VIRGINIA HILU, nata a New York e cresciuta a Pittsburgh, redattrice attenta della prestigiosa casa editrice Harper and Row, con lo stesso spirito d’iniziativa con cui incoraggiava gli autori a dare il meglio di sé, scoprì nella Biblioteca della University of North Carolina l’archivio della famiglia Minis, che include le 325 lettere di Gibran a Mary negli anni 1908-1931 e le quasi 290 di lei a lui, insieme ai 47 diari di Mary. Ne pubblicò con Knopf, lo stesso editore del Profeta, una selezione accurata e sistematica, volta a « ricostruire, attraverso le loro stesse parole, la storia del rapporto tra Mary e Gibran ». Lavorò nel settore editoriale fino alla morte, avvenuta nel 1976.
Per la prima volta in Italia vengono pubblicate in una raccolta e selezione sistematica – insieme al diario di Mary – le lettere che Kahlil Gibran e Mary Haskell, sua mecenate e ispiratrice americana, si scambiarono per più di due decenni. L’importanza di questi scritti va ben al di là di quella relativa a una storia d’amore: essi documentano i dialoghi di Kahlil e Mary sui grandi temi della vita e contengono già le idee fondamentali confluite poi nel Profeta. Si rivelano perciò un testo chiave per comprendere a fondo la più famosa opera di Gibran fin dal suo primo baluginare nella mente dello scrittore libanese.
Lettere d’amore di
K A H L I L eG I B R A N M A RY H A S K E L L
MIO AMATO PROFETA
MARY HASKELL, nata nella Carolina del Sud nel 1873, era titolare e preside di una scuola femminile a Boston. Figlia di un illustre veterano dello storico esercito della Confederazione degli Stati del Sud, dinamica self-made woman, trascorse gli ultimi anni della sua vita, sempre improntata a uno stile sobrio e sportivo, in Georgia, dove morì nell’ottobre 1964.
Mio io amato profeta
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KAHLIL GIBRAN nacque a Bsherri, in Libano, nel 1883. Emigrato negli Stati Uniti a dodici anni, visse tra Boston e New York, dove morì nel 1931. È autore di opere letterarie in prosa poetica, sia in arabo sia in inglese, e di opere artistiche eseguite con varie tecniche, conservate nei maggiori musei statunitensi e nel Paese d’origine. Nel mondo occidentale è noto soprattutto per Il profeta, luminosa sintesi del suo pensiero sui temi fondamentali della vita.
In copertina: Ritratto di Mary Haskell, eseguito da Kahlil Gibran.
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Nel maggio 1904, a Boston, Mary Haskell, titolare di una scuola per ragazze, entra nello studio di un noto fotografo d’arte, dove espone un giovanissimo – e sconosciuto – pittore: Kahlil Gibran. Da un rapporto di collaborazione, basato su una stima appassionata, nasce tra i due un sentimento intenso e duraturo, che oscilla fra una singolare amicizia e un non comune amore. Mary diventa per Kahlil fonte d’ispirazione e sostegno decisivo, sia morale sia materiale: ne segue passo per passo la formazione artistica, rivelandolo come scrittore dotato e sensibilissimo, destinato a un grande successo nelle generazioni future. Con la Haskell, Gibran attraversa anche le fasi della tempesta e della riconciliazione, del dubbio e dell’incomprensione. Ma nel marzo 1922, in occasione di uno dei loro numerosi chiarimenti, le dice: « Ciò che è più intimo in me nei tuoi riguardi non è mai mutato. Quella profondità, quel riconoscersi e conoscere, quel senso di affinità è iniziato la prima volta che ti ho vista, ed è sempre lo stesso, anche adesso... solo, mille volte più profondo e più tenero. Ti amerò fino all’eternità ». Le lettere pubblicate in questo volume, insieme alle pagine del diario di Mary, gettano una luce nuova e rivelatrice sull’attività artistica e letteraria di Gibran e, nello stesso tempo, ci introducono nella sua vita quotidiana, fatta di particolari brillanti ma anche dolenti, sullo sfondo dell’America di inizio Novecento.