spazi scelti

azioni sceniche e performative esistenti, privilegiando sempre, ove possibile, le risorse già presenti. Gli eventi, promossi dal Servizio pianificazione urbanistica, paesaggio e uso sostenibile del territorio nell’ambito del progetto Hybrid Parks sono organizzati da CE.F.A.C. Soc. Coop. Centro Formazione Alta Cultura di Carpi. Vi aspettiamo!


ARTE NELL’ORTO #1 TEATRO-NATURA AL LÀBAS con Lorenza Zambon | BOLOGNA 6 agosto 2014, mercoledì pomeriggio Ex-caserma Masini, Via Orfeo 69 [c/o Porta Santo Stefano-Piazza del Baraccano] - Bologna (BO) Iniziativa in collaborazione con collettivo Làbas occupato, Casa degli Alfieri Torino Programma: 17.00- 21.00 Mercato sociale biologico 19.30-20.30 Teatro-natura ‘Semi di futuro. Lezione per giardinieri planetari’, con Lorenza Zambon A seguire proseguono aperitivi e cena a cura dei banchetti di CampiAperti e Labàs

ARTE NELL’ORTO #2 GIARDINAGGIO D’ASSALTO IN VIA MONTE CISA| REGGIO EMILIA 9 agosto 2014, sabato mattina Via Monte Cisa [c/o parco fluviale Monte Cisa/Le caprette] – Reggio Emilia (RE) Iniziativa in collaborazione con Biblioteca comunale San Pellegrino, Wonderthirties, Bonvicini Giardini, Comune di Reggio nell’Emilia Programma: 08.30- 09.00 Ritrovo, principi e regole del giardinaggio partecipato, con Graziana Bonvicini 09.00-12.00 Azione di Guerrilla Gardening. Voi portate guanti ed energia, noi ci mettiamo le piante ed i rastrelli! Durante l’azione sarà allestito un piccolo ristoro a base di acqua e frutta

ARTE NELL’ORTO #3 LETTURE E STORIE AGLI ORTICOLTI | SANTARCANGELO DI ROMAGNA 23 agosto 2014, sabato pomeriggio Via Colombarone, 962 - Santarcangelo di Romagna (RN) Iniziativa in collaborazione con Biblioteca Comunale Antonio Baldini Santarcangelo di Romagna, Gruppo lettori volontari Reciproci Racconti, Pic Nic del Librillo, CittàTeatro società cooperativa, Cooperativa OrtiColti, Libreria Viale dei Ciliegi 17 Programma: 17.00-18.30 Letture e storie animate per bambini dai 3 ai 10 anni, con il gruppo lettori volontari Reciproci Racconti 18.30-19.30 Storie tra frutta e verdura con Alessia Canducci

ARTE NELL’ORTO #4 PARKOUR E WRITING, IN BICICLETTA AGLI ORTI COMUNALI | CARPI 27 agosto 2014, mercoledì pomeriggio Da Piazza Martiri (fronte Torre dell’Orologio), agli orti comunali di Via Tommaso Righi, Carpi (MO) Iniziativa in collaborazione con Centro Sociale Tommaso Righi e Comitatissimo della Balorda Programma 18.30 Ritrovo in Piazza Martiri 18.30-19.00 Tour in bici per la città, per giardini e parchi, con destinazione orti comunali aperti a tutti i mezzi a pedali, 19.00-19.30 PARKOUR, danza e salti acrobatici con Tommy di Rimini. A seguire aperitivo a km 0 con djset, mostra degli orti e writing performance 20.00 Inaugurazione della Cartolina - murales di Mec


GLI ORTI DI ORFEO @BOLOGNA Nei secoli scorsi, aree ortive destinate al consumo privato delle confraternite e delle comunità monastiche erano assai numerose in città. Ad oggi, gli Orti di via Orfeo rappresentano l’ultimo ed unico esempio superstite a Bologna entro le mura, una testimonianza singolare e affascinante di continuità storica del tessuto urbano rimasto praticamente intatto per oltre tre secoli e mezzo, “un documento vivente di primaria importanza in quanto eccezione al sistema seriale degli orti di lottizzazione storica”1. Gli Orti di Orfeo si estendono nel quartiere Santo Stefano, in un quadrilatero compreso tra le vie Orfeo, Rialto, Braina e dè Coltelli, una porzione del centro storico che ha mantenuto per secoli un carattere povero, marginale e poco salubre, soprattutto per la presenza di acque e canali di scolo, come testimonia tuttora la nomenclatura stradale. Occupano

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un’area di circa 4.000 mq, un tempo di pertinenza di conventi. Documenti, mappe e testimonianze storiche ne attestano la presenza fin dal Seicento ed in particolare sono riconoscibili in una planimetria del 1646 conservata nel fondo demaniale dell’Archivio di Stato di Bologna che presumibilmente accompagnava gli strumenti notarili di acquisto delle case e della chiesa di Ognissanti, situate nell’attuale via della Braina, da parte di una Congregazione di laici conviventi. Nel 1655 l’oratorio fu

trasformato in chiesa con facoltà di officiare e gli Orti, coltivati da un ortolano che risiedeva all’interno del terreno, servivano per la sussistenza dei confratelli. Nel 1719 chiesa e locali furono acquistati dalle terziarie servite che si insediarono nel convento, lasciando immutato l’uso dell’area ortiva. Nello stesso secolo su via Orfeo, in corrispondenza del lato sud degli Orti, sorse un nuovo istituto di terziarie, le francescane dette di Santa Maria della Vittoria o del Pozzo Rosso: il nome derivava, infatti, da un profondo pozzo, eviden-

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1. Vista dall’alto (©www.bing.com/maps) 2. La corte interna, ancora parzialmente coltivata (©Comitato "Gli Orti di Orfeo") 3. La serra, relizzata in tempi relativamente recenti all’interno dell’area cortiliva. (©Comitato "Gli Orti di Orfeo") 4. La corte interna. Sullo sfondo i prospetti interni degli edifici residenziali che affacciano sugli orti (©Comitato "Gli Orti di Orfeo") 5. Uno dei bacini interni per la raccolta dell’acqua (©Marta Franchi)

temente molto conosciuto nella zona tanto da dar luogo ad un toponimo. Ancora oggi negli Orti è presente un pozzo, probabilmente quello storico, spostato però in tempi recenti in una posizione diversa dell’area cortiliva. Oltre a frutta e verdura, gli Orti fornivano anche pesce, allevato in una peschiera costruita al centro del terreno. L’acqua per l’irrigazione veniva attinta direttamente dalle acque del Sàvena che, tramite il canale di Fiaccalcollo (che scorreva lungo l’attuale via della Braina) attraversava il terreno di proprietà delle religiose. L’attività dei due istituti religiosi costituiva una risorsa per la comunità cittadina: le terziarie servite provvedevano infatti all’istruzione di fanciulle e ragazze dei ceti popolari e tra il 1760 e il 1768 erano ospitate qui tra le 7 e le 15 dozzinanti. Nel 1810, con l’arrivo di Napoleone, entrambi gli istituti furono aboliti a causa degli ordini e dei decreti di soppressione dei monasteri di vita contemplativa. Il complesso di edifici e gli Orti furono acquistati da una donna di origine corsa, Caterina Imbrico Bozzio Negroni, per poi divenire sede, nel 1845, del primo Istituto per sordi della città di Bologna. An-

cora oggi gli edifici ospitano la fondazione privata istituita nel 2004 per gestire il patrimonio del Pio istituto Sordomute Povere in Bologna. L’area cortiliva ha conservato nei secoli la sua destinazione e si presenta ancora oggi come un autentico lembo di campagna dentro le mura della città, con alberi da frutto (susini, fichi, kaki, ciliegi, rusticani, un vecchio melo, alcuni peri e melograni), alberi ornamentali, filari di vite (uva bianca da tavola), fiori e siepi, una peschiera e un pozzo. Vista la valenza storica ed ambientale del luogo, già negli anni Novanta, il noto urbanista bolognese Roberto Scannavini propose un progetto affascinante ed innovativo per l’apertura dell’area al pubblico e la trasformazione degli orti e dell’ex convento di Santa Maria della Vittoria in un museo del verde storico urbano. “Gli Orti […] dovrebbero essere ricondotti all’assetto e alle funzioni originali, e pertanto conservati nella loro morfologia, per la formazione di un orto dei semplici e di un giardino botanico a scopo didattico, usati e fruiti come un museo naturale vivente. […] All’interno dell’ex

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complesso conventuale troveranno idonea collocazione il centro dati, una biblioteca specializzata, spazi espositivi per mostre didattiche: una raccolta di iconografie e rappresentazioni grafiche botaniche storiche con documenti originali e riprodotti, una raccolta didattica della fauna nostrana di città, di campagna e di collina, e spazi per mostre temporanee e tematiche sull’ambiente. Completa il centro una dotazione di servizi che vanno dagli uffici alla buvette, alla vendita di piante direttamente coltivate dall’orto botanico del centro.”2 Il progetto purtroppo non si concretizzò mai. L’orto-giardino rimase comunque accessibile al pubblico, fino ai primi anni 2000, negli orari diurni, grazie alla gestione del fioraio-vivaista, in affitto dagli anni Sessanta.

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Nonostante l’area fosse già tutelata dal Piano Regolatore Generale del 1985, nel maggio 2001 l’ente proprietario presentò al Comune una proposta preliminare per la realizzazione, all’interno del cortile, di un parcheggio sotterraneo pertinenziale con circa 160 posti auto. Nel giugno dello stesso anno la ConNL 05 08/2014 | 5


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6. Festa di strada in via Orfeo nel giugno del 2002 (©Eikon) 7-8. Festa di strada in via Orfeo nel giugno del 2003 (©Eikon) 9. Pranzo di strada in via Orfeo (©Comitato "Gli Orti di Orfeo") 10. Pranzo di strada in via Orfeo. Carla Fracci ospite dell’evento (©Comitato "Gli Orti di Orfeo") 11. Preparativi per la festa di strada. Alcuni membri del comitato affiggono un manifesto pubblicitario nei pressi del cancello di accesso al cortile. Sullo sfondo il fioraio-vivaista che storicamente aveva in gestione gli Orti (©Comitato "Gli Orti di Orfeo") NL 05 08/2014 | 6

ferenza dei Servizi (costituita da tecnici di Comune, ASL e Soprintendenze) esaminò la proposta rilevando “forti elementi di criticità in quanto la corte […] costituisce un’irriproducibile area a verde avente sia caratteristiche di storicità sia rilevante impatto sulla qualità del tessuto urbano circostante”3, gli amministratori in carica parvero favorevoli al progetto. Nell’aprile del 2002, una volta a conoscenza delle intenzioni della proprietà, diversi residenti e frequentatori del quartiere decisero di istituire un Comitato per opporsi alla costruzione del parcheggio, impegnandosi con diverse iniziative per attirare l’attenzione sul tema degli Orti. Inizialmente il Comitato lanciò una petizione che si concluse con la raccolta di circa 3.500 firme e predispose “4.000 cartoline indirizzare al Sindaco con un’immagine degli Orti e lo slogan Salviamo gli Orti di Orfeo”4. Durante l’estate si organizzarono diverse festa e pranzi di strada, occasioni pubbliche importati per sensibilizzare cittadini e amministratori e mantenere vivo l’interesse sulla questione. Il Comitato produsse anche diversi materiali pubblicitari (come magliette, calendari, cartoline

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ed accessori da cucina ), “iniziative […] fondamentali per stimolare il radicamento nel territorio del Comitato, consentendo ai vari componenti di incontrarsi con tutti gli abitanti locali, i curiosi e gli interessati in genere; inoltre, questo permise di rendersi conto delle potenzialità del quartiere”5. Aderì all’iniziativa anche Italia Nostra, definendo la proposta del parcheggio “un salto indietro di oltre quarant’anni nelle politiche urbanistiche per il centro storico di Bologna”6 ed inoltrando alla Soprintendenza regionale una richiesta di tutela dell’area cortiliva e dell’ex convento annesso. Secondo Italia Nostra, “la realizzazione di un garage sotterraneo avrebbe sancito il definitivo declino di questo importante lascito storico ambientale […] sconvolgendo il delicato equilibrio idrogeologico dell’area costituito da pozzi, vasche e vene d’acqua, che hanno contribuito nei secoli a costituire un particolare microclima di cui beneficiano ancora oggi le abitazioni circostanti”6. Nell’autunno del 2002 la Soprintendenza si espresse definitivamente, sottoponendo l’ex convento di

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Fonti: 1. Scannavini R., Palmieri R., La storia verde di Bologna, Bologna 1990 2. Scannavini R., Palmieri R., La storia verde di Bologna, Bologna 1990 3. Comune di Bologna, Settore Territorio e Riqualificazione Urbana, Edilizia, Verbale della conferenza dei servizi L.122/89 per il rilascio di autorizzazione alla costruzione di autorimesse private pertinenziali su aree di proprietà privata, Bologna, 29 giugno 2001 4. Fabbri I., Storia di un comitato, INFORUM – Riqualificazione urbana Metropolitana, n.2 Gennaio 2005, Regione Emilia-Romagna 5. Cioni L., Orti-culture. Riflessioni antropologiche sull’orticoltura urbana, Bologna 2012 6. Italia Nostra boccia il parcheggio sotto l’orto, La Repubblica, Bologna 01 maggio 2002 7. Pupillo, P., Lettera del Presidente della sezione di Bologna di Italia Nostra, 2003 Bibliografia web: www.professionecittadino.it www.storiadeisordi.it www.vieinmovimento.blogspot. it/2007/10/la-storia-degli-orti.html

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Santa Maria della Vittoria e l’area verde degli orti storici a vincolo di tutela, sulla base del decreto legislativo 490/1999 - Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali. Un vincolo, dunque, non solo sull’immobile, ma anche sulle particelle catastali corrispondenti agli orti, sottoponendo qualsiasi progetto all’approvazione preventiva della Soprintendenza. Si concluse così l’esperienza del Comitato; il parcheggio interrato non fu mai realizzato e rimase solo un dispendioso progetto sulla car-

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ta, mentre l’ingresso agli Orti su via Orfeo venne definitivamente chiuso al pubblico. Una grande occasione perduta: sia per l’Amministrazione Comunale, per implementare la rete di infrastrutture verdi della città, sia per l’ente proprietario, che avrebbe potuto avviare un progetto per il recupero degli orti e contemporaneamente coprire una parte dei costi di gestione attraverso attività pubbliche e commerciali a tema. Proprio questa primavera i cancelli degli Orti sono stati riaperti in oc-

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casione della manifestazione Diverdeinverde, un progetto a cura di Fondazione Villa Ghigi in collaborazione con Silvia Cuttin (www.diverdeinverde.fondazionevillaghigi.it) che nasce con l'obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore culturale, estetico, ambientale del verde urbano - pubblico o privato - e sperimentare pratiche di “buon vicinato”, creando occasioni inedite di incontro e di relazione. Così l'ultimo week-end di maggio molti bolognesi hanno potuto riscoprire gli Orti di via Orfeo!

12. Particolare della mappa del 1843 che mette in evidenza i diversi livelli dell’organizzazione morfologica dell’isolato. Si notino: il livello urbanistico (strade, portici ed edificato), la struttura fondiaria dei lotti, il sistema idrico delle canalette, e l’assetto ortivo del complesso conventuale di San Gabriele (©planimetria estratta da La storia verde di Bologna di R.Scannavini e R.Palmieri) 13. La cartolina indirizzata al Sindaco di Bologna (©Comitato “Gli Orti di Orfeo”) 14. Locandine per pubblicizzare gli eventi pubblici organizzati dal Comitato. (©Comitato “Gli Orti di Orfeo”) NL 05 08/2014 | 7


LOWER AUSTRIA [AUSTRIA] Durante i tre giorni di visite guidate ed incontri, i partners austriaci hanno illustrato al gruppo di lavoro internazionale come la progettazione e la manutenzione di parchi e giardini possa includere con successo aspetti naturalistici ed ecologici. Così facendo, si può infatti accrescere l’attrattività turistica dell’intera regione ed al contempo promuovere valori sostenibili che migliorino la qualità della vita ed il benessere dei

cittadini. Un’alimentazione sana ed uno stile di vita a stretto contatto con la natura sono considerati fondamentali per aumentare le relazioni sociali ma anche creare nuove opportunità di lavoro.

7 | Castello di Hof [Schloßhof] 1 | Die Garten Tulln [Tulln] 2 | Arche Noah [Schiltern]

3 | Weintler [Wolfpassing]

4 | Naturhotel [Rabenstein]

6 | Loisium [Langelois] NL 05 08/2014 | 8

5 | Museumsdorf [Niedersulz]


NATUR IM GARTEN “Natur im Garten”, ovvero tradotto in italiano "Natura in Giardino", è un progetto finanziato dalla regione Lower Austria per la promozione dell’eco-compatibilità dei parchi, giardini ed aree verdi del territorio e la salvaguardia dei paesaggi locali. Alla base vi è la filosofia che un giardino o uno spazio verde possa essere curato in maniera naturale, senza l’impiego di pesticidi, prodotti chimici, fertilizzanti sintetici o torba. L’iniziativa, lanciata ufficialmente nel 1999, nasce con l’obiettivo di creare una rete di aree verdi, pubbliche o private, progettate e gestite secondo i principi dell’ecologia moderna, incoraggiando la biodiversità e la piantumazione di specie tipiche autoctone e/o in via di estinzione. Ad oggi l’associazione conta oltre 13.000 iscritti nella sola regione Lower Austria: parchi pubblici di vaste dimensioni, giardini urbani, cortili di scuole ma soprattutto tante piccole realtà private che hanno deciso di sposare la filosofia del giardinaggio ecologico. Associarsi è molto semplice e gratuito, basta seguire poche e semplici indicazioni: • non fare uso di pesticidi, fertilizzanti o torba; • coltivare specie selvagge, autoctone o in via di estinzione; • prediligere la piantumazione di vegetazione perenne che non necessita eccessiva manutenzione; • utilizzare quanto più possibile l’acqua piovana per l’irrigazione; • permettere l’accesso del pubblico al giardino in determinati giorni e/o periodi dell’anno.

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Tutti gli iscritti hanno la possibilità di promuovere attività o eventi organizzati nel proprio giardino attraverso i canali ufficiali del network, nonché l’opportunità di frequentare corsi di formazione dedicati su tecniche di orticultura o giardinaggio biologico. Inoltre negli ultimi anni, grazie alla diffusione di conoscenze e competenze per la progettazione e gestione di aree verdi in maniera naturale ed ecologica, “Natur im Garten” ha offerto un contributo prezioso all’aumento di un’economia locale orientata alla sostenibilità nonché all’incremento del turismo rurale nella regione.

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Info www.naturimgarten.at gartentelefon@naturimgarten.at +43 2742 74333 15. Il simbolo della rete di "Natur im Garten", apposto all'ingresso di tutti i giardini che aderiscono all'associazione (©www.umweltberatung.at) 16. Materiale promozionale e divulgativo (©Valentina Manzato) 17. Poster e gadget estivi (©Francesca Poli) 18. Chiosco promozionale per promuovere il network in occasione di eventi pubblici 17 (©www.museumsdorf.wordpress.com)

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DIE GARTEN TULLN @TULLN Il Giardino di Tulln è stato inaugurato nell’aprile del 2008 come primo “Gartenschau – Garden Festival” permanente in Europa che rispetti principi ecologici e di sostenibilità (*). Il giardino nasce come mostra-esposizione floreale stabile, coltivato e gestito rigorosamente secondo i principi del “giardino naturale”: è infatti vietato l’utilizzo di pesticidi, fertilizzanti chimici o torba e, grazie all’impiego di tecnologie all’avanguardia, è stato possibile ridurre i costi di manutenzione sul lungo periodo.

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Info www.diegartentulln.at office@diegartentulln.at Tel: +43 2272 68188 Die Garten Tulln Am Wasserpark 1 3430 Tulln an der Donau 22

In copertina: installazioni di zucche per la festa di Halloween per bambini (© Francesca Poli) 19-21. Installazioni nei giardini tematici (©Valentina Manzato) 20. Vista panoramica dei giardini (©Francesca Poli) 22.Vista del giardino dalla cima della torre panoramica, in lontananza il paesaggio lungo il corso del Danubio (© Francesca Poli) NL 05 08/2014 | 10

I lavori per la realizzazione del giardino si sono protratti per oltre due anni, con un investimento pubblico della regione Lower Austria di circa € 23.000.000. I terreni su cui è stato realizzato il progetto si trovano da ovest della città di Tulln, tra la Fiera e il ponte Rose sul Danubio. Non a caso il giardino è nato qui: il Comune di Tulln, infat-

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ti, negli ultimi decenni ha investito grandi risorse ed energie nel miglioramento della qualità ecologica degli spazi pubblici e nel dicembre 2007 ha firmato una risoluzione, impegnandosi a diventare entro il 2018 “la prima comunità ecologica della regione Lower Austria ad adottare i principi di “Natur im Garten”. L’area occupata dal Giardino di Tulln è divisa in due sezioni: la più piccola, circa 7 ettari, si sviluppa lungo un percorso attraverso 60 giardini tematici allestiti con piante e fio-


ri autoctoni, mentre la porzione più grande, circa 45 ettari di pianura alluvionale, è stata ri-naturalizzata con alberi ed arbusti. Qui sono stati piantati oltre 27.000 perenni, 3.500 arbusti e 6.000 piante palustri e acquatiche. Oltre ai giardini sono stati realizzati diversi servizi di accoglienza per i visitatori: un centro informazioni con annesso punto vendita, un ristorante e sale conferenze. Una delle maggiori attrattive di Tulln è la Baumwipfelweg, una torre

panoramica che svetta sulle cime degli alberi secolari che circondano il giardino. La struttura, progettata dall’architetto austriaco Ernst Maurer, si erge fino a 30 metri di altezza e può essere percorsa sia a piedi, salendone i 201 gradini, sia con un ascensore. Dalla piattaforma è possibile godere di una vista mozzafiato dei giardini fino alle sponde del Danubio. Un paradiso immerso nel verde per passeggiare e ammirare la natura, giocare e divertire, rilassarsi o segui-

re corsi di giardinaggio per adulti e bambini.

(*) I “Gartenschau o Garden Festival” sono festival, fiere o manifestazioni temporanee che celebrano l’arte del giardinaggio, la progettazione dei giardini e l’architettura del paesaggio. La tradizione, che si declina in eventi organizzati in ambito locale, regionale, nazionale od internazionale, nasce con tutta probabilità in Germania all’inizio del secolo scorso, riscuotendo immediatamente grande successo all’estero, soprattutto in Inghilterra, Francia ed Olanda.

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ASSOCIAZIONE ARCHE NOAH @SCHILTERN Da oltre 100 anni la diversità delle culture autoctone è diminuita fortemente in tutto il mondo e, principalmente a causa dell’industrializzazione dei processi agricoli, oltre il 75% delle sementi si è oramai perduto. Oggi, l’ingegneria genetica ed i diversi monopoli di semi, il cambiamento climatico e le guerre stanno minacciando questa preziosa eredità. Nel 1990, su iniziativa di giardinieri, agricoltori e giornalisti “di una volta”, preoccupati per il futuro di sementi e varietà tradizionali nasce Arche Noah, un’associazione di raccoglitori di semi che si pone l’obiettivo di rispondere alla crescente problematica della perdita delle biodiversità e di preservare e sviluppare la diversità delle piante coltivate.

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Info www.arche-noah.at info@arche-noah.at Tel: +43 2734 8626 Arch Noah The Austrian Seed Savers Association Obere Strasse 40 3553 Schiltern

Arche Noah vuole rispondere alla perdita della agro-biodiversità, con un approccio positivo propositivo, declinato in numerose attività di divulgazione, fondato sul presupposto che tutti possano contribuire ad incrementare la diversità di specie vegetali. Ad esempio, non solo coltivando piante in estinzione nei giardini di casa, ma anche acquistando in maniera più critica ed attenta, con una maggior consapevolezza ed impegno politico. Questa filosofia è condivisa dai circa 8.000 membri dell’associazione, che non posseggono necessariamente un giardino. Una visione basata sulla cura rispettosa degli elementi naturali e sulla valorizzazione del giardinaggio e dell’agricoltura in quanto conquista culturale che prenda in considerazione un consumo più etico

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ed eco-sostenibile. Il giardino di Arche Noah si trova nella rinomata valle del fiume Kamp, non lontano dalla città di Krems/Donau, in un piccolo villaggio di nome Schiltern. Attraversando un’antico cancello in ferro battuto si entra in ex giardino barocco, dove oggi vengono coltivate in maniera organica centinaia di piante rare. Il giardino è aperto a tutti: giardinieri, agricoltori, cittadini interessati a prodotti biologici, bambini e famiglie semplicemente in cerca di una giornata di relax. Durante i fine settimana e nei giorni festivi vengono organizzate visite guidate, mentre una volta al mese il giardino ospita eventi tematici, spesso indirizzati ai più piccoli. Ogni anno si contano all’incirca 30.000 visitatori.

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iniziative dell’associazione, raccogliendo e preservando semi rari in collezioni private e coltivando varietà a rischio di estinzione nel proprio giardino di casa. Periodicamente vengo organizzati incontri incentrati sullo scambio delle sementi e da poco è stata lanciata l’iniziativa “6x100”, che ad oggi riunisce più di 80 giardinieri ed agricoltori da tutta l’Austria impegnati ad “adottare” specie locali affinché nei prossimi anni 100 varietà di semi a rischio di estinzione possano crescere in almeno 6 nuovi giardini.

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23. Campi di girasole davanti alla vecchia palazzina barocca (©Valentina Manzato) 24. La banca dei semi, dove si conservano esemplari di specie rare e/o in via di estinzione (©Francesca Poli) 25. Il punto vendita di Arche Noah, dove si posso acquistare le sementi ma anche prodotti alimentari tipici o manuali di giardinaggio ed agricoltura biologica (©Valentina Manzato) 26-27. Piccoli oggetti in vendita presso il negozio (©Francesca Poli) 28. Coltivazioni nel giardino di Arche Noah (©Valentina Manzato)

L’attività prevalente di Arche Noah rimane comunque l’archiviazione e catalogazione di sementi rare o in via di estinzione, grazie ad una banca del seme che raccoglie oltre 6.000 varietà di specie vegetagli e granaglie, una delle collezioni private più ricche in Europa. Una selezione di sementi viene coltivata in maniera organica e monitorata da agronomi e tecnici del settore in un’area dedicata del giardino. Qui si trovano all’incirca 200 varietà distinte di patate, oltre ad una vasta collezione di frutti e bacche. La banca del seme di Arche Noah collabora anche a ricerche sperimentali e comparative condotte da istituti pubblici o privati, fornendo semenze e consulenze tecniche a fronte di un minimo rimborso spese. L’elenco completo delle specie disponibile è consultabile tramite l’archivio online dell’associazione. Inoltre, centinaia di membri di Arche Noah collaborando attivamente alle

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WEINTLER BAUERNGARTEN PARBUS @WOLFPASSING Il giardino di Weintler è il cuore di una fattoria tradizionale a conduzione familiare che da generazioni è rinomata per la produzione di vino da tavola. Gestito secondo i principi della coltivazione ecologica e biodinamica promossa dalla rete “Natur im Garten”, raccoglie piante e fiori tipici dei giardini dei cottage di campagna, in un contesto rustico e rurale caratterizzato dalla presenza di vecchi edifici costruiti con materiali naturali tradizionali. Le aree verdi si articolano in diversi ambiti: un piccolo orto dove si coltivano ortaggi per il consumo domestico, frutteti, vigneti ed un giardino delle erbe medicinali ed officinali. Gli spazi non sono recintati e vengono quotidianamente popolati dagli animali domestici di famiglia, due cani, un asino, due galline, un gallo

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e molte anatre che scorrazzano allegramente tra piante e fiori. La progettazione delle diverse aree è stata fortemente influenzata dalla passione dei proprietari per il giardinaggio e la cura degli spazi verdi, ma anche dalle diverse esigenze quotidiane. Il giardino di Weintler si sviluppa longitudinalmente lungo il fianco di una collina, dalla cui cima è possibile ammirare il paesaggio locale. Seppur a pochi km di distanza da un’arteria molto trafficata, qui si respira

un’atmosfera serena e rilassante. Grazie ad una vegetazione diversificata e lussureggiante, un utilizzo intelligente degli spazi a disposizione e l’interesse per la coltivazione di piante tipiche autoctone, il giardino della famiglia Parbus è molto apprezzato dai visitatori, che qui posso comprendere appieno la filosofia di “Natur im Garten”: consentire alla natura di espandersi ed imparare dalla sua capacità di adattarsi, intervenendo ma non distruggendo.

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Info www.wein4tler-bauerngarten.at brigitte.parbus@wein4tler-bauerngarten.at Tel: +43 699 1180 0475 Schaugarten Parbus Hauptstraße 73A 2123 Wolfpassing-Hochleithen

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29. Panoramica del giardino dalla cima della collina, in corrispondenza del frutteto. (© Francesca Poli) 30. Il giardino delle erbe medicinali ed officinali. (© Francesca Poli) 31. La signora Parbus ci accoglie nel giardino di famiglia. (© Francesca Poli) 32-33. Fioriture autunnali: corniolo e zucche (©Valentina Manzato) 34. Scorcio panoramico dal frutteto verso i colli della Bassa Austria. In primo piano l’asinello di famiglia. (©Valentina Manzato) 35. Gli animali domestici, liberi di scorazzare in giardino. (©Valentina Manzato) NL 05 08/2014 | 15


Info www.steinschaler.at office@steinschaler.at Tel +43 2722 2281 Naturhotel Steinschalerhof Rabenstein Warth 20 3203 Rabenstein an der Pielach 36

NATURHOTEL STEINSCHALERHOF @RABENSTEIN A Dirndltal, tra Rabenstein e Kirchberg, si trova lo Steinschalerhof Hotel, un “albergo natura” immerso nel paesaggio collinare Valle del Pielach conosciuta anche come Valle del Dirndl per la vasta presenza di cespugli di corniolo, un arbusto amante del caldo, che cresce fino a sei metri di altezza sulle colli-

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ne esposte a sud e rappresenta un elemento costitutivo del paesaggio culturale vario e vivace della valle. Qui, in una zona dove a causa delle difficili condizioni climatiche la produzione agricola si limita all’allevamento (produzione di prodotti caseari, carne, pollame, ovini), il corniolo - Cornus mas – ha infatti trovato le condizioni perfette per germogliare rigogliosamente. La presenza del pascolo, il diradamento di cespugli e alberi, la terra magra e una posizione secca e calda hanno favorito la crescita di circa 8.000 piante di corniolo

potenzialmente utilizzabili per la raccolta dei frutti. Tutta l’area della Valle del Pielach è nota per le sue prelibatezze gastronomiche ed i prodotti tradizionali a base di corniolo sono lo schnapps (una sorta di grappa) e la marmellata. La famiglia Weiß gestisce lo Steinschalerhof secondo modelli ecologici ed ecocompatibili, all’interno di una tradizionale proprietà contadina circondata da diversi ettari di pra-


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36. Il giardino delle piante medicinali ed aromatiche (©Valentina Manzato) 37. Edifici di servizi all’interno della tenuta dello Steinschalerhof (©Valentina Manzato) 38. Il sig. Weiß fa lezione nel giardino delle piante medicinali ed aromatiche (© Francesca Poli) 39. Dettagli: il giardino ricreativo (©Valentina Manzato) 40. Colori autunnali nei pressi dell’edificio 38 che ospita il ristorante (©Valentina Manzato)

ti e terreni da pascolo. Il concetto di “hotel natura” appartiene infatti allo Steinschalerhof sin dalla sua inaugurazione negli anni novanta, quando l’attuale proprietario Hans Weiss decise di abbandonare la carriera di matematico universitario e rilevare un vecchio podere per dedicarsi alla “filosofia della sostenibilità”. L’albergo è circondato da un ampio giardino dove vengono fornite agli ospiti informazioni sui metodi di coltivazione biologici e soprattutto sull’utilizzo delle erbe selvatiche. Il giardino è suddiviso in diverse singole unità: orto, orto per le erbe aromatiche, giardino ricreativo e giardino d’acqua con stagni e biotopi. Un settore dedicato alla frutta ed alla verdura contiene piante medicinali ed aromatiche. Il ristorante collegato all’hotel serve esclusivamente prodotti biologici regionali di alta qualità. Gli ingredienti sono selezionati stagionalmente, prediligendo fornitori locali che praticano l’agricoltura e l’allevamento biologico. 40 NL 05 08/2014 | 17


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Info www.museumsdorf.at facebook: Museumsdorf Niedersulz info@museumsdorf.at Tel: +43 2534 333 Museumsdorf Niedersulz Niedersulz 250 2224 Niedersulz

41. L’ingresso al villaggio-museo, progettato dallo studio di architettura austriaco AH3 ed inaugurato nel 2012 (©www.holzbaupreis-noe.at) 42. Campi di zucche (© Valentina Manzato) 43-44. Giardini storici e prati fioriti all’interno del villaggio-museo (© Francesca Poli)

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MUSEUMSDORF NIEDERSULZ @NIEDERSULZ Il villaggio-museo di Niedersulz è il più grande museo all’aria aperta della Bassa Austria, costituto da circa 80 antichi edifici provenienti da ogni zona del Weinviertel, smontati e rimontati qui, preservando il loro aspetto originale. Case artigianali, fattorie ed un mulino, la piazza del paese, il cimitero, quattro chiesette e svariate costruzioni di servizio si affacciano sulle strade del villaggio, che nel corso dei suoi 30 anni di vita ha ormai raggiunto dimensioni notevoli. Nelle dimore storiche sono esposti migliaia di oggetti raccolti nei paesi del Weinviertel: da mobili rustici dipinti a mano, a torchi in legno per l’uva utilizzati per secoli durante le vendemmie.

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Una locanda è aperta tutti i giorni, la fattoria con animali ha in programma laboratori didattici per bambini e ragazzi e diversi negozi vendono prodotti di artigianato locale. Periodicamente vengono organizzate sagre e manifestazioni che riportano i visitatori nel passato, attraverso un viaggio idillico in un’ambiente agricolo d’altri tempi. Dal 2012 il Museumsdorf è divenuto anche un centro di cultura rurale del giardinaggio, grazie alla realizzazione di diversi giardini ricreati in relazione allo stile di ogni edificio. Documenti storici e fonti di archivio hanno permesso di risalire alla struttura delle piantumazioni ed alla varietà di specie arboree presenti, alcune oramai in via di estinzione e recuperate grazie al supporto dei banche dei semi locali. Ad oggi le aree verdi del Museumsdorf ospitano 400 alberi da frutto, prati fioriti e distese di graminacee, vigneti e campi di zucche, piccoli orti e giardini officinali. Tutte le colture sono curate in maniera naturale, senza l’utilizzo di pesticidi, fertilizzanti chimici o torba, secondo la filosofia di “Natur im Garten”. 44 NL 05 08/2014 | 19


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CANTINA LOSIUM @LANGELOIS

Info www.loisium-weinwelt.at www.loisium.com

Nei pressi della città di Langenlois, a soli 70 chilomentri da Vienna, si trovano i vigneti delle famiglie Nidetzky e Steininger, una storica azienda vinicola della Lower Austria conosciuta per la produzione di vino bianco dall’etichetta Loisium.

info-weinwelt@loisium.at Tel: +43 (0) 2734 32240-0 LOISIUM Vinothek & Kellerwelt Loisium-Allee 1 3550 Langenlois

Il complesso è stato recentemente ristrutturato ed ampliato dall’architetto newyorkese Steven Holl, assecondando l’ambizione dei proprietari di offrire ai visitatori un’esperienza completa e sensoriale del mondo dell’enologia. Non un intervento puntuale, bensì un investimento articolato e con ambizioni culturali che ha portato ad una trasformazione in chiave contemporanea ed eco-sostenibile di tutta la tenuta. L’azienda vinicola è infatti partner del network di “Natur im Garten” e tutta la produzione è caratterizzata da un ciclo biologico. 46 NL 05 08/2014 | 20

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La struttura si articola in tre elementi: il padiglione d’ingresso che ospita il centro visitatori, il percorso museale all’interno delle cantine preesistenti ed un hotel multifunzionale. Dapprima sono stati realizzati l’area di accoglienza, dove si trova un infopoint con punto vendita dei vini Loisium, ed il “Centro Enologico Sensoriale”. Quest’ultimo si sviluppa lungo la rete sotterranea di cantine e volte in pietra, anticamente utilizzate per la produzione del vino ed ormai in disuso, e consiste in un suggestivo percorso alla riscoperta della storia,

dei profumi e dei sapori del luogo. Il grande successo mediatico e turistico del padiglione d’ingresso e del centro enologico hanno successivamente permesso di finanziare la realizzazione dell’albergo, dove si trovano all’incirca 80 stanze, un ristorante, strutture per conferenze e riunioni ed un centro benessere.

Nel complesso, il Loisium rappresenta un’interessante esempio di come antiche tradizioni possano persistere ed essere al contempo re-interprete in chiave moderna, un luogo dove la tradizionale produzione vinicola si affianca a nuove funzioni culturali grazie ad attività destinate al turismo rurale ed al tempo libero.

Le strutture, che si integrano perfettamente al paesaggio collinare circostante, sono rivestite da pannelli in alluminio intercalati da vetrate ottenute da bottiglie di vetro riciclato.

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45. Vista del complesso del Loisium, in primo piano i vigneti (© Francesca Poli) 46. Installazione del percorso museale presso il “Centro Enologico Sensoriale” (© Francesca Poli) 47. Visita guidata alle volte sottorranee (© www.loisium-weinwelt.at) 48. Vista aerea del complesso del Loisium (© www.loisium-weinwelt.at) 49. Dettaglio del punto vendita all’interno del centro accoglienza (© www.kamptal.at) NL 05 08/2014 | 21


HABSBURG SCHOSS HOF @SCHOSSHOF Nel 1726 il principe Eugenio di Savoia, feldmaresciallo imperiale, decise di acquistare un piccolo palazzo a Engelhartstetten con l’intento di ampliare l’originale residenza per trasformarla in un elaborato casotto da caccia, lo Schloss Hof. La residenza era interamente racchiusa in un meraviglioso giardino barocco di circa 16 ha, disposto su sette terrazzamenti che degradano verso le sponde del fiume Morava al confine con la Repubblica Slovacca, un tempo abbelliti da parterre de broderie, fontane e cascate, labirinti, padiglioni e boschetti. Il giardino rappresentava il “palcoscenico” di eccentriche feste imperiali. Nel XIX secolo il castello cadde in abbandono e, solo nel 2002, grazie ad un cospicuo impegno di risorse finanziarie ed energie, l’intero complesso è stato sottoposto ad un accurato restauro. Per iniziativa della Repubblica austriaca è stata infatti decretata una legge per la rivalutazione di Schloss Hof, che ha previsto la fondazione di una consociazione dello zoo di Schönbrunn, una società a responsabilità limitata, con lo scopo di restaurare il giardino barocco. L’analisi di documenti storici, dipinti e incisioni d’epoca hanno permesso di risalire alla configurazione dei giardini al tempo del loro massimo splendore. Di grande aiuto sono stati soprattutto i tre dipinti di Bernardo Bellotto detto il Canaletto, realizzati con la tecnica della “camera oscura” tra il 1759-60.

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I lavori ultimati nel 2011 hanno riportato alla luce la composizione originaria del giardino, strutturata lungo il rettifilo centrale, che, dipartendosi dall’asse di simmetria del castello, seziona il giardino in diversi rettangoli. L’asse è enfatizzato dalle acque, sia sotto forma di cascate sia come fontane che amplifica i salti di quota dei terrapieni ornati da boschetti e da broderie parterre. La progettazione viene attribuita all’architetto Johann Lukas von Hildebrandt e all’architetto paesaggista e giardiniere viennese Anton Zinner.

Rimane dubbia la presenza a Schloss Hof del fontaniere, allievo di Le Nôtre, Dominique Girard. La prima terrazza occupa l’area antistante il palazzo. Vi si accedeva oltrepassando il cancello d’ingresso, al termine di un ponte sul fossato fortificato di cui si è persa completamente traccia. Con tutta probabilità si trovava qui anche una fontana di Nettuno, rimossa in un’epoca non ben identificata per lasciare spazio ad una corte più ampia adatta al transito di carrozze.

Info www.schlosshof.at telefonist@schlosshof.at Tel: +43 (0)2285 20 000 Schloßhof 2294 Schloßhof 1 51 NL 05 08/2014 | 22


In corrispondenza del secondo terrazzamento si erge il maestoso palazzo ai cui lati spiccavano aiuole a disegni geometrici e ornamentali con fiori bassi e policromi, oggi sostituiti da prati di erba. La terza terrazza, di dimensioni più ridotte, è caratterizzata da quattro piccoli parterre e dalla presenza centrale della Fontana delle Nàiadi, ninfe della mitologia greca che presiedevano a tutte le acque dolci della terra e possedevano facoltà guaritrici e profetiche. Attraversando un cancello in ferro battuto e scendendo i gradini di una maestosa scalinata si giunge alla quarta terrazza, dove un rigoglioso prato si stende a ridosso degli antichi bastioni difensivi. La struttura della scalinata è ornata di nicchie all’interno delle quali sono state posizionate statue allegoriche raffiguranti i principali corsi d’acqua austriaci. Qui campeggiano filari di tigli e castagni regolati dall’ingegno dell’arte topiaria, parterres di fiori, Plate Bande e boschetti con berceaux. Tre imponenti scalinate conducono alla quinta terrazza: la rampa centrale è decorata con statue di sfingi mentre quelle laterali riportano

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sculture che celebrano le quattro stagioni. La terrazza ha una struttura simmetrica che partendo dall’asse centrale presenta prima una aiuola d’erba, poi un parterre bordato da siepi di bosso all’interno del quale si trovano diversi filari di tigli e castagni. Originariamente si ergevano qui pergolati in legno. La discesa verso il sesto terrazzo è caratterizzata da una grande cascata, il cui bacino superiore è tuttora conservato anche se riempito di ghiaia. I bassorilievi che ne ornavano le pareti sono oramai scomparsi

ma si presuppone raccontassero in chiave allegorica le tappe salienti del governo del principe Eugenio. Similmente ai giardini superiori, si trovano qui parterre floreali e filari di alberi. Un’ultima cascata segnala il passaggio alla settima terrazza, la più vasta del parco. Il giardino è costituito da parterre di bosso con motivi e decorazioni barocche che confluiscono in una vasca d’acqua centrale. Al limite della terrazza si trova un cancello che identifica i confini della proprietà.

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50. Vista del palazzo dalla terza terrazza. In primo piano i parterre in fiore (©Francesca Poli) 51. Il Castello di Hof prima dei rifacimenti voluti da Maria Teresa, in un dipinto di Bernardo Bellotto detto il Canaletto dal titolo Das kaiserliche Lustschloß Schloßhof - Gartenseite del 1770 (©http://commons.wikimedia.org) 52. Vista panoramica del paesaggio verso le sponde del fiume Morava. In primo piano la Fontana delle Nàiadi (©Valentina Manzato) 53. Vista aerea del complesso appena ultimato il restauro del parco (©www.ds-lands.com) NL 05 08/2014 | 23


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57 59 ALLESTIMENTI ED ARREDI DA GIARDINO 54-58. Weintler Bauerngarten Parbus 55-57-59-60. Die Garten Tulln 56. Museumsdorf Niedersulz (ŠValentina Manzato)

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FIORITURE AUTUNNALI 61. Museumsdorf Niedersulz 62-63-65-67-68-69. Die Garten Tulln 64. Weintler Bauerngarten Parbus 66. Schloss Hof (ŠValentina Manzato)

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WORKSHOP LINKÖPING [SWEDEN] In occasione del viaggio di studio a Linköping in Svezia, il gruppo di lavoro di Hybrid Parks ha lavorato sul tema della rigenerazione dei parchi urbani come elementi chiave per uno sviluppo sostenibile ed un aumento dell’inclusione sociale, soprattutto in aree periferiche caratterizzate da un’alta percentuale di immigrati e fasce deboli. Durante i tre giorni in programma, sono stati presi in esame diversi casi studio esemplari, oggetto non solo di analisi teoriche ma anche sopralluoghi e visite guidate. Prima tappa, il KINDA KANAL: uno dei principali corsi d’acqua della regione che lambisce il centro storico della città di Linköping. Lungo le sue sponde sono state identificate tracce di attività umana risalenti all’età della pietra, grazie soprattutto alla ricchezza di fauna e flora presenti fin dall’antichità. Il tracciato del canale è artificiale, progettato nella prima metà del XVIII secolo come parte di un complesso reticolo di vie fluviali, con dighe e chiuse, per trasportare legname e prodotti agricoli dal mar Baltico al Mare del Nord. Purtroppo il crollo della prima chiusa ed il conseguente fallimento della compagnia di gestione del Kinda Kanal ritardò notevolmente il completamento dell’opera, inaugurata nel 1870. Successivamente, l’apertura della linea ferroviaria tra Linköping e Rimforsa ne compromise definitivamente l’utilizzo per fini commerciali, trasformandolo in una delle principali attrazioni turistiche della zona.

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Il canale, costituito da 15 chiuse, segue principalmente il corso naturale del fiume Stångån fino ad affluire nel Göta Canal nei pressi delle dighe di Berg. Ha una lunghezza complessiva di circa 80 km, di cui 27 km di origine antropica. La differenza di altezza lungo il tracciato e di 52,5 metri. Ad oggi, non solo è possibile percorrerlo interamente in barca ma diversi progetti sono stati sviluppati dal comune di Linköping per aumentare la fruizione turistica lungo le sponde (piste ciclabili, aree atrezzati, spazi didattici, etc.) senza compro-

metterne le qualità ambientali e la biodiversità. Il PARCO DI SKÄGGETORP, nella prima periferia nord-ovest della città, è stato il secondo oggetto di studio. Il quartiere che lo circonda, caratterizzato da edifici di edilizia popolare costruiti negli anni ’60-’70, presenta un’elevatissima percentuale di immigrati provenienti da oltre 50 paesi differenti. Per decenni il parco è stato oggetto di atti di vandalismo, si trovava in stato di elevato degradato e risultava scarsamente accessibile


agli abitanti del quartiere. Negli ultimi anni l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’Università di Linköping, ha finanziato diversi laboratori di partecipazione e progetti di inclusione sociale per stimolare l’interesse della popolazione alla cura delle aree verdi e l’educazione ambientale e all’aperto. È nato così un progetto condiviso di riqualificazione del parco, che ha generato sia una maggior coesione tra i diversi gruppi etnici che un presidio costante sull’area. In seguito ci siamo spostati verso il parco cittadino, lo TRÄDGÅRDSFÖRENINGEN. L’area occupa circa 13 ettari e dal 1859, anno della sua realizzazione, è gestito da un’associazione che si occupa esclusivamente della promozione e manutenzione. Il parco della “Società Orticolturale” (traduzione letterale dallo svedese) è un punto di riferimento cittadino, un importante polmone verde, collegato al centro storico da una fitta rete di piste ciclabili e servizi pubblici. Ospita diverse attività, tra le quali un ristorantecaffetteria, un asilo nido, un’area con palco attrezzata per eventi, una torre panoramica, aree gioco per bambini nonché spazi dove praticare attività sportive individuali o di gruppo. Nell’area più settentrionale è stato recentemente realizzato un piccolo padiglione dove ha sede il Centro Studi sulla Natura. Nella zona limitrofa al confine con l’ospedale universitario, invece, il Comune sta cercando sinergie con l’azienda sanitaria per creare un giardino terapeutico dedicato ai pazienti.

70. Il tratto urbano del Kinda Kanal, nei pressi del centro città. In primo piano una delle chiuse che ne regolano il livello d'acqua. (©Margareta Danell da www.panoramio.com) 71. Il complesso del Vreta Kluster che ad oggi riunisce 21 aziende impegnate nel settore agricolo e zootecnico, nella produzine di cibo, ed energia (©www.svt.se) 72. Il quartiere di Skäggetorp: edifici nei pressi del parco (©www.carinaboberg.blogspot.it) 73. Inaugurazione di una nuova area del parco di Skäggetorp attrezzata con campi da gioco e skatepark (©www.carinaboberg.blogspot.it) 74. Il parco cittadino di Trädgårdsföreningen (©Bengt Bjda www.panoramio.com) 75. Il parco cittadino di Trädgårdsföreningen (©www.visitlinkoping.se)

Infine abbiamo visitato il CLUSTER VRETA, una sorta di incubatore di idee dove gli imprenditori che intendono investire in natura e verde possano relazionarsi il mondo accademico ed industriale. Uno spazio dinamico e creativo, luogo di incontro tra diversi attori coinvolti nei diversi ambiti delle tematiche ambientali. È evidente, in tutta la provincia, il riconoscimento dell'importanza delle aree verdi per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e l'impegno concreto delle amministrazioni pubbliche per la trasformazione degli spazi pubblici in luoghi dinamici, accessibili, fruibili e di qualità.

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w w w . h y b r i d p a r k s . e u m a i l @ h y b r i d p a r k s . e u PROJECT MANAGER / LEAD PARTNER Schloss Dyck Foundation . Centre for Garden Art & Landscape Design Juechen [Germany] www.stiftung-schloss-dyck.de Jens Spanjer j.spanjer@stiftung-schloss-dyck.de PARTNERS

Programma di Cooperazione territoriale Innovazione ed economia della conoscenza Ambiente e prevenzione dei rischi www.interreg4c.eu

State Chancellery of North Rhine-Westphalia Duesseldorf [Germany] www.nrw.de/landesregierung/staatskanzlei Rhineland Regional Council LVR Koeln [Germany] www.lvr.de The Regional Association of Westphalia-Lippe LWL Muenster [Germany] www.lwl.org Municipality of Linkoping Linkoping [Sweden] www.linkoping.se Municipality of Lund Lund [Sweden] www.lund.se

Fondo Europeo di Sviluppo Regionale INFOREGIO Politica Regionale EU http://ec.europa.eu/regional_policy/index_en.cfm regio-publication@ec.europa.eu

Paola Local Council Paola [Malta] www.paolalocalcouncil.org Silesian Botanical Garden Mikolow [Poland] www.sibg.org.pl University of Turku Turku [Finland] www.utu.fi

Direzione Generale Programmazione territoriale e negoziata, Intense. Relazioni europee e relazioni internazionali www.territorio.regione.emilia-romagna.it/paesaggio paesaggioer@regione.emilia-romagna.it Gruppo di lavoro: Barbara Fucci Francesco Guaraldi Francesca Poli Luisa Ravanello

Le attivitĂ del progetto sono inoltre promosse attraverso una newsletter internazionale, scaricabile su: www.hybridparks.eu/news-2/newsletter Al fine di implementare la banca data regionale sul paesaggio, siamo interessati a scoprire e conoscere nuove iniziative, progetti, enti, associazioni o organizzazioni che si occupano di queste tematiche. Se volete condividere con noi le vostre esperienze, per favore, contattateci!

Region of South Aegean Rhodes [Greece] www.pnai.gov.gr Regione Umbria Perugia [Italy] www.regione.umbria.it Regione Emilia-Romagna Bologna [Italy] www.regione.emilia-romagna.it/paesaggi Garden Platform Lower Austria St.Poelten [Austria] www.diegaerten.at Environmental Protection Association Citizen and Environment St.Poelten [Austria] www.naturimgarten.at Association of Parks and Gardens in Brittany Rennes [France] www.apjb.org Cheshire West and Chester Council Chester [United Kingdom] www.cheshirewestandchester.gov.uk


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