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Dicembre 2024 Anno 2024-2025 Anno LXI – Poste Italiane s.p.a. – Sped. in abb. post. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB - ROMA - € 3,00
Natale Novena dPi O NATALE: NZRAT!A DI SPERA
SPECIALE
NATALE
zi Dossier • Ragaz ni an 6 12-1
r… Strette di pace pe io nv lenza ... Scegliere la no
È NATALE ANCORA In mezzo al mondo una luce verrà, e in ogni casa insieme a noi resterà. Un nuovo giorno di calore sarà con un messaggio di speranza e bontà per noi. Un’emozione dolce ti avvolgerà e pensi che ogni cosa bella accadrà, ti senti più felice e lo sai perché sarà speciale questo giorno per te, per noi. È Natale, ancora vedrai le cose belle che non vedi mai, e un canto intenso dal cuore verrà che porta serenità. È Natale, è Natale. È bello stare insieme in compagnia con i regali e i giochi in allegria. Tutti sorridono e li guardi perché ogni sorriso è importante per te, per noi. Rit. È Natale ancora vedrai un mondo buono che tu amerai, un sentimento intenso sarà che dona serenità. È Natale, è Natale.
È NATALE ANCORA
Testo e musica di Enni Zincone • Paoline, Roma - Traccia audio singola - € 1,29 Un invito a vedere il Natale con gli occhi di bambino: come una pausa di serenità e una gioia da condividere, accogliendo il messaggio di speranza che il Natale porta con sé. Il brano è interpretato da Enni Zincone (nome d’arte di Annachiara Zincone) con l’accompagnamento del coro di bambini Zucchero e Limone. Guarda su YouTube Paoline il video: È NATALE ANCORA - Marco Michiorri (soggetto, sceneggiatura, animazione) - Gaia Magnin (illustrazioni).
Guarda il video
Il video racconta una storia di Natale: protagonista è Clara, una dolce signora anziana, desiderosa di dare regali e gioia ai bambini, ma alcuni impedimenti le rendono difficile l’impresa, fino a quando troverà un aiuto inaspettato… Una proposta per vivere questa festa con le atmosfere, le luci e i suoni che accendono ricordi e fantasia, e con il suo messaggio d’amore, capace di superare ostacoli fisici, economici, sociali e culturali.
Editoriale S.E. Mons. Rino Fisichella Pro-prefetto Dicastero Evangelizzazione
CATECHESI DI SPERANZA
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uando il Direttorio per la Catechesi si interroga su quale debba essere l’identità del catechista e la sua vocazione, fra le altre espressioni ne utilizza una di grande significato. Affermando che egli è «Testimone della fede e custode della memoria», esplicita questa condizione con le parole: «La testimonianza della vita è necessaria per la credibilità della missione. Riconoscendo le proprie fragilità dinanzi alla misericordia di Dio, il catechista non smette di essere il segno della speranza per i fratelli» (n. 113). Più volte il Direttorio fa riferimento alla speranza; in questo caso, comunque, ne accentua l’orizzonte chiedendo al catechista di essere «segno di speranza». Una responsabilità non da poco, soprattutto nel contesto culturale in cui stiamo vivendo, carico di numerose difficoltà che sembrano impedire di esprimere questa dimensione. Non si può negare, altresì, che nella nostra catechesi, a tutti i livelli in cui è realizzata, si preferisce confrontarsi con il contenuto della fede e della carità. La speranza è la grande sconosciuta non solo dell’impegno catechistico, ma anche della predicazione e, spesso, della stessa teologia. Ne deriva uno squilibrio che rende impossibile una reale e coerente presentazione del Vangelo. L’insegnamento dell’Apostolo Paolo più volte fa riferimento alla triade di fede, speranza e carità per esplicitare la vita cristiana derivante dal battesimo (cfr. SnC 18). Purtroppo le condizioni culturali in cui viviamo fanno pendere il piatto della bilancia verso altri contenuti, senza avere piena consapevolezza della povertà che ne deriva. Tutti conoscono l’espressione di Charles Peguy che, in un toccante racconto, paragona la speranza alla «sorella minore»,
quella di cui nessuno si prende cura, mentre sarà lei che potrà conferire un genuino futuro alla fede e alla carità. La cultura tecnologica, in cui siamo inseriti, e che nel prossimo futuro diventerà ancora più invadente, distribuisce facilmente speranze quotidiane che, spesso, sono come la polvere di stelle: brillano e illudono, ma scompaiono in fretta conducendo a una profonda delusione. È imprescindibile il passaggio dalle speranze alla speranza, quella vera, genuina di cui abbiamo un’evidente necessità proprio perché tutto intorno a noi è focalizzato sulla tecnologia tanto da tralasciare la dimensione umana. La speranza per noi credenti è Gesù Cristo, che vive in mezzo a noi, indicando la strada da seguire per costruire un futuro carico di senso. Nella Bolla Spes non confundit troviamo indicate tante strade da percorrere per restituire alla nostra catechesi la forza di essere annuncio di speranza. È urgente e necessario che ogni catechista faccia una lettura attenta di queste pagine, soprattutto dove si sottolinea l’esigenza di tenere uniti l’annuncio della speranza con i segni che la rendono tangibile (nn. 7-15). Dalla parola di Dio alla letteratura, passando per la musica e l’arte, abbiamo l’opportunità di rendere accattivante la nostra catechesi sulla speranza e, soprattutto, comprendere come ognuno di noi possa essere «segno di speranza per i fratelli e le sorelle», impegnandosi a coinvolgere in un’esperienza intensa di grazia e di speranza viva gli adulti e le nuove generazioni. Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
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PER ABBONARSI
Una copia € 3,00 Abbonamenti - Da set./ott. 2024 a maggio 2025: € 15,50 Paesi europei: € 34,00 - Altri Paesi: € 38,00 Da set./ott. 2024 a maggio 2026: € 26,90 Paesi europei: € 61,00 - Altri Paesi: € 69,70 Cumulativi: ogni 6 abbonamenti sottoscritti, inviati a un unico indirizzo, 1 è in omaggio. Fuori tempo di scadenza saranno inviati i numeri arretrati. Un numero arretrato: € 5,00 - Cambio indirizzo: € 0,55 Digitale € 2,00 • Bonifico bancario: IBAN - IT23 S076 0103 2000 0000 0822 007 Periodico Via Verità e Vita - Catechisti parrocchiali Ist. Pia Soc. F.S.P. Causale: Catechisti parrocchiali • Conto corrente postale n. 822007 intestato a: Via Verità e Vita - Catechisti parrocchiali Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma Nella causale del versamento indica se l’abbonamento è nuovo o rinnovato. Per un servizio più celere invia un fax al numero 06.54.956.578 o email a: abb.riviste@paoline.it con la tua richiesta, la fotocopia del versamento, il numero telefonico ed eventuale email. Oppure abbonati online su paolinestore.it / Riviste. Puoi rivolgerti anche alle librerie Paoline e San Paolo. PER INFORMAZIONI Servizio abbonati telefono 06.54.956.590 • fax 06.54.956.578 email: abb.riviste@paoline.it • paoline.it • paolinestore.it Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana INFORMATIVA SULLA PRIVACY. Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE n. 679/2016 l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo desidera informare che, secondo la normativa indicata, il trattamento dei dati personali degli abbonati è improntato ai principi di correttezza, liceità, trasparenza, tutela della riservatezza e dei loro diritti. Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento UE n. 679/2016 vengono fornite pertanto le seguenti informazioni: 1. Il Titolare del trattamento dei dati personali è l’Istituto Pia Società Figlie di San Paolo, in persona del legale rappresentante p.t., con sede in Roma, Via Antonino Pio n. 75, P. Iva: 00891451007, tel. 06.549561, pec: istpiasocfsp@postecert.it. 2. Finalità del trattamento: I dati personali forniti dagli abbonati sono finalizzati all’esecuzione di rapporti contrattuali in essere o instaurandi. 3. Modalità del trattamento: Il trattamento dei dati avviene con modalità manuali e informatiche; sono adottate misure di sicurezza, atte a evitare rischi di accesso non autorizzato, di distruzione o perdita, di trattamento non consentito o non conforme alle finalità della raccolta. 4. Diritti degli abbonati: L’abbonato può avvalersi in ogni momento della possibilità di ottenere dal titolare la conferma dell’esistenza o meno dei dati che lo riguardano, la logica e la finalità del trattamento, l’aggiornamento, la rettifica e l’integrazione dei dati, attraverso l’invio di una richiesta al seguente indirizzo email: privacy@paoline.it. Per ulteriori informazioni: consultare la privacy policy sul sito paoline.it o paolinestore.it.
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Dicembre 2024
Indice
Proprietà: Istituto Pia Società Figlie di San Paolo Direttrice responsabile: M. Rosaria Attanasio Consiglio di redazione: A.T. Borrelli, G. Collesei, B. Corsano, T. Lasconi, E. Salvatore, M. Tassielli Progetto grafico e impaginazione: Bard Ziadivi Copertina Catechisti parrocchiali: Alida Massari Foto Catechisti parrocchiali: A. Massari, pp. 4-5; F. Zubani, pp. 5, 8, 12, 24; Steve Lagreca/Shutt.com. p. 11; Archivio Paoline, pp. 10-11, 45, 46; gianni. B - Studio Romantic - Jayakri/Shutt.com, p. 16; AndryDj VladisChern/Shutt.com, p. 17; Evgeny Atamanenko/Shutt.com - Pixabay, p. 19; Aquarius Studio – Takaeshiro - Tomsickova Tatyana /Shutt.com, pp. 22-23; A. Massari, pp. 25-31; F. Velasco pp. 33, 34, 36, 38, 40, 42; S. Colombo, p. 39; F. Vanotti, p. 44. Copertina Dossier: AYO Production/Shutterstock.com Foto Dossier: Arlette Lopez/Shutt.com, pp. 4-5; Myrosha/Shutt.com, p. 8; Kakigori Studio/Shutt.com, p. 15. Per immagini legate a eventuali diritti di autore, informarne la Direzione che provvederà a saldare il corrispettivo dovuto. Direzione e amministrazione: Via Antonino Pio, 75 - 00145 Roma email: ed.riviste@paoline.it - telefono: 06.54.956.416 - fax: 06.54.956.578 Stampa: GB Marketing srls via Monte Bianco, 5 - 00071 Pomezia (RM) - tel. 06.9555014 Finito di stampare il 7 ottobre 2024 Spedizione: Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abb. post. D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1 comma 1 DCB ROMA
Confrontiamoci Editoriale Catechesi di speranza .............................. S.E. Mons. Rino Fisichella Giubileo 2025 Pellegrini di cuore ............................... Tonino Lasconi
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ITINERARI di vita e di fede S-nodi di speranza Dio dona il Messia della Speranza 8 Contesto biblico storico - geografico La nascita di Gesù tra storia, teologia e racconto . ...... 10 Per voi catechisti Contemplare il volto della Speranza 12 Emilio Salvatore Itinerario per i bambini Una grande gioia!................................. 13 Anna Teresa Borrelli Itinerario per i ragazzi Annunciato dagli angeli, accolto dai pastori................................ 16 Isabella Tiveron Itinerario per i genitori È tempo di salvezza.............................. 18 Barbara Corsano RaccontAMI Gesù Gesù è la nostra gioia . ....................... 20 Arianna Nicora
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Celebrare la vita in famiglia Luce di speranza.................................... Matteo Dal Santo Colora il disegno Accolgo Gesù nostra Speranza . .... Redazione
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Sussidi liturgici e pastorali Novena di Natale Natale: porta di speranza!.................. 25 Emilio Salvatore - M. Rosaria Attanasio Il Vangelo della Domenica I-IV Domenica di Avvento - Immacolata Natale - Santa Famiglia - C................. 32 P. della Peruta - A.M. Pizzutelli
approfondiamo e attiviamoci Sacramenti della fede Riconciliazione: accogliere il perdono .......................... Roberto Laurita Chiesa in cammino giubilare La speranza: un annuncio per tutti.......................... Francesco Vanotti Libri - Novità Natale Strenne........................................ visualizza le rubriche online su
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PERCORSO DI DICEMBRE Lo s-nodo centrale del cammino di speranza è costituito dalla nascita del Messia, liberatore e guida del popolo. Il primo annuncio gioioso di Gesù è dato da un angelo ai pastori, persone umili. La Speranza di Israele è nascosta nella piccolezza e fragilità (S-nodi di speranza). La nascita di Gesù è collegata, in Luca, a figure autorevoli: l’imperatore Cesare Augusto; il governatore della Siria, Quirinio, che fece il censimento della Giudea. Betlemme, in Giudea, è menzionata a partire dal 1400 a.C. (Contesto biblico…). Per voi catechisti. La/il catechista è chiamata/o a mostrare la natura rivoluzionaria dell’agire di Dio nel mistero del Natale e a far stupire i ragazzi di fronte alla Speranza, che sta in un Bambino fragile, esposto a ogni pericolo, ma annunciato come gloria e pace. L’itinerario per i bambini orienta, tramite attività, a celebrare il Natale in modo straordinario e a incontrare il Bambino Gesù per adorarlo, come i pastori; per i ragazzi conduce, tramite il racconto attualizzato della nascita di Gesù, a sperimentare la forza della narrazione biblica, per essere eco della Parola e testimoniarla nella vita; per i genitori orienta a confrontarsi sul «tempo» e su come è vissuto – personalmente, nel rapporto di coppia e in famiglia – alla luce del suo compimento, come tempo di salvezza, con la nascita di Gesù; per i piccoli conduce a sperimentare l’amore del Signore, attraverso l’amore dei familiari, e a celebrare con gioia la nascita di Gesù, come si festeggia il giorno del loro compleanno. Celebrare la vita in famiglia. Il Natale è una festa di luci… Gesù è venuto come luce di speranza. Per l’attività e la celebrazione si propone la stella cometa, quale segno e impegno: si guarda la stella e ci si ricorda di donare la luce, la speranza e l’amore di Gesù. Colora il disegno: «Accolgo Gesù nostra Speranza!». Sussidi: Novena di Natale: un itinerario biblico, visualizzato nel poster, che è ritmato sulle principali porte bibliche, soglie di passaggio e di rinnovamento. Gli altri contributi focalizzano: la testimonianza di fede e di ospitalità durante i pellegrinaggi giubilari; il Vangelo della domenica, con riflessioni, giochi, dinamiche, preghiere; la riconciliazione: i segni del perdono; la speranza come dono e impegno nella Chiesa. Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
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Giubileo
2025
Tonino Lasconi
Via Gino Tommasi, 1 60044 FABRIANO (AN) toninolasconi@gmail.com
PELLEGRINANDO I pellegrinaggi esigevano una testimonianza di fede impegnativa sia spiritualmente sia fisicamente. Pellegrinare verso Roma, san Giacomo di Compostela, Gerusalemme… richiedeva mesi e anche anni. I pellegrini sarebbero stati temerari e i pellegrinaggi rischiosi senza i luoghi di riposo e di sostegno, come le locande, ereditate dall’impero romano, e i monasteri, una geniale e provvidenziale «invenzione». Con il potere di Roma in sfacelo, la vita era difficilissima, e la gente cercava solo di salvarsi la pelle. Non tutti, però… Benedetto (Norcia, 480 ca. Montecassino, 547 ca.), giovane benestante, fu mandato dalla famiglia a Roma per fare carriera, tuttavia, insoddisfatto per come andavano le cose, aveva lasciato tutto per diventare eremita: una scelta frequente a quei tempi, consistente nel vivere da soli in luoghi solitari e impervi, in grotte o anfratti. Avendo visto, però, il comportamento di molti eremiti, spesso sui generis e vagabondi, pensò di creare «una casa» che riunisse persone desiderose di vivere la fede assieme ad altri per pregare e lavorare, rimanendo nello stesso luogo fino alla morte: il monastero. Uomo di fede profonda e concreta scrisse la Regola: norme di straordinaria importanza e lungimiranza per coloro che avessero deciso di farne parte. L’esperienza, iniziata nel 529 a Montecassino nel Lazio, si diffuse rapidamente nei Paesi che avrebbero costituito, poi, l’Europa – ecco perché Benedetto ne è il protettore – e dove i monaci, «pregando e lavorando», diedero inizio alla ripresa della civiltà del passato e alla nascita di quella nuova. Tra queste attività di particolare importanza era l’accoglienza dei pellegrini. Ecco cosa stabilisce la «Regola» a tale riguardo. 6
Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
Illustratore: Renato Ciavola
PELLEGRINI DI CUORE
L’OSPITE COME GESÙ
«Tutti gli ospiti che sopraggiungono siano accolti come Cristo, poiché egli dirà: “Ero forestiero e mi avete ospitato”. E a tutti si renda l’onore dovuto, soprattutto ai fratelli nella fede e ai pellegrini. Non appena, quindi, viene annunziato un ospite, subito gli vadano incontro il superiore e i fratelli con tutte le premure suggerite dalla carità; prima si preghi insieme e poi ci si scambi il segno della pace… Nel modo stesso di salutare si dimostri la più grande umiltà verso tutti gli ospiti che arrivano o che partono: col capo chino o con tutto il corpo prostrato a terra si adori in essi Cristo, perché è lui che viene accolto. Una volta ricevuti dunque, gli ospiti siano condotti alla preghiera; dopo sieda con loro il superiore o
un fratello da lui incaricato. Si legga in presenza dell’ospite la parola di Dio per edificarlo; e poi gli venga usata ogni attenzione. L’acqua alle mani la versi agli ospiti l’abate; i piedi a tutti gli ospiti li lavino sia l’abate che tutta la comunità… Si usi una particolare attenzione soprattutto nell’accogliere i poveri e i pellegrini, perché nelle loro persone si riceve Cristo in modo speciale, mentre la soggezione per i ricchi di per se stessa spinge a rendere loro onore» (cap. 53). È evidente che questa «accoglienza», che comportava pregare e lavorare con i monaci, diventava uno screening tra i pellegrini che cercavano riposo anche spirituale e quelli poco inclini al silenzio e alla preghiera.
I MONASTERI DI OGGI Nel corso dei secoli il rapporto tra pellegrini e monasteri non si è mai interrotto; anche nell’Anno Santo, ormai alle porte, molti pellegrini faranno sosta nei monasteri, per prepararsi a varcare la Porta santa, per rafforzare la fede, la speranza e la carità con la preghiera e le opere: alloggiare i pellegrini, perdonare le offese,
consolare gli afflitti. E coloro che non potranno sostare nei secolari e storici monasteri? Li costruiranno idealmente con spazi più ampi per la preghiera personale, con giornate di riflessione assieme al proprio gruppo, con domeniche speciali, ritiri spirituali, iniziative di volontariato e di carità.
ALLOGGIARE I PELLEGRINI
L’accoglienza dei pellegrini nasce dalla convinzione di dover accogliere tutti, perché in chiunque incontriamo sulla nostra strada c’è Gesù. L’accoglienza materiale oggi è gestita dalle organizzazioni turistiche, dalle associazioni, dalla Caritas, dal volontariato. Per noi, però, non valgono se manca la nostra accoglienza, in particolare quella spirituale: il cuore e la mente aperti a chi bussa alla nostra porta.
PERDONARE LE OFFESE
Accogliere tutti è bello, non si risolve, tuttavia, in sorrisi e pacche sulle spalle, ma implica avere e mantenere il cuore sgombro da gelosie, invidie, ripicche, rivendicazioni, mancanza di rispetto e gratitudine.
CONSOLARE GLI AFFLITTI
In ogni casa, in ogni gruppo, in ogni iniziativa sono presenti «gli afflitti»: quelli lasciati indietro, quelli meno fortunati, meno simpatici, meno svegli e furbi, meno belli, meno… Accogliere i pellegrini vuol dire partire da costoro. Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
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Colora il disegno Redazione
Si consegna a ogni ragazza/o la fotocopia ingrandita del disegno «Accolgo Gesù nostra Speranza!», da colorare, ispirandosi all’illustrazione del poster. Ognuna/o riporta sul proprio disegno una frase del Vangelo secondo Luca (2,1-14) o del commento (pp. 8-9), che è di luce per la sua vita. Poi la condivide in gruppo, comunicando a quali gesti di bontà si sente spinta/o. Scrive, quindi, un’invocazione di lode a Dio Padre, benedicendolo per il grande dono di Gesù al mondo, che ravviva la nostra speranza, donandoci gioia e serenità. A ogni invocazione rispondiamo:
Lode a te, Papà Dio, perché ci doni tuo Figlio. COMPLETA IL POSTER. Una ragazza scrive sul poster, vicino
SCARICA L’ALLEGATO
alla «Natività di Gesù», la parola, fra quelle condivise, che sentono più significativa per loro.
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Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
GESÙ
«ACCOLGOERANZA!» NOSTRA SP
Sussidi liturgici e pastorali Emilio Salvatore - M. Rosaria Attanasio
Natale: porta di speranza! NOVENA DI NATALE
Il
Giubileo nasce, nel mondo biblico, come celebrazione del 50° anno: comportava il riposo della terra, la restituzione delle terre confiscate e la liberazione degli schiavi, cioè la riconciliazione con Dio attraverso le relazioni con la terra e con i membri della comunità di Israele. Il termine deriva da jobel, il corno suonato per l’inizio di questo tempo di grazia. Gesù si collega a tale tradizione quando paragona la sua missione (cfr. Lc 4,18-19) al manifesto programmatico del servo del Signore (cfr. Is 61,1-2). La Chiesa ha ripreso l’intuizione biblica estendendola agli anni di una generazione in modo che ogni persona possa partecipare del mistero della liberazione dal male, compiutosi con la morte e la risurrezione di Gesù. Dal 1300 la visita alle Basiliche a Roma costituisce uno dei momenti essenziali del pellegrinaggio giubilare. Al suono del corno si è sostituita l’apertura della Porta santa, come rito iniziale. Il simbolismo della porta è evidente: durante il Giubileo si propone ai fedeli un «percorso straordinario» verso la salvezza e l’invito alla conversione, che attende il nostro impegno. Nella Basilica di San Pietro l’apertura della Porta santa avverrà la notte di Natale per sottolineare che il mistero dell’Incarnazione è l’inizio della salvezza annunciata e attuata da Gesù nella redenzione. È bello, in questa prospettiva, celebrare la Novena di Natale, seguendo un itinerario biblico ritmato sull’immagine della porta, soglia di passaggio e di rinnovamento. Il percorso segue le illustrazioni del poster, mostrando le principali porte bibliche che puntellano la storia della salvezza. L’ultima è quella di San Pietro che ospita simbolicamente la scena della Natività. Il poster si legge dall’alto, da sinistra verso destra. Costruzione del poster. Il poster si incolla su cartoncino; si ritagliano con il taglierino, staccandole, le diverse scene. • A ogni tappa si ricompone l’immagine, aggiungendo il tassello. Ogni step propone: Invitatorio - Canto - Riflessione - Parola di Dio - Preghiera. Canti da: Daniele Ricci, Amati da te, Paoline
INVITATORIO (Sal 23) Aprite le porte, entri Gesù, speranza del mondo! Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Rit. Chi salirà il monte del Signore? Chi starà nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli e non giura con inganno. Rit. Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore degli eserciti è il re della gloria (passim). Rit. Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
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QUESTA È LA PORTA DEL SIGNORE (Sal 118,20) INVITATORIO - Canto Gesto: Si dispiega il poster e si consegna un cartoncino con la scritta: La mia speranza è… (da riportare nell’ultimo giorno). G. La narrazione biblica si dipana tra due porte: quella davanti a cui è accovacciato il male (Gen 4,7-8) e quella dell’Apocalisse (4,1), aperta in cielo. La simbologia della porta è connessa alla sua modalità di apertura e chiusura, di nascondimento e svelamento, luogo di transizione, che può essere bloccata o facilitata. Il Salmo 118 evidenzia una cerimonia liturgica: è un invito al canto rivolto al popolo (vv. 1-4), che risuona nella città santa (vv. 5-18) e giunge al suo culmine di fronte alle «porte di giustizia», alle soglie del Tempio, ove si instaura un dialogo con i sacerdoti per ottenere il permesso di entrare (vv. 19-20). L’evangelista Luca attribuisce a Dio l’apertura della porta della fede (cfr. At 14,27) per accedere alla salvezza; e Paolo si riferisce a Dio che apre, per la preghiera della comunità, la porta della Parola ai destinatari dell’annuncio di Cristo (cfr. Col 4,3). A Dio che apre per noi la porta della speranza in Gesù, suo Figlio, rispondiamo spalancando le porte del nostro cuore all’accoglienza della sua salvezza.
disponibile online da dicembre
16 DICEMBRE
SALMO 118 Apritemi le porte della giustizia: vi entrerò per ringraziare il Signore. È questa la porta del Signore: per essa entrano i giusti. Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza (19-21). Preghiera. Dio Padre, che nella storia della salvezza hai aperto al tuo popolo la porta della libertà, del Regno, della promessa, del Messia, della fede e della speranza eterna, donaci di percorrere, tappa dopo tappa, il cammino che c i introduce alla pienezza del tuo mistero di amore. Amen.
17 DICEMBRE ALLA PORTA DI CAINO: IL MALE (Gen 4,7-8) INVITATORIO - Canto Gesto: Si inserisce l’immagine del lupo accovacciato alla porta.
G. La prima porta di cui si parla nella Bibbia è quella di Caino. Davanti ad essa è rappresentato il peccato come animale feroce e aggressivo. Esso è accovacciato, apparentemente sornione, in attesa di saltare addosso e sbranare. Dio invita Caino a dominare tale istinto aggressivo, ma egli non lo farà e alzerà la mano contro il proprio fratello. ★ La porta della fraternità - La prima porta da attraversare, per vivere il mistero del Natale e introdursi nel Giubileo, è la porta della fraternità, che vince ogni animalità e violenza. Il Natale di speranza è la festa del Dio che si fa uomo per ri-umanizzare l’umanità! DAL LIBRO DELLA GENESI «Se agisci bene, non dovresti forse tenere alto il tuo volto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo». Caino parlò al fratello Abele. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise (4,7-8). Preghiera. Signore, aiutaci a vincere «l’animalità» che, come forza travolgente, affiora, a volte, nel nostro cuore. Rendici capaci di tenere il male fuori dalla porta della nostra vita, perché non ci trasformi in nemici, in costante conflitto con chi incontriamo sul nostro cammino. Amen. Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
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18 DICEMBRE LA PORTA DELLA SALVEZZA (Gen 7,16) INVITATORIO - Canto Gesto: Si inserisce sul poster l’immagine dell’arca.
G. Il male dal peccato di Adamo e di Eva, attraverso Caino, dilaga nel mondo sotto forma di violenza. Dio vede che l’umanità si è corrotta, ma vuole tutelare il suo progetto di amore su di essa. Manda Noè a salvare dal diluvio le creature, facendole salire nell’arca. Con gesto tenero e forte, come farebbe un padre o una madre, Dio chiude l’apertura dell’arca non per escludere e distruggere, ma per salvare la vita in ogni sua forma. ★ La seconda porta da attraversare per vivere il Giubileo è quella che ci fa riscoprire la vera natura dell’umanità in sintonia con il creato: un universo meraviglioso da custodire e amare. Non vi è Natale di speranza se il creato è inquinato e deturpato. Natale non è la festa del consumismo che tutto divora, ma della valorizzazione di ogni essere vivente! Dal libro della Genesi Vennero dunque a Noè nell’arca, a due a due, di ogni carne in cui c’è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e femmina d’ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio. Il Signore chiuse la porta dietro di lui (7,15-16). Preghiera. Signore Gesù, concedici di vivere il Natale come festa di pace e di armonia con tutte le creature: animali, piante, fratelli e sorelle di ogni razza, popolo e lingua, per i quali sei venuto a offrire la vera scialuppa di salvataggio da ogni deriva e naufragio. Amen.
19 DICEMBRE LA PORTA DEL SOGNO (Gen 28,7)
INVITATORIO - Canto Gesto: Si inserisce sul poster l’immagine della visione/scala di Giacobbe. G. Le paure e le difficoltà delle persone sono presenti nella storia della salvezza. Dio abita i loro sogni, come nel caso del patriarca Giacobbe. Questi, mentre dorme, ha una visione: una scala di angeli collega cielo e terra, per ricordargli che Dio conosce e orienta con amore il cammino di ognuno. Svegliandosi, egli riconosce in quel luogo «la porta del cielo», «la casa di Dio». ★ La terza porta da attraversare per vivere in pienezza il Giubileo è saper vedere nella storia la presenza di Dio che si fa compagno dell’umanità, come di Abramo, Isacco e Giacobbe. Natale è la festa di questa vicinanza che si fa presenza incarnata e visibile, perché accogliamo l’Emmanuele e ci lasciamo condurre alla salvezza. Dal libro della Genesi Giacobbe fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la sua cima raggiungeva il cielo; ed ecco, gli angeli di Dio salivano e scendevano su di essa. Ecco, il Signore gli stava davanti e disse: «Io sono il Signore, il Dio di Abramo, tuo padre, e il Dio di Isacco. A te e alla tua discendenza darò la terra sulla quale sei coricato… Ecco, io sono con te e ti proteggerò dovunque tu andrai; poi ti farò ritornare in questa terra, perché non ti abbandonerò senza aver fatto tutto quello che ti ho detto». Giacobbe si svegliò dal sonno e disse: «Certo, il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo» (28,12-13.15-16). Preghiera. Signore Gesù, tu sei la scala che congiunge il cielo e la terra; in te il sogno di Dio è divenuto realtà; trasforma i nostri sogni e i nostri desideri nel vero regalo di Natale, che non consiste in oggetti spesso inutili, ma nel tuo dono di vita nuova. Amen. 28
Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
20 DICEMBRE LA PORTA DEL CORAGGIO (Gdt 13,11)
INVITATORIO - Canto Gesto: Si inserisce sul poster l’immagine di Giuditta alle porte della città. G. Nella storia della salvezza Dio chiede a uomini e donne di esporsi con coraggio: così con Giuditta. Questa giovane donna, che unisce la forza alla bellezza, mette in fuga il nemico dopo aver colpito il generale dell’esercito e libera la città di Betulia, assediata dagli assiri. Il racconto ci mostra il coraggio di una donna, che non ha paura di affrontare situazioni difficili. ★ La quarta porta del Giubileo è quella del coraggio. Il mistero del Natale è opera di Dio, che ha mandato suo Figlio in una condizione di povertà, ma è anche frutto della risposta coraggiosa di persone, quali Maria e Giuseppe, che accolgono il progetto divino e «gridano», come Giuditta, di aprire le porte della città al popolo che Dio si è scelto per condurlo nei sentieri della vita. Il Natale proclama una parola di speranza a coloro che vivono nella paura! Dal libro di Giuditta Giuditta e la sua ancella, attraversato l’accampamento, fecero il giro della valle, salirono il monte di Betùlia e arrivarono alle sue porte. Giuditta gridò da lontano al corpo di guardia delle porte: «Aprite, aprite subito la porta: è con noi Dio, il nostro Dio, per esercitare ancora la sua forza in Israele e la sua potenza contro i nemici, come ha fatto oggi» (13,10b-11). Preghiera. Gesù, figlio di Davide, donaci il coraggio di aprire le porte delle nostre città a coloro che bussano per chiedere accoglienza, lavoro, solidarietà e fraternità. Amen.
21 DICEMBRE LA PORTA DELLA SPERANZA (Os 2,27) INVITATORIO - Canto Gesto: Si inserisce sul poster l’immagine della valle di Acor.
G. Il profeta Osea (VIII sec. a.C.), di fronte alla crisi matrimoniale che lo attraversa e che somiglia a quella tra Dio e la sua sposa Israele, preannuncia la tenerezza dello Sposo divino che trasformerà l’aridità del presente in nuova fecondità come la valle di Acor, vicino a Gerico. Ancora oggi è ivi evidente il deserto che si arresta, quasi d’incanto, per immettere nello spazio vitale di una terra dove risalta il colore dorato del grano e l’abbondanza della frutta. ★ La quinta porta del Giubileo è quella della speranza, che manifesta, nell’amore di Dio, la forza di trasformare tempi drammatici, anche nelle famiglie, in occasioni di ritorno all’amore vero e sincero. Natale è la festa della famiglia che desidera un mondo nuovo, possibile all’insegna del dialogo e della comunione matrimoniale e familiare. Dal libro del profeta Osea Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Le renderò le sue vigne e trasformerò la valle di Acor in porta di speranza. Là mi risponderà come nei giorni della sua giovinezza, come quando uscì dal paese d’Egitto (2,16-17). Preghiera. Gesù, tu sei il Virgulto di Iesse in mezzo alle aridità della storia, fa’ rinascere nelle nostre famiglie uno stile di comunione e di rispetto, all’insegna dell’accoglienza e del sostegno reciproco, in vista della crescita di tutti i membri: piccoli e grandi, giovani e anziani. Amen. Catechisti parrocchiali • dicembre 2024
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Anno 2024-2025
… Riconoscersi nell’alt(r)o 3 dicembre 2024
#Strette di pace per…
DOSSIER
inserto da stacca re
… Riconoscersi nell’alt(r)o. La spinta
indice … GiuSeppinA ZAnnini A tu per tu con… Rosario Carello
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eduCARe AllA RelAZione Io - Tu - Noi
Franca Feliziani Kannheiser
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SpeCChiARSi nell’«AltRo» Bibbia nella vita Tonino Lasconi
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#deSideRiodiAmARe Musica e fede Matteo Zambuto
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nAto poveRo FRA i poveRi Bibbia nell’arte Manuela Pitterà
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il mAeStRo Che BAllA Coi lupi Ciak si gira Alberto Anile
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in CAmmino veRSo l’AltRo Test
Maria Teresa Panico
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RiConoSCeRSi in GeSù luCe e pACe Celebrazione
Francesca Langella
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l’ApoStolo del CuoRe e dellA miSeRiCoRdiA SAn GiovAnni eudeS
Testimone
Fernanda Di Monte
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evolutiva spinge i ragazzi ad ampliare la sfera sociale, in quanto ognuno è aperto al comportamento prosociale, che è da educare passando da una condotta quasi istintiva a una consapevole. L’educatore deve sperimentare percorsi nuovi (Io - Tu - Noi). C’è uno specchio che permette di conoscersi e di decidere come si vuole essere, la relazione con gli altri: il loro sguardo, la stretta di mano, la postura, il sorriso, la stizza… Specchio che è l’altro e ancora di più l’Altro - Gesù (Bibbia nella vita). E, meraviglia delle meraviglie, siamo esseri unici e irripetibili, che non possono fare a meno degli altri; ecco perché in principio era l’Amore! Ma la cosa più sconvolgente è che Gesù, Figlio di Dio, ha vissuto pienamente come uomo e ci ama di amore infinito! Per questo la vita continua a stupirci! (Musica e fede). Così nel dipinto: Gesù nasce povero fra i poveri, senza troni, aureole, musica, né altri segni di festa. La sua fragilità è simboleggiata dal ciuffo di paglia su cui è adagiato. I presenti rendono omaggio al Bambino che è venuto ad abitare fra noi (Bibbia nell’arte). Il film ci sintonizza con l’insegnante che, sebbene si ritrovi in una realtà ostile, è disponibile verso gli altri, perfino i lupi (Ciak si gira). Ci interpella l’iniziativa, Sportello della pace – aperto in una scuola di Caserta –, che intende educare alla pace e rispondere alle emergenze sociali (A tu per tu con…); e la carità eroica di san Giovanni Eudes (Testimone). Tu ti metti in gioco nella relazione con l’altro? Verificati con il Test. Nella Celebrazione lasciati trasformare da Gesù che nasce per noi, luce vera che ti libera dall’egoismo, per riconoscere l’altro come fratello o sorella.
In ascolto dei ragazzi (12-16 anni) e attenti alle loro esigenze e paure, nella situazione attuale di violenza e di guerre, si propone il tema della PACE, declinato nelle sue diverse connotazioni, per formare in modo integrale alla riconciliazione e armonia interiore, alla luce del Vangelo. L’utilizzo dei diversi linguaggi, che li coinvolge da protagonisti, rende il percorso fruibile nella catechesi, in ritiri, campiscuola e a scuola.
TemA: #Strette di pace per…
1. ... custodire il creato 2. ... Ben-volersi 3. ... Riconoscersi nell’alt(r)o 4. ... Scegliere la nonviolenza 5. ... Accogliere con amore! 6. ... Gustare il perdono 7. ... Far rifiorire la vita 8. ... Costruire oggi il futuro! 2
ragazzi & dintorni | Catechisti Parrocchiali • dicembre 2024
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… GIUSEPPINA ZANNINI A tu per tu con… Rosario Carello
L
a notizia di uno «Sportello della Pace», aperto in una scuola media in provincia di Caserta (Istituto Comprensivo «Carinola - Falciano»), ha fatto il giro dei social. In tanti vorrebbero ripetere l’esperienza. Incontriamo la dirigente Giuseppina Zannini. In cosa consiste questo progetto? R. Tutto è iniziato nel 2019, quando con la Presidente del Movimento della Pace di Caserta, Agnese Ginocchio, abbiamo organizzato una Marcia nei due comuni del nostro Istituto, abbiamo piantumato alberi di ulivo e per ribadire, poi, che l’Italia ripudia la guerra, abbiamo distribuito agli alunni e a tutti i presenti copie della Costituzione. Ed è finito lì? R. No. Abbiamo ripetuto l’esperienza nel 2022, allo scoppio della guerra in Ucraina. E, mentre a scuola organizzavamo convegni e manifestazioni contro il bullismo, il cyberbullismo, la violenza sulle donne e per la parità di genere, il Comune di Falciano, con delibera di Giunta, si è dichiarato «Città di Pace» istituendo un concorso con premi per sensibilizzare gli alunni su tali temi. Lo Sportello della Pace, concretamente, che attività svolge? R. Ci mette in ascolto dei bisogni dei bambini e delle loro famiglie, delle esigenze espresse e nascoste del territorio. Per noi è la risposta a tante emergenze sociali che possono minare la serenità e non favorire la conservazione della pace. Noi lo definiamo «un habitus mentale», perché orienta le scelte della scuola.
Un esempio di scelta? R. L’iniziativa più importante, con una immediata ricaduta sul territorio, è stata l’istituzione di tre Sezioni Primavera che accolgono i bambini dai due ai tre anni di età, permettendo alle loro mamme di lavorare. Queste sezioni sono state regolarmente autorizzate dai sindaci dei due Comuni e sono gestite con il personale interno della scuola. Siamo riusciti, così, con le nostre forze a realizzare qualcosa che non c’era e che cambia in positivo la vita di tante donne. Un’iniziativa di grande successo, tanto è vero che quest’anno partirà la quarta sezione. Ecco cosa significa per noi ascoltare i bisogni e le esigenze delle persone. Il progetto prevede anche esperienze fuori dalla scuola? R. Sì, alcuni studenti hanno partecipato alle giornate FAI a Carinola che, per il suo ricco patrimonio artistico, è chiamata «La Pompei del Quattrocento». Con la Pro Loco Carinolese sono stati organizzati i progetti «Chiese Aperte e Mosaico», che hanno previsto incontri formativi online con la Scuola del mosaico di Roma. Gli alunni hanno realizzato mosaici, che saranno esposti permanentemente, e hanno visitato le chiese del territorio. Che aiuto avete ricevuto dai Comuni? R. Sono sempre stati al nostro fianco, hanno collaborato e sponsorizzato ogni iniziativa, compresa la fornitura di borracce e l’installazione di colonnine che erogano acqua potabile e purificata all’interno della scuola. Quale riscontro da parte dei ragazzi? R. Una grande partecipazione e un grande entusiasmo: si sono sentiti protagonisti!
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EDUCARE ALLA RELAZIONE Io - Tu - Noi
Franca Feliziani Kannheiser
felizianikannheiser@hotmail.com
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bbiamo già evidenziato (cfr. CP nov. 2024, pp. 4-5) come l’esperienza del rispecchiamento sia fondamentale per lo sviluppo della persona, che vive della relazione e per la relazione. Tale esigenza è molto più forte nell’adolescenza ed è più impegnativa per gli adulti, a cui è richiesto di tollerare i rapidi, e spesso tumultuosi, cambiamenti dell’adolescente. Nel suo libro I mutanti Sofia Bignamini evidenzia: «Proprio come i serpenti cambiano la pelle – perché sono cresciuti e quella che avevano è stretta – anche i nostri figli mutano, attraversando un periodo in cui faticano a riconoscersi e a essere riconosciuti. Qualche giorno prima di lasciare il vecchio involucro, i serpenti diventano irascibili, modificano le loro abitudini, impegnati solo a fare scorte di acqua e di energia in vista del cambiamento… Qualcosa di simile accade ai nostri mutanti mentre vivono la preadolescenza… A noi è richiesta una certa dose di fiducia e competenza per non dimenticarci che il loro è un passaggio, una transizione verso una condizione più evoluta, efficiente, piacevole allo sguardo e al contatto» (cfr. Solferino, Milano 2018 - Ebook Kindle, pp. 17ss.).
LA SPINTA VERSO L’ALTRO La spinta evolutiva conduce verso un ampliamento della sfera sociale. Nell’adolescenza il noi, costituito dalla prima comunità che è la famiglia, è ampliato e, spesso, stravolto dall’ingresso di altri noi: gli amici, i compagni di scuola. Gli altri sono indispensabili, ma possono essere avvertiti come fonte di pericolo,
di disconferma del proprio valore. Gli episodi di bullismo, che coinvolgono molti alunni della scuola media, rappresentano una triste testimonianza delle difficoltà e dei fallimenti di questo processo d’integrazione soprattutto per i ragazzi più timidi e sensibili. Sebbene siano i bullizzati ad attirare l’attenzione e la premura degli adulti, è da considerare che anche i bulli e i loro complici sono vittime, prigionieri di dinamiche da cui è impossibile liberarsi senza l’aiuto competente di genitori ed educatori.
UN PROCESSO COMPLESSO Ogni educatore necessita di conoscere alcuni principi psicologici che regolano lo sviluppo del comportamento prosociale. Non è solo questione di buona volontà relazionarsi, in modo rispettoso e adeguato, con adulti e coetanei, per affrontare con successo qualsiasi impresa, dall’apprendimento scolastico a un’attività sportiva. Il comportamento prosociale è «la risultante di un processo in cui convergono molti fattori, tra cui l’empatia, l’assertività, la capacità di individuare e risolvere problemi, l’autocontrol-
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lo e richiede il superamento di atteggiamenti antagonisti come l’aggressività, la passività e la competitività» (D. Salfi - G. Barbera, La prosocialità: una proposta curricolare, in Psicologia e Scuola, 52, pp. 46ss.). L’educatore deve munirsi di sano realismo e sperimentare percorsi nuovi con determinazione e pazienza. Esiste in ciascuno la disponibilità al comportamento prosociale che può essere sviluppata ed educata passando da un comportamento quasi istintivo a una condotta consapevole che si mette in atto anche quando richiede di sacrificare la propria soddisfazione a vantaggio dell’altro. Una base neurologica fondamentale dell’empatia è quella dei neuroni specchio, che permettono di comprendere le azioni osservate e di imitarle. Ugualmente indispensabile è riconoscere l’altro come portatore di un suo pensiero, di propri desideri ed emozioni: il cervello risponde come un diapason all’altro che è avvertito, sempre di più, come un’individualità. Entrare in un rapporto empatico senza confondersi è il presupposto dell’interazione sociale. Anche il comportamento etico ha basi neurofisiologiche e psicologiche e dipende dalla ma-
turazione delle varie componenti della persona, secondo tappe e ritmi precisi, ma può essere promossa e stimolata dall’azione educativa. Proprio la permeabilità del nostro organismo e della nostra psiche all’ambiente, il fatto che siamo frutto di continui interscambi richiedono un’attenzione ancora più accurata agli obiettivi e alle modalità dell’azione educativa. La catechesi pone, in primo piano, il comandamento dell’amore per il prossimo, nel modo in cui Gesù lo ha insegnato e testimoniato, educa ai valori della condivisione e della donazione di sé. Spesso, però, rischia di limitarsi all’enunciazione di principi astratti. Pensiamo ad affermazioni come: «È più bello dare che ricevere» o «Bisogna amare tutti come Gesù», per renderci conto come, a volte, la catechesi, più che indirizzare a un cammino graduale e sereno nell’amore, rischi di spalancare orizzonti lontani e sconfinati in cui è facile perdersi. Nei percorsi di catechesi l’educazione al noi passa attraverso la costruzione di uno stile comunicativo che orienti all’ascolto di tutti, all’accoglienza delle diversità, per comporle in un dialogo costruttivo: caratteristiche che devono manifestarsi nel comportamento dell’educatore, perché siano acquisite dai ragazzi.
IL NATALE: APERTURA ALL’ALTRO E ALL’ALTO Ogni festa è celebrazione del noi e prova evidente che quanto ci rende veramente felici è l’incontro. Il Natale è la festa per eccellenza dell’incontro: le tradizioni da una parte e la liturgia dall’altra lo testimoniano. Occorre, però, rendere concreto e visibile ciò che le parole esprimono, con gesti autentici. Un esempio di distorsione è quello di sostituire il dono, scelto accuratamente per l’altro, con i soldi per l’acquisto di vestiti, giochi…; per cui manca il dono da scartare in un clima di sorpresa e di riconoscenza. Tale modalità toglie al regalo natalizio il suo profondo significato simbolico e religioso, come segno del dono di Gesù, che Dio Padre fa al mondo.
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IN CAMMINO VERSO L’ALTRO Test
Maria Teresa Panico
mt.pan@iol.it
Ogni relazione arricchisce il nostro essere; ogni esperienza positiva o negativa aumenta la conoscenza di sé e degli altri. Se ci rifletti, ogni altro/a può diventare fratello o sorella, creando un legame unico e particolare: ciò dipende da noi. Dicono che sei: a. razionale. b. socievole. c. indifferente.
1 2. L’orologio:
2 Nella mela trovi un verme: 3
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5 Ina. gruppo: 6 prendi sempre l’iniziativa.
a. ricorda che il tempo è prezioso. b. è un accessorio indispensabile. c. ti dice che è sempre tempo di incontro e condivisione.
Il sale: a. dà sapore. b. si scioglie in acqua. c. si può confondere con lo zucchero.
Diversità = a. curiosità e interesse. b. diffidenza e barriere. c. ricchezza e conoscenza.
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b. ascolti gli altri e poi dici la tua. c. ti senti a disagio, preferisci decidere da solo.
«rete» pensi: 8 Sea. aleggi 9 internet.
Bussano alla porta: a. chiedi chi è. b. fingi di non essere in casa. c. apri e saluti.
Il tuo desiderio forte è… a. diventare ricco e famoso. b. dare una mano a chi ne ha bisogno. c. essere felice!
da 9 a 14 punti:
da 15 a 21 punti:
da 22 a 27 punti:
Il tuo cuore non sempre è pronto ad accogliere l’altro. Spesso non riesci ad aprirti a lui/lei, perché non lo/la accetti come amico/a, fratello o sorella. Tale condizione ti mette a disagio e influenza i tuoi comportamenti: sembri distaccato e indifferente, chiuso in un isolamento forzato. Per stare bene con gli altri devi stare bene con te stesso.
Condividere esperienze, emozioni, idee con chi incontri diventa per te un’indispensabile boccata d’ossigeno. Sai che solo insieme con gli altri ogni momento della tua vita acquista senso e pienezza, ma spesso questo tuo atteggiamento di apertura e amore viene spiazzato da timori e paure, che ti accompagnano e ti induriscono il cuore.
L’altro, che ti viene incontro, diventa una scommessa d’amore. La ricchezza che porta con sé è un tesoro grande, che tu puoi scoprire e che ti renderà più forte e maturo. Sei convinto che, se non si costruiscono barriere e non si è sopraffatti da pregiudizi, si inizia un percorso impegnativo e coinvolgente, che fa riconoscere l’altro come fratello o sorella.
SCOMMESSA D’AMORE
2 2 1 3
3 1 2 3
4 3 2 1
5 2 1 3
6 2 3 1
7 2 1 3
8 1 3 2
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BOCCATA D’OSSIGENO
b. all’unione tra persone e idee. c. alla ragnatela.
A B C
DISTACCATO E INDIFFERENTE
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a. bleah…! La getti subito. b. elimini la parte non buona e mangi il resto. c. ti fermi a osservare la grandiosità della natura.
RICONOSCERSI IN GESÙ LUCE E PACE Celebrazione
Francesca Langella
fransua80@libero.it
Si prepara l’angolo della preghiera: Bibbia aperta, piccolo presepe e lampada accesa. Al centro si collocano i lumini in modo da formare la parola PACE. Ci si dispone in cerchio.
Canto: Rallegriamoci nel Signore (Paolo Auricchio, Rallegriamoci nel Signore, Paoline Preghiera. Signore, la nostra società è segnata da violenze e guerre, che determinano uccisioni e morti. Anche tante famiglie e bambini ne sono vittime. Con i nostri sforzi non riusciamo a costruire un mondo di giustizia e di pace, se non intervieni tu a convertire i nostri cuori, liberandoci dall’egoismo e dalla sete di dominio. Continua a donarci tuo Figlio, Consigliere ammirabile, Principe della pace, che solo può illuminarci con la sua luce, per riconoscere gli altri come fratelli e sorelle, ed essere strumenti di pace e solidarietà. Amen. Catechista. Ci prepariamo a vivere la solennità del Natale, cioè della nascita di Gesù. Quante luci vediamo per le strade, che ci abbagliano per poco. La Luce vera è Gesù, che illumina il mondo, tutti i popoli e scaccia via le tenebre da ogni cuore. Spesso anche noi camminiamo nel buio e non riusciamo a procedere, rimaniamo come bloccati. Gesù, che nasce per noi, dà nuova luce ai nostri occhi interiori, facendoci scoprire persone amate, riconosciute come figli e figlie, così da vedere l’altro/a come fratello o sorella.
DISPONIBILE ONLINE DA SETTEMBRE
In ascolto della Parola: Isaia 9,1-5 1 Ragazza. Signore, quando vedo tutto buio attorno a me e sono scoraggiato/a, dammi la tua luce, perché mi riconosca come tuo fi-glio/a, e riprenda il cammino con te.
2 Ragazzo. Signore, quando le mie azioni creano divisioni e discordia, donami il tuo amore, per riconoscere gli altri come fratelli e sorelle, e riconciliarmi con loro. 3 Ragazza. Signore, quando voglio avere ragione e tenere tutto sotto controllo, dammi la tua sapienza e indicami i passi da fare per costruire ponti di pace. Catechista. Il profeta Isaia annuncia la venuta del Messia: «un bambino è nato per noi», il suo nome è «Principe della pace». L’umanità grida e invoca con forza: «Pace», per i popoli colpiti dalla guerra, per le persone schiacciate dall’odio e dal potere. La pace è responsabilità di tutti e ciascuno è chiamato a fare la propria parte. Il male più grande è l’indifferenza, credendo che non valga la pena impegnarsi. «Non lasciamoci rubare la pace!», ci dice papa Francesco. Gesto. Ogni ragazzo riceve un lumino, cui è attaccato un cartoncino con la scritta «PACE»: segno dell’impegno di «accendere la pace di Gesù» in ogni luogo. Preghiera. Maria, Regina della Pace, volgi il tuo sguardo di misericordia sulla famiglia umana, che ha smarrito la via della pace, che ha preferito Caino ad Abele e, perdendo il senso della fraternità, non ritrova l’atmosfera di casa. Intercedi per il nostro mondo in pericolo e in subbuglio. Insegnaci ad accogliere e a curare la vita – ogni vita umana! – e a ripudiare la follia della guerra, che semina morte e cancella il futuro. Prendici per mano e guidaci alla conversione, fa’ che rimettiamo Dio al primo posto. Madre, da soli non ce la facciamo, senza il tuo Figlio non possiamo fare nulla. Ma tu ci riporti a Gesù, che è la nostra pace. Amen. (Papa Francesco) Canto: Dio con noi, Emmanuele (Ivi)
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