Angelo Comastri
DIO È PADRE
Le citazioni bibliche sono tratte da La Sacra Bibbia nella versione ufficiale a cura della Conferenza Episcopale Italiana © 2008, Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena
In copertina: Bartolomé Esteban Murillo, Il ritorno del figliol prodigo (particolare), 1667/1670, NGA, Gift of the Avalon Foundation
Prime due edizioni nella collana Spiritualità senza frontiere, 1988 e 1999. 3a edizione, riveduta e ampliata, nella collana Al pozzo di Sicàr, gennaio 2005. 5a edizione, riveduta e aggiornata, 2023
PAOLINE Editoriale Libri
© FIGLIE DI SAN PAOLO, 1988 Via Francesco Albani, 21 - 20149 Milano www.paoline.it • www.paolinestore.it edlibri.mi@paoline.it Distribuzione: Diffusione San Paolo s.r.l. Piazza Soncino, 5 - 20092 Cinisello Balsamo (MI) ISBN 978-88-315-5668-2
Quasi una prefazione
Una pagina vibrante di Carlo Carretto spalanca la porta sul mistero di Dio-Padre. L’annuncio cristiano della paternità di Dio è una sorgente inesauribile di fiducia e di speranza. Infatti se credessimo veramente che Dio è Padre, il nostro cuore danzerebbe di gioia: si può essere tristi, se si crede davvero che siamo figli di Dio? Ecco la toccante testimonianza di una persona che ha creduto ciecamente nella Buona Notizia dataci da Gesù e ha trascorso dieci anni nel deserto per respirare la presenza di Dio e gustare l’ebbrezza di stare con lui: Padre mio! Ecco il sunto di tutta la rivelazione, la parola che compendia tutta la Bibbia, ecco il contenuto della « buona novella », ecco la fine di tutte le paure. Dio è mio padre nel senso vero, profondo, autentico, vitale. 5
Dio è mio padre e mi guarda. Dio è mio padre e mi ama. Dio è mio padre e mi vuole con lui per sempre. Se Dio è mio padre non ho più timore delle tenebre perché lui abita anche le tenebre e le trae alla luce al tempo opportuno. Se Dio è mio padre sono in comunicazione con lui, posso parlare con lui, ascoltarlo e dirgli: « Padre mio e Dio mio ». La cosa è davvero straordinaria ed è la fonte di tutti i doni possibili. Ho con lui il dono della vita. Ho con lui il dono della verità. Ho con lui il dono dell’amore. Soprattutto ho con lui il dono della « casa ». Tutta la mia esperienza su questa terra mi ha maturato all’idea della casa. Avere una casa, vivere in una casa. Tutte le case che ho abitato quaggiù, positivamente o negativamente, non hanno fatto altro che sollecitare, maturare, qualche volta esacerbare l’idea che siamo fatti per vivere in una casa, per non essere soli. 6
Siamo fatti di rapporti con altri. Siamo fatti di amore, di dolcezza, di dono di sé, di reciprocità. Siamo fatti per andare in una casa dove ci sia un padre e dove ci siano dei fratelli e delle sorelle, dove nessuno sia escluso. Siamo fatti per una casa che ci dia il senso della stabilità, della continuità, del riposo. Sì, siamo fatti per una casa dove Dio è Padre e dove tutti gli uomini sono fratelli.
Costruiamo questa casa di fraternità sulla pietra incrollabile della paternità di Dio: una paternità creduta, vissuta e predicata senza paura.
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Prima parte
LA FOTO IN BIANCO E NERO DEL VOLTO DI DIO Nell’Antico Testamento si intravede, anche se in bianco e nero, una foto meravigliosa del volto di Dio: è un volto di padre!
QUAL È IL VOLTO DI DIO?
L’uomo non si deve accontentare soltanto di un Dio pensato, perché, altrimenti, quando il pensiero ci abbandona, ci abbandona anche Dio. Meister Eckhart
Cerchiamo dentro la storia Il primo passo della creazione (cfr. Gen 1,1-4) è tutto attraversato da un fremito di luce, di festa, di entusiasmo, di ottimismo. La Bibbia ripetutamente cerca di tradurre la felicità di Dio con una significativa esclamazione di gioia: « Dio vide che era cosa buona » (Gen 1,10.12.18.21.25.31). In questo scenario di bellezza Dio colloca l’uomo, che chiaramente appare il culmine del progetto divino, al punto tale che il Creatore riconosce: « Era cosa molto buona » (Gen 1,31). Ma l’uomo viene creato nel sesto giorno. Ora noi sappiamo che il numero sei, nel linguaggio 11
dei simboli, è indice di debolezza, d’imperfezione, d’incompiutezza. Che significa tutto questo? Significa che nell’uomo confluiscono due versanti: un versante di fragilità e un versante di grandezza. L’uomo infatti, è tratto dal nulla ed è chiamato alla comunione con l’Infinito: ha dietro di sé il non-essere e davanti a sé l’eternità. Mirabile e drammatica situazione dell’uomo. Guai se dimentica la sua piccolezza, perché rischia di farsi gigante senza esserlo, guai se dimentica Dio che lo tiene in mano con infinito amore, perché, senza Dio, l’uomo cade in uno sconfortante senso di nichilismo. L’uomo, dice la Bibbia, è grande soltanto se si apre al « settimo giorno », che è il giorno di Dio, il giorno della comunione con l’Eterno, il giorno dell’abbraccio tra il finito e l’infinito (cfr. Gen 2,23). Non bisogna, infatti, dimenticare che, quando Dio crea l’uomo, dichiara: « Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza » (Gen 1,26). Parole formidabili! Dio ha impresso nell’uomo un marchio divino, per cui l’uomo può capire se stesso soltanto facendo riferimento a Dio che creandolo ha acceso nel suo cuore una gravitazione verso l’infinito. Ogni uma12
nesimo ateo sarà, pertanto, sempre e inesorabilmente fallimentare, sempre e inesorabilmente contro l’uomo, perché lo priva dell’unico punto di appoggio che possa sostenere e sanare la sua innata fragilità.
L’incidente drammatico del peccato Una domanda subito incalza ed è questa: com’è questo Dio, del quale l’uomo porta impressa l’immagine? Chi è questo Dio, del quale l’uomo sente una nostalgia tutta da definire? La Bibbia ci dice che Dio ha messo l’uomo in uno splendido giardino, che è la vita, e gli ha detto: « Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire » (Gen 2,16-17). Ciò significa che la gravitazione verso Dio è pilotata dalla libertà dell’uomo che, infatti, è una creatura la cui completezza è, in parte, lasciata alla sua decisione. Non è semplicemente una natura già fatta e già completa, ma è una persona con un progetto da percorrere e da realizzare. La Bibbia ci riferisce che la libertà dell’uomo ha clamorosamente rinnegato la gravitazione verso 13
Dio, introducendo nel mondo la novità deleteria del peccato, che ha scoperto l’uomo nella sua nudità: « Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e conobbero di essere nudi » (Gen 3,7). E d’ora in poi, l’uomo è continuamente costretto a riconoscere: Siamo divenuti tutti come cosa impura, e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia; tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento (Is 64,5).
Inesorabilmente il peccato dell’uomo si è ripercosso su tutto il creato. Infatti, il peccato, facendo saltare la relazione fondamentale con Dio, fa saltare l’armonia di ogni altro rapporto: dell’uomo con se stesso, con i suoi fratelli, con il cosmo. Il mondo e la storia, ormai, portano non solo il segno luminoso del Creatore, ma anche il segno tenebroso della libertà umana diventata peccato: mondo e storia, dopo il peccato dell’uomo, non sono più come Dio li aveva pensati e creati. Ricordiamolo bene! Ma, allora non c’è più speranza? Dobbiamo rassegnarci inermi al dilagare del peccato? No, la Bibbia ci dice che, se il peccato allontana l’uomo da 14
Dio, non allontana Dio dall’uomo: dopo il peccato Dio continua ad amare l’uomo, e Dio creatore diventa Dio-redentore. Poche, ma sublimi parole fanno subito spuntare un inatteso raggio di luce che comincia a illuminare il mistero di Dio: Io porrò inimicizia tra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gen 3,15).
Questa decisione di Dio ci appare paradossale, rischiosa, improponibile: come può Dio decidere di entrare dentro la storia umana, quando essa è diventata a lui ostile e antagonista? Che cosa ha in mente Dio? Siamo tutti desiderosi di sapere quale sarà il meriggio di questa timida aurora di speranza. Intanto già sappiamo che Dio ha inesauribili risorse di paternità.
Dio si manifesta « Padre » Dopo il peccato dell’uomo, Dio continua ad amare l’uomo: è un fatto che stupisce, è un fatto che 15
consola, è un fatto che apre una nuova storia: la storia della salvezza. Ma come Dio continua ad amare l’uomo? Percorrendo e osservando la strada scelta da Dio per continuare ad amare l’uomo, noi ci troviamo di fronte alla rivelazione stessa di Dio; infatti, una persona si vede e si conosce in rapporto a « come agisce ». Guardiamo, allora, Dio nella storia. La Bibbia, dopo aver raccontato che il peccato, partendo dal cuore dell’uomo, ha invaso e devastato la storia e il cosmo (cfr. Gen 1-11), racconta che Dio va a bussare alla porta del cuore di un uomo: Abramo. È sorprendente questo Dio. Avrebbe tutto il diritto di sentirsi amaramente e irreversibilmente deluso dall’uomo e, invece, va ancora a cercare l’uomo rinnovandogli affetto e fiducia. Dio è così. Ed è importantissimo sottolineare questo aspetto del comportamento di Dio nella storia, perché esso è rivelazione di Dio. Anche nella chiamata di Mosè (cfr. Es 3,1-12) riaffiora lo stesso inconfondibile stile di Dio. Egli dice a Mosè: « Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido (...), conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo » (Es 3,7-8). 16
A queste impegnative parole, Mosè avrebbe potuto rispondere: « Finalmente, Signore! È questo ciò che io aspettavo e desideravo fin dagli anni della mia giovinezza. Quanto sono felice, che tu, finalmente, scenda a liberare il mio popolo ». Ma il Signore spiazza completamente il povero Mosè e dice: « Perciò va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti! » (Es 3,10). Mosè, come avrebbe fatto ogni altra persona al suo posto, sussume e ragionevolmente osserva: « Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire gli Israeliti dall’Egitto? » (Es 3,11). Ma la risposta di Dio è categorica: « Io sarò con te. Questo sarà per te il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte » (Es 3,12). Perché Dio si comporta così? Perché Dio mette in crisi Mosè? C’è una sola risposta: Dio si comporta così, perché Dio cerca la collaborazione dell’uomo e gioisce di questa collaborazione, perché Dio non è in concorrenza gelosa con l’uomo, come aveva insinuato il demonio ad Adam: « Non morirete affatto! », disse il mentitore. « Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il 17
male » (Gen 3,4-5). Tutto quanto dice il demonio è clamorosamente falso; la verità è l’esatto contrario. Questa verità è sfuggita all’illuminismo e, soprattutto, all’ateismo marxista, che ha eliminato Dio con l’intenzione di esaltare l’uomo: tragico errore, perché l’uomo non si esalta eliminando Dio, bensì accogliendolo nella fiducia e nella gratitudine. Eliminando Dio, lo scenario della storia diventa fosca caligine: Si confida nel nulla e si dice il falso, si concepisce la malizia e si genera l’iniquità. Dischiudono uova di serpente velenoso, tessono tele di ragno; chi mangia quelle uova morirà, e dall’uovo schiacciato esce un aspide. Le loro tele non servono per vesti, essi non possono coprirsi con le loro opere; le loro opere sono opere inique, il frutto di oppressioni è nelle loro mani. I loro piedi corrono al male, si affrettano a spargere sangue innocente; i loro pensieri sono pensieri iniqui, desolazione e distruzione sono sulle loro strade. Non conoscono la via della pace, non c’è giustizia nel loro procedere; 18
rendono tortuosi i loro sentieri, chiunque vi cammina non conosce la pace. Per questo il diritto si è allontanato da noi e non ci raggiunge la giustizia. Speravamo la luce ed ecco le tenebre, lo splendore, ma dobbiamo camminare nel buio (Is 59,4-9).
Dio, tuttavia, non abbandona l’uomo, non lo lascia solo nell’avventura folle del suo peccato: Dio tiene costantemente gli occhi aperti sulla vicenda umana e premurosamente si china sui figli che scappano dalle sue braccia, ma non possono cancellare dall’anima la nostalgia del ritorno. E questa nostalgia fiorisce in un gemito e in un’invocazione che attraversa tutta la storia dell’umanità: Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Davanti a te sussulterebbero i monti (Is 63,19).
Ma Dio desidera proprio fare questo: la profondità di Dio, infatti, è paterna; la profondità di Dio è un fuoco di eterno amore! Alleluia!
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Sì, Dio ci segue passo passo. Tu magari non te ne accorgi. Ci sono delle volte in cui senti di dirgli che se ne vada, come se fosse un mendicante: ma egli ritorna di nuovo! «Andate via, Signore», gli diciamo, «lasciate che io mi diverta. Voi mi date noia: Signore, lasciatemi!». Ma egli non se ne va. È abituato agli insulti! Julien Green
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Per la preghiera Padre nostro... Padre nostro! Mio Dio, come sei buono, tu che ci permetti di chiamarti Padre nostro! Chi son io, perché il mio Creatore, il mio Re, il mio sommo Signore mi permetta di chiamarlo Padre mio? E non solo me lo permetta, ma addirittura me l’ordini? Mio Dio, come sei buono! Come devo tener presenti tutti gli istanti della mia vita passata in quest’ordine così dolce! Quale riconoscenza, quale gioia, quale amore, ma soprattutto quale fiducia tutto questo deve ispirarmi! Dal momento che sei mio padre, o mio Dio, quanto devo sperare in te! Non solo: dal momento che sei così buono verso di me, quanto devo essere buono con gli altri! Dal momento che vuoi essere padre mio e di tutti gli uomini, 21
come devo avere per ogni uomo, chiunque sia, per quanto malvagio sia, i sentimenti di un tenero padre!... Per ciò, nessun senso di turbamento, ma fiducia e speranza inalterabile, amore filiale verso Dio e fraterno verso gli uomini... Padre nostro, Padre nostro, insegnami ad avere questo nome incessantemente sulle labbra con Gesù, in lui e grazie a lui, poiché poterlo pronunciare è la mia massima gioia... Padre nostro, Padre nostro, possa io vivere e morire dicendo: Padre nostro! E possa, con la mia riconoscenza, col mio amore, con la mia obbedienza, essere veramente il tuo figlio fedele, un figlio che piaccia al tuo cuore. Amen. San Charles de Foucauld
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Indice
Quasi una prefazione
pag.
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Prima parte La foto in bianco e nero del volto di dio Qual è il volto di Dio? Cerchiamo dentro la storia L’incidente drammatico del peccato Dio si manifesta « Padre » Per la preghiera
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11 11 13 15 21
Il volto del Padre Dio è misericordioso Il roveto e Mosè « Mostrami la tua gloria » Una misericordia sempre più palpabile « Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato » Per la preghiera
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23 23 24 27 29
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32 35
« Perché tu sei nostro Padre » Un salmo che profuma di paternità Per la preghiera
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36 40 43
Il Padre si confida con un « padre » Due matrimoni a confronto Osea, profeta dell’amore tradito Un amore più forte di ogni tradimento Dall’amore dello sposo all’amore del padre Un dipinto del cuore paterno di Dio Per la preghiera
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Il Cantico dei Cantici » Un cantico ardito anche per Israele » Un canto nuziale o un canto mistico? » L’amore umano, « vocabolo » dell’amore divino » Alcuni segnali che indicano la direzione dell’infinito amore » Un commosso ringraziamento insieme a Rabbi Aqiba » Moderne lettere d’amore di una sposa al suo sposo » Per la preghiera »
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Seconda parte La foto a colori del volto di Dio « Chi ha visto me ha visto il Padre » La notizia più bella Dio non ha le nostre ripugnanze Dio non ha le nostre paure Dio non ha i nostri confini Dio non si accontenta di belle parole
» 91 » 91 » 95 » 99 » 100 » 100
Dio gradisce la misericordia Per la preghiera
pag. 102 » 105
Gesù parla del Padre Padre e Figlio Dio è come un pastore che… Dio è come una donna che… Per la preghiera
» 108 » 108 » 114 » 117 » 120
Dio è come un padre che… Quel volto del Padre Per la preghiera
» 122 » 122 » 132
« Dio mio, Dio mio, » perché mi hai abbandonato? » « Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? » » « In questo sta l’amore… » » Una predicazione imprecisa » Il Padre nella passione del Figlio » Per la preghiera »
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AL POZZO DI SICÀR Nel frastuono, nella fretta, nella precarietà dei nostri giorni, un invito a sostare al pozzo di Sicàr per colmare la sete di amore, di relazione, di verità, di infinito, di Dio. 1. Gianluigi Corti, Amico dei peccatori. Amicizia e perdono nel Vangelo di Luca 5. Michel Rondet, I mille volti della preghiera. Come, quando, perché pregare 6. Domenico Pezzini, La forza della fragilità. Provocazioni sulla speranza cristiana 8. Primo Mazzolari, Tempo di Passione. Meditazioni per la settimana santa 9. Domenico Pezzini, La strada e la mensa. Il discepolo nel Vangelo di Luca 10. Anselm Grün, L’accompagnamento spirituale nei Padri del deserto 12. Cesare Falletti, Come voce di sottile silenzio. Interiorità e rapporto con Dio 15. Alfredo Battisti, Il paradosso delle Beatitudini. La felicità secondo Gesù 17. Gabriele Corini, Non di solo pane. Parola ed Eucaristia alimento del cammino 18. Anselm Grün - M. Reepen, L’anno liturgico come terapia 19. Agostino Clerici, Il tesoro nel campo. Chi trova, cerca 20. Carlos Marcías De Lara, Giuseppe e i suoi fratelli. Dalla discordia alla riconciliazione 23. Primo Mazzolari, Il Padre nostro. Commento 24. Albert Vanhoye, Lo Spirito dell’unità. Meditazioni bibliche 25. Aurelio Fusi, Vogliamo vedere Gesù. Storie di sequela nei Vangeli 26. Agostino Clerici, Incontrare il Risorto. Riflessioni per il Triduo pasquale 27. Giuseppe Casale, Esperienza di conversione. Gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola 28. Xavier Quinzà Lleó, Le porte della felicità. Le Beatitudini: benedizione di chi sa scegliere 29. Gabriele Corini, Educati all’amore. Itinerario biblico 30. Bernard Pitaud, Eucaristia e discernimento in Madeleine Delbrêl 31. Benito Marconcini, Alla sequela di Gesù. Il discepolo nel Nuovo Testamento 32. Felice Accrocca, Schiavo in Egitto. La storia di Giuseppe 33. Patrizia Girolami, Il Vangelo di Giovanni. Dall’incredulità alla fede piena 34. Giuseppe Alcamo, Il Dio di Gesù Cristo. Nella Lettera ai Galati 35. Raffaele Ruffo, Capire per credere. Una fede da ri-pensare 36. Giuseppe Alcamo, Mi è venuto incontro. L’identità cristiana secondo Giovanni 37. Teresa Ciccolini, Le parole scomode di Gesù
38. Gabriele Rocco Quaglia, Dio sconosciuto. L’attualità messaggio di Paolo ai 29. Corini,IlEducati all’amore. Itinerariodel biblico sapienti del mondoEucaristia e discernimento in Madeleine Delbrêl 30. Bernard Pitaud, GaetanoMarconcini, Piccolo, Il profumo dello sposo. Esercizi spirituali il Cantico 39. Benito 31. Alla sequela di Gesù. Il discepolo nelcon Nuovo Tedei Cantici stamento Carlo Maria 40. Felice Martini, Itinerario di preghiera. l’evangelista Luca 32. Accrocca, Schiavo in Egitto. La storiaCon di Giuseppe Alessandro 41. Patrizia Deho’, Maria. Un cammino 33. Girolami, Il Vangelo di Giovanni. Dall’incredulità alla fede 42. piena Anselm Grün, Il piccolo coach della Bibbia. Guida alla lettura del Libro dei libri Alcamo, Il Dio di Gesù Cristo. Nella Lettera ai Galati 34. Giuseppe Gaetano Ruffo, 43. Raffaele Piccolo,Capire Paroleper percredere. domani.Una Itinerario avvento 35. fede dadiri-pensare 44. Alessandro Deho’, La Parola libera lacrime e baci 36. Giuseppe Alcamo, Mi è venuto incontro. L’identità cristiana secondo 45. Enzo Appella, Giuseppe di Giacobbe. Racconto della fraternità compiuta Giovanni 46. Anselm Grün, Preghiera e conoscenza di sé per incontrare Dio 37. Teresa parole scomode di Gesù 47. AngeloCiccolini, Comastri,Le Dio è Padre 38. Rocco Quaglia, Il Dio sconosciuto. L’attualità del messaggio di Paolo ai sapienti Sezione oro del mondo 39. Gaetano Piccolo, Il profumo dello sposo. Esercizi spirituali con il Can50. Agostino Clerici, Lettera di Gesù Bambino tico dei Cantici 51. Carlo Maria Martini, Felice chi crede 40. Carlo Maria Martini, Itinerario di preghiera. Con l’evangelista Luca 52. Ermes Ronchi, I baci non dati 41. Alessandro Deho’,Paolo. Maria. Undell’incontro cammino 53. Andrea Riccardi, Uomo 54. Agostino Clerici, L’Essenziale è visibile 55. Tonino Bello, L’attesa si fa danza 56. Ermes Ronchi, Tu sei bellezza 57. Andrea Riccardi, Uomo e donna, sogno di Dio 58. Anna Maria Cànopi, Maria, donna della bellezza interiore 60. Ermes Ronchi, Al mercato della speranza 62. Luce Irigaray, Il mistero di Maria 63. Aelredo di Rievaulx; Domenico Pezzini (cur.), Preghiera di un pastore e altre preghiere 64. Carlo Maria Martini; Cristina Uguccioni (cur.), Il dono dell’amore 65. Agostino Clerici, « Che cosa cercate? ». Avvento e Natale nel cuore dell’Anno liturgico 66. Angelo Casati, Busso a una casa 67. Fratel MichaelDavide, Sinfonie di umanità 68. Giovanni Cesare Pagazzi, Il garbo del Vincitore 69. Marco D’Agostino, Ero nudo e non mi sono nascosto
Angelo Comastri, cardinale e arciprete emerito della basilica papale di San Pietro, è vicario generale emerito del Papa per la Città del Vaticano e presidente emerito della Fabbrica di San Pietro. Già arcivescovo delegato pontificio per il santuario di Loreto, attualmente è membro del Dicastero delle Cause dei santi. È autore di numerosi volumi di spiritualità, liturgia e meditazione tradotti nelle principali lingue. ISBN 978-88-315-5668-2
€ 12,00
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Dio è Padre! È la notizia meravigliosa e luminosa che Dio ci ha comunicato lentamente e gradualmente per non accecarci. L’Autore, attraverso una lettura attenta dell’Antico e del Nuovo Testamento, ci aiuta a entrare nella bellezza consolante e impegnativa di questa notizia. Ora sta a noi rispondere all’Amore del Padre con qualche briciola del nostro amore. Il libro ci consegna questa salutare provocazione!