L’ECO
€ 7.00
LXXIV n.1 (250) Gennaio-Marzo e n.2 (251) Aprile-Giugno 2019
della scuola nuova
Organo della FNISM Federazione Nazionale Insegnanti fondata nel 1901 da Gaetano Salvemini e Giuseppe Kirner
Periodico trimestrale con supplemento - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB - Roma. Abbonamento e iscrizione alla FNISM su C.C.B. Unicredit - Iban IT 35 Y 02008 05198 000401020572 intestato a FNISM - Federazione Nazionale Insegnanti
Sommario 1
Editoriale
di Domenico Milito
3 LA SCUOLA DEL CAMBIAMENTO di Achille M. Notti
4 REGIONALIZZAZIONE E SCUOLA di Emiliana Lisanti
6 INCLUSIONE SOCIALE di Licia Silvestro
7 EDUCARE ALLA PARITÀ di Pina Arena
9 LINGUAGGIO SESSISTA di Caterina Chiofalo
10 GIOVANNI GENTILE di Anna Maria Casavola
14 LA LETTURA: RIMEDIO AI MALI DELL’ANIMA di Mario Carini
17 UN APPROCCIO AL BRAILLE di Domenico Lenzi
24 ANALISI CRITICA DEL ‘68 di Pasquale Crucitti
27 ALLENARE L’ALTRUISMO di Rosa Iaquinta
30 LE DIVERSE FASI DI SVILUPPO di Maria Anna Formisano
35 LA SCUOLA COME COMUNITÀ EDUCANTE di Barbara Bertola
37
ISSN: 0012-9496
SPORT E DIDATTICA INCLUSIVA di Fortunato Notti
39 L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO di Angela Pellecchia
40 INSEGNAMENTO DELLA REGIONE CATTOLICA di Sisto Milito
42 STATUTO FNISM
EDITORIALE
PRECARIATO INTELLETTUALE E FUNZIONE DOCENTE
S
tiamo assistendo in Italia a un fenomeno particolarmente allarmante: quello di configurare la scuola secondaria di primo e secondo grado, nonché l’inclusione degli alunni disabili, come settori ritenuti appetibili per “intellettuali” dotati di laurea, alla ricerca di primo lavoro e di quanti tendano, attraverso l’accesso alla docenza, a risolvere condizioni di precarietà lavorativa, che investe, ormai, i diversi profili dei cosiddetti “liberi professionisti”, a causa del particolare periodo di crisi che stiamo vivendo. In precedenti occasioni abbiamo segnalato le eclatanti anomalie che contraddistinguono il sistema di formazione iniziale, di reclutamento e di riqualificazione professionale in servizio dei “professori”, chiamati a erogare una didattica di qualità da cui non si può prescindere in quanto decisiva per l’educazione delle persone in chiave democratica, laica e repubblicana e per lo sviluppo economico della Nazione. Si è avuto modo di stigmatizzare, già tante volte, il fatto che l’Università non risulti ancora dotata di un sistema funzionale e organico per rispondere alle esigenze connesse con una formazione iniziale, soddisfacente e seria, di quanti dovrebbero andare a insegnare nella scuola media e nella secondaria superiore, segnalando la necessità di colmare il vuoto determinato dall’assenza di un soddisfacente progetto politico-istituzionale, che venga a realizzarsi in linea di continuità a prescindere da chi governa. La situazione attuale, tra l’altro, registra alcuni passi indietro e una sorta di disor-
dine caratterizzato da interessi che si consumano all’insegna del “si salvi chi può!”. Per quanti conservino un po’ di memoria, è facile ricordare che l’avvio dei tentativi per risolvere la questione risalgono ai tempi di Lisbona 2000. È per dar seguito alle decisioni assunte in quella fatidica data che il nostro Paese aveva attivato il processo di riforma, trascinatosi poi per lungo tempo, del “sistema educativo nazionale di istruzione e formazione”, dando vita anche al rinnovamento del sistema universitario, che con Berlinguer vide, tra l’altro, la nascita del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria (all’epoca quadriennale), per quanti intendessero acquisire un titolo utile a insegnare nelle scuole dell’infanzia e primaria. È appena il caso di precisare che fino a quel momento era sufficiente possedere per la scuola dell’infanzia il diploma triennale rilasciato dalle famose “scuole magistrali”, che diplomavano le cosiddette maestre giardiniere, mentre per la scuola primaria serviva il diploma magistrale quadriennale, successivamente valido per insegnare anche nella scuola dell’infanzia statale, soprattutto dopo che essa, sorta nel 1968, incominciò a funzionare pure nelle ore pomeridiane (per effetto della Legge n. 463 emanata dieci anni dopo) con il conseguente incremento del fabbisogno di personale docente. Tali diplomi, anziché risultare surclassati per effetto della legislazione successiva, hanno riacquistato il loro valore concorsuale a seguito di specifici pronunciamenti giurisprudenziali, ampliando di fatto la platea degli aventi di-