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domenica 16 febbraio, h 16.30 Palazzo Ducale, Salone del Maggior Consiglio

«vivere malgrado tutto»

Viktor Ullmann un musicista nel ghetto di Terezin

con l’esecuzione di

Drei jiddische Männerchöre, Zwei hebräische Chöre Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke Drei hebräische Knabenchöre, Drei juddische Lieder, Abendphantasie letture da Terezinské Requiem di Joseph Bor

Eyal Lerner, coro Shlomot Cecilia Cereda, piccolo coro Anna e Aldo Faldi Silva Trosti, corale Santa Maria, ensemble I musici Sonia Convertini (Scuola del Teatro Nazionale) Roberto Tomaello (Teatro Ateneo) disegni originali di Guido Zibordi a cura di Nicola Ferrari e Anna Laura Messeri


Fu una perversa finzione, il campo di Theresienstadt, anticamera di Auschwitz. Aperto dal febbraio del 1942 all’ottobre del 1944, il campo dei musicisti fu teatro di opere, concerti, teatro, seminari di studio; fu persino usato come set di propaganda (nell’immonda recita filmata nel Führer dona una città agli Ebrei) per celare la realtà dell’Olocausto alle organizzazioni internazionali (le novantamila successive deportazioni, le trentamila morti nel campo). Ma fu anche, una profonda verità, per i musicisti, gli artisti che cercavano di vincere la materia (le sue ragioni, le sue abiezioni) nella tragedia della loro quotidianità e per farlo, come aveva testimoniato Primo Levi, avevano fatto appello al potere della forma. Grandi compositori, rubati alla loro vita, al loro destino di uomini e autori, come il ceco Hans Krasa (l’autore di Brundibar, l’opera per bambini eseguita lo scorso anno a Palazzo Ducale) o l’austriaco Viktor Ullmann trovarono nella musica lo spazio nel quale volevano vivere, il momentaneo ma inespugnabile rifugio dall’ambiente nel quale erano obbligati a vivere, la ragione per non sedersi «a piangere sulle rive dei fiumi di Babilonia». Viktor Ullmann, sviluppando un linguaggio personale, capace di produrre con l’alchimia armonica di Strauss e Berg un composto personale e visionario, a Terezin eseguì e compose molte opere. L’ultima fu un melologo: un trasfigurato teatro dell’ascolto costruito soltanto con un attore che recita un testo ellittico ed elusivo scritto da Rilke trent’anni prima, ambientato in anni lontani, dedicato all’impossibilità di ritornare all’amore e alla vita, dopo la guerra, ogni guerra ogni dolore, e un pianoforte che gli suona intorno, lo suona dentro rendendone le cesure di ogni frase risuonanti di indicibili destini. L’ascolto, oggi, di quella pagina, estrema, eccezionale per destino e per valore, permetterà di sentirci vicini, oggi come allora, alla fragile ma fremente verità di tutti quelli che, come scriveva Ulmann «lottano nella vita come nell’arte per trionfare di una Materia che pur sempre resiste».


le composizioni originali di Viktor Ullmann, Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke, melologo per pianoforte e voce recitante, dedicato alla sorella Elly per il suo compleanno, e i Drei juddische Lieder op. 53, terminate nella versione pianistica ed eseguite a Terezin tra il 1943 e il 1944, durante il periodo di internamento, sono state pubblicate postume da Schott, e trascritte, in questa occasione, per ensemble strumentale, cercando di interpretare le intenzioni orchestrali presenti nelle partiture dell’Autore

le letture sono tratte dal Requiem di Terezin di Joseph Bor, versione italiana di Bruno Meriggi, Passigli 2014 il testo del melologo Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke è tratto dall’opera omonima di Rainer Maria Rilke, nella traduzione italiana di Nicola Ferrari per le Edizioni San Marco dei Giustiniani 2019

Le opere grafiche proiettate sono di Hana Erika Karplusová Pavel Sonnenschein Eva Brunnerová Hanuš Jindř. Klauber Dorit Weiserová Josef Novák

[dall’archivio dei disegni dei bambini di Terezin, Museo Ebraico di Praga]

I disegni originali di Guido Zibordi sono stati animati da Saverio Farina


il Piccolo Coro Anna e Aldo Faldi è composto da Diego Amighetti, Marta Battilana, Samuele Battilana, Davide Descalzo, Stella Dollinar, Svevo Gistici, Diego Lanzone, Guendalina Gabai, Flavia Giancotti, Lucia Manna, Nicole Marzio, Amélie Parpaglione, Alessia Rollando, Beatrice Satta, Melissa Taranto, Guglielmo Tonial e diretto da Cecilia Cereda, con i maestri collaboratori Lucrezia Crovo e Silvia Vignolo

il coro Shlomot è composto da Jole Arias, Viana Arias, Franca Borzone, Giorgio Bruzzone, Clara Buzzat, Flavia Campini, Antonella Coluccia, Cinzia Derine, Stefano Di Patrizi, Oscar Gabutto, Daniela Giovannini, Cecilia Gorgoni, Egija Koslovska, Maria Massa, Valentina Mazza, Francesca Mazzitelli, Gabriele Petuckoff, Antonio Puppo, Maria Teresa Repetto, Yael Ronga, Alessandra Rubiera, Delia Sdraffa, Delia Tedeschi, Claudio Tomasetti, Roberta Traverso, Vittoria Traverso, Scanderbeg Vaccaro e diretto da Eyal Lerner

la corale Santa Maria di Bogliasco è composta da Guglielmo Bellone, Gianni Brunner, Cristiana Caccavale, Paola Cammilli, Rita Costa, Babette Dijk, Milena Erba, Adriana Francese, Enza Iommelli, Franco Landucci, Giancarlo Magnaghi, Bruno Morgani, Cristina Panichi, Roberto Peruch, Franca Piccini, Mauro Quartini, Cristina Risso, Nicola Rocca, Guerrino Romeo, Attilio Talamo, Punny Tonalli, Gino Toselli, Giancarlo Trabucco, Silva Trosti e diretta da Nicola Ferrari


l’Ensemble I Musici dell’Associazione Pucciarelli

è composto da

flauto traverso

clarinetto

Antonella Canepa Emma Chiappari Babette Dijk Clarissa Cresci Federica Ivaldi

violino

violoncello sax baritono pianoforte

Valentino Ferrari Yemisirach Ferrari Pietro Baroso Valentina Genitoni

Regia del suono: Saverio Farina


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