Stazione di posta

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PA O L O F I O R E L L I N I


Paolo Fiorellini, vive e lavora a Sarzana dove è nato nel ‘61.

www.fiorellini.com

Opera in copertina: Urbana - 2006 Ferro zincato, pellicola tipografica, gesso 6 elementi - cm 25 x 95,5 x 12




PAOLO FIORELLINI Stazione di posta


PAOLO FIORELLINI Stazione di posta via Ugo Foscolo 34/36 - 25128 brescia - tel. 030 303272

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Con il patrocinio del

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero delle Politiche Giovanili

Un ringraziamento particolare all’onorevole Elidio De Paoli, Sottosegretario di Stato per le Politiche Giovanili

COORDINAMENTO - Francesca Regalini TESTO - Chiara Gattamelata UFFICIO STAMPA - Mariarosa Faglia FOTO MOSTRA - Giancarlo Rovetta GRAFICA -

Via San Gottardo,5 - 19038 Sarzana (Sp)

F L U X U S associazione culturale

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BRUCE


2006

100 x 100 cm

Tempera acrilica , gesso, collages su tela

50 x 50 cm


24 x 30 cm


WHITE LADY

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FOX

STAZIONE DI POSTA di Chiara Gattamelata

Rivolgere lo sguardo verso una tela di Paolo Fiorellini significa lasciarsi condurre in una distesa sempre nuova fatta di materia, colore e struttura. Diversi sono i livelli di lettura ai quali l’autore ci fa accostare, mantenendone però la sintesi e l’inscindibilità; non potremmo infatti immaginare una sua tela priva di uno di quei tre elementi che all’autore sembrano così cari ed indispensabili nel suo fare. Ciò che pare di cogliere immediatamente, ad uno stato quasi istintivo e primordiale, è lo spessore materico delle tele, vale a dire strati di colore e di mondo sensibile capaci di collaborare per dar voce alle tensioni dell’autore. Nei lavori di Fiorellini ritroviamo semplici inserti di materiali prelevati dalla realtà, per lo più cartoni o, come ‘In un futuro’, una carta da gioco. Sembra trattarsi di azioni volte ad impossessarsi della oggettività, di quella tangibilità che l’autore vorrebbe fermare e di cui avverte la terribile vanitas. Bloccando una parte di mondo nelle sue opere, raggelando almeno parzialmente la sostanza delle cose, Paolo Fiorellini può forse trovare un istante di quiete in quel pro-

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SENZA TITOLO

cesso di trasfigurazione di ciò che lo circonda e che così tanto lo sgomenta. Ma questi pezzi di realtà tradiscono anche una funzione formale. Così almeno pare in ‘Biba’: si tratta di una grande croce in cartone al centro della tela. Come non pensare ad una impostazione campo-oggetto fra le più classiche, sebbene realizzata con lo scarto della materia? La nostra attenzione si focalizza sull’oggetto croce che riesce ad emergere dal magma colorato che la trattiene alla tela; si tratta di un’emersione provvisoria, perché quella forma che è affiorata è già pronta ad affondare e a soccombere al colore. La stabilità offerta dalla centralità della croce è resa precaria non tanto dal suo scarto rispetto al cuore del campo, quanto dall’assorbimento al quale sembra non poter sfuggire. ‘In un futuro’ l’oggetto, quasi scherzoso, è la carta del re di fiori; in ‘199’ è una targhetta rossa riportante la cifra che dà il titolo all’opera; si tratta indubbiamente di segni del reale fissato, fermato, congelato. Gi oggetti saranno così per sempre incapaci, grazie all’autore, di andare incontro all’effimero: sfuggono, per mezzo suo, alla precarietà del tempo, e ci rimangono consegnati nella loro ultima verità. 11


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L’asserzione di oggettività di quegli oggetti è incontestabile; e non importa che essi rientrino in un più ampio schema poetico: ciò che essi sono non potrà essere confutato; forse riuscirà ad essere ricontestualizzato ma non negato. Si è anche detto della struttura dei lavori di Fiorellini: quasi sempre presenti sono dei segni circolari, morbidi e curvilinei. Ed anche quando gli elementi sono rettangolari non vige il principio dell’acutezza; le linee geometriche non sono rigorose, ma attenuate e sfuggenti. In ‘Passato il confine’, ad esempio, una lunga linea verticale e materica si sovrappone ad un rettangolo nel quale se ne incastra, diagonalmente, un altro; in ‘Bruce’ due specie di elle nere partono da uno dei lati della tela; in ‘Fox’ rette oblique tracciano solchi in un rettangolo mentre, nella parte superiore, su un fondo bianco, sono schematizzati, in una scansione irregolare, segni incrociati. In tutti i casi si tratta di forme geometrizzate che perdono la loro asprezza per lasciare il posto ad un gioco enigmistico di linee e di sagome che assurgono a segni conosciuti solo dall’autore. Nelle sue operazioni l’autore non dimentica il ruolo fondamentale del colore. La base sulla quale Fiorellini opera è spesso bianca, panna o grigia; non si tratta di 12


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colori uniformi, bensì di una continua vibrazione tonale che è capace di illuminare ciò che vi si sovrappone. E’ come se quei bianchi, quei panna o quei grigi fossero il risultato di un perenne tremolio di luce che dal fondo affiora, per poi ricadervi, per poi riemergere nuovamente. C’è una instabilità cromatica dolce e suadente che si presenta anche quando il campo, invece che chiaro, è scuro, nero, terroso. Su questi fondi palpitanti, Fiorellini posa rossi, ocra, neri, grigi, blu: questi ultimi non sono sporcati, ma chiari ed inequivocabili perché solo così la forma si può plasmare. Particolarmente intensi mi sembrano essere i lavori in cui il colore è circoscritto in zone ristrette della tela. Così come con le certezze del rosso e del nero l’autore è capace di imprimere vigore presentandole in modo perentorio dinnanzi ai nostri occhi, così anche con gli altri colori Paolo Fiorellini arriva a produrre quell’effetto per cui essi si fissano con evidenza nello spazio assoluto nel quale essi sono posti. E sui colori lavora con i segni del proprio alfabeto emotivo lasciandovi una ulteriore traccia, un ulteriore indizio della realtà sulla quale riflettere, entro la quale posarsi.

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REGALAMI UN TAPPETO VOLANTE

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SULLA CARRETERA

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PASSATO IL CONFINE

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LA PORTA ARABA

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IN FUTURO

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KM

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STIVE

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BAT

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SEI SOLI

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IL VIAGGIATORE E IL BASTIMENTO

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IL GIORNO DI MONTEZUMA

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ALCE NERO AL CENTRO DELLA TERRA

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UN VIAGGIO IN MONGOLFIERA

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BIBA

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IN QUESTO GIORNO

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CIMINIERE

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1990

Rassegna GIOVANI LINGUAGGI DELL’ IMMAGINE Centro Allende (SP)

1991

Personale - Assessorato alla cultura Libanese, Ferrara LA CALANDRINIANA Laboratorio incontro d’arte, come nasce un quadro, Sarzana LA STANZA Pontremoli

1993

COPIA, FOTOCOPIA, MIMESI Galleria Il Setaccio - Sarzana

1994

ENSEMBLE D’ART Studio d’arte Tomaino, Sarzana (SP)

1995

SFILATA D’AUTORE MATRIX performance - Montecatini Terme / Fiera di Bologna OPERA PURA performance - Galleria “Il Setaccio”, Sarzana BOTTEGA D’ARTE TOMAINO “Il Setaccio”, Sarzana DISIMBALLO performance Fortezza Firmafede, Sarzana LA CALANDRINIANA Laboratorio incontro d’arte IN MEMORIA DI HIROSHIMA performance Fortezza Firmafede Sarzana NOTTE AL PARCO Ensemble d’art, Carrara

1996

TRISTAN TZARA performance Fluxloft, Sarzana L’OMBRA DEL SOLE performance, La Spezia APERTO PER FERIE personale, Portovenere (SP) OPERA APERTA Galleria Kontraste, Forte dei Marmi ARIA collettiva a cura della D’ars, Milano

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1997

CRONACHE DI BOTTEGA Galleria 9 Colonne, Bologna CRONACHE DI BOTTEGA Galleria 9 Colonne, Ferrara ARTHENIANA Laboratorio di arte e satira, Lerici (SP) CRONACHE DI BOTTEGA City Bank, Milano VIVA VERDI Pittura d’opera Centro Allende La Spezia

1998

MAP personale, La Spezia Provocazione Centro Allende (SP) LIBERATI DALLA PAURA D’ars , Milano HANAHATA personale - Galleria Citifin - Torino

1999

”VIA MARE” Installazione

2000

Vanitas Vanitatum Arthena, Lerici ARTEDOVE Percorsi d’arte contemporanea a Fosdinovo “WUNDER KAMMER”, VIAMARE 2^ ed. installazione, SP MESTOLO D’AUTORE Milano/Torino

2001

”SAGOMAZIONI”, VIAMARE 3^ ed. installazione, SP ESSERE Galleria Tornabuoni, Pietrasanta ARTEDOVE Percorsi di Arte contemporanea a Fosdinovo ESSERE Pienza Art, Pienza

2002

“Black Helk” Spazio Gaeti, Brescia ARTEDOVE Percorsi di Arte contemporanea a Fosdinovo (SP) BIENNALE Museo d’Arte moderna, Gazoldo (MN) Dalle Sei a Mezzanotte “OSPITI” collettiva , Studio EM Sarzana

2003

Percorsi d’arte contemporanea a Fosdinovo , installazione

2004

“Il popolo degli uomini” , Chiostro di S. Francesco - Sarzana FUSION personale, Pietrasanta

2005

”EMERGENZE “ mostra itinerante (SP)

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attivitĂ 1999 2006

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“...... conserva, conservabile, conservante, conservare, conservarsi ..... Mi affascina e mi spaventa la velocità di trasformazione di tutto quello che mi circonda. Vorrei conservare le cose in modo coerente col mio tempo, fermare l’effimero in un contenitore, perchè no, di silicio, come in un computer ... mettere le sensazioni sottovuoto, per sostituire - con quello che ho a disposizione - il profumo della lenta affumicatura del pesce sui tralicci di legno annerito. Fermare il piacere ... il lusso del tempo che occorre per creare le cose, ore o momenti, in una scatola trasparente. Non è l’indolenza dell’ozio ma la gioia antica di creare: è l’azione conclusa, il finito, nel dinamico. Voglio usare il silicone. Il guizzo del pesce e la rete del pescatore sono imprigionati nella gelatina sinteticache mi racconta la tensione del movimento - ormai compiuto”. Moby 2002 Silicone, legno, ferro cm 158.5 x 49,5 x 4

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IVA B1 1996 Scultura sottovuoto cm 20 x 30 x 2


VIAMARE 1999

sarde silicone pali di legno corda di canapa 41


Senza titolo - 2000 cm 30 x 30

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Senza titolo - 2001 cm 100 x 100

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Moby - 2002 cm 30 x 24 44


Senza titolo legno, silicone, ferro 2002 cm 199 x 69.5 x 4 45


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Moby - 2003 cm 29 x 15 x 4

Passaggio in alto mare - 2002 cm 100 x 100

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Invasioni nomadi 2002 cm 100 x 100

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Sette amori - 2002 cm 30 x 30

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Senza titolo - 2000 cm 30 x 30

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5 primavere e oltre - 2002 cm 55 x 27

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Contando - 2002 cm 50 x 50 52


Red fish - 2002 cm 50 x 50 53


MOBY ARTEDOVE 2001

L’ho incontrato la prima volta alla galleria Il Setaccio a Sarzana e sono rimasta a lungo a guardare i suoi lavori, accomunati dal filo rosso del gioco. L’ho incontrato successivamente nella bottega d’arte di Giuliano Tomaino e l’ho visto dipingere nel laboratorio d’arte della Calandriniana. Stessa dimensione stesse dinamiche. Con molta curiosità ho continuato ad attraversare con occhio attento il suo territorio artistico, osservandolo in varie performances. Identica (e felice) impressione del primo giorno: Paolo “Moby nel Mar dei Sargassi” - 2003 Legno, raffia, chiodi, acrilico cm. 24 x 48 x 18.5

si diverte.

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raffia, chiodi, acrilico installazione su 55


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Attraverso la materia gioca, come il bambino si crea il suo mondo di simboli che non corrispondono ai nostri, esplora, sorride, ammonisce. I suoi lavori sono la stretta derivazione di un’arte senza forme precise, eppure decisamente delineata nei contenuti, percorsa da vibrazioni, molto musicale, piena di messaggi estetici. Nelle opere materiche, ha sintetizzato quelli che sembrano essere gli irriducibili percorsi della sua poetica. Movimento, vita e gioco. E perchè no, anche stupore. Gabriella Molli curiosa d’arte 57


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1 El gato - 2001 cm 30 x 30

2 Moby - 2001 cm 30 x 30

3 El gato - 2001 cm 30 x 30

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Insidie - 2003 cm 100 x 100

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Oglala - 2001 cm 30 x 30 Patagonia - 2000 cm 20 x 30 61


In questa notte - 2005 cm 50 x 50

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Due cuori - 2001 cm 30 x 30 Ne carne ne pesce - 2001 cm 30 x 30

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AB - 2005 cm 50 x 60

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Alce nero - 2002 cm 50 x 50

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No Down - 2001 cm 100 x 100

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A casa di zia Adele - 2003 cm 80 x 120 68


Il fuoco del consiglio - 2005 cm 30 x 30 69


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Angelo sperduto - 2005 cm 100 x100

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(...) una costante attenzione alla sperimentazione dei materiali e alla contestualizzazione dei suoi lavori nello spazio circostante, che l’ha portato spesso ad avventurose installazioni e intrusioni di oggetti eterogenei. (...) Panorami infatti severi e pessimisti, certo, ma non alieni da una prospettiva di avventura che è concreta possibilità di liberazione e di divertimento, in cui la curiosità, lo scambio sociale, il movimento diventano fattori positivi di sviluppo dell’esperienza.

Enrico Formica

(...) Una stabilità non-stabile, una incerta... certezza che consiste proprio nel voler ritrovare l’originaria dimensione; ed è proprio attraverso il pensiero e l’azione che Paolo

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Venti

ARTEDOVE 2003


crea progressivamente un lavoro che potrebbe corrispondere al riflesso della società in cui vive: il pensiero attaverso i suoi gradi di libertà può rendere possibile ciò che sembra... irraggiungibile

Maurizio Vanni

tondino di bronzo lamiera di zinco

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Lo sposo africano - 2004 cm 150 x 150

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Si ringrazia: Claudio Bassi Filippo Bettini Paolo Bettini Gianni Guerrini Fausto Lina Giuliano Tomaino Marcello Torazzi

Dono di nozze - 2000 Silicone, fiori, legno cm 80 x 150

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Finito di stampare nel mese di Novembre 2006 da Tipolitografia Campisi



Mi racconti una fiaba Moby vĂ al ballo e la principessa lo ama 2004 scultura assemblaggio cm 91,5 x 16 x 16


via Ugo Foscolo 34/36 - 25128 brescia tel. 030 303272 www.cidacarte.it


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