Antonietta Potente
In fedeltà amorosa
Leggere e trasmettere le Scritture
Per le citazioni tratte da La Sacra Bibbia nella versione ufficiale a cura della Conferenza Episcopale Italiana
© 2008, Fondazione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena
Immagine di copertina: © Album / Alamy Foto Stock
PAOLINE Editoriale Libri
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ISBN 978-88-315-5066-6
Dedicato a suor Edvige Tamburini che mi iniziò alla lettura del Mistero.
Vi presento il libro
Questo libro ha uno stile esperienziale. A differenza di altri, non ha capitoli ma temi sparsi, come piccoli quadretti, ciascuno con il suo soggetto. Il tema principale del libro, anche se può sembrare strano, non sono le Scritture ebraicocristiane1 in quanto oggetto di studio, ma l’esperienza di queste parole scritte e tramandate da secoli.
Pur non essendoci dei capitoli che suddividono i temi principali, il libro ha tre parti: la prima è più introduttiva, la seconda riguarda in modo esplicito la mia esperienza, mentre la terza è più lunga e in essa tratto alcune tematiche a me molto care. La loro successione non è secondo un criterio particolare, ma si tratta di temi che, secondo me, sono più significativi. Alla fine una breve conclusione che, in realtà, non chiude questo libro, ma lo lascia aperto, invitando a «stare in piedi».
Detto questo, il mio libro non ha la pretesa di essere annoverato tra i libri esegetici, commentari e ri-
1 Sulla scelta di scrivere questo aggettivo senza distinguere con il trattino i due che lo compongono si veda la nota 5 a p. 35.
flessioni su alcuni testi biblici. È un libro che nasce dall’esperienza; un libro scritto con affetto, perché verso le Scritture ebraicocristiane io sento un particolare affetto. Più che una ordinata distribuzione di temi biblici, lo vedo come un tessuto; incrocio e andirivieni di fili che fanno parte del mio sentire profondo: queste pagine vanno lette lentamente e, a ogni mia proposta, i miei pensieri si aspettano silenzio, per poi aggiungervi i vostri pensieri. Alla fine troverete una breve «non conclusione»: è piuttosto un invito. Le Scritture hanno in me lo stesso effetto della musica: le parole che compongono quei testi risuonano come note. Basta che ne ricordi una per ritrovare tutte le altre e dunque il loro ritmo. Il fatto che non sia biblista, ma teologa moralista, forse si sente: non mi interessa solo la composizione di un testo, ma la vita, che a volte cerco dentro le parole o i nomi. Per far questo, soprattutto la lingua ebraica mi aiuta molto. Le Scritture ebraicocristiane, infatti, o servono per vivere o restano lì come un libro inchiodato alle pareti della storia, con le loro verità e i loro errori. Buona lettura.
Le Scritture e il tempo presente
In questo momento storico in cui la maggior parte delle persone ha sempre meno il gusto della lettura e ciò che occupa in maggior misura gli spazi umani è l’immagine, usare il termine Scritture appare anacronistico. Perché, dunque, dedicare tanto tempo a questi libri della tradizione ebraicocristiana, sempre meno conosciuti o a volte conosciuti male o solo per sentito dire? Perché dare importanza a testi che riguardano fondamentalmente il passato? Eppure, ci sono espressioni comuni che forse tutti usiamo e che si riferiscono a questa lunga storia e soprattutto esperienza scritta. Questo tale è antidiluviano, cioè simile a chi viveva prima del diluvio. Ma di che diluvio parliamo? Aspettare la manna dal cielo, cioè limitarsi ad attendere l’aiuto di altri senza sforzarsi mai? Ma che cos’è la manna e chi l’ha aspettata prima di noi? Chi è senza peccato scagli la prima pietra. La sofferenza viene detta «calvario» e chi sconta pene altrui viene chiamato capro espiatorio e la migrazione di milioni e milioni di persone è chiamata esodo. Sono tante le espressioni che, senza saper perché o senza sapere a cosa si riferiscono, sono entrate nel linguaggio
comune. Forse questo significa che il comune parlare della gente prima era plasmato da questi scritti che in realtà si tramandavano in modo orale e che oggi sono diventati proprietà di due religioni o forse anche l’inverso: che le Scritture nascono dal sentire e dall’esperienza che l’umanità ha della vita e dalla fatica di poterla comprendere. Allora, come ricollocare questi testi nel mondo di oggi, come suscitare un interesse non per fare proselitismo, ma per il gusto della bellezza e del mistero?
In alcuni Paesi di tradizione cristiana riformata le Scritture occupano un posto importante nella propria cultura. Perché allora non fare delle Scritture un dono e una ricchezza della cultura universale? Perché chi fa studi classici dedica ore a studiare la letteratura della Grecia antica con tutti i suoi miti e non sa niente o molto poco dei testi biblici? Forse è proprio in questo momento storico che dobbiamo imparare a considerare questi testi non tanto come sacri e proprietà delle religioni, ma come tradizione letteraria di differenti popoli. Una ricchezza comune che ha la possibilità di trasformarsi in qualcosa di proprio ogni volta che qualcuna o qualcuno la rilegge e la interpreta. Non conoscere le Scritture non è una offesa alla religione ma esperienza di ignoranza. Ignorare qualcosa di bello e molte volte di poeticamente bello. Ignorare poesia, ignorare passione per la verità e la bellezza, ignorare ispirazione e visione, ma anche ignorare errori storici come le guerre e la violenza in generale, il patriarcato e l’esclusione. Forse nel nostro mondo c’è una tradi-
zione che riguarda la letteratura religiosa, ma conoscere i testi originali che hanno ispirato questa letteratura è un’altra cosa. I testi sono fonte d’ispirazione, soffio che poi è solo un sospiro, secondo una espressione di María Zambrano in Chiari del bosco. Sono pagine scritte dopo, cioè scritte perché si è avuta un’esperienza; trama di voci e di sensibilità. Senza un titolo previo, perché il titolo lo suggerisce la vita. Non come facciamo normalmente noi che, pur perseguendo le tracce di un genere letterario, prevediamo la scrittura, non solo i titoli, ma anche le parole e i tempi per scrivere, senza far caso all’ispirazione. Le Scritture non sono una letteratura come un’altra, sono testi sempre in fieri, sempre dinamici e sempre in un eterno farsi. Testi sonori perché nascono da parole ascoltate e a volte riconosciute nella realtà, ma dette da altre o altri.
La questione dunque resta aperta, perché fino a oggi questi testi così vivi non sono eredità di tutti gli esseri umani e poche o pochi sono coloro che ci lavorano sopra usando la fantasia. Probabilmente noi credenti diamo la colpa alla società, al mondo con il suo laicismo, materialismo, capitalismo eccetera. E invece no, la colpa non è dell’umanità, ma di chi si è appropriato di questi testi come se possederli garantisse chissà quale potere. La colpa, se di colpa possiamo parlare, è di chi li trasmette tirandoli fuori dallo scrigno del passato, pensando di dire tutto su di essi senza permettere che altri e altre li possano toccare. Per quanto riguarda le Scritture cristiane è molto chiaro il fatto che, lungo i secoli, abbiano patito una pro-
gressiva «diluizione», preferendo ai testi i catechismi e alla contemplazione le preghiere devozionali. Così le Scritture – che sono testi che di per sé educano alla visione profonda della realtà – sono diventate libri per eruditi. Allora penso che non sia colpa del nostro mondo presente se le Scritture non si leggono, ma del fatto che, chissà perché, qualcuno pensa sempre di conoscerle meglio di un’altra o di un altro e si arroga il diritto e il dovere di «difenderle».
Indice
Vi presento il libro pag. 7
SCRIVERE DI SCRITTURE
La composizione del libro » 11
Quelle che io chiamo Scritture ebraicocristiane » 17
Quello che il libro non è e quello che vorrebbe essere » 21
Le Scritture e il tempo presente » 27
LA MIA ESPERIENZA
Il primo dei mesi dell’anno » 33
Ispirazione esistenziale: ancora un piccolo libro » 37
Autobiografia di uno svelamento » 43
Due allegorie: il tappeto e l’albero » 47
Diritti d’autore e interpretazione » 53
RIFLESSIONI E INTERPRETAZIONI SU ALCUNI TEMI BIBLICI
Il ritorno al legame originario: il materno » 61
Un intreccio: esilio-nostalgia, presenza-assenza » 71
Il numero magico e il ricordo » 77
Un esempio biblico di ritorno e di ricordo comunitario: la firma » 81
Le strategie quotidiane per vivere: Noemi e Rut » 85
L’organo prezioso: l’orecchio » 97
Tra rovesciamenti e voli pindarici » 103
Un altro enigma: il tempo del sole e quello della luna » 111
Il senso del tempo e il senso della vita » 115
Il tempio, la nostalgia e il desiderio » 119
La casa e l’ospitalità » 127
La porta e la soglia » 135
La Sapienza » 141
Vestiti di bianco » 149
Un sogno: critica politica » 159
La tradizione e le altre due T: trasmettere e tramandare » 169
Effonde il mio cuore liete parole » 183
Se concludessi » 191
SCINTILLE DELLO SPIRITO
Testi che offrono scintille di fede per accompagnare il cammino dei credenti, per rinnovare la comprensione della fede, per lasciarsi provocare da vie nuove che lo Spirito apre nella storia.
1. Dalla cenere la vita, di Paolo Scquizzato
2. Danzare con la solitudine, di José María Rodríguez Olaizola, SJ
3. Pensiero incompleto, di Gaetano Piccolo
4. Dov’eri? Vivere non è solo un diritto, di Alessandro Deho’
5. Ogni giorno un nuovo inizio La saggezza dei Padri del deserto, di Anselm Grün
6. Libera la gioia, di José María Rodríguez Olaizola, SJ
8. Padre nostro, di Alessandro Deho’
9. Nella terra di tutti. Perché restare in una Chiesa con cui non riusciamo a trovarci d’accordo su molte questioni urgenti?, di José María Rodríguez Olaizola, SJ
10. Dalla comunità alla comunione. Insieme sulla via della vita, di Antonella Lumini
11. Vivere ogni giorno con fiducia, di Anselm Grün
12. Dio è felicità, di Paolo De Martino
13. Il Dio di Gesù. Pregare il Padre nostro, di Paolo Curtaz
14. Danzare con il tempo, di José María Rodríguez Olaizola, SJ
15. Mistica e coscienza. Vedere dentro, di Antonella Lumini
16. Nessuno vive solo per sé stesso, di Anselm Grün
17. Funamboli. Genitori che camminano sul filo dell’Oltre, di Francesco Fiorillo
18. In amorosa fedeltà. Leggere e trasmettere le Scritture, di Antonietta Potente
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