Ecce Homo

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idoli 2011 polistirolo, alluminio 200 x 70 x 30 cm


Paolo Fiorellini

a cura di Mara Borzone


Paolo Fiorellini

Centro Allende La Spezia 4/26 Febbraio 2011 a cura di Mara Borzone

Presidente Cinzia Aloisini Direttore Marzia Ratti

Testi critici di Mara Borzone Cinzia Compalati Progetto e realizzazione grafica Elisa Modugno foto Stefano Lanzardo ringraziamo Roberta Costi Stefano Lanzardo Umberto Sauvaigne Jacopo Tartarini Giuliano Tomaino

prestampa CTP, Firenze stampa Grafica Lito, Firenze

Volume realizzato con il contributo di



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Idoli allo sbando di Mara Borzone

Un artista, se è tale, cattura i segnali dal mondo esterno, e li rielabora. In qualche

caso li anticipa, come in questa mostra di Paolo Fiorellini, pensata in tempi non sospetti, recenti eppure sostanzialmente tranquilli, e inaugurata durante una delle più complesse crisi che il Mediterraneo abbia mai visto. Gli uomini di ferro di Fiorellini, giganteschi iron men, molto meno aggraziati e dinamici del protagonista del fumetto, evocano le mummie, fasciati in bende metalliche che ne impediscono l’identificazione, ma anche i guerrieri crociati nelle loro armature. La recente, triste sorte di alcune mummie del Museo del Cairo, o le conseguenze delle Crociate, tutte da rileggere in chiave odierna, non sono che due delle possibili premonizioni di Fiorellini, o esempi della sua weltanschauung, una visione del mondo autonoma, pacata, distaccata, riflessiva e senza retorica. Ecce homo non si esaurisce nei grandi uomini di ferro: una serie di stele provenienti dal futuro celebra altri archetipi di guerrieri, samurai o lunigianesi dell’età del ferro, persino una guerriera, cyborg che non esistono ancora. La fantascienza, o, piuttosto, i suoi personaggi, sono il linguaggio adottato da Fiorellini in Ecce homo, l’inganno della tecnologia è l’idea di fondo; il titolo è la frase di Ponzio Pilato, con tutti suoi sottintesi. Ai cyborg metallici è arrivato dopo una lunga sperimentazione sui materiali, iniziata con la pittura materica, strati di gesso e pigmento a formare spessori quasi plastici, dove il bianco ha la corposità della neve a primavera, e proseguita con la ricerca sul silicone. Fiorellini ha creato mantelli, croci e grandi oggetti, inglobando nel silicone erba, fiori, pesci, tutti veri; l’idea, splendida sull’immediato, non ha retto al passare del tempo, tutto ciò che era nel silicone si è rapidamente ossidato cambiando, o, meglio, perdendo il colore originale, per assumere tonalità dall’ocra al bruno. Una performance, quindi, o, forse, una metafora contemporanea: anche la natura, sottoposta alla violenza della chimica, muta e diviene effimera. Il passo successivo è consistito nel racchiudere pesci in fil

1 - un idolo 2011 cemento, alluminio, stagnola 187 x 125 cm 2 - antropomorfismo 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm 3 - accampamenti alieni 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm


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di ferro, talmente modificati da diventare piccoli aerei, dentro piccole teche in vetro e metallo, colme di silicone trasparente. L’aspetto traslucido del silicone, attraente e insieme repellente, a contrasto con i bagliori del ferro spazzolato a mano, suggerisce tecnologie future, avanzate e, al tempo stesso, rabberciate, consunte e obsolete, ridotte a ex voto di un mondo che verrà. Di lì sono nati gli ultimi guerrieri, sporchi di grasso nero come se venissero da un’altra galassia, corruschi e corrucciati; per farne risaltare i riflessi metallici, Fiorellini li ha collocati su un fondo di cemento, che assorbe completamente la luce e che, a sua volta, evoca panorami urbani degradati; il calcestruzzo armato a vista, emblema di progresso e di modernità ai tempi di Le Corbusier, oggi è un problema di conservazione, uno dei tanti dell’architettura del ‘900. La ricerca di Fiorellini si muove dunque in ambiti diversi, dall’ecologia, che è anche stile e scelta di vita, alla coscienza civica - parlare di politica in senso stretto è riduttivo - al futuro, non facile, non gradevole, non rassicurante, alla religiosità, poiché di idoli si tratta. Caratteristiche comuni sono la manualità e la cura nell’esecuzione, mai troppo diligente, tuttavia riscontrabile nelle grandi opere come nei dettagli, nelle saldature come nei colpi di lima, nel progetto dell’installazione; Fiorellini ne è il regista, i replicanti metallici sull’attenti possono ricordare i guerrieri dell’esercito di Xian, ma sono allo sbando. 4 - la porta ovest 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm


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Idoli di un futuro passato di Cinzia Compalati

“Non penso mai al futuro, arriva così presto” Albert Einstein

Il padre dell’archeologia industriale Kenneth Hudson – oltre ad aver scritto i manuali di base della disciplina – ha teorizzato in maniera pionieristica anche il concetto di “archeologia del futuro” ipotizzando i contesti e i materiali che si sarebbero trovati di fronte gli studiosi del domani. Infatti in Archaeology of the Consumer’s Society (1978) e in Food, Clothes and Shelter, 20th Century Industrial Archaeology (1983) egli non affronta le tematiche dell’archeologia industriale classica ma disserta su plastica e alluminio, supermercati e aeroporti, elettrodomestici e shopper in poliuretano. Indaga insomma il mondo che lasceremo ai nostri nipoti. La ricerca di Fiorellini muove dalle radici culturali di quella che si potrebbe denominare ‘scuola sarzanese - spezzina’ – di cui Tomaino può essere considerato uno dei capostipiti – un humus, una tradizione consolidata da anni di artisti che hanno interpretato e letto il mondo attraverso il simbolo e una visione intimistica. Presto Paolo si costruisce una cifra stilistica tutta sua inglobando nelle tele oggetti estrapolati dalla realtà e cominciando a ‘escogitare’ soluzioni per scongiurare l’effimero e il transitorio. Con lo stesso entusiasmo che l’archeologo esprime a cospetto del frammento, l’artista ha iniziato a dar forma – con l’immaginazione e la capacità di ‘costruire mondi’ propri della scuola di cui si è detto – a quelli che potrebbero essere i ‘resti’ che si riesumeranno nel futuro dell’umanità che ha ancora da venire. In sostanza un ‘futuro al quadrato’, l’archeologia di un tempo che ancora non c’è. Ma facciamo un passo indietro, quando nel 2006 Fiorellini realizzò una serie di quadri con le carte da gioco, selezionando, tra tutti gli oggetti che il reale può offrire, uno tra i più ambigui. Immaginate poi un uomo del futuro che ritrovi una nostra carta: 5 - andromeda 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm 6 - il volo dello zeppelin 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm 7 - in origine 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm


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avrebbe di fronte un enigma pressoché irrisolvibile. Pensare che questo pezzo di carta servisse per giocare è una certezza che noi abbiamo acquisito per consuetudine ma che altrimenti non si potrebbe neppure supporre. Con l’opera In Futuro – in cui un re di fiori campeggia su uno sfondo dai toni chiari e dalla forma ogivale – il “dado era tratto”, in Paolo si era innescato un meccanismo di costruzione di uno scenario che ‘ambientasse’ la sua ricerca artistica con lo scopo di immaginare cosa avrebbero lasciato ai loro successori gli uomini del futuro. Un mondo da mettere sotto vuoto, in barattolo, in formalina, da conservare fino alla notte di tempi per non perdere il ricordo del ‘futuro passato’ dell’umanità. Fiorellini costruisce una sorta di ritrovamenti archeologici consapevoli, oggetti selezionati dall’artista – come la balena, la lisca, i ricami, la croce, i petali dei fiori – da tramandare ad imperitura memoria, immortalati per sempre in teche di silicone. Per il Centro Allende della Spezia, l’artista da corpo a questi uomini del futuro – gli ‘archeologi’ che ritroveranno i ‘consapevoli’ frammenti – cyborg che sembrano uscir fuori da Blade Runner o Terminator. L’ambientazione, di una perfetta armonia, estranea lo spettatore dalla realtà per permettergli di calarsi completamente in queste ‘metalliche’ emozioni. L’uomo-cyborg concretizzandosi prende forma per divenire idolo, monumento o forse – meglio – anti monumento della società contemporanea. E In Futuro (2) torna anche per questa esposizione con un linguaggio iconografico completamente rinnovato e inedito: forse vi potremmo scorgere – nella pennellata curvilinea che sembra riprendere la forma del capo dell’uomo-cyborg – l’ombra ante litteram di uno di loro piegato a terra a raccogliere un frammento. Suggestione o verità? 8 - in futuro 2011 cemento, alluminio, guaina, tela iuta 187 x 125 cm


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9 - Il nido piÚ alto 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm 10 - Sul fondo del vaso di Pandora cemento, alluminio 187 x 125 cm 11- Deus ex machina 2011 cemento, alluminio, guaina 187 x 125 cm 12 - L’origine dei sogni 2011 cemento, alluminio, smalto, tela iuta 187 x 125 cm 13 - Mnemosine 2011 cemento, alluminio, tela iuta 187 x 125 cm


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FERMATI 2011 installazione video TransMove di Stefano Lanzardo


... in lontananza vedo accampamenti alieni, avvicinandomi capisco ... gli abitanti di quel luogo assomigliano molto a noi.


Ecce homo 1-2 2011 cemento, alluminio, stagnola 1 000 x 125 cm


Paolo Fiorellini è nato nel 1961 a Sarzana (La Spezia) dove vive e lavora. Nel 1985 ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Inizialmente il suo lavoro artistico è stato caratterizzato da un linguaggio tra la figurazione e l’Espressionismo; dagli anni Novanta la sua pittura è approdata ad un gesto più informale e ricco di materia, quindi si è dedicato alla sperimentazione dei materiali, tra cui il silicone, nel quale ha spesso incluso elementi naturali (fiori, erba o pesci). Fiorellini si interessa alla sostanza e alla materia del pigmento e delle superfici; privilegia il colore per l’energia assorbita o irradiante, la sua ricerca consiste nel creare disorientamento e nel proporre icone e archetipi capaci di suggerire concetti e principi morali. Artista visivo poliedrico, spazia fra pittura, scultura, assemblage e performance, con esiti collocabili fra la Transavanguardia e le ricerche oggettuali più recenti.


Personali Paolo Fiorellini, Assessorato alla Cultura Libanese, Ferrara 1991 La Stanza, Pontremoli (Ms) 1991 Copia, Fotocopia, Mimesi, Galleria Il Setaccio, Sarzana 1993 Aperto per ferie, Portovenere (Sp),1996 Paolo Fiorellini, Map Café, La Spezia 1998 Hanahata, Galleria Citifin, Torino 1998 Essere, Galleria Tornabuoni, Pietrasanta e Pienza Art, Pienza 2001 Paolo Fiorellini, Spazio Gaeti, Black Helk, Brescia 2002 Il Popolo degli uomini, Chiostro di S. Francesco, Sarzana 2004 Stazione di posta, Galleria Cidac Arte Contemporanea, Brescia 2006 Indiana, Galleria Gnaccarini, Bologna 2007 Galleria Notturna, Galleria Studio d’ Arte Eclektica, Pisa 2007 6 Piani, Art Hotel Shelley, Lerici (SP) 2008 Estasi sintetica, Galleria AxA, La Spezia 2008 Fermati, ConceptStudio Arte in studio, La Spezia 2010

Collettive Rassegna Giovani Linguaggi dell’Immagine, Centro Allende (Sp) 1990 La Calandriniana, Laboratorio incontro d’arte, come nasce un quadro, Sarzana 1991 Ensemble d’Art, Studio d’arte Tomaino, Sarzana (Sp) 1994 Bottega d’arte Tomaino, Galleria Il Setaccio, Sarzana 1995 Calendiluna, Carrara 1995 Calandriniana 95, Sarzana 1995 Notte al parco, Ensemble d’art, Carrara 1995 Opera aperta, Galleria Kontraste, Forte dei Marmi 1996 Aria, D’ars, Milano 1996 Cronache di bottega, Galleria 9 Colonne, Bologna, Ferrara, City Bank, Milano 1997 Artheniana, Laboratorio di arte e satira, Lerici (Sp) 1997 Viva Verdi, Pittura d’opera, Centro Allende, La Spezia 1997


Provocazione, Centro Allende, La Spezia 1998 Viamare, installazione, Bagno Tropicana, Fiumaretta (Sp) 1998 Liberati dalla paura, D’ars, Milano 1998 Viamare, installazione, Bagno Tropicana, Fiumaretta (Sp) 1999 Vanitas Vanitatum, Scuola D’Arte Arthena, Lerici 2000 Artedove, Percorsi d’arte contemporanea, Fosdinovo (Ms) 2000 Wunderkammer, installazione, Viamare II ed., Bagno Tropicana, Fiumaretta (Sp) 2000 Mestolo d’autore, Milano, Torino 2000 …e i sogni si rinfrescano, installazione Viamare III ed., Bagno Tropicana, Fiumaretta (Sp) 2001 Artedove, Percorsi di Arte contemporanea, Fosdinovo (Ms) 2001 Biennale Postumia Giovani, Museo d’Arte Moderna, Gazoldo (Mn) 2002 Artedove, Percorsi d’arte contemporanea a Fosdinovo , installazione, Fosdinovo (Ms) 2002 Dalle sei a mezzanotte, mostra collettiva, Studio Modugno 2002 Artedove, Percorsi d’arte contemporanea a Fosdinovo , installazione, Fosdinovo (Ms) 2003 Expoarte 2006, Montichiari (BS) 2006 Segni di confine, Artist 2007, Art Fair, Istanbul 2007 Paolo Fiorellini, Casa d’arte San Lorenzo, Artimino (Prato) 2008 Collettiva, Casa studio di Laura Ballestrazzi architetto, Genova 2010 28 stanze-Factory, Hotel MIchelangelo, Carrara 2010 Arte a cavallo-Factory, Scuderia Fiasella, Castelnuovo 2010 Studio aperto Tomaino-Factory, Giornata del contemporaneo, Sarzana 2010

Performances Opera Pura, Galleria Il Setaccio, Sarzana 1995 Disimballo, Fortezza Firmafede, Sarzana 1995 In memoria di Hiroshima, Fortezza Firmafede, Sarzana 1995 Sfilata d’Autore Matrix, Montecatini Terme/Fiera di Bologna 1995 Tristan Tzara, Fluxloft, Sarzana 1996 L’ombra del sole, La Spezia




Finito di stampare nel mese di Marzo 2011 da Grafica Lito, Firenze 1 000 copie




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