| LXXVI | n.1 (258) | Gennaio-Aprile 2021 |
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Organo della Federazione Nazionale Insegnanti fondata nel 1901 da Gaetano Salvemini e Giuseppe Kirner Periodico trimestrale con supplemento - Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale 70% - DCB - Roma. Abbonamento e iscrizione alla FNISM su C.C.B. Unicredit - Iban IT 35 Y 02008 05198 000401020572 intestato a FNISM - Federazione Nazionale Insegnanti
ISSN: 0012-9496
Sommario
EDITORIALE
Editoriale di Domenico Milito
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La riforma della Pubblica Amministrazione nella logica del buon funzionamento di Carla Savaglio
7
I patti educativi di comunità: una nuova frontiera nel percorso di democratizzazione della scuola
FNISM – Federazione Nazionale Insegnanti, Terzo Settore e Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
di Vito Andrea Mariggiò
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Condividi il futuro dell’Europa: le condizioni per una vera democrazia partecipativa di Pier Virgilio Dastoli
11
L’educazione civica tra cittadinanza e sostenibilità di Mariella Calogero
14
La tecnologia alla prova della scuola e viceversa Considerazioni di percorso di Elena Alessiato
21
Teorie di apprendimento e modelli di insegnamento Il processo di apprendimento in chiave psicopedagogica di Mariella Tripaldi
23
Nuove metodologie didattiche di Marco Chiauzza
25
Il nuovo PEI: un modello innovativo per riqualificare i percorsi inclusivi di Francesco Belsito
29
La scuola che risale Quale scuola dopo l’esperienza della pandemia? di Pina Arena
31
Buone prassi di alternanza ai tempi della pandemia di Francesca Romana Capone
33
Pensieri sull’educazione a partire da Hannah Arendt di Cesare Pianciola
35
Leonardo Sciascia nel secolare Genetliaco di Franco Vetere
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Un fantastico incontro Due chiacchiere con Dante settecento anni dopo di Remigio Caruso
rmai è noto a tutti che la FNISM - Federazione Nazionale Insegnanti - è diventata Ente appartenente al Terzo settore. La scelta, a suo tempo posta in essere, risulta oggi particolarmente fondata, anche alla luce delle opportunità di impegno nel volontariato ufficiale, che vengono a profilarsi per effetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ma andiamo per gradi. Qual è stato il motivo che, qualche anno fa, ha determinato la scelta di entrare nel Terzo settore? La ragione di fondo è riscontrabile nella nostra più nobile tradizione improntata ai principi della partecipazione democratica, trasparente e onesta per concorrere verso il raggiungimento del bene comune, con l’impegno rivolto a difendere e a sostenere la scuola di Stato sorta come istituzione a cui la Carta costituzionale ha affidato il compito di educare persone alla cittadinanza attiva per rendere effettivo l’esercizio della sovranità popolare. Incardinarsi nel Terzo settore per noi ha rappresentato un’opportunità per farci conoscere meglio e più diffusamente, tanto nelle intenzioni quanto nelle azioni che portiamo avanti attraverso la nostra Rete nazionale. L’emergenza pandemica ci ha posti nelle condizioni di interpretare con
rinnovato interesse la nostra appartenenza al mondo della scuola e dell’università. Abbiamo fatto di necessità virtù nella consapevolezza che, puntando alla formazione della nuova generazione, fosse necessario non abbassare la guardia, giacché su tale versante si gioca il futuro di tutti. Con tale idea, pur nelle restrizioni e nei limiti imposti dalle misure di contenimento della pandemia, abbiamo prestato la nostra azione, alquanto incisiva, con forme di intervento e di vicinanza, confermando l’ottica secondo cui chi nutre una concezione ideale aborrisce ogni forma di rivendicazionismo becero e corporativo, che, come sbocco estremo, non di rado induce all’astensionismo dal lavoro ritenuto scarsamente remunerato. E il Terzo settore, com’è noto, serve, del resto, anche a esorcizzare alcuni equivoci e forvianti tendenze!
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