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Noce da valorizzare

Si è svolto a fine agosto a Trento il convegno sulle attività di ricerca per valorizzare la noce in Trentino, Italia e nel mondo. Ricerca e territorio, parte dal progetto “Noble” il rilancio della coltura del noce in Trentino il ‘manifesto’ del convegno, occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della nocicoltura.

Lo stato dell’arte, i risultati delle ricerche condotte nel settore della nocicoltura da frutto e le prospettive future per il rilancio di una coltivazione sostenibile, legata al territorio, sono stati al centro di un convegno, molto partecipato, organizzato dalla Fondazione Edmund Mach che si è svolto alla Fondazione Caritro di Trento e che ha visto intervenire i massimi esperti a livello internazionale, accanto ai produttori del Bleggio superiore e del Veneto. Focus dell’evento, che ha rappresentato un momento importante di confronto tra mondo della ricerca, assistenza tecnica, istituzioni e

imprese, la presentazione del progetto Noble per la caratterizzazione e valorizzazione della Noce del Bleggio, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach e finanziato dalla Fondazione Caritro. Il convegno è stato aperto da Filippo Manfredi, direttore della Fondazione Caritro, che ha sottolineato l’importanza di investire in ricerca e sviluppo per incentivare la connessione del sistema economico e produttivo con il mondo della ricerca, spiegando che sono 300 i progetti di ricerca applicata finora finanziati dalla Fondazione.

“Il noce”, ha evidenziato il presidente della Fondazione Edmund Mach, Andrea Segrè, “è una coltura che si integra bene nel paesaggio e negli ecosistemi di montagna; perciò la sua valorizzazione è particolarmente utile nell’ottica della conservazione della biodiversità e della promozione di un'agricoltura sostenibile, sia dal punto di vista ambientale sia economico. Il settore nocicolo e della frutta secca, infatti, merita di essere sviluppato perché può creare un importante indotto sul territorio, a fronte di consumatori sempre più interessati agli alimenti dalle spiccate caratteristiche nutrizionali”. Dopo i saluti iniziali l’incontro, moderato da Michela Troggio, ricercatrice della FEM e responsabile del progetto di ricerca Noble, è intervenuto il coordinatore del programma breeding del noce all’Università UC Davis-California, Charles Leslie, che ha illustrato i progressi del programma americano. Sono seguite una serie di presentazioni sulla nocicoltura specializzata veneta, attualmente la più avanzata in Italia, e sul progetto “PortNoc” incentrato sui portainnesti per la tolleranza/resistenza a Phytophthora e blackline e sulla valorizzazione di varietà di Juglans regia compatibili. La mattinata si è conclusa con una sessione dedicata alle realtà locali vocate al noce, a partire dallo studio dell’Università di Udine sulla valorizzazione del germoplasma, per concludere con la descrizione della realtà nocicola del Bleggio superiore.

Il progetto NoBle è partito lo scorso anno. Coordinato da FEM e finanziato dalla Fondazione Caritro, mira alla valorizzazione di una varietà molto particolare, quella del Bleggio (piccola, dal guscio sottile e dal gusto dolce e speziato) ed ha come obiettivo la creazione di una carta d’identità. Le analisi genetiche e isotopiche condotte nei laboratori di San Michele descriveranno rispettivamente il profilo genetico e l’origine geografica. A questo si aggiungerà la caratterizzazione dei composti nutrizionali per valutare il profilo salutistico, inclusa la percezione del consumatore. Il tutto in un’ottica di promozione e valorizzazione, alla luce dei dati che indicano come il consumo di frutta secca sia in forte aumento e vedono l’Italia e, in generale, tutta l’Europa, importare grosse quantità soprattutto da California e Cile.

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