Dossier Ragazzi & Dintorni n. 6 - Marzo 2017 - estratto - Paoline

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D O S S I E R

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Trasforma la paura

Inserto da e staccar

Anno 2016-2017

Ragazzi &

Dintorni

� 2017

Marzo

6


Ragazzi & dintorni

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Tutti abbiamo provato paura nella nostra vita. Essa è un’emozione primaria e ci coinvolge in tutto il corpo, e non solo. Le paure più grandi dei ragazzi nascono, spesso, nella testa e nel cuore (Focus). Oggi ci sono anche tante «esistenze rovesciate» di giovani che si escludono dalla realtà, per rifugiarsi in internet o nel potere degli «amuleti» (Attualità). I nativi digitali nutrono, spesso, paure legate alla rete, nel timore di essere esclusi dal gruppo di amici, di non ricevere consensi… Occorre crearsi una propria netiquette di pensieri positivi nel web (In rete). C’è una paura utile e una inutile. Un percorso di educazione alla o della paura può orientare a: ascoltare la paura; accedere al mondo di immagini e pensieri che ognuno attiva; sperimentare la paura come strumento di conoscenza di sé e del mondo… (EducAzione). Il film racconta come convivere con la paura e neutralizzarla con l’intelligenza (Ciak si gira). Gesù sperimenta la paura, ma l’affronta e la vince. Egli ci insegna a non fuggire dalle difficoltà (Bibbia nella vita). Nel dipinto contempliamo Gesù pronto a compiere il suo estremo atto d’amore, per liberarci da paure e angosce (Arte ed emozioni). Le canzoni ci spingono al coraggio e a collaborare per costruire un mondo migliore (Musica e fede). Sulla scia di don Benzi possiamo attivarci per consolare e aiutare i più indigenti (Testimone). Con la Celebrazione poniamo la nostra mano in quella di Gesù, perché ci sostenga nelle situazioni scabrose. E con il Test verifichiamo se affrontiamo la vita con serenità.

SOMMARIO

Focus

«Che paura!» - Barbara Corsano

EducAzione

Paura: Per un’esistenza più creativa - Luigi Russo . . . »

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pag.

Bibbia nella vita La paura? Gesù l’affronta e la vince - Tonino Lasconi . . »

Attualità

La paura della paura - Fausto Negri

Rispondere alla paura si può! - Mariangela Tassielli . . . »

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Ciak, si gira

Non date spazio alla paura - Alberto Anile

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Test

Dalla paura alla speranza - Maria Teresa Panico

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Testimoni

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«Coraggio, non abbiate paura» - Dalia Mariniello

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Arte ed emozioni Angoscia e paura nella sofferenza - Fausto Negri . . . » Celebrazione

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Musica e fede

4

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FOMO: La paura in rete! - Dalia Mariniello

In rete

3

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Oreste Benzi, infaticabile apostolo della carità Biancarosa Magliano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . »

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RAGAZZI & DINTORNI - La forza delle emozioni è intensa e dirompente nei ragazzi dai

12 ai 16 anni, tanto più oggi. Questo percorso, pedagogico-evangelico, di educazione delle emozioni mira a favorire una formazione umano-cristiana integrale; a sviluppare sentimenti positivi e costruttivi; ad accogliere Gesù e a comunicarlo con gioia. L’utilizzo di tutti i linguaggi rende l’itinerario fruibile nella catechesi, in campiscuola, ritiri e a scuola.

Tema: I colori delle emozioni Sprigiona le emozioni - Vivi la gioia - Libera lo stupore Ascolta la tristezza - Attiva la speranza - Trasforma la paura Gestisci la rabbia - Accendi l’amore

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, marzo 2017


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In rete

Dalia Mariniello - d.mariniello@yahoo.it

FOMO: LA PAURA IN RETE! È la paura l’emozione che affrontiamo, questa volta, in relazione al web! Sicuramente una di quelle emozioni che non vorremmo dover provare mai, eppure tutti, almeno una volta, per una cosa o per un’altra, abbiamo avuto paura! Cosa ci fa paura? E per quale motivo? Spesso le paure sono irrazionali, eppure suscitano in ognuno di noi una sensazione di malessere. Non sempre ci sono «medicine» per sconfiggere la paura, ma sicuramente uno dei primi passi da compiere è affrontarla e darle un nome! Cerchiamo allora di capire quale paura caratterizza oggi i nativi digitali! Ormai tutti sanno che l’avvento della rete, come ogni cosa nuova, ha portato con sé tante paure, soprattutto da parte degli adulti che hanno guardato con diffidenza a questo «nuovo ambiente». Gli stessi nativi digitali, però, che usano con disinvoltura internet e gli strumenti tecnologici, nutrono alcune paure reali, legate al mondo virtuale! Quali sono queste paure? Provate a pensarci e cercate di farle emergere dai ragazzi stessi!

I Tappa: UNA RETE DI PAURA

Cosa è emerso? I ragazzi oggi vivono la rete, notte e giorno, mettono «in piazza» se stessi, i propri pensieri, la propria immagine; tuttavia, paradossalmente, hanno paura di essere visti; paura che il loro profilo venga «rubato»; ma la paura più grande si chiama FOMO, termine coniato da scien-

II Tappa: OH! SONO FUORI!

ziati di Oxford, acronimo di Fear of Missing Out, che fa riferimento alla paura di sentirsi «tagliati fuori», esclusi dal gruppo degli amici, dagli eventi che si condividono, dalla vita sociale attiva. È una paura che colpisce chi usa i social network (Facebook, WhatsApp, Twitter): costui, spesso, cade nel «panico» quando non riceve un «mi piace» alla propria foto, o non è inserito in «un gruppo», o ancora, se non c’è campo e non può restare connesso! Si sa che le regole imposte dagli altri sono più difficili da rispettare! È per questo che vi propongo di creare «la vostra netiquette», le vostre regole per vivere la rete con coscienza, responsabilità. Vivere rispettando se stessi e gli altri, anche in rete e, soprattutto, «pensando positivo»! Un esempio: «Ho postato una foto, ma la persona che avrei voluto la vedesse, non ha lasciato un commento e nemmeno un mi piace». Subito dopo il pensiero che segue potrebbe essere: «Ecco, lo sapevo, non gli piace!». Che ne dite, invece, di razionalizzare e provare a ipotizzare motivazioni non per forza catastrofiche sul perché il vostro amico non ha lasciato traccia di sé? Magari non l’ha vista; forse non si è connesso; o forse l’ha vista, ma non ha messo mi piace, pur pensando che la foto fosse carina! Come direbbe Jovanotti: «Io penso positivo…», e voi? Alleniamoci in positività, creiamo una netiquette dei pensieri positivi in rete contro ogni paura!

III Tappa: LA «NOSTRA» NETIQUETTE

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Arte ed emozioni

ANGOSCIA E PAURA NELLA SOFFERENZA

• Gesù è seduto su una scala di pietra, in un atteggiamento di grande abbandono. È seminudo in una posizione di grande povertà, inerme e abbandonato da tutti, con le mani legate e con una canna fra le braccia. La corona di spine fa percepire la sua grande sofferenza. Il suo sguardo è come smarrito e si rivolge allo spettatore come implorandolo. La sua figura giganteggia nel quadro, ma lascia trasparire un’enorme spossatezza. È un uomo solo e umiliato. • L’angelo è dipinto in piedi alla sommità della scala e sta quasi per piangere. Guarda Gesù e, nello stesso tempo, coinvolge lo spettatore che, in qualche modo, si identifica con lui. Sembra un amico che condivide le sofferenze di Cristo. • La veste di Gesù, che l’angelo ha tra le mani è senza cuciture (Gv 19,23), la stessa che sarà giocata a dadi dai soldati sotto la croce. Essa cade sugli scalini con ampie pieghe esaltate dalle ombre, come una bandiera. • La croce, posta in diagonale verso l’angolo più basso del dipinto, sembra attendere che il Salvatore sia inchiodato per compiere il suo estremo atto d’amore.

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I COLORI. Il dipinto è dominato da tonalità grigiastre, sia del corpo di Cristo, come dei muri che lo

Catechisti parrocchiali / Ragazzi & Dintorni, marzo 2017

• Si propongono 4 tempi di «lettura», che costituiscono un vero e proprio metodo per capire ogni opera d’arte: • Vedere: si invitano i ragazzi a guardare l’opera nel suo insieme e a descrivere ciò da cui sono colpiti. • Sentire: ognuno espone la sensazione che suscita in lui la visione del quadro. • Comprendere: Gesù è il Servo sofferente: «Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, si è caricato delle nostre sofferenze si è addossato i nostri dolori» (Is 53,3). Non sono i chiodi o le spine che ci hanno salvato, ma il Dio di Gesù Cristo che, per amore, ha perso sé per salvare noi (Fil 2,5-11), amandoci fino al dono del proprio sangue. Per questo ha vinto la morte ed è comparso con un frutto nuovo tra le mani: la risurrezione. • Meditare, pregare e reagire: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito» (Gv 3,16). Si può concludere con questa preghiera di ringraziamento: «Grazie, Signore, per essere diventato finito, limitato, così io non ho da essere infinito, illimitato. Grazie per esserti fatto inferiore, così io e gli altri non abbiamo da essere superiori. Grazie per essere debole, così io e gli altri non abbiamo da essere sempre forti e potenti» (J. Arias). • Si può proporre ai ragazzi un gesto di condivisione verso una precisa situazione di sofferenza.

O

LABORATORIO

AMIAM

DESTINAZIONE. Il dipinto aveva una destinazione devozionale, tipica del 1500/1600. Voluta dalla Confraternita delle Santissime Croci, il quadro di grandi proporzioni era posto in un grande palazzo al termine di una lunga scalinata, per aiutare i fedeli a immedesimarsi con il Cristo sofferente.

circondano. In quest’atmosfera emergono, però, alcuni altri colori che si presentano in sintonia con il grigio: il rosa bianco dei gradini, la veste rossastra dell’angelo, il bianco ambrato delle sue ali. Sono colori che bene si sintonizzano tra loro, creando una composizione che produce ansia e apprensione negli spettatori. ESÙ

risto in passione» è un’immagine di grande impatto emotivo. I colori dominanti, l’atteggiamento e l’espressione dei personaggi, la ricchezza dei chiaro-scuri suscitano emozioni molto forti. È un’opera essenziale nei suoi elementi, monumentale nell’impianto compositivo, diretta e completa.

COME G

«C

Fausto Negri - fausto.negri@libero.it


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