Catechisti parrocchiali - Novembre 2024 - Estratto

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Dossier • Ragazzi 12-16 anni

SIAMO NOI

Marco Frisina

Inno Giornata Mondiale dei Bambini 2024

Un bambino quando nasce porta sempre la sua luce, nei suoi occhi fa risplendere la vita, porta in sé la forza del futuro, fiducia che il mondo cambierà.

Nel suo sguardo tu non troverai il peso del passato, ma soltanto il desiderio di capire, ti farà comprendere l’amore e il cuore finalmente rivivrà.

Siamo noi la gioia e la speranza, siamo noi la novità del mondo.

Siamo noi il futuro, siamo noi la vita, siamo noi il segno dell’amore.

Porteremo nel mondo il nostro canto di pace, un sorriso per chi non ce l’ha più. (bis)

Quando è buio, quando il cielo sembra chiuso su di noi e le tenebre riempiono i cuori, doneremo semi di speranza e nel mondo tutto fiorirà. Rit.

E saremo un segno di speranza.

L’inno canta la straordinaria preziosità dei bambini, segno di speranza, anche per il mondo di oggi, oscurato dalla violenza, bisognoso della loro innocenza e gioia. I bambini sono la novità del mondo: nei loro occhi c’è il futuro, sono protesi verso un nuovo avvenire che potranno costruire con la libertà e la bellezza della loro innocenza. Essi donano speranza e amore dove l’egoismo dilaga e il dolore spegne il sorriso… Il ritornello è gioioso e solenne, esprime la forza della speranza che i bambini effondono con la loro presenza, una serenità contagiosa come il loro sorriso.

Cerca: Siamo noi - Video lyric ufficiale (di Marco Michiorri), Paoline - Inno per la I Giornata Mondiale dei Bambini (World Children’s Day), indetta da papa Francesco (Roma, 25-26 maggio 2024).

Segni di speranza

Carissimi catechisti e catechiste, il mese di novembre ci introduce, fin dal 1° giorno, in un clima di gioia e di esultanza, con la Festa di tutti i santi. Ci è offerta una bella opportunità di celebrarla con i bambini e le famiglie, facendo memoria dei testimoni giovani, che sono in procinto di essere beatificati o canonizzati (pp. 25-27). Testimonianze forti del nostro tempo, «santi della porta accanto», come li definisce papa Francesco, che sono di grande ispirazione e luce per i bambini/ragazzi. Con questi ragazzi e giovani, che hanno percorso le nostre strade, ci prepariamo a entrare nell’Avvento e nell’Avvento finale, per sentire vicini e pregare per i nostri defunti, e cominciamo a introdurci nel Giubileo della speranza. Essi, giovani che hanno accolto il Vangelo di Gesù e l’hanno praticato nella concretezza del quotidiano, sono la speranza di un mondo nuovo, non solo per le nuove generazioni, ma perfino per gli adulti. Afferma Francesco nella «Bolla di indizione del Giubileo 2025»: «Di segni di speranza hanno bisogno anche coloro che la rappresentano: i giovani… Sul loro entusiasmo si fonda l’avvenire. È bello vederli sprigionare energie, quando si impegnano nelle situazioni di calamità e di disagio sociale. Ma è triste vederli privi di speranza… L’illusione delle droghe, il rischio della trasgressione e la ricerca dell’effimero creano in loro confusione e nascondono la bellezza e il senso della vita, facendoli scivolare in baratri oscuri. Per questo il Giubileo sia nella Chiesa occasione di slancio nei loro confronti: con una rinnovata passione prendiamoci cura dei ragazzi, degli studenti, dei fidanzati, delle giovani generazioni! Vicinanza ai

giovani, gioia e speranza della Chiesa e del mondo!» (cfr. Spes non confundit, 12). Il percorso di Avvento si sviluppa proprio come cammino di speranza verso la Speranza: Gesù che nasce per noi e immette nella storia un dinamismo di vita e di amore, trasformandola. Al ritmo delle 4 domeniche di Avvento, e accompagnati da Maria, aurora e Madre della Speranza, sperimenteremo la speranza come attesa, pace, entusiasmo, amore (pp. 28-33). «La speranza, insieme alla fede e alla carità… esprimono l’essenza della vita cristiana. Nel loro dinamismo inscindibile, la speranza imprime l’orientamento, indica la direzione e la finalità dell’esistenza credente… Sì, abbiamo bisogno di “abbondare nella speranza” (cfr. Rm 15,13) per testimoniare in modo credibile e attraente la fede e l’amore che portiamo nel cuore; perché la fede sia gioiosa, la carità entusiasta…» (SnC 18): è l’invito di Francesco.

Gli itinerari ci introducono nella Terra buona, dono di Dio, Terra dell’alleanza e della relazione autentica con lui, per essere rinnovati nella nostra vera identità.

Il Dossier su «Ben-volersi» orienta i ragazzi all’autostima, nella scoperta dell’amore del Signore e degli altri per loro, così da esserne comunicatori e testimoni.

Buona solennità dei santi e buon cammino di Avvento, al ritmo della fede, speranza e amore, per tessere relazioni di pace e comunicare vita nuova in e con Gesù.

ill.: Alida Massari

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Direttrice responsabile: M. Rosaria Attanasio

Consiglio di redazione: A.T. Borrelli, G. Collesei, B. Corsano, T. Lasconi, E. Salvatore, M. Tassielli

Progetto grafico e impaginazione: Bard Ziadivi

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Foto Catechisti parrocchiali: A. Massari, p. 3; F. Zubani, pp. 5, 8, 13; Elizaveta Galitckaia - Monkey Business Images/Shutt.com, pp. 14-15; The Gospel Project - Archivio Paoline - Gatot Adri/Shutt.com, p. 19; rodos studio Ferhat Cinar/Shutt.com, p. 20; Billion Photos/Shutt.com, p. 24; C. Esposito, pp. 25-27; F. Velasco, pp. 25, 28-33, 36, 38, 40, 42; Wolfgang Jargstorff/Shutt.com, pp. 30-33; F. Vanotti, p. 44.

Copertina Dossier: IVASHstudio/Shutterstock.com

Foto Dossier: PR Image Factory/Shutt.com, pp. 4-5; Q88/Shutt.com, p. 8; Vladimka production - MJTH/Shutt.com, p. 13; /F. Velasco, p. 15.

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Novembre 2024

Indice

CONFRONTIAMOCI

EditorialE Segni di speranza ....................................... 3

M. Rosaria Attanasio

GiubilEo 2025

Perché il pellegrinaggio? ................ 6

Tonino Lasconi

ITINERARI DI vITA E DI FEDE

S-nodi di SpEranza

La «Terra buona» dono di Dio......... 8

ContESto bibliCo StoriCo - GEoGrafiCo

La Terra promessa ............................... 10

pEr voi CatEChiSti

Abitare la Terra della promessa ..... 12

Emilio Salvatore

Colora il diSEGno

«Abito la Terra buona di Dio» ........ 13

Redazione

itinErario pEr i GEnitori

La Terra dell’alleanza con Dio ........ 14

Barbara Corsano

itinErario pEr i bambini

I tanti doni del Signore ...................... 16

Anna Teresa Borrelli

itinErario pEr i raGazzi

Il Signore scioglie

i nodi delle schiavitù .......................... 18

Isabella Tiveron

raCContami GESù

Grazie per i tuoi doni! ....................... 20

Redazione

CatEChiSti protaGoniSti

Festa della prima confessione ....... 22

Redazione

SUSSIDI

LITURGICI E PASTORALI

CatEChiSti in prEGhiEra A Gesù Maestro ...................................... 24

Redazione

Santi, dEfunti E hallowEEn I santi futuri nostra speranza........... 25

S. Barretta - M. R. Attanasio

pErCorSo di avvEnto

Andiamo a Gesù su strade di speranza ......................... 28

M. Rosaria Attanasio

SaCramEnti dElla fEdE

Battesimo: i momenti della celebrazione ............................... 34

Roberto Laurita il vanGElo dElla domEniCa

XXXI-XXXIV Domenica del TO - B ... 36

P. della Peruta - A.M. Pizzutelli

APPROFONDIAMO E ATTIvIAMOCI

una ChiESa in Cammino SinodalE

Formarsi insieme .................................. 44

Francesco Vanotti

libri Novità ....................................................... 46

VISUALIZZA LE RUBRIC hE ONLINE SU

PERCORSO DI NOVEMBRE

Dio dona la Terra buona. La Terra assume molteplici valenze ed è enfatizzata in termini di bellezza straordinaria, anche se il suo valore non sta tanto nell’abbondanza delle risorse, quanto nella possibilità di rendere stabile la relazione con Dio (S-nodi di speranza).

La terra di Canaan per Israele non è solo «un luogo geografico», ma l’esito dell’Esodo e la realizzazione della promessa di felicità, che scaturisce dall’alleanza e dalla risposta corale del popolo, da attuare nella condivisione e nella giustizia (Contesto biblico…).

Per voi catechisti. La/il catechista è chiamata/o a far sperimentare ai bambini/ragazzi il grande valore dei doni di Dio e il suo amore! Dio offre a ciascuno uno spazio di relazione con lui e con gli altri; si tratta di abitarlo: in famiglia, a scuola, in Chiesa…

Colora il disegno: «Abito la Terra buona di Dio!».

L’itinerario per i genitori conduce, con dinamiche, a riflettere sul significato di «promessa» e sulla chiamata a manifestare ai figli, attraverso il proprio amore, la bellezza di sapersi scelti e amati da Dio.

per i bambini orienta, tramite attività, a riconoscere i tanti doni ricevuti dal Signore e a valorizzare i propri talenti per metterli a servizio degli altri.

per i ragazzi conduce, con dinamiche, a scoprire che, come il Signore ha scelto e liberato il popolo di Israele dalla schiavitù, così libera noi dalle schiavitù di oggi, se viviamo la sua Parola; per i piccoli orienta a sperimentare l’amore di Dio che li riempie di doni e a costruire il «castello del sorriso» per donare gioia.

Sussidi: Festa con «i santi futuri», proposta di una festa assieme ai santi giovani, non ancora canonizzati. Percorso di Avvento verso il Giubileo, ritmato sui Vangeli dell’Anno C, con segni e dinamiche.

I sacramenti della fede: Battesimo. I momenti della celebrazione.

Gli altri contributi focalizzano: le motivazioni del pellegrinaggio dell’Anno Santo; dalle parrocchie: la festa della prima confessione, animata da simboli e gesti, anche in ricordo del battesimo. Vangelo della domenica, con riflessioni, giochi, dinamiche, preghiere; formazione congiunta di laici e presbiteri in stile sinodale.

GrAzIe per I tuOI dONI!

Canto: S ENTO LA GIOIA (G. e G. Tittarelli - M. Picotti - M. Danieli, È la musica di festa, Paoline), cerca su YouTube (Guarda, impara e danza!).

OBIETTIVO. Orientiamo i piccoli (3-5 anni) a sperimentare l’amore di Dio che elargisce loro tanti doni, piccoli e grandi – come facciamo noi genitori –, partendo da un’esperienza personale ed evidenziando i doni che offriamo loro. Catechiste/i o insegnanti adattano la proposta agli incontri di gruppo.

TI RACCONTO UNA STORIA

Molti secoli prima della venuta di Gesù nel nostro mondo, c’era un popolo né importante né numeroso, che Dio amava, perché discendeva dalle persone che lui aveva scelto: Abramo, Isacco, Giacobbe… Però, a causa di tanti problemi che l’avevano colpito, era stato fatto schiavo in Egitto. Dio Padre, tuttavia, non l’abbandona, decide di liberarlo e di donargli una Terra dove vivere bene e nella libertà. Chiama Mosè per condurre questo suo popolo, attraverso difficoltà e sofferenze, verso una Terra bella e buona, piena di alberi, frutti e fiori, così da poter mangiare a sazietà, ascoltare e ringraziare il Signore che dona ogni bene…

INSIEME CON MAMMA E PAPà

Mamma. Dio, nel suo grande amore, chiama Mosè perché liberi il popolo dalla schiavitù dell’Egitto e da ogni oppressione. Tramite lui compie grandi segni e prodigi, come quello

di aprire le acque del Mar Rosso per far passare tutti gli ebrei all’asciutto e non essere raggiunti dall’esercito egiziano.

Papà. Ascoltiamo il racconto e guardiamo il video del passaggio del Mar Rosso: Esodo 14,15-16.21-27.

Cerca su YouTube: Il passaggio del Mar RossoBibbia per bambini.

Mamma. Dopo questo passaggio e un lungo periodo nel deserto il popolo entra nella Terra promessa, Terra ricca di frutti. Qui può vivere nella libertà, come popolo di Dio, che ascolta la sua Parola, la osserva e rafforza la relazione con lui… Anche noi viviamo contenti se rimaniamo uniti al Signore e lo preghiamo.

PreghiAMO

T. Grazie, Papà Dio, per il tuo amore.

Grazie, Signore, per il mondo bello e grande che hai creato. T.

Grazie per mamma, papà, i nonni, i fratelli e le sorelle. T.

Grazie perché mi ami e mi dai tanti doni. T. Intenzioni spontanee… Padre nostro

Canto: P REG h IERA DEGLI AMICI (Dolores Olioso, Le preghiere dei bambini, Paoline)

SperimentiAMO

Anche tu, che sei piccolo, puoi aiutare il mondo a diventare più bello e dare gioia a tanti. Impariamo come si può fare dal racconto: «Bobo e il castello del sorriso» di Oreste Castagna. «Molto tempo fa c’era un regno chiamato “grigio” perché tutti i suoi abitanti erano tristi. Il re soffriva molto nel vedere tutta quella tristezza. Aveva invitato molti saggi, ma tutti avevano fallito. Un giorno, però, un bambino di nome Bobo disse al re: “Fai costruire il castello del sorriso: un palazzo pieno di storie belle, avventure meravigliose, abbracci e coccole, dove tutti potranno entrare. Più persone entreranno e più quel castello sarà felice e il nostro regno diventerà colorato, così lo chiameremo il paese del sorriso”». Il re accolse questa idea geniale e affidò la costruzione a Bobo che, sebbene piccolo, con l’aiuto di un elfo, l’utilizzo di rocce speciali e di una piccola pietra, riuscì nell’impresa. «Il palazzo era bellissimo e luccicava. Tante persone vennero ad ammirarlo e a sor-

en diven sor

ridere…».

COSTRUIAMO IL CASTELLO DEL SORRISO INSIEME CON GESÙ - PIETRA ANGOLARE

Materiale: cartoncini colorati, colla vinilica, forbici, pennelli, matite colorate. Per la realizzazione: GUARDA IL VIDEO sul canale YouTube Paoline: tutorial «Bobo e il castello del sorriso - Le cartastorie di Oreste Castagna».

E tu sorridi? Come puoi donare gioia in famiglia e a chi incontri? Con mamma e papà leggi il libro dove trovi altre storie e proposte di tutorial con oggetti da costruire: Oreste Castagna - Alessandra Vitelli (ill.), Le cartastorie, Paoline.

Andiamo A GESÙ

Su strade di speranza

Gli itinerari di quest’anno, «S-nodi di speranza», ci orientano a desiderare fortemente che Gesù venga nella società, nella Chiesa, nelle famiglie e in ognuno di noi, per portare la sua pace, la giustizia e la possibilità di una vita degna e serena per ogni persona, così da rompere ogni giogo di schiavitù e di violenza. Gesù, Figlio di Dio, grande dono di Dio Padre per noi, può sciogliere tutti i nodi e i grovigli della storia, e regalarci, se lo accogliamo con amore, umiltà, disponibilità, un presente e un futuro di fiducia reciproca, solidarietà e fraternità. Con questa certezza ci prepariamo con fede e speranza a vivere il Tempo di Avvento, tempo di attesa e di grazia, che ci introduce nel nuovo Anno liturgico e anche nel Giubileo del 2025, e ci mette in cammino per incontrare Gesù che viene con amore e desidera il nostro abbraccio. Papa Francesco afferma nella «Bolla di indizione del Giubileo» Spes non confundit: «Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene… Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni. Lasciamoci condurre da quanto l’apostolo Paolo ci comunica: La speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato (Rm 5,5)» (cfr. nn. 1-2).

La luce della speranza scandisce il nostro cammino con l’accensione di una candela a ogni tappa: la luce aumenta progressivamente, avvicinandoci al Natale, assieme al nostro impegnoamore.

gioia e condivisione

1

Lode e speranza

2 3 4

Sussidi liturgici e pastorali M. Rosaria Attanasio

PERCORSO DI AVVENTO - Anno C

Il percorso di Avvento è ritmato sul Vangelo secondo Luca, proposto nelle domeniche dell’Anno C. Si può vivere nel gruppo di catechesi, in parrocchia o in famiglia.

Ogni settimana scopriremo un messaggio-chiave, che illuminerà il nostro cammino verso il Natale e farà crescere in noi la fede e la speranza in Gesù, nostro Salvatore.

Per sintonizzarci con Gesù si indicano alcuni aspetti da vivere: ognuno li scriverà sull’immagine che gli sarà consegnata, da colorare, con cui costruirà la strada per camminare verso Gesù Bambino.

A ogni tappa si accende una candela della corona di Avvento.

Ringraziamo Dio, nostro Papà, Gesù e lo Spirito Santo per le grazie abbondanti e i doni che hanno preparato, per la Chiesa e per l’umanità, nel prossimo Avvento e nell’anno giubilare, e chiediamo di accoglierli con grande disponibilità.

Canti da: A. Beltrami - A. Mattei, Prepariamo il Natale, Paoline

GRAZIE A TE, PAPà-DIO, PER IL GRANDE DONO DI GESÙ

Si realizza un cartellone con l’immagine di Dio Padre che dona Gesù al mondo. I bambini/ragazzi esprimono spontaneamente, con affetto, il loro grazie a Papà-Dio per il dono di suo Figlio Gesù, che si fa Bambino per amore nostro e accoglie i bambini con grande tenerezza, e lo scrivono, poi, sul cartellone.

TEMPO DI VEGLIA e preghiera

1a

Tappa

• LA VOSTRA LIBERAZIONE è VICINA!

In ascolto del Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)

Vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria… State attenti, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita… Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di comparire davanti al Figlio dell’uomo» (21,27.34.36).

Rifletti. LA SPERANZA È ATTESA. Gesù ci spinge a svegliarci e ci orienta a «una speranza attiva», così da essere liberati dall’angoscia per il futuro. Ci invita ad attendere pregando, nella certezza che egli viene in ogni momento e occasione nella nostra vita. San Paolo ci dà la chiave per vivere in pace e senza dissipazioni: «Aprirci al Signore che ci fa crescere e sovrabbondare nell’amore fra noi e verso tutti… per rendere saldi i nostri cuori, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù» (cfr. 1Ts 3,12.13). Come desideri prepararti ad attendere Gesù?

Segno. Ognuno riceve il 1° disegno, vi scrive su: «tEmpo di vEGlia E prEGhiEra!» e il nome di una persona a cui desidera comunicare l’amore di Gesù, per «sostenerla nei suoi affanni»; poi lo colora. Ciascun ragazzo/a condivide, nel gruppo, il suo impegno. Disegna, poi, o ritaglia su cartoncino una strada e vi inserisce il 1° disegno e, così, di seguito; può seguire l’illustrazione di p. 28.

La speranza cristiana non illude e non delude, perché è fondata sulla certezza che niente e nessuno potrà mai separarci dall’amore divino (cfr. Rm 8,35.37-39). Ecco perché questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e così permette di andare avanti nella vita (cfr. SnC 3).

ACCENSIONE DELLA 1ª CANDELA

C. Sii benedetto tu, Signore, che sei la Luce!

T. Illumina ognuno di noi, il nostro gruppo, la nostra comunità con lo splendore della tua gloria, perché fiorisca fra noi la tua presenza di speranza.

Un ragazzo accende la 1ª candela, poi prega:

R. Padre misericordioso, apri il nostro cuore per accogliere Gesù.

T. Donaci la tua luce perché lo riceviamo nelle nostre famiglie e nella società, così da essere solidali, offrire sorrisi di tenerezza e di gratitudine, e promuovere la civiltà dell’amore.

Padre nostro, tenendosi per mano.

Impegno in gruppo, in famiglia e a scuola

Nell’incontro con gli altri regaliamo un sorriso, un gesto di gentilezza, per accogliere insieme Gesù, nostra luce.

tempo di:
VEGLIA e preghiera

TEMPO DI Accoglienza

2a Tappa • PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE!

In ascolto del Vangelo secondo Luca (3,1-6)

«Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sarà riempito, ogni monte e ogni colle sarà abbassato; le vie tortuose diverranno diritte e quelle impervie, spianate. Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!» (cfr. 3,4-6a).

Rifletti. LA SPERANZA È PACE. Giovanni Battista, inviato dal Signore, predica un battesimo di conversione ravvivando l’attesa di un mondo nuovo. Egli invita alla speranza, certi che le false grandezze, i bullismi, le presunzioni saranno distrutti, gli ostacoli eliminati, perché il Signore sta arrivando. L’invito per noi è di collaborare con Gesù per costruire cammini spianati di pace e di condivisione, accogliendo e aiutando i nostri amici, i familiari e anche chi ci contrasta. Desideri costruire ponti di pace? Come?

Segno. Ognuno riceve il 2° disegno, vi scrive su: «tEmpo di aCCoGliEnza» e quali persone (gruppi o singoli) ritiene che abbiano bisogno di accoglienza, di cibo e di lavoro: per esse prega. Ciascuno condivide le sue intenzioni di preghiera. Inserisce, poi, sulla strada il 2° disegno.

Questa speranza non cede nelle difficoltà: essa si fonda sulla fede ed è nutrita dalla carità, e permette, così, di andare avanti nella vita. Sant’Agostino scrive in proposito: «In qualunque genere di vita, non si vive senza queste tre propensioni dell’anima: credere, sperare, amare» (cfr. SnC 3).

ACCENSIONE DELLA 2ª CANDELA

C. Lode a te, Gesù, nostro Salvatore, sole di giustizia e di speranza viva.

T. Guidaci nelle tue vie di amore e di pace!

Un ragazzo accende la 2a candela, poi prega:

R. Padre amorevole, fa’ risplendere i nostri cuori e i nostri volti di uomini e donne, di ragazzi e ragazze, della luce dello Spirito Santo..

T. Perché riconosciamo il volto di Gesù, tuo Figlio, in ogni persona e stabiliamo rapporti di fraternità. Padre nostro, tenendosi per mano.

Impegno di gruppo

Visitiamo una «Casa di accoglienza» per migranti o per persone in difficoltà, oppure una famiglia o una persona disagiata, e offriamo alcuni doni, per comunicare che Gesù li ama e viene anche per loro.

Accoglienza

DOSSIER

CARlo RoCChett A

A

SPeCChIo. SPeCChIo

Delle MIe BRAMe

Io

I N o Che DIVeNtAN o SÌ

Bibbia

Tonino

MIVoGlIoBeNe!

Musica

Bibbia

… Ben-volersi. Un’adolescente può volersi bene? Come raggiungere questo obiettivo?... Volersi bene è così difficile per ognuno che l’idea di perseguirlo è quantomeno irrealistica, soprattutto perché si richiede il rispecchiamento di un ambiente che sa volere il bene, pensare bene dell’individuo (Io - Tu - Noi). Ditelo ai ragazzi che possono volersi bene come sono, anche se si sentono sotto i riflettori dei modelli offerti dalla società. Con l’ascolto di tre canzoni aiutiamoli a liberarsi dalla paura di essere inferiori o inadeguati; c’è qualcosa di grande e profondo in noi, da diffondere: lo stupore di essere amati da Dio e costruire la vita in lui, diventando amore! (Musica e fede). Con i laboratori sul digitale riflettiamo sui selfie come strumento di espressione personale, sull’immagine di sé e la sua autenticità, per promuovere una sana autostima (Infosfera e Vangelo). Una proposta provocatoria viene dalla Bibbia: occorre evitare di volersi bene con i sì illusori, «a basso prezzo», della moda e degli influencer, per accettare i no che conducono ai sì, come «vincere il male con il bene» e, così, scoprire i SÌ per la nostra felicità (Bibbia nella vita). Il dipinto ci mette in sintonia con «il seminatore» – il quale ha fiducia nella fecondità della terra – simbolo di Dio che elargisce i suoi doni a tutti, per trasformarci con la forza della sua Parola (Bibbia nell’arte). Lasciamoci affascinare dalla tenerezza e sensibilità di don Carlo, fondatore della Casa della tenerezza (A tu per tu con…); e dalla fede, gioia, amore e apprezzamento della vita di Sandra (Testimone). E tu hai scoperto quale tesoro prezioso sei? Verificati con il Test. Nella Celebrazione apriti all’amore del Signore per amarti ed essere testimone di amore e di pace.

In ascolto dei ragazzi (12-16 anni) e attenti alle loro esigenze e paure, nella situazione attuale di violenza e di guerre, si propone il tema della PACE, declinato nelle sue diverse connotazioni, per formare in modo integrale alla riconciliazione e armonia interiore, alla luce del Vangelo. L’utilizzo dei diversi linguaggi, che li coinvolge da protagonisti, rende il percorso fruibile nella catechesi, in ritiri, campiscuola e a scuola.

TEMA: #Strette di pace per…

1. ... custodire il creato 2. ... Ben-volersi 3. ... Riconoscersi nell’alt(r)o 4. ... Scegliere la nonviolenza 5. ... Accogliere con amore! 6. ... Gustare il perdono 7. ... Far rifiorire la vita 8. ... Costruire oggi il futuro!

... Carlo roCChetta

A tu per tu con…

Fondatore della Casa della Tenerezza a Perugia, da oltre 20 anni studia ed elabora una vera e propria teologia sull’argomento, ha aiutato centinaia di coppie in crisi. È don Carlo Rocchetta. Papa Francesco lo ha pubblicamente lodato: «Un bel libro, lo conoscete, quello di Rocchetta. È bravo».

Cos’è la tenerezza?

R. Per prima cosa dobbiamo distinguere tra tenerume e tenerezza. Tenerume vuol dire smancerie, formalismo esteriore. La tenerezza, invece, è un sentimento forte, di partecipazione, di sensibilità affettiva. È una scelta, una virtù umanizzante e riguarda tutti, uomini e donne.

Cosa vuol dire avere tenerezza per sé?

Ben-volersi?

R. È la risposta al comandamento dell’amore che dice: «Amerai il prossimo tuo come te stesso». Se non mi amo, come posso amare gli altri? All’amore la tenerezza aggiunge la sensibilità anche verso di sé; significa essere capaci di relazioni affettive positive, stabili, durature nel tempo, opponendosi all’amore liquido di cui parla Bauman. La tenerezza deve aiutare a maturare un atteggiamento stabile, forte. È come un seme seminato in ognuno di noi. Tutti abbiamo questo seme dentro: non c’è persona che non senta il bisogno di tenerezza, siamo creati a immagine e somiglianza di Dio, che è somma tenerezza. Ho scritto a papa Francesco per chiedere che Il Giubileo 2025 sia l’anno della Divina Tenerezza, in cui la Chiesa s’immerge nella tenerezza di Dio. Sarebbe bellissimo! Speriamo sia possibile.

La Bibbia parla mai di tenerezza?

R. Sì, ma per qualche pregiudizio il termine corrispondente rahamîm è sempre stato tradotto con amore o pietà, invece che con tenerezza. Finalmente, dal 2008, lo troviamo 5 o 6 volte nei Salmi, ma esso compare almeno 120 volte. La radice è raham, che significa un sentire viscerale, profondo; il femminile rehem sta per grembo materno. Un esempio, il Salmo 50 dice: «Pietà di me... nel tuo grande amore (rahamîm)…» (v. 3); no, la traduzione esatta è: nella tua grande tenerezza.

Quando si riceve un insulto o un tradimento, anche in famiglia o da amici, «volersi bene» cosa implica?

R. La capacità di perdonare, che non vuol dire dimenticare, ma trasporre il sentimento negativo della collera in quello positivo della compassione. La tenerezza è questa capacità di andare oltre ciò che è successo. Il male è senz’altro male e chi ha sbagliato deve pentirsi, ma se Dio ci perdona, chi siamo noi per non perdonare? Non c’è peccato che Dio non perdoni se siamo sinceramente pentiti. Ricordo una coppia in crisi: la moglie era sempre arrabbiata, poi mi ha svelato che a 16 anni aveva abortito e credeva che Dio non potesse perdonarla. Io ho detto: certo, l’aborto è una colpa gravissima ma, se sei pentita, Dio ti ha perdonato; non c’è colpa che Dio non perdoni. Noi non siamo il nostro peccato: Dio è più grande del nostro peccato.

Per approfondire: C. Rocchetta, Teologia della tenerezza, EDB 2014; C. Rocchetta - R. Manes, La tenerezza grembo di Dio amore, EDB 2016; C. Rocchetta, Manuale di teologia nuziale della tenerezza, We can hope 2022.

SP e CChIo. SP e CChIo

D elle MIe BRAM e

Può un’adolescente volersi bene? Che cosa può significare per lui questa espressione? Che cosa pensa di dover fare per raggiungere questo obiettivo? È possibile programmare un percorso che giunga a questo traguardo? Volersi bene è così difficile per ciascuno di noi – giovani e adulti – che l’idea di poterlo perseguire coscientemente è quantomeno irrealistica, soprattutto perché questo obiettivo non è raggiungibile senza il rispecchiamento di un ambiente che sa volere il bene, pensare bene dell’individuo. Riflettiamo sull’enigma dello specchio. Lo specchio è per molti immagine di un fenomeno molto esteso nel nostro tempo, quello del narcisismo. Il giovane che si rispecchia nell’acqua e si innamora della sua immagine, tanto da non accogliere nessun invito all’alterità e alla reciprocità, ci è consegnata dai versi di Ovidio e, nella ricerca psicologica, è diventata l’espressione di un atteggiamento in cui il soggetto è ripiegato su se stesso, preso soltanto da se stesso. C’è un’altra interpretazione dello specchio e della sua funzione. Gli psicologi dell’età evolutiva parlano della fase dello specchio come essenziale per lo sviluppo del bambino. Con questo si intende dire che il piccolo cucciolo d’uomo ha bisogno di occhi che lo guardino con amore e in cui potersi rispecchiare, per scoprire il suo valore e la sua bellezza, e poter iniziare la grande avventura della realizzazione di sé.

Lo sguardo amoroso della mamma che lo rispecchia dona al bambino il senso della sua

identità, lo fa scoprire amato e, quindi, amabile. Senza questa esperienza il bambino non può riconoscersi e tantomeno può sviluppare l’amore di sé. Donald Winnicott ci ricorda che quando questo specchio è offuscato, a causa di una madre assente o troppo preoccupata di sé, il bambino vede nello specchio ciò che non è e non impara a riconoscersi. Favorire tale funzione di riconoscimento è, in modi e gradi diversi, compito di ogni educatore, soprattutto in momenti delicati di passaggio, come è quello della preadolescenza e adolescenza, dove l’immagine di sé è sottoposta a una vera e propria ridefinizione. Come spiega Matteo Lancini, presidente dell’associazione Minotauro, anche il dilagare del fenomeno del selfie nell’adolescenza testimonia questo bisogno: «Nella fisiologia della crescita il selfie può assumere un si-

gnificato evolutivo. Contribuisce, infatti, alla costruzione identitaria attraverso la sperimentazione di diverse rappresentazioni di sé, oggi sempre più consegnate alla mediazione di internet.

Postare selfie di prova in rete prepara all’incontro reale con i coetanei. Lo sguardo di ritorno del gruppo dei pari, misurato con like e followers, affina le proprie competenze nella cura del sé corporeo. La funzione di rispecchiamento, che passa attraverso la rete, contribuisce alla costruzione dell’immagine di sé all’interno del più generale processo identitario».

COME LI VEDIAMO

COME LI VOGLIAMO?

Come voler bene ai nostri ragazzi perché imparino a volersi bene? La domanda ci riguarda

direttamente. Come ci poniamo nei confronti dei ragazzi che la comunità cristiana ci affida? Siamo in grado di far sentire loro che, proprio così come sono, sono amati da Dio? Timidi o estroversi, esuberanti o introspettivi, ciascuno, nella sua particolarità ha l’esigenza di sentirsi riconosciuto nei suoi bisogni profondi, soprattutto quando questi sono nascosti da un’apparente superficialità o addirittura da un’ostentata indisponenza. Françoise Dolto, nota psicoanalista francese, paragonava l’adolescente a un gambero che si nasconde sotto il suo guscio, preoccupato di essere visto e giudicato. L’adolescente non ci chiede di essere d’accordo con lui sui contenuti, ma ha bisogno di sperimentare la nostra vicinanza emotiva, il nostro sforzo sincero di sintonizzarci con i suoi stati d’animo, il rispetto per ciò che sente e crede. Su questa base, le differenze di opinione, il confronto delle idee e anche il necessario richiamo alle regole acquistano forza e significato. Enrico Galiano, docente e scrittore, esprime il diritto dell’adolescente a realizzarsi come persona unica: «No, ragazzi, le più grandi ingiustizie sono quelle spirituali. Là fuori è pieno di gente che sembra vostra amica e che, in realtà, vuole rubarvi tutto quanto avete di più prezioso lì, dentro di voi. Quelli che vogliono farvi diventare tutti uguali, per esempio, tutti degli automi, tutti senza uno straccio di personalità. Ma anche quelli che, più nel piccolo, non vi vogliono per quello che siete e, piano piano, vi dicono che così siete sbagliati e che se volete che vi amino, be’, dovete cambiare. Si presentano come amici, o come innamorati a volte, ma sono tutto l’opposto. Quelli sono i peggiori di tutti! Perché una goccia alla volta vi porteranno via quanto avete di più prezioso, cioè la vostra anima!» (Pesce rosso, Garzanti 2018, Ebook, p. 13).

UN teSoro PreZIoSo

Test

Ognuno è bello perché è originale, perché ha un valore aggiunto che lo caratterizza e lo distingue. Conoscersi per accettarsi è scoprire, di giorno in giorno, il tesoro prezioso che ognuno rappresenta e che arricchisce coloro che ci circondano e ci vogliono bene.

Un prato:

a. verde e profumato.

b. pieno di sterpaglie.

c. inquinato e abbandonato.

Ti guardi allo specchio:

a. fai le facce buffe!

b. il meno possibile.

c. ti osservi con attenzione.

4

Credi di avere più pregi o più difetti?

a. c’è un giusto equilibrio. b. ovviamente pregi.

c. difetti.

da 9 a 14 punti:

SeNtIrSI GIUSto

Le tue scarpe

sono:

a. nuove.

b. comode.

c. di marca.

Hai mai contato le stelle?

a. non è possibile.

Ti diverti e…

a. ridi di gusto.

b. sorridi con la bocca e con gli occhi.

c. accenni qualche sorrisino.

9 8 7 5 6 3 2 1

b. sì, hai spesso lo sguardo rivolto al cielo.

c. no, sei occupato a guardare la strada.

Perdere:

a. un’opportunità. b. la bussola.

c. tempo.

da 15 a 21 punti:

UNa Bella SFIDa

I tuoi passi sono: a. corti e rapidi b. lunghi e lenti. c. sicuri e attenti.

Il tuo sguardo è: a. accogliente. b. timido.

c. sognante.

da

22

a 27 punti: UN GraNDe PoteNZIale

Guardi gli altri e li vedi perfetti, vincenti, migliori di te. Tu non ti senti «giusto», ti vedi sommerso dai difetti, per questo il senso di inadeguatezza prevale e non riesci ad accettarti per quello che sei. La tua ricchezza è la tua unicità, la tua forza è essere contento di ciò che sei. Metti via il bisogno di approvazione e punta tutto sulla relazione.

Accettare te stesso, capire chi sei davvero non sempre è piacevole per te, né tantomeno facile. Andare oltre i tuoi difetti e puntare sui pregi è davvero una bella sfida. Soltanto se impari a stimarti per ciò che sei e come sei, potrai diventare veramente capace di stare con gli altri, di condividere i tuoi sentimenti e le tue idee, e vivere la gioia di nuove e vere amicizie!

Sai di non essere perfetto, ma sei certo di essere unico e di avere un grande potenziale. Amare se stessi, cioè avere a cuore il proprio star bene, è l’unico modo per aprirsi agli altri. Accettarsi, essere contenti di se stessi è imparare a gioire di ogni situazione, vivere in pienezza le opportunità, trasformare i nodi della vita in s-nodi, senza inseguire mode e modi imposti.

AMAtI e AMA!

Celebrazione

Francesca Langella fransua80@libero.it

Si prepara l’angolo della preghiera: Bibbia aperta, lampada accesa; al centro, un cartellone bianco con la scritta AMORE e pennarelli. Ci si dispone in cerchio.

Canto: INCONTRARE TE (Marco Mellino, in: Aa.vv. Mi ami tu?, Paoline)

Preghiera. Dio Padre, che ci hai creati come persone preziose ai tuoi occhi, e ci fai abitare questo mondo, donaci di scoprire, tutti i giorni, il tuo volto d’amore in ogni fratello, il tuo sguardo di pace in ogni sorella. Gesù, che ti sei fatto uno di noi, per mostrarci che è possibile attuare la tua Parola, fa’ che ascoltiamo la tua voce anche attraverso i tanti segni che poni sul nostro cammino. Spirito Santo, aiutaci a comprendere e a vivere il progetto di Dio su di noi, perché annunciamo al mondo la bellezza di essere in comunione con te. Amen.

Catechista. Oggi Gesù ci rivela il più grande e il più importante di tutti i comandamenti: amare. Per poter amare bisogna imparare prima ad ascoltare il Signore che ci parla, così da entrare in sintonia con lui, accogliere il suo amore e lasciarci amare. Solo chi scopre di essere amato può «ben-volersi», ricambiare l’amore di Dio e amare i fratelli e le sorelle, che, ogni giorno, incontra sul proprio cammino.

IN ASCOLTO DELLA PAROLA: Marco 12,28-33

1 Ragazzo. Signore, quando il mio cuore è incapace di amare: fammi riscoprire il tuo amore per me e dammi la forza di amare gli altri come me stesso.

2 Ragazzo. Signore, quando i miei occhi sono chiusi e il mio cuore è

mi

bloccato: fammi ritrovare il tuo sguardo di misericordia, donami pace e speranza.

3 Ragazzo. Signore, quando non ascolto la tua Parola: donami la tua luce, rafforza la mia volontà per accogliere e attuare il tuo messaggio di vita e di amore.

Catechista. Gesù, oggi, ci suggerisce una via per amare ed essere costruttori e testimoni di pace: amarsi, amare, intessere relazioni buone, libere e autentiche, per realizzare il regno di Dio. Papa Francesco ci ricorda: «La pace non è un prodotto industriale, ma artigianale. Si costruisce ogni giorno con il nostro lavoro, il nostro amore, la nostra vicinanza, il nostro volerci bene». Ciascuno di noi è chiamato, con la sua unicità e originalità, a dare il proprio contributo perché regni la pace, l’amore, per il bene di tutti.

Gesto. Ogni ragazzo scrive con un pennarello, attorno alla parola AMORE, il nome delle persone alle quali vuole bene e dalle quali riceve amore.

Preghiera. Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando non ho tempo, dammi qualcuno da aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa’ che abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno di chi si occupi di me, mandami qualcuno a cui dedicarmi… Rendici degni, Signore, di servire i fratelli e le sorelle: in tutto il mondo vivono e muoiono poveri e affamati. Da’ loro oggi, usando le nostre mani, il pane quotidiano e, tramite il nostro amore generoso, pace e gioia. Amen (Santa Teresa di Calcutta).

Canto: TESTIMONI SAREMO (Pino Bordini, Ivi)

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