D O S S I E R
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Attiva la speranza
Inserto da e staccar
Anno 2016-2017
Ragazzi &
Dintorni
� 2017
Febbraio
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Ragazzi & dintorni
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La speranza è un cocktail di diversi ingredienti, ma quello essenziale che amalgama gli altri è la fiducia. In cosa o in chi?... Gesù è la nostra speranza (Focus). E il Vangelo è una scuola di speranza, in quanto ci indica quella fondata su false aspettative e quella che spinge verso beni autentici e non svanisce (Bibbia nella vita). C’è da rilevare, però, che oggi viviamo situazioni di mancanza di lavoro e di prospettive future che «tolgono» la speranza. Ma neppure le situazioni drammatiche possono scoraggiarci; non bisogna abituarsi al male, né arrendersi di fronte alle difficoltà, affidandosi al Signore (Attualità). Educare la/alla speranza comporta sviluppare la capacità di desiderare e saper attendere; sperimentare la differenza tra bisogno e desiderio; crescere nell’impegno, nella costanza e fedeltà (EducAzione). Con le canzoni: «accendiamo la speranza» così da sognare, sperare e lottare per un mondo migliore, e seminare speranza (Musica e fede). Ci lasciamo motivare da un testimone, impegnato per gli ultimi e tessitore di pace (Testimone). Con il film sperimentiamo un modo per non lasciarsi schiacciare neanche da situazioni «distruttive» (Ciak si gira), fondandoci su Gesù «Risurrezione e Vita», fonte e fondamento di ogni speranza (Arte ed emozioni). Nel web ricerchiamo i testimoni di speranza, per diventare anche noi annunciatori di speranza, e realizzare un tg di buone notizie (In rete). Tramite il Test verifichiamo se la nostra speranza è apertura, attesa, certezza. Con la Celebrazione chiediamo di diventare costruttori di reti di speranza, amore, gioia.
SOMMARIO
Focus
«Mai senza speranza» - Barbara Corsano . . . . . . . . . . . . pag.
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EducAzione
Affidarsi, sperando - Luigi Russo
5
Bibbia nella vita Gesù è la nostra speranza - Tonino Lasconi . . . . . . . . . . . »
Attualità In rete Musica e fede
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Una speranza in crisi - Fausto Negri
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Testimoni di speranza - Dalia Mariniello
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AAA Speranza cercasi! - Mariangela Tassielli
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6
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Ciak, si gira
La speranza è l’ultima a morire - Alberto Anile
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Test
Frammenti di eterno - Maria Teresa Panico . . . . . . . . . . . . »
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Arte ed emozioni La speranza con la S maiuscola - Fausto Negri . . . . . . » Celebrazione Testimoni
La rete della speranza - Dalia Mariniello
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Shahbaz Bhatti: Martire cristiano di oggi Biancarosa Magliano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »
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RAGAZZI & DINTORNI - La forza delle emozioni è intensa e dirompente nei ragazzi dai
12 ai 16 anni, tanto più oggi. Questo percorso, pedagogico-evangelico, di educazione delle emozioni mira a favorire una formazione umano-cristiana integrale; a sviluppare sentimenti positivi e costruttivi; ad accogliere Gesù e a comunicarlo con gioia. L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.
Tema: I colori delle emozioni Sprigiona le emozioni - Vivi la gioia - Libera lo stupore Ascolta la tristezza - Attiva la speranza - Trasforma la paura Gestisci la rabbia - Accendi l’amore
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, febbraio 2017
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Ciak, si gira
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LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE
a vita è bella di Roberto Benigni è stato uno dei casi cinematografici più clamorosi degli ultimi anni. L’argomento della Shoah ha attirato al film molta attenzione, ma anche parecchie critiche; vincitore di tre Oscar (come miglior film straniero, miglior attore protagonista, e per le musiche di Nicola Piovani) e del premio della giuria a Cannes, è stato accusato di plagio, di superficialità storica, di demagogia, di inconsistenza cinematografica. Il tempo ha in gran parte fatto giustizia di molte accuse. La vita è bella non ha una regia solida e una struttura armoniosa, è vero, ma l’idea di base è talmente forte da scavalcare molti difetti.
Alla fine degli anni Trenta, Guido, interpretato da Roberto Benigni, arriva in una cittadina toscana, gettando subito lo scompiglio con il suo atteggiamento anticonformista e fantasioso, in netto contrasto con la rigidità seriosa del regime fascista che in quel periodo opprime l’Italia. Per sbarcare il lunario, Guido accetta di fare il cameriere presso un Grand Hotel, lo stesso in cui lavora suo zio (Giustino Durano). Mentre il paese comincia a mostrare preoccupanti segni di discriminazione verso gli ebrei, Guido corteggia la maestrina Dora (Nicoletta Braschi, nella vita moglie di Benigni). Anni dopo, ritroviamo i due sposati e con un bel bambino, Giosuè (Giorgio Cantarini). Siamo ormai nei primi anni Quaranta, in pie-
IL RACCONTO
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Alberto Anile
Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, febbraio 2017
na guerra, e con le leggi razziali promulgate dal re d’Italia. Guido e la sua famiglia, essendo di origini ebraiche, sono sempre più discriminati e, infine, rinchiusi in un campo di concentramento. Di qui in poi Guido moltiplica gli sforzi per salvare Giosuè, non solo fisicamente, ma anche e soprattutto mentalmente, cercando di mantenerlo indenne dall’inferno nazista. La grande trovata del personaggio (e del film) è trasformare una realtà, altrimenti insopportabile, in un enorme «gioco» al quale sia Giosuè sia tutti gli altri prigionieri starebbero partecipando con la speranza di vincere il primo premio, un carro armato. Tra imprevisti e colpi di scena, Guido riesce a tenere duro fino
all’arrivo degli americani che liberano il campo. Lui non se la caverà, sarà ucciso da una guardia SS, poco prima della liberazione del campo, ma il suo sacrificio non è vano: Giosuè e Dora si riabbracciano liberi, e davanti al bambino si materializza il carro armato promesso (che è naturalmente un cingolato delle truppe di liberazione), prova che tutto quello che ha passato era «davvero» un gioco, e che suo padre Guido è riuscito a evitare che la disperazione lo perdesse.
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Testimoni
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Biancarosa Magliano - biancarosam@tiscali.it
SHAHBAZ BHATTI: MARTIRE CRISTIANO DI OGGI
i sono state proposte alte cariche al Governo e mi è stato chiesto di abbandonare la mia battaglia, ma io ho sempre rifiutato, persino a rischio della mia vita. La mia risposta è sempre stata: “No, io voglio servire Gesù da uomo comune”. Tale devozione mi rende felice». È questo uno spaccato del lungo «testamento spirituale» di Shahbaz Bhatti, per il quale è in corso il processo di canonizzazione.
Nasce a Lahore, capitale del Pakistan, nel 1968. Vivendo in un Paese con forti problematiche di povertà, molto presto ha la chiara intuizione che la vita merita di essere ben vissuta e ben spesa: donata a favore del prossimo, soprattutto dei poveri che vivono nelle periferie. Appena diciasettenne, nel 1985, fonda il movimento All Pakistan Minorities Alliance (APMA) del quale diviene presidente. Nel frattempo è anche capo del Christian Liberation Front, costituito nel 1998. Con la laurea in Legge ha le credenziali per impegnarsi in politica ed entra a far parte del Pakistan People. Subito ottiene un posto al Governo. Nominato nel 2008 ministro per le minoranze, è l’unica presenza cattolica nel Governo. Realizza, così, il suo sogno: impegnarsi, anche ufficialmente, nella lotta per l’uguaglianza, la giustizia
UN TESSITORE DI PACE
sociale, la libertà religiosa, e per elevare e dare potere alle minoranze religiose.
Shahbaz si impegna, inoltre, a promuovere anche il dialogo interreligioso; sostiene una legislazione che eviti l’incitamento all’odio; propone di assegnare seggi del Parlamento alle minoranze religiose. È il ministro di tutti: quando si sceglie di «servire Gesù» non sono ammissibili preferenze, e nessuno può essere o sentirsi escluso. Uomo dalla vocazione innata a tessere «buone relazioni», sceglie la strada dell’amicizia con tutti, di difendere i diritti di tutti…; non esita quando si tratta di difendere la cristiana Asia Bibi, condannata a morte per blasfemia. Una vita fondata sulla Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, che legge e rilegge sino a farla diventare la propria «regola di vita». Per questo, come Gesù accettò di morire in fedeltà al Padre per la salvezza di tutti, così il nostro Shahbaz Bhatti, consapevole del pericolo, rimane sul campo per la pace e la salvezza di quanti può soccorrere. E la mattina del 2 marzo 2011, mentre va al lavoro, il veicolo su cui viaggia è attaccato da un gruppo di uomini armati, che lo feriscono gravemente. Muore durante il trasferimento in ospedale. Come è vissuto, muore – senza scorta – «da cristiano».
Roberto Pietrolucci - Roberto Zuccolini
CONSIGLIATO
SHAHBAZ BHATTI - Vita e martirio di un cristiano in Pakistan Paoline, Milano 2012 - pp. 176 - € 14,00
Una biografia di Shahbaz Bhatti, ministro per le Minoranze del Pakistan, assassinato nel 2011, per aver lottato a favore della libertà religiosa, il dialogo tra cristiani e musulmani, la giustizia, l’uguaglianza dei popoli e la pace. Il suo «testamento spirituale» ci fa immergere nella sua profonda fede, e mette in risalto la sua grandezza e limpidezza. EDITORIALE LIBRI - www.paoline.it - nelle Librerie