Il fascino oscuro di Halloween - Estratto

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IL FASCINO OSCURO

DI HALLOWEEN

Domande e risposte

Per i testi citati dal magistero della Chiesa e dai documenti dei pontefici

© Libreria Editrice Vaticana - Dicastero per la Comunicazione, Città del Vaticano

PAOLINE Editoriale Libri

© FIGLIE DI SAN PAOLO, 2024

Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it • www.paolinestore.it edlibri.mi@paoline.it

Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI)

ISBN 978-88-315-5747-4

PAOLINE EDITORIALE LIBRI - © FSP Milano - All rights reserved - Estratto

INTRODUZIONE

Halloween, festa di provenienza anglosassone, si è radicato da decenni anche in Italia, alimentato da una macchina mediatica e consumistica che condiziona scelte e abitudini delle famiglie. Bambini, ragazzi e anche adulti partecipano ogni anno a un fenomeno di massa che, nelle dinamiche e nei contenuti, costituisce un vero e proprio rito collettivo.

Ma la notte del 31 ottobre non è semplicemente una festa per bambini. Essa si è sostituita in modo prepotente alle usanze della tradizione italiana, che, nelle loro varianti regionali, celebravano Ognissanti ed erano legate al senso religioso e alla devozione più autentica, attraverso una partecipazione comunitaria rinvigorita dal condiviso sentimento di pietà verso i defunti. Oggi, invece, il macabro, l’orrido, l’utilizzo di simboli e linguaggi esoterici e occultistici, grazie alla macchina consumistica, hanno snaturato la festa di Tutti i Santi e la commemorazione dei fedeli defunti presentandole come il corollario di antiche usanze popolari, finendo per proporre soprattutto alle nuove generazioni, talora in modo esplicito, un’alternativa neopagana al cristianesimo. Se, da un lato, questa ricorrenza riprende le ritualità di passaggio stagionale diffuse nell’Europa precri-

stiana, dall’altro, non va dimenticato che la notte di Halloween riveste un’importanza centrale e acclarata nel calendario satanista. Inoltre, in coincidenza di questa festa si sono regolarmente verificati tragici fatti di cronaca in Italia come all’estero. Per questo è necessario informare e sensibilizzare sotto il profilo culturale ed educativo le famiglie, gli educatori e gli operatori pastorali. È lo scopo di questo libro.

Ogni anno ad Halloween si intrecciano due piani: quello spirituale e quello socio-culturale. Nel primo si può arrivare a distorcere e offendere il sentimento religioso, a dissacrare perfino i luoghi della fede e della pietà, per sfociare infine, in determinati contesti, nel sacrilego. Nel secondo la natura del fenomeno e i suoi effetti sono sotto gli occhi di tutti: siamo di fronte a una ritualità ludica, secondo schemi ormai collaudati e imposti sul piano mediatico, che risponde a logiche di mercato. Non mancano purtroppo sacerdoti o educatori che pensano si debba stare al passo con i tempi, accettando abitudini diffuse e costumi ormai imperanti. C’è chi ritiene, più ottimisticamente, che si possa guardare ad Halloween con simpatia, cogliendo l’occasione per far riflettere i giovani sulla vita dopo la morte, su un aldilà cui guardare con speranza, non soffermandosi sul “negativo” ma evidenziando piuttosto, in un’ottica cristiana, un messaggio “positivo”. Ma non è forse proprio il “lato oscuro”, il gusto macabro della festa, che suscita tanto richiamo? Non è possibile confondere contenuti e propositi.

C’è una dimensione, dietro il fenomeno, che nei suoi scopi è anticristiana, estranea alla prospettiva salvifica, cosa che invece avevano le tradizioni religiose antiche, po-

nendosi in un processo di adattamento culturale con quelle precedenti. A tale dimensione anticristiana si aggiunge la cornice artificiosa in cui si trova ormai calata questa festa e che lascia ben poco spazio alla riflessione. Come a ogni tipo di compromesso.

Halloween, infatti, esercita un fascino ammaliatore simile a quello delle sirene nei miti antichi. È però un fascino per il mistero che risulta deviante perché orienta non verso le realtà meravigliose del mondo spirituale e soprannaturale, ma introduce, spesso senza che le persone se ne rendano conto, in un mondo oscuro dove regnano – senza essere superati – il male, l’inganno, la solitudine e la morte dell’anima.

In considerazione di tutto ciò, è importante affrontare questo tema in una prospettiva ampia, capace di esaminarne gli aspetti connessi, per avere una visione quanto più completa possibile. È ciò che intende fare il presente testo, strutturato in un dialogo tra un giornalista e antropologo – il professor Alberto Castaldini –, che pone domande, e un esorcista – padre Francesco Bamonte –, che risponde. In considerazione, poi, del fatto che sono soprattutto le giovani generazioni a subire maggiormente l’impatto dilagante del fenomeno Halloween, l’analisi qui condotta vorrebbe essere utile anche a livello educativo e pastorale oltre che culturale, e perciò in relazione a tali ambiti riferisce esperienze reali e dati di fatto, suggerendo molteplici spunti di riflessione, al fine di spezzare l’oscura attrazione che questo evento purtroppo genera e recuperare l’autentico significato insito nella festa di Tutti i Santi.

UN RITO COLLETTIVO POSTMODERNO

Dopo la descrizione delle origini e della successiva diffusione di questo “rituale di massa” nel mondo anglosassone, viene da chiedersi come sia stato possibile che, nel giro di nemmeno tre decenni, in un Paese di tradizione cattolica come l’Italia, la festa di Halloween abbia raggiunto una popolarità e una diffusione tali da oscurare, o peggio ancora travisare, la commemorazione dei defunti, ricorrenza un tempo radicata nella pietà popolare. Il sociologo francese Raymond Aron ha scritto che i riti « assolvono una funzione capitale: il loro scopo è quello di mantenere la comunità, di ravvivare il sentimento di appartenenza al gruppo, di conservare la credenza e la fede »1. Mi sembra che qui ci si trovi di fronte a premesse e conseguenze ben diverse.

In Italia, come in molti altri Paesi occidentali, la tradizione di Halloween, che ha deturpato e svuotato i sentimenti di fede e sana appartenenza, è stata proposta al vasto pubblico principalmente grazie al cinema. Ad esempio, fu nel 1978, in un periodo di sperimentazione, trasgressione e mutamenti sociali, che nelle sale italiane fu

1 R. Aron, Le tappe del pensiero sociologico. Montesquieu, Comte, Marx, Tocqueville, Durkheim, Pareto, Weber, Mondadori, Milano 1989, p. 331.

distribuito il film Halloween - La notte delle streghe, diretto dal regista americano John Carpenter. La trama della pellicola, quasi inutile dirlo, era violenta e horror, basata sulla storia di un serial killer dalla mente malata, che agisce nella città di Haddonfield, in Illinois, negli Stati Uniti.

La prima sequenza del film si apre con una filastrocca che da subito introduce lo spettatore nella macabra atmosfera di Halloween: « Malocchio e gatti neri, malefici misteri / il grido di un bambino bruciato nel camino / nell’occhio di una strega il diavolo s’annega / e spunta fuori l’ombra: l’ombra della strega! / La vigilia d’Ognissanti han paura tutti quanti: / è la notte delle streghe! / Chi non paga presto piange! ».

Nelle scene che seguono, il protagonista Michael Myers, un bambino di appena sei anni, uccide la sorella durante la notte delle streghe del 31 ottobre 1963. Anche il bisnonno, suo omonimo, fu autore di un omicidio proprio in quella notte e fu condannato a morte. Dopo l’omicidio, il bambino viene ospitato in un ospedale psichiatrico. Quindici anni più tardi, Michael, ormai adulto, scappa dalla struttura e torna nella città natale, dove, nella notte di Halloween, uccide un meccanico e le due migliori amiche di una baby-sitter di nome Laurie. Tenta di uccidere anche Laurie, ma lei lo ferisce e chiama la polizia. Intanto giunge anche lo psichiatra dell’ospedale, che spara al pluriomicida. Michael cade da un balcone. Il medico si affaccia per accertarsi che sia morto, ma il cadavere non c’è. Il ragazzo è scomparso: la paura continua…

Il film ebbe grande successo al punto da diventare un cult movie, e dal 1978 sono stati prodotti una decina tra

sequel e prequel. Tratto comune di tutte le pellicole è la descrizione della violenza e del terrore che si scatenano in occasione del 31 ottobre, la notte delle streghe. Essa viene presentata, attingendo ai contenuti della mitologia celtica, come un momento slegato dal tempo corrente, durante il quale gli spiriti del male varcano le porte aperte dall’occulto e dalla follia e tornano sulla terra regnandovi sovrani per qualche ora. Grazie al film di Carpenter la conoscenza di Halloween si è ampiamente diffusa in molti Paesi, compresa l’Italia. Ciò non poteva non solleticare gli affari. Negli anni successivi all’uscita del film, le grandi multinazionali dell’intrattenimento hanno pensato di far leva sull’evento al centro del lungometraggio.

Sull’onda del cinema, i più disparati media hanno così progressivamente attenzionato presso l’opinione pubblica, con settimane di anticipo, l’arrivo del fatidico 31 ottobre. Dal calar della sera lungo tutta la notte seguente si è quasi obbligati da una pubblicità massiccia, cui si sono aggiunti programmi televisivi, telegiornali e, oggi, i social, a festeggiare Halloween. Grazie a questa strategia di marketing, anche in Italia in pochi anni Halloween si è trasformato, da evento misconosciuto, in uno degli appuntamenti più conosciuti, attesi e seguiti dal pubblico giovanile. Bambini e ragazzi si lasciano trascinare dalle mode senza chiedersi se, sotto un’apparenza ludica e scherzosa, non si nasconda, purtroppo, qualcosa di molto pericoloso.

Halloween è diventato, anno dopo anno, un “rito collettivo”. Mi riferisco al significato sociologico del termine. Nel corso della storia, in ogni società, da quelle antiche al-

la nostra, si sviluppano forme di coesione tra le persone, si creano rappresentazioni dello “stare assieme” che rispondono a una serie di esigenze: convivenza, cooperazione, ordine, speranza. Si tratta di comportamenti collettivi dai gesti ripetuti, che vedono una larga partecipazione della comunità o di una sua componente, ad esempio quella giovanile. Le regole che governano questi eventi possono essere quelle esprimenti il cordoglio, come nel caso del lutto comunitario, o, più spesso, presentano aspetti ludici, come il Carnevale o la sagra paesana. In questi momenti collettivi possono emergere contenuti sia laici sia religiosi, e generalmente essi hanno una valenza beneaugurante, a sostegno e rassicurazione della comunità. Questa funzione, nel consumistico Halloween, è assente o appare quanto meno profondamente “distorta”. La completa assenza di bellezza nelle sue espressioni in qualche modo lo indica.

Partiamo da un dato teologico e, se vogliamo, anche iconografico, celebrato nelle loro opere dagli artisti di ogni tempo. Gesù è Dio, è Verità, Bontà, Bellezza. Sua Madre, la Madonna, lo riflette pienamente. Guardando la loro bellezza e innamorandosene, a mio avviso non si riuscirà più, se non con grande difficoltà e imbarazzo, a guardare alle manifestazioni di Halloween.

Se è vero che è la Bellezza che salverà il mondo, Halloween, di fatto, non propone niente di vero, niente di buono e non mostra niente di bello, perciò all’interno della sua cornice non ci si sente personalmente più autentici, più buoni. Non si viene aiutati a percorrere un cammino di bellezza. Questo preoccupa. E dovrebbe preoccupare in particolare chi ha a cuore le giovani generazioni.

L’8 dicembre 1965 papa Paolo VI, nel suo messaggio agli artisti a chiusura del concilio Vaticano II, disse: « Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini »; quindi è vero anche il contrario e cioè che la bruttezza manda il mondo in rovina perché il bello è tutt’uno con il buono e con il vero, e l’uno confluisce nell’altro. Invece Halloween esprime e fissa nelle menti quanto meno la bruttezza. E instillando nello sguardo e nell’immaginazione dei bambini e dei giovani la bruttezza, il gusto dell’orrido, del mostruoso, del macabro, del demoniaco messi sullo stesso piano del bello, li orienta in qualche modo al male. Orientare alla bruttezza vuol dire infatti condurre in direzione opposta a ciò che è buono e a ciò che è vero, e quindi indirizzare l’umanità in opposizione a Dio perché in definitiva Dio, Gesù Cristo sono l’unico vero, l’unico buono e l’unico bello. In paradiso, dove regna solo la bontà, tutto è bello. All’inferno, dove si respira solo odio, tutto è brutto. Perciò mi domando: questa festa consumistica quale modello propone, se non quello infernale, esaltandolo?

Le giovani generazioni hanno bisogno di bellezza, non di bruttezza, perché hanno bisogno di bontà, non di cattiveria. La loro ricerca di senso deve approdare al Bene. Ed è l’autentica bellezza, che porta a Dio, ad aiutarli a discernere tra ciò che è buono e ciò che invece è cattivo e porta al nemico di Dio. Questa è la pericolosità di Halloween: indurre cioè realmente a una condizione disumana, fondata sull’inganno. Pensare di potersi divertire con ciò che è brutto, orrido, macabro,

demoniaco, e quindi con ciò che è orientato al cattivo e al falso, è molto discutibile, soprattutto se questo poi lo si fa nei confronti dei bambini, che sono gli esseri umani più malleabili, più vulnerabili, più fragili. Sono il futuro della società, verso cui noi adulti abbiamo obblighi morali.

Halloween è caratterizzato da una crescente minoranza che lo festeggia intenzionalmente in rapporto a Satana e c’è una maggioranza che lo vive invece come momento di evasione, di divertimento. Questi ultimi possono benissimo obiettare: « A me queste cose di occultismo, di satanismo ecc. non interessano: io non festeggio per questo, lo faccio solo per divertirmi, per me è un carnevale e stop ». Nonostante le tante (per così dire) “buone intenzioni” professate, è comunque innegabile che Halloween celebri di fatto l’orrido, il macabro e la morte senza speranza, caratteristiche proprie del mondo oscuro del satanismo e della stregoneria.

Ora questo dato visibile è tutt’altro che trascurabile perché va a toccare uno dei punti fondamentali dell’essere e del vivere delle persone, predisponendole, senza che se ne rendano conto, all’accoglienza di proposte negative, occulte, esoteriche, e favorendo in loro un indirizzo culturale e di prassi esistenziale.

Come lei osserva, di fronte a tutto ciò resiste nell’opinione più diffusa la convinzione che Halloween sia, tutto sommato, un momento di svago, un modo per far divertire i più piccoli. E chi osa solo sollevare delle riserve sui suoi contenuti viene accusato di oscurantismo o, peggio ancora, di intolleranza.

Riporto alcune considerazioni e, soprattutto, alcuni dati che dovrebbero far molto riflettere non solo chi continua a sostenere che Halloween è una festa giocosa e innocente, ma chi accusa persino di oscurantismo quanti ne mettono in rilievo la forte valenza negativa. La neostregoneria dei nostri tempi, ad esempio, si è organizzata in movimento con il nome di Wicca, termine mutuato dall’inglese antico che significa “stregone”. Questo nuovo movimento religioso, su cui ci soffermeremo più avanti, è considerato una religione o un percorso spirituale basato principalmente sulla venerazione dell’immanente divino, ritenuto dai suoi seguaci presente nel mondo attraverso infinite forme, ricondotte sotto un principio divino femminile, chiamato la dea, e sotto uno maschile, chiamato il dio, entrambi emanazioni del cosiddetto Uno mediante la sua essenza creatrice, tra loro complementari e simmetrici poiché fra di essi si realizza un continuo interscambio a fondamento dell’incessante divenire del mondo. La Wicca è pertanto attentissima a celebrare ritualmente i cicli naturali. Questo movimento religioso tra il XX e il XXI secolo ha trovato diffusione soprattutto nei Paesi anglofoni e oggi annovera circa 1-2 milioni di adepti. Riguardo al calendario rituale, la Wicca segue le stesse date fondamentali che osservava il mondo pagano celtico. Tra esse c’è appunto la ricorrenza di Samhain, celebrata la notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre, considerata una delle feste principali, poiché dà il via al calendario wiccan, e di conseguenza al nuovo anno della magia. Le otto festività wiccan sono chiamate sabbat e si svolgono in tempi diversi secondo la posizione del sole rispetto alla terra. Le festività solari sono dedicate

al principio maschile. Anche se legati alle fasi solari, i sabbat si svolgono di notte e raccontano la vita della dea e del dio secondo il seguente ordine: Samhain (notte tra il 31 ottobre e il 1º novembre); Yule (notte tra il 20 e il 21 dicembre, solstizio d’inverno); Imbolc (notte tra il 1º e il 2 febbraio); Ostara (notte tra il 20 e il 21 marzo, solstizio di primavera); Beltane (notte tra il 30 aprile e il 1º maggio); Litha (notte tra il 20 e il 21 giugno, solstizio d’estate; altri preferiscono la notte tra il 23 e il 24 giugno, detta anche notte di san Giovanni); Lughnasadh (notte tra il 31 luglio e il 1º agosto); Mabon (notte tra il 20 e il 21 settembre). I sabbat maggiori sono Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnasadh. Gli altri sono ritenuti minori.

Gli esbat invece sono feste dedicate al principio femminile della divinità e si svolgono quando c’è la luna piena, ogni ventotto giorni. Secondo le fasi lunari dell’anno possono essere perciò dodici o tredici, e con essi viene festeggiata la dea di cui la luna è un simbolo. Il mese lunare è composto appunto da ventotto giorni, durante i quali la luna assume quattro fasi: luna nuova, luna crescente, luna piena, luna calante. Vi sono riti legati a ogni fase lunare; tuttavia si ritiene che nelle notti di luna piena l’“energia” emanata dalla luna sia maggiore e in genere vi si svolgono i riti magici per ottenere cose considerate più urgenti o importanti.

Osservando il calendario della Wicca, possiamo notare che Halloween si inserisce perfettamente in un’arcaica cornice magico-rituale, propriamente diffusa nei Paesi anglosassoni. Anzi verrebbe da pensare che la sua celebrazione estesa, consumistica, abbia la funzione di sdoganare, anche in nazioni a forte presenza cattolica,

una certa visione magica e immanente del mondo. Come non escludere che vi si insinui anche un pianificato proselitismo fra le nuove generazioni?

Per non parlare dei satanisti nelle loro varie declinazioni e appartenenze, la cui ritualità periodica ricalca anch’essa il calendario stagionale, seguendo le fasi lunari. Inoltre le feste e le solennità cristiane sono volutamente profanate dai seguaci del Maligno.

I satanisti dissacrano anche tutte le notti comprese tra il sabato e la domenica per colpire quest’ultima, considerata la festa dei cristiani, nonché le vigilie di numerose feste e memorie cattoliche e quelle notti che precedono ogni festa, solennità o memoria in onore della Beata Vergine Maria. Sta di fatto, comunque, che anche per i cultori di Satana la principale festa nel calendario delle loro immonde celebrazioni, quella che per loro è l’inizio dell’anno satanico, è Halloween, il quale precede la solennità di Ognissanti.

Abbiamo visto che ciò che contraddistingue Halloween è anche la sua origine precristiana, che cogliamo nel suo apparato di simboli. Ma se emergesse solo questo dato, esso rientrerebbe in quel complesso fenomeno di persistenza del sostrato religioso pagano e del suo adattamento attraverso le festività cristiane, all’interno del plurisecolare processo di evangelizzazione. Il fatto è che questa festa del cattolicesimo europeo fu a sua volta adottata e trasformata, e in qualche modo snaturata, dal protestantesimo d’Oltreoceano. La festa “americanizzata” ha poi fatto il suo ingresso – non un ritorno – in Europa già

INDICE

Introduzione pag. 5

I. Halloween, un fenomeno globale dalle premesse antiche » 9

II. Un rito collettivo postmoderno » 37

III. Drammatici segnali e pericolosi risvolti » 65

IV. Una grande festa neopagana? » 83

V. Halloween: un bilancio e una previsione » 101

Come riconoscere i casi di reale presenza demoniaca? Come si manifesta il diavolo? Cosa fare per combatterlo?

Questa nuova edizione aggiornata, ricca di indicazioni e di esperienze, fornisce un contributo utile e concreto per individuare l’azione del demonio nelle sue molteplici e tentacolari manifestazioni, soprattutto quelle più gravi; e per contrastarle, nelle situazioni che lo richiedono, mediante il ministero dell’esorcismo, applicato secondo le disposizioni della Chiesa.

Per quale motivo colui che all’inizio era il più splendente di tutti gli angeli si è liberamente opposto in modo irreversibile all’amore di Dio e ha trascinato con sé nella sua rivolta altri angeli, dando così avvio sia alla loro condizione di sofferenza senza fine, sia a tutti i mali presenti nel mondo? In questo volume di sicura dottrina, l’Autore risponde in modo accessibile a tutti, scorrendo la Bibbia, riportando le riflessioni degli autori cristiani e gli insegnamenti del Magistero e descrivendo l’esperienza pastorale degli esorcismi.

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