Catechisti Parrocchiali n. 1, Gennaio 2014 - Paoline

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Catechisti

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2014

1964

PARROCCHIALI

amico

CATECHISTI PARROCCHIALI

50 ANNI

Dossier RAGAZZI

CATECHISTA, PARROCO OPERATORE PASTORALE INSEGNANTE DI RELIGIONE.

& DINTORNI

Per i ragazzi dai 12 ai 16 anni con proposte che valorizzano diversi contenuti e linguaggi…

Una rivista, un metodo e tante proposte per comunicare Gesù ai fanciulli ai ragazzi, alle famiglie.

Bibbia, Attualità Musica, Cinema New media, Arte, Test Celebrazione, Testimone

UNA RIVISTA • per educare alla fede, in maniera vivace, partecipativa, coinvolgente e vitale; • in fedeltà creativa a Dio e alla persona; • propone metodi attivi e linguaggi multimediali; • offre itinerari, proposte formative, dinamiche, sussidi per aderire a Gesù in maniera integrale.

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dossier Volto

PER TE

Anno L - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB - ROMA - € 2,00

A SERVIZIO DELLA CATECHESI

n Parole di comunione Comunità di fede

GENNAIO 2014

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CATECHISTI PARROCCHIALI Editoriale Dare Gesù Cristo al mondo

pag. 1

M. Rosaria Attanasio

IN QUESTO NUMERO

Spazio dialogo SOS confrontiamoci

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8

Tonino Lasconi

Icone di comunione La preghiera di Gesù, «il piccolo» del Padre Emilio Salvatore

Itinerario per genitori La preghiera è dei «piccoli» Emilio Salvatore

Itinerario - Io sono con voi Una comunità attenta ai «piccoli» Fabrizio Carletti

Itinerario - Venite con me La scoperta dei doni d’amore di Dio ai «piccoli»

» 10

» 14

Renato De Zan

Itinerario battesimale Dio cammina con noi nella Chiesa

» 16

Azione Cattolica dei Ragazzi

Sussidi liturgici e pastorali Cristo non può essere diviso

» 20

Filippa Castronovo

Ascolto e seguo Gesù Il Vangelo della domenica

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Roberto Laurita

Il Vangelo nella vita

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Barbara Corsano

Metodologia catechistica Una catechesi comunicativa

» 30

» 32

Marco Sanavio

Catechisti protagonisti Giornata mondiale dei catechisti

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P. P. Pellegrino - A. Santoro

Per te, catechista Epifania del Signore R. Laurita - B. Corsano

Una copia € 2,00 Abbonamenti: da settembre 2013 a dicembre 2014: € 17,00 da gennaio a dicembre 2014: € 12,00 Cumulativi: 1 abbonamento omaggio ogni 5 abbonamenti inviati a un unico indirizzo. Fuori tempo di scadenza saranno inviati i numeri arretrati. Paesi europei: € 24,00 - Altri Paesi: € 28,00 Un numero arretrato: € 3,00 - Cambio indirizzo: € 0,55 Conto corrente postale n. 822007 intestato a: Catechisti parrocchiali - Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma Nella causale del versamento indica se l’abbonamento è nuovo o rinnovato. Per un servizio più celere invia un fax al numero 06.54.956.578 o e-mail a: abb.riviste@paoline.it con la tua richiesta, la fotocopia del versamento, il numero telefonico ed eventuale fax o e-mail. Oppure abbonati online su www.paoline.it. Per l’abbonamento, rivolgersi anche alle librerie Paoline e San Paolo. PER INFORMAZIONI Servizio abbonati: telefono 06.54.956.590 / 574 • fax 06.54.956.578 e-mail: abb.riviste@paoline.it • sito: www.paoline.it Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Franca Feliziani Kannheiser

Catechesi al ritmo dei bit Le foto: utilizzo didattico e pastorale

Spedizione: Poste Italiane s.p.a. Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB ROMA

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Redazione

Famiglia e catechesi Mamma e papà litigano sempre

Direzione e amministrazione: Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma e-mail: ed.riviste@paoline.it telefono: 06.54.956.416 • fax: 06.54.956.537

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Fabrizio Carletti - Mirella Spedito

Parole di comunione Comunità di fede

Progetto grafico e impaginazione: Erika Serafini Copertina Catechisti parrocchiali: Alida Massari Foto Catechisti parrocchiali: Anna Mátiková, p. 4; Bekárková, p. 6; Archivio Paoline, pp. 8, 9, 10, 11, 23, 31; G. Quaglini, p. 16; M. R. Attanasio, pp. 22, 34, 35; www.parrocchiaspiritosanto.pr.it, p. 29; M. Sanavio, p. 33. Copertina Dossier: Alida Massari Foto Dossier: G. Rescigno, p. 3; Archivio Paoline, pp. 4, 16; G. Lanzoni, pp. 6, 8; A. Cambi, p. 7. Per immagini legate a eventuali diritti di autore, informarne la Direzione, che provvederà a saldare il corrispettivo dovuto.

Stampa: Il Centro Stampa Via Cantiano, 14 - 00010 Roma • tel. 06.22.03.960 Finito di stampare il 4 novembre 2013

Anna Teresa Borrelli

Dinamiche e attività… Una comunità che cammina al passo dei «piccoli»

Proprietà: Istituto della Pia Società Figlie di San Paolo Direttore responsabile: M. Rosaria Attanasio Consiglio di redazione: F. Carletti, A.T. Borrelli, B. Fregni, T. Lasconi, E. Salvatore, M.A. Tassielli

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INFORMATIVA SULLA PRIVACY. Ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. n. 196 del 30/06/03 (Codice in materia di protezione dei dati personali) che prevede la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, desideriamo informarla che tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della sua riservatezza e dei suoi diritti. Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo informa di quanto segue: 1. I dati da lei forniti sono finalizzati all’esecuzione di rapporti contrattuali in essere o instaurandi. 2. Il trattamento avviene mediante strumenti manuali e informatici tali da garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi. 3. I dati saranno comunicati al nostro personale interno e potranno essere comunicati a soggetti esterni in adempimento ad obblighi di legge. 4. La informiamo che l’eventuale rifiuto a fornire questi dati potrebbe comportare la mancata o parziale esecuzione del contratto. 5. Titolare del trattamento dei dati è l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo nella persona della legale rappresentante. 6. L’abbonato interessato può avvalersi in ogni momento dei diritti di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/2003 che prevede, tra l’altro, la possibilità di ottenere dal titolare la conferma dell’esistenza o meno dei dati che lo riguardano, la logica e la finalità del trattamento. L’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione dei dati. L’interessato ha altresì diritto di opporsi all’invio di informazioni commerciali e di materiale pubblicitario qualora sia inviato separatamente dai periodici.

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Editoriale

M. Rosaria Attanasio

DARE GESÙ CRISTO AL MONDO come se portaste il calice ed esponeste il Santissimo. E che cosa fate tutto il giorno se non esporre le cose più sante che ci siano in cielo e in terra?». Queste parole rivolte dal fondatore, Don Alberione, alle Figlie di San Paolo, per incoraggiarle nell’impegno di redazione per la catechesi, sono di forte motivazione e di spinta per tutti voi catechisti e catechiste, nella consapevolezza che il vostro ministero ha la stessa pregnanza e intensità del dare l’Eucaristia. Don Alberione considera la catechesi come «la vocazione fondamentale» per le Paoline: «Dalla rivista alle filmine, dai quadri a tutte le guide, dai testi ai mezzi sussidiari per il catechismo. Si è avverato ciò che era per me un sogno…» (In occasione dell’apertura della Casa del catechismo, 1952).

«È

E, convinto che «nessuna più grande ricchezza si può dare a questo mondo povero e orgoglioso che Gesù Cristo» (AD 182), dà come obiettivo alla Famiglia Paolina quello di vivere e di comunicare Gesù Maestro, Via, Verità e Vita in tutte le edizioni. Affermava che bisogna fare cristiano tutto l’uomo e, in tal senso, individua un metodo di trasformazione e identificazione a Gesù, rilevando una corrispondenza tra le dimensioni del Cristo e la struttura della persona. Vede in Gesù un Maestro particolare, in quanto è lui stesso il modello da seguire: Verità per la mente, Via per la volontà e Vita per il cuore. Per cui siamo chiamati a conformarci a lui: • nella mente: condividendo i pensieri di Gesù, fino a pensare come pensa lui; • nella volontà: uniformandoci a Gesù, per volere ciò che vuole il Padre; • nel cuore: condividendo i sentimenti di Gesù, fino ad amare come ama lui. La catechesi ha, quindi, l’obiettivo di «fare cristiani» che conoscano, amano e seguano Gesù. Il suo sguardo unitario sulla persona lo conduceva a ripetere come uno slogan: «Occorre

dare un catechismo pieno di Sacra Scrittura e di liturgia; una liturgia piena di catechismo e di Sacra Scrittura; una Bibbia con molti richiami alla catechesi e alla liturgia». Questo è stato l’impegno, prima, del Fondatore, fin dagli anni 1912-14 e, poi, delle Figlie di San Paolo, fin dagli anni ’30, nella ricerca costante di offrire catechismi e sussidi adeguati per educare alla fede e aderire a Gesù, coniugando catechesi e comunicazione, in percorsi che favoriscano una catechesi coinvolgente, partecipativa e vitale. Ora, al 50° anno di vita di Catechisti parrocchiali, ci auguriamo di continuare a dare, sempre più radicate in Gesù, il nostro contributo a voi, catechisti con competenza e semplicità. Di tutto rendiamo gloria al Signore insieme con voi!

AIO PERCORSO DI GENN ato nelPadre, come ben illustr Gesù, «il piccolo» del bonsua la per dre Pa , loda Dio l’immagine di copertina e); ion un i piccoli (Icone di com tà e la preferenza per ca edu ri orienta a educarsi ed • l’itinerario con i genito e; on azi rel in creature, ma re alla preghiera, come nmite giochi e gesti di bo tra ce, • con i fanciulli condu tà; tui gra e no do di giamenti tà, a esercitarsi in atteg amiche, a scoprire e a rin din con ta, • con i ragazzi aiu ro; lo in pie com Dio e ch cose graziare per le grandi veri. aio, «scrigno» per i po an vad sal un è • il segno di fede». focalizza «la comunità • Parole di comunione iglia conduce a vivere la fam • L’itinerario battesimale lla de ca» e a sentirsi parte come «Chiesa domesti «Chiesa-madre». ana di percorso per la Settim • Nei sussidi si offre un segni. da ato ritm i, i cristian preghiera per l’unità de one ezi aff a pp tro alizzano: la • Gli altri contributi foc nVa il ; ssa Me a all e on cipazi agli animali e la parte di n co a, attuare nella vit gelo della domenica da sio en dim in va comunicati namiche; la catechesi lle de zzo tili l’u ; ori nit tra i ge ne relazionale; i litigi i caGiornata mondiale de la ; esi ech cat lla ne foto l Signore. techisti: L’Epifania de

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Spazio dialogo

Tonino Lasconi

SOS

Don Tonino Lasconi Parr. San Giuseppe Lavoratore Via Gino Tommasi, 1 60044 FABRIANO (AN) toninolasconi@gmail.com forum su: www.paoline.it

C NFRONTIAMOCI

NE!

ANIMALI. CHE PASSIO

grupe dei bambini del mio per ottenere l’attenzion to en e doom far arg di un ità to bil va loro la possi finalmente ho tro ne: i cani. Appena do be o chiepit ca mi i , do Ha i. an can ieg i sp po di catechesi: a su ciò che sto iar ch re se es a ita sc sono riu i? Possono pormande, per capire se È peccato abbandonarl ? iso rad pa in o nn Va nima? r prendere fiato, o dono: i cani hanno l’a cio, poi, una sosta pe fac Se le. ibi red inc È … parlano? Di cani. Il tarli a Messa con loro? ermi qualcosa, di cosa ied ch a o uta ven è ta his lla porta di casa; il mi perché un’altra catec to; il mio mi aspetta su es qu e ma far ni, sa o ca mi ai il e , anch mio è di questa razza; glio bene agli animali ra… Don Tonino, io vo ga a un a il suo cagnolino, a iam ato ch , cip sa rte ca pa di ha do la mia vicina an Qu . posso do ran ge esa a pelle. Come catechista mi pare che si sti sento accapponare la mi !», ina mm ma da i dicendo: «Vien Un salutone. ROSY alche suggerimento? fare qualcosa? Hai qu tificarsi» come la qualche signora «iden re nti se di me a e ch me quando, girando Rosy, è accaduto an n è stata esaltante. Co no e l ion az ns se la , ingere la carrozzina de mamma del suo cane aglio del cane che sp inz gu il re tira e nn do per la città, vedo più betivi sono tanti. perta della natura; il bimbo. Perché? I mo buoni ci sono: la risco elli qu caTra un . no ere me ten ri an alt (m ma impensabili • Alcuni buoni, pri e es sp e tar ron aff esso di rsone riesconessere che ha perm litudine che troppe pe so la !); co po sta co non oper ta che alne o un gatto in città tto, o il canarino; la sc ga il o o, olin gn ca il n co capacità curative… no a vincere soltanto ono avere addirittura ss po lo, val ca il e ne ile e molto si è subicuni animali, come il ca ità di guadagnare fac ibil ss po La ldi! so i i: ia la notizia? Hai nota• I motivi meno buon mezzi. Vedi mai Strisc i sim tis caten po i ti tut tatori c’è sempre un to attrezzata con rse più) tra i… presen (fo ni e, an mp e za qu ro cin att o qu ro (quelli a to che da quatt ioni tivù ospitano cani iss ro sm alt tra Un te an ldi. qu so a r a pe gnolino? Pens fanno per caso, ma elli a due…). Non lo ieme di convoglio dire, perché qu animalista (cioè un ins ia log eo l’id è to, os sc più na a). Il suo «Vangemotivo, più cattivo e nde sul senso della vit ma do alle ere nd po creato, ma un’animavinzioni che intende ris a non è il vertice del an um na rso pe La ro zampe, molto più lo»: la Bibbia sbaglia. elogi agli amici a quatt giù E io… gg pe n no le come gli altri. Se i nolle nostre famiglie e fra fedeli di quelli a due. bdola, arriva anche ne nsu rla ra pa nie si, ma he in , tec gia e con la ca • Questa ideolo o smascherarla anch ari ss ce ne è ò rci Pe stri bambini. done e non solo. tonio abate, proaio è la festa di sant’An nn ge 17 Il e. at Ab nio ando gli animali era• Festa di sant’Anto lla civiltà contadina, qu ne o im iss rat ne ve Oggi sta ritrovantettore degli animali, per vivere e lavorare. bile sa en isp ind o gn ste no un aiuto e un so

Don Tonino,

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e parlebro, ed è molto bella di compagnia. Io la ce tarali ti, im ce an cri gli r tti, pe ga a ni, nz do importa no di tutto: ca rta Po i. ult ad gli ida inv ini sia anizzarla, tecipata sia dai bamb celebra, chiedigli di org la n no co ri rro ga pa ma tuo il tivo, tarughe, uccelli… Se zi. Se per qualche mo e, i bambini e i ragaz lar co non la co rro rti pa pa do tuo il mo a, in , ies tando davanti alla ch to ua eg rad io az sp lla o techistici de tua pa per mancanza di un , o fra tutti i gruppi ca po up gr tuo l ne ala propone, organizz ura83 (il tuo parroco sic rocchia. dizionale, nn. 1058-10 ne Be che tro ato on iam inc ch , un ico r Nel libro liturg re e orazioni, pe hie eg pr , bia Bib di i bran e per tutte le mente ce l’ha) ci sono per lodare il Creator le uti e ato cip rte pa molto é – ci tengono – ti assicuro – sarà e – non capisco perch ch o lor co e tar as ntr co sue creature, e per gattino, o tar taruga. ali il loro cagnolino, o qu e i tal re se es a tanto

CHIA O DOVUNQUE?

A MESSA IN PARROC

rtecipare alla azzi? Li obbligate a pa rag i de ssa Me a all a presenz re chiese? Dico come vi regolate sulla di andare anche in alt eri lib te cia las li o hia rrocc e, se non possoMessa dei ragazzi in pa rtante è andare a Messa po l’im e ch i azz rag e ini rroco non è d’accordo sempre ai «miei» bamb re in altre. Ma il mio pa da an di rà a, ies ch a str ndate, non li ammette no partecipare nella no in tutte le feste coma nti se pre i azz rag i e Lasconi) e dice che, se non ved ook: SOS - don Tonino LAUDIA (da Faceb C . nti me cra sa ai loro parroco, azione, richiesta dal fic sti giu la are firm r di dove e amarezza Claudia, mi è capitato rrocchia. Che tristezza pa a mi lla ne a ss Me ute a a. A volte noi preti a ragazzi e famiglie ven subire una prepotenz di e ion az ns se la e igli iglie, di domenica, constatare in quelle fam mbiate. Tantissime fam ca no so vita la e tà cie genitori anziani o ma non capiamo che la so lici, come la visita ai ge an ev r lte se vo li, a fig ri, i se de i cramenti si spostano per motiv per non perdere i sa re da an i pr ad o to an cin qu un e rin ario superar lati. Pretendere che adrona», che è necess «p t a (pa ies ili Ch fut a , un sta di vi ea di stro punto ve a rafforzare l’id se i motivi sono, dal no la e zi ch az An rag ! i co da es e nc e Fra ma. Vedi papa ottenere dalle famigli stiano. lcetto…), ritengo che, lto più educativo e cri tinaggio, pallavolo, ca dove si trovano, sia mo là a ss Me alla e on partecipazi

isti,

Don Tonino e catech

SA L’AGONISMO IN CHIE dre (sul isti, Don Tonino e catech a di suddividere i bambini del catechismo in squa a agli

ll’ide elevato chi partecip voi cosa ne pensate de do con un punteggio più an mi pre i), azz rag te ino Lasconi). modello dell’esta cebook: SOS - don Ton Fa (da A LIS E ? ssa Me incontri e alla r i bambini e non re benzina buona pe mp se è o ism on ag di io. Con «i chieriUna forma intelligente e? Lascio a voi il giudiz dir ol vu e Ch . rò pe nte domenica a parosolo. In modo intellige ento. Li ringrazio ogni iam az gr rin di ma i, em più fedeli libri scelti da chetti» non parlo di pr a pizzata, donando ai un n co un io az gr rin li o rrocchiale, facciamo le. Alla fine dell’ann to, dopo la Messa pa tan ni og , go lun è no loro. Siccome l’an i. Faccio bene o male? happy hour chierichett

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Icone di comunione

Emilio Salvatore

Iniziazione cristiana Iniziazione cristiana

LA PREGHIERA DI GESÙ, «IL PICCOLO» DEL PADRE

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In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero». (Mt 11,25-30)

Introduzione Seguendo il nostro percorso, ci soffermiamo ora su una pagina del Vangelo secondo Matteo, molto densa dal punto di vista teologico e spirituale. La preghiera di ringraziamento di Gesù è come una finestra nella relazione profonda tra «il piccolo» e il Padre – modello di ogni preghiera autentica – che si apre per coloro che accolgono la rivelazione del Padre.

LA PAROLA CI INTERPELLA - Il contesto La missione di Gesù, Messia di Israele, si manifesta come inaugurazione del regno con la parola: come il «discorso della montagna» (capp. 5-7), e le opere: guarigioni (8,1-17), miracoli sulla natura (8,23-27), esorcismi (8,28-34), altre guarigioni (9,1-8.18-34), in particolare quella di due ciechi che lo chiamano «Figlio di Davide» (9,27). • La risposta del popolo è diversificata: rifiuto, incertezza, accoglienza. • Di fronte all’inaccoglienza Gesù intensifica la sua auto-manifestazione con la coscienza di essere il rivelatore del regno, il Figlio del Padre che offre un modello di vita simile al giogo della Legge, ma più leggero in quanto egli si aggioga all’obbedienza al Padre (11,25-30).

L’INNO DI GIUBILO La struttura del testo è molto chiara: • il ringraziamento del Figlio (vv. 25b-26); • la relazione unica che esiste tra il Padre e il Figlio (v. 27); • l’invito alla sequela del Figlio (vv. 28-30).

Il ringraziamento di Gesù - La prima parola esprime la manifestazione del sentimento di Gesù verso il Padre. Il verbo exomologoumai («ringraziare, lodare», ecc.) era già presente nella Bibbia greca della LXX, ma qui sembra avere il senso di «lodare», «proclamare la bontà di Dio». Dio è chiamato anche «Signore del cielo e della terra», ossia colui che li ha creati e li tiene in vita; la novità, però, è l’introduzione del vocativo «Padre». • Dopo il ringraziamento Matteo ne evidenzia il motivo, presentato con due proposizioni giustapposte: «perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti» /«e le hai rivelate ai piccoli». - La motivazione della lode è la bontà del Padre che liberamente fa preferenza per i piccoli.


- La causa della lode sta nel fatto che i sapienti e i saggi non sono destinatari della rivelazione del Padre, ma i piccoli che hanno trovato grazia presso Dio. • Ciò che Dio ha nascosto e rivelato non è espresso chiaramente. È indubbio che si tratta del mistero del regno dei cieli, rivelato da Gesù.

I destinatari della rivelazione del Padre - I piccoli (n¯epioi), non i sapienti e gli intelligenti (sophoi e sunetoi). I due aggettivi sostantivati sottolineano la qualità piuttosto che gli individui. Già nel giudaismo esistevano tali personaggi (cfr. Pr 16,21; Dn 1,4; Sir 16,28), cioè i saggi, i maestri d’Israele, i discepoli delle scuole sapienziali e i membri dei gruppi apocalittici, o i membri delle sette, infine gli scribi. Ma esistevano anche categorie di persone emarginate, chiamate ‘ammê h¯ a’¯ ares, che ignoravano la Legge, non pagavano le decime, non facevano le abluzioni rituali, erano amici dei pagani, esercitavano mestieri causa di impurità: erano i pubblicani, i contadini e i conciatori di pelli. • Il piccolo, alla lettera, sarebbe «lattante, bambino» e, nel senso traslato, significa «immaturo, innocente». Il termine ricorre quattordici volte nel NT, di cui tre nei Vangeli (Mt 11,25; Lc 10,21 e Mt 21,1629). Paolo lo usa in modo negativo (undici volte) come una persona che non cresce dal punto di vista della fede. • Nelle beatitudini (5,3-12) erano i privilegiati «perché di essi è il regno dei cieli» (oggetto della predicazione di Gesù). • In conclusione, nel presente testo, «i piccoli» sono le persone che, al contrario degli scribi e dei farisei, ascoltano e accolgono umilmente la parola di Gesù. Al v. 28 vi è come una conferma. Matteo, per indicare l’atteggiamento del Padre, usa la parola eudokia, cioè «beneplacito», che è presente tre volte nei Vangeli (Mt 11,26 // Lc 10,21; ma anche Lc 2,14).

ALLA SEQUELA DEL PICCOLO DEL PADRE

rettamente al Padre, ma comunica agli ascoltatori la qualità del legame che esiste tra loro, così forte da escludere la possibilità di conoscere l’uno senza l’altro. La loro è una conoscenza unica, reciproca. • Per manifestare meglio questa relazione, nel versetto 27, Gesù pone se stesso al centro, come al centro del precedente aveva posto Dio e il suo beneplacito. Rivelare il Padre è di sua competenza. Gesù è il mediatore unico della rivelazione. • Egli invita coloro che sono vittime di leggi e tradizioni a seguirlo e promette un riposo, come un tempo di pace, legato all’avvenimento del regno dei cieli. L’invito è a prendere su di sé il giogo (zugon) (v. 29), che è quello della «sua sapienza». E dà la motivazione per accettarlo: si autodefinisce mite e umile (tapeinos). • Noi possiamo rispecchiarci nella preghiera di Gesù e tentare di diventare piccoli per partecipare dell’accoglienza del Regno, oppure chiuderci nella nostra presunzione. La Chiesa è la comunità dei piccoli del Signore in cui la semplicità e la mitezza ci rende capaci di accoglierci gli uni gli altri e di accogliere i fratelli come dono del Padre.

TU «PICCOLO DEL PADRE» Gesù, «piccolo del Padre», facci entrare nella comunione con lui per accogliere il Regno, progetto di pace e di salvezza per il mondo. Rit. Rendici piccoli del Vangelo! Gesù, Figlio del Padre, insegnaci l’arte del ringraziamento, che ci conduce a rendere a Dio la gloria per la sua grandezza e provvidenza, l’infinita maestà e l’amore senza confini. Rit. Gesù, gioia dei puri di cuore, speranza degli afflitti e dei miseri, rendici capaci di fare della Chiesa la comunità di piccoli, che si rispecchia in te, e passare attraverso il tuo giogo che è dolce e leggero. Amen. Rit.

Una svolta decisiva: Gesù non si rivolge più di-

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Itinerario per genitori

Emilio Salvatore

Iniziazione cristiana Iniziazione cristiana

LA PREGHIERA È DEI «PICCOLI» Educarsi ed educare alla preghiera

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DIARIO DI VITA FAMILIARE Nicky: Papà, perché il mondo è fatto di grandi e di piccoli? Papà: Perché se tutti fossero grandi ci sarebbe una lotta continua fra le persone. N. Ma anche i piccoli stanno sempre a litigare. • P. Non esageriamo, i piccoli rendono i grandi meno egoisti, spingendoli a curarsi di chi ha più bisogno. N. Io non voglio avere bisogno, voglio diventare subito grande per fare ciò che voglio. P. Essere grandi ci fa sentire liberi. Così sembra… Ma, poi, da cosa? Sai quante cose devo fare nella giornata e quanta fatica: la macchina, il lavoro? Che stress! A cosa serve essere grandi se si è condizionati da mille situazioni e problemi? • N. È vero, non hai mai tempo per parlare con me. P. Ecco i piccoli servono a far trovare il tempo per parlare, per stare insieme, abbracciarsi; vieni qua e non avere fretta di crescere. • N. Sai che c’è? Voglio crescere, ma restando «piccola» dentro!

Introduzione La nostra riflessione parte dalla stessa preghiera di Gesù. Nonostante tante riflessioni sulla preghiera, siamo ancora abituati, secondo il sentire comune, a vederla come realtà che deve servire a qualcosa: o a rassicurare (di qui la ritualità ossessiva delle formule per alcuni) o a chiedere ciò di cui si ha bisogno (di qui l’utilizzo a dosi massicce in casi di necessità).

DALLA PAROLA ALLA VITA - La preghiera del piccolo • La preghiera, che è esperienza sacra, comune a tutti i popoli e a tutte le culture – alcuni dicono anche ai non credenti – è innanzi tutto, come mostra molto bene la preghiera di Gesù al Padre, un incontro, un abbraccio tra il «tu» del piccolo e il «Tu» di Dio. • Quando preghiamo, anche senza dire nulla, solo ponendoci di fronte a Dio, noi riconosciamo di essere creature: - di essere con…, cioè non isolati e perduti nel mondo, ma in comunione con Colui che ci resta inafferrabile e costituisce, come direbbe M. Buber, la madre che preesisteva alla nostra nascita; - di essere in…, ossia di partecipare di una relazione misteriosa e forte, che abbraccia le persone e le realtà invisibili e ci lega in una comunicazione dalla quale non è escluso nessuno. Come diceva il poeta Arato, citato da Paolo, parlando all’Areopago: «In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28); - di essere per…, cioè inseriti in un progetto di salvezza, che ci coinvolge nella storia, a favore degli altri, per il progresso dell’umanità, e per la nostra crescita umana e spirituale. • Gesù vive queste dimensioni della preghiera nel suo essere: - con il Padre, ossia riconoscendo in lui la sorgente della sua esistenza, fin dall’eternità; - nel Padre, cioè nell’intimità gioiosa dell’appartenenza a lui; - per il Padre, ossia manifestare il suo progetto al mondo, nel mostrare la via della piccolezza e della semplicità, l’unica che permette di andare a Dio, senza pregiudizi e paure.

Il clima della preghiera La preghiera di Gesù è intrisa di gioia. • Il clima è quello dell’affettività, del calore umano in cui si esprime la comunione divina. • Il tono è quello del ringraziamento del Figlio al Padre. Non è


• Cosa trasmettiamo sulla preghiera: concetti o esperienze? • Siamo coscienti che a pregare si impara pregando?

un atto dovuto, ma un’esigenza profonda del cuore, un riconoscere la bellezza del suo progetto salvifico che Gesù, «il piccolo», accoglie e manifesta. • Il fine è quello di far entrare attraverso «la porta della piccolezza» tutti coloro che, diventando discepoli, parteciperanno della gioia che scaturisce dalla comunione fra il Padre e il Figlio.

L’EDUCAZIONE ALLA PREGHIERA

PER GLI EDUCATORI La fatica di pregare, che pure appartiene a una relazione continuata nel tempo, spesso è alimentata da false visioni della preghiera, da pregiudizi e anche da cattive esperienze che, a volte, si sono sedimentate nel nostro animo. • Trasmettiamo ai ragazzi, sovente, come genitori, educatori o catechisti, una concezione: - intellettualistica di formule (fermo restando che anch’esse sono importanti); - volontaristica (tenendo conto, tuttavia, che la volontà di pregare sostiene la preghiera); - al limite del superstizioso (quasi come un modo pagano di «tenere buono» Dio, colui che altrimenti potrebbe farci del male). • La preghiera è, invece, gioia dell’incontro. Un bambino percepisce ciò a pelle. Bisogna educare questa dimensione innata nei piccoli, per renderli sempre più piccoli, non nel senso anagrafico ma teologico del termine.

DOMANDIAMOCI • La nostra preghiera è come quella di Gesù, oppure è inficiata da tante interferenze?

Per un cammino di interiorizzazione, cioè di attenzione, silenzio, meditazione, preghiera, è importante ricordare che ogni autentica esperienza di fede si fonda su processi di interiorizzazione, cioè sull’ampliamento dello spazio interiore che il fanciullo deve imparare ad abitare, per fare l’esperienza di un silenzio vivo e di una comunicazione profonda. • Da qui nasce la preghiera, che non consiste nella ripetizione di formule, ma in un atteggiamento di attenzione, ascolto, intimità, stupore generato e generante, un sentimento globale di sentirsi accolto e amato da un Altro, invisibile eppure presente. • La catechesi non può non farsi scuola di preghiera se vuole diventare autentica strada per l’incontro con Dio. • L’educazione alla preghiera, a seconda dell’età, rispetterà ritmi e condizioni diversi. - Partirà dai sensi, si servirà dei simboli, coinvolgerà il corpo, sarà gioco e movimento, seguirà un ritmo, farà gustare il silenzio. - Sarà richiesta di aiuto in situazioni di difficoltà e paura, ma anche espressione di gioia di vivere nel sentirsi vivo, ricco di energie. - Sarà risposta ai doni ricevuti da Dio: il dono che siamo, quello che possiamo diventare l’uno per l’altro, il dono del creato, il dono di Gesù che la Chiesa celebra nei suoi misteri… (cfr. Franca Feliziani Kannheiser, Dimensione psico-pedagogica della religiosità del bambino, in Aa.vv., Iniziazione cristiana per i nativi digitali, Paoline, Milano 2012, pp. 89-91).

LA PREGHIERA: UN’ESPERIENZA La pittrice Alida Massari ha messo in primo piano la persona di Gesù, inginocchiato dinanzi al Padre. • Il volto di Gesù è gioioso e rapito; le mani in alto in segno di rendimento di grazie, come nella tradizione rabbinica e anche cristiana; i capelli mossi da un vento che si irradia dall’alto. • Il Padre non è raffigurato, ma rappresentato come un circolo solare radiante, mentre fasci di luce si proiettano su un fondo dai colori caldi. • Un’educatrice (madre o catechista), lontano sulla destra, cerca di spiegare o far sperimentare quella esperienza, pur sapendo che la preghiera non si insegna, si testimonia e si condivide, come ben dimostra quell’onda di luce che si promana dal Padre al Figlio, investendo anche i bambini sullo sfondo.

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Itinerario - Io sono con voi

Fabrizio Carletti - fabriziocarletti@creativ.it

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UNA COMUNITÀ ATTENTA AI «PICCOLI» Con le opere e la preghiera

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Gesù annuncia la lieta notizia. La gente lo ascolta; soprattutto lo ascoltano i poveri e quelli che soffrono. Io sono con voi, pp. 59-61

Obiettivi Orientare a: • individuare le persone bisognose, presenti in comunità; • esercitarsi negli atteggiamenti di dono, gratuità, attenzione verso i sofferenti, per sviluppare comportamenti di prossimità.

Presentazione In una comunità ci sono tante persone che hanno bisogno di aiuto e di amore: poveri, ammalati, disoccupati, anziani… La comunità parrocchiale, se è una famiglia, non può disinteressarsene, ma è chiamata a educare per prendersene cura. Sono costoro «i piccoli», che Gesù incontrava e con i quali amava trascorrere del tempo, in quanto ascoltavano con speranza le sue parole di salvezza.

GESÙ È VENUTO PER TUTTI Per incuriosire e coinvolgere Gesù è venuto per annunciare a tutti una bella notizia: «Il Signore è in mezzo a voi, è venuto a salvare il suo popolo» (Io sono con voi, p. 61). Ma non tutti lo ascoltano e lo seguono. Fra coloro che lo seguono, ci sono i più poveri, i sofferenti, le persone sole, e Gesù è felice di stare con loro. Il percorso è da realizzare, nei diversi incontri, durante il mese.

GIOCO DI ACCENSIONE - IL BICCHIERE GIÀ PIENO Descrizione: Un gioco per comprendere come è difficile ascoltare e accogliere Gesù, se si è già pieni di altro. Materiale: Bicchiere, bottiglia d’acqua, cartellone a forma di bicchiere, immagini di diverse categorie di persone. Svolgimento: Sta per iniziare l’incontro e il catechista, simulando alcuni colpi di tosse, chiede scusa ai bambini e dice loro che ha bisogno di bere. • Prende un bicchiere e una bottiglia d’acqua. Il bicchiere è già pieno ma, facendo finta di niente, versa acqua, finché da parte dei presenti non arriva qualche segnale di interrompere. • «Ops! È vero, non si può riempire un bicchiere già pieno! Sapete, proprio così avviene con Gesù. Quando egli, da adulto, andò fra la gente ad annunciare il suo messaggio, non tutti lo hanno accolto, perché erano già pieni delle loro conoscenze o dell’avidità che viene dalle ricchezze». • «Quelli che lo seguirono erano poveri, ammalati, persone che sapevano di aver bisogno di lui e che avevano il cuore aperto ad accoglierlo. Ci sono nella nostra parrocchia persone così? E quali sono?». • Si appende al muro un cartellone a forma di bicchiere, e si mettono a terra immagini di persone che rappresentano le diverse categorie sociali (poveri, ammalati, anziani, sportivi, ricchi, disoccupati, immigrati…). Si chiede ai bambini di scegliere quali immagini attaccare dentro al bicchiere disegnato e si aiuta a individuare chi anche nella propria comunità può considerarsi bisognoso.


Riflessione: «Gesù è venuto per tutti, come la festa dell’Epifania ci ricorda, anche per le persone di cui ci si dimentica, perché hanno meno forza, non hanno visibilità e possibilità di farsi sentire. Egli ci chiede di aiutarlo, rendendoci loro vicini, prossimi, e portare il suo calore».

IN ASCOLTO - Parola e vita Il catechista presenta il brano di Mt 11,25-30 (vedi a lato).

ATTIVITÀ PER FANCIULLI E GENITORI UNA FAMIGLIA APERTA AI POVERI Descrizione: Diventare cristiani include anche l’esercizio della propria attenzione verso «i piccoli» della comunità: poveri, ammalati, anziani. Svolgimento: Incontro con un volontario della Caritas parrocchiale, per conoscere la realtà della propria zona e le iniziative che si realizzano in parrocchia. • «La parrocchia è una grande famiglia, la famiglia di Dio. Dobbiamo, perciò, prenderci cura gli uni degli altri». • Si propone a genitori e bambini di preparare un dono da portare alle famiglie o alle persone seguite dalla Caritas. Al dono si allega un pensiero e un disegno realizzato dai bambini. Ecco alcune proposte: - realizzare biscotti o altri dolci; - allestire fiori in cartoncino e carta crespa; - confezionare, come segno di speranza, una candela in cartoncino, come centrotavola.

UNA COMUNITÀ AL SERVIZIO DEGLI ALTRI Celebriamo: farsi piccoli di fronte a Gesù • Si predispone il cartellone preparato e si consegna un bicchiere pieno d’acqua a ogni bambino. • Canto: C’è qualcuno che mi ama (A.M. Galliano - R. Giorgi, La gioia del perdono, Paoline) Durante il canto si accende una candela. • «Per ascoltare la Parola di Gesù dobbiamo farci piccoli, accoglienti». Si invitano i bambini a svuotare il loro bicchiere in una brocca, per indicare che occorre liberarsi, per accogliere Gesù. • Proclamazione della Parola: Mt 11,25-30. • «Gesù è venuto per tutte le persone e non abbandona chi soffre, chi è malato, chi è povero. Ci invita a fare altrettanto, e lo possiamo fare anche attraverso la preghiera». • I bambini preparano un’intenzione per una preghiera di intercessione, disponendo le loro mani a ciotola. A turno pregano per le persone che conoscono o che sono rappresentate nel cartellone, con la seguente formula: • «Ti preghiamo, Gesù, per…, fa’ sentire loro il tuo amore». • Segno: Si consegna un salvadanaio, dove raccogliere le offerte per i bisognosi (vedi pp. 12-13).

La parola di Dio • Gesù evidenzia come i piccoli, cioè le persone semplici e libere da legami e attaccamenti a se stessi, alle proprie convinzioni o alle proprie ricchezze, che non sono piene di sé, sono più aperte e attente alla sua Parola. • Gesù è vicino a coloro che sono privati di tutto, che soffrono e, tuttavia, sanno cercare ciò che è importante nella vita; che sanno assumere la propria situazione, assieme a lui, con coraggio e serenità.

Preghiera Gesù, grazie perché sei venuto fra noi, per dimostrarci il tuo amore e annunciarci che non abbandoni nessuno, nemmeno i più poveri e bisognosi. Rendici come te, attenti ai più poveri, pronti ad aiutare gli altri che sono nostri fratelli e sorelle, perché pensare solo a se stessi non rende felici. Amen.

Impegno Per educarci alla carità, introdurre come famiglia, ogni giorno, qualche soldo nel salvadanaio, da consegnare, poi, alla Caritas per i più indigenti.

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Itinerario - Venite con me

Anna Teresa Borrelli - t.borrelli@azionecattolica.it

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LA SCOPERTA DEI DONI D’AMORE DI DIO AI «PICCOLI»

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È Dio che ci parla: tutta la comunità cristiana, come Maria, è in ascolto obbediente; con amore ascolta in silenzio, con attenzione medita nel cuore, con desiderio ricerca come vivere la parola ascoltata, con fede propone la sua adesione a Dio, con prontezza prega per il mondo perché si rinnovi nella giustizia e nella pace.

Obiettivi Orientare i ragazzi a: • sentirsi parte della comunità; • scoprirsi destinatari della Parola che Dio rivolge loro; • ringraziare il Padre per le grandi cose che compie nella loro storia di piccoli.

Cfr. Venite con me, p. 127

Esperienza dei ragazzi I ragazzi vivono tante esperienze che stimolano la loro curiosità: la scuola, diverse attività, il gruppo in parrocchia… Il criterio con cui stabiliscono la bontà di un’esperienza è quello dello stare bene con gli altri, della gioia che trovano nel ritrovarsi insieme. • I ragazzi imparano, così, a sentirsi protagonisti nella vita del gruppo e della comunità, portando ciascuno il proprio contributo di originalità e unicità. • È opportuno che quanto si propone loro risponda alle loro domande di vita, ai desideri e alle attese di bene. L’esperienza di gruppo diventa significativa perché li aiuta a sentirsi amati e pensati da Dio sempre, e destinatari della Parola che salva.

MOTIVARE E INTERESSARE Le cose che hai rivelate ai piccoli Il catechista prepara per ogni ragazzo del gruppo un piccolo pacco regalo che contiene un dono che il Signore ha fatto a ciascuno di loro. È necessario che si conoscano molto bene i ragazzi, perché sarebbe bello che ognuno trovasse il dono particolare e unico che gli è stato fatto (es. Nicola ha appena ricevuto un fratellino; Carla è guarita da una malattia…). • Ogni ragazzo è invitato ad aprire il suo pacco regalo e a vedere l’oggetto o il simbolo che richiama l’esperienza bella vissuta. • I ragazzi si confrontano sulle tante meraviglie che il Signore compie, ogni giorno, nella loro vita e nella Chiesa, ed evidenziano i doni che hanno ricevuto insieme (i sacramenti; un’esperienza indimenticabile, vissuta durante l’anno, come il campo scuola; un’iniziativa di carità; l’incontro con un testimone…). • Al termine del racconto i ragazzi riportano su un grande cartellone il frutto della loro condivisione e ciascuno disegna o scrive una frase, uno slogan, una poesia che sintetizza la ricchezza di quanto scoperto. • Realizzano, così, il quadro delle meraviglie che il Padre, Signore del cielo e della terra, ha rivelato ai loro cuori di «piccoli».

ORIENTARE - La Parola per la vita • Il gruppo, dopo aver letto insieme il brano dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30), aiutato dal catechista, riflette su chi sono i piccoli nella Chiesa e cosa significhi essere piccoli, oggi, dinanzi al Signore. • I piccoli sono tutte le persone che ascoltano e accolgono umilmente la parola di Dio e scelgono di vivere da discepoli la sequela di Gesù, imparando cioè a mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo.


DINAMICA DI «SANTITÀ» - I ragazzi riflettono su chi si è fatto piccolo dinanzi alla Parola e ha sperimentato la bellezza di conoscere l’amore del Padre attraverso il Figlio Gesù, loro amico, che cammina con loro sulla strada della santità. • Dopo un primo confronto, il catechista propone alcuni testimoni, persone cioè che hanno scelto di stare con il Signore, di seguirlo e di imparare da lui ad essere miti e umili di cuore. Si possono suggerire figure di santi come: santa Teresa del Bambino Gesù, san Francesco d’Assisi, il beato (prossimo santo) Giovanni Paolo II. • Si invita, poi, il gruppo a rappresentare la grandezza di queste figure su un cartellone dal titolo: «Le tue meraviglie nella vita dei santi».

ESPERIENZA INSIEME ATTIVITÀ - Il gruppo prepara tanti pacchi regalo da distribuire al termine della celebrazione eucaristica domenicale. In ogni pacco, i ragazzi pongono un cartoncino con un versetto del brano sul quale hanno meditato o un segno che esprime l’impegno di tutta la comunità di continuare a porsi in ascolto attento, per riconoscere nella quotidianità i segni, i gesti e le parole del progetto d’amore di Dio Padre sulla Chiesa. • Su un cartellone, sul quale è disegnato un grande SÌ, tutti i membri della comunità pongono la loro impronta. Con i colori a dito ciascuno sceglie come e dove porre il segno visibile del suo impegno che, assieme a quello degli altri, esprime e racconta la gioia della comunità di radicarsi sull’amore del Padre.

INCONTRARE GESÙ Ti benedico, o Padre! Canto: Oggi ci hai chiamati (Giuseppe Tranchida, in Cantiamo a te, Gesù, Paoline, Roma 2012) • Mentre si canta i ragazzi portano dinanzi all’ambone i cartelloni realizzati durante gli incontri di gruppo. Proclamazione della Parola: Mt 11,25-30 Meditazione del celebrante o del catechista • Ogni ragazzo scrive sul nastro colorato con cui richiuderà il pacco, ricevuto in dono nel primo incontro, la sua preghiera di ringraziamento al Signore, che condivide con il gruppo. Canto: Grazie, Grazie Gesù (Nino Mancuso, in Cantiamo a te, Gesù) Durante il canto di ringraziamento ogni ragazzo pone accanto ai cartelloni il suo pacco dono. Si prega: Padre nostro Segno: Un salvadanaio, dove raccogliere le offerte per aiutare gli indigenti e creare più fraternità (vedi pp. 12-13). La via d’uscita (vedi a lato)

La via d’uscita In questo mese di gennaio, in cui si celebra la 47a Giornata Mondiale della Pace, che quest’anno ha come titolo «Fraternità, fondamento e via per la pace», il gruppo dei ragazzi insieme con la comunità organizza un momento di preghiera e di festa. Si realizzano gli inviti per tutti, si scelgono i giochi, si prepara la preghiera: diventa un’occasione preziosa e unica per stare insieme e per sentirsi fratelli e sorelle, invocando il dono della pace per il mondo.

La preghiera dei fedeli La preghiera dei fedeli è una preghiera universale che riguarda non solo coloro che sono presenti in chiesa, ma tutta la gente del mondo, di ogni età e ogni condizione sociale. È il momento in cui la comunità che celebra l’Eucaristia si fa vicina alle attese e speranze di tutti: uomini, donne e bambini. È il momento in cui poniamo davanti al cuore di Dio e davanti al nostro cuore la nostra vita e quella degli altri, con le loro necessità. La preghiera universale conclude la liturgia della Parola: in essa, infatti, l’assemblea chiede al Signore che il progetto di salvezza sia vissuto e realizzato dalla comunità e si compia nel mondo.

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Dinamiche e attività…

Fabrizio Carletti - Mirella Spedito

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UNA COMUNITÀ CHE CAMMINA AL PASSO DEI «PICCOLI»

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I

n ogni comunità, come al tempo di Gesù, ci sono «i piccoli» bisognosi di aiuto e conforto. Gesù si affianca a loro e invita tutti «gli affaticati e oppressi» a trovare in lui un ristoro alle loro sofferenze. Come cristiani non possiamo non seguire l’esempio di Gesù e sperimentare come la carità sia, in realtà, un giogo dolce, leggero, in grado di allenare i nostri cuori a divenire sempre più miti e umili, come Gesù.

UN SALVADANAIO PER I PICCOLI Il nostro cuore si plasma realmente non solo se meditiamo o riflettiamo sull’amore di Gesù, ma se mettiamo in atto gesti concreti di amore e di dono. La carità è, prima di tutto, una scuola del cuore, un tirocinio di fede. Del resto, come i sapienti ci hanno insegnato, a lungo termine non sono solo i pensieri a determinare le nostre azioni, ma anche i gesti che compiamo a definire e influenzare i nostri punti di vista. Perciò, in questo mese, proponiamo alle famiglie di compiere un gesto concreto di amore e donazione verso i più piccoli, per allenare il loro cuore alla carità e a non dimenticare che vicino vivono persone bisognose di aiuto e di conforto.

Materiale: Polistirolo dallo spessore di cm 1, colla vinilica, colla a caldo, gesso acrilico, fotocopia di immagini sacre, colori acrilici, cerniere per la chiusura e apertura della porticina, taglierino ben affilato, pennelli, carta vetrata sottile.

Al lavoro • Dal polistirolo ritagliate le parti come riportate nell’immagine, che serviranno per i lati della chiesetta. Il lato più corto degli elementi «C» si collocano sul lato esterno degli elementi «B». • Le parti interne tratteggiate dell’elemento «A» si devono incidere e la parte «A^» fungerà da porta; invece dalla fessura ottenuta, a forma di croce, in alto, si inseriranno le monete che si recupereranno aprendo la porta. • Per il tetto ritagliate: 1 rettangolo di cm 18x13 e 1 rettangolo di cm 18x14. • Per il campanile ritagliate: 2 rettangoli di cm 1x2; 2 rettangoli di 1x4; 4 strisce di 2 cm di h. • Per il tetto del campanile ritagliate: 1 rettangolo di cm 4x5 e 1 rettangolo di cm 3x5. • Per la base occorrono: 1 rettangolo di cm 16x18; 1 di 18x20; 1 di 20x22 • Per la campana ritagliate un rettangolino di 1,1/2 cm e modellatelo con la carta vetrata sottile e tingetelo (se non si possiede una vera campanella). Con un filo lo unite al tetto del campanile. • Per la croce sul campanile occorrono 2 stuzzicadenti che si legheranno ben bene; si taglieranno, poi, le estremità, e si coloreranno a piacere (io ho usato il colore oro). • I gradini della base si ottengono incollando i


vari elementi uno sull’altro partendo dal più grande. Sulla parte posteriore non si inseriranno gradini. • Per unire i diversi pezzi è stata usata la colla a caldo, usandone poca altrimenti il polistirolo si scioglie. In alternativa si può utilizzare la colla vinilica, ma si deve lasciare il tempo che, man mano che si uniscono i diversi elementi, la colla asciughi bene.

• Uniti i vari elementi della chiesetta, passare, sulla parte esterna, una mano di gesso acrilico; incollare alle finestrelle le immagini a colori; colorare la porta e inserirla, mettendo le cerniere (utilizzare la colla vinilica altrimenti non si fissano, ma si staccano con facilità). • Colorare i tetti e la base (senza passare il gesso). Per questa è stato utilizzato un po’ di rosso dei tetti e un po’ di marrone della porta, diluendoli abbastanza.

GESÙ… DONACI UN CUORE MITE E UMILE Il bambino inserisce, nella fessura a forma di croce della «chiesetta», il dono della giornata per i poveri della comunità. Papà: Ti affidiamo, Signore, questa offerta per i più bisognosi della nostra comunità. Mamma: Ti preghiamo per loro, certi che tu non li abbandoni e anche attraverso questo semplice gesto puoi manifestare loro la tua vicinanza e il tuo amore. Insieme: Ti ringraziamo, Signore del cielo e della terra, per la nostra famiglia. Bambino: Oggi ti ringrazio, Gesù, per… (ognuno ringrazia per qualcuno o qualcosa che ci permette di dirci fortunati, come la casa, i genitori, i nonni, gli amici…). Insieme: Grazie, Signore, per tutto quanto ci doni e aiutaci a non dimenticarci mai che nel mondo c’è chi soffre, chi è povero, chi ha bisogno di conforto. Rendi il nostro cuore mite e umile come il tuo, per essere sempre attenti e pronti ad aiutare chi è in difficoltà. Il bambino risistema il «salvadanaio-chiesetta».

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Parole di comunione

Renato De Zan

COMUNITÀ DI FEDE

L

a comunità cristiana si identificò, da subito, con il nome ekklesìa. Il termine deriva dal verbo greco ekkalèo, che significa «chiamare da», «chiamare fuori», «convocare», «radunare». Ekklesìa, dunque, è l’assemblea dei chiamati, l’assemblea radunata e convocata da Dio. Non a caso i suoi membri sono denominati oi kletòi, i chiamati, (dal verbo kalèo, «chiamare», verbo da cui deriva il composto ekkalèo). • Nell’opera lucana, Vangelo e Atti degli Apostoli, scopriamo che Luca non adopera mai que-

- contiene l’idea di essere la comunità dei «chiamati» (oi kletòi) alla fede e al discepolato nei confronti del Maestro; - contiene l’idea di essere in continuità, ma nella diversità con la synagoghé ebraica.

LA COMUNITÀ DEI «CHIAMATI»

L’ekklesìa è completa lì dove si radunano i kletòi. • Per Paolo, infatti, l’ekklesìa può essere anche piccola così come appare in Flm 2 (o in 1Cor 16,19; Rm 16,5; Col 4,15). Inoltre l’ekklesìa esiste sempre come gruppo di fede, ma la sua massima espressione si ha quando è radunata in assemblea (1Cor 14,4-5.12.19.23.28). • Alcune caratteristiche principali di questa ekklesìa sono già state viste nella prima scheda (Comunione e amore, 6/2013, pp.14-15), quando è stato preso in esame At 2,42 («Erano perseveranti nelPentecoste, Turvey Abbey, © Pauline Books & Media (Regno Unito) l’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e sto vocabolo nel Vangelo, ma lo adopera ben nelle preghiere»). Ma queste non sono le uniche ventitré volte negli Atti. caratteristiche e, da sole, non esprimono l’iden• In Marco e in Giovanni è ugualmente assente. tità dell’ekklesìa. Prestando attenzione a un te• In Matteo il termine ekklesìa compare in 16,18 sto di Matteo (16,18), al battesimo cristiano e al (la Chiesa fondata sulla roccia di Pietro) e 18,17 libro dell’Apocalisse, riusciamo ad approfondi(il perdono nella comunità cristiana). I biblisti re di più la fisionomia della Chiesa, molto spesritengono che questi passi contengano il penso sentita – a torto – come se fosse una realtà siero di Gesù, ma la formulazione sia un’interche ha a che fare con preti, suore e vescovi, e pretazione-traduzione della Chiesa nascente. non come una comunità vivente composta da • La parola ekklesìa ha un significato molto vicicristiani, con carismi diversi. no a synagoghé, ma la comunità nascente scopre nella sua identità caratteristiche che non sono presenti nella comunità ebraica della sina- LA EKKLESÌA DI GESÙ goga. Tra queste caratteristiche diverse, ne so- In Mt 16,18, uno dei due testi matteani in cui Geno da evidenziare almeno tre: sù nomina la ekklesìa, la comunità cristiana è - ekklesìa contiene in sé l’idea di una assem- definita come la comunità di Cristo («mia Chieblea convocata da Dio; sa»), fondata su Pietro («tu sei Pietro e su que-

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sta pietra edificherò la mia Chiesa»), una comunità in continua costruzione («edificherò»), nei confronti della quale anche il male più grande – la morte e colui che ha il potere sulla morte, il demonio (cfr. Eb 2,14) – non potrà prevalere («le potenze degli inferi non prevarranno su di essa»). • Perché il Vangelo sottolinea che la ekklesìa è l’ekklesìa di Gesù? - Perché i suoi membri sono tutti discepoli di Gesù, il Signore. Ciò significa che nessuno è maestro o guida «perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo» (Mt 23,10). - Se l’ekklesìa è fondata su I membri Pietro e i suoi successori, dell’ekklesìa significa che Pietro e chi sono discepoli per lui non sono chiamati ad altro, se non a far sì che di Gesù, i discepoli di Gesù siano il Signore sempre discepoli di Gesù. - Proprio per questo l’ekklesìa è in continua costruzione: ogni generazione di discepoli è chiamata sempre di nuovo a incamminarsi nella strada indicata e percorsa dal Maestro. L’ultimo punto, la liberazione dalla morte e dal demonio, ha bisogno di un paragrafo tutto suo.

L’ESPERIENZA DELL’ETERNITÀ Quando Gesù adopera il futuro («edificherò la mia Chiesa»), intende indicare il tempo che sarebbe subentrato dopo la sua risurrezione. Solo dopo di essa, infatti, la morte e il demonio sono stati vinti (anche se non ancora del tutto annientati: cfr. 1Cor 15,25-26: «È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte»). Ma dopo la sua risurrezione, il tempo ormai dialoga con l’eternità.

• La risurrezione è un fatto avvenuto nella storia, ma ha le caratteristiche dell’eternità (Gesù è risorto per non morire più). La risurrezione è un fatto storico, ma appartiene all’eterno. • Con la risurrezione, dunque, l’eternità è entrata nella storia. D’altra parte se il cristiano, a causa del battesimo, è diventato intimamente unito a Cristo (cfr. Rm 6,5), è diventato tutt’uno con Colui che non muore più. Il cristiano è associato all’eternità. Nella ekklesìa il cristiano sperimenta l’eternità. Gesù, infatti, dice che dove due o più sono riuniti nel suo nome, lì c’è lui. Nell’esperienza dei sacramenti c’è l’esperienza, sotto il regime dei segni, dell’eternità. Un libro in particolare, l’Apocalisse, aiuta a comprendere come la comunità celebrante (gerarchicamente costituita) non è altro che l’immagine della comunità celeste. • Nel libro dell’Apocalisse, infatti, ciò che avviene in cielo si ripete in modo speculare nella comunità celebrante: - la Parola si fa presente. - Il dialogo con Dio, la lode, l’adorazione sono un tutt’uno nell’assise dei beati. - La comprensione degli avvenimenti terreni nell’ottica della storia guidata da Dio, che è storia di salvezza, nella pace e nella persecuLa zione, nella santità e comunità nel peccato percelebrante è donato, è chiara e senza incertezze. immagine della • Tutto questo è precomunità sente, anche se con i limiti umani, nella celeceleste brazione che l’ekklesìa compie nelle case più umili, come nelle cattedrali.

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Itinerario battesimale

Azione Cattolica dei Ragazzi

DIO CAMMINA CON NOI NELLA CHIESA Nel matrimonio Dio conferma il patto d’amore coniugale dell’uomo e della donna. Essi diventano un’intima comunità di vita e amore. Ogni famiglia è chiamata a vivere come piccola comunità domestica, perché dove c’è Cristo, lì c’è la Chiesa.

Obiettivi Aiutare il bambino a: •sentirsi parte della comunità parrocchiale; •vivere la famiglia come Chiesa domestica; •ringraziare il Signore per il dono della «Chiesa-madre».

Lasciate che i bambini vengano a me, p. 47

Esperienza di vita Il racconto di una esperienza vissuta da una comunità parrocchiale e, in particolare, da una famiglia, in ascolto delle parole del Papa, aiuta a comprendere che la Chiesa accoglie e accompagna il cammino delle famiglie, prendendosi cura di tutti i suoi figli, come una madre fa con il suo bambino.

IN ASCOLTO DELLA VITA - La Chiesa è come una madre Roma, 11 settembre 2013. L’invito, che don Antonio ha rivolto alla sua parrocchia, per partecipare all’udienza del papa in piazza San Pietro, è stato accolto con gioia dall’intera comunità. Quattro pullman sono arrivati a Roma e non mancano le giovani famiglie, compresa quella del piccolo Flavio. Papà Luca e mamma Mara non volevano mancare e si sono organizzati per tempo: ottenuto il giorno di permesso dal lavoro, ora, sono presenti con il piccolo tra le braccia, per ascoltare la Parola che il Signore donerà loro. Durante il discorso alla Chiesa lì riunita, il Santo Padre ha affermato che una mamma non è solo colei che si limita a dare la vita, ma che, con grande cura, aiuta i figli a crescere, dà loro il latte, li nutre, insegna il cammino della vita, li accompagna con le sue attenzioni, il suo affetto, il suo amore, anche quando sono ormai grandi. E sa anche correggere, perdonare, comprendere, sa essere vicina nella malattia e nella sofferenza. Una buona mamma è colei che aiuta i figli a uscire da se stessi, a non rimanere comodamente sotto le sue ali, come una covata di pulcini sta sotto le ali della chioccia. Così è la Chiesa: come buona madre accompagna la crescita dei suoi figli, trasmettendo la parola di Dio, che è luce che ci indica il cammino della vita cristiana, e amministrando i sacramenti. Ci nutre con l’Eucaristia, ci dona il perdono di Dio attraverso il sacramento della penitenza, ci sostiene nel momento della malattia con l’unzione degli infermi. La Chiesa ci accompagna e ci sostiene in tutta la nostra vita di fede. Queste parole hanno riscaldato il cuore di tutti, soprattutto dei due genitori. In quella piazza, Luca e Mara hanno rivissuto l’amore della Chiesa che li ha accolti, sin dal battesimo, e li ha accompagnati nel loro progetto d’amore, come famiglia. Sono rientrati con il desiderio di continuare ad aprire, sempre più, le porte della loro casa agli amici della comunità, a chi li può aiutare nella sfida di crescere come genitori ed educatori alla fede e, così,

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essere segno – anche come piccola Chiesa domestica – del volto bello della «Chiesa madre» di cui papa Francesco ha parlato.

L’ANNUNCIO DI FEDE - «Io sono in mezzo a loro» «Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20). La chiamata all’amore nel sacramento del matrimonio è un lungo cammino che richiede: l’accoglienza reciproca dei due sposi che «non sono più due, ma una sola carne» (Matteo 19,6) e il sostegno dell’intera comunità, perché il Signore è presente dove due o tre sono riuniti nel suo nome. • Singolarmente: la riflessione personale è guidata dagli interrogativi proposti da papa Francesco durante l’udienza: - Che rapporto ho con la Chiesa? La sento madre che mi aiuta a crescere come cristiano? - Partecipo alla vita della Chiesa, mi sento parte di essa? - Il mio rapporto è formale o vitale? • Come genitori, in coppia - La coppia legge i passi evangelici suggeriti (Mt 18-19) e si interroga su come mantenere vive le promesse matrimoniali: «Amarsi e sostenersi l’un l’altro nella fedeltà; accogliere il dono dei figli ed educarli secondo la parola di Gesù e l’insegnamento della Chiesa». - Sceglie quindi di vivere, nella quotidianità della «piccola Chiesa domestica», alcuni semplici gesti: es. tracciare sulla fronte del bambino il segno di croce, prima di dormire e al risveglio, come segno di benedizione; aiutare il bambino a identificare il suono delle campane. • In gruppo: partendo dalla lettura di Lasciate che i bambini vengano a me (pp. 47-48; nn. 92-96), si riflette sul cammino di fede che le famiglie sono chiamate a vivere, a casa e in comunità, sostenute dalla presenza del sacerdote, dell’intera comunità e dall’accompagnamento vicendevole.

ATTIVITÀ - Famiglia di famiglie (vedi a lato) LA PREGHIERA - Credo la Chiesa La Parola su cui abbiamo meditato, ispira la preghiera in gruppo e in coppia. • Segno di croce • Canto: Noi ti lodiamo (F. Baggio - F. Buttazzo, Dall’amore di Dio, Paoline, Roma 2010). • Condivisione: Liberamente ciascuno condivide un versetto della Parola ascoltata, del Catechismo dei bambini o della catechesi del Santo Padre, che sente vicino alla propria vita. • Invocazioni (vedi a lato) • Impegno (vedi a lato) • Benedizione e segno di croce.

Famiglia di famiglie Per aiutare i piccoli a sentire vicina la presenza della Chiesa a partire dalle mura domestiche, si propone un’attività basata sul senso della vista. • Nella scheda che segue (p. 18) si suggerisce di realizzare un’immagine della casa che ritrae la famiglia del bambino circondata dai volti delle persone che, nella grande famiglia della Chiesa, li accompagnano, come i nonni, gli zii, i cugini. - I genitori aiutano il bambino ad associare i nomi ai volti. - La scheda si ripone nel cofanetto, realizzato nel primo incontro, e si arricchisce, man mano, come un album di famiglia.

Invocazioni A ogni intenzione si risponde: Ti ringrazio, Signore. • Per il cielo e la terra. • Per la vita che mi hai donato. • Per la famiglia che mi ha allevato e amato. • Per la Chiesa madre che mi ha accolto come figlio. • Per i sacramenti, dono di grazia e sostegno per la vita. • Per… (altre intenzioni)

Impegno I genitori scrivono i loro nomi e quelli dei loro bambini su un cartoncino a forma di mattoncino che pongono su un cartellone dove è disegnata la sagoma della loro chiesa parrocchiale, come segno di voler costruire insieme la Chiesa, famiglia di famiglie.

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O Maestro Divino, fa’ che io pensi con la tua sapienza, che io ami con il tuo cuore. Fa’ che io veda con i tuoi occhi, che io oda con le tue orecchie, che io dica la tua parola, che io assapori quello che tu gusti. Le mie mani siano le tue, i miei piedi siano sui tuoi passi, io preghi le tue preghiere, io tratti con il tuo tratto, io sia tu e tu sia in me. Degnati di servirti della mia bocca, per cantare a Dio per tutti i secoli, del mio cuore per amarlo, di me, peccatore, il più misero, per esaltarlo. Beato Don Alberione

• Gesù Cristo è la Verità che dobbiamo credere • Gesù Cristo è la Via che dobbiamo seguire • Gesù Cristo è la Vita che dobbiamo vivere

Gesù Divino Maestro, Piero delle Ceste, Tempio di San Paolo, Alba (CN)

A GESÙ MAESTRO


Sussidi liturgici e pastorali

M. Rosaria Attanasio

CRISTO NON PUÒ ESSERE DIVISO Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

I

l percorso di preghiera, per l’anno 2014, è stato redatto da cristiani provenienti da diverse regioni del Canada e messo a punto assieme a una Commissione internazionale di rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e della Chiesa cattolica. Dato che il Canada è contrassegnato da diversità di linguaggio, cultura, clima e anche di espressioni di fede cristiana, si è scelto di ispirarsi alla Prima Lettera ai Corinzi e, in particolare, al brano iniziale 1,1-17, dove Paolo incoraggia nell’impegno all’unità.

UNITI IN CRISTO GESÙ La Lettera di Paolo si rivolge a noi nelle nostre diversità e ci invita a riconoscere che, come Chiese locali, non dobbiamo rimanere isolati o agire gli uni contro gli altri, ma riconoscere il reciproco legame con coloro che invocano il nome del Signore. Come Chiesa di Dio, siamo chiamati ad essere uniti a Gesù e agli altri cristiani, riconoscendo i doni di ogni comunità e rallegrandoci per essi.

UN ANTICO RITUALE Le popolazioni indigene del Canada onorano un antico rituale di preghiera, mentre si voltano verso diverse direzioni (che è bene individuare). Ci uniamo in preghiera con loro, pregando come è indicato di seguito. Con questa preghiera si può iniziare ogni tappa.

RADUNATI IN SPERANZA E UNITÀ Volgendosi verso oriente C. Dall’oriente, ove sorge il sole, riceviamo pace e luce, sapienza e conoscenza. T. A te la nostra gratitudine per questi doni, o Signore! Verso meridione • C. Dal meridione giunge il calore, l’orientamento, il principio e il compimento della vita. T. Rit. Verso occidente • C. Dall’occidente giunge la pioggia, l’acqua che purifica e feconda, per alimentare la vita. T. Rit. Verso settentrione• C. Dal settentrione giunge il vento vigoroso e la bianca neve che donano forza e perseveranza. T. Rit. Di fronte, guardando verso l’alto C. Dai cieli riceviamo la notte, la luce e l’aria che respiriamo. T. Rit. Verso il basso C. Dalla terra veniamo e alla terra ritorneremo. T. A te la nostra gratitudine, o Signore, per la bontà del tuo creato, nostra casa terrena.

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UNITI NELLA DIVERSITÀ L’accoglienza dei doni degli altri ci rende più vicini nella fede e nella missione e ci conduce verso l’unità, nel rispetto dell’autentica diversità, per la quale Gesù ha pregato. Ogni tappa prevede: • la processione per portare ed evidenziare il segno che si presenta; • la preghiera «Radunati in speranza e unità»; • un brano biblico e un commento; • un’attività; • un impegno adatto ai ragazzi; • la consegna di una tessera del puzzle, per ricomporre l’immagine di Gesù in croce; • una preghiera. I canti sono ripresi da: F. Buttazzo - P. Dargenio, Sorgente di vita, Paoline, Roma 2012.


1. INSIEME… SIAMO IL POPOLO DI DIO

Dal Vangelo secondo Matteo Qualcuno disse a Gesù: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti». Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre» (cfr. 12,46-50).

Insieme, noi, che invochiamo il nome del Signore, siamo chiamati ad essere «santificati in Cristo Gesù» (1Cor 1,2). La comunione dei santi, il nostro essere uno in Cristo è da estendere oltre la nostra famiglia, il gruppo, la parrocchia, la Chiesa cattolica, per questo, insieme, preghiamo per l’unità dei cristiani e cerchiamo di compiere la volontà di Dio Padre.  Anche noi, ragazzi e adulti, chiamati ad ascoltare la parola del Signore e a compierla, siamo invitati a riconoscere in ogni cristiano e persona di buona volontà il bene e i segni della presenza di Dio. ATTIVITÀ: Disegniamo su un cartellone la Bibbia con il vaso di fiori e, intorno, tante persone di diverse razze e culture, credenti in Gesù, che sono unite fra loro. IMPEGNO: Oggi mi impegno a riconoscere, in qualcuno dei miei familiari o amici, la presenza di Gesù, nelle parole e nei gesti di bene. Si consegna a un ragazzo e si fa inserire sul cartoncino la prima tessera del puzzle dell’immagine di Gesù.

Il Cristo giallo, Paul Gauguin, 1889, Albright Knox Art Gallery, Buffalo (USA)

Preghiera di supplica T. Benedici il tuo popolo, Signore! • Perché la Chiesa, luce delle genti, annunci con semplicità il regno di Dio e difenda con franchezza il bene della persona umana. Preghiamo. • Perché i credenti in Cristo comunichino la fede in lui a tutti coloro che aspettano di dare un senso alla loro vita. Preghiamo. • Perché i capi delle nazioni non abusino del potere loro conferito, ma si impegnino per il bene comune. Preghiamo. Canto: Ti benedirò (ispirato al Sl 118)

Immagine di Gesù da ritagliare, seguendo le linee tracciate, e da ricomporre, a ogni tappa, su un cartoncino predisposto.

Durante il canto iniziale si porta in processione la Bibbia, che si espone su un tavolo o un leggio, e un vaso di fiori da collocare davanti ad essa, per indicare che la parola di Dio è il profumo di Cristo per noi e per ogni cristiano. • Canto: Alleluia, la tua Parola (1a strofa)

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2. INSIEME… LODIAMO IL SIGNORE PER LA SUA GRAZIA Durante il canto iniziale si porta in processione un cero acceso e si pone davanti alla Bibbia. • Canto: Alleluia, la tua Parola (2a strofa)

Dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi Rendo grazie al mio Dio ogni volta che mi ricordo di voi. Sempre, quando prego per tutti voi, lo faccio con gioia a motivo della vostra cooperazione per il Vangelo, dal primo giorno fino al presente. Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù. È giusto, del resto, che io provi questi sentimenti per tutti voi, perché vi porto nel cuore, sia quando sono in prigionia, sia quando difendo e confermo il Vangelo, voi che con me siete tutti partecipi della grazia (1,3-7). La gratitudine, a livello ecumenico, fa gioire per i doni di grazia presenti nelle altre comunità cristiane. È un atteggiamento che apre alla condivisione dei doni e a imparare gli uni dagli altri. Tutta la vita è dono di Dio: dalla creazione alla redenzione in Gesù, fino al momento presente.  Anche noi, ragazzi e adulti, siamo chiamati a ringraziare il Signore, per i doni di grazia e di verità, dati in Gesù e manifestati nelle nostre comunità e nei diversi gruppi.

ATTIVITÀ: Aggiungiamo, nel disegno, un cero acceso e tante candeline accese, disseminate davanti alle persone, per indicare che partecipiamo della vita di Gesù e della sua luce. IMPEGNO: Come gruppo ci impegniamo a portare un messaggio di vita e di amore a qualche persona che vive in solitudine o nella sofferenza, per donarle «la luce di Gesù». Si consegna a un ragazzo e si fa inserire la seconda tessera del puzzle dell’immagine di Gesù. Preghiera di lode T. Rendiamo grazie al Signore, gli uni per gli altri. • Ricolmi delle grazie di Dio e della luce di Cristo, ogni giorno. • Ricchi delle molte benedizioni che Dio ci elargisce mediante la nostra unione con Cristo. • Saldi in Dio che ci dona forza per l’amore e il servizio degli altri. • Uniti negli stessi pensieri e nelle stesse convinzioni. Canto: È festa con te

3. INSIEME… SIAMO CHIAMATI ALLA COMUNIONE Durante il canto si porta in processione il cestino con i messaggi – che evidenziano i doni ricevuti dal Signore – preparati da ogni partecipante, da distribuire agli altri, e si colloca davanti alla Bibbia. Canto: Il dono più grande (1a strofa)

Dal Vangelo secondo Giovanni Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi (15,12-15). Siamo chiamati alla comunione con Dio Padre, con il suo Figlio Gesù Cristo e con lo Spirito Santo. Più ci avviciniamo a Dio, che è Trinità nella

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comunione, più ci avviciniamo gli uni agli altri nell’unità fra i cristiani. Gesù ha cambiato il nostro modo di relazionarci, chiamandoci amici e non servi. Questa relazione d’amore ci conduce a superare i rapporti di potere e dominio, per stabilire relazioni di amicizia e amore reciproco.  Anche noi, ragazzi e adulti, siamo chiamati da Gesù a stabilire rapporti di comunione e a testimoniare, con gioia, il suo amore. ATTIVITÀ: Si consegna a ognuno un’immaginetta-messaggio e si riportano sul disegno due o tre messaggi significativi, ripresi da quelli scritti dai partecipanti.


IMPEGNO: Esprimo, oggi, parole di consolazione a chi è scoraggiato, parole di apprezzamento a chi è triste, parole di amore a chi è nella sofferenza, parole di pace a chi vive nel conflitto… Si consegna a un ragazzo e si fa inserire la terza tessera del puzzle dell’immagine di Gesù. Preghiera penitenziale T. Signore, perdonaci per il tuo amore.

• Per le nostre chiusure e ripiegamenti su noi stessi che non ci fanno condividere i doni di grazia, che comunicano vita. • Per le nostre liti e divisioni, e per la mancanza di entusiasmo nel vivere l’invito all’amore. • Per la nostra mediocrità che ci impedisce di realizzare passi concreti verso l’unione con te, fra noi e con tutto il creato. Canto: È bello stare insieme a te

4. INSIEME… APPARTENIAMO A GESÙ Durante il canto si portano in processione i segni del battesimo: brocca con acqua, candela, veste bianca e si aggiungono agli altri elementi già predisposti. Con essi si vuole indicare l’unità che viviamo in Gesù, proprio in forza del battesimo. • Canto: Il dono più grande (2a strofa)

Dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi Il Cristo che vi ho annunziato è diventato il solido fondamento della vostra vita. Fratelli, in nome di Gesù Cristo, nostro Signore, vi chiedo che viviate d’accordo. Non vi siano contrasti e divisioni tra voi, ma siate uniti: abbiate gli stessi pensieri e le stesse convinzioni. Purtroppo alcuni della famiglia di Cloe mi hanno fatto sapere che vi sono litigi tra voi. Mi spiego: uno di voi dice: «Io sono di Paolo»; un altro: «Io di Apollo»; un terzo sostiene: «Io sono di Pietro»; e un quarto afferma: «Io sono di Cristo». Ma Cristo non può essere diviso! E Paolo, d’altra parte, non è stato crocifisso per voi. E nessuno vi ha battezzati nel nome di Paolo (1,7.10-13). Riconoscere il conflitto e la divisione è il primo passo per ristabilire l’unità. È Gesù il solido fondamento della nostra vita e solo condividendo i suoi pensieri e sentimenti, ritroviamo l’unità di pensieri e sentimenti anche fra noi.  Anche noi, ragazzi e adulti, battezzati in Cristo, siamo invitati a superare qualsiasi genere di fazione o di identificazione a gruppi. L’unico con cui identificarci davvero è Gesù che ha dato la

vita per noi e, in lui e con lui, ritroviamo l’unità nell’amore. ATTIVITÀ: Ognuno va nel luogo predisposto e si fa il segno di croce con l’acqua, in memoria del battesimo che ci ha resi cristiani, figli di Dio e fratelli e sorelle fra noi. IMPEGNO: Comunicare a qualche amico o compagno la gioia di appartenere a Gesù e offrire un messaggio di vita, ripreso dal Vangelo anche tramite un sms o un messaggio in Facebook. Si fa inserire la quarta tessera nell’immagine di Gesù. Preghiera di intercessione T. Donaci, Padre, lo Spirito d’amore. • Perché la Chiesa viva come comunità che Dio costruisce, così da non annunciare se stessa, ma l’opera del suo Signore. • Per tutti i popoli della terra, perché sappiano vincere le suggestioni della violenza e della guerra, e si impegnino a edificare una pace stabile. • Per ciascuno di noi, perché la nostra fedeltà a Cristo sia sempre più autentica e si esprima con generosità nel servizio ai fratelli e alle sorelle. Canto: È tempo di annunciare

ATTIVITÀ ECCLESIALE • È bene partecipare a un incontro di preghiera per l’unità dei cristiani, che la parrocchia o la diocesi organizza in loco, invitando anche le altre confessioni cristiane. I ragazzi possono coinvolgersi in maniera attiva, esponendo il cartellone realizzato e spiegandone il significato. • La presentazione del cartellone si può proporre anche in parrocchia, la domenica 26 gennaio, a conclusione della Settimana di preghiera.

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Ascolto e seguo Gesù

Roberto Laurita

IL VANGELO DELLA DOMENICA II DOMENICA DOPO NATALE - A

12 gennaio 2014

Leggi il Vangelo: Gv 1,1-18

Leggi il Vangelo: Mt 3,13-17

E IL VERBO SI FECE CARNE

IL FIGLIO TRA I PECCATORI

Non è un Vangelo facile, è vero. Perché non è un racconto e non ci fa restare nel presepio, con gli angeli e i pastori. Eppure si tratta di un brano straordinario, decisivo, perché ci fa vedere il mistero dell’Incarnazione in un modo diverso.

La scena ha qualcosa di sconcertante. Cosa fa il Figlio di Dio in mezzo a coloro che vengono dal Battista a farsi battezzare perché riconoscono i loro peccati? La loro non è certo una compagnia di santi! E come mai lui, il Messia, si mescola con loro?

Osserva il testo: Lo sguardo di Giovanni, l’evange-

Osserva il testo: Quella di oggi è una festa «natali-

lista, ci fa leggere gli avvenimenti con gli occhi di Dio e ci svela la grandezza del suo progetto d’amore. • Ci presenta la Parola eterna, che era da sempre accanto a Dio e che in un tempo stabilito, in un preciso momento della storia, è diventata un uomo come noi, cioè figlio di una terra, membro di un popolo, partecipe della nostra avventura. • Con Gesù Dio ha piantato la sua tenda in mezzo a noi e ha fatto splendere la luce vera. • E questa luce, che scaccia le tenebre, che rischiara il sentiero che porta a Dio, ci rivela il suo volto di Padre buono e ci porta verso la vita. • E non si tratta di una vita qualsiasi, ma della vita stessa di Dio: una vita piena, senza fine, • che nulla può mettere in pericolo, perché l’amore di Dio è più forte anche della morte.

zia» perché, davanti ai nostri occhi, presenta una scena di «manifestazione». Con una novità dà inizio alla «missione» di Gesù. • Lo Spirito che discende in forma di colomba e la voce del Padre che riconosce il suo Figlio confermano in Gesù l’intenzione di dare inizio alla predicazione pubblica. • Mescolato ai peccatori, che vanno da Giovanni, egli può essere confuso con loro, anche se in lui non c’è traccia di peccato. Uomo tra gli uomini, è riconosciuto come il Figlio, venuto a realizzare il progetto d’amore che il Padre gli ha affidato, con la forza e la saggezza che gli vengono dallo Spirito. • È questa «la giustizia» di cui parla con il Battista: un disegno d’amore che porta a compimento, diffondendo la Buona Notizia e rendendola viva attraverso i gesti di guarigione e di compassione.

Accogli la Parola: A chi accoglie Gesù, Dio offre la possibilità di diventare suo figlio. Perché questo avvenga si deve rinascere, bisogna lasciarsi trasformare dalla sua bontà e abbandonare ciò che è vecchio come il mondo: l’egoismo, la cattiveria, la vendetta, la gelosia. Soltanto allora si è in grado di diffondere la sua gioia e la sua pace.

Accogli la Parola: Nella narrazione del battesimo

Vivi la Parola: La luce di Gesù scaccia le tenebre che

Vivi la Parola: Gesù non è venuto per coloro che si

sono in noi: quelle che coprono i nostri occhi e ci impediscono di gettare uno sguardo limpido e benevolo su ogni fratello e sorella che incontriamo. La vita di Dio ci fa conoscere una nuova libertà, la possibilità di respirare a pieni polmoni, di essere guariti e trasfigurati dal suo amore. E noi non siamo più quelli di prima.

ritengono giusti e non hanno nulla da rimproverarsi. Non è stato mandato a chi è gonfio di orgoglio, perché ritiene di avere meriti davanti a Dio. Egli si rivolge ai peccatori, alla gente che si è sporcata di cattiveria, ma ora ha voglia di una nuova vita, che solo Dio può regalarle.

Preghiera: Oggi noi osiamo credere, osiamo sperare in un mondo diverso perché tu, o Dio, ci vieni incontro. Tu fai sbocciare su questa terra il tuo amore. Tu fai brillare la tua luce in mezzo a noi.

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BATTESIMO DEL SIGNORE - A

5 gennaio 2014

di Gesù si congiungono due misteri: quello dell’Incarnazione (il Figlio di Dio che si è fatto uomo) e quello della Missione (il Figlio di Dio che agisce in mezzo a noi, con la forza e la tenerezza dello Spirito). Per molti il suo modo di agire risulterà strano.

Preghiera: O Padre, noi ti rendiamo grazie per Gesù, il tuo Figlio. È lui che ci apre la strada e cammina sempre accanto a noi. È lui che ci strappa alle tenebre e ci guida verso la sua luce. È lui che ci fa conoscere la gioia di condividere il suo amore.


Ascolto e seguo Gesù

II DOMENICA TEMPO ORDINARIO - A

III DOMENICA TEMPO ORDINARIO - A

19 gennaio 2014

26 gennaio 2014

Leggi il Vangelo: Gv 1,29-34

Leggi il Vangelo: Mt 4,12-23

TESTIMONE AUTENTICO

A PARTIRE DALLA GALILEA

È un testimone autentico, Giovanni il Battista, e pertanto – a costo di deludere – dichiara ad alta voce di non essere lui l’Atteso. La sua missione è più modesta: è l’apripista che spiana la strada, è la sentinella che desta coloro che sono assonnati.

Proprio lì tutto comincia e la scelta del luogo non è casuale. La Galilea non è solo uno spazio geografico, una regione. È una zona di frontiera, un luogo simbolico.

Osserva il testo: Il profeta è ben cosciente della sproporzione che esiste tra lui e Gesù: • se lui battezza con acqua e, dunque, compie un rito di purificazione che esprime un desiderio, Gesù, invece, è in grado di cambiare veramente la realtà; • se lui viene ad annunciare il progetto di Dio, solo Gesù lo conosce veramente e potrà portarlo a compimento; • se lui viene come il testimone che ha il compito di trasmettere quello che ha visto e udito, solo Gesù ha la capacità di operare con la forza e la dolcezza dello Spirito; • se lui è uno strumento di cui Dio ha deciso di servirsi per far giungere l’acqua viva, solo Gesù ne è la sorgente. Per questo Gesù gli «passa avanti» perché era prima di lui. È un testimone autentico, Giovanni il Battista, e dunque sa bene quando la sua missione è terminata e si fa da parte. Per non rubare spazio a chi è più importante di lui. Per non sottrarre attenzione al protagonista principale. Accogli la Parola: La grandezza di Giovanni è tutta qui: nell’affrontare il compito che Dio gli ha affidato con fedeltà e coraggio e nel farsi da parte al momento stabilito, contento di vedere il nuovo che arriva e di essere rischiarato dalla luce del Messia.

Osserva il testo: «La terra di Zabulon e di Neftali» – (tribù che prendono il nome da due figli di Giacobbe) – è una zona di frontiera: di là sono passati eserciti in guerra e migrazioni di popoli. Sono avvenuti scontri epocali e conflitti crudeli. Si sono prodotte mescolanze tra razze differenti e distanti. • È un luogo simbolico: designa il mare aperto della storia, con le tensioni che la percorrono. Una storia nel cui tessuto vivo si sono prodotte lacerazioni e ferite, periodi di violenza e confusione. • È un luogo particolare: considerata alla periferia della Terra promessa, i suoi abitanti sono ritenuti ai margini del popolo di Dio. Più distanti che vicini a lui, visto che non possono rispettare le leggi di purità perché troppo mescolati con i pagani. • Ecco perché Gesù parte da lì: nella regione, che è emblema di tenebre e di morte, egli porta la luce e la vita che vengono da Dio. Annuncia il cambiamento e chiede la conversione, cioè di volgersi con decisione verso la sua parola e di lasciarsi trasformare in profondità. Accogli la Parola: Gesù porta una bella notizia (= Vangelo). Dio è in mezzo al suo popolo e tutti vedranno i segni della sua azione. Nulla può ostacolare il suo progetto di amore e di pace. Dio vuole offrire una vita nuova, una pienezza e una gioia sconosciute. Vivi la Parola: Un annuncio che cambia la vita esi-

ro che ti fanno da testimoni: genitori e catechisti, insegnanti e animatori. Indicarti Gesù, segnalarti dove trovarlo, raccontandoti la loro esperienza e lasciare, poi, che il tuo incontro con lui avvenga in modo misterioso e unico, sempre sorprendente.

ge di essere accolto con fiducia smisurata. È richiesto un cambiamento: cuore, intelligenza, volontà sono chiamati ad abbandonare comportamenti e atteggiamenti di prima e ad accettare la novità, fino in fondo. Tale conversione non è facile e, tuttavia, quelli che credono in Gesù dimostrano di saper lasciare tutto per seguirlo.

Preghiera: Gesù, rendici simili al profeta Giovanni. Allora ognuno di noi, piccolo o grande, si metterà al servizio degli altri con semplicità e umiltà, lieto di aver fatto la sua parte nel tuo progetto d’amore.

Preghiera: Signore, oggi tu ci affidi il Vangelo di Gesù: una Parola viva che può trasformare la nostra esistenza. Oggi tu ci liberi da paure e incertezze e ci chiedi di diventare tuoi discepoli, collaboratori di Dio.

Vivi la Parola: Ma è proprio questo il ruolo di colo-

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Ascolto e seguo Gesù

IL VANGELO NELLA VITA Dinamiche e attività SCOPRI IL VOLTO DI DIO II Domenica dopo Natale - A • Gv 1,1-18 Quale grande mistero d’amore contempliamo nella nascita di Gesù: lui, il Figlio tanto amato, si fa uomo e viene ad abitare in mezzo a noi per rivelarci il volto d’amore del Padre!

ATTIVITÀ

* Il catechista consegna le fotocopie ingrandite dei disegni relativi a tutte le attività proposte.

In Gesù il volto del Padre

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Il Vangelo di questa domenica ci invita a scoprire il volto di Dio, un Dio che nessuno ha mai visto, ma che proprio nel volto umano di Gesù possiamo contemplare! 1. Fotocopia il disegno su un foglio A4. 2. Cerca nel tuo cuore l’immagine che hai di Gesù e completa, anche nei più piccoli dettagli, il volto posto sotto la lente d’ingrandimento. 3. Scoprirai nel volto che emerge lo sguardo d’amore del Padre!

LA VOCE D’AMORE DEL PADRE Battesimo del Signore - A • Mt 3,13-17 «Questi è il Figlio mio, l’amato». Chi di noi non vorrebbe ascoltare queste parole? Dio, come le rivolge al Figlio, le rivolge a me e mi dice che mi ama da sempre e per sempre, anche se sbaglio!

ATTIVITÀ - La lettera di Dio Nel Vangelo di questa domenica, protagonista è la voce del Padre… una voce piena d’amore per il Figlio e per ognuno di noi! Scopriamola insieme: 1. Fotocopia la lettera su foglio A4. 2. Rintraccia nella Bibbia le citazioni indicate e scrivile, poi, negli spazi predisposti. 3. Con gioia vedrai emergere le parole d’amore che Dio Padre continua a dirci da sempre, come se tutta la Bibbia fosse una lunga lettera d’amore per noi.

Barbara Corsano


Ascolto e seguo Gesù

TESTIMONE DEL FIGLIO DI DIO II Domenica T.O. - A • Gv 1, 29-34 Giovanni Battista non ha dubbi: nel vederlo mescolarsi fra i peccatori, riconosce in Gesù il Figlio di Dio. Sa che l’iniziativa parte sempre da Dio: egli ci cerca e ci viene incontro, sempre!

ATTIVITÀ - Caccia agli indizi • Rileggendo il Vangelo e facendoti aiutare dai suggerimenti disegnati, rintraccia i cinque indizi che hanno aiutato Giovanni a riconoscere Gesù e scrivili sul foglio degli indizi. Soluzione: Indizio 1: Ecco l’Agnello di Dio. Indizio 2: Colui che toglie il peccato del mondo. Indizio 3: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me perché era prima di me. Indizio 4: Lo Spirito come una colomba su di lui. Indizio 5: Battezza nello Spirito Santo.

IN GESÙ DIO SI FA VICINO A NOI III Domenica T.O. - A • Mt 4,12-23 Che notizia ci dà Gesù: «Il regno dei cieli è vicino»! In altre parole Dio si fa vicino a noi, per stare con noi, condividere con noi, costruire con noi il suo regno! Ed ecco che ci chiama per nome: Simone… Andrea… Giacomo… Giovanni. Ma per accogliere la sua chiamata bisogna cambiare rotta, cambiare il cuore e… seguirlo!

ATTIVITÀ - Sms: Sì, mio Signore

2.Scrivi il tuo nome nell’invito che ti rivolge il Signore e, dopo aver guardato attentamente nel tuo cuore, scrivi la tua risposta alla sua chiamata!

Gesù ha avuto bisogno degli apostoli per realizzare il regno di Dio e loro, lasciato tutto, lo seguirono. Ora Gesù ha bisogno di noi, di me, di te. Vuoi rispondere alla sua chiamata? 1. Fotocopia l’immagine del cellulare su cartoncino e ritagliala.

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Metodologia catechistica

Redazione

UNA CATECHESI COMUNICATIVA

I

n un percorso di metodologia catechistica, è imprescindibile affrontare la realtà della comunicazione, sia nel suo significato semantico sia relazionale, non solo perché la catechesi è una modalità di «comunicazione della fede», ma perché, in ogni rapporto, non si possono ignorare le regole del processo comunicativo. Si rischierebbe, altrimenti, di non essere efficaci, non intercettando i mondi vitali degli interlocutori. Tutti abbiamo constatato che l’impegno profuso a livello di evangelizzazione e catechesi, spesso, non raggiunge i risultati sperati. I «destinatari» sembrano «interessati», ma, in realtà, hanno fretta di concludere «l’istruzione religiosa», per dedicarsi ad «attività più attraenti e proficue»! C’è da interrogarsi, quindi, sul nostro modo di comunicare la fede. Cerchiamo di entrare nel significato di comunicazione e di confrontarci con gli elementi basilari di una buona comunicazione.

COMUNICAZIONE: SIGNIFICATO ED ELEMENTI • Il termine «comunicazione», dal latino «communicare», cioè «rendere comune» (aggettivo: communis; sostantivo: communitas), significa condividere. Il significato più antico si riferiva al «mettere in comune oggetti» o «partecipare insieme a un evento». In seguito appare il significato di: «rendere comuni idee e pensieri». • La comunicazione non è solo «un invio di messaggi», ma include sia il passaggio di informazioni sia il mettersi in relazione. È un’attività sociale che si costruisce e si sviluppa all’interno di un interscambio. Perché ci sia comunicazione, le persone (almeno due) devono condividere un sistema di segni, suoni, significati (codice) e di regole e convenzioni che regolano gli scambi comunicativi, e interagire fra loro. • Il processo di comunicazione, quando ci vede protagonisti in prima persona, come nella proposta di fede, richiede consapevolezza, nel rispetto delle regole della comunicazione, circa

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i soggetti, il contenuto e gli obiettivi da raggiungere… (schema 1). La conoscenza delle persone è fondamentale, per adeguare alla loro esperienza, alle capacità intellettuali e alla cultura i contenuti da offrire, sì da suscitare «una risposta». Il rumore, cioè il disturbo nella comunicazione, può essere determinato, oltre che dal basso livello degli strumenti utilizzati, anche dalla non sintonia tra l’emittente e i fruitori, e dall’utilizzo di linguaggi non adeguati.

- GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DELLA COMUNICAZIONE

Schema 1

I comunicanti: sono l’emittente che invia il messaggio e l’interlocutore (il ricevente) che lo riceve. Il messaggio: è il contenuto. Il canale: può essere sia il canale sensoriale (come udito e vista) sia lo strumento usato (telefono, fax, mail…). Il codice: è il sistema di segni, suoni e simboli, utilizzato per comunicare (per esempio la lingua conosciuta). Il contesto: è l’ambiente o la situazione vissuta. Lo scopo: la finalità. Il feedback: è l’interscambio tra due o più interlocutori.

UNA COMUNICAZIONE INTERATTIVA • La vera comunicazione si realizza nella misura in cui si coinvolge l’interlocutore in un circuito comunicativo interattivo, permettendogli di restituire il suo feedback (schema 2 e 3).

Ciò è ancora più importante e determinante quando si tratta di comunicare il Vangelo di Gesù, che è da accogliere e interiorizzare, per


attuarlo nella vita. Fra i diversi modelli e teorie della comunicazione, ci riferiamo a quello di Schramm, in quanto lo riteniamo più adeguato per interpretare «la comunicazione della fede».

apre al totalmente Altro, al Tu assoluto, fondamento di ogni relazione. • Il catechista, discepolo in ascolto del Maestro Gesù, che cresce in una sana autostima di sé, fra le competenze da acquisire, deve privilegiare «la competenza relazionale» (FCCC, 2006, 26). • Quale rapporto esiste, dunque, tra comunicazione, educazione ed educazione alla fede? Non si può subordinare l’una dimensione all’altra, in quanto ciascuna ha una sua specificità. • L’educazione deve innestarsi sul processo comunicativo, in dimensione relazionale. Così si costruisce secondo le regole della comunicazione. Si richiede, afferma Pompili, «una reciproca compenetrazione tra compito educativo e agire comunicativo… Educare comunicando

Dagli schemi 2 e 3 si evince che: - occorre ampliare «il campo di esperienza comune», anche a livello di termini e dei loro significati, perché l’annuncio sia recepito e accolto; - nella misura in cui il fruitore (catechizzando) diventa codificatore ed emittente, si stabilisce una comunicazione costruttiva e significativa, che può essere trasformante; - in tale interazione è fondamentale la capacità di ascolto e uno spirito empatico, cioè l’attitudine a capire l’altro e ad assumere il suo punto di vista, per entrare in comunione e illuminarlo con la luce del Vangelo.

IN DIMENSIONE RELAZIONALE • Ogni comunicazione presenta sempre un aspetto di contenuto e uno di relazione (metacomunicazione). La relazione si pone a un livello non verbale ed è decisiva nel rapporto con gli altri. Essa comunica il modo in cui assumere il contenuto che si dà. Rivela anche «il sentire nascosto» che è recepito più delle parole; si può manifestare come accoglienza o rifiuto, fiducia o sfiducia… verso l’altro. • La relazione è una dimensione costitutiva della persona. L’essere umano, infatti, è un essere dialogico, strutturato dalla e alla reciprocità, all’incontro e al dialogo, è un «io-tu». La relazione primaria io-tu, vissuta nella gratuità e nel rispetto, risveglia l’altro all’esistenza e lo

è riconoscere nel momento relazionale una funzione educativa». • La comunicazione si connota in senso educativo quando è libera e liberante per un’educazione libera: valorizza la persona e il suo sviluppo, ed è già «buona novella». «Una comunicazione libera alimenta un’educazione libera… Educare alla fede, comunicando è opera di riscoperta di quanto più genuinamente divino ci sia nell’esperienza della libertà umana»1, tenendo presente che Dio stesso è il più grande Comunicatore e Gesù è il perfetto Comunicatore che parlava pienamente inserito nelle reali condizioni del suo popolo (cfr. CP 11.126). __________ 1

Domenico Pompili, Il nuovo nell’antico. Comunicazione e testimonianza digitale, San Paolo, 2011, pp. 126. 131-132.

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Famiglia e catechesi

Franca Feliziani Kannheiser

MAMMA E PAPÀ LITIGANO SEMPRE

O

gni bambino che accogliamo nel nostro gruppo di catechesi porta con sé ciò che ha vissuto e vive in famiglia ed è fortemente condizionato dalla qualità dei rapporti che caratterizzano la coppia dei genitori e l’intero nucleo familiare. Così può accadere di accorgerci che Ginetto è stranamente nervoso o che Marina è diventata ancora più timida e sembra avere paura di tutto. Alcuni bambini, al contrario, sembrano controllare al massimo le loro emozioni: apparentemente calmi e sereni, soffrono, però, improvvisamente di strane paure oppure di malesseri fisici ingiustificati. Dietro queste manifestazioni potrebbe nascondersi un disagio dovuto ai rapporti tra mamma e papà.

• La casa si può lasciare tranquillamente per esplorare il mondo, solo se si è sicuri che niente di male possa accadere in nostra assenza, che nessuno dei nostri cari soffra e che possiamo tornare quando vogliamo. Un bambino che teme che, in sua assenza, i genitori possano litigare e magari farsi del male, non ha il coraggio di lasciare la casa. • Può accadere anche il contrario: si manifesta, cioè, il bisogno incontrollato di star fuori, lontano dalle grida e dalle parole cattive. Il risultato è, comunque, sempre la paura di essere abbandonati dalle figure per lui più significative, paura a volte accompagnata dal senso di colpa per aver provocato, involontariamente, la lite («litigano per colpa mia»).

QUANDO I GENITORI LITIGANO Che cosa accade nel mondo del bambino quan- NON VIVIAMO NEL «MULINO BIANCO» do sente o vede litigare i suoi geMa è possibile vivere insieme senza litigare mai? Le liti nitori? Egli si trova esposto a Anche cercare di creare intorno al bambino un pericolo contro il quale un’atmosfera da «Mulino bianco» è dannotra mamma non ha armi per lottare. È so per il suo benessere perché ne avverte e papà prendono l’inautenticità. come lo scoppiare di una tempesta o, nel caso di lila forma di un ti che si manifestano con • Il bambino ha bisogno di apprendere disastro senza nome che i silenzi, con occhiate acvolersi bene non significa dover avea cui il bambino re sempre le stesse idee e gli stessi senticusatrici, con lacrime che si tenta di nascondere, è comenti, ma al contrario poter essere se stestenta di me essere avvolti da venti gesi nella propria diversità senza che questo sottrarsi lidi che rubano ogni calore e ogni danneggi i rapporti che ci uniscono. allegria alla casa. Proprio perché il bambino non • Dai genitori il bambino deve poter imparare che ha strumenti per spiegarsi ciò che accade né ha si possono esprimere le proprie idee e le proarmi per contrastarlo, le liti tra mamma e papà prie emozioni senza farsi male e senza fare del prendono la forma di un disastro senza nome a male. È vero: i figli non si devono coinvolgere cui si tenta di sottrarsi, chiudendosi nella pronei problemi che riguardano la coppia, né in pria cameretta o isolandosi dentro di sé, cercanquestioni gravi che provocherebbero in loro do di non ascoltare e di non pensare. un’ansia incontenibile. I genitori, però, non doSpesso il bambino reagisce gridando e protevrebbero contraddirsi nello stile educativo, è stando a sua volta, oppure piange e accusa manecessario, invece, che mostrino che si può lori fisici che si protraggono anche a pace avveesprimere con calma ed educazione una pronuta, o riemergono in occasioni di separazione pria idea, discutere e cercare insieme soluzio(recarsi a scuola, dai parenti, ecc.). ni per uscire dal conflitto.

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E I CATECHISTI? In che modo i catechisti e la comunità cristiana sono coinvolti in tutto questo? • Nel riconoscere, prima di tutto, nel bambino i segnali di un disagio da non colpevolizzare, ma da contenere con delicatezza, pronti ad ascoltare le sue confidenze, ma anche a rispettare il suo silenzio: alcuni bambini, infatti, considerano una slealtà lamentarsi dei genitori. • Le parole allora potrebbero essere inopportune, mentre sempre opportuni, anzi necessari, sono il manifestare un atteggiamento di apertura e di accoglienza verso ogni singolo bambino. munità cristiana. Dio infatti ci dimostra il Il • Creare nel gruppo di catechesi suo amore anche attraverso le persone uno spazio di serenità e di diache ci ascoltano, ci comprendono, si Padre buono, logo, anche attraverso la gecui rivolgersi nelle fanno carico dei nostri problemi. stione positiva dei conflitti, PER PREGARE INSIEME dimostrando così che litiga- difficoltà, rappresenta Gesù, ci hai insegnato a volerci re si può, ma si può anche per molti bambini, bene come tu ci vuoi bene. fare la pace e rimanere amici. Ci hai donato il tuo Spirito che vivono conflitti • L’annuncio di un Padre buoche ci insegna l’amore no che non ci lascia mai soli familiari, una prima e l’amicizia. Qualche volta, però, è difficile vivere insieme. e a cui possiamo rivolgerci nelancora di La mamma e il papà litigano. le difficoltà («Quando siamo triIo mi arrabbio con mio fratello. salvezza sti, mandiamo un sms a Dio Padre Tra amici ci facciamo i dispetti. o a Gesù, basta un pensiero, una paroE in televisione vedo ogni giorno la») può rappresentare per molti bambini, che che ci sono le guerre. Gesù, insegnaci ad essere amici e a fare la pace. vivono forti conflitti familiari, una prima ancoE, quando ci sentiamo impauriti e soli, ra di salvezza che deve, però, trovare concretizmettici nel cuore la forza per ricominciare. Amen. zazione e riscontro nell’accoglienza della co-

CALENDARIO DA TAVOLO

CALENDARIO TASCABILE

Confezione: con spirale Paoline, Milano 2013 - € 2,80

Confezione: spillato Paoline, Milano 2013 - € 0,90

Il Calendario da tavolo 2014 riporta il santo o i santi di ogni giorno, quelli tradizionali e i santi e i beati proclamati ultimamente. Il tema è la gioia, con foto e messaggio per ogni mese. Le frasi sono riprese dalla Bibbia o da autori importanti, contemporanei o classici.

Il Calendario tascabile 2014 riporta, ogni giorno, il santo o i santi di cui ricorre la memoria liturgica. Il tema, l’amicizia, gradito specialmente ai giovani, offre l’opportunità di esprimere un pensiero affettuoso alla persona cara. Ogni mese è arricchito da foto e messaggi, selezionati dalla Bibbia e da autori di rilievo.

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Catechesi al ritmo dei bit

Marco Sanavio

LE FOTO: UTILIZZO DIDATTICO E PASTORALE ino a qualche anno fa fotografare era quasi un rito. Era necessario acquistare un rullino contenente la pellicola fotografica, poi bisognava inserirla, farla avanzare a ogni scatto e, infine, riavvolgerla e portarla a un laboratorio per lo sviluppo e la stampa. Erano necessari alcuni giorni di attesa e, poi, c’era sempre un momento in cui, con sorpresa, si scopriva il risultato di tanta fatica. Oggi è sufficiente scattare e si può verificare subito il risultato, senza problemi di riuscire a stare nei limiti delle poche pose consentite dai rullini. Dal punto di vista del percorso di catechesi le foto possono essere molto utili a supporto delle attività di narrazione. Si possono raccontare per immagini, ad esempio, alcune parabole del Vangelo, attualizzandole, o altri racconti biblici. Ecco alcuni suggerimenti per ottenere foto di discreta qualità.

in corrispondenza delle intersezioni delle linee, così da rendere più dinamica l’immagine stessa. La linea orizzontale più bassa si rivela utile anche per posizionare l’orizzonte all’altezza opportuna.

LA RISOLUZIONE: I PIXEL

APPLICAZIONI PER SMARTPHONE

È necessario innanzitutto ricordare ai ragazzi che ogni immagine ottenuta con una fotocamera digitale o cellulare è composta da milioni di piccoli puntini chiamati pixel. Attenzione, però, a non farsi ingannare: è vero che più si sale di definizione migliore è il risultato, ma queste differenze sono apprezzabili solo in caso di stampe di grandi dimensioni, ingrandimenti o di utilizzo di monitor ad alta definizione. Per i nostri usi quotidiani è sufficiente la risoluzione della fotocamera abbinata al cellulare.

Per utilizzare foto in ambito di catechesi e di didattica della religione, possiamo utilizzare una o più fotocamere digitali, oppure i cellulari dei ragazzi che ci sono affidati. In questo caso vi segnaliamo alcune applicazioni («app» in linguaggio tecnico) che possono essere utili per realizzare fotografie originali. Per smartphone con sistema operativo Android potete scaricare «Camera Illusion», «XN scketch» (disegna effetti su foto) o «Photo editor» (migliora e ottimizza le foto). Per iPhone potete scaricare «VSCO Cam», «Quipio» (aggiunge testo alle foto) o «Snapseed» (migliora le foto e aggiunge effetti).

F

COMPOSIZIONE DELL’IMMAGINE Vi suggeriamo qui come utilizzare la regola dei terzi. Innanzi tutto è necessario immaginare due linee orizzontali equidistanti tra loro e dai bordi superiore e inferiore, e due linee verticali equidistanti tra loro e dai bordi laterali (vedi immagine qui a lato). Alcune fotocamere e cellulari prevedono già la sovrapposizione di questa griglia. Il soggetto che volete evidenziare può essere posto

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IL RASOIO DI OCCAM Si tratta di un principio metodologico suggerito dal frate francescano e filosofo Guglielmo di Occam che può essere enunciato così: «Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem», ovvero non è necessario moltiplicare gli elementi se non c’è necessità. Il principio è molto utile anche nella fotografia. Se desideriamo mettere in evidenza un contenuto, non possiamo accostarlo a un elevato numero di soggetti che contribuiscono a creare confusione e «rumore di fondo» nella percezione dell’utente. Pochi elementi, ben inquadrati e ripresi nelle giuste condizioni di luce, ci restituiranno immagini di grande effetto.

VISUALIZZARE E PROTEGGERE LE FOTO Una volta realizzato il foto racconto vanno tenute presente alcune regole fondamentali relative alla privacy e alla protezione delle immagini in cui compaiono minorenni. È bene, innanzi tutto, ottenere una liberatoria da parte dei genitori: si trovano molti modelli in internet con la chiave di


ricerca «liberatoria immagini minorenni», ma è anche possibile redigere un semplice testo di autorizzazione. Le foto possono essere utilizzate per una presentazione powerpoint, e quindi senza implicazioni relative alla pubblicazione. Se invece si desidera metterle a disposizione di altri utenti sul web può essere opportuno proteggerle in servizi come Flickr o Picasa con una password di accesso. Questi servizi consentono di filtrare l’utenza che ha accesso alle immagini.

maritano ambientata all’esterno dell’ospedale, o la vicenda di Zaccheo ripresa in piazza nell’ora di massima frequenza di passanti. L’incontro di Gesù con la donna di Samaria si potrebbe reinventare con il supporto di foto e testi, oppure la vicenda di Giona ambientata su una spiaggia vera o ricreata dentro una stanza. Anche solo con una decina di scatti è possibile raccontare

ILLUSTRAZIONE DI BRANI BIBLICI Gli usi possono essere molteplici, soprattutto legati all’illustrazione di parabole e racconti. Ad esempio si potrebbe inventare una versione moderna della parabola del buon Sa-

la storia di Giuseppe, figlio di Giacobbe, utilizzando ogni immagine per isolare una situazione da discutere insieme: l’invidia dei fratelli, «la vendita» di una persona cara, l’importanza dei sogni, il perdono. Non ci sono limiti alla fantasia e i ragazzi, di certo, ci aiuteranno nel percorso creativo.

Angelo Romeo

LO SPAZIO ABITATO Scenario e tecniche della comunicazione in rete Paoline, Milano 2010 - pp. 125 - € 10,00

Le nuove tecnologie di comunicazione aprono nuovi spazi e nuove reti. Il digitale ha prodotto cambiamenti sul modo di concepire lo spazio e il tempo, e si sta configurando una diversa visione sociale e antropologica; un diverso processo di socializzazione e quindi di costruzione dell’identità.

Angelo Lameri

SEGNI E SIMBOLI, RITI E MISTERI La dimensione comunicativa della liturgia Paoline, Milano 2012 - pp. 128 - € 10,00

Dopo una ricognizione dei concetti di «sacro» e di «mistero» che hanno la loro sintesi nel rito, si affronta la dimensione comunicativa della liturgia. Il popolo di Dio, parte viva della celebrazione, per comunicare ha bisogno di un linguaggio simbolico, di codici comunicativi, quali: la parola, il gesto, la musica e il canto, il silenzio…

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Catechisti protagonisti

P. P. Pellegrino - A. Santoro

GIORNATA MONDIALE DEI CATECHISTI Il momento clou dell’Anno della fede, per i catechisti e le delegazioni catechistiche, a livello mondiale, sono stati due eventi, che si sono svolti a Roma. Il primo, il Congresso Internazionale di catechesi, si è realizzato nell’aula Paolo VI (Vaticano), nei giorni 26-28 settembre, con la partecipazione di 1700 delegati di tutto il mondo. Il tema, «Il catechista testimone della fede», è stato trattato, nei suoi risvolti teologici, pedagogici e comunicazionali, da relatori esperti, provenienti da diversi Paesi del mondo. Il secondo, la Giornata dei catechisti, ha coinvolto migliaia di catechisti che si sono ritrovati, divisi per aree linguistiche, per momenti di catechesi, tenuti per lo più da vescovi; per il Pellegrinaggio alla tomba di Pietro, con la Professio fidei; per la Messa presieduta dal Santo Padre.

CONGRESSO INTERNAZIONALE DI CATECHESI Durante il Congresso l’intervento più atteso è stato quello di papa Francesco che, il 27 settembre, è venuto a farci visita e ci ha fatto dono della sua parola autorevole, soffermandosi sull’identità e sul ruolo del catechista oggi, in un mondo che «è già cambiato». Un intervento breve, ma ricco di significati. Egli ha esortato i catechisti a vivere un doppio movimento, di sistole e di diastole: di unione con Gesù e di incontro con l’altro. Ha invitato, cioè, a ripartire da Cristo, lasciandosi scaldare il cuore dal suo amore, dalla sua tenerezza, per andare verso gli altri e riscaldare i loro cuori. Questo diventa possibile se ci si lascia guardare da Gesù, penetrare dal suo sguardo di amore, ritagliandosi spazi di ascolto profondo e di dialogo con lui. «Essere catechista», non fare il catechista, ha precisato il papa richiede amore al Signore e alle persone. Non è, infatti, un mestiere, ma una vocazione. Se il catechista vive una familiarità con Gesù, non ha paura di andare nelle periferie, dove incontra il Signore che è già lì, presente, che lo precede; sa uscire da sé, per andare incontro all’altro,

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adattandosi alle circostanze e annunciando il Vangelo con creatività e gratuità. Penso che la celebrazione di un Congresso internazionale di catechesi sia scaturita da una presa di coscienza circa la necessità e l’importanza dell’evangelizzazione e della catechesi oggi, in un mondo secolarizzato e scristianizzato, dove non si comunica più Gesù: sia in famiglia che a scuola, sia nei luoghi di lavoro che di svago, anche per il diffondersi del relativismo intellettuale e morale, e di una marcata cultura dell’indifferenza. La sottolineatura di mons. Fisichella circa la centralità della parola di Dio e della catechesi come tappa del processo della NE, con la necessità della formazione a una catechesi missionaria, ha aperto a un’attenzione non solo ai contenuti della fede, ma anche ai soggetti. La catechesi si pone a servizio della parola di Dio e delle persone, e richiede uno sguardo libero, attento e creativo, come ha precisato papa Francesco, per annunciare il Signore risorto e vivente, oggi, che si prende cura e cammina con le persone, nella loro realtà di vita e di sofferenza.


PELLEGRINAGGIO DEI CATECHISTI

La Messa con il Papa

Un bel gruppo di una settantina di catechiste della Diocesi di Amalfi - Cava ha potuto condividere l’esperienza di fede (28-29 settembre 2013), che ha accomunato moltissimi catechisti, permettendoci di

Il papa, accolto da noi in piazza San Pietro, con grande entusiasmo, ci ha offerto nell’omelia alcune perle preziose per la nostra vita. Ha precisato che il catechista è un cristiano che porta in sé la memoria di Dio e la sa risvegliare nel cuore degli altri. Egli, infatti, è chiamato a rendere più fecondo, anche negli altri, l’incontro con Gesù e a illuminare la scelta di mettersi alla sua sequela. Un impegno grande! L’appello rivolto, poi, a tutti noi, catechisti, ci ha inondato di gioia: «Cari catechisti,

sperimentare la grazia e la gioia, mediante la Professione della fede e la partecipazione all’Eucaristia celebrata da papa Francesco, una confermazione della nostra fede. È stata davvero un’esperienza di Chiesa universale, un’occasione che ci ha rafforzati nella motivazione e nel coraggio di essere testimoni credibili. Un momento significativo, dopo l’accoglienza da parte dei giovani, è stato il pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro con la Professio fidei, che ci ha dato di sperimentare e di sentirci più uniti nell’amore del Signore. Ritrovarsi in piazza San Pietro, con più di centomila catechisti convenuti da ogni parte del mondo, è stata, tra l’altro, una grande emozione: ogni gruppo era connotato da foulard e altri segni di colori diversi, in un rincorrersi per raggiungere la Basilica. Una marea di colori che caratterizzava persone di ogni età. Che bello conoscersi e arricchirsi delle altrui esperienze! Da dove vieni? Where are you from? Da Torino, Milano, Padova, Pinerolo, Trani, Prato, Perugia, Vicenza, Palermo, Cagliari e, poi, Congo, Polonia, Argentina, Canada, Nigeria… Abbiamo sperimentato una fratellanza universale e ci siamo sentiti davvero Chiesa in cammino sui passi di Gesù.

vi dico grazie per quello che fate, ma soprattutto, perché ci siete nella Chiesa, nel popolo di Dio in cammino, perché camminate con il popolo di Dio». Ci ha invitati a seguire Gesù nel suo movimento d’amore, nel suo andare incontro all’uomo, ad aprire le porte con audacia per tracciare nuove strade per l’annuncio del Vangelo. Infine la sua benedizione: «Che il Signore vi benedica e la Madonna vi accompagni. Grazie tante! Grazie di questo servizio alla Chiesa e nella Chiesa». Incontrare papa Francesco è sempre una grande emozione: raccogliere il suo sorriso ti spalanca il cuore e ti riempie di gioia, e poi la condividi con chi incroci sul tuo cammino! Siamo ritornati a casa con un bagaglio pieno di buona volontà, di voglia di rinnovamento, di desiderio di «mostrare» a tutti la gioia del Risorto!

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Per te, catechista

R. Laurita - B. Corsano

EPIFANIA DEL SIGNORE 6 gennaio 2014 CERCATORI DI DIO

LA STRADA DI DIO…

• Il racconto dell’Epifania (cfr. Mt 2,1-12) è per coloro che hanno un cuore limpido e accettano di lasciarsi condurre; costoro si lasciano incantare dai segni, portandosi dentro domande importanti e tirandole fuori, a costo di creare problemi. • Per i cercatori di Dio, questo Vangelo è colmo di speranza e di gioia: in Gesù Dio si manifesta in un Bambino e si fa trovare da quelli che desiderano incontrarlo!

• segue il percorso delle stelle. Chi sa alzare gli occhi per vedere la luce non si perde fra le tenebre: • segue il percorso dei profeti. Chi intende la voce dei profeti, che annunciano la venuta del Messia, non si perde in mezzo alle grida e ai rumori: • segue il percorso della semplicità. Chi sa piegare lo sguardo verso il Bambino appena nato: • trova Dio che cercava da tanto tempo.

PREGHIERA Gesù, Figlio di Dio e nostro fratello, coloro che ti cercano con cuore sincero vedono le stelle che semini lungo la loro strada. Così tu guidi i nostri passi verso di te e rallegri i nostri cuori con la tua luce.

ATTIVITÀ - In ricerca Come i Magi, mettiamoci anche noi in cammino alla ricerca di Dio, come del tesoro più prezioso! Apriamo orecchie, occhi, mente e cuore per cogliere tutti i segni e giungere alla mèta. 1. Fotocopia la mappa su un foglio A4. 2. Completa il percorso fino ad arrivare a Gesù. 3. Poi, nelle caselle evidenziate, scopri il nome del profeta citato nel Vangelo di questa domenica (Mt 2,1-12).

INDICAZIONI PER LA MAPPA 1. Chi è in cerca di Gesù? 2. Il re di quale popolo cercano? 3. Cosa dovrà uscire da Betlemme? 4. Cosa fa Erode segretamente con i Magi? 5. Che cosa precede i Magi? 6. I Magi con chi trovarono il Bambino? Soluzione: 1. MAGI; 2. GIUDEI; 3. CAPO; 4. CHIAMA; 5. STELLA; 6. MARIA. Profeta: MICHEA.

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Copertina Gennaio_Layout 1 24/10/13 14:56 Pagina 3

CATECHISTI PARROCCHIALI Editoriale Dare Gesù Cristo al mondo

pag. 1

M. Rosaria Attanasio

IN QUESTO NUMERO

Spazio dialogo SOS confrontiamoci

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2

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4

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6

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8

Tonino Lasconi

Icone di comunione La preghiera di Gesù, «il piccolo» del Padre Emilio Salvatore

Itinerario per genitori La preghiera è dei «piccoli» Emilio Salvatore

Itinerario - Io sono con voi Una comunità attenta ai «piccoli» Fabrizio Carletti

Itinerario - Venite con me La scoperta dei doni d’amore di Dio ai «piccoli»

» 10

» 14

Renato De Zan

Itinerario battesimale Dio cammina con noi nella Chiesa

» 16

Azione Cattolica dei Ragazzi

Sussidi liturgici e pastorali Cristo non può essere diviso

» 20

Filippa Castronovo

Ascolto e seguo Gesù Il Vangelo della domenica

» 24

Roberto Laurita

Il Vangelo nella vita

» 26

Barbara Corsano

Metodologia catechistica Una catechesi comunicativa

» 30

» 32

Marco Sanavio

Catechisti protagonisti Giornata mondiale dei catechisti

» 34

P. P. Pellegrino - A. Santoro

Per te, catechista Epifania del Signore R. Laurita - B. Corsano

Una copia € 2,00 Abbonamenti: da settembre 2013 a dicembre 2014: € 17,00 da gennaio a dicembre 2014: € 12,00 Cumulativi: 1 abbonamento omaggio ogni 5 abbonamenti inviati a un unico indirizzo. Fuori tempo di scadenza saranno inviati i numeri arretrati. Paesi europei: € 24,00 - Altri Paesi: € 28,00 Un numero arretrato: € 3,00 - Cambio indirizzo: € 0,55 Conto corrente postale n. 822007 intestato a: Catechisti parrocchiali - Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma Nella causale del versamento indica se l’abbonamento è nuovo o rinnovato. Per un servizio più celere invia un fax al numero 06.54.956.578 o e-mail a: abb.riviste@paoline.it con la tua richiesta, la fotocopia del versamento, il numero telefonico ed eventuale fax o e-mail. Oppure abbonati online su www.paoline.it. Per l’abbonamento, rivolgersi anche alle librerie Paoline e San Paolo. PER INFORMAZIONI Servizio abbonati: telefono 06.54.956.590 / 574 • fax 06.54.956.578 e-mail: abb.riviste@paoline.it • sito: www.paoline.it Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Franca Feliziani Kannheiser

Catechesi al ritmo dei bit Le foto: utilizzo didattico e pastorale

Spedizione: Poste Italiane s.p.a. Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB ROMA

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Redazione

Famiglia e catechesi Mamma e papà litigano sempre

Direzione e amministrazione: Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma e-mail: ed.riviste@paoline.it telefono: 06.54.956.416 • fax: 06.54.956.537

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Fabrizio Carletti - Mirella Spedito

Parole di comunione Comunità di fede

Progetto grafico e impaginazione: Erika Serafini Copertina Catechisti parrocchiali: Alida Massari Foto Catechisti parrocchiali: Anna Mátiková, p. 4; Bekárková, p. 6; Archivio Paoline, pp. 8, 9, 10, 11, 23, 31; G. Quaglini, p. 16; M. R. Attanasio, pp. 22, 34, 35; www.parrocchiaspiritosanto.pr.it, p. 29; M. Sanavio, p. 33. Copertina Dossier: Alida Massari Foto Dossier: G. Rescigno, p. 3; Archivio Paoline, pp. 4, 16; G. Lanzoni, pp. 6, 8; A. Cambi, p. 7. Per immagini legate a eventuali diritti di autore, informarne la Direzione, che provvederà a saldare il corrispettivo dovuto.

Stampa: Il Centro Stampa Via Cantiano, 14 - 00010 Roma • tel. 06.22.03.960 Finito di stampare il 4 novembre 2013

Anna Teresa Borrelli

Dinamiche e attività… Una comunità che cammina al passo dei «piccoli»

Proprietà: Istituto della Pia Società Figlie di San Paolo Direttore responsabile: M. Rosaria Attanasio Consiglio di redazione: F. Carletti, A.T. Borrelli, B. Fregni, T. Lasconi, E. Salvatore, M.A. Tassielli

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INFORMATIVA SULLA PRIVACY. Ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. n. 196 del 30/06/03 (Codice in materia di protezione dei dati personali) che prevede la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali, desideriamo informarla che tale trattamento sarà improntato ai principi di correttezza, liceità e trasparenza e di tutela della sua riservatezza e dei suoi diritti. Ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo informa di quanto segue: 1. I dati da lei forniti sono finalizzati all’esecuzione di rapporti contrattuali in essere o instaurandi. 2. Il trattamento avviene mediante strumenti manuali e informatici tali da garantire la sicurezza e la riservatezza dei dati stessi. 3. I dati saranno comunicati al nostro personale interno e potranno essere comunicati a soggetti esterni in adempimento ad obblighi di legge. 4. La informiamo che l’eventuale rifiuto a fornire questi dati potrebbe comportare la mancata o parziale esecuzione del contratto. 5. Titolare del trattamento dei dati è l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo nella persona della legale rappresentante. 6. L’abbonato interessato può avvalersi in ogni momento dei diritti di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/2003 che prevede, tra l’altro, la possibilità di ottenere dal titolare la conferma dell’esistenza o meno dei dati che lo riguardano, la logica e la finalità del trattamento. L’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione dei dati. L’interessato ha altresì diritto di opporsi all’invio di informazioni commerciali e di materiale pubblicitario qualora sia inviato separatamente dai periodici.

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Catechisti

Copertina Gennaio_Layout 1 24/10/13 14:56 Pagina 1

2014

1964

PARROCCHIALI

amico

CATECHISTI PARROCCHIALI

50 ANNI

Dossier RAGAZZI

CATECHISTA, PARROCO OPERATORE PASTORALE INSEGNANTE DI RELIGIONE.

& DINTORNI

Per i ragazzi dai 12 ai 16 anni con proposte che valorizzano diversi contenuti e linguaggi…

Una rivista, un metodo e tante proposte per comunicare Gesù ai fanciulli ai ragazzi, alle famiglie.

Bibbia, Attualità Musica, Cinema New media, Arte, Test Celebrazione, Testimone

UNA RIVISTA • per educare alla fede, in maniera vivace, partecipativa, coinvolgente e vitale; • in fedeltà creativa a Dio e alla persona; • propone metodi attivi e linguaggi multimediali; • offre itinerari, proposte formative, dinamiche, sussidi per aderire a Gesù in maniera integrale.

Contattaci per conoscere le diverse iniziative e fare festa con noi: tel.: 06.54.956.590 • fax: 06.54.956.578 • e-mail: abb.riviste@paoline.it Seguici su: www.paoline.it • www.cantalavita.com • FB: Paoline Centro Catechistico

dossier Volto

PER TE

Anno L - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB - ROMA - € 2,00

A SERVIZIO DELLA CATECHESI

n Parole di comunione Comunità di fede

GENNAIO 2014

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